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BEOWULF (in versi liberi, fruibile al lettore profano)

Arrivò a grandi passi nella notte oscura

colui che si muove tra le ombre. Nella dimora del re,

che doveva essere sorvegliata, tutti i guerrieri dormivano –

tutti tranne uno. Chiunque ben sapeva

che al demone era proibito uccidere nell’ombra

senza il volere del suo creatore.

Ma Beowulf, furioso, rimase sveglio

aspettando il giudizio della battaglia.

In quel momento sotto una fitta nebbia

arrivò Grendel dalla brughiera: portava l’ira di Dio;

il malvagio intendeva catturare alcuni uomini di corte

che si trovavano nell’alta sala.

Avanzò sotto le nubi fino alla sala del vino

e riconobbe subito il tesoro degli uomini

dagli ornamenti d’oro. Questa non era la prima volta

che si avventurava nella casa di Hrotgar.

Mai nella sua vita, né prima né dopo,

il re incontrò un destino peggiore: i guardiani di corte.

Arrivò all’edificio il tristo guerriero

e allora la porta, forgiata col fuoco,

si spalancò immediatamente quando lui l’aprì con le mani,

essendo lui infuriato e così il malvagio si addentrò

nella bocca della stanza. Subito dopo il nemico,

camminando a grandi passi sul pavimento decorato,


entrò in maniera furiosa: i suoi occhi emanavano

una luce terribile proprio come il fuoco.

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