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La Via della Salute per il Samurai

La storia e la cultura dei Samurai ci mettono a disposizione delle utili abitudini per aver cura della nostra
salute e del nostro benessere.

La rinomata tenacia dei Samurai era il risultato di intensi allenamenti fisici e mentali. Rimanevano seduti
sotto cascate gelate per lungo tempo, oppure resistevano senza cibo per giorni. Il loro nobile stile di vita
li manteneva in forma e sani, tranne, ovviamente, per le cicatrici e le eventuali menomazioni che si
procuravano in battaglia.

Sebbene il loro addestramento tradizionale e il loro stile di vita fossero un po’ estremi per noi persone
moderne, i Samurai godevano generalmente di un completo benessere fisico e mentale. Per questo
motivo da questi guerrieri possiamo ricevere indicazioni sull’argomento valide anche per noi
contemporanei.

I Samurai mangiavano principalmente per nutrirsi e raramente


per il gusto.
Il primo aspetto del benessere psicofisico dei guerrieri giapponesi risiedeva nell’alimentazione. Il Samurai
storico si ristorava con due pasti e otto ore di sonno al giorno. Soprattutto la dieta naturale era un
elemento molto importante della vita di questi guerrieri. Mangiare sano era necessario per mantenere
vigoroso il proprio corpo e combattere bene nei campi di battaglia. L’alimentazione del Samurai
consisteva principalmente in riso integrale, zuppa di miso, pesce e verdure fresche. Il riso è ancora oggi
l’alimento base in Giappone, ma nei tempi antichi il riso bianco era un lusso. La raffinazione del riso,
inoltre, rimuove la parte più nutriente e salutare di questo cereale. V’è più che pesticidi e alimenti
geneticamente modificati a quel tempo non esistevano, pertanto la qualità nutrizionale delle pietanze
era davvero eccellente.

Rendere la propria dieta più semplice possibile è uno dei fattori chiave per mantenersi in salute. I
Samurai mangiavano principalmente per nutrirsi e raramente per il gusto. Fortunatamente, oggi
possiamo soddisfare entrambi gli aspetti. Infatti, godiamo di una più ampia scelta di cibo sano e naturale
a nostra disposizione rispetto all’epoca dei Samurai.

Andrebbe sempre ricordato che alla fine noi “siamo quello che mangiamo” ed è perciò utile e
interessante prendere in prestito i punti di forza, la disciplina e l’impegno dei Samurai per migliorare la
nostra dieta.

Un altro aspetto importante per il mantenimento della salute


e della forma fisica dei Samurai era l’addestramento.
La Via del Bushi iniziava dall’infanzia e continuava fino al termine della vita. I guerrieri di quei tempi non
potevano permettersi di esser stanchi o di annaspare sul campo di battaglia pur indossando armature e
maneggiando armi pesanti per giorni. Perciò furono sempre predilette praticità e pragmaticità
nell’addestramento. I Samurai trascorrevano ore e ore a praticare colpi di spada e combattimenti
d’allenamento per sviluppare forza e resistenza.

Oggi sarebbe un ritmo di pratica pressoché improponibile per la maggior parte di noi appassionati.
Invece di trascorrere l’intera giornata o la settimana esclusivamente in addestramento, quello che
potremmo fare, però, è adottare un approccio “scientifico” efficace per abbreviare i tempi. Delle routine
di allenamento a intervalli ad alta intensità potranno infatti condizionare comunque il nostro corpo in
modo soddisfacente.

Sarebbe opportuno allenare ogni gruppo muscolare del corpo facendo allenamenti specifici e individuati.
Per la resistenza, invece, dovremmo dedicare più tempo allo sprint che al jogging.

Infine, sarebbe opportuno anche un allenamento alla flessibilità. Un’attività come lo yoga o simili, per
esempio, sarebbe l’ideale, anche per la capacità di questa particolare disciplina di coinvolgere la sfera
mentale ed emotiva tramite il controllo della respirazione, della concentrazione ecc.

Quanto esposto fino adesso è incentrato essenzialmente sulla “conservazione” di uno stato di buona
salute, ma quali erano i principi ispiratori dell’arte medica ai tempi dei Samurai?

Esiste un testo che può darci utili indicazioni in merito, intitolato Coltivare il Chi: Insegnamenti di un
medico samurai sulla Via della salute. Il libro, scritto da Kaibara Ekiken (1630-1714) nell’ultimo anno della
sua vita, ha una nuova traduzione con annessa recensione di William Scott Wilson. La versione originale
del libro era intitolata Yojokun.

