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L’immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale

La pubblicazione è stata realizzata dal Ministero dell’Interno


Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione
in occasione della Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione
Milano, 25 e 26 settembre 2009

La realizzazione del volume è stata curata da Nomisma

Gruppo di lavoro
Giuseppe Cucchi (referente scientifico)
Anna Lucia Colleo (coordinamento)
Ersilia di Tullio
Romina Filippini
Federico Fontolan
Elena Molignoni
Mario Pelucchi
Daniela Percoco
Concetta Rau
Valentina Solieri
Vanessa Albertini (segreteria)
Patrizia Gozzi (segreteria)

Nomisma - Società di studi economici


Strada Maggiore 44 I-40125 Bologna
nomint@nomisma.it
www.nomisma.it

Progetto grafico: Studio Francesca Cantarelli


Realizzazione editoriale: a cura di DDE Editrice
Illustrazione: Studio Francesca Cantarelli

Finito di stampare nel mese di settembre 2009

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2
INDICE

Breve nota introduttiva 10

Sezione I – Il contesto mondiale ed europeo

I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo 14


I.1.1 La popolazione mondiale 14
I.1.2 I migranti nel mondo 15
I.1.3 Aree di residenza dei migranti 19
I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione
universitaria 19
I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati 21
I.1.6 Le rimesse 22

I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa 25


I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita 25
I.2.2 L’immigrazione temporanea: flussi di ingresso e di ritorno 27
I.2.3 La mobilità interna all’Unione Europea 29
I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa 31
I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di età
e livelli di istruzione 37
I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualificate:
l’Europa nel contesto OCSE 42
I.2.7 Popolazione e dinamica demografica nell’Unione Europea 45
I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e
senza immigrazione 50

3
Sezione II – Gli immigrati stranieri in Italia

II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di ingresso 54


II.1.1 Gli ingressi in Italia 54
II.1.2 La motivazione dell’ingresso 58
II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati 64
II.1.4 Gli ingressi irregolari 66
Approfondimento 1: Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri
rintracciati senza permesso di soggiorno 70

II.2 Gli stranieri residenti in Italia 71


II.2.1 Aspetti demografici: residenti, incidenza sulla popolazione e
proiezioni 71
II.2.2 Nazionalità degli stranieri in Italia 74
II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani 76
II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti 81
II.2.5 La suddivisione per classi di età 82
II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia 84
II.2.7 L’insediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia 87
II.2.8 Mobilità degli stranieri all’interno dell’Italia 91
II.2.9 Un profilo degli irregolari in Italia 93
I beneficiari delle regolarizzazioni 93
Approfondimento 1: L’opinione degli italiani sulla presenza di stranieri
in Italia 102
Approfondimento 2: L’opinione degli stranieri sugli italiani e sulla
cittadinanza italiana 104
Approfondimento 3: L’indice di integrazione CNEL 106

II.3 La casa degli immigrati stranieri 109


II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri 109
Lo stock abitativo e i servizi dell’abitare 109
Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza 118
La risposta dell’Edilizia Residenziale Pubblica 121

4
Approfondimento 1: Le famiglie, le coabitazioni, i “single” 123
Approfondimento 2: La condizione abitativa degli immigrati stranieri
nel Sud Italia 126
II.3.2 L’accessibilità alla casa 134
La quota di mercato degli stranieri 134
Le tipologie abitative più richieste 134
Il mercato dei mutui 136
Approfondimento 3: Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini
stranieri 140

II.4 I giovani stranieri nella scuola italiana 141


II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia 141
II.4.2 Le scuole con alunni stranieri 148
II.4.3 La dispersione scolastica 150
II.4.4 Gli studenti stranieri e l’istruzione universitaria
e post-universitaria 152
Approfondimento 1: L’integrazione degli alunni stranieri secondo
gli insegnanti italiani 156

II.5. La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari 158


II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri 158
II.5.2 La prevenzione 159
II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie 161

II.6 La dimensione economica dell’immigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo
territoriale 166
II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato
con i paesi europei 166
Le forze lavoro e i tassi di attività 166
La disoccupazione degli stranieri 167
Gli occupati dipendenti e indipendenti 167
Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualifiche 168
II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una quantificazione del fenomeno
e le sue caratteristiche 177

5
Le forze lavoro straniere 177
La tipologia di occupazione degli stranieri
e la distribuzione per area geografica 178
Livelli di istruzione, qualifica e condizione retributiva 179
Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro 181
I contributi previdenziali 182
Le prestazioni inps a sostegno del reddito della popolazione
di origine extra comunitaria e il gettito fiscale degli immigrati 183
II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati nel mercato
del lavoro 196
Le esigenze di qualificazione 198
II.6.4 Le imprese degli stranieri 204
Le caratteristiche e l’evoluzione dell’imprenditoria straniera 204
Approfondimento 1: I risultati di un’analisi diretta
Unioncamere-Nomisma-Crif 212
Le caratteristiche dell’imprenditore e delle imprese 212
L’organizzazione dell’attività, la posizione di mercato
e il finanziamento dell’attività 212
I servizi all’impresa 214
Approfondimento 2: La dinamica del credito dei Piccoli Operatori
Immigrati 226

II. 7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi paesi


di origine 229
II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dall’Italia 229
Approfondimento 1: Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e
investimento delle rimesse degli albanesi in Emilia-Romagna 235
II.7.2 La migrazione di ritorno 240
Approfondimento 2: Il ritorno dei cittadini dell’Europa dell’allargamento:
il caso del Regno Unito 242
II.7.3 Migrazioni e sviluppo 244
II.7.4 L’interscambio commerciale con i paesi di origine 247

6
ALLEGATI:
Fonti utilizzate 251
Riferimenti bibliografici 253
Elenco di tabelle, grafici e mappe 256

7
8
Breve nota introduttiva

9
Questo volume accompagna i lavori della seconda edizione della Conferenza
Nazionale sull’Immigrazione, voluta dal Dipartimento per le Libertà
civili e l’Immigrazione per favorire un confronto aperto sulla progressiva
trasformazione in senso multiculturale del nostro Paese.

L’immigrazione in Italia non è un fenomeno transitorio. La presenza


immigrata è diventata, al contrario, una caratteristica strutturale dell’Italia.

Non si tratta di una presenza né omogenea né statica. Continuamente si


rinnova e si modifica, per i nuovi ingressi, per gli spostamenti all’interno
del Paese, per la molteplicità variegata di comportamenti e di culture che
la compongono. Tanto più in Italia, dove convivono più di 160 diverse
nazionalità.

L’imponenza del processo non attiene infatti solo agli aspetti quantitativi della
presenza degli immigrati, che pure ha superato il 6 per cento della popolazione
residente (e continua a crescere), ma anche all’impatto dell’aumento della
varietà culturale, sociale ed economica che l’immigrazione porta con sé, che
genera una trasformazione delle dinamiche di convivenza e una domanda
forte di politiche di tutela della coesione sociale e di valorizzazione della
dinamica economica.

Di qui l’importanza di dotarsi di un metodo e di una base conoscitiva


strutturata e attendibile che accompagni la discussione in corso, rilevando
le continue evoluzioni in atto e approfondendo la conoscenza di molti aspetti
di novità della vita del Paese anche sotto l’angolo visuale della crescente
presenza di stranieri che vivono, abitano, lavorano, nascono e vanno a scuola
in Italia.

Si è voluto rendere disponibile per la Conferenza il risultato di un primo


sforzo, pur necessariamente incompleto, di raccogliere le molte informazioni
che le fonti istituzionali mettono a disposizione. Un lavoro di raccolta di
dati che, ordinati insieme, supporti l’impegno delle istituzioni e degli attori
della società civile di guidare la complessità dei processi in atto verso
un esito positivo. Le caratteristiche dei flussi migratori e le specificità
dell’immigrazione in Italia sono state collocate nel contesto delle dinamiche

10
migratorie in atto nel mondo e, con maggiore dettaglio, nel continente
europeo.

I dati di provenienza non istituzionale, trattati come approfondimenti,


sono segnalati e riconoscibili per il diverso formato grafico con cui sono
riportati nel testo. A complemento dei dati istituzionali più aggiornati, sono
stati infatti raccolti anche elementi di conoscenza e spunti di analisi che
le fonti ufficiali ancora non offrono e che colgono invece aspetti importanti
dell’evolvere serrato dei cambiamenti legati al fenomeno migratorio. In
alcuni casi, si tratta di informazioni ancora inedite.

Il confronto tra le diverse dimensioni territoriali e istituzionali coinvolte


nella gestione dell’immigrazione anima le sessioni di discussione della
Conferenza ed è riflesso, di conseguenza, nell’ossatura di questo volume.

Le informazioni raccolte delineano gli aspetti più rilevanti dei flussi di


ingresso nel nostro Paese e della popolazione straniera residente. Prendono
in considerazione l’impatto demografico, la localizzazione e la mobilità
sul territorio, il formarsi di nuovi nuclei familiari. La presenza di minori,
immigrati dall’estero e nati in Italia, nelle scuole. I bisogni legati all’alloggio
e all’assistenza sanitaria, l’inserimento nel mondo del lavoro, l’impatto sulla
economia e lo scambio con i paesi di origine.

Il volume delinea un profilo aggiornato dell’immigrazione in Italia ma


anche, per comparazione con gli altri paesi europei, una fotografia attuale
dello stato del Paese.

11
12
Sezione I
Il contesto mondiale ed europeo

Popolazione e migrazioni nel mondo


Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa

13
I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo

I.1.1 La popolazione mondiale


La popolazione mondiale è più che raddoppiata negli ultimi 50 anni, passando
dai circa 3 miliardi del 1960 ai quasi 6,5 miliardi stimati dalle Nazioni Unite
per il 2005 (tab. 1.1). E’ triplicata la popolazione dell’Africa e grosso modo
raddoppiata anche quella di Asia, America Latina coi Caraibi e Oceania,
ma la crescita complessiva ha riguardato anche Europa (71 per cento) e
America settentrionale (61 per cento). La battuta d’arresto si è verificata solo
nel continente europeo, che nel passaggio tra il 2000 e il 2005 ha cominciato
a registrare un tasso di crescita negativo. Nel complesso, quindi, la crescita
della popolazione mondiale è stata alimentata dall’andamento demografico
positivo dei paesi meno sviluppati, che nel loro insieme hanno mantenuto in
media un tasso di aumento di oltre 2 punti percentuali l’anno, anche quando
questo rallentava sia nei paesi in via di sviluppo, dove è passato dal 2,3 per
cento del 1960-1965 all’1,47 per cento del 2000-2005, sia nei paesi più
sviluppati, dove nello stesso periodo è passato complessivamente da 1,09 a
0,36 (tab. 1.2).

Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (metà anno, migliaia)


Paesi Paesi
America Paesi più
America in via di meno
Anno Mondo Africa Asia Europa Latina e Oceania sviluppati
del Nord sviluppo sviluppati
Caraibi (a)
(b) (c)
1960 3.023.670 281.659 1.664.812 424.266 218.577 204.149 15.884 949.482 2.074.187 246.910
1965 3.338.041 318.937 1.856.500 443.539 250.774 219.567 17.788 1.007.076 2.330.965 277.308
1970 3.696.128 363.535 2.094.849 458.196 285.196 231.931 19.639 1.052.788 2.643.340 314.107
1975 4.073.745 415.824 2.344.417 471.909 322.449 243.417 21.284 1.098.003 2.975.743 355.870
1980 4.442.309 478.824 2.574.744 482.680 362.210 255.545 22.893 1.138.196 3.304.113 402.902
1985 4.843.930 553.255 2.826.908 489.868 402.992 269.015 24.700 1.175.829 3.668.102 457.958
1990 5.279.519 635.685 3.168.616 721.390 443.747 283.361 26.721 1.148.572 4.130.947 521.816
1995 5.692.353 722.669 3.430.323 727.885 483.615 299.028 28.834 1.173.983 4.518.369 596.962
2000 6.085.572 812.466 3.675.799 728.462 522.929 314.968 30.949 1.193.354 4.892.218 673.524
2005 6.464.750 905.936 3.905.415 728.389 561.346 330.608 33.056 1.211.265 5.253.484 759.389

(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division

14
Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%)
America Paesi Paesi
America Paesi più
Anno Mondo Africa Asia Europa Latina e Oceania in via di meno
del Nord sviluppati
Caraibi sviluppo sviluppati
1960-1965 1,94 2,46 2,15 0,96 2,76 1,41 0,10 1,09 2,30 2,33

1965-1970 2,02 2,59 2,39 0,68 2,55 1,07 0,11 0,85 2,48 2,51

1970-1975 1,94 2,65 2,26 0,60 2,42 0,94 0,08 0,77 2,37 2,54

1975-1980 1,77 2,82 1,95 0,49 2,30 0,95 0,08 0,66 2,15 2,54

1980-1985 1,76 2,85 1,94 0,40 2,07 0,96 0,08 0,58 2,13 2,55

1985-1990 1,75 2,77 1,91 0,39 1,91 1,17 0,08 0,60 2,09 2,59

1990-1995 1,54 2,57 1,63 0,18 1,73 1,19 0,08 0,47 1,82 2,65

1995-2000 1,36 2,41 1,40 -0,02 1,55 1,20 0,07 0,34 1,62 2,44

2000-2005 1,26 2,34 1,25 0,08 1,31 1,01 0,08 0,36 1,47 2,36

(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division

I.1.2 I migranti nel mondo


Tra il 1960 e il 2005 il numero dei migranti nel mondo è raddoppiato: a
metà di questo decennio, risiedeva fuori dai confini del paese di nascita
il 3 per cento della popolazione mondiale, circa 190 milioni di persone,
contro i 75 milioni del 1960 (tab. 1.3 e 1.4). Di questi, circa la metà
sono donne, all’incirca la stessa percentuale di 50 anni fa (tab. 1.4). La
concentrazione più rilevante di migranti in rapporto alla popolazione si trova
oggi nell’America del Nord (13,5 per cento) e in Europa (8,8 per cento)
e comunque, nel complesso, nei paesi più sviluppati. La propensione alla
concentrazione nei paesi a più alto reddito risulta fortemente aumentata:
i paesi più sviluppati registravano nel 1960 un rapporto complessivo tra
migranti e popolazione nativa del 3,4 per cento; il tasso di oggi è 9,5 per
cento (tab. 1.3).

15
Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per
indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
Paesi Paesi
America Paesi più
America in via di meno
Anno Mondo Africa Asia Europa Latina e Oceania sviluppati
del Nord sviluppo sviluppati
Caraibi (a)
(b) (c)
1960 2,5 3,2 1,7 3,4 2,8 6,1 13,4 3,4 2,1 2,6
1965 2,4 3,0 1,5 3,8 2,3 5,8 14,3 3,5 1,8 2,5
1970 2,2 2,7 1,3 4,1 2,0 5,6 15,4 3,6 1,6 2,3
1975 2,1 2,7 1,2 4,3 1,8 6,3 15,8 3,9 1,5 1,9
1980 2,2 2,9 1,3 4,5 1,7 7,1 16,4 4,2 1,6 2,3
1985 2,3 2,6 1,3 4,8 1,6 8,2 17,0 4,6 1,6 2,0
1990 2,9 2,6 1,6 6,9 1,6 9,7 17,8 7,2 1,8 2,1
1995 2,9 2,5 1,4 7,6 1,3 11,2 17,5 8,1 1,6 2,0
2000 2,9 2,0 1,4 8,0 1,2 12,8 16,3 8,8 1,5 1,5
2005 3,0 1,9 1,4 8,8 1,2 13,5 15,2 9,5 1,4 1,4

(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia,
Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico,
Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan,
Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division.

16
Tab. 1.4 Stima del numero di migranti internazionali e incidenza di donne e rifugiati, 1960-2005

America Latina e
Mondo Africa Asia Europa America del Nord Oceania
Caraibi
di cui di cui di cui di cui di cui di cui
di cui di cui A metà rifugiati A metà rifugiati A metà rifugiati A metà rifugiati A metà rifugiati A metà rifugiati
A metà anno,
Anno  donne rifugiati anno, (% su anno, (% su anno, (% su anno, (% su anno, (% su anno, (% su
migliaia
(%) (%) migliaia totale migliaia totale migliaia totale migliaia totale migliaia totale migliaia totale
migranti) migranti) migranti) migranti) migranti) migranti)

1960 75.463.352 46,8 2,9 9.134.224 0,9 28.477.693 2,3 14.244.764 6,2 6.018.088 0,0 12.512.766 4,4 2.134.129 0,0

17
1965 78.443.933 47,1 4,9 9.441.931 5,7 28.205.374 7,4 16.662.207 4,2 5.855.661 0,0 12.711.910 4,1 2.550.694 0,8

1970 81.335.779 47,2 4,8 9.944.018 9,9 27.823.933 5,8 18.783.392 3,4 5.678.838 1,8 12.985.541 4,0 3.027.545 1,5

1975 86.789.304 47,4 4,9 11.014.091 11,8 28.046.158 6,2 20.170.448 2,7 5.744.910 1,7 15.290.319 3,6 3.352.578 0,0

1980 99.275.898 47,2 9,1 14.095.839 25,4 32.113.653 12,0 21.894.487 2,5 6.079.326 2,4 18.086.918 3,6 3.754.605 8,4

1985 111.013.230 47,2 11,9 14.434.494 24,5 37.193.499 20,6 23.471.785 3,8 6.250.798 5,6 22.142.796 3,0 4.186.485 2,5

1990 154.945.333 49,0 11,9 16.351.076 32,7 49.887.766 19,9 49.381.119 2,7 6.978.142 17,2 27.596.538 2,1 4.750.692 2,3

1995 165.080.235 49,3 11,2 17.943.307 35,5 47.189.610 17,3 55.286.554 5,4 6.052.811 1,7 33.553.904 2,3 5.054.049 1,5

2000 176.735.772 49,7 8,9 16.496.240 21,7 50.303.887 17,5 58.216.735 4,3 6.280.578 0,8 40.387.759 1,6 5.050.573 1,5

2005 190.633.564 49,6 7,1 17.068.882 17,7 53.291. 281 14,6 64.115.850 3,1 6.630.849 0,5 44.492.816 1,2 5.033.887 1,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division.


Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di
sviluppo, 1960-2005 (%)
Paesi Paesi
America Paesi più
America in via di meno
Anno Mondo Africa Asia Europa Latina e Oceania sviluppati
del Nord sviluppo sviluppati
Caraibi (a)
(b) (c)
1960-1965 0,8 0,7 -0.2 3,1 -0,6 0,3 3,6 1,8 -0,1 1,6
1965-1970 0,7 1,0 -0.3 2,4 -0,6 0,4 3,4 1,6 0,0 0,7
1970-1975 1,3 2,0 0,2 1,4 0,2 3,3 2,0 2,0 0,6 -1,1
1975-1980 2,7 4,9 2,7 1,6 1,1 3,4 2,3 2,2 3,1 5,7
1980-1985 2,2 0,5 2,9 1,4 0,6 4,1 2,2 2,4 2,0 0,0
1985-1990 6,7 2,5 2,4 3,1 2,2 4,4 2,5 10,4 2,4 3,7
1990-1995 1,3 1,9 -1,1 2,3 -2,9 3,9 1,2 2,8 -0,7 2,2
1995-2000 1,4 -1,7 1,3 1,0 0,7 3,7 0,0 2,0 0,4 -3,5
2000-2005 1,5 0,7 1,2 1,9 1,1 1,9 -0,1 1,9 1,0 0,4

(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal,
Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu,
Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division

18
I.1.3 Aree di residenza dei migranti
Nel 2005, oltre il 60 per cento dei migranti nel mondo risiedeva nei paesi più
sviluppati, percentuale in costante crescita dal 1960, quando erano il 42,8 per
cento; la suddivisione tra aree continentali vede nel 2005 il 33,6 per cento dei
migranti concentrati in Europa, il 28 per cento in Asia e il 23,3 per cento in
America del Nord; solo una parte residuale si è spostata in un paese africano
(9 per cento) o in America Latina (3,5 per cento): percentuali in netto calo dal
1960, a testimonianza dell’indebolimento progressivo della direttrice sud-sud
nei flussi migratori globali (tab. 1.6).

Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
Paesi Paesi
America Paesi più
America in via di meno
Anno Africa Asia Europa Latina e Oceania sviluppati
del Nord sviluppo sviluppati
Caraibi (a)
(b) (c)
1960 12,1 37,7 18,9 8,0 16,6 2,8 42,8 57,2 8,5
1965 12,0 36,0 21,2 7,5 16,2 3,3 45,2 54,8 8,9
1970 12,2 34,2 23,1 7,0 16,0 3,7 47,2 52,8 8,9
1975 12,7 32,3 23,2 6,6 17,6 3,9 48,9 51,1 7,9
1980 14,2 32,4 22,1 6,1 18,2 3,8 47,8 52,2 9,2
1985 13,0 33,5 21,1 5,6 20,0 3,8 48,3 51,7 8,2
1990 10,6 32,2 31,9 4,5 17,8 3,1 53,2 46,8 7,1
1995 10,9 28,6 33,5 3,7 20,3 3,1 57,5 42,5 7,4
2000 9,3 28,5 32,9 3,6 22,9 2,9 59,4 40,6 5,8
2005 9,0 28,0 33,6 3,5 23,3 2,6 60,5 39,5 5,5

(a) Comprende l’Europa, l’america del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division.

I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione


universitaria
Secondo uno studio commissionato da OCSE nel 2007,1 nel 2000 la quasi totalità
dei migranti altamente qualificati era originario di uno dei paesi dell’America del
Nord o dell’Europa. In particolare, il 64,8 per cento veniva dall’America del Nord,
percentuale rimasta sostanzialmente invariata rispetto al decennio precedente,
e il 23,6 per cento dall’Europa (20,3 per cento nel 1990). Con una differenza
sostanziale: i paesi del Nord America attiravano il 62,1 per cento dei laureati
1 Lowell B., Trends in International Migration Flows and Stocks, 1975-2005, OECD Social
Employment and Migration Working Paper No. 58, OECD Publishing, 2007, Paris.

19
provenienti da altri paesi dello stesso continente; dei laureati residenti in Europa
nello stesso anno solo il 36,7 per cento, invece, proveniva da altri paesi europei.
Va segnalato però il miglioramento della capacità attrattiva dell’Europa sui propri
laureati rispetto al 1990, quando solo il 27,2 dei cervelli europei emigrava in un
altro paese europeo. La dinamica trova contralto nella forte diminuzione della
concentrazione di migranti con un livello di istruzione elevato che si è verificata
nello stesso periodo in Africa e in America Latina (tab. 1.7).

Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine
e di destinazione, 1990 e 2000 (%)
Area di origine
Sud America
Area di destinazione Europa Nord America Asia Oceania Totale
e Caraibi
2000
Europa 36,7 49,9 0,6 1,6 11,3 100
Nord America 24,9 62,1 4,6 2,3 6,1 100
Sud America e Caraibi 8 88,3 1,3 1,4 1 100
Asia 14,5 73,1 0,1 4,2 8 100
Oceania 22,4 27,2 0,1 0,7 49,6 100
Africa 47,7 44,5 0,1 0,1 7,6 100
Totale 23,6 64,8 0,7 2,4 8,5 100
1990
Europa 27,2 57,2 0,8 0,9 13,9 100
Nord America 19,1 67,2 4,8 2,9 6 100
Sud America e Caraibi 7,9 87,3 2,2 1,2 1,5 100
Asia 13,5 69 0,2 7,7 9,6 100
Oceania 15,3 28,5 0,1 0,8 55,3 100
Africa 46,8 43,2 0,1 0,1 9,8 100
Totale 20,3 64,9 1 3,2 10,7 100

Fonte: Lowell 2007 per OCSE, sulla base di dati raccolti da paesi OCSE di destinazione

20
I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati
L’incidenza dei rifugiati sul numero dei migranti nel mondo ha conosciuto
una cresciuta esponenziale: dal 2,9 del 1960 al 7,1 del 2005 (tab. 1.4),
con variazioni molto rilevanti tra le diverse aree continentali. Le dinamiche
dell’asilo si sono sviluppate in direzione inversa rispetto ai cambiamenti nella
concentrazione dell’insieme dei migranti: i rifugiati sono rispettivamente il
17,7 e il 14,6 degli immigrati in Africa e in Asia, mentre arrivano appena
al 3,1 e all’1,2 in Europa e America settentrionale (tab. 1.4). Alla fine del
2008, dei 9 milioni di rifugiati nel mondo, oltre 2,5 milioni hanno trovato
asilo in Asia, quasi 2,3 milioni in Medio Oriente e nel Nord Africa, 1,6
in Europa e nemmeno 500.000 nel continente americano, settentrionale e
meridionale (tab. 1.8). La maggior parte di loro si è riversata in paesi vicini:
quasi 3 milioni sono originari dell’Asia e 2,4 milioni del Medio Oriente e
del Nord Africa (tab. 1.9). Di questi, 3,7 milioni vengono da Afghanistan
e Iraq (tab. 1.10).

Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008


Regione di asilo Rifugiati Richiedenti asilo
Africa Centrale e Grandi Laghi 978.159 17.185
Africa Orientale e Corno d’Africa 763.857 35.344
Africa del Sud 161.140 243.841
Africa Occidentale 175.349 9.230
Asia e Pacifico 2.577.767 40.221
Medio Oriente e Nord Africa 2.278.151 35.003
Europa 1.616.015 273.070
Americhe 499.960 173.429
Totale 9.050.398 827.323

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR/Governi

Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008


Regione di origine Rifugiati Richiedenti asilo
Africa Centrale e Grandi Laghi 932.940 64.585
Africa Orientale e Corno d’Africa 1.219.884 90.146
Africa del Sud 190.978 45.469
Africa Occidentale 205.673 30.887
Asia e Pacifico 2.970.347 118.463
Medio Oriente e Nord Africa 2.402.784 44.869
Europa 793.352 60.586
Americhe 151.887 116.025
Vari/Apolidi 182.552 256.293
Totale 9.050.398 827.323

Fonte: Elaborazione Nomisma su dati ACNUR/Governi

21
Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008
Paese di origine Rifugiati Richiedenti asilo
Afghanistan 1.817.913 23.179
Rep. Dem. del Congo 367.995 36.278
Iraq 1.873.519 25.675
Myanmar 184.347 22.338
Territori Palestinesi 333.990 2.661
Serbia 185.432 14.683
Somalia 559.153 20.543
Sudan 397.013 18.080
Turchia 214.376 8.538
Vietnam 328.183 1.712
Totale 6.775.228 211.094
Totale nel mondo 9.050.398 827.323

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR

I.1.6 Le rimesse
La Banca Mondiale stima che il totale delle rimesse trasferite dai migranti
nel mondo sia passato da 121 miliardi di dollari americani nel 1998 ai
397 miliardi del 2008. Sono i paesi in via di sviluppo, e non quelli meno
sviluppati, la principale destinazione delle rimesse: nel decennio 1998-
2008 il flusso che questi hanno ricevuto è passato da 71.380 a 305.281
milioni di dollari USA. I paesi meno sviluppati, nei quali il volume totale è
ugualmente quadruplicato, nel 2008 hanno ricevuto rimesse dall’estero per
20.744 milioni di dollari USA. La rilevanza dei risparmi dei migranti varia
fortemente in relazione al prodotto interno lordo dell’area di arrivo, calcolata
per il 2007: le rimesse costituiscono il 5,8 per cento della ricchezza dei
paesi meno sviluppati e il 5,9 per cento della ricchezza dei paesi in via
di sviluppo con i redditi più bassi. Facendo una panoramica tra le aree
continentali, le rimesse costituiscono il 4,5 per cento del prodotto interno
lordo dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, il 3,7 per cento di
quello dei paesi dell’Asia meridionale, il 2,6 per cento della ricchezza dei
paesi dell’Africa sub-sahariana, contro una media mondiale dello 0,7 per
cento (tab. 1.11). Non stupisce che, guardando agli invii, sia dai paesi
OCSE ad alto reddito che viene spedito il 66 per cento di tutte le rimesse
nel mondo (tab. 1.12), dove come abbiamo visto si è andata concentrando
la popolazione migrante.

22
Tab. 1.11 Flussi di rimesse in arrivo per macroarea di destinazione, 1997-2008 (milioni di dollari USA)
Rimesse in
percentuale
Aree di del PIL
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008e
destinazione dell’area
nel 2007
%
Paesi in via di
71.380 73.264 77.235 84.186 95.217 115.546 144.255 164.420 194.769 228.694 280.679 305.281 2,1
sviluppo
Paesi a basso
7.907 7.374 7.569 8.250 10.884 15.307 16.659 19.616 23.894 30.940 39.939 45.129 5,9
reddito

23
Paesi a medio
63.473 65.890 69.666 75.936 84.333 100.239 127.596 144.804 170.875 197.754 240.740 260.152 1,9
reddito
Asia dell’Est e
15.238 12.915 15.686 16.682 20.105 29.521 35.446 39.164 46.695 52.948 65.236 69.931 1,6
Pacifico
Europa e Asia
9.990 13.795 11.629 12.784 12.394 13.729 15.503 22.177 31.218 38.313 50.377 53.094 1,8
Centrale
America Latina e
14.389 15.825 17.603 19.987 24.229 27.918 36.609 43.330 50.122 59.208 63.107 63.263 1,8
Caraibi
Medioriente e
12.809 13.052 12.800 12.898 14.653 15.211 20.361 23.034 24.260 25.739 31.289 33.662 4,5
Nord-Africa
Asia del Sud 14.557 13.350 15.084 17.212 19.173 24.137 30.366 28.694 33.092 39.615 52.086 65.981 3,7
Africa Sub-
4.397 4.327 4.433 4.623 4.663 5.030 5.970 8.021 9.382 12.871 18.584 19.752 2,6
sahariana
Paesi OCSE ad
47.007 46.815 48.335 46.375 50.349 52.881 60.697 67.134 69.181 73.847 85.672 87.196 0,2
alto reddito
Paesi non-OCSE
1.144 1.084 1.075 959 1.228 1.119 2.327 3.387 3.871 4.099 4.415 4.569 0,5
ad alto reddito
Paesi meno
sviluppati
4.696 5.231 5.744 6.147 6.664 8.421 9.652 10.879 12.045 14.499 17.432 20.744 5,8
(definizione
ONU)
Totale mondo 119.531 121.163 126.645 131.519 146.793 169.546 207.280 234.941 267.820 306.640 370.765 397.047 0,7

Note: per i raggruppamenti dei Paesi si veda nota * a fine capitolo.


Fonte: Elaborazione Nomisma su stime Banca Mondiale
Tab. 1.12 Flussi di rimesse in uscita, per macroarea di invio, 1997-2007 (milioni di dollari USA)
Rimesse in percentuale
Aree di invio 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 del PIL dell’area nel 2007
%
Paesi in via di sviluppo 11.475 11.496 8.514 9.984 11.939 18.714 22.001 29.756 34.434 43.249 54.291 0,5

Paesi a basso reddito 1.005 1.140 1.373 1.492 1.423 1.738 1.845 2.587 3.104 3.527 3.027 0,5

Paesi a medio reddito 10.470 10.356 7.141 8.492 10.516 16.976 20.156 27.169 31.330 39.722 51.264 0,5

Asia dell’Est e Pacifico 2.468 3.509 1.463 1.740 1.960 5.417 5.464 8.471 9.891 10.432 12.924 0,3

Europa e Asia Centrale 4.560 3.573 2.373 2.293 3.186 3.814 5.046 7.966 10.861 17.541 25.908 0,9

24
America Latina e Caraibi 1.318 1.547 1.529 2.004 2.360 1.904 1.835 2.055 2.309 2.704 3.582 0,1

Medioriente e Nord-Africa 860 657 590 861 1.072 3.580 5.242 5.715 5.640 6.194 5.490 1,6

Asia del Sud 233 125 130 575 1.026 1.489 1.588 2.032 1.742 2.032 2.007 0,1

Africa Sub-sahariana 2.036 2.085 2.429 2.512 2.336 2.510 2.826 3.518 3.991 4.345 4.379 0,6

Paesi OCSE ad alto reddito 68.310 70.189 74.463 76.768 83.449 88.864 101.311 114.804 126.076 142.233 163.690 0,4
Paesi non-OCSE ad alto
21.119 22.027 21.526 23.356 23.394 23.719 23.232 22.633 24.129 27.710 30.302 2,2
reddito
Paesi meno sviluppati
746 868 1.192 1.417 1.331 1.334 1.314 2.035 2.363 2.679 3.112 0,9
(definizione ONU)
Totale mondo 100.904 103.712 104.503 110.108 118.782 131.297 146.545 167.193 184.639 213.192 248.283 0,5

Note: per i raggruppamenti dei Paesi si veda nota * a fine capitolo e = stime Banca Mondiale.
Raggruppamenti di paesi utilizzati dalla Banca Mondiale:
Asia dell’Est e Pacifico: Samoa Americane, Cambogia, Cina, Fiji, Indonesia, Kiribati, Corea del Nord, Laos, Malesia, Isole Marshall, Micronesia, Mongolia, Myanmar, Palau, Papua
Nuova Guinea, Filippine, Samoa, Isole Salomone, Tailandia, Timor-Est, Tonga, Vanuatu, Vietnam. Europa e Asia Centrale: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia-
Erzegovina, Bulgaria, Georgia, Kazakistan, Kosovo, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldova, Montenegro, Polonia, Romania, Federazione Russa, Serbia, Tagikistan,
Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan. America Latina e Caraibi: Argentina, Belize, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Dominica, Repubblica Dominicana,
Ecuador, El Salvador, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Giamaica, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Saint Kitts and Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent and
Grenadines, Suriname, Uruguay, Venezuela. Medio Oriente e Nord Africa: Algeria, Gibuti, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Libia, Marocco, Siria, Tunisia, West Bank e Gaza, Yemen. Asia
del Sud: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan, Sri Lanka. Africa Sub-Sahariana: Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo
Verde, Repubblica Centroafricana, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-
Bissau, Kenya, Lesoto, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Mayotte, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Ruanda, Sao Tomé e Principe, Senegal, Seychelles,
Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe. Paesi OCSE ad alto reddito: Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca,
Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Corea del Sud, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia,
Svizzera, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Paesi Bassi.
Fonte: Elaborazione Nomisma su stime Banca Mondiale
I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa

I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita


Nel 2006, ultimo anno per cui Eurostat rende disponibili dati aggregati a livello
europeo sui flussi di ingresso, la maggior parte degli ingressi nei paesi della UE,
il 52 per cento, è stata di cittadini extra-comunitari, mentre i cittadini comunitari
che si sono spostati all’interno di un altro Stato europeo rappresentavano il 34 per
cento del totale degli ingressi. È interessante notare come una quota consistente
di flussi di ingresso nei paesi della UE, pari al 14 per cento, fosse costituito da
nativi di ritorno, ovvero da persone che avevano lasciato in precedenza il proprio
paese e che avevano deciso di farvi ritorno. Sembra dunque trovare conferma
la tendenza ad una crescita del fenomeno della migrazione temporanea o di
ritorno2 all’interno della UE (graf. 2.1).

Tra i flussi di ingresso di extra-comunitari, il Marocco occupa il primo posto tra


i paesi di provenienza, seguito da Ucraina e Cina, riflettendo una distribuzione
molto varia delle provenienze continentali (graf. 2.2).

Guardando all’andamento dei flussi di immigrazione e di emigrazione tra il


2002 e il 2007 nei paesi dell’Unione Europea, possiamo fare alcuni confronti
tra l’Italia ed altri paesi a forte presenza straniera. Innanzitutto, Germania,
Italia, Spagna e Regno Unito assorbono da soli, in media, più del 70 per cento
dei nuovi ingressi di stranieri nell’Unione Europea. In particolare, Germania e
Spagna sono i paesi che si contendono il primato per numero di ingressi.

Se guardiamo al trend dei flussi di ingresso nei vari paesi UE, notiamo che
la capacità attrattiva dei singoli paesi è molto cambiata negli ultimi anni. Ad
esempio, mentre in Germania il flusso di immigrati è passato dagli 840mila del
2002 ai 680mila del 2007, in Spagna si è passati da 480mila a 950mila ingressi
e in Italia da 210mila a 515mila ingressi nello stesso periodo. I paesi della
sponda sud dell’Europa sono diventati mete preferenziali di ingresso nella UE.

Importanti sono anche le differenze tra gli Stati Membri dell’Unione nel rapporto
tra flussi in ingresso e flussi in uscita. Mentre Germania e Regno Unito
hanno sia flussi di immigrazione che flussi di emigrazione molto elevati,

2 Per migrazione circolare si intende quella tipologia di movimenti migratori che prevede una
mobilità continua tra paesi di origine e paesi di destinazione, mentre per migrazione di ritorno
si intende quei percorsi migratori che si concludono con il ritorno dei migranti nel proprio paese
di origine.

25
Italia e Spagna presentano invece uno scarto molto elevato tra il numero
di ingressi e il numero di partenze, che è contenuto. Questo fenomeno ha
fatto sì che in questi due paesi la crescita netta della popolazione straniera
sia stata improvvisa e rapida (tab. 2.1).

Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%)

34%
Cittadini extra-comunitari

Nativi

52% Cittadini da altri stati membri


UE

14%

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat

Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze
2006 (migliaia)

160
140
120
100
80
60
40
20
0
Stati Uniti

Turchia
India
Marocco

Brasile
Bolivia

Federazione
Cina

Albania
Ucraina

Russa

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat

26
Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007
Paese 2002 2003 2004 2005 2006 2007
d’origine e
di destina- Immigra- Emigra- Immigra- Emigra- Immi- Emigra- Immi- Emigra- Immigra- Emigra- Immigra- Emigra-
zione zione zione zione zione grazione zione grazione zione zione zione zione zione

Austria 113.165 79.658 113.554 77.257 127.399 76.817 117.822 68.650 100.972 73.495 106.905 74.191

Belgio n.d. n.d n.d. n.d 85.378 42.046 n.d. n.d n.d. n.d 146.409 91.052

Bulgaria n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 1.561 2.958

Cipro 14.370 7.485 16.779 4.437 22.003 6.279 24.419 10.003 15.545 6.874 19.017 11.389

Repubbli-
44.679 32.389 60.015 34.226 53.453 34.818 60.294 24.065 68.183 33.463 104.445 20.500
ca Ceca

Germania 842.543 623.255 768.975 n.d. 780.175 697.632 707.352 628.399 661.855 639.064 680.766 636.854
Danimar-
52.778 43.481 49.754 43.466 49.860 45.017 52.458 45.869 56.750 46.786 64.656 41.566
ca
Spagna 483.260 36.605 672.266 64.298 684.561 55.092 719.284 68.011 840.844 142.296 958.266 227.065

Finlandia 18.113 12.891 17.838 12.083 20.333 13.656 21.355 12.369 22.451 12.107 26.029 12.443

Ungheria n.d. n.d 21.327 3.122 24.298 n.d. n.d. n.d 21.520 3.608 24.361 4.500

Irlanda 50.500 20.700 50.100 18.500 70.000 16.600 86.900 17.000 103.260 38.866 88.779 42.538

Francia n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d

Italia 213.202 41.756 440.301 48.706 414.880 49.910 304.960 53.931 254.588 (a) n.d. 515.201 (a) n.d.

Lituania n.d. n.d 4.728 11.032 5.553 15.165 6.789 15.571 7.745 12.602 8.609 13.853

Lussem-
n.d. n.d 12.613 10.540 12.495 10.911 13.512 10.841 14.352 9.001 16.675 10.674
burgo

Lettonia 1.428 3.262 1.364 2.210 1.665 2.744 1.886 2.450 2.801 5.252 3.541 4.183

Malta n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 1.829 1.908 6.730 5.029

Olanda 121.250 66.728 104.514 68.885 94.019 75.049 92.297 83.399 101.150 132.470 116.819 n.d.

Polonia 6.587 24.532 7.048 20.813 9.495 18.877 9.364 22.242 10.802 46.936 14.995 35.480

Portogallo 17.041 8.814 14.389 6.687 16.761 10.680 n.d. 10.800 27.703 n.d. n.d. n.d

Romania 6.582 8.154 3.267 10.673 2.987 13.082 3.704 10.938 7.714 14.197 9.575 8.830

Svezia 64.087 33.009 63.795 35.023 62.028 36.586 65.229 38.118 95.750 44.908 99.485 45.418

Slovenia 9.134 7.269 9.279 5.867 10.171 8.269 15.041 8.605 20.016 13.749 29.193 14.943
Slovac-
2.312 1.411 2.603 1.194 4.460 1.586 9.410 2.784 12.611 3.084 16.265 3.570
chia
Regno
385.901 305.931 431.487 313.960 518.097 310.389 496.469 328.408 529.008 369.470 526.714 317.587
Unito

Nota: (a) dati Istat. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat

I.2.2 L’immigrazione temporanea: flussi di ingresso e di ritorno


Nell’analisi dei flussi migratori è importante considerare l’andamento dei
flussi di lavoratori temporanei. Confrontando infatti i flussi di ingresso totali
con i flussi di ingresso temporanei, è possibile muovere una serie di osser-
vazioni sul tipo di immigrazione che si sta sviluppando in un determinato
paese. In particolare, la migrazione odierna sembra essere caratterizzata da
una crescente propensione a forme di mobilità aperta. Questo comporta che
la popolazione straniera residente in un paese è caratterizzata da un forte

27
tasso di rinnovamento della sua composizione. Alcuni paesi hanno scelto di
aumentare le quote destinate ai lavoratori temporanei, contribuendo a deter-
minare un trend in crescita per questa categoria nella UE27. Fa eccezione
la Germania, dove per due anni di seguito si è verificata una riduzione del
flusso di lavoratori temporanei, ma è vero che in Germania si è notevolmente
ridotto il flusso di immigrazione complessivo. Viceversa, l’Italia ha registra-
to un aumento consistente di lavoratori temporanei, passando dai 69.000 del
2003 ai 98.000 del 2006 (tab. 2.2).

