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E=f(D,C,M)
Determinante: caratteristica che dà l’evento (es. virus, eternit)
Confondente: si distribuisce in modo diverso tra esposti e non esposti (es. alcool)
Modificatore d’effetto: rende determinante più cattivo.
Misurazioni epidemiologiche: numero di eventi; rapporto (maschi/femmine); proporzione
(maschi/popolazione); tasso grezzo, specifico, standardizzato.
Tasso grezzo: non dà molte informazioni. Non tiene conto del fattore di confondimento.
Tasso specifico: per eliminare fattore di confondimento.
Tasso standardizzato: trasformarlo per renderlo confrontabile con un altro tasso standardizzato. Rendere
omogenee le condizioni delle popolazioni a confronto.
Misure demografiche: x100 tasso di mortalità (morti in un anno/popolazione), di letalità (morti di
covid/malati di covid), di sopravvivenza (vivi dopo 5 anni/malati), di contagiosità (contagiati/esposti), di
patogenicità (malati/contagiati), di virulenza (gravi/malati). x1000 Tasso di natalità (nati vivi in un
anno/popolazione), di mortalità perinatale (nati morti e morti nella prima settimana/nati), di natimortalità
(nati morti/nati). Tasso di mortalità infantile (morti fino a 1 anno/nati vivi), di mortalità neonatale (morti
fino a 28 giorni/nati vivi), di mortalità postnatale (morti tra 29 giorni e 1 anno/nati vivi).
Nato vivo vs nato morto (muore dopo 28 settimana al parto) vs aborto (muore prima di 28 settimana)
Misure epidemiologiche: misure di frequenza, di associazione, di impatto potenziale.
Misure di frequenza: misure di prevalenza e tassi di incidenza. Quantifica presenza malattia in una
popolazione.
Prevalenza: puntuale (foto istantanea) e periodale (panoramica). P=IxD
Incidenza: in coorte fissa. Nuovi eventi di malattia in popolazione.
Densità di incidenza: in popolazione dinamica. Nuovi eventi di malattia fratto periodi in cui ciascuno è
rimasto nello studio.
Misure di associazione: rischi relativi. RR si può calcolare solo in studi di coorte. Nei casi-controllo si usa OR.
Misure di impatto: rischi attribuibili. Indica quanti casi di malattia sono determinati dal fattore di rischio.
Sono rischio attribuibile individuale, negli esposti, della popolazione.
Rischio attribuibile individuale: RA=I esposti-I non esposti.
Rischio attribuibile negli esposti: RAE=(I esposti-I non esposti)/I esposti. Proporzione di malattia che
potrebbe essere evitata rimuovendo i fattori di rischio.
Rischio attribuibile della popolazione: RAP=(I popolazione-I non esposti)/I popolazione
Criteri di causalità: obbligatori e non obbligatori. Permettono di identificare un fattore di rischio come
causa necessaria.
Obbligatori: presenza di una sequenza temporale, forza o grado dell’associazione (RR alto), consistenza
dell’associazione (deve essere significativa)
Non obbligatori: specificità dell’effetto (se il fattore di rischio dà solo quella malattia), relazione dose-
risposta (più assumo fattore di rischio, più ho probabilità), plausibilità biologica, assenza di fattori di
confondimento noti, reversibilità (se dopo 8 anni non fumo più torno alle condizioni di prima)
STUDIO EPIDEMIOLOGICO: studi sperimentali (espongo io) e osservazionali (guardo quelli già esposti).
Studi sperimentali: sperimentazioni cliniche (clinical trial) su soggetti malati e interventi preventivi (field
trial e community trial) su soggetti sani.
Studi osservazionali: studi descrittivi (raccontano un fenomeno) e analitici (studiano il perché del fenome).
Studi descrittivi o ecologici: chi dove quando. Utilizzano dati già esistenti.
Studi analitici: studi trasversali e longitudinali (prospettici di coorte, retrospettivi di caso-controllo).
Studi trasversali o di prevalenza: osservazione del campione in un preciso momento per verificare presenza
malattia e rischio. Rilevamenti di nuovi dati. Prevalenza puntuale (in un preciso momento) o intervallare (in
un periodo passato).
Studio longitudinale di coorte: studio che si protrae nel tempo. Si seguono persone sane ma esposte e non
esposte al fattore di rischio. Possiamo calcolare il RR.
Studio di coorte storica: come lo studio di coorte, ma è già tutto successo. Tutti i soggetti erano esposti.
Domestic panel: sottotipo di studio di coorte. Si confrontano esposti, non esposti e anche i parenti dei
soggetti.
Studio longitudinale caso-controllo: contrario della coorte. Si guardano sani e malati se nel passato avevano
esposizioni diverse a fattori di rischio. Possiamo calcolare OR. Quando lo studio caso-controllo è fatto
confrontando casi e controlli simili, essi si chiamano appaiati e lo studio si chiama caso-controllo per casi-
controlli appaiati. Altrimenti bisogna aumentare il numero dei controlli per il caso.
