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Tra gli obblighi dei contribuenti iva vi è quello di effettuare mensilmente o trimestralmente la
liquidazione e il versamento dell’iva allo Stato.
• Come regola generale tutti i contribuenti iva sono MENSILI cioè, devono effettuare la
liquidazione e il versamento iva mensilmente, entro il 16 del mese successivo a quello di
riferimento; ad esempio l’iva di gennaio dovrà essere calcolata e versata entro il 16/02 e
così via.
• Possono però essere TRIMESTRALI, cioè effettuare la liquidazione e il versamento iva
trimestralmente, i contribuenti che rispettino le seguenti tre condizioni:
1. Hanno realizzato nell’anno precedente un volume d’affari (dato del totale delle vendite al
netto dell’iva):
1. Hanno comunicato all’Agenzia delle Entrate di voler adottare tale regime trimestrale;
2. Devono versare in più ogni trimestre l’interesse del 1%.
I contribuenti trimestrali devono versare l’iva ogni tre mesi entro il 16 del secondo mese
successivo al trimestre di riferimento; precisamente:
• L’iva del primo trimestre (gennaio, febbraio e marzo) dovrà essere versata entro il 16/05;
• L’iva del secondo trimestre (aprile, maggio e giugno) dovrà essere versata entro il 16/08;
• L’iva del terzo trimestre (luglio, agosto e settembre) dovrà essere versata entro il 16/11;
• L’iva del quarto trimestre (ottobre, novembre e dicembre) dovrà essere versata
eccezionalmente entro il 16/03 (anziché entro il 16/02);
N.B. Se la data di versamento cade in un giorno in cui le banche sono chiuse (ad esempio: sabato,
domenica o altri giorni festivi) si può versare il primo giorno feriale successivo.
N.B. Generalmente sono trimestrali i piccoli contribuenti; nonostante il pagamento in più del 1% è
sempre conveniente, se possibile, essere trimestrali, in quanto si versa ogni tre mesi e costa meno la
tenuta della contabilità.
LIQUIDAZIONE E VERSAMENTO IVA
LIQUIDAZIONE IVA
Liquidare l’iva significa determinare:
L’IVA da versare allo Stato,
o il credito da riportare nel periodo successivo.
Precisamente:
IVA A DEBITO (sulle vendite, da ricavare dal registro iva vendite)
- IVA A CREDITO (sugli acquisti, da ricavare dal registro iva acquisti)
= DEBITO/CREDITO
+/- CREDITO PRECEDENTE
= IVA DA VERSARE/CREDITO DA RIPORTARE
VERSAMENTO IVA
Se dalla liquidazione iva risulta un’iva da versare occorre effettuare mensilmente o trimestralmente il
versamento dell’iva allo Stato, in via telematica mediante delega bancaria modello F24, usando i seguenti
codici:
CONTRIBUENTI MENSILI
IVA GENNAIO: codice 6001
IVA FEBBRAIO: codice 6002
IVA MARZO: codice 6003
IVA APRILE: codice 6004
IVA MAGGIO: codice 6005
IVA GIUGNO: codice 6006
IVA LUGLIO: codice 6007
IVA AGOSTO: codice 6008
IVA SETTEMBRE: codice 6009
IVA OTTOBRE: codice 6010
IVA NOVEMBRE: codice 6011
IVA DICEMBRE: codice 6012
CONTRIBUENTI TRIMESTRALI
IVA 1°TRIMESTRE: codice 6031
IVA 2°TRIMESTRE: codice 6032
IVA 3°TRIMESTRE: codice 6033
IVA 4°TRIMESTRE: codice 6099
ESEMPIO
Effettuare la liquidazione iva di un contribuente, sia mensile che trimestrale sulla base dei seguenti dati:
APRILE
IVA A DEBITO 2.800
IVA A CREDITO 3.500
CREDITO PRECEDENTE 500
MAGGIO
IVA A DEBITO 5.000
IVA A CREDITO 3.000
GIUGNO
IVA A DEBITO 3.200
IVA A CREDITO 1.200
MAGGIO
IVA A DEBITO (sulle vendite) 5.000
-IVA A CREDITO (sugli acquisti) 3.000
=DEBITO 2.000
-CREDITO PRECEDENTE 1.200
= IVA DA VERSARE 800
Risultando un debito occorre compilare il modello F24 e versare in via telematica l’importo di € 800,00
entro il 16/06, cioè entro il 16 del mese successivo.
GIUGNO
IVA A DEBITO (sulle vendite) 3.200
-IVA A CREDITO (sugli acquisti) 1.200
=DEBITO 2.000
-CREDITO PRECEDENTE 0
= IVA DA VERSARE 2.000
Risultando un debito occorre compilare il modello F24 e versare in via telematica l’importo di € 2.000,00
entro il 16/07, cioè entro il 16 del mese successivo.