Sono in crescita anche le migrazioni di ritorno, ovvero il numero di migranti


che decidono di tornare nel paese di origine dopo un periodo trascorso
all’estero. Del fenomeno si parlerà più diffusamente nel capitolo 8, portando
ad esempio il caso specifico del Regno Unito. Tuttavia, è importante
sottolineare da subito che i dati riportati da OCSE su alcuni paesi selezionati
indicano tassi di ritorno dopo cinque anni di residenza tra il 20 per cento e
il 60 per cento (tab. 2.3).

Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia)


  2003 2004 2005 2006 Ogni mille abitanti (2006)
Austria 30 27 15 4 0,5
Belgio 2 31 33 42 4,0
Bulgaria - 1 1 1 0,1
Danimarca 5 5 5 6 1,1
Francia 26 26 27 28 0,5
Germania 446 440 415 379 4,6
Italia 69 70 85 98 1,7
Olanda 43 52 56 83 5,1
Portogallo 3 13 8 7 0,7
Svezia 8 9 7 7 0,8
Regno Unito 137 239 275 266 4,4
Totale 769 913 927 921  
Differenza annuale % na 18,73% 1,53% -0,65%  

Fonte: Elaborazione Nomisma su dati OCSE International Migration Outlook 2008

Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza
(persone oltre i 15 anni di età)
  Periodo di ingresso Tasso medio di ri-emigrazione dopo 5 anni (%)
Irlanda 1993-1998 60,4
Belgio 1993-1999 50,4
Regno Unito 1992-1998 39,9
Norvegia 1996-1999 39,6
Paesi Bassi 1994-1998 28,2
Stati Uniti 1999 19,1

Fonte: OCSE International Migration Outlook 2008.

28
I.2.3 La mobilità interna all’Unione Europea
L’allargamento dell’Unione Europea è stato uno degli avvenimenti più
rilevanti degli ultimi anni, anche rispetto alle dinamiche migratorie.
L’inclusione nella UE di 12 nuovi Stati Membri ha avuto un significativo
impatto sul movimento di persone e di lavoratori al suo interno (graf. 2.3).
Se guardiamo alle nazionalità dei cittadini comunitari che nel periodo 2003-
2007 si sono trasferiti in un altro Stato Membro, Romania e Polonia sono i
paesi da cui proveniva la maggior parte degli immigrati, costituendo insieme
il 44 per cento di tutti gli spostamenti interni alla UE durante il periodo
considerato (graf. 2.4).

Se consideriamo la mobilità della forza lavoro, la propensione alla mobilità


più elevata nel periodo 2003-2007 si registra, omogeneamente, per i
paesi di nuova adesione. Lituania, Cipro, Romania, Polonia, Slovacchia
e Bulgaria occupano le prime posizioni: in rapporto alla forza lavoro del
paese di origine, sono stati i lavoratori di questi paesi a manifestare la
propensione più elevata ad emigrare in un altro paese dell’Unione Europea.
Se poi distinguiamo anche tra mobilità di breve e lungo periodo (inferiore
e superiore ai 4 anni), è interessante notare come invece la mobilità di
lungo periodo veda protagonisti il Portogallo e l’Irlanda, mentre Polonia,
Slovacchia e Lituania risultano notevolmente ridimensionate (graf. 2.5).

29
Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006

350000
300000
250000
200000
150000
100000
50000
0

Italia
Regno

Portogallo
Bulgaria
Romania

Francia
Polonia

Paesi Bassi
Slovacchia
Germania
Unito

Fonte: Elaborazioni Nomisma su stime Eurostat

Graf. 2.4 Nazionalità dei cittadini comunitari che negli ultimi 4 anni hanno stabilito la loro
residenza in un altro Stato Membro (gruppo d’età: 15-64 anni), 2007 (%)

Altri cittadini UE;


18% Polonia 25 %

Lituania 4%

Italia 4%

Slovacchia 4%

Bulgaria 4%
Romania 19%
Portogallo 4%
Francia 5%
Regno Unito 6% Germania 7%

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat

30
Graf. 2.5 Tassi di mobilità intra-UE della forza lavoro (a) per anni di residenza, 2007 (%)

10,0

9,0

8,0

7,0

6,0

5,0

4,0

3,0

2,0

1,0

0,0
LT CY RO PL SK BG LV PT EE IE NL CZ BE DK HU AT EL SE UK DE FR FI IT ES

Più di 4 anni 1,3 3,5 4,1 1,1 0,7 2,8 0,6 7,8 1,6 7,5 1,3 0,7 1,7 1,0 0,7 1,8 2,8 0,7 0,8 0,5 0,7 1,9 1,4 0,6
Almeno 4 anni 3,1 3,0 2,5 2,0 2,0 1,7 1,3 1,2 1,0 0,7 0,6 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1

Legenda: Lituania (LT) , Cipro(CY), Romania (RO), Polonia (PL), Slovacchia (SK), Bulgaria (BG), Lettonia (LV), Portogallo
(PT), Estonia (EE), Irlanda (IE), Olanda (NL), Repubblica Ceca (CZ), Belgio (BE), Danimarca (DK), Ungheria (HU), Austria
(AT), Grecia (EL), Svezia (SE), Regno Unito (UK), Germania (DE), Francia (FR),
Finlandia (FI), Italia (IT), Spagna (ES).
Nota: (a) misurata come rapporto tra la forza lavoro residente in un Stato Membro diverso dal proprio sul totale della forza lavoro
nel paese di origine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat

I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa


La presenza di stranieri in Europa si concentra in termini assoluti nei paesi
più popolosi ed economicamente sviluppati della UE: Germania, Francia,
Italia, Spagna e Regno Unito (mappa 2.1).

Dal 1999 al 2008 gli stranieri presenti nell’Unione Europea sono passati da
circa 18 a circa 30 milioni di persone. Nel 2008, rappresentavano il 6,2 per
cento della popolazione totale. L’elemento interessante è che la quasi totalità
degli stranieri presenti nella UE 27 si trova sul territorio degli Stati UE 15
(pre-allargamento). Nei paesi di nuova adesione, l’incidenza della popolazione
straniera tende ad essere molto bassa, con alcune eccezioni (Cipro, Lettonia),
mentre nei paesi dell’Europa occidentale l’incidenza oscilla tra il 5 per cento e
il 10 per cento, con punte massime in Irlanda e Lussemburgo (tab. 2.4).

31
Per quanto riguarda la provenienza degli stranieri residenti in Europa, nel
2007 si trattava per la maggior parte di cittadini provenienti dall’esterno
dell’Europa. L’Italia si colloca al terzo posto per numero assoluto di residenti
stranieri provenienti da paesi non UE; viceversa, non figura nemmeno tra i
primi dieci paesi per numero di residenti stranieri provenienti da altri paesi
UE 15, a sottolineare che il Paese non sembra esercitare un’elevata capacità
attrattiva nei confronti di quei paesi dai quali emigrano soprattutto figure
professionali altamente qualificate. Negli altri paesi europei a forte presenza
straniera, il divario non è così eclatante. Molto significativa appare invece la
capacità attrattiva dell’Italia nei confronti dei nuovi Stati Membri del 2007,
Romania e Bulgaria. L’Italia attrae da sola circa il 25 per cento di tutti gli
immigrati provenienti dai due paesi (tab. 2.5).

Analizzando invece la provenienza continentale degli stranieri possiamo


osservare quale area geografica di provenienza pesi di più nella composizione
della presenza straniera all’interno degli stati europei. In Italia è la componente
africana dell’immigrazione quella più consistente, tanto che solo il Portogallo ha
un’incidenza di stranieri provenienti dall’Africa più elevata. Molto consistente
in Italia è anche la quota di stranieri provenienti dall’Asia e dall’Europa non
UE3 (dove pesa la presenza di immigrati albanesi). In rapporto alla media UE,
l’Italia attira inoltre una quota più limitata di stranieri provenienti da altri
paesi UE 15 (tab. 2.6).

3 Nell’Europa non UE vengono conteggiati i cittadini provenienti da Albania, Bielorussia,


Bosnia-Erzegovina, Croazia, Moldavia, Montenegro, Russia e Ucraina.

32
Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densità di presenze, 2008

Fonte: Eurostat population database

33
Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione
totale, 1999 e 2008
di cui comunitari, Incidenza su totale
  1999 2008 di cui donne, %
% popolazione 2008, %
UE 27   30.798.059 (s)     6,2
UE 25 30.747.557 (s)   6,6
UE 15 18.293.280 (a) 29.227.474 (s)     7,4
Belgio 850.630 971.448 49,1 67,9 9,1
Bulgaria 24.402 58,3 15,0 0,3
Repubblica Ceca 220.187 347.649 39,9 38,4 3,3
Danimarca 256.276 298.450 50,5 30,2 5,5
Germania 7.319.593 7.255.395 48,6 37,7 8,8
Estonia 229.300 (s) - -
Irlanda 112.856 553.690 47,8 20,5 12,6
Grecia 906.400 (s) - - 8,1
Spagna 748.954 5.262.095 47,2 39,8 11,6
Francia 3.263.186 3.674.000 (s) - - 5,8
Italia 1.116.394 3.432.651 50,4 27,8 5,8
Cipro 53.900 125.300 (e) - - 15,9
Lettonia 415.493 52,5 1,1 18,5
Lituania 42.934 43,5 6,2 1,2
Lussemburgo 152.900 205.889 49,7 85,8 42,4
Ungheria 150.239 176.580 48,4 57,7 1,8
Malta 7.879 15.460 47,6 56,9 3,8
Olanda 662.290 688.375 50,7 38,2 4,1
Austria 749.126 854.752 48,8 41,9 10.3
Polonia 57.842 53,1 42,4 0,2
Portogallo 178.137 446.333 - 25,9 4,2
Romania 26.100 35,5 23,0 0,1
Slovenia 33.454 68.621 25,0 16,1 3,4
Slovacchia 40.904 37,1 64,1 0,7
Finlandia 85.060 132.708 48,4 35,5 2,5
Svezia 499.931 524.488 48,9 45,8 5,7
Regno Unito 2.297.947 4.020.800 (s) - - 6,7

s= stima Eurostat e=stima (a)=eccetto Grecia.


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.

34
Tab. 2.5 Numero stranieri residenti nei paesi della UE 27 per macrogruppo di cittadinanza, 2003-2007 (migliaia)
Provenienza degli stranieri residenti
Paese di
residenza Stati membri della UE-15 Stati membri UE-10 Stati membri UE-2 Paesi non UE
2003 2004 2005 2006 2007 2003 2004 2005 2006 2007 2003 2004 2005 2006 2007 2003 2004 2005 2006 2007
Belgio 494 539 545 523 533 13 15 17 19 23 4 6 10 16 19 220 260 250 254 303
Danimarca 56 57 59 63 68 10 11 13 16 22 2 2 2 2 3 199 194 192 193 202
Germania 1.850 1.660 1.654 1.783 1.773 482 440 483 564 600 133 113 112 120 119 4.802 5.017 4.448 4.725 4.741
Irlanda 111 112 127 132 136 31 44 94 148 203 - - - - - 98 105 105 121 129
Grecia 19 24 27 28 26 25 32 29 29 34 32 41 47 48 56 396 436 450 461 522

35
Spagna 536 644 765 982 1.068 42 56 71 103 150 252 371 490 664 843 1.925 2.300 2.676 2.856 3.240
Francia 1.035 1.074 954 1.050 1.116 40 45 38 39 39 20 14 14 29 36 1.675 1.696 1.729 1.691 1.889
Italia 134 138 143 149 134 56 69 81 95 83 189 264 315 362 431 1.611 1.931 2.131 2.332 2.606
Lussemburgo 154 155 163 163 173 - - - 3 4 - - - - - 15 17 14 15 16
Olanda 211 210 210 211 229 13 18 23 29 36 4 5 5 5 4 363 363 356 348 365
Austria 127 138 150 162 175 60 69 77 84 90 27 28 30 30 37 531 537 542 536 539
Portogallo 38 45 37 40 41 - - - - - 10 8 13 14 27 185 213 241 236 283
Finlandia 19 19 20 21 22 16 17 18 21 24 1 1 1 1 1 70 71 74 78 84
Svezia 186 186 186 188 196 21 23 27 34 44 3 3 3 3 2 259 261 256 241 241
Regno Unito 935 913 978 940 934 112 168 281 479 662 13 21 28 35 37 1.707 1.857 1.947 2.123 2.271
Totale UE 15 5.906 5.913 6.018 6.435 6.624 924 1.007 1.255 1.665 2.016 691 878 1.071 1.331 1.617 14.055 15.257 15.410 16.209 17.429
Repubblica
13 15 19 24 17 50 51 68 78 85 6 6 7 7 7 126 182 164 186 208
Ceca
Estonia - - - - - - - - - - - - - - - 246 244 217 209 216
Cipro - 42 41 44 41 - 1 2 3 2 - 4 5 5 13 - 35 35 35 43
Lettonia 1 2 2 2 2 3 3 4 4 9 0 0 0 0 - 510 487 451 426 372
Lituania - 1 1 1 2 - 1 1 1 1 - 0 0 0 0 - 22 22 21 24
Ungheria 12 10 18 25 20 5 4 7 8 5 57 69 67 68 69 56 61 63 66 57
Malta 6 5 4 3 4 - - - - - - - - - - 3 5 6 5 4
Polonia - 10 17 12 10 - 1 2 3 2 - - - - - - 16 20 49 37
Slovenia 1 1 2 2 9 0 0 1 1 - 0 0 0 0 - 43 43 46 51 127
Slovacchia 3 3 5 7 18 9 8 9 11 12 3 1 1 1 1 15 10 10 13 5
Totale UE 10 37 90 110 122 123 70 70 95 111 118 66 81 81 82 90 999 1.106 1.036 1.062 1.093
Bulgaria - - - - - - - - - - - - - - - 10 9 10 8 9
Romania 5 5 5 5 5 0 0 0 0 - 0 0 0 0 - 19 19 20 20 20
Totale UE 2 6 6 6 5 6 0 0 1 1 - 0 0 0 0 - 30 28 30 28 29
Totale UE 27 5.949 6.009 6.135 6.563 6.753 995 1.077 1.351 1.777 2.135 757 959 1.152 1.413 1.707 15.083 16.392 16.475 17.299 18.552

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.


Tab. 2.6 Stock stranieri nei paesi UE per continente di origine, 2008 (stock e incidenza su totale stranieri)
Continente di Europa
Africa Americhe Asia Oceania
provenienza Europa UE Europa non UE (a)
su totale su totale su totale su totale su totale su totale Apolidi
Numero Numero Numero Numero Numero Numero
Paese di destinazione stranieri, stranieri, stranieri, stranieri, stranieri, stranieri,
assoluto assoluto assoluto assoluto assoluto assoluto
% % % % % %
UE 27                 11.314.351 36,7      
UE 25                 11.304.772 36,8    
UE 15                 10.909.007 37,3      
Austria 21.486 2,5 17.748 2,1 58.361 6,8 1.360 0,2 301.692 35,3 301.303 35,3 2.920

36
Belgio 142.655 14,7 27.819 2,9 57.624 5,9 889 0,1 659.423 67,9 22.468 2,3 476
Bulgaria 345 1,4 327 1,3 4.902 20,1 18 0,1 3.608 14,8 4.605 18,9 56
Cipro                 81.300 64,9 0,0  
Repubblica Ceca 3.437 1,0 4.330 1,2 63.184 18,2 438 0,1 131.516 37,8 118.979 34,2 526
Germania 289.610 4,0 234.217 3,2 874.217 12,0 12.080 0,2 2.515.508 34,7 912.237 12,6 15.235
Danimarca 21.441 7,2 13.119 4,4 76.060 25,5 1.833 0,6 93.166 31,2 21.747 7,3 3.570
Spagna 905.639 17,2 1.775.277 33,7 276.217 5,2 2.378 0,0 2.112.623 40,1 102.899 2,0 534
Finlandia 12.777 9,6 4.984 3,8 26.630 20,1 611 0,5 47.193 35,6 7.281 5,5 722
Francia                 1.283.000 34,9    
Grecia                 158.300 17,5    
Ungheria 2.224 1,3 3.565 2,0 23.324 13,2 227 0,1 100.806 57,1 19.014 10,8 260
Irlanda                 392.068 70,8    
Italia 797.997 23,2 293.550 8,6 551.985 16,1 2.527 0,1 934.435 27,2 802.819 23,4 722
Lussemburgo                 177.018 86,0 4.168
Lettonia 69 0,02 613 0,1 1.507 0,4 68 0,02 7.933 1,9 371.659 89,5  
Paesi Bassi 102.606 14,91 39.866 5,8 76.868 11,2 3.971 0,58 262.964 38,2 12.142 1,8 5.223
Polonia 845 1,46 1.776 3,1 5.307 9,2 118 0,20 25.032 43,3 11.977 20,7 216
Portogallo 150.980 33,83 88.776 19,9 25.093 5,6 624 0,14 115.832 26,0 61.216 13,7 273
Romania 16 0,06 753 2,9 6.580 25,2     5.971 22,9 6.844 26,2 46
Svezia 37.910 7,23 28.702 5,5 113.332 21,6 2.251 0,43 240.985 45,9 23.280 4,4 0
Slovenia 87 0,13 435 0,6 876 1,3 51 0,07 4.112 6,0 41.226 60,1 58
Slovacchia 437 1,07 1.095 2,7 4.985 12,2 62 0,15 25.909 63,3 5.733 14,0 6.239
Regno Unito                 1.614.800 40,2      

(a) Albania, Bielorussia, Moldova, Ucraina, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia, Federazione Russa.

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.


I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di età e livelli
di istruzione
La suddivisione per classi di età dei residenti stranieri nei paesi UE ci
permette di osservare, tramite il calcolo dell’incidenza sulla popolazione
residente nelle rispettive classi di età, quanto i processi migratori influenzino
soprattutto le classi di età più giovani. In ogni paese europeo, infatti, gli
stranieri pesano di più nelle prime due fasce di età, quella 0-14 e 15-39,
a conferma che i flussi migratori contribuiscono ad una rigenerazione delle
dinamiche demografiche (tab. 2.7).

Per quanto riguarda invece l’età media degli stranieri presenti nei paesi
UE, un’interessante distinzione riguarda la loro provenienza. Nel 2006 la
popolazione dall’età media più bassa era rappresentata dai cittadini stranieri
provenienti dai paesi non UE, che avevano in media 27,7 anni contro i 30
dei residenti stranieri provenienti da altri stati UE e i 30,6 anni dei nativi
di ritorno. E’ interessante che l’età media dei nativi di ritorno sia piuttosto
bassa; si tratta verosimilmente per la maggior parte di progetti migratori
temporanei, per studio o per fare le prime esperienze professionali, e non
di migranti di lungo corso che ritornano nella vecchiaia o comunque in età
avanzata nel paese di origine (graf. 2.6).

Un’ultima analisi da cui emergono elementi rilevanti riguarda i livelli di


istruzione della popolazione straniera residente nella UE. Nel 2007, la
percentuale dei nativi con un livello di istruzione basso era più elevata di
quella degli stranieri comunitari, in particolare se paragonata alla fascia di
stranieri comunitari residenti da meno di sette anni. La popolazione straniera
non comunitaria registrava invece la percentuale più elevata di persone con
un livello di istruzione basso. Tuttavia, se guardiamo alla fascia di persone
con un livello di istruzione elevato, è evidente come la percentuale maggiore
si riscontri tra gli stranieri residenti da meno di 7 anni, in particolare tra
quelli comunitari. Questo suggerisce che l’immigrazione più recente verso
gli stati UE ha coinvolto un numero crescente di laureati (graf. 2.7).

