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Cosa sta succedendo in Bielorussia?

Dopo che la Bielorussia la scorsa domenica 23 maggio ha intimato di atterrare ai piloti di un


volo Rynair proveniente da Atene e diretto a Vilnius in Lituania, mentre stava sorvolando i
cieli di Minsk per un allarme bomba, rivelatosi poi uno stratagemma per arrestare un
oppositore politico del regime di Lukashenko, l’Unione europea ha dapprima impedito alle
compagnie bielorusse di sorvolare i cieli europei, irrogando una serie di sanzioni nei
confronti del Paese.

L’Alto Rappresentante per gli affari esteri dell’Unione ha chiesto l’immediato rilascio di
Roman Protasevich, ritenuto un nemico personale di Lukashenko, e della sua compagna
Sofia Sapega. La Francia, l’Estonia e l’Irlanda hanno richiesto una convocazione del
Consiglio di sicurezza dell’ONU per affrontare la situazione.

Lukashenko ha sostenuto come i due arrestati siano degli “estremisti”, ritenendo che
lavorino per servizi segreti di un paese occidentale, arrivando ad affermare che lui coi suoi
complici stessero ipotizzando di dar vita ad un colpo di stato sanguinoso e un massacro.

Lukashenko è presidente della Bielorussia ininterrottamente dal 1994. Lo scorso agosto


2020, a seguito delle elezioni presidenziali in cui il presidente in carica ottenne l’80% di
preferenze, sono scoppiate proteste in tutto il paese, ritenendo la tornata elettorale falsata
da brogli favorevoli a Lukashenko. L’allora Segretario di Stato USA Mike Pompeo affermò
che le elezioni non erano state “libere e corrette”; l’UE, con un documento approvato dal
Parlamento il 17 agosto, non riconosce Lukashenko come presidente. Solo Vladimir Putin si
schiera a favore del leader bielorusso.

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