CONTRIBUENTE TRIMESTRALE: effettua la liquidazione iva ogni tre mesi
(APRILE MAGGIO GIUGNO)
IVA A DEBITO (sulle vendite):
iva a debito di aprile 2800
iva a debito di maggio 5000
iva a debito di giugno 3200
Totale iva a debito: 11.000
-IVA A CREDITO (sugli acquisti)
iva a credito di aprile 3500
iva a credito di maggio 3000
iva a credito di giugno 1200
Totale iva a credito: 7.700
= DEBITO 3.300
-CREDITO PRECEDENTE 500
= IVA DA VERSARE 2.800
+ INTERESSE 1% 28
TOTALE DA VERSARE 2.828
L’importo di € 2.828,00 dovrà essere versato in via telematica con F24 entro il 16/08 cioè entro il
16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento.
Esercizio da svolgere:
Effettuare la liquidazione iva di un contribuente, sia mensile che trimestrale sulla base dei seguenti dati:
LUGLIO
IVA A DEBITO 1.500
IVA A CREDITO 2.600
CREDITO PRECEDENTE 400
AGOSTO
IVA A DEBITO 4.000
IVA A CREDITO 3.000
SETTEMBRE
IVA A DEBITO 6.200
IVA A CREDITO 2.500
SCOPO DELLA CONTABILITA’
Tutto ciò viene evidenziato da un documento detto BILANCIO D’ESERCIZIO che si compone di
due parti:
• lo stato patrimoniale
• il conto economico.
• ATTIVITA’ (dare)
• PASSIVITA’ (avere)
ed evidenzia il patrimonio (o capitale), dato appunto dalla differenza tra attività e passività.
• COSTI (dare)
• RICAVI (avere)
ed evidenzia il risultato economico o reddito d’esercizio, dato appunto dalla differenza tra ricavi e
costi. Il reddito d’esercizio può essere:
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITA’ (dare) PASSIVITA’ (avere)
CONTO ECONOMICO
COMPONENTI NEGATIVI (dare) COMPONENTI POSITIVI (avere)
ATTIVITÀ:
Le attività ( o elementi attivi del patrimonio) a loro volta si dividono in due gruppi:
• Immobilizzazioni
• Attivo circolante
IMMOBILIZZAZIONI
Le immobilizzazioni sono costituite da quei beni che danno la loro utilità per più esercizi e vengono
acquistati, non per essere venduti o trasformati in altri beni, ma per essere utilizzati come beni strumentali
nell’azienda. Saranno venduti quando non serviranno più o verranno sostituiti con altri beni.
Sono anche immobilizzazioni i crediti a medio/lungo termine e i titoli di difficile realizzo, cioè crediti e titoli
che non è facile trasformare rapidamente in denaro.
A loro volta le immobilizzazioni si dividono in:
• Immobilizzazioni materiali
• Immobilizzazioni immateriali
• Immobilizzazioni finanziarie
Le RIMANENZE sono quei beni che l’azienda acquista per trasformare o vendere, come materie prime,
semilavorati, prodotti finiti, merci, imballaggi di consumo ecc.
I CREDITI sono tutti i tipi di crediti a breve termine, cioè con scadenza generalmente non superiore a un
anno; ad esempio crediti verso clienti, cambiali attive, crediti diversi (verso l’IVA, verso l’Erario, …) ecc.
Le DISPONIBILITA’ FINANZIARIE sono tutti titoli di facile realizzo, come ad esempio titoli di Stato
(CCT, BTP, BOT), le azioni speculative (cioè azioni acquistate per rivendere e guadagnare sul prezzo), e i
ratei attivi.
Le LIQUIDITA’ sono costituite dal denaro (in cassa, sul conto corrente bancario, sul conto corrente postale),
dai valori bollati (francobolli e marche da bollo) e dagli assegni (ricevuti e non ancora versati sul conto
corrente).
PASSIVITA’
Le passività (o elementi passivi del patrimonio) a loro volta si dividono in cinque gruppi:
• debiti a breve termine, cioè debiti con scadenza generalmente non superiore all’anno, come ad
esempio debiti v/fornitori, cambiali passive, debiti diversi (verso l’IVA, verso l’Erario ecc.), conto
corrente passivo, debiti per imposte ecc.
• debiti a medio / lungo termine cioè debiti con scadenza generalmente da un anno a cinque anni (a
medio termine) oppure superiore a cinque anni (a lungo termine). Sono ad esempio: mutui passivi,
debiti per TFR (trattamento di fine rapporto), sovvenzioni (cioè prestiti) a medio termine.