Si tratta di un dato che trova conferma anche nell’analisi della situazione dei
singoli paesi. Tra gli Stati Membri che attraggono più cittadini stranieri il
livello di istruzione della popolazione straniera supera in percentuale quello
della popolazione nativa. I casi più evidenti sono quello della Francia, dove
il 16,9 per cento dei francesi ha un livello di istruzione universitario, contro

37
il 18,1 per cento dei nati all’estero; del Regno Unito, dove il 20 per cento
dei nativi ha un livello di istruzione universitario, contro il 34,8 per cento
dei nati all’estero; dell’Italia, dove le percentuali sono dell’8,1 per cento
per gli italiani contro il 12,2 per cento dei nati all’estero. Solo la Germania
fa eccezione, probabilmente per la forte presenza della comunità turca che
presenta tassi di istruzione mediamente non elevati (tab. 2.8).

38
Tab. 2.7 Stranieri residenti nei paesi UE per classi di età e incidenza su totale della popolazione, 2007
Classi di età 0-14 15-39 40-64 65 e oltre
Incidenza Incidenza
Totale Incidenza Totale Incidenza Totale Totale
stranieri stranieri
Paesi UE-27 Stranieri popolazione stranieri su Stranieri popolazione stranieri su Stranieri popolazione Stranieri popolazione
su totale, su totale,
0-14 totale, % 15-39 totale, % 40-64 65 e oltre
% %

Austria 132.942 1.294.718 10,3 391.010 2.784.467 14,0 256.513 2.816.707 9,1 45.548 1.403.031 3,2

Repubblica Ceca 25.163 1.479.514 1,7 162.684 3.787.042 4,3 99.293 3.538.196 2,8 9.096 1.482.437 0,6

Germania 928.505 11.441.366 8,1 3.426.521 25.717.768 13,3 2.332.073 28.856.483 8,1 568.850 16.299.289 3,5

39
Danimarca 47.986 1.015.879 4,7 133.823 1.725.781 7,8 73.477 1.862.772 3,9 15.511 834.745 1,9

Spagna 644.835 6.458.615 10,0 2.588.808 16.448.874 15,7 1.157.588 14.159.725 8,2 215.243 7.407.417 2,9

Finlandia 18.654 901.181 2,1 61.808 1.640.344 3,8 34.043 1.866.713 1,8 7.234 868.717 0,8

Ungheria 13.363 1.529.649 0,9 84.823 3.614.658 2,3 54.298 3.316.723 1,6 15.389 1.605.128 1,0

Lituania 3.810 538.123 0,7 19.163 1.237.033 1,5 11.342 1.082.452 1,0 5.372 527.271 1,0

Lussemburgo 41.640 87.273 47,7 80.529 163.222 49,3 63.432 158.863 39,9 12.612 66.829 18,9

Malta 1.618 68.135 2,4 5.253 142.079 3,7 5.104 141.358 3,6 1.902 56.238 3,4

Olanda 95.425 2.958.615 3,2 360.896 5.317.624 6,8 188.588 5.713.401 3,3 37.023 2.368.352 1,6

Polonia 2.689 6.022.360 0,0 19.367 14.457.254 0,1 65.649 1.527.189 4,3 6.625 5.116.510 0,1

Romania 2.376 3.318.388 0,1 16.179 8.596.249 0,2 26.202 12.529.355 0,2 681 3.203.567 0,0

Svezia 69.771 1.549.587 4,5 226.581 2.942.525 7,7 153.753 3.039.708 5,1 41.891 1.581.437 2,6

Slovenia 3.672 281.079 1,3 25.313 704.332 3,6 22.040 705.335 3,1 2.530 319.631 0,8

Slovacchia 1.912 870.622 0,2 15.605 2.122.223 0,7 12.579 1.761.153 0,7 2.034 639.639 0,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.


Graf. 2.6 Età media degli immigrati nella UE, 2006

30,6
31
30,5 30
30
29,5 28,8
29
28,5 27,7 Totale immigrati
28
27,5 Nativi di ritorno
27 Immigrati extra-comunitari
26,5
26 Immigrati comunitari
o
ti

ri
ri
rn
ra

ita
ita
ito
ig

un
un
m

ir

m
om
m

id

co
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-c
iv

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tra
at

ra
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To

ex

ig
m
ti

Im
ra
ig
m
Im

Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat

Graf. 2.7 Livello di istruzione nella UE dei nativi, degli stranieri UE e degli stranieri non UE, 2007

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Nativi

Stranieri comunitari

di cui: residenti > 7 anni

residenti < 7 anni

Stranieri extra-comunitari

di cui: residenti > 7 anni

residenti < 7 anni

Basso Medio Alto

Nota: sono escluse dal calcolo Bulgaria, Germania, Irlanda e Regno Unito.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat e DG Occupazione.

40
Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata all’estero,
2006 (%)
  Nativi Nati all’estero Totale
Paese Istruzione M F Tot M F Tot M F Tot
Austria Primaria 24,2 42,0 33,4 45,0 53,4 49,4 27,0 43,5 35,6
Secondaria 61,9 50,0 55,7 41,9 36,9 39,3 59,1 48,2 53,4
Terziaria 14,0 8,1 10,9 13,2 9,7 11,3 13,9 8,3 11,0
Belgio Primaria 45,3 47,6 46,5 50,5 55,8 53,3 45,9 48,5 47,3
Secondaria 31,5 28,9 30,1 24,4 23,1 23,8 30,7 28,2 29,4
Terziaria 23,2 23,5 23,3 25,1 21,0 23,0 23,4 23,2 23,3
Repubblica Ceca Primaria 16,5 28,7 22,8 27,4 47,9 38,6 17,2 29,9 23,8
Secondaria 71,5 62,8 67,0 56,5 42,1 48,7 70,7 61,5 65,9
Terziaria 12,0 8,5 10,2 16,1 9,9 12,8 12,2 8,5 10,3
Germania Primaria 16,8 31,0 24,2 41,2 50,5 45,8 20,4 33,7 27,2
Secondaria 58,0 55,1 56,5 42,1 36,4 39,3 55,7 52,6 54,1
Terziaria 25,1 13,8 19,3 16,7 13,1 14,9 24,0 13,7 18,7
Danimarca Primaria 35,0 40,1 37,6 35,2 38,6 36,9 35,0 40,0 37,5
Secondaria 46,2 39,0 42,6 39,9 38,5 39,2 45,8 39,0 42,3
Terziaria 18,8 20,9 19,9 25,0 22,9 23,9 19,2 21,0 20,1
Spagna Primaria 65,3 67,5 66,4 58,1 54,6 56,3 64,9 66,8 65,9
Secondaria 16,3 14,9 15,6 21,4 23,7 22,6 16,6 15,4 15,9
Terziaria 18,4 17,6 18,0 20,5 21,7 21,1 18,6 17,8 18,2
Finlandia Primaria 39,7 40,8 40,3 53,1 52,1 52,6 40,1 41,1 40,6
Secondaria 38,4 34,3 36,3 30,0 27,0 28,5 38,2 34,1 36,1
Terziaria 21,9 24,9 23,4 16,9 20,9 18,9 21,7 24,8 23,3
Francia Primaria 41,5 49,6 45,8 52,0 57,5 54,8 42,8 50,5 46,8
Secondaria 41,6 33,5 37,4 28,9 25,5 27,2 40,1 32,6 36,2
Terziaria 16,8 16,9 16,9 19,1 17,0 18,1 17,1 16,9 17,0
Regno Unito Primaria 50,9 51,5 51,2 39,8 41,3 40,6 49,9 50,5 50,2
Secondaria 28,1 29,2 28,7 23,9 25,1 24,5 27,7 28,8 28,3
Terziaria 20,9 19,3 20,1 36,3 33,6 34,8 22,4 20,8 21,6
Grecia Primaria 50,2 54,7 52,5 46,6 38,8 42,7 49,8 52,9 51,4
Secondaria 34,2 32,9 33,5 39,6 43,3 41,4 34,8 34,0 34,4
Terziaria 15,5 12,5 14,0 13,8 17,9 15,9 15,4 13,1 14,2
Ungheria Primaria 39,5 50,1 45,1 35,6 45,4 41,1 39,4 49,9 45,0
Secondaria 49,2 39,7 44,2 40,7 37,8 39,1 49,0 39,7 44,0
Terziaria 11,3 10,2 10,7 23,6 16,7 19,8 11,6 10,4 11,0
Irlanda Primaria 50,0 45,6 47,8 29,9 29,4 29,6 47,8 43,8 45,8
Secondaria 28,6 30,3 29,5 29,2 29,4 29,3 28,7 30,2 29,5
Terziaria 21,4 24,1 22,7 40,9 41,2 41,1 23,5 25,9 24,7
Italia Primaria 62,4 64,8 63,6 56,6 52,3 54,3 62,2 64,3 63,3
Secondaria 29,3 27,3 28,3 32,0 34,8 33,5 29,4 27,6 28,5
Terziaria 8,3 7,9 8,1 11,4 12,9 12,2 8,4 8,1 8,3
Polonia Primaria 28,7 33,6 31,2 38,5 54,1 47,9 28,9 34,1 31,6
Secondaria 61,6 55,4 58,4 45,8 36,6 40,3 61,3 54,9 57,9
Terziaria 9,8 11,0 10,4 15,7 9,3 11,9 9,9 11,0 10,5
Portogallo Primaria 80,9 79,3 80,0 57,3 52,3 54,7 79,2 77,5 78,3
Secondaria 12,2 12,2 12,2 25,5 26,3 25,9 13,2 13,1 13,1
Terziaria 6,9 8,5 7,7 17,2 21,4 19,3 7,6 9,4 8,5
Repubblica Slovacca Primaria 22,0 33,4 28,0 20,2 36,4 29,3 22,2 33,9 28,3
Secondaria 66,1 57,1 61,4 59,1 51,9 55,0 66,0 56,8 61,2
Terziaria 11,9 9,5 10,6 20,7 11,7 15,7 11,8 9,3 10,5
Svezia Primaria 26,8 23,1 25,0 28,8 30,2 29,5 27,1 24,1 25,6
Secondaria 53,8 50,5 52,2 48,1 44,4 46,2 53,1 49,7 51,4
Terziaria 19,3 26,3 22,8 23,0 25,4 24,3 19,8 26,2 23,0
Olanda Primaria 35,1 45,8 40,5 47,9 50,4 49,2 36,5 46,3 41,5
Secondaria 43,3 38,1 40,6 30,8 32,4 31,6 41,9 37,4 39,6
  Terziaria 21,6 16,1 18,8 21,3 17,2 19,2 21,6 16,2 18,9
Nota: Istruzione primaria = elementari - medie; Secondaria = superiori; Terziaria = università – post-università.

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE.

41
I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualificate: l’Europa
nel contesto OCSE
Tra le diverse tipologie di migranti, quella degli studenti universitari e delle
figure professionali altamente qualificate richiede un’analisi separata. Si tratta
infatti di un tipo di immigrazione verso la quale i paesi più sviluppati adottano
un approccio diverso. Nel mondo caratterizzato dalla globalizzazione la
contesa per i lavoratori più qualificati è molto serrata e alcuni paesi europei si
sono attrezzati per attrarre studenti e lavoratori in possesso di alte qualifiche.
Questo corrisponde ad una tendenza generalizzata in Europa, nella gestione
dei flussi migratori, ad aumentare la capacità di attrarre persone qualificate e
a ridurre la quota di lavoratori poco qualificati.

Possiamo tratteggiare a grandi linee la situazione attuale guardando al numero


di stranieri iscritti nelle università, pesato sul totale degli iscritti e sul totale
della popolazione residente, e al numero di laureati in ingresso e in uscita per
alcuni paesi UE ed OCSE.

Se consideriamo il numero di studenti stranieri iscritti nelle università dei


paesi OCSE, nel 2006, il confronto tra l’Italia e i paesi OCSE più avanzati
è eloquente. Mentre Francia, Germania, Canada e Regno Unito hanno tassi
di iscrizione di studenti stranieri superiori al 10 per cento, l’Italia arriva al
2,4 per cento. Si tratta di un dato che colloca l’Italia in fondo alle classifiche
OCSE, dietro tra gli altri anche a Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca e
Ungheria (tab. 2.9).

Per osservare il numero di laureati che decidono di trasferirsi da un paese


verso un altro, abbiamo considerato per ogni paese OCSE lo stock dei laureati
in uscita e in entrata, questi ultimi distinti tra laureati provenienti da paesi
OCSE e provenienti da paesi non OCSE. In termini assoluti i paesi che ospitano
il maggior numero di laureati stranieri sono Stati Uniti, Canada, Australia,
Germania e Regno Unito. Anche in questo caso, l’Italia mostra una capacità
attrattiva molto più limitata di quella dei paesi più avanzati, con uno stock di
laureati stranieri pari a quello della Turchia. Considerando lo stock di laureati
in entrata, si possono formulare osservazioni più approfondite. L’Italia, tra i
grandi paesi europei, si trova in una situazione doppiamente negativa. Non solo
non attrae un numero elevato di laureati dall’estero, ma ne perde anche molti
che si sono laureati nelle università italiane e hanno poi deciso di trasferirsi in
un altro paese. Il risultato è che il saldo finale tra laureati in ingresso e quelli

42
in uscita è pesantemente negativo, segno che il paese non è in grado di attrarre
persone altamente qualificate né di trattenere le sue migliori risorse. Solo il
Regno Unito nella UE 15 ha un saldo negativo pari a quello italiano (con la
differenza sostanziale che il Regno Unito attrae molti laureati stranieri), e tra i
paesi OCSE solo Polonia, Corea del Sud e Messico (tab. 2.10).

Se appare naturale che in termini assoluti gli Stati Uniti attraggano più laureati
rispetto ad altri paesi UE, possiamo pesare il numero di laureati sul totale
della popolazione residente. Confrontando i tre casi di Stati Uniti, Regno Unito
e Italia, si nota quanto, anche in relazione al peso della popolazione, Stati
Uniti e Regno Unito hanno una capacità attrattiva molto più elevata rispetto
all’Italia (graf. 2.8).

Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006


Paese di destinazione Totale iscrizioni % sul totale iscrizioni Ogni 1000 abitanti, %
Austria 30.366 12,0 3,7
Belgio 24.854 6,3 2,4
Canada 148.164 14,6 4,5
Rep. Ceca 17.057 5,1 1,7
Danimarca 10.952 4,8 2,0
Finlandia 11.514 3,7 2,2
Francia 247.510 11,2 4,0
Germania 261.363 11,4 3,2
Grecia 16.558 2,5 1,5
Ungheria 12.381 2,8 1,2
Islanda 715 4,5 2,3
Irlanda 12.740 6,8 3,0
Italia 48.766 2,4 0,8
Giappone 119.120 2,9 0,9
Corea 22.260 0,7 0,5
Paesi Bassi 27.037 4,7 1,7
Nuova Zelanda 36.900 15,5 8,8
Norvegia 4.114 1,9 0,9
Polonia 11.365 0,5 0,3
Portogallo 17.077 4,6 1,6
Slovacchia 1.613 0,8 0,3
Spagna 18.206 1,0 0,4
Svezia 21.315 5,0 2,3
Svizzera 28.016 13,7 3,7
Regno Unito 330.078 14,1 5,4
USA 584.814 3,3 2,0
Totale 2.271.621 5,0 2,3

Note: se non diversamente indicato, i dati riguardano studenti non residenti.

Fonte: Elaborazioni Nomisma OCSE, International Migration Outlook 2009.

43
Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001
  Stock di migranti laureati
Da altri Verso altri Da paesi
Paesi OCSE-30 Saldo Saldo totale
paesi OCSE-30 paesi OCSE-30 non OCSE-30
Australia 826.301 117.865 708.436 811.751 1.520.187
Austria 64.537 130.146 -65.609 38.674 -26.935
Belgio 73.914 13.738 60.176 25.856 86.032
Canada 1.166.275 523.461 642.814 1.557.820 2.200.634
Repubblica Ceca 6.345 70.449 -64.104 40.643 -23.461
Danimarca 23.612 67.889 -44.277 16.023 -28.254
Finlandia 8.300 72.594 -64.294 13.211 -51.083
Francia 240.867 310.751 -69.884 368.118 298.234
Germania 566.185 936.520 -370.335 454.570 84.235
Grecia 15.575 161.667 -146.092 49.209 -96.883
Ungheria 2.950 123.289 -120.339 9.595 -110.744
Islanda 4.270 7.125 -2.855 2.290 -565
Irlanda 90.668 228.141 -137.473 25.053 -112.420
Italia 57.515 395.229 -337.714 84.903 -252.811
Giappone 132.097 278.268 -146.171 135.273 -10.898
Corea del Sud 18.375 612.937 -594.562 27.596 -566.966
Lussemburgo 13.987 6.419 7.568 7.785 15.353
Messico 51.235 949.330 -898.095 30.719 -867.376
Paesi Bassi 170.422 254.730 -84.308 223.469 139.161
Norvegia 41.265 44.067 -2.802 22.639 19.837
Nuova Zelanda 135.201 174.870 -39.669 82.653 42.984
Polonia 14.957 454.557 -439.600 88.539 -351.061
Portogallo 12.197 145.765 -133.568 15.291 -118.277
Slovacchia 3.436 24.097 -20.661 2.477 -18.184
Spagna 111.450 154.650 -43.200 182.590 139.390
Svezia 100.706 80.553 20.153 95.163 115.316
Svizzera 189.274 92.554 96.720 90.801 187.521
Turchia 53.683 174.687 -121.004 95.006 -25.998
Regno Unito 511.030 1.478.474 -967.444 722.391 -245.053
Stati Uniti 3.804.292 426.099 3.378.193 6.595.708 9.973.901
OCSE-30 8.510.921 8.510.921 0 11.915.816  

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE

44
Graf. 2.8 Immigrati ed emigrati con istruzione universitaria sul totale della popolazione del
paese di residenza, 2006

0
Italia Regno Unito Stati Uniti

Immigrati Emigrati

Fonte Elaborazioni Nomisma su Fondazione Rodolfo De Benedetti

I.2.7 Popolazione e dinamica demografica nell’Unione Europea


Lo squilibrio demografico è una delle sfide che l’Europa deve affrontare. Il
ruolo che l’immigrazione da paesi terzi ha sull’andamento della crescita della
popolazione europea è un elemento rilevante da tenere in considerazione.
Oggi nell’Europa unita risiedono legalmente circa 30 milioni di cittadini
non europei (tab. 2.4). Recenti proiezioni Eurostat per il 2050 indicano
che, anche prevedendo che nel 2050 risiederanno nella UE 40 milioni di
immigrati, la popolazione europea totale diminuirà di 7 milioni di persone;
la forza lavoro, di 52 milioni di persone.

Guardando le elaborazioni del programma comunitario ESPON 2013


(European observation network for territorial development and cohesion)4
sulle dinamiche demografiche in Europa tra il 2001 e il 2005, possiamo
osservare alcuni trend significativi.
4 Il Programma ESPON 2013 è stato avviato dalla Commissione Europea nel 2007 con lo
scopo di supportare lo sviluppo di politiche in favore della coesione territoriale. La sua azione
è soprattutto quella di fornire informazioni comparabili al livello territoriale più dettagliato
possibile (http://www.epson.eu/).

45
Se consideriamo il bilancio migratorio, l’area che comprende la penisola
iberica, il sud della Francia, l’Italia centro-settentrionale e l’Irlanda ha
avuto una crescita annuale del saldo migratorio sempre superiore all’1 per
cento. Quello che si nota immediatamente è che esiste una vera spaccatura
tra i paesi della UE 15 e quelli dell’allargamento 2004 e 2007. Questi
ultimi infatti, hanno subito una riduzione costante o una crescita vicina
allo zero del saldo migratorio (fatta eccezione per Budapest e Riga). Nella
UE 15, invece, la tendenza è stata quasi ovunque positiva (anche qui
con le eccezioni di Berlino, Belgio e Lussemburgo). In Italia, è evidente
la spaccatura tra il trend delle regioni centro-settentrionali e quello delle
regioni meridionali, dove l’andamento del saldo migratorio è simile a quello
delle regioni dell’Europa dell’Est, mentre il saldo è ovunque in crescita nel
Centro-Nord (mappa 2.2).

Per avere un quadro completo della situazione demografica, si guardi alla


crescita naturale della popolazione: senza immigrazione, l’andamento
demografico della popolazione europea tra il 2000 e il 2005 avrebbe
conosciuto un rallentamento considerevole (mappa 2.3). Molte delle aree
che presentano nel periodo considerato una crescita complessiva della
popolazione residente avrebbero in realtà sperimentato una riduzione della
popolazione in assenza di migrazione. Tra queste, l’Italia settentrionale,
ampie zone della Spagna settentrionale e del Portogallo, gran parte della
Francia occidentale, del Regno Unito, della Germania. E’ possibile dunque
affermare che nel periodo preso in esame, la crescita del saldo migratorio ha
pesato in genere più della crescita naturale della popolazione nel determinare
l’andamento demografico complessivo. È stato soprattutto l’afflusso di
migranti a portare ad un andamento positivo della crescita demografica, in
particolare nelle regioni sopraelencate. L’impatto dei movimenti migratori ha
invece un impatto inverso in quelle regioni dell’Europa orientale che hanno
avuto una crescita naturale positiva ma hanno visto ridursi la popolazione
totale per effetto dei flussi di emigrazione, come alcune aree delle Polonia e
della Romania settentrionale (mappa 2.4).

