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Funzione Pubblica

COMUNICATO STAMPA
Si spara sulla CROCE ROSSA ITALIANA:
Nelle Marche, le scelte della Sanità, rischiano di peggiorare il servizio ai cittadini.Doveroso
intervenire a tutela del trasporto pubblico e precari.

La Sanità marchigiana è caratterizzata da molti punti di forza positivi ma molti sono i rischi che recenti
scelte della Regione Marche possono, arrecare alla sanità marchigiana, ma soprattutto ai nostri cittadini.
Ci riferiamo alla normativa in merito ai trasporti che è al centro dell’attenzione dopo la modifica apportata alla
legge regionale n. 36/98 nell’ambito della Legge Finanziaria regionale ove si modificò l’indirizzo politico che
dava priorità al sistema del Volontariato e della CRI nell’attuazione di tali servizi. Di fatto, con questa
modifica della Legge, si disconosce alla CRI l’appartenenza alla Pubblica Amministrazione. Possiamo
comprendere le ragioni dei privati che hanno ricorso a livello europeo, ma non che la Regione Marche non
sappia che la Croce Rossa sia un Ente Pubblico. E’ doveroso non perdere la sinergia e la solidarietà sociale
che si è realizzata in questi anni tra sanità, mondo del Volontariato e CRI per non disperdere tutto quello che
si è costruito per dare ai cittadini un servizio di qualità.
Nel rispetto delle leggi e delle norme sia nazionali che europee, vanno salvaguardati il ruolo del volontariato
e della CRI ampliando a tutta la regione la loro possibilità di azione a favore della popolazione.
La CRI è una Pubblica amministrazione che al contempo, fonda la sua presenza anche sul volontariato.
Questa peculiarità ha consentito, sino ad ora, la possibilità di strutturare sul territorio regionale una presenza
consolidata che ha visto la correlazione del mondo del volontariato con quello dei dipendenti (circa 70 a
tempo determinato con esperienza decennale e circa 30 lavoratori con contratto di somministrazione). Una
organizzazione strutturata di molti servizi, soprattutto nell’ambito dell’emergenza che dei trasporti sanitari. Le
leggi dello Stato, prevedevano per il personale a tempo determinato il diritto ad avere una stabilizzazione
proprio perché assunto con le regole della Pubblica amministrazione (concorsi) e meno costoso del
personale con contratti atipici. È per questo che come Organizzazione Sindacale ci sentiamo in dovere di
richiamare la Regione Marche, e la sua Assemblea Legislativa, a prestare la massima attenzione affinché la
norma che si andrà ad approvare contenga le condizioni per perseguire quei diritti che i lavoratori hanno
acquisito per legge. Obiettivo questo che può essere raggiunto anche attraverso convenzioni di lunga durata
con la CRI per la gestione di determinati servizi. Tutto questo senza assolutamente ledere ne il diritto del
resto del mondo del volontariato rientrante nell’alveo delle ONLUS ne tantomeno il privato.
Infine, ma non per ultimo, riteniamo che la “politica” debba prestare una particolare attenzione alla
situazione riguardante il pesarese: infatti, sembrerebbe che solo in quella provincia la Regione, da più di 15
anni, quei servizi che nel resto delle province marchigiane sono svolti dal sistema del volontariato e della
CRI, a Pesaro siano esclusivamente affidati al privato con costi che sono di molto superiori a quelli della
Pubblica Amministrazione, nonostante le conosciute vantaggiose proposte Cri.

La Regione Marche deve attivarsi per uniformare i comportamenti tra le varie province. E’ altresì doveroso
prendere in considerazione la possibilità di avvalersi, nel pieno rispetto di tutte le normative italiane ed
europee, dell’opera della CRI con rapporti convenzionali specifici che siano basati su un fondamentale
principio economico che è quello del ristoro dei costi effettivamente sostenuti che, sulla base dei dati
emergenti nel resto della regione e delle proposte già avanzate, sono di molto inferiori agli importi messi a
gara. La Proposta di Legge al vaglio dell’Assemblea legislativa della Regione Marche già di fatto non
chiariva la natura giuridica della CRI. A farci sospettare che vi sia il tentativo di indebolire la gestione
Pubblica del trasporto sanitario con il conseguente aumento della spesa, è stato il colpo di coda dell’ultima
ora con il quale l’assemblea legislativa solo cambiando una vocale alla Proposta di legge 76/11
precisamente all’art.1, comma 4, lettera a) paragonerebbe la CRI ad un privato. Una scelta, che aumenterà
la spesa della sanità marchigiana sulla pelle degli ammalati, dei precari e del contribuente.

Ancona, 19 marzo 2011

Via dell’Industria, 18 – 60127 Ancona


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