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Atti 2, 42 - 47
atti 2, 42-47
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alla missione, quindi all’annuncio del Cristo risorto, dal quale scaturisce la
nuova comunità (2,37-41). Ecco perchè la comunità riunita persevera
Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione nell’ascolto degli apostoli: la loro testimonianza, la loro parola è ciò che
fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. 43Un senso di timore costituisce il legame autentico con il vero fondamento della loro
era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44Tutti esperienza comunitaria, Gesù Cristo.
coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa L’espressione «insegnamento degli apostoli» (v. 42) come tale è unica
in comune; 45chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte
negli Atti, sebbene l’autore utilizzi il termine didaché anche per la
a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46Ogni giorno tutti insieme
predicazione missionaria (At 5,27; 13,12). Non si limita dunque
frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti
con letizia e semplicità di cuore, 47lodando Dio e godendo la simpatia di all’insegnamento di Gesù che gli apostoli sono chiamati a trasmettere, o
tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità alla catechesi della comunità, ma include l’insieme della predicazione
quelli che erano salvati. apostolica diventata normativa per l’intera Chiesa (cf. At 4,33).
Collegata alla didaché, troviamo la koinōnia, «comunione», un vocabolo
fase di approfondimento che non ricorre altrove nell’opera lucana, ma che è presente nelle lettere
COMMENTO paoline con diversi significati: il vocabolo può infatti designare sia l’unione
Non è raro trovare chi, leggendo gli Atti degli Apostoli, se ne esca con spirituale fra i credenti sia la pratica dell’elemosina o della comunione dei
commenti un po' delusi: se la Chiesa era così, se la Chiesa deve essere beni. Qui il collegamento con l’insegnamento apostolico potrebbe indicare
così, allora che ne è della mia parrocchia? O della mia comunità? Ecco l’unità di fede con tale insegnamento. La Vulgata (latina) collega il termine
perchè è importante chiarire il senso dei sommari del libro degli Atti (il con la frazione del pane e pensa quindi alla comunione creata
secondo si trova in 4,32-35), in cui il flusso della narrazione si arresta per dall’Eucaristia; alcuni esegeti interpretano il passo alla base di 4,32, in cui
lasciare spazio alla descrizione. Per Luca, la vita della prima comunità non si insiste primariamente su una comunione spirituale, ma per altri la chiave
è importante soltanto per gli eventi storici di cui è protagonista, ma anche di lettura starebbe in 2,44-45 che mettono in risalto la comunione dei beni
per come al suo interno sa strutturare relazioni che ne forniscono la materiali. Decidere tra le varie interpretazioni non è facile, ma forse non è
carta d’identità. neppure necessario: il contesto include l’unione fraterna, l’essere un cuor
Il sommario del c. 2 riprende i temi dello stare insieme e della concordia solo e un’anima sola dei credenti, ma anche la manifestazione concreta
caratterizzanti il nucleo iniziale della comunità (At 1,14: 2,1) e il tema del di tale condizione spirituale, cioè la comunione dei beni fra i membri.
raduno dei salvati apparso nel discorso di Pietro (At 2,21.40-41). Il La «frazione del pane» - un rito abitualmente compiuto nel giudaismo dal
sommario non è la fotografia della vita reale della Chiesa di Gerusalemme, padre di famiglia con la benedizione che dà inizio al pasto - è l’espressione
ma non è neppure una pura fantasia dell’autore. «Luca più che narrare che in Luca designa la celebrazione eucaristica; essa è parallela all’altra
storia sembra utilizzare un materiale storico per descrivere un’immagine, esperienza fondante che il v. 46 ambienta nel tempio, la «preghiera». La
perchè il quadro dipinto possa essere contemplato e fungere da specchio, preghiera nel tempio indica la continuità che la comunità primitiva vede tra
su cui devono riflettersi le comunità che leggono la sua opera» (G. Betori). sé e il cammino di Israele, mentre la frazione del pane nelle case diventa
Il testo presenta una struttura lineare: il v. 42 enuncia le esperienze elemento tipico della vita cristiana, con la quale essa testimonia di essere
fondanti, riprese e sviluppate nei vv. 43-47a; il v. 47b è una nota di la comunità del tempo «ultimo», in cui Dio è presente (da qui la
cronaca. «letizia») e le cui relazioni sono del tutto nuove (la «semplicità di
At 2 inizia con il dono dello Spirito a Pentecoste che è riversato sulla cuore»).
comunità «riunita», un «prodigio» che sta all’origine dei prodigi compiuti Il resoconto degli Atti ci mostra un’immagine ideale della prima
dagli apostoli (2,43) e che provocano negli spettatori un senso di timore. La comunità: certamente l’entusiasmo degli inizi ha contribuito anche a
discesa dello Spirito non è intesa da Luca come inizio della Chiesa,
quanto piuttosto come l’impulso proveniente dall’alto per dare inizio
2
Si potrebbe usare anche una o l’altra delle relazioni al Convegno di Verona: per esempio
quella di Paola Bignardi (www.convegnodiverona.it)
Foglio per l’animatore/ At 2, 42-47
Accoglienza
20.30 Saluti; breve introduzione della tematica Che cos’è la Chiesa,
dell’anno cosa vuol dire vivere nella chiesa
Preghiera per il mondo,
cos’è l’esistenza cristiana
Fase “proiettiva”
Negli anni Settanta si cantava questo canto:
“nella chiesa del Signore, tutti gli uomini verranno, se bussando alla sua porta solo
amore troveranno”
a quali condizioni, secondo voi, la Chiesa può essere un luogo che attrae gli
uomini e le donne del nostro tempo? Come dovrebbe essere la nostra parrocchia
per essere una comunità “affascinante”?
(si discute a piccoli gruppetti e poi l’animatore raccoglie su un cartellone il profilo di
una chiesa possibile)
Si procede poi alla lettura del brano di Atti
Fase di approfondimento
Lettura del testo
21.10 Guidare il gruppo di ascolto nel cogliere i tratti salienti del racconto, evidenziando le quattro
“perseveranze” che costituiscono la Chiesa: quattro processi che mantengono “in forma” la
chiesa
Sottolineare che la proposta contenuta in Atti non è semplicemente una
fotografia ma nemmeno una invenzione, piuttosto un modello a cui si
ispirava la comunità stessa
(eventualmente) Lettura individuale del commento e condivisione
sugli aspetti ritenuti più importanti
Fase di riappropriazione
21.30 Qual è l’utilità di avere a disposizione un modello? Come ci
sentiamo davanti ad un modello?
Quali passi possibili potremmo suggerire per la nostra comunità?
Oppure
Formuliamo una preghiera per la Chiesa
21.50 Preghiera conclusiva
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IL PARADIGMA Il problema che si pone è quello dell’idea di Chiesa.
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