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1. Tucidide, Storie I 2: Un tempo la terra oggi chiamata 5. Giorgio Sincello, Ecloga chronographica, p. 179 Mos-
Grecia non era abitata stabilmente, ma in principio vi shammer: Per primo fu re degli Ateniesi, per cin-
si succedevano migrazioni, e le singole genti, sotto la quant’anni, Cecrope “dalla duplice natura”. Era
pressione di popoli più numerosi, abbandonavano l’anno del mondo 3945. Sull’antica Acte (l’odierna At-
con facilità le loro sedi. Non vi era commercio né esi- tica) regnò per cinquant’anni Cecrope “dalla doppia
stevano relazioni reciproche sicure per terra o mare. natura”, così chiamato per l’ampiezza della corpora-
Ciascuno lavorava il proprio podere quanto bastava a tura, come dice Filocoro, o forse perché, essendo egi-
ricavarne il vitto, senza mettere nulla da parte e ziano, conosceva entrambe le lingue. Costui battezzò
senza coltivare, per il timore che qualche nuovo ve- la città “Atene” dal nome della dea Atena. Ai suoi
nuto li depredasse con un’improvvisa aggressione, tempi, per la prima volta, sull’Acropoli venne pian-
giacché non innalzavano mura di difesa. Inoltre, con- tato l’ulivo. Da lui quella terra prese il nome di Cecro-
vinti di poter dovunque ottenere il cibo quotidiano, pia. Egli fu il primo ad offrire un bue in sacrificio e a
mutavano residenza senza difficoltà. Perciò non pos- dare un nome a Zeus, come sostengono alcuni.
sedevano la potenza costituita dalle città grandi e da-
gli altri dispositivi militari. In particolare erano i ter- 5. Scoli alle Olimpiche di Pindaro IX 70b: Secondo Epi-
ritori migliori di questo paese a subire l’avvicendarsi carmo gli uomini (laoiv) hanno tratto il nome dai
continuo degli abitanti, e cioè la regione oggi chia- mucchi di pietre (laaiv); secondo Filocoro, invece, da
mata Tessaglia, la Beozia e gran parte del Pelopon- Cecrope. Questi infatti, volendo accrescere il popolo
neso, tranne l’Arcadia (...). L’Attica, per la povertà del di Atene, ordinò a ciascun cittadino di portare una
suolo, fu abitata per lunghissimo tempo sempre dal pietra e porla nel mezzo: così, contando i sassi depo-
medesimo popolo. sitati, apprese che gli Ateniesi erano ventimila.
Erittonio - Megacle -
Il sinecismo di Cecrope
Pandione - Diogneto -
Oxinte - Esimide -
4. Strabone, Geografia IX 1, 20: Filocoro racconta che i Andante Cleidico -
Cari depredavano il territorio dell’Attica dal mare ed
Timete - Ippomene -
i Beoti (allora chiamati Aoni) dalla terraferma: Ce-
crope allora raccolse il popolo in dodici città, chia- Melanto - Leocrate -
prestigio era tra i primi cittadini, ma per il patrimo- Stato e ne regolava gli affari pubblici più numerosi e
nio e il rango apparteneva al ceto medio (...) importanti, e colpiva i trasgressori essendo arbitro di
[6] Divenuto arbitro della politica, Solone liberò il multare e di punire. (...)
popolo nell’immediato e per il futuro, proibendo i [11] Organizzata la costituzione nel modo che si è
prestiti sulle persone, e abolì i debiti privati e pub- detto, vennero a tormentarlo riguardo alle sue leggi;
blici, provvedimento che chiamano seisavcqeia Solone dunque, non volendo cambiarle né farsi
(“scuotimento”) perché il popolo si liberò del suo odiare con la sua presenza, fece un viaggio in Egitto
peso. A tale proposito alcuni parlano male di lui. Ac- per affari e per curiosità, dopo avere dichiarato che
cadde infatti a Solone, poco prima di realizzare la sei- non sarebbe tornato prima di dieci anni: credeva in-
savcqeia, di parlarne con alcuni dei nobili; in seguito, fatti giusto non di dover rimanere a interpretare le
a quanto dicono i democratici, fu raggirato dagli sue leggi, bensì che ognuno facesse ciò che era stato
amici, oppure, secondo quelli che vogliono calun- scritto. Intanto accadde che molti nobili gli diven-
niarlo, fu complice lui stesso nell’imbroglio. Costoro, nero ostili per l’abolizione dei debiti ed entrambi i
di fatto, contrassero dei prestiti per comprare molta partiti cambiarono idea sul suo conto, perché la co-
terra, e poco dopo, in seguito all’abolizione dei debiti, stituzione di Solone non corrispondeva alle loro at-
si ritrovarono ricchi (...). Tuttavia la versione dei de- tese. Il popolo infatti pensava che egli avrebbe ripar-
mocratici è più credibile; perché non è verosimile che tito ogni cosa, e i nobili, al contrario, credevano che
Solone, così equilibrato e imparziale in tutto il resto, quasi nulla avrebbe cambiato. Ma Solone si oppose ad
al punto da farsi odiare da entrambi i partiti pur po- entrambi, e pur potendo diventare tiranno schieran-
tendo sottomettere tutti alla sua autorità, poi si sia dosi con il partito di suo piacimento, preferì farsi
lasciato corrompere in cose così meschine ed evi- odiare da entrambi salvando la patria e dandole ot-
denti. (...) time leggi.
