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ANTIPASTI
Opera Pagina
Piatto
Gamberetti e purpiteddri in salsetta MM 411
CT 102
Antipasto speciale ai frutti di mare
PR 240
Antipasto di mare LM 32
Sauté di vongole con pangrattato LM 193
Alici con cipolle e aceto CT 41
LM 9
Sarde a beccafico
GB 9
Sarde salate condite con olio, aceto e MC 85
origano
PM 205
caciocavallo stagionato passuluna e aulive GB 79
PR 221
VERDURE
Oper
Pagina
Piatto a
Cavoluzzi affogati nell'aceto CS 48
VV 97
Caponatina GM 34
GT 219
Melenzane alla parmigiana CT 69
Peperoni arrosto FA 100
CT 150
Tinnirume
VV 47
'A munnizza
Pappanozza GT 44
FORMAGGI
Opera Pagina
Piatto
CT-
Caciocavallo stagionato 109-205
PM
Formaggio pecorino MC 27
Formaggio col pepe MC 27,98
Tomazzo AM 65
PRIMI PIATTI
Opera Pagina
Piatto
Pasta ai granchi di mare LM 228
LM 193
Pasta con le vongole
GB 65
CT 120
MM 129
Pasta 'ncasciata
PM 283
GB 129
Pasta alla salsa corallina VV 35
CT 143
Pasta al nero di seppia
GB 80-116
Pasta con le sarde CT 234
FA 82
Pasta con aglio e oglio
PR 101
Pasta con i broccoli LM 51
Pasta alla Norma LM 62
Maccheroni al "foco vivo" VV 97
Pasta al forno CT 222
Macco GM 86
Pasta fredda con pomodoro, passuluna e basilico CT 41
Tagliolini all'astice (ricetta di Trieste) MM 147
Timballo con riso, carne e piselli BP 50
Spaghetti con la carne di maiale BP 61
Cavatuna con olio, pepe nero e cacio pecorino MC 85
Involtini di melanzane con la pasta e la ricotta grattuggiata AM 81
Pasta col sugo di sasizza (salsiccia) VV 104
Pasta col ragù GT 42
Risotto al nìvuro di sìccia GT 87
Risotto di mare PM 235
Brodo di pollo leggero PM 15
Minestrina e formaggio PM 271
Cuscus di pesce PR 50
Cavatuna col suco PR 201
Zuppa di pesce PR 240
pasta cu 'a ricotta frisca GB 156-171
SECONDI PIATTI
di pesce ...
Opera Pagina
Piatto
Nasello con salsetta di acciughe e aceto VV 77
Polipetti alla luciana VV 139
Polipetti affogati CT 61
Spigole CT 102
Calamaretti bolliti CT 109
CT 150
Triglie di scoglio a olio e limone GB 53-55
PR 50
Purpi alla carrettera CT 234
MM 210
Polipi alla napoletana
GB 68
Gamberetti a olio e limone FA 82
Alalonga in agrodolce LM 32
Involtini di tonno LM 51
FA- 67-
Triglie di scoglio fritte PM 142,216
PR 240
Triglie di scoglio con salsetta, aglio e prezzemolo CC 72
Tortino di triglie e patate (ricetta di Livia) LM 152
Rombo al forno con origano e limone caramellato LM 193
Spigola farcita con salsa allo zafferano LM 229
Polpette di pesce (koftas, ricetta indiana) LM 235
Baccala` a' la ghiotta CS 48
Guatti sfilettati (ricetta di Trieste) MM 148
Triglie di scoglio in brodetto MC 237
Linguate fritte AM 40
Merluzzo bollito, con olio, sale, pepe, olio di Pantelleria VV 47
Polipetti bolliti con sale, pepe nero, olio, limone e prezzemolo AM 195
Acciughe in insalata, con sugo di limone, olio d'oliva e pepe nero
VV 9
macinato al momeno
Sauro imperiale con la cipollata GT 126
Triglie all'agrodolce GT 244
Linguate alla griglia GT 266
Triglie con salsetta di pomodoro PM 49
Aragosta PM 308
Purpi affucati PM 270
PM 156
purpitteddei teneri
PR 240
Purpi a strascinasali GB 9-80
Merluzzi bolliti GB 37
Fragaglia GB 156
Aiole con sughetto PR 102
vari...
Oper
Pagina
Piatto a
Attuppateddri al sugo CT 189
... e di carne
Oper
Pagina
Piatto a
Agnello alla cacciatora VV 97
Sasizza alla brace VV 104
Stracotto LM 62
LM 111
Rolle` (brusciuluni)
MM 129
Zuppa di maiale (malalìa d'amuri) MM 245
Capretto al forno BP 61
MC 98
Coniglio alla cacciatora
GB 162
Capretto con le patate AM 197
Agniddruzzoal finocchietto
A6 111
serbaggio
Carne col suco GT 42
Involtini di carne GB 116
costi 'mbriachi " GB 171
Pollo bollito GB 252
CONDIMENTI
Opera Pagina
Piatto
Condimento del
GT 164
carrettiere
Pesto alla trapanese PM 47-49
FRIGGITORIA
Oper
Pagina
Piatto a
Arancini AM 329
Panelle GM 80
Sfincione GT 80
DOLCI
Opera Pagina
Piatto
Dolce di ricotta VV 97
Granita di limone CT 109
Granita di caffè e brioscia AM 182
Sformatino di cioccolato amaro con salsa all'arancia LM 193
Cannoli "giganti" MM 246
Biscotti regina BP 23
Spongato al limone BP 23
Sorbetto di gelsomino BP 23
Frutta di martorana CT 41
Cassata MC 98
CC 50
Gelato di campagna
GM 95
CC 50
Cubàita
GM 95
Mostazzolo di vino cotto CT 18
Petrafèrnula CT 155
Gelato di cassata GT 96
Gelato duro, a pezzo, di nocciola con panna GT 96
Cioccolato GB 82
SCACCIO
Opera Pagina
Piatto
CC 50
Càlia e
GM 96
simenza
GB 17-81
BEVANDE
Opera Pagina
Piatto
Bevanda di mandorla e
BP 23
anice
Anicione VV 97
Marsala CC 108
Terrano del Carso MM 148
Corvo bianco GT 87
Whisky GB 181
Liquore di mandarino PR 240
Opera Pagina
Piatto
Latte di
MC 13
capra
Uova fritte MC 13
Legenda:
LM = Il ladro di merendine
MM = Un mese con Montalbano
CT = Il cane di terracotta
CS = La concessione del telefono
VV = La voce del violino
BP = Il birraio di Preston
FA = La forma dell'acqua
CC = Il corso delle cose
MC = La mossa del cavallo
AM = Gli arancini di Montalbano
GM = Il gioco della mosca
GT = La gita a Tindari
PM = La paura di Montalbano
GB = Il giro di boa
PR = La pazienza del ragno
A6 = Almanacco dell'Altana 1996
LA CUCINA SICILIANA
La Sicilia è terra di forti contrasti, anche dal punto di vista gastronomico. Troviamo infatti
piatti di origine greca, araba, spagnola e di numerose altre cività mediterraneee. E' proprio per
questo che oggi la cucina siciliana è considerata una delle più prestigiose della gastronomia
