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SCIENZE DELLA TERRA

PROCESSO METAMORFICO
Con il termine metamorfismo si indica la trasformazione di un tipo di roccia in un altro. Le
rocce metamorfiche sono derivate da presistenti rocce ignee, sedimentaria e, a volte,
metamorfiche. Ogni roccia metamorfica però è associata a una roccia originaria da cui
deriva. Il processo metamorfico porta cambiamenti della composizione mineralogica e della
tessitura delle rocce e, raramente, anche nella loro composizione chimica.
Si verifica quando intervengono variazioni significative di temperatura e di pressione oppure
in seguito all’introduzione di fluidi chimicamente attivi.
Il processo metamorfico si verifica perlopiù dove la temperatura e la pressione sono molto
elevate, cioè la profondità che vanno da pochi chilometri sotto la superficie terrestre fino al
mantello superiore.

IL GRADO DI METAMORFISMO
A seconda dell’intensità dei fattori che agiscono, il metamorfismo può quindi determinare
pochi cambiamenti(basso grado) oppure cambiamenti sostanziali (alto grado). Nel
metamorfismo di basso grado, per esempio, l’argillite si trasforma in una più compatta roccia
metamorfica chiamata argilloscisto. In condizioni più estreme il metamorfismo produce
trasformazioni tali da cancellare caratteristiche come la stratificazione e la presenza di
fossili, rendendo impossibile il riconoscimento delle rocce di partenza. Un caso particolare di
cambiamenti sostanziali è presentato nelle migmamiti. In queste rocce le condizioni di
temperatura e pressione molto elevate hanno determinato unicamente la fusione dei
comportamenti più ricchi di silice.

I FATTORI DEL METAMORFISMO


I fattori che determinano il metamorfismo sono:
1. IL CALORE: Il più importante tra i fattori perché fornisce l’energia che alimenta le
reazioni chimiche da cui dipendono la ricristallizzazione dei minerali preesistenti e/o
la formazione di nuovi minerali. Con la ricristallizzazione, le particelle molto fini
tendono a unirsi formando granuli più grandi, con uguale composizione mineralogica.
Il calore può anche provocare la riorganizzazione degli ioni in nuove strutture
cristalline, non alterando la composizione chimica complessiva della roccia che
rimane simile a quella del materiale originario.
2. LA PRESSIONE DI CARICO E GLI SFORZI DIFFERENZIALI: con l’aumentare della
pressione in base alla profondità e con l’aumentare della colonna di roccia
sovrastante, le rocce in profondità sono soggette a una pressione di carico, che è
analoga alla pressione idrostatica, in cui le forze agiscono uniformemente in tutte le
direzioni. La pressione di carico tende chiudere gli spazi tra i cristalli dei minerali
generando una roccia compatta e con densità maggiore. A grande profondità
inoltre la pressione di carico può determinare la ricristallizzazione e la formazione di
nuovi minerali con una struttura più compatta. Questo tipo di pressione non genera
pieghe e deformazione delle rocce. Le pressioni che avvengono in una parte specifica
e non dappertutto vengono definiti sforzi differenziali.
3. L’AZIONE DEI FLUIDI CHIMICAMENTE ATTIVI: L’acqua è molto abbondante nei
