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8.3.

2011

IPOTESI DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE O DI ASSEMBLEA DI COMUNITA’


DI VALLE IN PROVINCIA DI TRENTO
a) per dichiarare il servizio idrico come servizio di interesse generale;
b) per individuarne le modalità di gestione in riferimento alla forma gestionale
associata da acquisire nel quadro della Comunità di Valle

Considerazioni preliminari

Premessa

Durante l’anno 2010 sono circolate in Italia all’interno dei movimenti per l’acqua
bene comune diverse ipotesi di delibera di Consiglio comunale (o di altro ente
locale) per definire il servizio idrico civile come servizio privo di rilevanza
economica.

Questi schemi di delibera sono stati adattati per la situazione particolare della
Provincia autonoma di Trento e sono circolati anche in Trentino come ipotesi di
delibera di Consiglio comunale o di Assemblea di Comunità di Valle per definire il
servizio idrico civile come servizio privo di interesse economico 1.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 325/2010 e - per quanto riguarda il solo


Trentino - la legge finanziaria provinciale 2011 hanno tuttavia costituito un quadro
giuridico di riferimento nuovo in cui, secondo le opinioni prevalenti, il servizio idrico
sembra definitivamente qualificato come servizio di interesse economico (almeno
fino allo svolgimento dei referendum proposto contro le ultime norme statali di
privatizzazione).

Risulta quindi opportuno abbandonare almeno temporaneamente anche in Trentino


gli schemi di delibera in cui il servizio idrico è definito come servizio privo di
interesse economico o privo di rilevanza economica.

Tra gennaio e febbraio 2011 si è costituito presso la segreteria del Forum nazionale
dei movimenti per l’acqua un gruppo di lavoro che ha elaborato un nuovo modello
standard di delibera nazionale per modificare gli statuti comunali e provinciali in
direzione della dichiarazione del servizio idrico come servizio di interesse generale.

Gli elementi essenziali di questo standard sono utilizzabili anche in Trentino per una
modifica degli Statuti dei Comuni o degli Statuti delle Comunità di Valle per
affermare l’esclusione del servizio idrico da profitti di mercato, come primo
passaggio verso la sua gestione attraverso forme di diritto pubblico sotto il controllo
degli enti locali.

In ogni caso sembra sempre utile un intervento preliminare dei Consigli comunali
interessati alle prossime decisioni delle Comunità di Valle in materia di forma di
gestione del servizio idrico associato, allo scopo di influire su quelle decisioni.

1
In Trentino l’espressione “servizio pubblico locale di interesse economico” – specie dopo
l’approvazione della legge finanziaria provinciale 2011 e la conseguente piena riattivazione della LP n.
6/2004 - sostituisce quella di “servizio pubblico locale di rilevanza economica” impiegata nel resto del
paese.
Il punto di vista assunto in queste pagine è quello del sostegno alle ipotesi di
gestione pubblica del servizio idrico tuttora possibili in Trentino (gestioni in
economia da parte dei Comuni, gestioni tramite Aziende speciali) opportunamente
configurate per rispondere all’obbligo della gestione associata tramite la Comunità
di Valle. Non sono quindi prese in considerazione le possibilità di gestione del
servizio idrico mediante affidamenti a società per azioni a capitale misto pubblico-
privato o a capitale totalmente pubblico.