italiana. Terra tipicamente mediterranea, solcata da tre mari, la Sicilia vanta la coltivazione
dell'olivo e del grano. Dalla prima si ricava un'ottimo olio, usato spesso per condire i primi
piatti ma anche il pesce e le verdure. Dal grano invece si trae la materia prima per la pasta
secca, la cui qualità è garantita dal clima dell'isola, ovvero caldo asciutto e ben ventilato. Da
questo eccezionale clima nasce quindi uno dei piatti preferiti da tutti i Siciliani, la pasta
appunto. Si dice inoltre che siano gli inventori dei maccheroni, una delle paste più rinomate
all'estero. Tra i piatti più classici ricordiamo i maccheroni con le seppie, gli spaghetti con le
sarde, la pasta con le alici. Nella città di Siracusa tipica è la pasta con le alici, mentre a Trapani
quelli all'aragosta. Sulla pasta abbondano anche i condimenti a base di verdure e formaggi,
come i celebri spaghetti allo zucchino e la pasta alla ricotta e semolino. Nella città di Catania
possiamo gustare la buonissima Pasta alla Norma, chiamata in questa modo dal compositore
Bellini, autore della omonima opera lirica. Da questa pasta nasce il sugo alla Norma,
caratterizzato da melanzane e pomodoro. Il timballo siciliano è chiamato " pasta n'casciata " ed
è preparato con maccheroni, carne, uova sode, formaggio, piselli e salame. Negli antipasti il
più caratteristico è quello con gli arancini, polpette di carne tritata simili per forma e colore ad
una arancia. Una delle prelibatezze è comunque proprio derivata dai prodotti ittici. Il pesce è
servito fresco, aromatizzato con erbe,acciughe ed aglio o con olive e capperi. Ogni città ha la
propria specialità. A Trapani, ad esempio, si prepara il tonno in moltissimi modi, come quello
essiccato, il famoso noseddu. Celebre è anche la bottarga, il condimento per antipasti e per i
primi piatti, ottenuto dalla essicazione delle uova di tonno. Messina è invece celebre per il
pesce spada, condito con pomodoro e cipolla oppure con olive e capperi. Se passate da quelle
parti provate l'Agghiotta di pesce spada. Altra specialià da provare immancabilmente a
Messina è l'impanata, un involucro di pasta dolce che viene riempito di pesce spada e cotto in
forno. Il consumo di carne non è molto elevato in Sicilia. Nell'entroterra possono però essere
gustati piatti come il capretto ripieno o alla griglia, lo spezzatino con i pomodori, le polpette di
vitello cotte alla griglia. Piuttosto diffusa la produzione degli insaccati, come la soppressata e
la salsiccia. Valida anche la produzione del formaggio, tra cui merita citazione il piacintinu, un
formaggio di pecora aromatizzato con lo zafferano. Tra le verdure ricordiamo l'immancabile
melanzana, protagonista ad esempio della mulinciana alla parmigiana, piatto tipico di Catania,
che vuole le melanzane a fette cotte al forno con pomodoro, parmigiano e basilico. Sono però
gli agrumi il vero e proprio tesoro della Sicilia. Grazie alle condizioni climatiche, pompelmi,
cedri, limoni, mandarini, arance, sono molto nutrienti e saporose. Molto ricco anche il capitolo
dedicato ai dessert ed ai dolci, tra cui ricordiamo la cassata, il Pan di Spagna ricoperto di
un'impasto a base di cioccolato, frutta candita, zucchero e liquore Maraschino. Citiamo anche
il torrone, il marzapane ed i gelati e le granite, usuali in tutta la regione. Quasi inutile
specificare che la tradizione vinicola siciliana ha origini che risalgono all'inizio della storia.
Prima i greci, poi gli arabi ed i normanni, lodavano le caratteristiche del vino siciliano, schietto
e di alta gradazione alcolica. Il re dei vini di questa terra è senz'altro il Marsala, liquoroso ed
inconfondibile, creato dall'inglese John Woodhouse. Costui ebbe l'idea di mescolare il vino
bianco prodotto nella città di Marsala, con mosto cotto, sciroppo di uva ed alcool distillato e di
far bollire lentamente il tutto. Ne risultò un vino che poi è diventato famoso in tutto il mondo,
immediato e caloroso, ottimo per i dessert ed i gelati. Altri vini conosciuti sono l'Etna bianco,
rosso e rosato, l'Alcamo, i Moscato di Pantelleria e Noto e la Malvasia delle isole Lipari.
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Ingredienti: 500 gr. di vongole, 500 gr. di spaghetti, 2 spicchi d'aglio, prezzemolo,
peperoncino, olio e sale.
In un tegame soffriggete l'aglio ed il prezzemolo tritati, aggiungete le vongole, il
peperoncino e lasciate cuocere fino a quando non si aprono le valve. A parte lessate gli
spaghetti, scolateli al dente, versate nel tegame con le vongole, rimestate a fiamma
bassa, aggiungete ancora prezzemolo tritato.
Antipasto di mare
Ingredienti: 1 polipo piccolo, 500 gr. di vongole, 500 gr. di calamari, 1 kg. di
gamberetti, 1 kg. di cozze, 100 gr. di olive nere, 2 limoni, prezzemolo, olio e sale.
In un tegame mettete le cozze e le vongole e lasciate cuocere fino a quando non si
aprono le valve. A parte lessate separatamente il polipo, i gamberetti e i calamari.
Appena cotti, scolate e tagliate a pezzetti il polipo, ed i calamari ad anelli, sgusciate i
gamberetti. Lasciate raffreddare ed unite il tutto nel tegame assieme alle cozze ed alle
vongole, unite le olive ed il prezzemolo sminuzzato, e olio. Spruzzate con succo di
limone e disponete in un piatto di portata. Servite freddo.