• Ratei e risconti passivi
• Fondi rischi e oneri
• Fondi ammortamento
Nota bene
La differenza tra le attività e le passività costituisce il PATRIMONIO NETTO, che non è un bene, né si
trova investito in singoli beni, ma è un valore riferito a un dato istante, che deriva appunto dalla differenza fra
attività e passività.
Se le passività sono invece superiori alle attività la differenza si chiama PASSIVO NETTO o DEFICIT.
Pertanto:
attività maggiori passività = patrimonio netto
attività minori passività = passivo netto o deficit
Nota bene
La differenza tra immobilizzazioni e attivo circolante non è assoluta ma varia da azienda ad azienda.
Ad esempio gli automezzi per la Fiat rappresentano attivo circolante (sono cioè beni che produce per vendere),
mentre per le altre aziende che acquistano gli automezzi per utilizzarli nella loro attività costituiscono
immobilizzazioni (sono cioè beni strumentali).
Ad esempio i computer per l’IBM, la Apple ecc., che li producono per vendere, sono attivo circolante, mentre
per le altre aziende che li acquistano per utilizzarli sono immobilizzazioni.
Nell’azienda possono essere presenti oltre ai beni di proprietà dell’imprenditore anche altri beni appartenenti
ad altre persone, depositati presso i locali dell’azienda in custodia, in garanzia, ecc.
Possiamo quindi distinguere i beni in due gruppi:
• Beni propri, cioè di proprietà dell’imprenditore;
• Beni di terzi, appartenenti ad altre persone e che quindi non fanno parte del patrimonio
aziendale.
Inoltre occorre precisare che se l’azienda ha eccedenza di mezzi finanziari può investirli in beni che non
riguardano la sua attività principale e non servono per lo svolgimento dell’attività ma che rappresentano dei
buoni investimenti.
I beni dell’azienda possono quindi essere distinti in:
• Beni del patrimonio principale, costituiti dai beni necessari per lo svolgimento dell’attività tipica
aziendale; sono ad esempio le immobilizzazioni materiali, le rimanenze di magazzino, i crediti verso
clienti, ecc.
• Beni del patrimonio accessorio, costituiti dai beni non necessari per lo svolgimento dell’attività
principale dell’azienda, ma acquistati per investimenti o altri scopi; sono ad esempio le
partecipazioni, i titoli, ecc.
GENERALITA’
Abbiamo visto che tra gli scopi della contabilità vi è quello di determinare il reddito d’esercizio
(utile d’esercizio o perdita d’esercizio).
Il reddito d’esercizio è dato dalla differenza tra ricavi e costi di competenza dell’esercizio; ciò
significa che si devono considerare tutti i costi e i ricavi che riguardano l’esercizio e pertanto:
• aggiungere al reddito quei costi e quei ricavi che non sono ancora pagati o riscossi, ma che
riguardano l’esercizio (ad esempio relativi al 2019 ma che saranno pagati o riscossi nel
2020);
• togliere dal reddito quei costi e quei ricavi che sono stati pagati o riscossi anticipatamente,
ma non riguardano l’esercizio (ad esempio pagati o riscossi nel 2019 ma relativi al 2020).
Tutto ciò si attua al 31/12 mediante il calcolo dei ratei e dei risconti.
RATEI
NOTA BENE: nella linea del tempo il rateo riguarda sempre il periodo che precede il 31/12.
|________RATEO__________|_________________|
31/12
Esempio: in data 01/04/2019 abbiamo dato in affitto un magazzino al canone annuo di € 12.000,00,
da riscuotere posticipatamente e semestralmente il 01/04 e il 01/10; calcolare il rateo al 31/12/2019.
|________RATEO ATTIVO__________|_________________|
01/10/19 31/12/19 01/04/2020
Si tratta di un rateo perché si riscuote posticipatamente; il rateo è attivo (perché si riscuote, cioè
aggiunge un ricavo) e riguarda la parte di affitto di competenza del 2019, cioè il periodo che va dal
01/10 al 31/12/19.
Per calcolarlo occorre fare una proporzione, tenendo presente a cosa si riferisce il prezzo;
precisamente:
12000:12=X:3 (mesi relativi al rateo)
X=3000 rateo attivo (dare)
Esempio: ottenuto in data 01/08/19 un prestito di € 50.000 con interessi 3% da pagare annualmente
e posticipatamente; calcolare il rateo al 31/12/19
|________RATEO PASSIVO__________|_________________|
01/08/19 31/12/19 01/08/2020
Si tratta di un rateo perché si paga posticipatamente; il rateo è attivo (perché pago, cioè aggiungo un
costo) e riguarda la parte di interesse di competenza del 2019, cioè il periodo che va dal 01/08 al
31/12/19.