46
Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005

Variazione annuale, anno base 2000:

Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013

47
Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione,
2001-2005

Variazione annuale, anno base: 2000

Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013.

48
Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale,
2001-2005

Popolazione in crescita con:


Saldo migratorio positivo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo

Popolazione in diminuzione con:


Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale negativo
Dato non disponibile

Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013.

49
I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e
senza immigrazione
Un’ulteriore conferma dell’impatto degli spostamenti migratori
sull’andamento demografico della popolazione europea viene dall’analisi
delle proiezioni Eurostat per il 2010, 2020 e 2050 sulla popolazione residente
nell’Unione Europea. Confrontando le due proiezioni, una in ipotesi di
assenza di migrazione, l’altra comprendente tutta la popolazione residente,
si ottiene una misura dell’impatto dei flussi migratori. In particolare, nel
lungo periodo la differenza sarebbe notevole: se nel 2020 lo scarto tra i due
scenari sarebbe di 20 milioni di persone, nel 2050 la differenza sarebbe di
70 milioni di residenti. L’afflusso di cittadini stranieri consentirà quindi una
crescita demografica sostenuta, anche in virtù dei maggiori tassi di natalità
che si riscontrano presso le comunità di immigrati (tab. 2.11).

50
Tab. 2.11 Proiezioni popolazione UE 27 2010, 2020 e 2050
  In assenza di migrazione Popolazione totale Differenza
2010 2020 2050 2010 2020 2050 2010 2020 2050
UE 27 496.010.163 493.659.612 443.689.079 499.389.380 513.837.632 515.303.488 19.293.325 20.178.020 71.614.409
Austria 8.336.926 8.265.323 7.186.089 8.404.899 8.723.363 9.127.487 790.561 458.040 1.941.398
Belgio 10.681.845 10.718.793 10.117.605 10.783.738 11.321.733 12.193.915 1.512.070 602.940 2.076.310
Bulgaria 7.566.460 7.173.577 5.815.432 7.564.300 7.187.743 5.923.361 -1.643.099 14.166 107.929
Cipro 801.931 835.284 800.450 820.709 954.522 1.251.488 449.557 119.238 451.038
Repubblica Ceca 10.343.767 10.184.998 8.567.379 10.394.112 10.543.351 9.891.885 -451.882 358.353 1.324.506

51
Germania 81.817.819 79.198.600 64.330.847 82.144.902 81.471.598 74.491.350 -7.326.469 2.272.998 10.160.503
Danimarca 5.492.772 5.531.342 5.353.680 5.512.296 5.661.099 5.895.057 402.285 129.757 541.377
Estonia 1.334.181 1.311.168 1.169.188 1.333.210 1.310.993 1.181.421 -152.760 -175 12.233
Spagna 45.457.628 45.504.414 40.215.189 46.673.372 51.108.563 53.228.962 7.771.334 5.604.149 13.013.773
Finlandia 5.318.283 5.375.272 5.078.342 5.337.461 5.500.929 5.448.360 130.077 125.657 370.018
Grecia 11.226.463 11.037.814 9.388.006 11.306.765 11.555.829 11.445.296 218.833 518.015 2.057.290
Ungheria 9.983.116 9.623.205 8.071.681 10.023.453 9.892.967 9.061.131 -921.985 269.762 989.450
Irlanda 4.490.780 4.835.623 5.264.223 4.614.218 5.404.231 6.530.607 2.039.827 568.608 1.266.384
Italia 59.490.526 58.039.051 48.466.079 60.017.346 61.420.962 61.239.852 1.749.326 3.381.911 12.773.773
Lituania 3.341.745 3.242.156 2.784.767 3.337.008 3.219.837 2.736.885 -604.860 -22.319 -47.882
Lussemburgo 485.257 492.243 467.235 494.153 551.045 697.206 211.949 58.802 229.971
Lettonia 2.249.138 2.156.116 1.801.431 2.247.275 2.151.445 1.803.536 -445.602 -4.671 2.105
Malta 411.461 413.188 362.346 413.542 427.045 414.781 3.320 13.857 52.435
Olanda 16.486.824 16.717.186 15.844.307 16.503.473 16.895.747 16.909.471 422.647 178.561 1.065.164
Polonia 38.123.296 37.939.906 32.791.661 38.092.173 37.959.838 33.274.651 -4.848.645 19.932 482.990
Portogallo 10.618.680 10.457.979 8.994.087 10.723.195 11.108.159 11.448.641 829.961 650.180 2.454.554
Romania 21.342.984 20.820.715 17.814.565 21.333.838 20.833.786 18.149.247 -3.193.737 13.071 334.682
Svezia 9.212.197 9.336.057 9.067.250 9.305.631 9.852.965 10.671.512 1.459.315 516.908 1.604.262
Slovenia 2.022.682 1.991.631 1.653.245 2.034.220 2.058.003 1.878.003 -144.679 66.372 224.758
Slovacchia 5.400.606 5.380.139 4.648.923 5.407.491 5.432.265 4.859.108 -541.498 52.126 210.185
Regno Unito 61.592.547 62.841.903 62.109.598 61.983.950 65.683.056 74.505.797 12.913.250 2.841.153 12.396.199

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat


52
Sezione II
Gli immigrati stranieri in Italia

Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di


ingresso
Gli stranieri residenti in Italia
La casa degli immigrati stranieri
I giovani stranieri nella scuola italiana
La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi
sanitari
La dimensione economica dell’immigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo
territoriale
Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi
paesi di origine

53
II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di
ingresso

II.1.1 Gli ingressi in Italia


Il 2008 ha confermato il robusto andamento dei flussi di stranieri in ingresso
nel nostro Paese, con quasi 470.000 nuove registrazioni in anagrafe di
cittadini provenienti dall’estero. Durante l’anno precedente, nel 2007, si
era registrato un numero di nuovi ingressi mai raggiunto prima in Italia,
con un saldo migratorio a fine anno di oltre 490.000 nuove registrazioni
(tab. 1.4).

Se allunghiamo lo sguardo ai decenni dietro le nostre spalle, il bilancio


migratorio è passato dal punto zero del 1988, a 49.000 persone dieci anni
dopo, con un andamento progressivo della crescita, ai 434.000 nel 2008
(tab. 1.1).

Il primo balzo in aumento si è registrato in occasione della regolarizzazione


della posizione di lavoratori stranieri immigrati avviata negli ultimi mesi
del 2002 e conclusasi nel 2003, e delle tappe del processo di allargamento
dell’Unione Europa, nel 20041 e 20072. Nel 2002 il saldo migratorio era
arrivato a 347.000 persone, contro le 46.000 dell’anno precedente; il 2003
aveva registrato 610.000 nuove presenze. Nel 2004, il saldo era stato di
558.000 persone e nel 2007, come si diceva, di quasi mezzo milione di
persone (tab. 1.1).

Se guardiamo alla provenienza dei nuovi arrivi, il dato risulta sostanzialmente


confermato: secondo i dati del Ministero dell’Interno sulla presenza di
cittadini stranieri residenti tra il 2005 e il 2007, il rapporto tra comunitari
ed extracomunitari si ribalta nel 2007. Nel 2006 i nuovi residenti comunitari
erano 80.000 e i non comunitari 180.000; nel 2007, i comunitari erano quasi
320.000 e i non europei 102.000 (tab. 1.2).

Il saldo tra nuovi iscritti alle anagrafi dall’estero e cancellati per l’estero
è positivo per tutte le aree d’Italia, anche se decisamente più elevato nel
Nord-Ovest (oltre 160.000 unità), nel Nord-Est (quasi 150.000) e nel Centro
(quasi 140.000), rispetto al Sud (poco più di 7.000) e alle Isole (13.352).
1 Con l’accesso di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria e
Slovenia, oltre a Malta e Cipro.
2 Quando entrarono Bulgaria e Romania.

54
Vale la pena osservare anche l’andamento dei cancellati per l’estero: nelle
regioni del Nord e del Centro ha un’incidenza limitata sul saldo migratorio
(costituisce grosso modo un ottavo dei nuovi iscritti dall’estero); nelle Isole
e al Sud, l’incidenza è decisamente maggiore (gli emigrati all’estero sono
circa un quarto degli immigrati dall’estero); in particolare, nelle regioni del
Sud i cancellati per l’estero sono passati da 1.362 nel 2003 a 15.448 nel
2008, mentre il tasso di incremento dei nuovi arrivati dall’estero nello stesso
periodo è stato solo del 15 per cento (tab. 1.4).

In termini di composizione per genere, i flussi del 2007 mostravano una


sostanziale parità tra maschi e femmine, pur con una forte disomogeneità
nelle presenze per nazionalità e nei motivi dell’ingresso in relazione alla
provenienza. Le donne nel corso del 2007 sono più numerose tra le persone
provenienti dall’Europa orientale, dall’Asia orientale (per l’incidenza di
cinesi e filippine), e dall’America Latina (tab. 1.3). Non ci sono dislivelli
eclatanti nel numero di donne nubili e sposate, fatta eccezione per le donne
albanesi, tra cui le coniugate sono il doppio delle donne arrivate nubili in
Italia, e, in misura più limitata, tra cinesi, filippine, ecuadoregne e peruviane.
Viceversa, tra i maschi, prevalgono nettamente i celibi, tra gli albanesi ma
anche tra le persone in ingresso dall’Africa, dall’Asia, dall’America del
Nord e del Sud (tab. 1.3).

Dal punto di vista delle zone di provenienza degli stranieri in arrivo, il


nostro Paese ha mantenuto nel 2007 una forte attrattiva nei confronti dei
cittadini non comunitari che sono presenti da tempo in Italia, come albanesi
e marocchini, ma anche ucraini e moldavi, la cui presenza registrata è
molto aumentata in seguito alla regolarizzazione del 2002; anche Cina,
Filippine, India, Bangladesh e Sri Lanka alimentano consistenti flussi di
ingresso. Come si vedrà nel capitolo successivo, la comunità più numerosa
rimane tuttavia quella dei rumeni, con 780 mila residenti, che dal 2007
sono cittadini dell’Unione europea e non hanno più bisogno di ottenere un
permesso di soggiorno per risiedere in Italia, quindi non compaiono tra i dati
presi in esame (tab. 1.7).

55
Tab. 1.1 Popolazione residente e bilancio demografico, 1968-2008 (migliaia)
Popolazione Popolazione
Anni Nati vivi Morti Saldo naturale Saldo migratorio
a inizio anno a fine anno
1978 56.063 721 540 181 3 56.247
1979 56.247 683 542 141 - 56.388
1980 56.388 657 559 98 -7 56.479
1981 56.479 628 541 87 -42 56.524
1982 56.524 635 538 97 -58 56.563
1983 56.563 613 564 49 -47 56.565
1984 56.565 598 536 62 -39 56.588
1985 56.588 589 549 40 -30 56.598
1986 56.598 562 545 17 -20 56.594
1987 56.594 560 535 25 -10 56.609
1988 56.609 578 538 40 - 56.649
1989 56.649 567 532 35 10 56.694
1990 56.694 581 544 37 13 56.744
1991 56.744 556 547 9 20 56.773
1992 56.773 575 545 30 18 56.821
1993 56.821 553 555 -2 24 56.842
1994 56.842 537 558 -21 23 56.844
1995 56.844 526 555 -29 29 56.844
1996 56.844 537 558 -21 53 56.876
1997 56.876 540 565 -25 53 56.904
1998 56.904 533 577 -44 49 56.909
1999 56.909 537 571 -34 49 56.924
2000 56.924 543 560 -17 54 56.961
2001 56.961 536 548 -12 46 56.994
2002 56.994 538 557 -19 347 57.321
2003 57.321 544 587 -43 610 57.888
2004 57.888 563 547 16 558 58.462
2005 58.462 554 567 -13 303 58.752
2006 58.752 560 558 2 377 59.131
2007 59.131 564 571 -7 495 59.619
2008 59.619 577 585 -8 434 60.045

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dell’ammontare di stranieri residenti, 2005-2007


(migliaia)
Stranieri entrati in Italia con permesso di soggiorno Variazione dell’ammontare di cittadini stranieri
ancora in vigore a fine anno residenti
Anni
Totale di cui UE10 di cui extra UE Totale di cui UE10 di cui extra UE
 
2005 206,8 57 134,6 268,4 68 200,4
2006 181,5 49,4 (b) 122,6 (b) 268,4 80 180
2007 252,4 0 252,4 493,7 319,5 102

(a) Considerando Romania e Bulgaria come paesi UE.


(b) Stima.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dell’Interno

56
Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in Italia nel 2007 per sesso, area geografica e
principali paesi di cittadinanza, per stato civile
Maschi Femmine
Stato civile Stato civile
Aree geografiche e paesi di
Celibi Coniugati Altro Totale Celibi Coniugati Altro Totale
cittadinanza
EUROPA 23.324 15.813 160 39.297 23.344 31.124 2.330 56.798
Europa centro orientale 23.302 15.804 156 39.262 23.323 31.095 2.325 56.743
di cui: Albania 10.628 6.158 51 16.837 3.297 8.804 334 12.435
Bosnia - Erzegovina 1.036 1.042 3 2.081 158 339 6 503
Moldova 3.129 2.555 31 5.715 7.322 8.599 571 16.492
Ucraina 2.491 2.134 34 4.659 8.529 8.962 1.043 18.534
Altri paesi europei non Ue 22 9 4 35 21 29 5 55
AFRICA 28.486 8.118 106 36.710 10.681 11.483 393 22.557
Africa settentrionale 19.476 5.635 59 25.170 6.650 9.170 296 16.116
di cui: Egitto 2.252 761 2 3.015 198 926 14 1.138
Marocco 13.084 4.027 36 17.147 5.845 6.583 249 12.677
Tunisia 3.427 692 11 4.130 475 1.245 28 1.748
Africa occidentale 5.687 1.521 20 7.228 2.237 1.577 34 3.848
di cui: Ghana 1.470 400 2 1.872 606 411 2 1.019
Nigeria 1.020 236 3 1.259 690 293 6 989
Senegal 1.192 352 2 1.546 293 530 4 827
Africa orientale 2.572 878 24 3.474 1.169 548 50 1.767
Africa centro meridionale 751 84 3 838 625 188 13 826
ASIA 26.797 11.637 60 38.494 12.312 13.273 191 25.776
Asia occidentale 1.304 498 13 1.815 754 587 50 1.391
Asia centro meridionale 17.016 6.944 31 23.991 2.590 6.386 67 9.043
di cui: Bangladesh 6.081 2.152 12 8.245 188 1.325 4 1.517
India 5.260 2.055 9 7.324 1.076 2.560 13 3.649
Pakistan 2.120 843 3 2.966 198 636 9 843
Sri Lanka 2.584 1.645 6 4.235 880 1.690 13 2.583
Asia orientale 8.477 4.195 16 12.688 8.968 6.300 74 15.342
di cui: Cina, Rep. Popolare 6.231 2.283 14 8.528 5.256 3.543 26 8.825
Filippine 1.545 1.352 2 2.899 2.501 1.963 34 4.498
AMERICA 7.641 4.259 93 11.993 11.812 7.986 584 20.382
America settentrionale 1.025 738 20 1.783 1.306 1.192 42 2.540
America centro meridionale 6.616 3.521 73 10.210 10.506 6.794 542 17.842
di cui: Brasile 1.506 732 15 2.253 2.206 1.970 113 4.289
Ecuador 1.150 657 5 1.812 1.618 741 43 2.402
Perù 1.374 852 5 2.231 2.678 1.190 46 3.914
OCEANIA 97 80 2 179 124 97 5 226
Apolidi 3 - - 3 - - - -
TOTALE 86.348 39.907 421 126.676 58.273 63.963 3.503 125.739

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, informazioni del Ministero dell’Interno

57
Tab. 1.4 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione
geografica, 2003-2008
Iscritti
Anni Cancellati per l’estero  Saldo migratorio con l’estero
dall’estero
ITALIA
2003 424.856 12.886 411.970
2004 394.756 14.019 380.737
2005 282.780 15.951 266.829
2006 254.588 16.974 237.614
2007 515.201 20.316 494.885
2008 534.712 80.947 469.053
NORD-OVEST
2003 148.411 4.767 143.644
2004 148.691 5.158 143.533
2005 99.110 6.102 93.008
2006 86.760 6.229 80.531
2007 157.128 7.128 150.000
2008 157.816 22.844 160.236
NORD-EST
2003 108.378 3.768 104.610
2004 97.680 4.572 93.108
2005 78.517 5.265 73.252
2006 71.831 5.660 66.171
2007 125.254 6.865 118.389
2008 139.059 19.870 149.829
CENTRO
2003 99.342 2.732 96.610
2004 96.054 3.008 93.046
2005 71.014 2.933 68.081
2006 63.479 3.562 59.917
2007 135.493 4.055 131.438
2008 138.000 14.894 138.548
SUD
2003 53.656 1.362 52.294
2004 42.681 950 41.731
2005 25.657 1.290 24.367
2006 23.890 1.141 22.749
2007 69.145 1.552 67.593
2008 68.268 15.448 7.088
ISOLE
2003 22.899 9.571 3.224
2004 9.650 331 9.319
2005 8.482 361 8.121
2006 8.628 382 8.246
2007 28.181 716 27.465
2008 31.569 7.891 13.352

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

II.1.2 La motivazione dell’ingresso


Nel complesso, il lavoro rimane la motivazione di ingresso prevalente per gli
stranieri che arrivano in Italia: i visti rilasciati nel 2006 per lavoro (subordinato e
autonomo) erano circa 94.000, nel 2007 erano poco meno di 225.000. Guardando

58
alle variazioni della motivazione dell’ingresso tra il 2000 e il 2007, si vedrà come
l’incidenza di ingressi per motivi di lavoro alle dipendenze è raddoppiato (dal 7
per cento a oltre il 14 per cento del totale dei flussi in ingresso), mentre è calata
di due terzi l’incidenza per lavoro autonomo. L’aumento dei visti per motivi di
lavoro va certamente messo in relazione con la programmazione delle quote di
lavoratori stranieri3; tuttavia, se confrontiamo la marcata prevalenza di visti per
posizioni di lavoro subordinato, la forte tendenza alla contrazione di ingressi per
lavoro autonomo, pur se da sempre limitata nella dimensione complessiva, e il
forte calo negli ultimi anni dei visti per studio (da un picco di incidenza del 5
per cento nel 2003, nel 2007 si è arrivati al 3,3 per cento), le indicazioni sulla
capacità attrattiva complessiva dell’Italia non sembrano lusinghiere (tab. 1.6).

Le donne sono protagoniste delle migrazioni per motivi di lavoro dai paesi
dell’Est europeo: l’88 per cento degli ingressi di moldavi nel 2007 era costituito
da donne, le ucraine costituiscono l’86,7 del totale dei connazionali arrivati in
Italia nello stesso anno; anche nel caso di cinesi e filippini le donne costituiscono
più delle metà degli ingressi per motivi di lavoro (rispettivamente, il 66,7 e l’82
per cento); non differiscono ecuadoregne (63,9) e peruviane (73,5) (tab. 1.7).

Gli ingressi per ricongiungimenti familiari sono tipici di comunità che si sono
formate inizialmente con una migrazione maschile, come quella marocchina,
tunisina e albanese, che stanno progressivamente consolidando la presenza
nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Interno, sono più
che altro le donne ad arrivare per ricongiungersi con il marito; questo vale per
quasi tutte le nazionalità escluse quelle in cui abbiamo visto che gli ingressi
per motivi di lavoro hanno una forte predominanza femminile (tab.  1.7).
Le domande di ricongiungimento familiare sono aumentate per quasi tutti i
continenti; fa eccezione il leggero calo registrato dall’America (da dove i flussi di
prima emigrazione più consistenti sono quelli femminili). Le regioni nelle quali
sono depositate le domande sono quelle che nel prossimo capitolo vedremo che
hanno gli indici di integrazione più elevati: Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte,
Sicilia e Toscana, dove il numero delle domande è aumentato tra il 2006 e il
2007 (addirittura raddoppiato in Emilia-Romagna) e Lombardia, che rimane la
regione con il più alto numero di richieste di ricongiungimento ma nel 2007 ha
registrato un leggero calo delle domande (graf. 1.4 e 1.5).