Il quadro normativo vigente in Trentino

Gli articoli 8 e 13 della Legge provinciale n. 3/2006 (Norme in materia di governo


dell'autonomia del Trentino), nel testo aggiornato con le modifiche introdotte dalla
Legge finanziaria provinciale 2011 (LP n. 27/2010), stabiliscono:

• sono trasferite ai Comuni, tra le altre, le funzioni amministrative in materia di


servizi pubblici d'interesse locale, in particolare in materia di servizi del ciclo
dell'acqua (servizi di acquedotto, fognatura e depurazione 2) (articolo 8, comma 4);
• queste funzioni devono essere di norma esercitate in forma associata mediante
la Comunità di Valle (articolo 8, comma 4);
• in qualche caso residuale, d’intesa con l'assemblea della Comunità di Valle, con
decreto del Presidente della Provincia possono essere individuati specifici compiti o
attività che possono essere mantenuti in capo ai singoli Comuni, nel rispetto del
principio di equivalenza dei costi e della qualità delle prestazioni 3 (articolo 8,
comma 7);
• salvi i casi in cui vi provvedono direttamente ai sensi del punto precedente, i
Comuni organizzano i servizi pubblici locali sulla base di ambiti territoriali
ottimali, che sono individuati mediante intesa definita tra Giunta Provinciale e
Consiglio delle autonomie locali nell’ambito della Conferenza permanente per i
rapporti tra la Provincia e le autonomie locali (articolo 13, commi 1 e 6) 4;
• in deroga a quanto previsto dal comma 6, il servizio pubblico di acquedotto può
essere gestito in un contesto territoriale inferiore rispetto all’ambito territoriale
ottimale a condizione che sia garantito il rispetto di parametri individuati con
deliberazione della Giunta provinciale. I predetti parametri possono consistere in
criteri qualitativi, tecnici ed economici (articolo 13, comma 6 ter introdotto
dall’articolo 23 della LP n. 27/2010, legge finanziaria provinciale 2011);

2
A specificazione e parziale correzione di quanto indicato nell’articolo 8, comma 4, e “fermo restando
quanto stabilito dal comma 7, la fase del servizio idrico integrato corrispondente alla depurazione è
gestita in un ambito unico di livello provinciale; la convenzione per la costituzione dell'autorità
competente per l'ambito unico (in tal caso l’autorità competente ha la forma di consorzio tra gli enti),
assicura l'integrazione della fase di depurazione con quelle di fognatura e di acquedotto; alla predetta
autorità è comunque riservata, anche mediante l'adozione di specifici piani, la determinazione delle
linee strategiche dell'approvvigionamento idrico e delle relative infrastrutture” (comma 7 bis,
trascurato da alcuni dei primi Statuti approvati che hanno continuato a prevedere il servizio idrico
come composto dalle funzioni di acquedotto, fognatura e depurazione) (cfr. anche articolo 39 quater).
3
La previsione può quindi riguardare anche il servizio idrico.
4
La definizione degli ambiti territoriali ottimali, ancora incompiuta alla metà di febbraio 2011: a)
potrebbe in teoria scavalcare la Comunità di Valle nella gestione del servizio collegata al territorio; b)
mediante l’assegnazione ad ambito territoriale diverso potrebbe isolare uno o più Comuni dalla
Comunità di riferimento costringendoli ad operare in convenzione con un altro ente (Consorzio). Non si
può neppure escludere che la Giunta provinciale voglia definire un ambito territoriale unico provinciale
per il servizio idrico, così come è già per il servizio di depurazione: in questo caso, comunque,
dovrebbe continuare a valere (salve modifiche legislative) la possibilità di gestire il servizio idrico in
contesti territoriali più limitati (cfr. articolo 13, comma 6 ter introdotto dall’articolo 23 della LP n.
27/2010, legge finanziaria provinciale 2011).

2
• i Comuni organizzano i servizi pubblici locali mediante la Comunità di Valle se il
territorio di questa coincide con l'ambito territoriale ottimale (in tal caso spetta
alla Comunità di Valle l'esercizio di tutte le funzioni amministrative e di governo
del servizio, comprese quelle di direttiva, d'indirizzo e di controllo) (articolo 13,
commi 1 e 2);
• i Comuni organizzano invece i servizi pubblici locali mediante convenzione
(stipulata dalla Comunità di Valle) se il territorio della Comunità di Valle
comprende territori di più Comunità o l'intero territorio provinciale (in tal caso
l'esercizio di tutte le funzioni amministrative e di governo del servizio spetta ad
un Consorzio di diritto pubblico 5 tra gli enti ovvero a un apposito organo,
individuato dalla convenzione, nel quale sono rappresentati tutti gli enti titolari
del servizio) (articolo 13, commi 1 e 2).