In tal caso per calcolarlo basta applicare la formula dell’interesse per il periodo del rateo, cioè
calcolare direttamente l’interesse per i mesi che vanno dal 01/08 al 31/12.
I = C x r x t / 1200 I = 50.000 x 3 x 5 /1200 I = 625 rateo passivo (avere).
RISCONTI
I risconti hanno lo scopo di TOGLIERE dal reddito d’esercizio COSTI e RICAVI che sono
già stati pagati o riscossi ANTICIPATAMENTE, ma CHE NON SONO DI COMPETENZA
DELL’ESERCIZIO; andranno a formare il reddito dell’esercizio successivo.
In pratica si ha un risconto tutte le volte che si paga o si riscuote anticipatamente e si ha il 31/12 nel
mezzo, cioè l’operazione riguarda in parte un esercizio e in parte quello successivo.
NOTA BENE: nella linea del tempo il risconto riguarda sempre il periodo che segue il 31/12.
|________________|_______RISCONTO________|
31/12
Esempio: in data 01/10/2019 abbiamo pagato in affitto un’assicurazione semestrale anticipata di €
600,00; calcolare il risconto al 31/12/2019.
|__________________|_________RISCONTO ATTIVO________|
01/10/19 31/12/19 01/04/2020
Si tratta di un risconto perché si paga anticipatamente; il risconto è attivo (perché si paga, cioè
toglie un costo) e riguarda la parte di assicurazione di competenza del 2020, cioè il periodo che va
dal 31/12/19 al 01/04/20.
Per calcolarlo occorre fare una proporzione, tenendo presente a cosa si riferisce il prezzo;
precisamente:
600:6=X:3 (mesi relativi al risconto)
X=300 risconto attivo (dare)
|_________________|_______RISCONTO PASSIVO_______|
01/05/19 31/12/19 01/05/2020
Si tratta di un risconto perché si riscuote anticipatamente; il risconto è passivo (perché riscuoto, cioè
toglie un costo) e riguarda la parte di affitto di competenza del 2020, cioè il periodo che va dal
31/12 al 01/05/20.
Per calcolarlo occorre fare una proporzione, tenendo presente a cosa si riferisce il prezzo;
precisamente:
12000:12=X:4 (mesi relativi al risconto)
X=4000 risconto passivo (avere)
DIFFERENZE TRA RATEI E RISCONTI
RATEI RISCONTI
ATTIVO (D) se si riscuote (perché aggiunge un ATTIVO (D) se si paga (perché toglie un
ricavo) costo
PASSIVO (A) se si paga (perché aggiunge un PASSIVO (A) se si riscuote (xché toglie un
costo) ricavo)
Tali fondi rappresentano dei rischi e delle perdite future PRESUNTE, che:
• non si sa se si verificheranno,
• non si sa quando si verificheranno
• e per quale importo preciso.
I fondi rischi e oneri sono delle passività (avere) e si possono distinguere in due gruppi:
• fondi e rischi che rettificano valori iscritti nell’attivo; rappresentano delle perdite future
presunte.
Il più importante è il fondo svalutazione crediti (o fondo rischi su crediti), che esprime le
perdite presunte future sui crediti, cioè quella parte dei crediti che in futuro si presume non
sarà riscossa.
fondo svalutazione merci, fondo svalutazione titoli, ecc. che esprimono le perdite future
presunte su merci, titoli ecc.
• fondi rischi che prevedono delle uscite future presunte; sono ad esempio i fondo rischi
vari, il fondo responsabilità civile ecc.
Esempio: indicare nel patrimonio i seguenti valori:
Sono costituite dalle merci, dagli imballaggi di consumo, dalle materie prime, dai semilavorati, dai
prodotti finiti, ecc, acquistati e non venduti o trasformati nell’esercizio, esistenti nel magazzino al
momento in cui si compila l’inventario.
Il valore attribuito a tali rimanenze si considera un COSTO SOSPESO, cioè un costo già sostenuto
che deve essere rinviato all’esercizio successivo.
I debiti per TFR (trattamento di fine rapporto) indicano il debito presunto verso i dipendenti per la
liquidazione maturata che sarà però pagata al termine del rapporto di lavoro (per dimissioni,
licenziamento, pensionamento o morte del lavoratore).
È un debito presunto in quanto non si conosce la data in cui dovrà essere pagato né l’importo
esatto, ma si sa che dovrà essere corrisposto.
I debiti per imposte indicano il debito presunto verso lo Stato per le imposte sul reddito maturate al
31/12 ma non ancora versate; saranno pagate al momento della redazione della dichiarazione dei
redditi, generalmente nel periodo giugno, luglio e agosto.
ATTIVITA’ PASSIVITA’