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L'idea di poter incrementare il traf co passeggeri con un nuovo e più grande idrovolante venne a Claude
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Dornier, allora proprietario dell'azienda Dornier-Metallbauten GmbH che portava il suo nome. Il nuovo
progetto ideato da Dornier si sarebbe basato sull'esperienza acquisita sui Dornier Do J Wal, prodotti in
Svizzera, dalla sussidiaria Dornier-Werke Altenrhein AG, ed in Italia, dalla Costruzioni Meccaniche Newsletter
Aeronautiche Società Anonima (CMASA) di Marina di Pisa, per aggirare le limitazioni imposte alla
Germania dal Trattato di Versailles in seguito alla ne della prima guerra mondiale.
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Il primo esemplare venne portato in volo per la prima volta il 12 luglio 1929, ai comandi del pilota
collaudatore Richard Wagner, comunque solo per un breve tratto. Per il primo vero volo completo
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bisognerà aspettare il successivo 29 luglio dello stesso anno. L'esemplare costruito in Svizzera differiva da
quelli italiani solo per la motorizzazione adottata, i V12 Curtiss V-1570 da 630 hp (470 kW) ciascuno per il SUBMIT
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28/10/2019 Dornier Do X - Un gigante con le ali - AeroStoria
Un HondaJet "Elite" co
allestimento Medevac
Mauro Velardi ott
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A E R O N A U T I C A M I L I TA R E
BOEING BOMBARDIER
EUROFIGHTER F-35
FRANCESCO BARACCA
Il pilota collaudatore uf ciale Richard Wagner fotografato davanti all'hangar in cui si vede il Do X 1.
G A B R I E L E D 'A N N U N Z I O
GULFSTREAM I TA L I A
I TA L O B A L B O LEONARDO
Gli esemplari italiani, il Do X 2 e Do X 3, vennero presi in carico dalla Società Anonima Navigazione Aerea
LOCKHEED MARTIN LUFTW
(SANA) e dedicati rispettivamente agli aviatori Umberto Maddalena, l'esemplare immatricolato I-REDI, ed
Alessandro Guidoni l'I-ABBN. Subito dopo però vennero integrati nella otta della Regia Aeronautica e, MIG NORTHROP GRUMMAN
dopo un tentativo insoddisfacente per trasformarlo in un idrobombardiere, impiegati dal 1931 al 1935 per
R A FA L E REGIA AERONAUTI
voli a scopo dimostrativo e propagandistico. Alcune fonti ritengono possano essere stati utilizzati nel 1935
REGIA MARINA S I KO R S KY
come aerei da trasporto tattico durante la guerra d'Etiopia. La loro vita operativa terminò nei cantieri di La
Spezia, accantonati e subito passati alla demolizione. Benché la produzione di soli tre esemplari e SUKHOI UNIONE SOVIETICA
l'imponenza del Do X non favorisse la preservazione, al momento del ritiro del servizio l'esemplare tedesco USAF
venne esposto al museo di Berlino ma distrutto dai bombardamenti alleati nel 1943. Degli esemplari
italiani, presumibilmente demoliti a ne servizio, ne rimangono solo alcune parti conservate ed esposte
presso il Museo del Politecnico di Torino, nella Sezione dedicata all'ing. Giuseppe Gabrielli.
N EWS TRENDING TO
Il progetto venne nanziato dal Ministero dei Trasporti tedesco e costruiti in un impianto appositamente Su-35 intercettano aer
progettato a Altenrhein, sulla parte svizzera del Lago di Costanza, al ne di eludere il Trattato di Versailles, combattimento israel
AeroStoria set 13, 2
che proibiva alla Germania la costruzione di qualsiasi aeromobile ad elevate prestazioni dopo la Prima
Guerra Mondiale.
La DSCA approva la ve
La cellula era interamente in duralluminio, con le ali di un composto di acciaio rinforzato e duralluminio 35 alla Polonia.
coperti in tessuto di tela pesante a sua volta verniciati con uno strato di vernice protettiva in alluminio. AeroStoria set 12, 2
Inizialmente era alimentato con motori Jupiter radiali da 12 391 kW (524 CV) montati in sei gondole a torre
(VIDEO) Il Boeing TX h
sul dorso lungo la fascia alare. Ma i jupiter erano inclini al surriscaldamento anche se riusciano a far il 100° volo nel program
decollare il gigantesco aeroplano essi non potevano portarlo più in alto di 425m di altitudine, si optò per a St Louis.