L’articolo 13, comma 3, della Legge provinciale n. 3/2006 stabilisce poi che i servizi
pubblici d'interesse economico sono organizzati e gestiti, nel rispetto del diritto
comunitario 6, secondo quanto previsto dalla stessa legge n. 3/2006 e dalla vigente
legislazione provinciale in materia.

Il rinvio a quest’ultima si risolve in sintesi nel rinvio all’intera disciplina posta dagli
articoli 10 e 11 della Legge provinciale n. 6/2004 come modificata dalla legge
finanziaria provinciale 2011.

In particolare il comma 7 dell’articolo 10 (Disposizioni generali in materia di servizi


pubblici rientranti nelle materie di competenza provinciale) della LP n. 6/2004
stabilisce che il servizio idrico può avere le seguenti forme, fermo restando che
ciascuna di esse va adeguata e configurata coerentemente con l’obbligo della
gestione associata tramite la Comunità di Valle:

• gestione in economia da parte dell’ente locale competente;


• affidamento a soggetti individuati attraverso l'espletamento di gara pubblica e
per periodi determinati;
• affidamento diretto (senza gara) a società di capitali a capitale misto pubblico e
privato nelle quali il socio privato venga scelto con gara pubblica e allo stesso sia
attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento;
• affidamento diretto (senza gara) a società di capitali a capitale pubblico, a
condizione che l'ente o gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla
società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società
realizzi la parte più importante della propria attività con l'ente o gli enti pubblici
che la controllano;
• affidamento diretto (senza gara) ad aziende pubbliche o a enti pubblici
economici costituiti dagli enti titolari del servizio secondo i rispettivi ordinamenti
e che realizzino la parte più importante della propria attività con l'ente o gli enti
pubblici di riferimento.
5
Secondo il comma 2 bis: “Sono organi del consorzio … l'assemblea, il presidente eletto nel suo seno
e, se occorre, il revisore dei conti. Le attribuzioni degli organi, le modalità del loro funzionamento, le
modalità dell'esercizio delle funzioni sono disciplinate dallo statuto del consorzio. Al consorzio si
applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste per la comunità in materia di bilancio,
contabilità, personale e controllo sugli organi”.
6
Il diritto comunitario non vincola gli Stati a forme specifiche di gestione dei servizi pubblici; li vincola
solo a rispettare le regole della concorrenza nell’ipotesi che essi decidano di porre quei servizi sul
mercato, come ha fatto l’Italia. Il riferimento della norma provinciale al rispetto del diritto comunitario
appare neutro rispetto alla pretesa, infondata, dell’articolo 23 bis del Decreto-legge nazionale n.
112/2008 (conv. con legge n. 133/2008 e modificato con l’art. 15 del Decreto-legge n. 135/2009
conv. legge n. 166/2009) di adempiere ad un obbligo di diritto comunitario (così anche la Corte
Costituzionale, sent. n. 325/2010).

3
Il contenuto dello schema di delibera allegato

E’ dunque ancora oggi possibile in Provincia di Trento operare una modifica degli
Statuti comunali e degli Statuti delle Comunità di Valle per escludere il servizio
idrico da profitti di mercato.

Contestualmente a tale modifica, è comunque opportuno che Comuni e Comunità di


Valle precisino quali sono le forme di gestione prescelte per il servizio idrico come
servizio di interesse generale scegliendo tra la gestione in economia o l’Azienda
speciale e tenendo conto dei principi e delle modalità che l’ordinamento
costituzionale e l’ordinamento provinciale prevedono a proposito della natura e delle
variazioni di tali Statuti 7.