pori della maggior parte delle rocce sedimentarie e nelle fratture delle rocce ignee.
Molti minerali inoltre, come le argille, vengono definite idrati, cioè contengono acqua
nelle loro strutture cristalline. Temperature elevate possono causare la disidratazione
di questi minerali: l’acqua, una volta espulsa, si muove lungo la superficie dei singoli
cristalli e può facilitare il trasporto di ioni, favorendo la ricristallizzazione dei minerali
della roccia.
LE COMUNI ROCCE METAMORFICHE
Le più comuni rocce metamorfiche sono:
1. gli ARGILLOSCISTI: rocce a grana molto fine, vogliate, di aspetto opaco, composte
da minuscole lamelle di mica. Gli argilloscisti spesso si generano in seguito a
metamorfismo di basso grado di rocce sedimentarie come argilliti e siltiti. Gli scisti
neri sono ricchi di sostanza organica, gli argilloscisti rossi devono il loro colore alla
presenza di ossidi di ferro, quelli verdi di solito contengono una mica verdastra
chiamata clorite. Una tipica varietà di argilloscisto è l’ardesia, facilmente separabile in
lastre sottili e comunemente utilizzata in edilizia per le pavimentazioni e le coperture
2. Le FILLADI: sono prodotte da metamorfismo di grado intermedio tra quello che porta
agli argilla scisti e quello da cui derivano i micascisti. I minerali lamellari che formano
le filiali, solitamente muscovite e Clorite , sono più grandi di quelli presenti negli
argilla scisti, ma non abbastanza da essere il riconoscibili a occhio nudo.
3. Gli SCISTI: sono rocce metamorfiche a grana da media a grossa in cui predominano
nettamente i minerali lamellari. Questi costituenti, solitamente del gruppo delle
miche, presentano una disposizione planare da cui dipende la tessitura della roccia.
Il termine scisto si riferisce a una particolare struttura delle rocce metamorfiche, ed è
usato per indicare rocce di composizione chimica anche molto diversa. Gli scisti
costituiti principalmente da moscovita e biotite sono chiamati micascisti, che In
base al grado metamorfico e alla composizione della roccia originaria, possono
contenere vari tipi di minerali accessori, alcuni dei quali sono esclusivi delle rocce
metamorfiche.
4. gli GNEISS: Con il termine gneiss si indicano rocce metamorfiche zonate a grana
medio grosso in cui predominano minerali di forma arrotondata o allungata. I più
comuni minerali degli gneiss sono quarzo, feldspato potassico e plagioclasi ricchi di
sodio. La maggior parte degli gneiss inoltre contiene quantità minori di biotite,
moscovite e anfibolo che sviluppano un’orientazione preferenziale.
5. il MARMO: Il marmo è una roccia metamorfica con struttura massiccia che deriva da
un calcare o da una dolomia. Il marmo puro è bianco e composto essenzialmente da
calcite. Grazie alla sua scarsa durezza è stato molto usato per scolpire statue emonumenti.
Eventuali altre colorazioni per esempio rosa grigio verde o anche nero
sono dovute a impurità
6. la QUARZITE: La quarzite è una roccia metamorfica molto dura che deriva da
un’arenaria ricca di quarzo. La quarzite pura è bianca ma la presenza di ossidi di
ferro può generare macchie rossastre o rosate mentre cristalli di minerali scuri
possono conferire alla roccia un colore grigio.

