Sei sulla pagina 1di 1

Nuovi racconti straordinari Edgar Allan Poe

certi berretti a sonagliere, e che doveano star sempre


pronti a fornire, a ogni momento, delle spiritosaggini in
cambio dei minuzzoli che cadevano dalla tavola reale.
Il nostro re, naturalmente, l'aveva il suo buffone. È un
fatto che proprio sentiva il bisogno di qualche cosa nel
senso della follia, – se non foss'altro in compenso della
pesante saggezza dei sette uomini saggi che gli servivan
da ministri, – per non dir di lui.
E tuttavia, il suo buffone non era solamente un buffone.
Agli occhi del re il suo valore era triplicato dal fatto
ch'era allo stesso tempo nano e zoppo. In quel tempo
nelle corti, i nani eran comuni come i buffoni; e
parecchi monarchi non avrebbero saputo come
impiegare il tempo – il tempo è più lungo alla corte che
in qualunque altro luogo, – senza un buffone per farli
ridere e un nano per riderne. Ma, come ho già osservato,
novantanove volte su cento i buffoni son grassi, grossi e
massicci, – di modo che era proprio un orgoglio pel
nostro re possedere in Hop-Frog, – così si chiamava il
buffone, – un triplice tesoro in una persona sola.
Non credo che con quel nome d'Hop-Frog l'avessero
battezzato i suoi padrini, ma che piuttosto gli sia stato
conferito all'unanimità dai sette ministri perchè non
poteva camminare come gli altri uomini6.
E realmente, Hop-Frog non si poteva muovere che con
una specie d'andatura interiettiva, qualcosa tra il salto e
la giravolta, una specie di movimento che pel re era una
6
Dal verbo to hop, saltellare, e dal sostantivo Frog, ranocchio.
R.
88

Potrebbero piacerti anche