Infine i Comuni e le Comunità di Valle competenti, utilizzando i poteri di


organizzazione e di associazione previsti dall’ordinamento provinciale, non avranno
difficoltà a configurare l’insieme delle gestioni dirette o l’Azienda speciale con un
assetto consortile o associativo e comunque corrispondente alla dimensione
territoriale unitaria in cui il servizio idrico privo di interesse economico andrà ad
essere erogato: ottenendo così, quando necessario, il superamento delle difficoltà
delle singole gestioni dirette in economia separate tra loro e realizzando quelle
economie di scala e quella dimensione industriale di cui c’è comunque bisogno (ma
che a torto sono ritenute caratterizzare le sole gestioni privatizzate).

G. Poliandri, TN, 8.3.2011

7
In Provincia di Trento cfr. per esempio: a proposito degli Statuti comunali l’articolo 1, comma 4, e gli
articoli 3-4 della Legge regionale n. 1/1993; a proposito degli Statuti di Comunità di Valle l’articolo 14
della Legge provinciale n. 3/2006.

4
Ipotesi di delibera
[il carattere # indica dati da riempire o alternative su cui decidere]

Comune di #####
Comunità di Valle ####

Verbale di deliberazione n. ## del ##.##.####

Oggetto: Natura e forme di gestione del servizio idrico

# Il Consiglio Comunale
# L’Assemblea di Comunità di Valle

PREMESSO CHE

l'acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui
disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi;
l’acqua pertanto è un bene comune sociale destinato ad usi collettivi, non un
prodotto commerciale;
l’acqua è un bene esauribile e va usato con rigorosa attenzione per gli equilibri
ambientali;
l’accesso all’acqua in quantità e qualità sufficienti non è un bisogno ma un diritto
inalienabile, indivisibile ed inviolabile di tutti gli esseri umani, da garantire secondo
principi di democrazia, equità, solidarietà, giustizia, rispetto per la dignità umana;
il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;
l’accesso all’acqua per il consumo umano deve essere assicurato attraverso servizi
pubblici a carico della fiscalità generale controllati in modo partecipato dalle
comunità locali, definiti quali servizi pubblici locali di interesse generale, esclusi da
processi di privatizzazione, esclusi dal mercato e da profitti di mercato, vincolati alla
necessità di garantire a tutti i cittadini l’accesso all’acqua e vincolati all’equilibrio tra
costi e ricavi tenendo comunque conto delle esigenze delle fasce sociali più deboli;
in Provincia di Trento i servizi pubblici locali possono essere organizzati - ai sensi
dello Statuto Speciale e della Legge provinciale n. 6/2004 e successive integrazioni
e modifiche – anche direttamente in economia dagli enti locali competenti ovvero
mediante affidamento diretto ad Aziende pubbliche o a enti pubblici economici
costituiti dagli enti titolari del servizio secondo i rispettivi ordinamenti;
le gestioni dirette in economia e le Aziende pubbliche o gli enti pubblici economici
debbono essere costituiti in forma associata tramite la Comunità di Valle e possono
quindi avere assetto associato o consortile;
il servizio pubblico locale del ciclo dell’acqua va organizzato con riferimento
all’ambito territoriale ottimale definito;

DELIBERA

che l'acqua è un bene pubblico comune sociale e che l'accesso all'acqua è un diritto
umano universale, indivisibile, inalienabile, non assoggettabile a regole di mercato
e ad azioni speculative;

che il servizio idrico di propria competenza è un servizio pubblico di interesse


generale e di ambito locale, escluso da processi di privatizzazione e da profitti di
mercato, poiché - in attuazione della Costituzione italiana, in armonia con lo Statuto
speciale per il Trentino Alto Adige e con i principi comunitari - le finalità di coesione
economica-sociale e territoriale, di solidarietà, di protezione dell'ambiente e della