AMBIENTI METAMORFICI
Il metamorfismo può verificarsi in diversi ambienti. Per questo possiamo distinguere tre
principali tipi di metamorfismo.
1. Il metamorfismo di contatto o termico si verifica quando una massa di roccia fusa
risale attraverso la crosta: le rocce che si trovano in prossimità di essa vengono
accolte e modificano le loro caratteristiche originali le alterazioni della roccia
interessa un’area indicata come aureola metamorfica o di contatto.
2. La maggior parte delle rocce metamorfiche si forma in seguito a metamorfismo
regionale che coinvolge regioni molto molto ampia ed è associata la formazione di
catene montuose. Nel corso di questi eventi sollevamento, porzioni di crosta terrestre
risultano deformate.
3. Il metamorfismo cataclastico, o di faglia. In prossimità della superficie terrestre le
rocce si comportano come solidi fragili: di conseguenza i movimenti che si verificano
lungo le fratture della crosta possono causare la frantumazione e la polverizzazione
delle rocce. Il prodotto di questo processo è una roccia non cementata indicato come
breccia di faglia.

L’ATTIVITA’ IGNEA
Alcuni vulcani eruttano in modo tranquillo lave molto fluide, altri sono caratterizzati da
eruzioni violente con fuoriuscita di frammenti solidi di varie dimensioni. Sei fattori principali
che influiscono sulle modalità di eruzione visto la composizione del magma, la sua
temperatura e la quantità di componenti volatili che contiene: da questi elementi dipende
infatti la viscosità del magma.
I FATTORI CHE INFLUENZANO LA VISCOSITÀ DEL MAGMA
La viscosità del magma è direttamente correlata al suo contenuto in silice. Infatti, in un
Magma molto ricco di silice lo scorrimento è ostacolato perché le strutture dei silicati si
uniscono l’una all’altra, formando lunghe catene, prima ancora che abbia inizio la
cristallizzazione. Anche la quantità di componenti volatili, costituiti da vari gas e acqua,
influenza la mobilità del magma. A parità di altri fattori, la presenza di acqua fa diminuire la
viscosità del magma perché ostacola la formazione di catene di silicati, rompendo i legami
silicio ossigeno. È per questo motivo che in prossimità della superficie, dove i componenti
volatili tendono a sfuggire, la viscosità del magma aumenta.
MECCANISMO DELLE ERUZIONI
La maggior parte dei magmi si generano per fusione parziale nella parte superiore del
mantello. Data la sua che la sua densità è minore di quella delle rocce circostanti, il
materiale fuso risale verso la superficie. Poiché, a profondità via via minori, anche la densità
delle rocce della roccia della crosta decresce, è possibile che il magma arresti la sua risalita
perché le rocce sovrastanti sono meno dense. In questo caso il fuso si raccoglie in un serbatoio
magmatico profondo, Dove può permanere per lungo tempo infine solidificare,
oppure una parte di esso può risalire ulteriormente formando una camera magmatica
prossima la superficie. Solo una piccola parte dei marmi che si generano in profondità
giunge in superficie.

MECCANISMO ERUZIONI VULCANICHE


Uno dei meccanismi più semplici che possono provocare un’eruzione vulcanica è la risalita
di nuovo magma nella camera magmatica prossima la superficie. Con un aumento della
pressione nella camera, con conseguente formazione di fratture nella roccia sovrastante. Il
fuso risale rapidamente lungo le fratture e da origine a tranquilla eruzioni di lava fluida che
possono durare da settimane, mesi o anche anni.

IL RUOLO COMPONENTI VOLATILI


Contengono una piccola percentuale di acqua e altri componenti volatili, mantenuti in
soluzione dall’enorme pressione esercitata dalla roccia sovrastante. Ma mano che il magma
si trasforma e si verifica la separazione gravitativa. Dei componenti più ricchi di ferro, il
magma nella parte superiore del serbatoio magmatico si arricchisce di silice componenti
volatili. Se questo magma più leggero inizia risalire, oppure se le rocce circostanti cedono, la
pressione diminuisce i gas disciolti iniziano a espandersi a formare bolle, proprio come il
diossido di carbonio disciolto in una bibita gassata si separa rapidamente sottoforma di
bollicine quando si apre la bottiglia. A temperature prossime ai 1000 °C e alla basse
pressioni che si hanno vicino alla superficie terrestre, questi gas possono espandersi
rapidamente fino a occupare un volume centinaia di volte maggiore rispetto a quello
originario.
Le bollicine di gas devi salire in superficie di sfuggire dalla bocca vulcanica del relativa
facilità. Con la loro fuoriuscita, i gas spesso scagliano la lava incandescente fino a centinaia
di metri di altezza generando fontane di lava. In questo caso si parla di eruzioni effusiva.
Anche se molto spettacolari, questi fenomeni non sono pericolosi e, in genere, non risultano
associati agli importanti eventi esplosivi che causano distruzione di grandi perdite di vite
umane.
Al contrario, quando un magma ricco di silice è molto viscoso risale attraverso la la litosfera,
i componenti volatili non riescono a fuoriuscire liberamente e determinano l’espansione del
fuso, che provoca un aumento della pressione interna con conseguente fatturazione delle
rocce sovrastanti. La diminuzione della pressione che deriva dalle fratture comporta la
formazione di nuove bolle di gas, e questa reazione a catena può provocare un eruzione
esplosiva. Il magma esplode dando origine a frammenti minutissimi di cenere incandescenti.
Queste ceneri vengono trasportate dei gas ad alta temperatura sottoforma di nuvole,
chiamate colonne eruttive, che, a causa della loro bassa densità, possono svilupparsi verso
l’alto nell’atmosfera anche per chilometri.

