dall’intenzione), così anche nel Karate, nel Jūdō e nel Jū Jitsu non è importante la forza muscolare quanto
l’abilità di gestire e direzionare il Ki (o il Qi).
Tra le Arti Marziali orientali, quelle che forse si sono dedicate maggiormente allo studio del Ki (o del Qi)
sono l’Aikidō giapponese e il Tàijíquán cinese.
La prima tra le due arti citate, l’Aikidō, deve il suo nome alla fusione di tre caratteri sino-giapponesi:
合 (Ai) il cui significato è “armonia” e nel contempo anche con “congiungimento” e “unione”
道 (Dō) che letteralmente significa “ciò che conduce” nel senso di “percorso”, “via”, “cammino” (non
solo fisico ma anche spirituale)
Fondendoli assieme si ottiene il termine 合氣道 (Ai-ki-dō) che significa: “disciplina che conduce
all’unione e all’armonia con l’energia vitale e lo spirito dell’Universo”.
Allo stesso modo, oltre 3000 anni fa la cultura cinese ebbe una stupefacente intuizione (confermata oggi
anche dalla scienza moderna), ovvero: che la materia e l’energia sono la stessa cosa. La materia si può
trasformare in energia e l’energia può condensarsi in materia. Il nostro corpo è formato quindi da
materia ed energia e a sua volta l’energia può assume differenti forme di aggregazione; basti pensare a
Jing, Qi e Shen.
Il carattere più usato per Ki (o per Qi) è questo: 氣. Secondo il Shuo Wen Jie Zi (dizionario di etimologia
cinese), le tre linee in cima al carattere dell’ideogramma Qi indicano vapore, 气 mentre in basso
troviamo il carattere che indica riso, 米. Quindi Qi significa letteralmente: “il vapore che si leva cuocendo
il riso”.
Il Qi può allora essere definito come l’energia prodotta quando polarità complementari e opposte
vengono portate all’armonia. L’energia vitale, il Qi, si crea quando gli opposti vengono armonizzati: fuoco
e acqua, cielo (il vapore) e terra (il riso), ecc.
Qi è la grande forza che sottende la vita, è la vita stessa. Qi è la vibrazione dell’Universo, è l’intero
Universo nel suo manifestarsi. Tutto intorno a noi è manifestazione del Qi. Noi stessi siamo espressione
del Qi.
Se tutto il creato è permeato da questa energia universale, ogni cosa, animata o inanimata che sia, è per
noi fonte di scambio e trasformazione del Qi. Motivo per cui, ad esempio, dopo una passeggiata in
mezzo alla natura ci sentiamo rigenerati nel corpo, nella mente e nello spirito.
Fonti del Qi
Abbiamo visto come la parola cinese Qi sia un termine generico per indicare l’energia vitale. Tre sono le
fonti principali di Qi per l’uomo: il respiro, il cibo e la costituzione della persona. L’aria, cioè la
respirazione o Da Qi (a volte detta anche “Grande Qi”) e il cibo o Gu Qi (letteralmente il “Qi dei cereali”)
si uniscono per dare origine al “Qi del petto” o Zong Qi.
Mentre cibo e aria sono parte del Qi acquisito, la terza fonte principale di Qi è ereditaria. In cinese il
termine per questa forma di Qi innato (noi occidentali diremmo genetico) è Yuan Qi (letteralmente Qi
originario). Il Qi originario è responsabile della costituzione fisica e della naturale tendenza verso la
malattia o la salute.
Il Qi originario è in parte un “regalo” dell’Universo e in larga misura un prodotto della salute dei genitori
e delle attenzioni che essi dedicano al bambino ancora nell’utero. Se la madre si nutre in modo salutare,
ha una buona igiene e vive in un ambiente non inquinato, il bambino che porta in grembo sarà nelle
condizioni migliori per avere una vita sana. L’uomo e la donna hanno eguale responsabilità nella
creazione del Qi originario.
La quantità di Qi ereditato è immutabile: non possiamo tornare al tempo del concepimento per
incrementarlo; possiamo tuttavia sostenerlo con la meditazione, la pratica marziale e lo sviluppo della
spiritualità. Inoltre, anche la natura è una fonte inesauribile di Qi originario.
Categorie di Qi
Il concetto di Qi ha un ruolo così centrale nella medicina cinese, che in pratica tutti gli stati di salute o
malattia possono venire descritti da una sua forma. Alcuni autori cinesi di opere sulle Arti Marziali hanno
scritto interi volumi sul tipo di Qi necessario per sferrare in maniera efficace pugni, calci, parate, schivate,
spinte, ecc.
Come detto, secondo i cinesi, vi sono molti “tipi” di Qi che influiscono sul nostro corpo e sulla nostra
mente. Tuttavia, rimane un unico Qi che semplicemente si manifesta in forme diverse, in base alla forma
che assume in diversi punti del corpo. In base alla funzione svolta e alla sua origine assume “etichette
differenti”.
Per capire qualcosa di più sul Qi, è necessario conoscernee le categorie principali:
Il Dan Tian (in cinese Dāntián, 丹田 e in giapponese Tanden, 丹田) è il centro energetico più importante
del corpo e uno dei termini più usati nella letteratura marziale. Situato nel basso ventre, a metà tra
l’ombelico e l’osso pubico, è sia il centro di gravità che il centro energetico del corpo. Il Dan Tian
immagazzina il Qi, come un serbatoio, ma funge anche da pompa, spingendo l’energia in tutto il corpo.
Dan Tian significa, letteralmente, “campo dell’elisir” o “campo del cinabro”. Per la letteratura alchimista
Taoista si tratta del punto in cui trovare l’elisir di saggezza e lunga vita.
Ci sono, in verità, tre centri energetici principali nel nostro corpo. Il Dan Tian inferiore, nel basso ventre,
è associato alla sessualità e immagazzina Qi ed energia sessuale, il Jing. Il Dan Tian mediano, al livello del
plesso solare, immagazzina il Qi ed è correlato con la respirazione e con la salute degli organi interni.
Infine, il Dan Tian superiore, tra le sopracciglia (al livello del “terzo occhio”), è la sede dello Shen,
l’energia della coscienza, ed è in relazione con il cervello.
Solitamente però, se non diversamente specificato, il temine Dan Tian si riferisce a quello inferiore, il più
importante. Ogni movimento del marzialista ha origine (o dovrebbe originare) da lì.