5
salute, anche in considerazione delle peculiarità locali, non possono essere
realizzate sul proprio territorio attraverso il mercato e secondo le regole della
concorrenza;

che la gestione del servizio idrico integrato deve essere quindi svolta da un
soggetto di diritto pubblico;

che a regime deve essere assicurato il diritto di ogni abitante del territorio
provinciale alla disponibilità domestica gratuita di un quantitativo minimo vitale
giornaliero per persona;

# ALTERNATIVA 1
che la forma migliore per l’organizzazione del servizio idrico sono le gestioni dirette
in economia da parte dei Comuni della Comunità di Valle, opportunamente
organizzate in forma associata tramite la stessa Comunità di Valle mediante
convenzione tra tutti i Comuni interessati;

# ALTERNATIVA 2
che la forma migliore per l’organizzazione del servizio idrico consiste
nell’affidamento ad una Azienda pubblica speciale di natura consortile da parte dei
Comuni della Comunità di Valle, tramite la stessa Comunità di Valle;

# ALTERNATIVA 3
che la forma migliore per l’organizzazione del servizio idrico consiste in una
combinazione – nella configurazione specificata di seguito - tra gestioni dirette in
economia da parte dei seguenti Comuni della Comunità di Valle, opportunamente
organizzate in forma associata tramite la stessa Comunità di Valle mediante
convenzione tra i Comuni interessati, e l’affidamento ad una Azienda pubblica
speciale di natura consortile da parte degli altri Comuni della Comunità di Valle,
tramite la stessa Comunità di Valle;

# SPEFICICARE I CONTENUTI DELLA EVENTUALE ALTERNATIVA 3

# SOLO SE RICORRONO LE CONDIZIONI 8 # che sono avviate tutte le procedure


necessarie per la ripubblicizzazione più rapida possibile del servizio idrico;

che è avviata una verifica sullo stato e le condizioni di erogazione del servizio idrico
all’utenza;

che sono avviate le seguenti azioni per promuovere nel proprio territorio una
cultura di salvaguardia della risorsa idrica attraverso:
a) informazione della cittadinanza sugli aspetti ambientali e gestionali che
riguardano l'acqua;
b) contrasto all’uso delle acque imbottigliate e promozione dell'utilizzo dell'acqua
dell'acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici pubblici e dalle
mense scolastiche;
c) promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio
Idrico, con incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché di studi per
l'introduzione dell'impianto idrico duale;

8
Si intende che un effettivo processo di ripubblicizzazione andrebbe avviato soltanto nelle aree dove
esistono gestioni del servizio idrico affidate a SpA per azioni totalmente pubbliche e a capitale misto
pubblico-privato, dedicando particolare attenzione al contenuto delle convenzioni di affidamento, dei
contratti di servizio, alle scadenze pattuite, alle condizioni previste per le risoluzioni anticipate, ecc.

6
d) promozione della riduzione dei consumi e relativa rimodulazione delle tariffe;
e) informazione sulla qualità dell’acqua distribuita dal Servizio Idrico con
pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche;

che il Comune di ##### [la Comunità di Valle ######] aderisce ai due


referendum per l'acqua pubblica ammessi dalla Corte Costituzionale con le
sentenze nn. 24 e 26 del 2011 e li sostiene attivamente sul proprio territorio con
ogni iniziativa utile a raggiungere la vittoria dei SI, dichiarando anche il Comune
di ### [la Comunità di Valle ######] “COMUNE [COMUNITÀ DI VALLE] PER
IL SI' ALL’ACQUA PUBBLICA” riportando dove possibile tale dichiarazione su
appositi cartelli installati vicino allo stemma del Comune [della Comunità di
Valle];

che i paragrafi uno, due e tre del presente deliberato sono inseriti nello Statuto
comunale [nello Statuto della Comunità di Valle] all’articolo ##

che sono avviate immediatamente tutte le procedure necessarie per la realizzazione


di questa delibera.

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