I DIVERSI TIPI DI PRODOTTI VULCANICI


I vari tipi di prodotti vulcanici sono:
1. COLATE DI LAVA: A causa della sua elevata temperatura del basso contenuto di
silice, la lava basaltica è di solito molto fluida. Può quindi espandersi in strati di
spessore ridotto su superfici molto ampie, o generali e strutture nastriformi simili a
fiumi. Quando le eruzioni di lave basaltiche si verificano ambienti sottomarini a
profondità elevate la superficie della colata solidifica molto rapidamente formando
strutture arrotondate simili a cuscini. Li chiamiamo lava a cuscini. Le lave riolitichericche di silice,
invece spesso sono talmente viscose che il loro movimento risulta
quasi impercettibile.
2. I GAS: I magmi contengono varie quantità di gas disciolti, che la pressione di carico
mantiene in soluzione nella roccia fusa. Non appena la pressione si riduce, i gas
iniziano ad espandersi.
3. MATERIALI PIROCLASTICI: Quando la lava basaltica viene eruttata, i gas disciolti
si liberano spingendo grumi di lava incandescente fino a grandi altezze. Una parte dei
materiali eruttatati si deposita vicino alla bocca vulcanica e genera, con il tempo, una
struttura di forma conica. I magmi Riolitici, al contrario, sono molto ricchi di gas che,
separandosi, si espandono notevolmente e scaldano frammenti di roccia
polverizzata, lava e schegge di vetro vulcanico lontano dalla bocca del vulcano. In
entrambi i casi le particelle solide prodotte sono indicate con il nome di materiali
piroclastici; le loro dimensioni variano notevolmente da pochi millimetri ad alcuni
metri.

ANATOMIA DI UN VULCANO
Di solito la attività vulcanica inizia con l'origine di un magma in profondità, nella crosta o nel
mantello. Se durante la risalita il magma subisce un arresto, la sua composizione originaria può
cambiare. il magma si accumula generalmente in una camera, detta camera magmatica virgola che
posta a profondità ridotta. Da qui la massa rocciosa fusa risale grazie alla spinta del gas attraverso
un condotto detto camino vulcanico che termina in superficie con un'apertura detta bocca. Il
susseguirsi di eruzioni di lava o di materiali piroclastici dà origine alla struttura detta vulcano. In
cima a molti vulcani si trovano alcune depressioni delle pareti dette crateri e possono essere più di
uno. Dei primi stadi di crescita la maggior parte dei materiali eruttati proviene da una bocca
centrale aperta alla sommità del vulcano. Quando quest'ultimo si trova in fase di maturità, il
materiale può fuoriuscire anche da spazi che si creano lungo i fianchi o alla base dell'edificio. Il
continuare delle missioni da un fianco può generare un piccolo cono avventizio. Per esempio l’etna
presenta più di 200 bocche secondarie alcune delle quali hanno generato Coni avventizi.

I VULACANI A SCUDO
i vulcani a scudo sono il prodotto dell' accumulo di lave basaltiche fluide: si presentano come
grandi strutture dei fianchi pendenti e di forma simile a uno scudo. Nella maggior parte dei casi i
vulcano a scudo si sono sviluppati sui fondi oceanici molto profondi, formando isole o vulcani
sottomarini. Un esempio di vulcano a scudo è il Mauna Loa , il più grande vulcano della terra, ed è
uno dei 5 vulcani a scudo sovrapposti che insieme formano l'isola delle Hawaii. Il Mauna loa è alto
oltre 9000 m ed è un ammasso di rocce basaltiche, eruttate in un intervallo di tempo di quasi un
milione di anni.

GLI STRATOVULCANI
Vulcani più pericolosi sono gli stratovulcani o coni composti. La maggior parte di questi edifici si
trova in una zona che costeggia l'oceano pacifico detta cintura di fuoco. Lo stratovulcano è una
struttura ampia, simmetrica, costituita da lava e depositi piroclastici. A differenza di quanto
avviene nei vulcani a scudo questi magmi ad alto contenuto di silice generano una lava viscosa che
percorre distanze brevi. Gli stratovulcani inoltre possono produrre reazioni esplosive emettendo
grandi quantità di materiale piroclastico. La caratteristica degli stratovulcani è proprio l' alternanza
di episodi effusivi ed esplosivi. Uno dei fenomeni più pericolosi associati a questi tipi di vulcani
sono le colate piroclastiche, formate da gas ad alta temperatura mescolati con polveri e frammenti
di roccia incandescente. La più distruttiva tra queste colate è chiamata nube ardente e scivola a
una velocità di 300 km/h. Alcune colate piroclastiche si generano quando una violenta eruzione
scaglia materiali piroclastici dal fianco di un vulcano in direzione laterale punto più spesso la nube
ardente si genera in seguito al collasso dell’alta colonna di materiale che si forma al di sopra di un
vulcano nel corso di eventi esclusivi.