Studio caso-controllo nidificato: analisi di caso-controllo estratta da coorte.
Bias: distorsione. Bias da confondimento, da selezione, da informazione.
Bias da confondimento: distorsioni associate al determinante (es. divido vecchi da giovani). Vale per tutti gli
studi.
Bias da selezione: campione non rappresentativo (coorte) (ho sbagliato esposti e non esposti),
caratteristiche dei controlli (casi-controllo) (ho sbagliato a fare controlli quindi esposizioni sono sbagliate).
Bias da informazione: sulla malattia (coorte) (malattie vengono misurate diversamente a distanza di
tempo), sull’esposizione (casi-controllo) (mi ricordo male e quindi classifico male)
Strategie per controllare fattori distorsivi: preventive e reattive.
Preventive: prima dello studio. Deve definire criteri di arruolamento (coorte), criteri di appaiamento (casi-
controllo) (si rendono simili i controlli rispetto ai casi).
Reattive: durante lo studio. Stratificazione (creo gruppi e confronto gruppi), appaiamento (devo usare test
statistici per dati appaiati).
Etiologia disaccordo: esaminatore, esaminato, esame.
Esaminatore: variazione biologica dei sensi, tendenza a riportare deduzioni e non evidenza, limitazioni
dovute agli schemi di classificazione diagnostica, limitazioni dovute a precedenti previsioni, ignoranza.
Esaminato: variazioni biologiche nel sistema che viene esaminato, effetti della malattia e dei medicinali,
memoria o ripensamento.
Esame: condizioni ambientali negative per l’esame, interazione tra esaminante ed esaminato, uso o
funzionamento inesatto degli strumenti diagnostici.
Test diagnostico: fare diagnosi, giudicare gravità malattia, prevedere prognosi
Utilità: es. radiografia torace.
Affidabilità: gold standard. Precisione deve identificare tutta la gamma di malattia.
Normale: la curva è gaussiana o no.
Rischio: sovrappeso o no.
Validità: assoluta (soggetti classificati correttamente dal test) e relativa (proporzione di soggetti classificati
correttamente dal test).
Sensibilità: capacità di trovare i malati tra i malati.
Specificità: capacità di trovare i sani tra i sani.
Per aumentare sensibilità o specificità: test in serie (aumenta specificità) o parallelo (aumenta sensibilità).
Nel caso di malattie contagiose e mortali meglio in parallelo; quando non c’è una cura meglio il parallelo.
Soglia critica: per questa soglia (soglia che definisce malato e sano) specificità e sensibilità non cambiano.
Sens x Spec /100? Spiegato da curva ROC.
Curva ROC: x 1-specificità, y sensibilità. A 1,5 c’è miglior compromesso.
Prognosi: se si è a conoscenza di rischio, sopravvivenza, valore predittivo del test diagnostico
Sopravvivenza: probabilità di non sviluppare la malattia, complementare al rischio.
Rischio: incidenza della malattia
Valore predittivo: misura del rischio (valore predittivo positivo) o della sopravvivenza (valore predittivo
negativo)
Screening: sui sani (su malati vengono fatti testi diagnostici e prognostici). Identificare condizioni che
potrebbero dare malattie. Presentano bias.
Lead time bias: distorsione dei tempi di consegna che fa percepire la sopravvivenza che aumenta
Lenght time bias: distorsione temporale della durata
Selection bias: come quelli sopra?
Audit post mortem: si rivalutano casi sui morti.
Trattamento: efficacia data da capacità dell’intervento di migliorare prognosi del paziente, validità
scientifica di uno studio di efficacia terapeutica il principio di intention to treat, generalizzazione degli studi
di efficacia terapeutica e la selezione degli esiti clinici.
Randomizzazione: prima del trattamento e durante (solo stratificare però). Cieca, hard, soft.
Blinding: per evitare che pregiudizi infici sui risultati. Singolo, doppio, triplo cieco.
Singolo cieco: necessario per end point soggettivi (dolore, ansia). Paziente non sa cosa prende.
Doppio cieco: necessario per end point oggettivi (hard (dato di laboratorio) e soft(RX)). Paziente e medico
non sa cosa prende.
Triplo cieco: necessario per end point oggettivi. Paziente, medico e ricercatore non sa cosa prende.
Validità: interna (nell’ambiente di trattamento) (efficacy) e esterna (generalizzazione risultati fuori dal
contesto sperimentale) effectiveness.
Compliance: adesione al trattamento
Follow up: (es. Efficacia trattemento a un mese vs un anno). Pazienti persi al follow up.
Intention to treat: nelle analisi si inseriscono comunque pazienti persi al follow up
Generalizzabilità: informazioni sui pazienti potenzialmente eleggibili ma non inclusi nello studio, modalità di
presentazione dei principali end points (esito es. clofibrato vs placebo), informazioni sul tempo di
realizzazione degli interventi.