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(1) CNR-IRPI - Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica - Via Madonna Alta 126,
06128, Perugia, e-mail: salvatore.grimaldi@irpi.cnr.it
(2) Department of Civil and Environmental Engineering, Massachusetts Institute of Technology,
Cambridge, MA 02139, USA, e-mail: vteles@mit.edu
SOMMARIO
1 INTRODUZIONE
Uno dei principali obiettivi della ricerca in geomorfologia negli ultimi venti anni è
stato quello di simulare superfici topografiche. Numerosi sono stati i modelli sviluppati
per interpretare i principali processi fisici alla base della evoluzione morfologica del ter-
reno (Tucker & Bras, 1998; Howard, 1994; Rodriguez-Iturbe & Rinaldo, 1997). La ri-
produzione della superficie di un bacino idrografico e della sua evoluzione avviene sce-
gliendo un modello di erosione ed integrando la relativa equazione differenziale su di
una griglia numerica rappresentante una superficie iniziale. Utilizzando molteplici pa-
rametri fisici, differenti schematizzazioni dei processi agenti, diverse condizioni iniziali,
tale approccio consente di creare scenari topografici con specifiche caratteristiche geo-
morfologiche.
Recentemente è stato sviluppato uno strumento considerabile come una evoluzione
di tali metodologie (Niemann et al., 2001 in stampa e Grimaldi et al. 2003 in review).
Esso non solo simula superfici topografiche ma permette di creare superfici realistiche
perchè create utilizzando l’informazione dei dati di elevazione disponibili. Tale stru-
mento, definito accoppiando un metodo tradizionale di interpolazione analitica con un
modello di erosione semplificato, è un interpolatore fisicamente basato utile per creare o
per incrementare la risoluzione dei Digital Elevation Models.
2 S. Grimaldi, V. Teles & R.L .Bras
z: elevazione
t: tempo
U: intensità del sovralzo tettonico,
?? mSn: termine di erosione fluviale
S : pendenza nella direzione di deflusso
A: area drenante,
m e n: coefficienti di scala della relazione pendenze-aree
?: erodibilità superficiale, che è legata alla litologia, clima e geometria dei canali (Ho-
ward et al., 1994; Whipple & Tucker, 1999),
D? 2z: termine di diffusività lineare che rappresenta una semplificazione dei processi di
versante, con D coefficiente di diffusività (Fernandes & Dietrich, 1997).
Questo modello di erosione sotto la condizione di equilibrio dinamico è anche utilizzato
nel metodo di interpolazione fisicamente basato, citato nell’introduzione. Tale condi-
zione è verificata quando l’erosione fluviale e diffusiva eguagliano l’intensità di sovral-
zo tettonico:
? ? D
0 ? 1? A S ? ? 2z (2)
U U
Si è scelto di considerare nelle analisi di tale articolo il modello in condizione di e-
quilibrio sia perchè sarà interessante in futuro verificare gli effetti della procedura pro-
posta sul modello di interpolazione sia perchè alcuni aspetti sono facilmente evidenzia-
bili con il modello espresso in condizioni di stazionarietà.
Integrando la relazione (2) su di una griglia iniziale qualsiasi mantenendo costanti i va-
lori dei parametri utilizzati (?, U, D e ?), si ottiene una superficie caratterizzata da un
grafico pendenze-aree con varianza nulla nella zona in cui l’erosione fluviale è conside-
rata dominante. Ciò si può semplicemente dimostrare se pensiamo che in tale zona la
diffusività è trascurabile e quindi la formula (2) diviene:
? ?
0 ? 1? A S (3)
U
Da cui per un assegnato valore di area drenante A è possibile avere solo un valore di
pendenza. Tale relazione quindi riesce a fornire una superficie corretta riguardo il com-
portamento medio della relazione pendenze-aree ma ovviamente non realistica.
Per superare tale limite viene quindi introdotta una semplice procedura. La procedu-
ra proposta consiste nell’usare valori variabili del parametro ?.
Evidenziando ? dalla formula (3) e assumendo che esso sia una variabile casuale è
possibile scrivere la relazione della varianza di tale variabile:
Var?ln?S ??
Var?? ? ? (4)
?ln?A??2
dalla (4) emerge chiaramente che utilizzando il parametro ? non costante si ottiene la
varianza diversa da zero per la variabile pendenza.
La procedura proposta consiste nell’usare una griglia con valori variabili di ? come
input della procedura di integrazione della (2). Per generare tali valori per ogni nodo
della griglia ovviamente sono necessari media e varianza. Come media si usa lo stesso
4 S. Grimaldi, V. Teles & R.L .Bras
valore usato nella procedura tradizionale. Riguardo la varianza viene adottato un parti-
colare approccio. Infatti tali procedura non solo è pensata per fornire superfici più reali-
stiche ma anche allo stesso per imporre nella stessa superficie l’autosimilarità del se-
condo ordine.
Riassumendo la teoria descritta in Tarboton et al. (1998a e b) e Veneziano & Nie-
mann (2000) la ben nota relazione pendenze-aree è una espressione di una più generale
proprietà autosimilare tra pendenze e aree drenanti nella superficie topografica. Tale au-
tosimilarità non è limitata al primo momento ma dovrebbe essere valida per tutti i mo-
menti.