Peperoni arrosto
(pipi arrustuti)
Ingredienti: 1 kg. di peperoni, 3 spicchi d'aglio, prezzemolo, origano, olio, sale e pepe.
Arrostite i peperoni sulla piastra, da ambo i lati, togliete la pellicola e tagliateli a
listarelle, conditele con olio abbondante, sale, pepe, origano, aglio e prezzemolo.
da: La cucina siciliana di Maria Adele Di Leo.
Caponata di melenzane
Ingredienti: una tazza di salsa di pomodoro (preparata con 600 gr. di pomodoro
maturo, 2 cipolle piccole e basilico), 200 gr. di olive bianche, un mazzetto di sedano,
50 gr. di capperi, 12 melenzane, 3 cucchiai di aceto, 3 cucchiai di zucchero, 100 gr.
mandorle tostate.
Tagliate le melenzane a dadi e friggetele dopo averle tenute per piu' di un'ora in acqua
e sale. A parte fate rosolare in un tegame con poco olio le olive snocciolate, i capperi
ed il sedano, che avrete tagliuzzato e gia` bollito in acqua per una decina di minuti per
intenerirlo. Aggiungete la salsa di pomodoro e condite con l'aceto e lo zucchero.
L'aceto dell'agrodolce potra` essere aggiunto in misuar maggioreb di quello indicato
secondo i gusti. Versate nel tegame anche le melenzane e lasciatele insaporire per
qualche minuto nel sugo a fuoco bassissimo, scuotendo di tanto in tanto il tegame per
non farle attaccare la fondo. Passate la caponata nel piatto di portata e copritela con le
mandorle tritate. Servite perfettamente fredda, anche il giorno dopo.
E' la piu' famosa pasta con pomodoro e melenzane siciliana e prende il nome dalla
celebre opera del Bellini.
Ingredienti: 600 gr. di spaghetti, 100 gr. di uova di aragosta, 25-30 ricci di mare (se
non trovate le uova di aragosta raddoppiate la quantita' di ricci), 2 spicchi di aglio, olio,
sale, pepe bianco macinato, un mazzetto di prezzemolo.
Aprite i ricci in due con un paio di forbici o con un coltello e raccogliete con
delicatezza le loro uova in una terrina, aggiundendovi anche le uova di aragosta.
Soffriggete in olio abbondante l'aglio a pezzetti ed appena dorato, togliete il padellino
dal fuoco, lasciando raffreddare l'olio. Lessate gli spaghetti, scolateli bene al dente e
conditeli nella zuppiera con l'olio soffritto, pepe abbondante, le uova dei ricci e delle
aragoste ed una manciata di prezzemolo tritato.
Di origine antichissima la pasta con aglio e olio e' una delle pietanze piu' genuine e
rinomate della cucina siciliana.
Ingredienti: 600 gr. di spaghetti o maccheroni, 3 spicchi d'aglio, un mazzetto di
prezzemolo, peperoncino rosso, olio e sale.
Tagliate l'aglio a fettine sottili e soffrigetelo in padella con olio di olive abbondante e
peperoncino rosso. Lasciate che diventi biondo, ma non scuro, abbassate la fiamma e
versate in padella un mestolo di acqua di pasta gia' salataed il prezzemolo triturato
finemente. fate dare ancora un bollore e togliete dal fuoco. Condite nella zuppiera gli
spaghetti bene al dente e servite subito caldissimi.
Nella versione al "foco vivo" il Sommo dice: " ... con sale, olio, aglio, e peperoncino
rosso secco in quantita`".
Macco
(maccu)
Ingredienti: 500 gr. di pennette, pomodoro, olive nere (passuluna), basilico, capperi,
olio e sale.
Lessate la pasta e scolatela al dente. Conditela con pezzeti di olive nere, qualche
cappero, basilico in abbondanza, olio di oliva. Mescolate bene e mettete in frigo. Dopo
qualche ora servite fredda.
Pasta al forno
Questo e' un antico piatto siciliano in cui, erroneamente, in tutti i libri di cucina
controllati (pochi per dir la verita`), si riporta, tra gli ingredienti, il formaggio
parmigiano, da cui prende nome il piatto. Niente di piu' falso. Il nome parmigiana non
deriva dal nome del formaggio forastero, bensi' dall'italianizzazione dalla parola
dialettale parmiciana. La parmiciana e` l'insieme delle liste di legno che compongono
una persiana. Esse sono messe una sopra l'altra, come le fette di melenzane nel piatto
che andiamo a descrivere.
Ingredienti: 8 melenzane, 1 kg. di pomodoro maturo, 2 cipolle, 100 gr. di pecorino o
cacio cavallo (o se volete di parmigiano, va bene lo stesso), un mazzetto di basilico,
olio e sale.
Tagliate le melenzane a fette (mezzo cm. circa), mettetele a riposare in acqua salata per
qualche ora, scolatele e friggetele in padella con olio di oliva abbondante e ben caldo.
Preparare una salsa di pomodoro con la cipolla, i pomodori ed il basilico. Sul fondo di
una pirofila versate qualche cucchiaio di salsa ed alternate strati di melenzane (a la
parmiciana) coperte di salsa, pecorino grattugiato e foglie di basilico. Coprite l'ultimo
strato con salsa e pecorino e passate al forno per circa 20 minuti. Servite tiepida.
Ingredienti: 600 gr. di polipi, 4 grossi pomodori maturi, 4 spicchi d'aglio, un mazzetto
di basilico, olio, sale e pepe.
Pulite i polipi ed appena l'acqua nella pentola bolle buttateveli dentro. Appena cotti
toglieteli dalla pentola e tagliateli a pezzi piccoli. A parte spellate il pomodoro crudo e
tagliatelo a pezzetti, senza disperdere il succo. Conditelo nella zuppiera dove c'e` il
polipo con olio abbondante, l'aglio pestato, il basilico, sale e pepe. Mescolate e servite.
Per 4 persone.
Ingredienti: 3 polpi di scoglio di 400 gr. circa l'uno, 4 limoni di media grandezza, una
manciata di prezzemolo tritato, olio, sale, pepe in grani.
Private i polpi della bocca, degli occhi e della vescica, batteteli leggermente con il
batticarne per renderli più teneri e lavateli in acqua corrente.