3 Programmazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato.

59
Tab. 1.5 Visti rilasciati per tipologia e incidenza sul totale visti rilasciati per anno, 2000-2007
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Tipo di visto Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero % Numero %

Affari 156.731 15,5 137.650 14,5 122.788 14,4 118.534 13,5 132.439 13,5 138.882 12,9 157.707 13,2 185.069 12,2

Ricongiungimento
48.705 4,8 64.772 6,8 62.067 7,3 65.808 7,5 83.397 8,5 89.931 8,4 78.914 6,6 88.649 5,8
familiare

Studio 35.193 3,5 38.356 4,0 40.659 4,8 43.457 5,0 44.621 4,5 46.282 4,3 46.860 3,9 49.775 3,3

Turismo/ADS 456.048 45,2 434.371 45,9 389.518 45,7 394.546 45,1 470.911 47,9 530.286 49,3 638.734 53,3 775.518 51,0

60
Lavoro subordinato 70.894 7,0 74.039 7,8 59.928 7,0 82.005 9,4 67.190 6,8 85.351 7,9 89.308 7,5 219.317 14,4

Lavoro autonomo 8.830 0,9 5.977 0,6 4.711 0,6 5.145 0,6 4.429 0,5 4.211 0,4 4.706 0,4 5.012 0,3

Totale visti 1.008.971 100 947.085 100 852.347 100 874.863 100 983.499 100 1.076.680 100 1.198.167 100 1.519.816 100

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri - Annuario Statistico
Tab. 1.6 Stranieri extracomunitari entrati in Italia, per motivo della presenza, area geografica e principali paesi di cittadinanza, 2007 (valori
assoluti e percentuali)
Motivi dell’ingresso
Aree geografiche e paesi % su totale permessi al
di cui donne di cui donne Asilo politico e Totale
di cittadinanza Lavoro Famiglia Studio Altro 1/1/2008
% % umanitari
EUROPA 65.058 64,1 25.284 31,0 2.203 766 2.784 96.095 13,4
Europa centro orientale 65.032 64,1 25.257 31,0 2.200 766 2.750 96.005 13,6
di cui: Albania 14.535 20,5 12.526 72,3 685 46 1.480 29.272 9,6
Moldova 18.885 88,0 2.902 10,1 99 19 302 22.207 30,7
Ucraina 19.189 86,9 3.520 11,3 111 10 363 23.193 16,6
Altri paesi europei
26 - 27 - 3 - 34 90 1,0
non Ue
AFRICA 30.187 30,4 18.013 56,4 1.891 6.966 2.210 59.267 9,8

61
Africa settentrionale 24.617 32,5 14.281 64,2 738 486 1.164 41.286 9,9
di cui: Egitto 1.962 3,8 1.550 91,1 143 11 487 4.153 7,8
Marocco 18.883 38,9 10.172 58,5 178 21 570 29.824 10,8
Tunisia 3.443 12,8 2.025 82,5 349 10 51 5.878 8,8
Africa occidentale 4.663 27,3 2.962 47,8 258 2.665 528 11.076 7,7
di cui: Ghana 1.865 42,8 816 52,2 28 114 68 2.891 10,1
Nigeria 811 24,2 554 35,1 77 649 157 2.248 7,4
Senegal 1.261 20,6 896 65,5 16 34 166 2.373 4,7
Africa orientale 593 22,4 506 18,8 196 3.602 344 5.241 15,9
Africa centro
314 20,3 264 25,5 699 213 174 1.664 13,0
meridionale
ASIA 42.061 48,3 13.613 38,2 4.905 2.152 1.539 64.270 13,6
Asia occidentale 656 24,1 753 34,3 985 557 255 3.206 15,2
Asia centro
22.307 25,3 7.814 67,8 659 1.573 681 33.034 15,6
meridionale
di cui: Bangladesh 7.829 6,6 1.651 92,3 41 198 43 9.762 19,2
India 6.790 17,4 3.254 70,3 446 38 445 10.973 16,7
Pakistan 2.408 6,2 1.023 89,3 77 250 51 3.809 9,7
Sri Lanka 4.963 50,6 1.660 47,3 14 133 48 6.818 13,4
Asia orientale 19.098 64,0 5.046 21,1 3.261 22 603 28.030 11,6
di cui: Cina, Rep.
12.553 66,7 2.796 20,8 1.753 17 234 17.353 12,6
Popolare
Filippine 5.726 82,3 1.396 13,3 51 - 224 7.397 8,8
AMERICA 12.709 39,7 14.209 45,7 2.435 85 2.937 32.375 12,2
America settentrionale 1.731 41,6 1.010 23,7 984 - 598 4.323 15,2
di cui: Stati Uniti 1.648 43,6 903 22,8 888 - 532 3.971 15,0
America centro
10.978 39,4 13.199 48,8 1.451 85 2.339 28.052 11,9
meridionale
di cui: Brasile 1.167 17,3 3.660 62,1 430 27 1.258 6.542 18,5
Ecuador 2.494 63,9 1.584 33,0 67 1 68 4.214 7,8
Perù 4.303 73,5 1.575 22,0 97 6 164 6.145 10,6
OCEANIA 83 13,7 141 36,3 89 - 92 405 19,3
Apolidi - 1 - - 2 - 3 1,0
TOTALE 150.098 50,8 71.261 39,4 11.523 9.971 9.562 252.415 12,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dell’Interno
Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali finalità, 2004-2007 (%)

60
57 53,31
54
49,25
51,03 2004 2005 2006 2007
51 47,88
48
45
42
39
36
33
30
27
24
21
18 14,43 13,47 12,90 13,16
15 12,18
12 8,48 8,35
6,83 7,93 7,45
9 6,59 5,83
6
4,54 4,30 3,91 3,28
3
0
Turismo/ADS Lavoro subordinato Affari Ricongiungimento familiare Studio

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri

Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009

100000
91.318
90000 84.052
80000 72.477
69.739
70000
60000 56.407

50000 Domande presentate


40000 Esito positivo
27.805
30000
20000
10000
0
2007 2008 2009

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

62
Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008

800000
701.510
700000

600000
477.079
500000 470000

400000 Domande
Posti disponibili
300000
170000 150.000
200000
127.151
100000

0
2006 2007 2008

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del


richiedente, 2006-2007

25000 22883

20000 18742
17220
18351
15000
13578
10000 11889
Totale 2006
4381 Totale 2007
5000 2930
4579 728 9 21
0
pa a ia a nia
ro ric As ric ea iut
o
Eu Af e c
Am Oc os
on
*sc
**

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

63
Graf. 1.5 Domande di ricongiungimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007

16000

14000

12000

10000

8000

6000
2006
4000
2007
2000

Veneto
Abruzzo

Calabria

Molise
Lazio

Marche
Liguria

Umbria
Basilicata

Piemonte

Sardegna
Puglia
Lombardia

Toscana
Emilia Romagna

***sconosciuta
Sicilia

Valle d'Aosta
Campania

Friuli Venezia Giulia

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno.

II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati


L’andamento delle richieste e delle concessioni di asilo politico risponde
a fattori di causa diversi da quelli dei flussi migratori volontari, anche se
è verosimile che il passaparola tra i migranti che tentano di raggiungere
l’Italia clandestinamente possa incidere sull’aumento di richieste che
non sono legate a condizioni di pericolo o persecuzione nel paese di
origine. Potrebbe essere questa una delle cause dello sbalzo che il
Ministero dell’Interno ha registrato nel numero dei richiedenti asilo tra
il 2007, quando le domande ricevute erano state poco più di 14.000, e
il 2008, quando sono state più di 31.000, anche se è solo parzialmente
utile cercare di dare risposte univoche ad un fenomeno così complesso
(tab. 1.6 e 1.7).

64
Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008

35.000

31.097
30.000

24.808
25.000

20.000
18.360
17.402
15.000 16.123 14.053
13.971
10.000 10.348
9.796 9.346
5.000

0
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda


Anni 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Totale

Domande presentate 24.808 18.360 17.402 16.123 13.971 9.796 9.346 10.348 14.053 134.207

Domande esaminate 8.239 24.978 13.148 16.890 11.144 8.584 11.589 9.260 13.509 117.341

di cui:

Riconosciuti 785 1.615 2.052 1.235 720 771 961 878 1.408 10.425

Negativi senza protezione 6.579 21.617 6.908 4.186 2.658 3.277 1.701 3.681 4.908 55.515

Negativi con protezione 853 1.615 1.312 729 2 2.366 4.084 4.338 6.318 23.444

Irreperibili 0 11 2.838 10.662 5.854 2.086 4.258 262 400 26.371

Sospesi 1 11 19 12 15 1 202 101 275 637

Altro 21 109 19 66 68 83 383 0 200 949

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

65
II.1.4 Gli ingressi irregolari
Nel 2008 hanno raggiunto l’Italia via mare oltre 35.000 persone. Sono
state trasportate da 665 imbarcazioni, di cui ben 537 sono arrivate sulle
coste della Sicilia (397 a Lampedusa). Il numero medio di persone per
imbarcazione lascia supporre che il traffico verso la Sicilia e la Calabria non
sia l’esito di tentativi improvvisati ma faccia capo ad una organizzazione
strutturata degli spostamenti: secondo i dati messi a disposizione dal
Ministero dell’Interno, i clandestini approdati in Sicilia viaggiavano in
media in gruppi di 66 persone, quelli arrivati nelle provincie di Catanzaro,
Crotone e Reggio Calabria in gruppi di 60 persone, mentre in Sardegna
e in Puglia hanno attraccato barche che trasportavano dalle 10 alle 20
persone (tab. 1.8).

Si tratta in gran parte di uomini: l’incidenza delle donne varia dal quasi
10 per cento della Sicilia (esclusa Trapani) al 12 della Calabria, mentre
solo pochissime donne erano a bordo dei barconi approdati in Sardegna e
in Puglia. La presenza di donne è più alta tra i nigeriani (29,8 per cento).
In Puglia la percentuale di minori è particolarmente elevata: il 60 per
cento degli sbarcati, 77 persone, perlopiù non accompagnati. In Calabria
scende al 18 per cento, in Sicilia al 12 per cento. L’incidenza di minori è
altissima tra gli egiziani (41,8 per cento) (tab. 1.8 e 1.9).

In generale, le nazionalità più numerose tra gli sbarcati sono quelle


tunisina, nigeriana e somala. In assoluto, gli sbarchi interessano per
la quasi totalità flussi che hanno origine in alcuni paesi del Maghreb e
dell’Africa sub-sahariana, da dove raggiungono l’Italia attraversando
le coste settentrionali dell’Africa (tab.  1.9 e mappa 1a). Secondo il
Sisde (oggi Aisi), gli sbarchi dal Nord Africa apparivano sensibilmente
diminuiti nel complesso e in particolare in Sicilia e nelle regioni costiere
del Sud: nel confronto tra il primo semestre del 2006 e il primo del 2007
si è passati da 7.695 a 4.460 clandestini sbarcati. In Sardegna invece si è
passati dai primi 8 del 2005 ai 389 del 2007 (mappa 1b e mappa 1c).

Dell’insieme degli immigrati arrivati, 11.735 sono stati trattenuti nel


2008 in Centri di Identificazione e di Espulsione, di cui 4.473 rimpatriati,
con una permanenza media di 32 giorni. Altri 21.478 migranti sono stati
accolti nei Centri di Accoglienza, dove in media le persone nel 2008
sono rimaste 100 giorni. I Centri di Primo Soccorso e Accoglienza hanno

66
accolto 32.653 persone che allo sbarco avevano necessità di cure di prima
assistenza; di queste, 31.250 sono passate dal Centro di Lampedusa
(tab. 1.10).

Il numero delle persone di nazionalità straniera che le forze dell’ordine


hanno rintracciato e che non erano in possesso dei documenti o dei
requisiti per rimanere in Italia non è variato in misura sostanziale tra il
1999 (112.881 persone) e il 2005 (119.923). Nello stesso periodo, invece,
è diminuito sostanzialmente il numero delle persone allontanate , passate
da 72.392 a 54.306. Questo calo è dovuto integralmente alla diminuzione
dei respingimenti alla frontiera, passati dai 48.437 del 1999 ai 23.878 del
2005, mentre le espulsioni e i ritorni sono aumentati nello stesso periodo,
da 23.955 a 30.428 (tab. A e tab. B).

Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008


di cui
  Totale sbarchi Totale persone di cui donne di cui minori
minori affidati
CALABRIA 11 663 84 94 27
Catanzaro 4 67 3 29 23
Crotone 2 83 4 8 4
Reggio Calabria 5 513 77 57  -
PUGLIA 7 127 4 40 37
Foggia 4 62 3 33 33
Lecce 2 34 2 2
Taranto 1 31 4 5 2
SARDEGNA 110 1.621 22 33 1
Cagliari 110 1.621 22 33 1
SICILIA 537 35.540 3.825 2.582 1.844
Agrigento 430 31.370 3.538 2.426 1.824
di cui a Lampedusa 397 30.657 3.522 2.325 1.771
Ragusa 44 1.330 152 81 81
Siracusa 30 1.430 134 72 17
Trapani 33 410 1 3 3
TOTALE COMPLESSIVO 665 36.951 3.935 2.749 1.909

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati forniti dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale dell’Immigrazione e
della Polizia delle Frontiere.

67
Tab. 1.9 Prime 15 nazionalità delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008
di cui donne, di cui minori,
Paese di cittadinanza Totale
% %
Tunisia 7633 0,7 2,6
Nigeria 6373 29,8 5,0
Somalia 5258 15,2 5,6
Eritrea 3943 15,3 9,2
Egitto 2281 0,1 41,8
Algeria 2019 1,4 1,8
Ghana 1996 3,7 7,7
Marocco 1800 8,4 2,7
Costa d’Avorio 618 0,5 4,4
Burkina 526 0 5,5
India 511 0 0,2
Gambia 422 0,7 10,2
Malì 397 0,3 3,0
Sudan 377 15,1 5,0
Togo 369 3,5 11,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza
e nei Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, 2008
Centri di Identificazione ed Espulsione
Ospiti trattenuti 11.735
Ospiti rimpatriati 4.473
Permanenza media (gg) 32
Centri di Accoglienza
Persone accolte 21.478
Permanenza media (gg) 100
Centri di Primo Soccorso e Accoglienza
Persone accolte 32.653
di cui a Lampedusa 31.250
Permanenza media (gg) 34

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

68
Mappa 1.1 (a) Rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Italia

Fonte: Sisde (oggi Aisi) 2007 su dati Ministero dell’Interno

Mappa 1.1 (b) Clandestini rintracciati sbarcati in Mappa 1.1 (c) Clandestini rintracciati sbarcati in
Sardegna, 1998-2007 Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007

Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dell’Interno Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dell’Interno

69
APPROFONDIMENTO 1
Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati senza
permesso di soggiorno

Tab. A Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati in posizione irregolare,


1999-2005
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Totale rintracciati 112.881 130.791 133.655 149.783 105.739 105.662 119.923
Totale persone allontanate 72.392 66.057 75.448 88.501 65.153 59.965 54.306
Allontanati, % 64,1 50,5 56,4 59,1 61,6 56,8 45,3
Respingimenti alla frontiera 48.437 42.221 41.058 43.795 27.397 24.528 23.878
Espulsioni/ritorni 23.955 23.836 34.390 44.706 37.756 35.427 30.428
Non ottemperanti 40.489 64.734 58.207 61.282 40.586 45.697 65.617

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network su informazioni del Ministero dell’Interno

Tab. B Stranieri senza permesso di soggiorno rintracciati dalle forze dell’ordine, 2002-2004
2002 2003 2004
Stranieri rintracciati Stranieri rintracciati Stranieri rintracciati
150.746 105.957 105.662
in posizione irregolare in posizione irregolare in posizione irregolare
di cui : di cui : di cui :
Non rimpatriati 62.245 Non rimpatriati 40.804 Non rimpatriati 45.697
Allontanati 88.501 Allontanati 65.153 Allontanati 59.968
di cui: di cui: di cui:
Respinti alla Frontiera 37.656 Respinti alla Frontiera 24.202 Respinti alla Frontiera 24.528
Respinti dai Questori 6.139 Respinti dai Questori 3.195 Respinti dai Questori 2.563
Espulsi con Espulsi con Espulsi con
accompagnamento alla 24.799 accompagnamento alla 18844 accompagnamento alla 16.270
frontiera frontiera Frontiera
Espulsi su provvedimento Espulsi su provvedimento Espulsi su provvedimento
427 885 930
dell’Autorità Giudiziaria dell’Autorità Giudiziaria dell’Autorità Giudiziaria
Stranieri riammessi nei Paesi Stranieri riammessi nei Stranieri riammessi nei
17.019 9.901 7.996
di provenienza Paesi di provenienza Paesi di provenienza
Stranieri non rimpatriati 62.245 Stranieri non rimpatriati 40.804 Stranieri non rimpatriati 45.697
di cui presenti nei Centri di cui presenti nei Centri di cui presenti nei Centri
963 977 1.054
al 31.12 al 31.12 al 31.12

Fonte: Nomisma su dati Ministero dell’Interno.

70
II.2 Gli stranieri residenti in Italia

II.2.1 Aspetti demografici: residenti, incidenza sulla popolazione


e proiezioni
Grazie ai flussi di ingresso dall’estero, insieme al tasso elevato di fertilità
degli stranieri, nel corso del 2008 la popolazione residente sul territorio
italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 60 milioni di persone
(tab. 2.1). La crescita della popolazione, pari a 434 mila nuovi residenti
nel 2008, si deve interamente alla popolazione immigrata. Gli stranieri
residenti erano 3 milioni e 900 mila al 1 gennaio 2009, il 6,5 per cento
della popolazione residente. L’anno precedente, erano il 5,8 per cento
(tab. 2.2).

La popolazione straniera influisce sulla dinamica demografica in misura


nettamente superiore rispetto al suo peso sulla popolazione complessiva.
La crescita della popolazione che si è verificata tra il 2003 e il 2008 nelle
regioni del Centro Nord, a fronte di un saldo naturale negativo, si deve quasi
interamente agli iscritti alle anagrafi dall’estero. Nel Sud e nelle Isole il
saldo migratorio con l’estero ha compensato l’emigrazione verso l’estero e
verso il nord del Paese (Tab. 2.3)4.

Le previsioni sulla popolazione residente per il prossimo futuro, diffuse nel


2008 da Istat, consentono di fare qualche considerazione sull’incidenza
della componente straniera sulla dinamica demografica, pur con tutte le
cautele d’obbligo quando ci si riferisce a scenari previsionali. In soli cinque
anni, il numero dei residenti stranieri in Italia è raddoppiato: erano quasi
due milioni nel 2003, sono quasi 4 milioni nel 2008. Stando all’ipotesi di
scenario intermedia delineata da Istat, la popolazione straniera potrebbe
ammontare a 6 milioni e 300 mila persone nel 2020, a 10 milioni e 600 mila
nel 2050. L’incidenza sul totale della popolazione sarà triplicata rispetto ad
oggi, con un tasso di oltre il 17 per cento, tendendo quindi ad aumentare
in misura più che proporzionale rispetto alla crescita in valori assoluti.

4 In questo volume si è scelto di fare riferimento ai dati raccolti dalle anagrafi per le infor-
mazioni sugli stranieri residenti in Italia. È bene precisare però, seguendo Istat, che per
quel che riguarda le iscrizioni in anagrafe, gli effetti del decreto flussi 2008 si producono
principalmente nel 2009 mentre è possibile che, considerato il ritardo accumulato nella
concessione dei permessi di soggiorno, le iscrizioni in anagrafe del 2008 derivino anche dai
decreti flussi del 2006. In particolare, il d.p.c.m. del 15 febbraio 2006 autorizzava l’ingresso
di 120 mila lavoratori extracomunitari non stagionali, mentre quello del 25 ottobre pro-
grammava in aggiunta al precedente un fabbisogno di 350 mila lavoratori extracomunitari
non stagionali (nota 2 p. 241 Rapporto Annuale 2008).

71
In tutte le ipotesi formulate da Istat, compresa quella meno sfavorevole
circa la contrazione della popolazione italiana autoctona, questa tenderà
comunque a decrescere e saranno gli stranieri a fare fronte a questa
dinamica negativa, consentendo una crescita limitata ma costante della
popolazione (tab. 2.4).

Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagrafico, 2001-2008


Popolazione Saldo
Popolazione
residente Saldo Iscritti migratorio
Anni Totale iscritti Saldo totale residente alla fine
a inizio naturale dall’estero (interno +
dell’anno
periodo estero)
ITALIA

2001 (a) 56.995.744 -7.752 135.995 24.753 6.988 -2.002 56.993.742

2002 56.993.742 -19.195 1.650.961 222.801 238.005 327.328 57.321.070

2003 57.321.070 -42.405 2.057.970 470.491 440.199 567.175 57.888.245

2004 57.888.245 15.941 2.056.055 444.566 405.617 574.130 58.462.375

2005 58.462.375 -13.282 1.851.564 325.673 268.116 289.336 58.751.711

2006 58.751.711 2.118 2.056.944 297.640 244.161 379.576 59.131.287

2007 59.131.287 -6.868 2.062.210 558.019 503.464 488.003 59.619.290

2008 59.619.290 -8.467 2.046.718 534.712 469.053 425.778 60.045.068

(a) Popolazione al 21 0ttobre 2001 (popolazione legale in base al XIV Censimento generale della popolazione) e movimento
anagrafico dal 22 ottobre al 31 dicembre.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008


Anno Saldo Naturale e Migratorio Maschi Femmine Totale

2003 Saldo Naturale -9.355 -33.050 -42.405


  Saldo Migratorio e per altri motivi 311.740 297.840 609.580

2004 Saldo Naturale 15.336 605 15.941


  Saldo Migratorio e per altri motivi 292.860 265.329 558.189

2005 Saldo Naturale 5.848 -19.130 -13.282


  Saldo Migratorio e per altri motivi 144.236 158.382 302.618

2006 Saldo Naturale 12.753 -10.635 2.118


  Saldo Migratorio e per altri motivi 178.800 198.658 377.458

2007 Saldo Naturale 10.538 -17.406 -6.868


  Saldo Migratorio e per altri motivi 220.768 274.103 494.871

2008 Saldo Naturale - 8.467


Saldo Migratorio e per altri motivi 425.778

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

72
Tab. 2.3 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica,
2003-2008
Iscritti Popolazione straniera
Anni Cancellati per l’estero  Saldo migratorio con l’estero
dall’estero residente (a)
ITALIA
2003 424.856 12.886 411.970 1.990.159
2004 394.756 14.019 380.737 2.402.157
2005 282.780 15.951 266.829 2.670.514
2006 254.588 16.974 237.614 2.938.922
2007 515.201 20.316 494.885 3.432.651
2008 534.712 80.947 469.053 3.901.704
NORD-OVEST
2003 148.411 4.767 143.644 707.664
2004 148.691 5.158 143.533 873.069
2005 99.110 6.102 93.008 976.887
2006 86.760 6.229 80.531 1.067.218
2007 157.128 7.128 150.000 1.223.363
2008 157.816 22.844 160.236 1.383.599
NORD-EST
2003 108.378 3.768 104.610 545.394
2004 97.680 4.572 93.108 653.416
2005 78.517 5.265 73.252 730.569
2006 71.831 5.660 66.171 802.239
2007 125.254 6.865 118.389 923.812
2008 139.059 19.870 149.829 1.073.641
CENTRO
2003 99.342 2.732 96.610 483.233
2004 96.054 3.008 93.046 576.815
2005 71.014 2.933 68.081 641.158
2006 63.479 3.562 59.917 727.690
2007 135.493 4.055 131.438 857.072
2008 138.000 14.894 138.548 995.620
SUD
2003 53.656 1.362 52.294 176.597
2004 42.681 950 41.731 213.206
2005 25.657 1.290 24.367 229.375
2006 23.890 1.141 22.749 244.088
2007 69.145 1.552 67.593 305.146
2008 68.268 15.448 7.088 312.234
ISOLE
2003 22.899 9.571 3.224 6.646.358
2004 9.650 331 9.319 85.651
2005 8.482 361 8.121 92.525
2006 8.628 382 8.246 97.687
2007 28.181 716 27.465 123.258
2008 31.569 7.891 13.352 136.610

(a) Per il 2008, la popolazione residente è stimata sulla base del saldo migratorio dell’anno precedente.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

73
Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della
popolazione (2010-2020-2050)
Totale popolazione Incidenza stranieri su
Anni   Totale stranieri
residente tot. popolazione %
Maschi 2.013.368 29.242.194 6,9
2010 Femmine 2.106.783 30.981.919 6,8
Totale 4.120.151 60.224.113 6,8
Maschi 3.126.580 30.017.521 10,4
2020 Femmine 3.192.489 31.616.893 10,1
Totale 6.319.069 61.634.414 10,3
Maschi 5.455.601 30.302.641 18,0
2050 Femmine 5.180.883 31.413.876 16,5
Totale 10.636.484 61.716.517 17,2

Fonte: Elaborazioni Nomisma su proiezioni Istat

II.2.2 Nazionalità degli stranieri in Italia


Al 1° gennaio 2009, quasi la metà degli stranieri residenti in Italia
apparteneva a cinque sole nazionalità: Romania (circa 780.000, in aumento
del 24,8 per cento rispetto all’anno precedente), Albania (oltre 440.000, con
una variazione positiva del 9,7 per cento sul 2008), Marocco (circa 400.000,
aumentati del 9,9 per cento), Cina (circa 173.000, aumentati di oltre il 10
per cento) e Ucraina (oltre 150.000, con una crescita del 16,5 per cento
sull’anno precedente) (tab. 2.5).

In una panoramica delle provenienze continentali, la presenza di


neocomunitari, cittadini di paesi dell’Europa orientale entrati nell’Unione
europea nel 2004 e nel 2007, è aumentata del 22,7 per cento tra il 2008 e
il 2009 (la variazione percentuale registrata tra il 2007 e il 2008 era molto
più alta, ma era dovuta in misura sostanziale alla registrazione di rumeni,
diventati comunitari nel 2007, una parte dei quali è verosimile che fosse già
presente in Italia). La presenza africana è aumentata di quasi il 10 per cento
(passando dai 133.000 residenti del 2008 ai 155.000 del 2009), quella di
asiatici del 14,3 per cento (631.000 persone circa nel 2009, 80.000 in più
dell’anno precedente) e quella di persone provenienti dall’America del 12,1
per cento (passata da circa 293.000 a circa 330.000 persone). La variazione
della presenza di stranieri provenienti da Asia ed America registrata tra
2008 e 2009 è raddoppiata rispetto alla variazione 2007/2008 (tab. 2.6).

74
Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1° gennaio 2008
    Paesi Maschi   Femmine   Totale
1 Romania 294.212 331.066 625.278
2 Albania 222.198 179.751 401.949
3 Marocco 216.517 149.391 365.908
4 Cina,Rep. Pop. 82.411 106.764 156.519
5 Tunisia 60.789 74.108 132.718
6 Senegal 50.503 63.371 105.675
7 Egitto 49.080 61.839 93.601
8 India 46.318 45.558 90.218
9 Macedonia 44.994 44.062 78.090
10 Filippine 43.836 42.946 77.432
11 Serbia Mont. 37.925 33.096 73.235
12 Bangladesh 37.359 32.812 70.755
13 Pakistan 34.528 31.114 69.572
14 Sri Lanka 34.087 30.617 68.591
15 Ecuador 29.173 26.977 68.542
16 Peru’ 27.809 25.662 62.620
17 Polonia 26.847 24.670 61.064
18 Ucraina 25.954 23.180 55.242
19 Moldova 23.033 20.492 49.344
20 Ghana 21.635 19.792 40.641
21 Nigeria 17.461 18.786 40.163
22 Algeria 15.750 17.883 38.400
23 Germania 15.493 17.371 37.848
24 Bosnia -Erzegovina 15.346 16.765 33.477
25 Bulgaria 13.685 14.816 30.803
26 Brasile 12.186 14.736 27.356
27 Francia 12.017 12.617 26.448
28 Regno Unito 11.712 12.581 22.672
29 Croazia 11.104 12.117 21.523
30 Costa d’Avorio 9.402 12.010 21.308
31 Turchia 8.631 11.688 18.591
32 Stati Uniti 6.912 11.370 17.890
33 Colombia 6.202 10.204 17.354
34 Eritrea 6.039 8.124 17.132
35 Dominicana, Rep. 6.010 7.730 15.036
36 Burkina Faso 5.893 6.991 14.581
37 Argentina 5.501 6.922 14.562
38 Spagna 4.737 5.931 12.492
39 Svizzera 4.277 5.521 11.386
40 Mauritius 4.275 5.347 9.798
41 Russa, Fed. 4.152 4.971 9.246
42 Iran, Rep. Islam. 3.864 4.890 8.960
43 Grecia 3.861 4.671 8.165
44 Camerun 3.719 4.597 7.463
45 Paesi Bassi 3.494 4.496 7.331
46 Cuba 3.211 4.493 7.063
47 Etiopia 2.901 4.430 7.060
48 Somalia 2.801 4.066 6.940
49 Slovacchia 2.573 3.897 6.913
50 Giappone 2.463 3.753 6.609
  Altri Paesi 66.937 89.792 161.087
    Totale 1.701.817   1.730.834   3.432.651

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

75
Tab.2.6 Cittadini stranieri residenti per continente d’origine e paesi selezionati, 2008-2009
(numeri assoluti e variazione % annuale)
Totale 1 Totale 1 Variazione % Variazione %
Aree geografiche e paesi di cittadinanza
gennaio 2008 gennaio 2009 2008/07 2009/08
EUROPA 1.785.870 2.053.362 28,1 15
UE 27 934.435 1.119.656 54,1 19,8
UE 15 157.667 166.448 5,9 5,6
Paesi nuova adesione 776.768 953.208 69,9 22,7
Romania 625.278 780.421 82,7 24,8
Albania 401.949 441.073 6,9 9,7
Moldova 68.591 92.637 22,9 35,1
Ucraina 132.718 154.670 10,5 16,5
AFRICA 797.997 876.120 6,4 9,8
Egitto 69.572 76.566 5,9 10,1
Marocco 365.908 402.242 6,6 9,9
Senegal 62.620 68.134 4,6 8,8
ASIA 551.985 631.061 7,7 14,3
Cina,Rep. Pop. 156.519 173.159 8 10,6
Filippine 105.675 119.864 4,3 13,4
AMERICA 293.550 328.935 5,2 12,1
Ecuador 73.235 81.488 6,3 11,3
Peru’ 70.755 83.321 6,4 17,8
OCEANIA 2.527 2.635 -0,4 4,3
Apolidi 722 878 12,3 21,6
TOTALE 3.432.651 3.892.114 16,8 13,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani


Sono sempre più numerosi gli stranieri che decidono di avere figli in Italia.
Solo nel 2007, i nati da coppie di genitori stranieri erano oltre 63.000, l’11,3
per cento dei nati in Italia, con un’incidenza sul totale molto superiore a
quella della popolazione straniera complessiva (5,8 per cento nello stesso
anno) (tab. 2.7). Se si amplia lo spettro di osservazione fino ad includere i
nati da almeno un genitore straniero, l’incidenza sale al 14,6 per cento.

Nel 2007, la maggior incidenza di nati stranieri si è registrata nelle regioni


del Nord Est e del Nord Ovest, dove supera il 17 per cento delle nascite (dove
la presenza straniera nel 2007 incideva complessivamente per il 7,8 per
cento della popolazione residente); Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia
sono le regioni che hanno registrato l’incidenza più elevata: oltre 20 neonati
sul territorio regionale ogni 100 avevano almeno un genitore straniero.
Nel Centro, l’incidenza arriva al 13 per cento (contro il 7,3 per cento di
incidenza dei residenti stranieri sul totale della popolazione); spiccano i

76
valori elevati di Marche, Lazio e Toscana, che registrano un’incidenza di
oltre il 15 per cento. Nel Mezzogiorno, l’incidenza degli stranieri sul totale
dei nati è invece assai più contenuta: 2,8 per cento nelle regioni meridionali
e 2,6 nelle Isole; fa eccezione l’Abruzzo, con una incidenza media che si
aggira intorno all’8 per cento (tab. 2.7 e 2.8).

Anche tra gli adulti si annoverano nuovi italiani: sono state quasi 40.000
le cittadinanze concesse nel 2008, di cui circa il 37 per cento per diritto
acquisito durante la residenza in Italia e il 63 per cento tramite matrimonio; i
dati dei due anni precedenti non differivano di molto (tab. 2.9 e graf. 2.1).
Nella comparazione per genere, il numero delle cittadinanze concesse a
donne è cresciuto in termini assoluti molto più di quello delle cittadinanze
riconosciute a persone di sesso maschile; le donne naturalizzate italiane
sono passate da circa 9.000 nel 1997 a circa 38.000 nel 2007; nello stesso
periodo, le quasi 3.000 cittadinanze a uomini nel 1997 sono diventate circa
11.000 nel 2007 (graf. 2.2).
I nuovi cittadini italiani sono in gran parte di origine europea (per l’esattezza,
la cittadinanza italiana è stata riconosciuta a 15.249 persone nate in un altro
paese europeo) e americana (12.337). Gli africani che hanno acquisito la
cittadinanza italiana nel 2008 sono stati 7.561 e 2.710 gli asiatici (graf.
2.3). Tra le nazionalità, spiccano quella marocchina, con oltre 5 mila e 500
cittadinanze concesse nel 2008, gli albanesi (oltre 3 mila), i rumeni (2 mila
e 600), argentini, brasiliani e ucraini (graf. 2.4).

Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %)
Nati stranieri Nati totali Incidenza  
% nati
Ripartizioni Iscritti in anagrafe per nascita Iscritti in anagrafe per nascita stranieri Incidenza % nati
su nati stranieri su nati
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale totali   totali

Italia nord-occidentale 12.728 12.114 24.842 75.546 70.814 146.360 17,0 17,0
Italia nord-orientale 9.976 9.219 19.195 56.022 52.735 108.757 17,6 17,6
Italia centrale 7.072 6.588 13.660 54.204 50.806 105.010 13,0 13,0
Italia meridionale 1.913 1.835 3.748 68.841 65.450 134.291 2,8 2,8
Italia insulare 833 734 1.567 31.303 29.868 61.171 2,6 2,6
ITALIA 32.522 30.490 63.012 285.916 269.673 555.589 11,3 11,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

77
Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e
incidenza %)
Nati con almeno padre straniero Nati con almeno madre straniera
Regioni
Valore stimato Incidenza % Valore stimato Incidenza %

Piemonte 6.650 17,2 7.831 20,3


Valle d’Aosta 140 11,3 174 14,0
Lombardia 18.484 19,2 20.900 21,7
Trentino-Alto Adige 1.560 14,6 1.919 18,0
Veneto 9.316 19,6 10.561 22,2
Friuli-Venezia Giulia 1.597 15,1 1.913 18,1
Liguria 1.614 13,3 1.971 16,2
Emilia-Romagna 8.062 19,9 9.380 23,2
Toscana 5.254 16,3 6.245 19,4
Umbria 1.302 16 1.654 20,6
Marche 2.328 16,6 2.784 19,8
Lazio 6.072 11,6 7.600 14,5
Abruzzo 987 8,6 1.394 12,2
Molise 66 2,6 142 5,7
Campania 1.548 2,5 2.492 4,0
Puglia 1.033 2,7 1.396 3,7
Basilicata 125 2,6 205 4,2
Calabria 671 3,7 1.137 6,3
Sicilia 1.641 3,3 2.197 4,5
Sardegna 353 2,6 566 4,2
Italia nord-occidentale 26.888 18,1 30.876 20,8
Italia nord-orientale 20.535 18,8 23.773 21,7
Italia centrale 14.956 14,0 18.283 17,1
Italia meridionale 4.430 3,2 6.766 4,9
Italia insulare 1.994 3,2 2.763 4,4
ITALIA 68.803 12,2 82.461 14,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab.2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008


Anni   Inserite Concesse Respinte Inammissibili
Matrimonio 17.944 11.319 201 203
2003 Residenza 9.149 2.124 1.801 17
Totale 27.093 13.443 2.002 220
Matrimonio 19.756 9.997 261 399
2004 Residenza 10.841 1.948 1.056 62
Totale 30.597 11.945 1.317 461
Matrimonio 18.770 11.854 337 278
2005 Residenza 10.240 7.412 829 56
Totale 29.010 19.266 1.166 334
Matrimonio 17.341 30.151 279 235
2006 Residenza 13.232 5.615 243 149
Totale 30.573 35.766 522 384
Matrimonio 21.257 31.609 84 232
2007 Residenza 25.261 6.857 63 332
Totale 46.518 38.466 147 564
Matrimonio 24.959 24.950 434 294
2008 Residenza 32.026 14.534 305 385
Totale 56.985 39.484 739 679

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

78
Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008

35000
9
60
15
1 31
30
30000

0
95
25000 24

20000
4
53
15000 14
19 854 Matrimonio
11
3 97 11
99
10000 12 57 Residenza
74 68
15
56
5000 24
21 48
19

0
03 04 05 06 07 08
20 20 20 20 20 20

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007

45000

40000
Femmin
e
35000 Maschi

30000

25000

20000

15000

10000

5000

0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

79
Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007

16000
2004 2005 2006 2007

14000 15249

12000

12337
10000
14514

8000

11898
7561

6000
6843
7509

4000

4793
5029

1110
4930

2000

592
3477
2393

2710

141
2348

22
1866

17
53

16
11

17
0
Europa Africa Asia America Oceania Apolidi

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008

Marocco
Albania
Romania
Argentina
Brasile
Ucraina
Polonia
Tunisia
Altri

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno

80
II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti
L’aumento dei matrimoni tra stranieri o che coinvolgono almeno uno straniero
va certamente letto come un ulteriore indicatore della stabilizzazione della
presenza straniera in Italia.
Tuttavia, è bene anche tenere presente che il matrimonio, per i cittadini
extracomunitari, può rappresentare un’occasione per acquisire la
cittadinanza italiana, e quindi ovviamente il diritto a risiedere in Italia, nel
caso di matrimoni misti, oppure la possibilità di avviare il ricongiungimento
con il partner rimasto fuori dall’Italia, nel caso di matrimoni tra stranieri.
Come suggerisce Istat nel Rapporto annuale 2008, il calo dei matrimoni
di cittadini rumeni registrato nel 2007, dopo il loro ingresso nell’Ue, è
esemplare a questo riguardo.

I matrimoni con almeno uno sposo straniero sono stati oltre 34 mila nel corso
del 2007, il 13,8 per cento del totale dei matrimoni registrati in Italia (250
mila). Il numero e l’incidenza di questo tipo di unioni coniugali è rimasto
sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente (tab. 2.10).

La quota più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero
è rappresentata da matrimoni misti, celebrati cioè tra cittadini italiani e
stranieri; nel 2007 sono più di 23 mila, il 9,4 per cento del totale. Nelle
coppie miste, la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la
sposa straniera (sette matrimoni su 100 a livello medio nazionale); le donne
italiane che si sposano con uno straniero sono circa 2,4 su cento. Infine, sono
il 4,4 per cento del totale i matrimoni in cui entrambi gli sposi sono stranieri
(tab. 2.10). Delle oltre 24.000 famiglie in Italia, il 6,9 per cento contano al
proprio interno almeno una persona di cittadinanza straniera (tab. 2.11).

81
Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007
Tipologia di coppia
Matrimoni
Incidenza Sposo Incidenza Sposo Incidenza Incidenza con
Sposi Sposi Incidenza %
% italiano % straniero % % almeno
Anni entrambi entrambi su tot
su tot sposa su tot sposa su tot su tot uno
italiani stranieri matrimoni
matrimoni straniera matrimoni italiana matrimoni matrimoni sposo
straniero
1995 277.680 95,7 7.416 2,6 3.248 1,1 1.665 0,6 12.329 4,3
1996 266.618 95,7 7.254 2,6 2.621 0,9 2.118 0,8 11.993 4,3
1997 264.248 95,1 8.167 3,0 2.808 1,0 2.515 0,9 13.490 4,9
1998 265.798 94,9 8.640 3,1 2.806 1,0 2.790 1,0 14.236 5,1
1999 263.782 94,1 10.127 3,6 3.177 1,1 3.244 1,2 16.548 5,9
2000 264.409 93,0 12.305 4,3 3.653 1,3 4.043 1,4 20.001 7,0
2001 242.513 91,9 13.524 5,0 3.603 1,4 4.386 1,7 21.513 8,1
2002 244.423 90,5 15.561 5,7 4.491 1,7 5.538 2,1 25.590 9,5
2003 236.367 89,5 16.098 6,1 4.304 1,6 7.328 2,8 27.730 10,5
2004 218.307 87,7 17.389 7,0 4.446 1,8 8.827 3,5 30.662 12,3
2005 214.723 86,7 18.481 7,5 4.822 1,9 9.714 3,9 33.017 13,3
2006 211.596 86,0 19.029 7,8 4.991 2,0 10.376 4,2 34.396 14,0
2007 215.801 86,2 17.663 7,0 5.897 2,4 10.999 4,4 34.559 13,8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007


Famiglie con almeno uno Famiglie con capofamiglia Incidenza % famiglie con almeno uno
Numero di Famiglie
straniero straniero straniero su tot. famiglie
24.282.485 1.684.906 1.366.835 6,9

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

II.2.5 La suddivisione per classi di età


L’aumento delle nascite e dei flussi in ingresso per ricongiungimento
familiare ha un impatto diretto sulla composizione per età della popolazione
straniera residente. La divisione per classi di età mostra una popolazione
decisamente giovane, se paragonata agli italiani.