L’immagine del Samurai – un guerriero autodisciplinato, sia nobile padrone, sia devoto servitore –
giustapposta all’idea di “medico” può apparire dissonante di primo acchito, ma non è proprio così.

Il traduttore del testo, nella sua prefazione, cita le antiche fonti di ispirazione di Ekiken durante la sua
lunga vita di medico. Probabilmente la più autorevole è Il testo classico di medicina interna
dell’Imperatore Giallo, risalente al 2500 a.C. circa. Una delle citazioni preferite di Ekiken tratte da questo
testo era:

“Ascolta, curare una malattia che si è già sviluppata o cercare di mettere ordine a disfunzioni che sono già
iniziate, è come scavare un pozzo dopo che non hai più sete o fabbricare armi dopo che la battaglia è
finita. Non sarebbe già troppo tardi?”

È interessante notare come le stesse parole di Ekiken, nel 1714, pongano sempre in rilievo l’importanza
della prevenzione delle malattie in un modo molto simile a come la intendiamo oggi:

“Il primo principio del modo di nutrire la vita è evitare la sovraesposizione a cose che possono
danneggiare il tuo corpo. Queste possono essere suddivise in due categorie: desideri interiori e influenze
negative esterne.

I desideri interiori comprendono il desiderio di cibo, bevande, sesso, sonno e conversazioni eccessive,
nonché i desideri delle sette emozioni: gioia, rabbia, ansia, bramosia, dolore, paura e stupore.

Le influenze esterne negative comprendono le quattro caratteristiche della Natura: vento, freddo, caldo e
umidità.

Se trattieni i desideri interiori, essi diminuiranno.

Se sei consapevole delle influenze esterne negative e dei loro effetti, potrai tenerle a bada.

Seguendo entrambe queste regole pratiche, eviterai di danneggiare la tua salute, sarai libero da malattie
e sarai in grado di mantenere e persino aumentare la tua aspettativa di vita naturale“.

Sul tema della moderazione, il testo dell’Imperatore Giallo afferma:

“In un remoto passato, coloro che comprendevano la Via seguivano i modelli di yin e yang, li
armonizzavano con pratiche nutritive, ponevano limiti al loro mangiare e al bere e non si sforzavano
eccessivamente. Così, corpo e spirito hanno interagito bene, ed essi hanno vissuto gli anni che la Natura
gli ha dato e hanno lasciato questo mondo solo dopo cento o più anni.

Le persone dei tempi odierni non sono come queste. Bevono vino come se fosse succo di bacche, fanno
irregolarmente ciò che dovrebbe essere costante, si ubriacano e si abbandonano al sesso, svuotano la
loro pura essenza a causa del desiderio, e quindi subiscono una perdita della loro salute fondamentale…
Così scompaiono dopo più o meno cinquant’anni“.

Durante la dinastia Ming, un eminente medico scrisse:

“La morte prematura dovuta alle centinaia di malattie è principalmente collegata al mangiare e al bere“.

I contenuti di questa citazione hanno certamente rilevanza ancora oggi.

La Via del Bushi iniziava dall’infanzia e continuava fino al


termine della vita.
Tornando a Ekiken, egli scrisse a lungo su ciò che distingue un medico mediocre da uno bravo. Ad
esempio, descrive il buon dottore come un medico che ha meno fretta di prescrivere farmaci. Uno dei
suoi tanti aforismi sembra stranamente azzeccato all’enfasi odierna in merito alle linee guida sul
trattamento individualizzato:

“Un buon dottore fornisce medicine in risposta alle condizioni della situazione… Non si tratta di aderire a
un metodo assoluto. È piuttosto come un buon generale che combatte bene le sue battaglie osservando
da vicino i suoi nemici e adeguandosi ai loro cambiamenti. I suoi metodi non sono determinati in
anticipo. Osserva il momento ed è in accordo con ciò che è giusto”.

Varrebbe dunque la pena ricordare e rispettare la saggezza di questo testo così antico, in quanto parla di
“evitare la sovraesposizione a cose che possono danneggiare il proprio corpo”.
La storia e la cultura dei Samurai, così ricca di sfaccettature e pregi – e a volte, per la forma mentis
dell’osservatore contemporaneo, di contraddizioni –, ci mette a disposizione una serie di validi principi e
utili abitudini per aver cura della nostra salute e del nostro benessere.

Tutto, com’è tipico dei Samurai, sta nel saper cogliere il giusto mezzo, l’equilibrio tra gli opposti,
attraverso una condotta basata né sugli eccessi né sulle rinunce, ma sulla moderazione.

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