Lessateli a fuoco lento in acqua bollente leggermente salata, insieme con un limone
tagliato a metà.
Scolate i polpi quando sono cotti (20/25 minuti circa), tagliateli a pezzi e serviteli in un
piatto di portata.
Sul tavolo avrete nel frattempo preparato l'olio, il macinapepe, il prezzemolo tritato e i
limoni tagliati a spicchi.
Nota: alla maniera palermitana, il segreto è nella cottura: per la buona riuscita del
piatto, è importante immergere ed uscire il polpo dall'acqua bollente durante la cottura,
per 3 volte, quindi lasciarlo riposare dopo la cottura nell'acqua calda per un quarto
d'ora circa.
(versione Camilleriana)
Per 4 persone.
Ingredienti: 2 polpi di circa 350/400 gr., 4 spicchi d'aglio, prezzemolo, 30 gr. di pinoli,
4 pomodori pelati, 2 etti di olive di Gaeta, una manciata di uvetta sultanina, 1
cucchiaiata di capperi, pepe, sale, olio di oliva.
Alalonga in agrodolce
Ingredienti: 1 kg. di alalonga, 300 gr. di farina, 2 spicchi di aglio, un bicchiere di aceto,
2 cucchiai di zucchero, olio, sale e pepe.
L'alalonga dovra` essere tagliata a fette. Dopo avere infarinato le fette di pesce
friggetele nell'olio bollente.
Rosolate in tegame gli spicchi di aglio, unite l'aceto e lo zucchero ed appena la salsa
bolle. Versate la salsa sul pesce fritto.
Ingredienti: 750 gr. di polipetti, prezzemolo, 3 spicchi d'aglio, 2 limoni, olio, sale e
pepe.
Pulite e lavate i polipetti. Lessateli in acqua salata gia' bollente per circa un'ora.
Scolateli e tagliateli a pezzetti. Conditeli con succo di limone, olio, prezzemolo, aglio
tritato, sale e pepe.
Polipetti affogati
(purpiteddri affucati)
Ingredienti: 750 gr. di polpetti, 2 pomodori maturi, 1 cipolla piccola, origano, olio e
sale.
Pulite e lavate i polipetti, affettate finemente la cipolla, pelate i pomodori e tagliateli a
pezzettini. Insieme ad un po' d'olio mettete tutto quanto a cucinare, dapprima a fuovo
vivo (mescolando) e poi smorzando. Dopo circa 10 minuti, aggiungete acqua calda (fin
quasi a coprire i polipetti), aggiustate di sale ed agiungete un po' di origano. Cucinate a
fuoco basso per circa mezzora. E' opportuno fare un taglio alla testa dei polpetti in
modo tale che fuoriesca, durante la cottura lu nivuru (il nero) del polpo. Il sughetto
risultera' piu' saporito.
('nvoltini di tunnu)
Ingredienti: 800 gr. di tonno tagliato a fettine, salvia, alloro, rosmarino, peperoncino, 2
pomodori maturi, 2 spicchi d'aglio, un mazzetto di prezzemolo, 1 cucchiaio di aceto,
origano, olio di olive, sale e pepe.
Tagliate il tonno a fette sottili. Avvolgete le fettine su se stesse insaporite all'inerno con
pezzetti di salvia, alloro, rosparino e peperoncino. Chiudete l'involtino con uno
stecchino ed arrostitelo bagnato d'olio sulla brace o al forno. Preparate intanto una salsa
pestando nel mortaio l'aglio, il pomodoro ed il prezzemolo, e condite con olio, sale, un
cucchiaio d'aceto, origano e pepe. Versate sugli involtini appena tolti dal fuoco.
Polpette di pesce
(koftas)
Ingredienti: 1 kg. di baccala` gia' ammollato, 1 cipolla, estratto di pomodoro, 100 gr. di
uva passa, pepe.
Lessate il baccala`, toglietelo dal tegame e pulitelo togliendo con cura la pelle e le
spine. Mettete a soffriggere in tegame la cipolla tagliata a fette sottili ed appena sara`
bionda aggiungete un cucchiaio abbondante di estratto e scioglietela con un po` di
acqua tiepida. Versate anche le passole e non appena il sugo si sara` insaporito,
impostate in tegame il baccala` a pezzetti. lasciate cuocere per circa 20 minuti a
fiamma lentissima senza rimestare. A fine cottura assaggiate la pietanza, condite col
pepe ed aggiungete un pizzico di zucchero nel caso che la salsa sia aspra.
(brusciuluni)
Ingredienti: una fetta di carne rotonda di circa 20 cm. di diametro e del peso di circa
500 gr. ben spianata, 2 uova sode, 100 gr. di pecorino fresco (o caciocavallo), 50 gr. di
salame (o pancetta), 50 gr. di caciocavallo (o parmigiano) grattugiato, 50 gr. di
passoline e pinoli, 200 gr. di pangrattato, mezza cipolla, 100 gr. di sugna, 200 gr. di
estratto di pomodoro, mezzo bicchiere di vino rosso.
Disponete la fetta di carne ben spianata sulla tavola di marmo. Ungetela con un po` di
sugna e versatevi sopra il pangrattato mescolato al caciocavallo grattugiato, alle
passoline ed i pinoli, le uova sode tagliate a fette, saleme e formaggio fresco tagliato a
pezzetti, sale e pepe. Arrotolate la carne su se` stessa, avendo cura che il condimento
resti tutto all'interno. Legate con lo spago, dapprima nel senso della lunghezza e poi
dalla parte corta, stringendo bene e dando al brusciuluni una forma omogenea.
Rosolate a fuoco vivo nella sugna, poi togliete il brusciuluni e nello stesso tegame fate
soffriggere la cipolla e sciogliere l'estratto di pomodoro, con l'aggiunta di qualche sorso
di acqua tiepida, fino a che non sia ridotto in crema. Sfumate col vino, rimettete la
carne in tegame, copritela per meta` d'acqua e lasciate cuocere a fuoco basso per circa
un ora e mezza. Appena cotto, togliete il brusciuluni dal tegame e lasciatelo raffreddare
completamente prima di tagliarlo a fette non troppo sottili. Disponete le fette in un
piatto e versatevi sopra il sugo bollente prima di servirlo.