AeroStoria set 08,
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28/10/2019 Dornier Do X - Un gigante con le ali - AeroStoria
l'installazione di nuovi motori raffreddati ad acqua a 12 cilindri in linea prodotti dalla Curtiss. Grazie a questi
motori si riuscì a portare l'aereo all'altitudine di 500m neccessari per attraversare l'Atlantico con a bordo 66
persone o 100 nei voli più brevi. Le sistemazioni di lusso erano di tutto rispetto e quasi si avvicinavano a
quelle dei grandi transatlantici, vi era il ponte principale dove vi era ubicata una sala fumatori, con un
proprio Bar, una sala da pranzo con 66 posti a sedere che a sua volta potevano essere commutati in posti a
dormire per i voli notturni.
A poppa invece vi erano la cucina alimentata elettricamente, i servizi igienici, e la stiva per i bagagli. Poi sul
ponte superiore vi era la cabina di pilotaggio e quella di navigazione, la sala controllo motori e la sala
Radio; sul ponte inferiore si trovavano invece i serbatoi del carburante e nove compartimenti stagni sette
dei quali venivano utilizzati per poter consentire il galleggiamento.
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Sez.Prua
Sez. Poppa
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Avventure e disavventure
Per introdurre l'aereo di linea sul mercato degli Stati Uniti il Do X fece un volo inaugurale decollando da
Friedrichshafen, in Germania il 3 novembre 1930, sotto il comando di Friedrich Christiansen per un test di
volo transatlantico a New York. Il percorso toccava i Paesi Bassi, Inghilterra, Francia, Spagna e
Portogallo. Ma sfortunatamente il viaggio venne interrotto a Lisbona il 29 novembre, quando un
telo venendo a contatto con un tubo di scarico incandescente causò un incendio che inghiottì la maggior
parte dell'ala, il relitto restò nel porto di Lisbona per sei settimane, le parti danneggiate vennero sostituite
riportando ulteriori ritardi, ma il gigante riuscì a spiccare il volo verso la costa occidentale dell'Africa e
quindi attraverso l'Atlantico del Sud America, dove l'equipaggio furono accolti come eroi dalla locale
comunità di emigrati tedeschi.
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Il volo ha continuò a nord verso gli Stati Uniti, per giungere a New York il 27 agosto 1931, quasi nove mesi
dopo la partenza Friedrichshafen. Il Do X col suo equipaggio trascorse nove mesi a new York, i
motori vennero revisionati, e migliaia di curiosi vennero a far visita al gigante dell'aria fu una grosso
successo promozionale per la casa costruttrice. Il 21 Maggio del 1932 partì nuovamente per raggiungere
Berlino quando il 24 arrivò a destinazione il Do.X venne accolto da una folla festante di 200.000 persone.
In totale vennero costruiti 3 esemplari, non tutti potevano permettersi costi di manutenzione e di gestione
così alti, uno venne preso in carico dalla Dornier per la tedesca Lufthansa ed altri 2 furono presi in carico
dall'Italia per conto della S.A.N.A. (che a quel tempo era la compagnia aerea nazionale), X2 (chiamato
Umberto Maddalena) e X3 (chiamato Alessandro Guidoni), tendenzialmente uguali si differenziavano
solamente dal fatto che montavano motori FIAT come detto sopra. Grazie al magni co sito di Aerei
Italiani siamo in grado di mostrare le magni che foto di Edgardo Bompani dell'archivio del padre di uno
degli esemplari "italiani" del Dormier Do X I-REDI poi R.I Antonio Maddalena.
R.I. Antonio Maddalena - dopo incorporamento Regia A. - L'idrovolante porta il nome del Gm/STV pil. Umberto Maddalena gia' 3 M.d'A -M.d.B.(1
Guerra Mondiale) e Comandante-preparatore dei piloti ad Orbetello della I Crociera Atlantica- perira' il 19 Maggio 1931 alla preparazione di un nuova
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Un altro grazie a Giancarlo De Paolis che ci invia queste altre meravigliose foto del Dormier DO X Umberto
Maddalena della Sua collezione. Le foto sono state scattate dal padre del suocero di Giancarlo, Gentile
Crescenzo fotografo dell'Istituto Luce decorato al V.M. reduce delle campagne di Etiopia, Spagna, Grecia e
Africa .
(Coll. G. De Paolis)
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a foto ripresa dall'ala della cabina di pilotaggio e della prua (Coll. G. De Paolis)
Volevo ringraziare sia il Sig. de Paolis che il Sig. Bompani per questa opportunità
di vedere delle bellissime foto in azione del Do. X ed anche il sito di Aerei Italiani
per i magni ci articoli e le bellissime immagini presenti sul sito, di inistimabile
valore storico.
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