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2011
Considerazioni preliminari
Premessa
Durante l’anno 2010 sono circolate in Italia all’interno dei movimenti per l’acqua
bene comune diverse ipotesi di delibera di Consiglio comunale (o di altro ente
locale) per definire il servizio idrico civile come servizio privo di rilevanza
economica.
Questi schemi di delibera sono stati adattati per la situazione particolare della
Provincia autonoma di Trento e sono circolati anche in Trentino come ipotesi di
delibera di Consiglio comunale o di Assemblea di Comunità di Valle per definire il
servizio idrico civile come servizio privo di interesse economico 1.
Tra gennaio e febbraio 2011 si è costituito presso la segreteria del Forum nazionale
dei movimenti per l’acqua un gruppo di lavoro che ha elaborato un nuovo modello
standard di delibera nazionale per modificare gli statuti comunali e provinciali in
direzione della dichiarazione del servizio idrico come servizio di interesse generale.
Gli elementi essenziali di questo standard sono utilizzabili anche in Trentino per una
modifica degli Statuti dei Comuni o degli Statuti delle Comunità di Valle per
affermare l’esclusione del servizio idrico da profitti di mercato, come primo
passaggio verso la sua gestione attraverso forme di diritto pubblico sotto il controllo
degli enti locali.
In ogni caso sembra sempre utile un intervento preliminare dei Consigli comunali
interessati alle prossime decisioni delle Comunità di Valle in materia di forma di
gestione del servizio idrico associato, allo scopo di influire su quelle decisioni.
1
In Trentino l’espressione “servizio pubblico locale di interesse economico” – specie dopo
l’approvazione della legge finanziaria provinciale 2011 e la conseguente piena riattivazione della LP n.
6/2004 - sostituisce quella di “servizio pubblico locale di rilevanza economica” impiegata nel resto del
paese.
Il punto di vista assunto in queste pagine è quello del sostegno alle ipotesi di
gestione pubblica del servizio idrico tuttora possibili in Trentino (gestioni in
economia da parte dei Comuni, gestioni tramite Aziende speciali) opportunamente
configurate per rispondere all’obbligo della gestione associata tramite la Comunità
di Valle. Non sono quindi prese in considerazione le possibilità di gestione del
servizio idrico mediante affidamenti a società per azioni a capitale misto pubblico-
privato o a capitale totalmente pubblico.
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A specificazione e parziale correzione di quanto indicato nell’articolo 8, comma 4, e “fermo restando
quanto stabilito dal comma 7, la fase del servizio idrico integrato corrispondente alla depurazione è
gestita in un ambito unico di livello provinciale; la convenzione per la costituzione dell'autorità
competente per l'ambito unico (in tal caso l’autorità competente ha la forma di consorzio tra gli enti),
assicura l'integrazione della fase di depurazione con quelle di fognatura e di acquedotto; alla predetta
autorità è comunque riservata, anche mediante l'adozione di specifici piani, la determinazione delle
linee strategiche dell'approvvigionamento idrico e delle relative infrastrutture” (comma 7 bis,
trascurato da alcuni dei primi Statuti approvati che hanno continuato a prevedere il servizio idrico
come composto dalle funzioni di acquedotto, fognatura e depurazione) (cfr. anche articolo 39 quater).
3
La previsione può quindi riguardare anche il servizio idrico.
4
La definizione degli ambiti territoriali ottimali, ancora incompiuta alla metà di febbraio 2011: a)
potrebbe in teoria scavalcare la Comunità di Valle nella gestione del servizio collegata al territorio; b)
mediante l’assegnazione ad ambito territoriale diverso potrebbe isolare uno o più Comuni dalla
Comunità di riferimento costringendoli ad operare in convenzione con un altro ente (Consorzio). Non si
può neppure escludere che la Giunta provinciale voglia definire un ambito territoriale unico provinciale
per il servizio idrico, così come è già per il servizio di depurazione: in questo caso, comunque,
dovrebbe continuare a valere (salve modifiche legislative) la possibilità di gestire il servizio idrico in
contesti territoriali più limitati (cfr. articolo 13, comma 6 ter introdotto dall’articolo 23 della LP n.
27/2010, legge finanziaria provinciale 2011).
2
• i Comuni organizzano i servizi pubblici locali mediante la Comunità di Valle se il
territorio di questa coincide con l'ambito territoriale ottimale (in tal caso spetta
alla Comunità di Valle l'esercizio di tutte le funzioni amministrative e di governo
del servizio, comprese quelle di direttiva, d'indirizzo e di controllo) (articolo 13,
commi 1 e 2);
• i Comuni organizzano invece i servizi pubblici locali mediante convenzione
(stipulata dalla Comunità di Valle) se il territorio della Comunità di Valle
comprende territori di più Comunità o l'intero territorio provinciale (in tal caso
l'esercizio di tutte le funzioni amministrative e di governo del servizio spetta ad
un Consorzio di diritto pubblico 5 tra gli enti ovvero a un apposito organo,
individuato dalla convenzione, nel quale sono rappresentati tutti gli enti titolari
del servizio) (articolo 13, commi 1 e 2).
L’articolo 13, comma 3, della Legge provinciale n. 3/2006 stabilisce poi che i servizi
pubblici d'interesse economico sono organizzati e gestiti, nel rispetto del diritto
comunitario 6, secondo quanto previsto dalla stessa legge n. 3/2006 e dalla vigente
legislazione provinciale in materia.
Il rinvio a quest’ultima si risolve in sintesi nel rinvio all’intera disciplina posta dagli
articoli 10 e 11 della Legge provinciale n. 6/2004 come modificata dalla legge
finanziaria provinciale 2011.
