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Mario Zappa

3Bm

Tema Italiano
“No alla Generazione Covid”. Questo è il titolo con cui l’autore(Massimo Recalcati) introduce
il suo articolo. Ma che cos’è di preciso la “Generazione Covid”. Ebbene la “Generazione
Covid” è quel gruppo di ragazzi che sta svolgendo le lezioni in didattica a distanza, e che, in
futuro, non sarà capace di svolgere alcuni compiti con la scusa di non aver capito, o
studiato, l’argomento durante la didattica a distanza. Secondo l’autore la didattica a distanza
è però una contraddizione, perché quando si parla di didattica si presume che tra insegnante
e alunno/i ci sia una relazione, che però non può avvenire data l’incapacità dei dispositivi di
trasmettere le emozioni. Questo però ci collega ad un altro punto espresso dall’autore: il
fatto che il processo di formazione di una persona non avviene mai tramite un percorso
ideale, ma sono i fallimenti e le critiche a renderci ciò che siamo. Ciò si traduce in quello che
noi della “Generazione Covid” sapremo fare in più rispetto ad altri. E non parlo solo di come
abbiamo imparato tutti i metodi per manomettere una riunione meet, ma anche come alcuni
di noi abbiamo sviluppato una concentrazione maggiore, dato che seguire una lezione
stando comodamente a casa con il nostro amatissimo letto che ci chiama non è una cosa da
poco. In tutto questo bel discorso sulla “Generazione Covid” si intromette però una variabile
non indifferente: i genitori. Nel testo, l’autore, vedi i genitori come un ostacolo(mia
interpretazione) perché impediscono ai figli di avere un impatto con la realtà e quindi di fare
esperienze utili che potrebbero servire in un futuro non troppo prossimo. In più i genitori si
ostinano a vittimizzare i propri figli lamentandosi del tempo che hanno perso e che quindi
non potranno più recuperare. C’è però un faro di speranza che illumina questo brutto
momento: gli insegnanti. I professori possono far fronte a questa ondata di malcontento
imparando ad usare al meglio questa DAD per far si che gli studenti imparino in modo
diverso, forse anche più creativo e interessante. L’autore infine si esprime con una frase un
po’ enigmatica:”siamo sempre ancora in tempo anche se siamo sempre in ritardo”. Riferito al
periodo che stiamo vivendo secondo me questa frase può significare che siamo ancora in
tempo per non essere definiti dal covid ma siamo in ritardo perché ormai siamo la
“Generazione Covid”
Considerazioni finali: a parer mio, questo testo, parla più del processo di formazione di una
persona. In questo caso l’autore “sfrutta” il covid per parlare di come i ragazzi vengono
influenzati da alcuni fattori (genitori, insegnanti, ecc…) che li portano ad essere ciò che
sono.

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