La relazione per i primi due momenti è:
E?S ?? A? ? (5)
Var ?S ? ? A ? 2? (6)
Per considerare tale proprietà nelle superfici per quantificare la varianza da utilizza-
re nella generazione dei valori di ?, la formula (6) è stata inserita nella (4). Assumendo
che S?N(? ? 2) segue la distribuzione Gaussiana è possible scrivere:
? Var ?S ? ?
Var?ln?S ??? ln ??1 ? ?
2 ?
(7)
? ?E?S ?? ?
Ponendo in evidenza i coefficienti di proporzionalità delle relazioni (5) e (6) ed in-
serendoli nella (7), è possibile scrivere dalla (4):
? k ?
ln?? 1 ? 12 ??
Var?? ? ? ?
k ? (8)
?ln?A ??2
Usando tale formula per generare i valori di ?, è possibile preservare nelle superfici
generate il secondo ordine di autosimilarità. Ovviamente per applicare la (8) occorre
conoscere i valori di area drenante. Quindi la procedura finale può essere sintetizzata in
tre passi:
a) Integrazione del modello di erosione (2) su una griglia iniziale considerando
tutti i parametri costanti.
b) Dalla superficie risultante, leggendo i valori di aree drenanti, definizione, tra-
mite la (8), della varianza di ? per ogni nodo della griglia d’integrazione. Ge-
nerazione della griglie di input della variabile ?.
c) Nuova integrazione del modello usando tale input variabile.
3 UN CASO DI STUDIO
Per comprendere gli effetti della procedura descritta nel precedente paragrafo è ne-
cessario applicarla ad alcuni casi di studio. Uno primo caso di studio di tipo teorico è
descritto in Grimaldi et al. (2002 in stampa). Una superficie sintetica viene generata con
la formula (3) e su di essa la procedura viene applicata. La finalità di tale caso di studio
Una procedura per considerare i primi due momenti…. 5
a) b)
c) d)
Figura 1. a)DEM osservato. b) DEM interpolato con il metodo spline. c) DEM interpolato con il
metodo fisicamente-basato (F-B) con ? costante. d) DEM interpolato con il metodo F-B con ?
variabile. I punti neri rappresentata i dati di input nei metodi di interpolazione.
6 S. Grimaldi, V. Teles & R.L .Bras
10-1.000 10-1.000
8
8 6
6
4
Slope
4 3
3
2
2
10-2.000 10-2.000
8
8 6
6
4
4
3 a) 3
2
b)
2
10-3.000
10-3.000 4 5 67 2 3 4 5 67 2 3 4 5 67 2 3 4
4 5 67
104 2 3 4 5 67
105 2 3 4 5 67
106 2 3 4 56 104 105 106
Area
100.000 100.000
8
8 6
6
4 4
3 3
2 2
10 -1.000 10-1.000
8
8
6 6
Slope
4 4
3 3
2 2
10 -2.000 10-2.000
8
8
6 6
4 4
3
2
c) 3
2
d)
10 -3.000 10-3.000
4 5 67 2 3 4 5 67
4 5 67 10 4 2 3 4 5 67 10 5 2 3 4 5 67 106 2 3 456 104 105 2 3 4 5 67
106 2 3 4 56
Area Area
Figura 2. Grafici pendenze-aree: a) della superficie osservata b) della superficie ottenuta con il
metodo spline, c) con il metodo F-B con ? costante, d) con il metodo F-B con ? variabile.
Per una migliore interpretazione degli effetti della procedura proposta, in Tabella 1
Una procedura per considerare i primi due momenti…. 7
vengono riassunti i principali parametri statistici caratterizzanti una superficie dal punto
di vista geomorfologico. Sono stati stimati media, varianze e indice di errore (tra super-
ficie interpolata e quella considerata vera) delle griglie rappresentanti l’elevazione, le
pendenze e le curvature. Gli effetti principali, emersi anche in altri casi di studio, che si
possono ritenere generali sono un incremento della media delle pendenze e un deciso
aumento della varianza delle curvature. Effetto negativo è l’aumento dell’indice RMSE
che testimonia una minore precisione. Ma tale effetto era atteso visto che si è imposto
una caratteristica generale delle superfici e non vincolabile al dato puntuale, specifica
del DEM analizzato. Tale comportamento è analogo a quello evidenziatosi
nell’interpolatore fisicamente basato. L’introduzione aggiuntiva di un informazione di
tipo geomofologico medio produce (vedi sempre Tabella 1) una superficie più realistica
a discapito dell’accuratezza puntuale.
4 CONCLUSIONI
In questo lavoro è stata descritta una procedura per considerare nella simulazione di
superfici topografiche il momento del secondo ordine della relazione pendenze-aree. Le
superfici risultanti manifestano un comportamento autosimilare anche per le varianze
delle pendenze. L’approccio utilizzato consiste nel considerare in input non un esponen-
te pendenze-aree costante ma variabile. Gli effetti della procedura sono stati verificati su
di una porzione di bacino del fiume Chiascio. Le superfici ottenute appaiono più reali-
stiche sia perchè mostrano una maggiore variabilità superficiale sia perchè le relazioni
pendenze-aree presentano una dispersione simile a quella della superficie osservata. Sta-
tisticamente si è osservato che gli effetti della procedura comportano un moderato au-
mento della media delle pendenze e un deciso aumento della varianza delle curvature.
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