Malalìa d'amuri
(zuppa di maiale)
Quel giorno Taninè aveva deciso d'esibirsi in un piatto strepitoso che, chissà perché,
si chiamava "malalìa d'amuri". Chissà perché: infatti non c'era possibilità che quella
zuppa di maiale (polmone, fegato, milza e carne magra), da mangiarsi con fette di pan
tostato, avesse attinenza col mal d'amore, semmai col mal di panza.
Attuppateddri al sugo
Attuppateddri, cioè quelle piccole chiocciole marrone chiaro che quando cadevano in
letargo secernevano un umore che solidificava diventando una sfoglia bianca che
serviva a chiudere, attuppare appunto, l'entrata del guscio.
(Agneddu a` cacciatura)
Ingredienti: 2 kg. di agnello, 100 gr. di estratto di pomodoro, 100 gr. di olive verdi, 50
gr. di capperi, 2 cuori di sedano, 1 bicchiere di vino rosso, prezzemolo, 1 cipolla, olio
di olive, sale e pepe.
In un tegame soffriggete la cipolla affettata con il prezzemolo tritato, unite i pezzi di
agnello, lavati ed asciugati e lasciate rosolare per un paio di minuti. Aggiungete il vino
rosso e lasciate evaporare, quindi l'estartto di pomodoro; allungate con acqua, condite
con sale e pepe e continute la cottura per una decina di minuti. Quindi unite le olive
snocciolate, i capperi ed il sedano tagliato a pezzetti. Continuate la cottura per circa
mezz'ora, allungando con acqua se necessario.
Sarde a beccafico
E` una delle specialita' siciliane piu' rinomate. Di chiara influenza araba, nasce nel
palermitano.
Ingredienti: 1,200 kg. di sarde a linguata, 200 gr. di pangrattato, 4 acciughe sott'olio,
100 gr. di passoline e pinoli, foglie di alloro, 1 limone, un'arancia, un cucchiaino di
zucchero, olio di oliva, sale e pepe.
Abbrustolite il pangrattato in una padella, senza olio a fiamma bassissima,
rimescolando sempre in modo che non si attacchi al fondo. Appena sara' dorata condite
con olio e aggiungete le acciughe sciolte a vapore, le passoline, i pinoli ed un pizzico di
sale. Pulite le sarde a linguata, togliete cioe`la testa e le lische, ma non le code.Apritele
a libro sul tavolo di marmo e riempitele con un cucchiaio della mollica condita.
Arrotolate ogni sarda su se stessa in modo che la coda resti in alto ed impostatele, l'una
accanto all'altra in una teglia unta di olio, alternandole con le foglie di alloro. Riempite
la teglia, condite con sale e pepe, una spolverata di zucchero, un filino d'olio e versate
sulle sarde il succo dell'arancia e del limone spemuti. Passate a forno caldo per circa 10
minuti. Servite fredde.
(Cassatedde)
Ingredienti per la pasta: 500 gr. di farina, un bicchiere di latte, 50 gr. di strutto, 2 uova,
un cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale.
Ingredienti per il ripieno: 500 gr. di ricotta, una bustina di vaniglia, 250 gr. di zucchero,
cannella, cacao, olio.
Impastate la farina con le uova, il latte, lo strutto, lo zucchero ed un pizzico di sale,
lavorate bene l'impasto fino ad ottenere una pasta morbida; lasciate riposare mezzora e
poi stendete una sfoglia. Ritagliate con una rondella o con uno stampo tanti cerchi
(della dimenzione di un piattino da tazza di te`) su cui metterete la ricotta, lavorata con
lo zucchero, la vaniglia, un pizzico di cannella e di cacao. Fate tanti fagottini e friggete
in olio bollente. Lasciate raffreddare e spolverare con un po' di zucchero e cacao.
Cannoli
Ingredienti per la crema di ricotta: 1 kg. di ricotta fresca di pecora, 600 gr. di zucchero,
100 gr. di zuccata, una bustina di vaniglia, 200 gr. di cioccolato fondente, 100 gr. di
scorza d'arancia candita.
Lavorate bene con una forchetta, in una terrina, la ricotta, lo zucchero e la vaniglia,
aggiungendo qualche sorso di latte se la ricotta e' un po` asciutta. Quando il composto
sara` omogeneo passate a setaccio, in modo che la crema risulti liscia e senza grumi.
Condite con cioccolatto, zuccata a pezzetti e la scorzetta d'arancia.
Con le dosi indicate si otterranno 20 gusci di cannoli che andranno riempiti con la
crema di ricotta. A Catania e Messina i cannoli sono riempiti anche con crema gialla o
di cioccolato. I piu' famosi cannoli siciliani, giganteschi e squisiti, sono quelli di Piana
degli Albanesi.
Ingredienti per la scorza: 200 gr. di farina per dolci, 2 cucchiaini di zucchero, 20 gr. di
sugna, 2 cucchiai di marsala, 2 cucchiaini di cacao, un pizzico di sale, olio.
Granita di limone
Granita di caffè
Sorbetto di gelsomino
Dalla parola araba "sciarbat" ecco il sorbetto che a sua volta darà vita alla granita. Uno
dei gusti più particolari è senz'altro il gelsomino, o scursunera.
Frutta di martorana
La pasta riali o "martorana" prende il nome dal convento palermitano dove per anni e
anni s'è preparata la specialità. Si tratta di pasta di mandorle di prima qualità pestate e
unite allo zucchero con un po' di acqua di cannella. L'insieme cuoce in un recipiente di
rame non stagnato per poi essere forgiato, grazie alla sua morbidezza, con le mani
come fosse creta. Proprio per tale caratteristica è possibile dare ai dolci forme e colori
di oggetti del vivere quotidiano, prima fra tutti la frutta. Al pari di una surrealistica
"natura morta" dominata da mandorle e zucchero.
Cassata
La cassata (da "quasat" che vuol dire "scodella" nel linguaggio magrebino) è la classica
squisitezza del tempo pasquale: ricotta freschissima, zucchero a velo, vaniglia creano
la crema che deve essere arricchita da tocchetti di cioccolata e dadini di frutta candita.
Un piacevole tesoro racchiuso dal pan di Spagna.
Gelato di campagna
Coloratissimo impasto di zucchero che niente aveva a che fare con il gelato vero e
proprio.
Cubàita
Esistono diverse varianti, per esempio: al burro (con besciamella e prosciutto) e agli
spinaci (per i vegetariani).
Panelle
Càlia e simenza
Si usa mettere in tavola alla fine del pranzo, come "passatempo", insieme ad arachidi
caliàte, noci, mandorle, frutta secca in genere. L'insieme è chiamato scaccio.