DIVERSI TIPI DI ERUZIONE


-eruzioni di tipo islandese , caratterizzati da flussi di lava fluide basaltica che viene eruttata da
fratture lineari della crosta formando estesi tavolati detti Plateaux
-eruzioni di tipo hawaiano che sono poco esplosive e formano grandi colate di lava fluida poiché il
magma originario basaltico. Talvolta la fase esplosiva dell’eruzioni Hawaiane è caratterizzata da
fontane di lava che possono raggiungere grandi altezze.
-eruzioni di tipo stromboliano che sono caratterizzate da esplosioni di moderata intensità con
frequenza molto regolare.
-eruzioni di vulcani che sono caratterizzate da una lava viscosa, prodotta da magmi di silicia che
solidifica nel credere formando un tappo che nel momento dell eruzione viene espulso
producendo bombe e scorie.
-eruzioni di tipo pliniano: queste sono le eruzioni più violente e qui il magma viscoso e ricco di
silice si solidifica nel camino vulcanico costruendolo e l' accumulo di gas determina violente
esplosioni. Le colonne eruttive poi raffreddandosi ricadono a terra formando una densa nube
ardente che può raggiungere una velocità di oltre 300 km orarie e una temperatura superiore a
700 °C.
-Eruzioni di tipo subpliniano. un esempio di queste elezioni il Vesuvio che è caratterizzato da
un'alternanza di eruzioni di tipo pliniano e sub pliniano.
-eruzioni freatomagmatiche e avvengono nel momento in cui la lava entra a contatto con l'acqua
delle falde acquifere sotterranee ho dei mari e laghi punto si tratta di un tipo di eruzione molto
frequente.

LE CALDERE
le caldere sono grandi depressioni il cui diametro è superiore a 1 km e può arrivare anche a molti
chilometri. Nel caso dei grandi vulcani, specialmente gli stratovulcani, una caldera può formarsi
per collasso della parte sommitale in seguito a un'eruzione esplosiva. le caldere sulla sommità dei
vulcani a scudo sono invece dovute allo svuotamento totale della camera magmatica centrale che
ne determina il crollo del tetto.
CONI DI SCORIE
I Coni di scorie o Coni di cenere si formano per accumulo di materiale piroclastico non consolidato
nelle immediate vicinanze della bocca eruttiva. Le dimensioni dei frammenti possono variare ma
sono più o meno simili a quelle dei lapilli. I Coni di scorie costituiscono il prodotto di un singolo
episodio eruttivo che spesso dura soltanto poche settimane o raramente si protrae qualche anno. I
conigli scorie sono molto comuni in tutto il mondo. Alcuni sono radunati in campi vulcanici , altri si
trovano come Coni avventizi associati a vulcani più grandi come i fianchi dell'etna.

ERUZIONI LINEARI E PLATEAUX BASALITICI


Città maggiori di prodotti vulcanici vengono emesse attraverso fratture. La lava che fuoriesce da
queste fratture e solitamente di origine basaltica a bassa viscosità ed è detta Plateaux.

DUOMI DI LAVA
Lava si formano in seguito alla lava che fuoriesce dalla bocca del vulcano.

CAMINI VULCANICI E NECK


Con il passare del tempo l'erosione asporta materiali più teneri che costituiscono l'edificio
vulcanico , scoprendo strutture che si elevano al di sopra del territorio circostante, detti necK.
alcuni camini vulcanici sono formati da rocce ultramafiche poco frequenti. Qui le rocce che
riempiono il condotto hanno avuto origine a profondità di almeno 150 km dove la pressione è
abbastanza elevata da generare diamanti e minerali di alta pressione.

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