[7] Solone organizzò una costituzione e stabilì al-
tre leggi, e gli Ateniesi non si servirono più di quelle 10. Solone, frammento 4 West (Eunomia):
di Draconte, salvo che per i delitti di sangue. Scrissero Mai la nostra città cadrà per decreto di Zeus / e
le leggi su rulli che posero nel portico del re, e tutti per volontà degli dèi immortali: / una magnanime
giurarono di obbedir loro. (...) Egli fissò a cent’anni la custode, figlia di padre possente, / Pallade Atena,
validità delle sue leggi e organizzò il governo nel tiene le mani sopra di essa.
modo seguente. In base al censo divise i cittadini in Ma i cittadini stessi con le loro scelleratezze vo-
quattro classi, come prima: pentacosiomedimni, ca- gliono distruggere / la grande città, sedotti dal de-
valieri, zeugiti e teti. Distribuì tutte le magistrature naro, / e la mente ingiusta dei capi del popolo; ma è
fra le prime tre classi: i nove arconti, i tesorieri, i po- inevitabile / che soffrano costoro molti dolori per la
leti, gli undici e i colacreti, dando a ciascuno la carica loro arroganza: / giacché non sanno frenare la loro
corrispondente al suo censo. Ai teti concesse solo la insolenza né celebrare / con convenienza lecite gioie
partecipazione all’assemblea e ai tribunali. Si doveva nella tranquillità del convito / [...] / ma si arricchi-
classificare fra i pentacosiomedimni chi dalla sua scono sedotti da affari disonesti / [...] / non rispar-
terra ricavasse cinquecento misure in prodotti secchi miano i beni sacri né quelli pubblici / rubano con ra-
e liquidi, tra i cavalieri (hippeis) chi ne ricavasse tre- pina chi da una parte chi dall’altra, / né si curano dei
cento; ma alcuni pensano che fosse cavaliere chi po- sacri fondamenti di Giustizia, / ma essa pur tacendo
tesse mantenere un cavallo (...). Zeugiti erano i citta- conosce quanto avviene e quanto è stato, / e a suo
dini con un reddito di duecento medimni fra en- tempo in ogni caso giunge a compiere vendetta.
trambi i prodotti; gli altri appartenevano ai teti e non Questa piaga inevitabile ormai dilaga in tutta la
potevano ricoprire nessuna magistratura. (...) città, / porta veloce all’orrenda schiavitù, / che risve-
[8] Solone stabilì che le magistrature fossero sor- glia la discordia civile e la guerra assopita, / e questa
teggiate tra un certo numero di candidati proposti da di molti distrugge l’amata giovinezza. / A causa dei
ciascuna tribù. Per i nove arconti ognuna proponeva nemici presto l’amatissima città / è rovinata da fa-
preventivamente dieci candidati, e fra questi avve- zioni che danneggiano gli amici.
niva il sorteggio: di qui la consuetudine, tuttora vi- Questi i mali che si aggirano nel popolo: tra i po-
gente per le tribù, di designare dieci nomi ciascuna e veri molti vanno in terra straniera / venduti come
poi di sorteggiarli con le fave. La prova che egli asse- schiavi, legati in disonorevoli catene. / [...] / così il
gnò le magistrature per sorteggio in base al censo è male pubblico giunge a casa di ciascuno, / ma le porte
data dalla legge sui tesorieri, che è tuttora in vigore: del cortile non possono più trattenerlo, / oltrepassa
essa impone infatti di sorteggiare i tesorieri fra i pen- l’alto recinto, scova dovunque / anche se uno si è ri-
tacosiomedimni. (...) Egli formò un Consiglio di quat- fugiato nella parte più interna della casa. (...)
trocento membri, cento per ognuna delle tribù, e in-
caricò quello dell’Areopago di vegliare sul rispetto
delle leggi, esso che anche prima era guardiano dello