In alternativa, si può consumare per strada in confezioni "da passeggio" (coppi); il
commissario Montalbano ne è gran consumatore durante le sue passeggiate "di
riflessione" al porto di Vigàta.
Tinnirume
Per 4 persone.
Ingredienti: 600 gr. di gamberetti, 1 manciata di prezzemolo tritato, 2 limoni, olio di
oliva extravergine, sale, pepe in grani.
Lessare i gamberetti in acqua salata, dopo averli sgusciati e lavati in acqua corrente.
Scolateli e lasciateli raffreddare.
Disponeteli in un piatto di portata, cospargeteli con il prezzemolo tritato e conditeli con
olio di oliva extravergine, succo di limone, sale e pepe appena macinato e servite.
Per 4 persone.
Ingredienti: 1 Kg. di triglie, 2/3 limoni di media grandezza, ciuffetti di prezzemolo (un
mazzetto), farina, olio, sale.
'A munnizza
Ricetta della nonna di Andrea Camilleri, da lui stesso resa nota intervenendo alla
trasmissione radiofonica La Luna è di formaggio (RAI 2, 22 Gennaio 2000).
Si tratta di sovrapporre per strati successivi verdure cotte e verdure crude, condirle
con olio, aceto, sale, e poi mettervi dentro capperi, sarde salate, fette di arancio, fette
di patate bollite, uova sode, come un millefoglie di verdure. Consiglio di lasciarlo
riposare e mangiarlo il giorno dopo.
Segnalata da Salvia
Pappanozza
Petrafèrnula
Raprì il frigo e fece un nitrito di pura felicità. La cammarera Adelina gli aveva fatto
trovare due sauri imperiali con la cipollata, cena con la quale avrebbe certamente
passato la nottata intera a discuterci, ma ne valeva la pena. Per quartiarsi le spalle,
prima di principiare a mangiare volle assicurarsi se in cucinac'era il pacchetto del
bicarbonato, mano santa, mano biniditta. Assittato sulla verandina, si sbafò
coscienziosamente tutto, nel piatto restarono le resche e le teste dei pesci così puliziate
da parere reperti fossili.
Ingredienti: 500 gr. di cataneselle, 100 gr. di ricotta fresca, 50 gr. di lardo, 100 gr. di
pecorino grattugiato, olio, sale e pepe q.b.
In una casseruola con qualche cucchiaio d’olio far sciogliere il lardo ed insaporirlo con
un pizzico di pepe. A parte lavorare la ricotta con un cucchiaio di legno e qualche
cucchiaiata d’acqua ed incorporarla al lardo rimestando bene per amalgamare gli
ingredienti. Nel frattempo cuocere al dente la catanesella, scolarla e condirla col
condimento preparato. Prima di servire spolverizzarla con pecorino grattugiato.
Purpi a strascinasali
Il polpo a strascinasale o stricasale e' solo bollito in acqua salata e servito intero ( si
tratta di polpi piccolini,detti anche frajeddi ) con aggiunta solo di sale ed
eventualmente di limone. Alberto ( socio buongustaio )
Merluzzi bolliti
"Adelina gli aveva priparato un piatto da malati: merluzzi bolliti. Solo che erano
enormi, freschissimi e in numero di sei. Non li quadiò, gli piacivano friddi conditi con
oglio, poche gocce di limone e sale".
Fragaglia
con il termine "fragaglia", si intende quel misto di pesce minuto che rimane in fondo
alla rete, tipo trigliette, alici e merluzzetti, con i quali si prepara una frittura.
(consultazioni cibernetiche varie avvalorate da Adriana e dal socio buongustaio)
Ingredienti e Dosi per 4 persone: 1 coniglio 1 cipolla 1 sedano 200 gr di olive verdi 1
cucchiaio di capperi 1/2 kg di pomodori maturi 1 tazza di brodo Farina q.b. 1 bicchiere
di aceto 1 cucchiaio di miele Olio q.b. Sale e pepe.
Tagliate il coniglio a pezzi, lavatelo, asciugatelo ed infarinatelo. Mettete sul fuoco una
padella con olio e fate soffriggere i pezzi di coniglio lentamente, affinchè anche
l'interno sia ben cotto ed all'esterno prenda un bel colore dorato. Bagnate con l'aceto
nel quale precedentemente avevate diluito il miele e fate prendere sapore. A parte
preparate il condimento facendo soffriggere per 15 minuti una cipolla tagliata
finemente, il sedano a pezzetti, le olive snocciolate, il pomodoro a pezzetti, i capperi
dissalati, sale e pepe. Aggiungete una tazza di brodo e portate ad ebollizione nello
stesso tegame. Adagiatevi a questo punto i pezzi di coniglio ed il sugo ottenuto
precedentemente e fate cuocere per altri 15 minuti. Servite caldo. Buon Appetito!
Dopo aver preparato questo piatto seguendo alla lettera la ricetta di seguito riportata,
mi permetto di suggerire due cambiamenti: 1) non infarinate il coniglio, 2) sostituite la
tazza di aceto e miele con un buon bicchiere di vino bianco
Carla "Appena a casa, si precipitò a scoprire con una certa emozione quello che
l'estro di Adelina gli aviva priparato: dintra al forno trovò un inatteso, quanto
agognato, coniglio alla cacciatora"
Involtini di carne
Queste bracioline sono diffuse in tutta l'isola e per di più con pochissime varianti.
Fatevi preparare dal vostro macellaio delle fettibe ben spianate (circa 700 gr.) di carne
di manzo. Preparate il ripieno facendo appena abbrustolire 6 cucchiai di pangrattato nel
quale incorporate 2 cucchiai di pecorino grattugiato, 1 cucchiaio di pinoli ed i di uva
passa, 1 cipolla ben tritata, sale e pepe. Inumidite d'olio la parte interna delle fettine di
carne, disponetevi un poco del composto preparato, fatene delle piccole braciole che
infilzerete, tre alla volta, negli spiedini, alternandole con foglie di alloro e cipolla.