3
Il contenuto dello schema di delibera allegato
E’ dunque ancora oggi possibile in Provincia di Trento operare una modifica degli
Statuti comunali e degli Statuti delle Comunità di Valle per escludere il servizio
idrico da profitti di mercato.
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In Provincia di Trento cfr. per esempio: a proposito degli Statuti comunali l’articolo 1, comma 4, e gli
articoli 3-4 della Legge regionale n. 1/1993; a proposito degli Statuti di Comunità di Valle l’articolo 14
della Legge provinciale n. 3/2006.
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Ipotesi di delibera
[il carattere # indica dati da riempire o alternative su cui decidere]
Comune di #####
Comunità di Valle ####
# Il Consiglio Comunale
# L’Assemblea di Comunità di Valle
PREMESSO CHE
l'acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui
disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi;
l’acqua pertanto è un bene comune sociale destinato ad usi collettivi, non un
prodotto commerciale;
l’acqua è un bene esauribile e va usato con rigorosa attenzione per gli equilibri
ambientali;
l’accesso all’acqua in quantità e qualità sufficienti non è un bisogno ma un diritto
inalienabile, indivisibile ed inviolabile di tutti gli esseri umani, da garantire secondo
principi di democrazia, equità, solidarietà, giustizia, rispetto per la dignità umana;
il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;
l’accesso all’acqua per il consumo umano deve essere assicurato attraverso servizi
pubblici a carico della fiscalità generale controllati in modo partecipato dalle
comunità locali, definiti quali servizi pubblici locali di interesse generale, esclusi da
processi di privatizzazione, esclusi dal mercato e da profitti di mercato, vincolati alla
necessità di garantire a tutti i cittadini l’accesso all’acqua e vincolati all’equilibrio tra
costi e ricavi tenendo comunque conto delle esigenze delle fasce sociali più deboli;
in Provincia di Trento i servizi pubblici locali possono essere organizzati - ai sensi
dello Statuto Speciale e della Legge provinciale n. 6/2004 e successive integrazioni
e modifiche – anche direttamente in economia dagli enti locali competenti ovvero
mediante affidamento diretto ad Aziende pubbliche o a enti pubblici economici
costituiti dagli enti titolari del servizio secondo i rispettivi ordinamenti;
le gestioni dirette in economia e le Aziende pubbliche o gli enti pubblici economici
debbono essere costituiti in forma associata tramite la Comunità di Valle e possono
quindi avere assetto associato o consortile;
il servizio pubblico locale del ciclo dell’acqua va organizzato con riferimento
all’ambito territoriale ottimale definito;
DELIBERA
che l'acqua è un bene pubblico comune sociale e che l'accesso all'acqua è un diritto
umano universale, indivisibile, inalienabile, non assoggettabile a regole di mercato
e ad azioni speculative;
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salute, anche in considerazione delle peculiarità locali, non possono essere
realizzate sul proprio territorio attraverso il mercato e secondo le regole della
concorrenza;
che la gestione del servizio idrico integrato deve essere quindi svolta da un
soggetto di diritto pubblico;
che a regime deve essere assicurato il diritto di ogni abitante del territorio
provinciale alla disponibilità domestica gratuita di un quantitativo minimo vitale
giornaliero per persona;
# ALTERNATIVA 1
che la forma migliore per l’organizzazione del servizio idrico sono le gestioni dirette
in economia da parte dei Comuni della Comunità di Valle, opportunamente
organizzate in forma associata tramite la stessa Comunità di Valle mediante
convenzione tra tutti i Comuni interessati;
# ALTERNATIVA 2
che la forma migliore per l’organizzazione del servizio idrico consiste
nell’affidamento ad una Azienda pubblica speciale di natura consortile da parte dei
Comuni della Comunità di Valle, tramite la stessa Comunità di Valle;
# ALTERNATIVA 3
che la forma migliore per l’organizzazione del servizio idrico consiste in una
combinazione – nella configurazione specificata di seguito - tra gestioni dirette in
economia da parte dei seguenti Comuni della Comunità di Valle, opportunamente
organizzate in forma associata tramite la stessa Comunità di Valle mediante
convenzione tra i Comuni interessati, e l’affidamento ad una Azienda pubblica
speciale di natura consortile da parte degli altri Comuni della Comunità di Valle,
tramite la stessa Comunità di Valle;
che è avviata una verifica sullo stato e le condizioni di erogazione del servizio idrico
all’utenza;
che sono avviate le seguenti azioni per promuovere nel proprio territorio una
cultura di salvaguardia della risorsa idrica attraverso:
a) informazione della cittadinanza sugli aspetti ambientali e gestionali che
riguardano l'acqua;
b) contrasto all’uso delle acque imbottigliate e promozione dell'utilizzo dell'acqua
dell'acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffici pubblici e dalle
mense scolastiche;
c) promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio
Idrico, con incentivazione dell'uso dei riduttori di flusso, nonché di studi per
l'introduzione dell'impianto idrico duale;
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Si intende che un effettivo processo di ripubblicizzazione andrebbe avviato soltanto nelle aree dove
esistono gestioni del servizio idrico affidate a SpA per azioni totalmente pubbliche e a capitale misto
pubblico-privato, dedicando particolare attenzione al contenuto delle convenzioni di affidamento, dei
contratti di servizio, alle scadenze pattuite, alle condizioni previste per le risoluzioni anticipate, ecc.
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d) promozione della riduzione dei consumi e relativa rimodulazione delle tariffe;
e) informazione sulla qualità dell’acqua distribuita dal Servizio Idrico con
pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche;
che i paragrafi uno, due e tre del presente deliberato sono inseriti nello Statuto
comunale [nello Statuto della Comunità di Valle] all’articolo ##