Cuoceteli alla piastra o, meglio nella carbonella. "Draceno" rosso è il vino che ci vuole
Costi 'mbriachi "ossia coste di maiale annegate nel vino e nello stratto di pummadoro"
Versare in una padella un po' d'olio, far rosolare lentamente la carne tagliata a pezzi e
metterla da parte. Nello stesso olio far soffriggere un battuto di cipolla e farlo dorare
uniformemente mescolandolo spesso per evitare che si bruci. Versare nel sugo mezzo
bicchiere di vino, aggiungere l'estratto di pomodoro e lavorare con la spatola di legno
fino a quando sarà ben sciolto. Versare il tutto in un tegame, aggiungere 1 litro di
acqua e fare cuocere per 5 minuti circa. Aggiungere la carne, le foglie di alloro, i
finocchi selvatici, l'aglio intero, sale e pepe. Continuare la cottura a fuoco lento fino a
quando la carne sarà ben cotta e il sugo denso, avendo l'accortezza di poggiare il
coperchio sul tegame in modo da lasciarlo socchiuso
Pollo bollito
"Rapruto il frigorifero, ebbe un'amare sorpresa. Adelina gli aviva sì rimesso in ordine
la casa, ma come mangiare gli aviva priparato solo mezzo pollo bollito. E che fitinzia
era? Quello era un piatto da malati! Da oglio santo addirittura." " S'assittò sulla
verandina e ingoiò il pollo lesso coll'aiuto di un intero barattolo di sottaceti."
Un ringraziamento particolare a Carla per il suo lavoro relativo al "giro di boa".
I profumi, i sapori, l'atmosfera e i segreti della cucina della casa di campagna a Porto
Empedocle sono entrati nelle pagine dei suoi libri e non per semplice caso. Ogni
squisitezza del ricettario di nonna Elvira ha la sua storia, anche i mitici arancini del
commissario Montalbano arrivano da lì. Svelare i misteri dei piatti della cuoca-
generalessa significa ritornare all'infanzia e alla prima conoscenza della sua
indimenticabile Sicilia
"E così lei vuole sapere da me la storia degli arancini di Montalbano, dei suoi polipetti
alla napoletana, dei suoi involtini di tonno arrostito. Vuole farmi arriminare in quella
zona della mia memoria dove sono sarbàti i profumi, gli aromi, i sapori, le atmosfere e
i segreti della tavola del commissario. Cioè della mia. E va bene, parliamone: questo è
un tema che puntualmente spalanca la porta della mia giovinezza, è un piccolo viaggio
nel tempo che faccio con piacere. Ma sappia che è una storia lunga, che principia
quando io - che oggi ho quasi ottant'anni - ero un picciliddro che aveva sì e no sette
anni. Ha voglia di sentirla? E allora s'assittasse. Da dove cominciamo? Senza dubbio
da mia nonna Elvira, che era la generalessa della cucina. Vede, la mia era una famiglia
numerosa, nella quale ognuno aveva il suo ruolo preciso. Mia madre e le sue sorelle,
che erano le classiche donne di casa siciliane, al momento opportuno avevano il
compito primario di assistere mia nonna Elvira. Una cuoca formidabile, sia chiaro. E
non solo: fu lei a farmi conoscere il mio primo libro, "Alice nel paese delle
meraviglie", leggendomelo capitolo dopo capitolo quando io non avevo ancora
imparato a leggere. Ma il suo regno era la cucina. A essere precisi, la cucina della casa
di campagna. La quale distava dalla casa di città - stiamo parlando di Porto Empedocle
- meno di un chilometro e mezzo. Un chilometro e mezzo di trazzera, però. Ora, in
quella casa c'era tutto, eppure bisognava portare sempre qualcos'altro: non ho mai
capito perché. Così si andava sulla trazzera col carretto, lentamente, e ogni volta,
puntualmente, mio nonno all'arrivo mormorava: "Mamma mia che viaggio terribile!".
A mia nonna piaceva fare il pane. Cominciava a famiare il forno, per portarlo a
temperatura, e intanto lavorava l'impasto con lo scanaturi. Alla fine, perché venissero
ben schiacciate, lei faceva un salto e si sedeva sopra lo scanaturi, spianando bene tutte
le forme prima di infornarle. A me toccava la scanatedda, un panino meraviglioso,
croccante e profumato. Lo aprivo col coltello, ci mettevo olio, pepe nero e pecorino e
lo mettevo nella pressa del nonno. Così questo panino, sciaff, diventava sottile sottile.
Io mi andavo a sedere sotto un albero di carrubo con la mia scanatedda spianata e
questo, a dieci anni, mi bastava e avanzava per essere felice. Poi c'era il rito degli
arancini. Gli arancini di Montalbano, certo. Mia nonna diceva che prepararli era
lungariusu, ci voleva tanto tempo. Perché bisognava preparare la carne, tanto di maiale
e tanto di vitello, spezzettandola col tagghiaturi, la mezzaluna. Ci voleva tempo. Si
aggiungevano i piselli, un po' di caciocavallo ragusano e qualche pezzettino di salame,
si impastava tutto in un pugno di riso e si passava l'arancino nell'uovo, nella farina e
nel pangrattato, per l'impanatura. Ma non si friggevano subito. No, bisognava aspettare
una notte, lasciarli riposare in pace. E il giorno dopo, a tavola, si vedeva com'erano
venuti. Perché il problema dell'arancino era il dosaggio, che non era mai lo stesso, e
dunque ogni volta mia nonna passava un esame. "Comu vinniru stavota?" domandava.
"Un tanticchia asciutti. L'autra vota erano megliu" rispondeva mio nonno. Un giorno li
fece in un modo davvero sublime, e io stavo per dirglielo. Mio zio Massimo mi diede
un cavuciu sotto la tavola. "Boniceddu" mi sussurrò. Ma perché?, gli domandai.
"Perché lei deve sempre superare se stessa: se tu le dai soddisfazione, è finita". Da
nonna Elvira ho imparato una ricetta speciale, un piatto inventato da lei e battezzato "a
munnizza". Il nome è buffo, d'accordo, ma il piatto è fantastico. Anche lei vuole
conoscere questa ricetta? E va bene. Ci vogliono otto o dieci verdure diverse, alcune
crude e altre cotte. Poi si prendono delle gallette e si copre il fondo della teglia affinché
assorbano l'eccesso di olio e di aceto. Si comincia con uno strato di verdure cotte, e lo
si copre con un altro strato di verdure crude. Poi ancora cotte, e di nuovo crude. Tanti
strati, insomma, finché non diventa una sorta di panettone coloratissimo. Che va
condito con olio, aceto e sale e ricoperto con acciughe, fette di arance amare, capperi,
olive verdi, patate, rape e uova sode a fette. Però bisogna mangiarlo il giorno dopo,
quando tutta questa roba si è amalgamata a dovere. Ogni volta che la rifaccio, assaporo
il piacere di tornare indietro nel tempo. Ho provato, le dico la verità, anche a ripetere
altre cose meravigliose della mia infanzia. Come prendere il pane caldo, andare dalla
capra e mungere il latte direttamente sulla fetta. Non ci sono mai riuscito. La verità è
che i sapori del passato sono irripetibili. Una volta, bevendo l'uovo appena fatto, ti
accorgevi subito se la gallina aveva sconfinato nel campo di trigonella. Oggi...
lasciamo stare. Parliamo d'altro. Del gelato, per esempio. A Porto Empedocle aveva il
suo tempio nel Caffè Castiglione, che aveva un segreto per i pezzi duri. Meravigliosi. Il
giorno che Mussolini passò da lì - fermandosi in tutto 15 minuti - gli offrirono proprio
il gelato del caffè Castiglione. Dopo un po' di tempo telefonarono da Roma alla
capitaneria di porto avvertendo che stava ammarando un idrovolante per caricare un
pozzo di gelato per il duce. Il gelato del Caffè Castiglione. Da quella volta, ogni sabato
si ripeteva l'operazione. Così, quando Mussolini inaugurò la prima autostrada italiana,
da Roma a Ostia, mio zio Riccardo che era antifascista disse a mio padre, fascistissimo:
"Pippi', lo sai picchì Mussolini fici 'sta strata? Picchì si scantava ca i gelati c'arrivavunu
squagliati". Poi venne la guerra, e il cibo cominciò a scarseggiare. Non era facile
neanche trovare il pesce. Mio padre una volta riuscì a comprare una partita di linguate,
che sarebbero le sogliole. Dunque organizzò una grande cena all'aperto e furono
invitati anche gli ufficiali amici suoi. Capitò che proprio nel momento in cui vennero
servite queste magnifiche linguate, suonò la sirena dell'allarme aereo. Fu un fuggi-
fuggi. I soldati alle mitragliatrici, gli altri nel rifugio. Mio padre non si mosse, restò
davanti alla sua linguata. Papà, gli chiesi mentre correvo verso il riparo, e gli aerei?
"Mi ni futtu" rispose. Quando uscimmo, lui era ancora lì, e s'era mangiato anche la mia
linguata: "Così impari a scantarti". Dell'arrivo degli americani ho un ricordo
nitidissimo. Mi venni a trovare a Serradifalco, proprio sulla linea difensiva tedesca.
Ogni giorno bombe e cannoneggiamenti. Si mangiavano due fave cotte e basta. Finché
una mattina sentii cantare gli uccelli. Niente bombe. Mi affacciai e vidi che i tedeschi
si erano ritirati. Ma la cosa che mi terrorizzò fu una specie di casa gigantesca che
avanzava in mezzo alla strada. Non avevo mai visto un carro armato così grande. Il
quale si scansò per far passare una jeep con un soldato di colore e, accanto a lui, in
piedi, un ufficiale con tre stelle sull'elmetto: era il generale Patton. Fece fermare la jeep
proprio davanti a me, perché aveva visto la tomba di un tedesco con una croce di legno
sopra. Scese, prese la croce e la spezzò. Poi diede un colpo allo sportello e la jeep
ripartì. Io ero pietrificato. E mi trovò così l'ultimo soldato del gruppo, uno con una
ghirlanda di bombe a mano attorno al collo. "Baciamo la mani paisà" mi disse.
"C'avissi pì casu un poco d'acitu, di chiddu nostru? Aiu a fare l'insalatedda o' mè
tenenti. A virduredda di campagna la truvai, e macari l'olio e il sale. Mi manca l'acitu.
Ce l'hai?". Ce l'ho, gli risposi, e mi misi a piangere. Lo so, venivano a liberarci dal
fascismo: ma per me, in quel momento, quei soldati erano degli invasori. Il soldato
tornò dopo due ore. Io gli diedi l'aceto e poi gli mostrai la croce spezzata da Patton. Lui
capì: "Come generale non ce n'è uguali. Come omo, è 'na cosa fitusa". Finita la guerra,
potemmo tornare alla casa di campagna. E nonna Elvira riprese il suo posto di
comando. Lei era la vera regina di quella casa, e aveva un rapporto speciale con le
cose. Parlava con gli oggetti, per dire. Una mattina la sentii parlare da sola, e sbirciai
attraverso la porta socchiusa. Si rivolgeva a una saliera del '700, una cosa meravigliosa.
"Tu sì 'na cosa fitusa" diceva. "Tu hai vistu mòriri a mè nonnu, hai visto mòriri a mè
patri, e ora si ccà e aspetti che moru io. Ma io ti futtu!". La prese e la buttò dalla
finestra: finì in mille pezzi, quella stupenda saliera. Era capace di inventarsi parole
nuove. "Zùnchisi", per esempio. Essere "zùnchisi", in quella casa, voleva dire essere
noioso, camurriùso. Gli estranei, ovviamente, non capivano. Cosa che capitò anche
quando arrivò da Milano la zia Franca, la donna che aveva appena sposato mio zio.
Deve sapere che, a Porto Empedocle, muoversi si dice cataminarsi. Perché il nostro
mòviti significa l'opposto: stai fermo. Ora, la povera zia Franca non poteva
immaginarlo. E alla fine del pranzo di famiglia organizzato per darle il benvenuto, si
alzò in piedi mostrando l'intenzione di dare una mano a sparecchiare. Un gesto di
cortesia, che naturalmente non poteva essere accettato. Così tutti cominciarono a
gridarle: "Mòviti, Franca!", "mòviti!", "mòviti!". Lei, intimidita, prese qualcosa e corse
verso la cucina. E solo allora scoprì che tutti volevano fermarla, intimandole "mòviti".
Tirò un sospiro di sollievo: "Per un attimo, confessò, mi sono chiesta dov'ero
capitata!". Mia nonna sorrideva, di queste cose. Era un personaggio unico, che riusciva
sempre a catturare l'attenzione. Quando la portammo in udienza da Papa Giovanni, a
un certo punto lui disse: "O trovate una sedia per questa signora o le do la mia". Era
felice di essere venuta a Roma. Mia moglie la portò a Tivoli, nella villa di Adriano.
Dopo averla vista, lei si appoggiò a una ringhiera, mormorando: "Tutto questo è
bellissimo". E morì.