Secondo gli aggiornamenti Istat al 1° gennaio 2009, gli stranieri che


risiedevano nel Paese al 1° gennaio 2008 avevano un’età media di 31,1 anni
(l’età media degli italiani è di circa 43 anni). Il processo di stabilizzazione
degli immigrati e il crescente numero di richieste di permesso di soggiorno
per ricongiungimento familiare hanno portato a un aumento costante di
minorenni stranieri in Italia: al 1° gennaio 2008 erano già 767 mila. I minori

82
stranieri hanno un’incidenza pari al 7,5 per cento sul totale dei minorenni
in Italia, molto superiore a quella della popolazione straniera complessiva
(pari al 6,5 per cento) (tab. 2.12 e 2.13).

Poco meno della metà degli stranieri in Italia (49,2 per cento) ha un’età
compresa tra i 18 e i 39 anni. Oltre l’80 per cento ha meno di 45 anni (il
50 per cento degli italiani). Viceversa, solo il 2 per cento degli stranieri ha
più di 65 anni (tab. 2.12), con un impatto di aggiustamento sostanziale del
tasso di dipendenza, misurato dal rapporto tra la popolazione con oltre 65
anni e il numero di persone in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni).

Le proiezioni demografiche diffuse da Istat prevedono che nel 2050


la percentuale di giovani con origini straniere sarà di circa un terzo dei
residenti con meno di 15 anni e anche di quelli di età compresa tra i 15 e i
24 anni, sottolineando come si tratti di valori in linea con quelli attualmente
registrati in paesi di tradizionale immigrazione come il Canada e gli Stati
Uniti (Proiezioni demografiche 1° gennaio 2007 – 1° gennaio 2051). Per
la maggior parte saranno persone nate in Italia in famiglie con almeno un
genitore immigrato.

Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di età e incidenza sul totale della
popolazione residente, 1° gennaio 2008
Composizione percentuale per Incidenza percentuale stranieri su popolazione
Totale  
classi di età totale
Ripartizioni stranieri
residenti Età
0-17 18-39 40-64 65 e oltre 0-17 18-39 40-64 65 e oltre Totale
media
Nord-ovest 1.223.363 23,4 49,3 25,4 1,8 30,4 11,5 13,8 5,6 0,7 7,8

Nord-est 923.812 23,6 49,6 25,1 1,7 30,2 11,9 14,4 5,9 0,7 8,1

Centro 857.072 20,7 48,7 28,2 2,5 32,8 9,5 12,8 6 0,8 7,3

Sud 305.146 17,9 49,3 30,4 2,4 33 2 3,5 2 0,3 2,2

Isole 123.258 19,8 48 29,6 2,6 32,5 2 2,9 1,7 0,3 1,8

Italia 3.432.651 22,2 49,2 26,6 2 31,1 7,5 9,8 4,5 0,6 5,8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

83
Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione
minorenne, per ripartizione geografica,
1° gennaio 2008
Ripartizioni Minorenni
% su stranieri % su totale
residenti minorenni in Italia
  Maschi Femmine Totale

Nord-Ovest 149.805 139.003 288.808 23,6

Nord-Est 113.807 104.422 218.229 23,6

Centro 94.629 86.479 181.108 21,1

Sud 27.699 26.203 53.902 17,7

Isole 12.938 12.075 25.013 20,3  

Italia 398.878 368.182 767.060 22,3 7,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia


Il tasso di istruzione degli stranieri in Italia è relativamente alto, situazione
simile a molti paesi europei, anche se con differenze rispetto ai nativi. La
specificità italiana riguarda la limitata presenza di laureati (14,7 su cento
stranieri in Italia), che registrano un peso relativo sul totale degli immigrati
inferiore a tutti i Paesi Europei considerati, inferiore anche alla Germania,
paese che diversamente dall’Italia è condizionato da un fenomeno di
“vecchia immigrazione”, che tende ad essere più caratterizzato da bassi
livelli di scolarizzazione (la Germania, il paese dopo l’Italia con l’incidenza
più bassa di laureati tra la popolazione straniera residente, arriva al 18,8 per
cento) (tab. 2.15).

Per contro, l’Italia ha un peso relativo molto alto nei livelli di istruzione più
bassi: 48,8 ogni cento stranieri residenti, inferiore tra gli Stati Membri solo
a Spagna e Portogallo (che registrano, rispettivamente, il 54,8 e il 50,5 per
cento) (tab. 2.15).

Dall’analisi dei dati per continente di provenienza si rileva una situazione


diversificata; in particolare, gli immigrati europei hanno un’elevata
percentuale di diplomati (41,5 per cento), la maggior parte dei laureati
proviene dal nord America (31,4 per cento). Il grado di scolarizzazione più
bassa è riferibile soprattutto a immigrati asiatici e africani (tab. 2.16,
2.17, 2.18).

84
Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di età, genere e
ripartizioni geografiche, 2006 (%)
  Popolazione straniera Popolazione italiana
Fino Fino
licenza Diploma Laurea Totale licenza Diploma Laurea Totale
media media
Classi di età                
15-24 74,7 24,4 0,9 100 53,3 43,2 3,5 100
25-34 47,2 41,7 11,1 100 32,3 49,8 17,8 100
35-54 49,6 37,3 13,1 100 48,9 38,6 12,4 100
55-64 53,4 23,3 23,3 100 68,4 23,2 8,4 100
Genere    
Maschi 57,1 34,3 8,7 100 50,4 39 10,6 100
Femmine 48,9 38,1 13 100 49,2 38,6 12,2 100
Ripartizioni    
Nord 50,7 38,2 11,1 100 47,3 40,9 11,8 100
Centro 49,8 38,5 11,7 100 43,9 41,9 14,1 100
Mezzogiorno 70,8 21,6 7,6 100 55,8 34,6 9,6 100
Totale 53 36,2 10,8 100 49,8 38,8 11,4 100

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007
  Livelli 1 e 2 Livelli 3 e 4 Livelli 5 e 6 Totale
Danimarca 29,4 42,0 28,6 100,0
Francia 41,3 33,0 25,7 100,0
Germania 35,1 46,1 18,8 100,0
Italia 48,8 36,6 14,7 100,0
Paesi Bassi 37,9 37,3 24,8 100,0
Portogallo 50,5 25,7 23,8 100,0
Spagna 54,8 22,4 22,9 100,0
Svezia 20,1 51,0 28,9 100,0
Regno Unito 30,0 26,0 44,1 100,0

Nota: I livelli di istruzione citati fanno riferimento all’International Standard Classification of Education ISCED 1997 di
UNESCO:
1. Educazione primaria: diploma di scuola elementare.
2. Educazione secondaria di I° livello: diploma di scuola media inferiore.
3. Educazione secondaria di II° livello: diploma di scuola superiore.
4. Diploma di Laurea di Primo livello (Triennale).
5. Diploma di Laurea Specialistica o di Vecchio Ordinamento.
6. Formazione Post-Laurea (Master, Dottorati, Corsi di Specializzazione).
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics

85
Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2,
2007
America
Paese di
Nord centrale e Tutti i paesi
  Africa Asia Europa Oceania nascita
America meridionale, di nascita
sconosciuto
Caraibi
Danimarca 31,0 37,9 27,0 12,2 16,7 21,6 29,4
Francia 38,7 34,3 47,2 8,1 16,2 28,4 - 41,3
Germania 33,1 32,6 36,9 - - 21,1 31,3 35,1
Italia 62,9 58,4 43,7 24,5 40,0 40,9 - 48,8
Paesi Bassi 50,2 32,2 37,6 14,1 38,4 49,9 37,9
Portogallo 53,3 53,0 45,7 36,4 39,3 47,6 - 50,5
Spagna 75,6 57,7 48,0 15,4 33,0 50,6 - 54,8
Svezia 21,7 21,9 20,1 5,5 7,4 17,2 - 20,1
Regno Unito 21,6 37,3 31,3 12,6 14,2 39,7 36,9 30,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics

Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4,
2007
America
Paese di
Nord centrale e Tutti i paesi
  Africa Asia Europa Oceania nascita
America meridionale, di nascita
sconosciuto
Caraibi
Danimarca 42,8 40,1 42,7 38,0 49,8 44,7 - 42,0
Francia 34,5 29,9 32,5 20,3 28,5 28,7 - 33,0
Germania 52,7 48,1 46,6 34,7 - 54,3 41,3 46,1
Italia 27,4 25,9 41,5 44,1 44,9 40,7 - 36,6
Paesi Bassi 32,6 37,9 36,2 37,1 52,2 41,7 11,2 37,3
Portogallo 24,2 22,9 28,2 27,1 29,2 28,6 - 25,7
Spagna 12,8 22,3 23,2 20,1 33,0 26,5 - 22,4
Svezia 53,8 47,5 51,9 32,5 41,3 56,0 - 51,0
Regno Unito 31,4 20,4 28,0 24,0 28,4 24,1 25,4 26,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics

Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6,
2007
America
Paese di
Nord centrale e Tutti i paesi
  Africa Asia Europa Oceania nascita
America meridionale, di nascita
sconosciuto
Caraibi
Danimarca 26,1 22,0 30,4 49,8 33,5 33,8 - 28,6
Francia 26,8 35,7 20,3 71,5 55,3 42,9 - 25,7
Germania 14,2 19,3 16,5 65,3 - 24,6 27,4 18,8
Italia 9,7 15,7 14,8 31,4 15,2 18,5 - 14,7
Paesi Bassi 17,2 29,9 26,2 48,9 47,8 19,9 38,9 24,8
Portogallo 22,5 24,1 26,1 36,4 31,5 23,9 - 23,8
Spagna 11,6 20,0 28,8 64,5 34,0 22,9 - 22,9
Svezia 24,5 30,6 28,0 62,0 51,2 26,8 - 28,9
Regno Unito 47,0 42,2 40,7 63,4 57,3 36,2 37,7 44,1

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics

86
II.2.7 L’insediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia
La presenza di immigrati stranieri non interessa in maniera uniforme tutto
il territorio del nostro Paese. Gli immigrati risiedono prevalentemente nelle
regioni del Nord e del Centro del Paese. Al 1° gennaio 2008 si concentrava
qui l’87,5 per cento degli stranieri presenti in Italia. Il 36,3 per cento nel
Nord Ovest, il 27,3 per cento nel Nord Est, il 24,8 per cento nel Centro e
l’11,65 per cento nel Mezzogiorno (tab. 2.19).

La Lombardia è la regione con la più alta concentrazione di stranieri,


uno straniero ogni quattro registrati in Italia. Proporzioni superiori al 10
per cento del totale degli stranieri residenti si registrano anche in Veneto,
Emilia-Romagna e Lazio. Nel complesso, in Lombardia, Veneto, Lazio,
Emilia-Romagna e Piemonte si concentra il 45 per cento della popolazione
italiana e quasi il 70 per cento degli stranieri (tab. 2.19).

Se si considera invece l’incidenza sulla popolazione residente, l’Umbria


presenta il rapporto più alto, insieme all’Emilia-Romagna (8,6 per cento,
ben più alto della media nazionale, che alla fine dello stesso anno era il
5,8 per cento), seguite da Lombardia (8,5) e Veneto (8,4). Al Sud e nelle
Isole l’unico caso con un valore significativamente più alto della media della
ripartizione è l’Abruzzo (3,7 per cento) (tab. 2.19).
Guardando alla concentrazione di stranieri per ampiezza dei comuni di
residenza (tab. 2.20) e al dettaglio territoriale dell’incidenza di stranieri
(mappa 2.1), è possibile farsi un’idea di quanto l’incidenza sul territorio
possa presentare variazioni notevoli all’interno di una stessa area; il livello
locale, spesso nella dimensione micro territoriale, di piccoli comuni, è
quello dove si sviluppano le dinamiche specifiche della multiculturalità,
con modalità ed effetti specifici.

Il tasso migratorio più elevato5, superiore al 10 per cento, si trova nei comuni
con una dimensione tra i 5 mila e i 20 mila abitanti. E’ molto elevato, pari al
9,5 per cento, anche nei comuni tra i 3 mila e i 5 mila abitanti e si mantiene
sopra il intorno al 7 per cento di media nei comuni fino a 250 mila abitanti.
Decresce sensibilmente, invece, nei comuni di dimensione maggiore (3,5
per cento circa nei comuni tra i 250 mila e i 500 mila abitanti e nei comuni
capoluogo), ed arriva ad un valore negativo nei comuni più grandi, oltre i

5 Per tasso migratorio si intende il rapporto tra la popolazione residente e il saldo migratorio
nell’anno considerato.

87
500 mila abitanti (- 1,1 per cento) (tab. 2.20).

Le elaborazioni contenute nel Rapporto annuale 2008 di Istat suggeriscono


che la localizzazione sia fortemente influenzata dalla domanda di lavoro locale
e dal passaparola delle catene migratorie, che determinano ricongiungimenti
familiari e attrazione delle comunità nei confronti dei connazionali
provenienti dalle stesse aree di origine. Il modello insediativo, quindi,
risulta in larga parte connesso al tipo di attività lavorativa principalmente
svolta dagli stranieri delle diverse collettività.

Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza,
per genere e incidenza sulla popolazione residente, 1° Gennaio 2008
Maschi Femmine Totale % su pop.
Regioni
residente
Piemonte 152.350 158.193 310.543 7,1
Valle d’Aosta 3.120 3.484 6.604 5,2
Lombardia 425.849 389.486 815.335 8,5
Trentino-A.A. 35.146 35.688 70.834 7,0
Veneto 210.364 193.621 403.985 8,4
Friuli-V. G. 42.643 40.663 83.306 6,8
Liguria 42.827 48.054 90.881 5,6
Emilia-Romagna 185.009 180.678 365.687 8,6
Toscana 134.548 140.601 275.149 7,5
Umbria 35.469 40.162 75.631 8,6
Marche 57.163 58.136 115.299 7,4
Lazio 180.570 210.423 390.993 7,0
Abruzzo 28.268 31.481 59.749 4,5
Molise 2.697 3.574 6.271 2,0
Campania 47.771 67.021 114.792 2,0
Puglia 31.125 32.743 63.868 1,6
Basilicata 4.299 5.296 9.595 1,6
Calabria 22.877 27.994 50.871 2,5
Sicilia 48.055 50.097 98.152 2,0
Sardegna 11.667 13.439 25.106 1,5
RIPARTIZIONI
Nord-Ovest 624.146 599.217 1.223.363 7,8
Nord-Est 473.162 450.650 923.812 8,1
Centro 407.750 449.322 857.072 7,3
Sud 137.037 168.109 305.146 2,2
Isole 59.722 63.536 123.258 1,8
ITALIA 1.701.817 1.730.834 3.432.651 5,8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.

88
Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demografica dei comuni di residenza, 2008
Classe di ampiezza Popolazione Saldo Popolazione
Numero di comuni Tasso di
demografica residente al migratorio Tasso residente al 31
al 31 dicembre 2008 crescita
e tipologia del 1° gennaio e per altri migratorio dicembre 2008
naturale
comune V.A. % 2008 motivi V.A. %
Fino a 1.000 1.938 23,9 1.071.729 7.844 7,3 -6,3 1.072.811 1,8
1.001-3.000 2.609 32,2 4.788.971 37.652 7,8 -2,6 4.813.930 8,0
3.001-5.000 1.162 14,3 4.470.944 42.519 9,5 -0,6 4.510.697 7,5
5.001-10.000 1.195 14,8 8.369.098 88.805 10,6 0,6 8.463.376 14,1
10.001-15.000 468 5,8 5.640.017 57.912 10,2 1,2 5.704.534 9,5
15.001-20.000 219 2,7 3.710.097 37.619 10,1 1,2 3.752.188 6,2
20.001-50.000 361 4,5 10.783.642 80.475 7,4 0,8 10.873.018 18,1
50.001-80.000 80 1,0 4.760.332 32.998 6,9 0,5 4.795.913 8,0
80.001-100.000 24 0,3 2.123.223 13.033 6,1 -0,5 2.135.234 3,6
100.001-250.000 33 0,4 4.835.763 35.910 7,4 -1,0 4.867.010 8,1
250.001-500.000 6 0,1 1.891.618 6.500 3,4 -2,6 1.893.215 3,2
oltre i 500.000 6 0,1 7.173.856 -7.022 -1,0 -0,5 7.163.142 11,9
Comuni capoluogo 111 1,4 17.519.663 62.969 3,6 -1,2 17.561.104 29,2
Altri comuni 7.990 98,6 42.099.627 371.276 8,8 0,3 42.483.964 70,8
TOTALE 8.101 100,0 59.619.290 434.245 7,3 -0,1 60.045.068 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

89
Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1° gennaio 2008

Fino a 7,0
7,1 - 25,0
25,1 - 35,0
35,1 - 45,0
45,1 - 75,0
75,1 e oltre
Confini regionali

Fonte: Istat

90
II.2.8 Mobilità degli stranieri all’interno dell’Italia
La propensione degli stranieri a spostarsi all’interno del territorio nazionale
è molto alta, decisamente più elevata di quella degli italiani: di circa
1.350.000 iscritti all’anagrafe da un altro comune italiano, nel 2006, oltre
200.000 erano stranieri (tab. 2.21 e 2.22).
Tra il 1996 e il 2006, i trasferimenti di residenza di stranieri all’interno dei
confini nazionali sono quintuplicati. La quota di cittadini stranieri trasferiti
all’interno dei confini nazionali è passata dal 4 per cento a quasi il 15 per
cento (tab. 2.21 e 2.22).

Prevale nettamente, come per i flussi migratori di italiani, la traiettoria


Sud-Nord: nel 2006, solo il 12,5 per cento dei nuovi iscritti alle anagrafi
dall’estero si è registrato nei comuni delle regioni del Sud (erano il 22,2
per cento dieci anni prima); a fronte di questa diminuzione degli arrivi
dall’estero, il 5,7 per cento del totale degli stranieri che hanno cambiato
residenza si è spostato da Sud verso il Centro-Nord tra il 1996 e il 2006 (il
numero assoluto degli stranieri emigrati dal Sud al Centro e Nord d’Italia è
quasi triplicato) (tab. 2.22).

Nel tempo, le migrazioni di stranieri da Sud verso il Centro-Nord sono


diminuite in termini relativi dal 9,1 per cento del totale del 1996 al 5,7 per
cento del 2006. Come nota Istat (Rapporto annuale 2008), nello stesso periodo
la quota di stranieri che si iscrivono dall’estero in una delle anagrafi del
Mezzogiorno si è quasi dimezzata: nel 1996 il 22,2 per cento delle iscrizioni
avveniva in questa ripartizione, mentre nel 2006 solo il 12,5 per cento degli
stranieri si sono trasferiti dall’estero in un comune del Mezzogiorno.

91
Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006
Regioni Iscritti Cancellati
Piemonte 125.070 124.925
Valle d’Aosta 4.463 4.452
Lombardia 306.097 297.053
Trentino-Alto Adige 25.063 23.304
Bolzano 11.204 10.455
Trento 13.859 12.849
Veneto 135.885 131.650
Friuli-Venezia Giulia 32.529 30.449
Liguria 36.821 35.095
Emilia-Romagna 129.513 112.154
Toscana 90.335 82.947
Umbria 16.781 15.030
Marche 34.626 31.425
Lazio 104.070 98.812
Abruzzo 24.966 24.033
Molise 4.858 5.043
Campania 113.598 136.804
Puglia 43.429 55.088
Basilicata 5.504 7.689
Calabria 27.705 35.467
Sicilia 76.896 87.489
Sardegna 30.089 29.389
Italia 1.368.298 1.368.298

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia
di trasferimento, 1996-2006 (valori assoluti e %)
Interno Estero
di cui dal Mezzogiorno verso
Anni Totale % Totale di cui verso il Mezzogiorno %
il Centro-Nord
1996 43.877 3.995 9,1 143.151 31.743 22,2
1997 54.196 6.145 11,3 132.505 23.125 17,5
1998 68.866 8.050 11,7 127.114 17.501 13,8
1999 73.961 7.943 10,7 152.900 25.266 16,5
2000 88.052 9.688 11,0 192.557 26.072 13,5
2001 93.017 10.203 11,0 172.836 20.017 11,6
2002 108.611 10.137 9,3 168.726 18.489 11,0
2003 114.609 9.159 8,0 392.771 63.681 16,2
2004 161.531 11.670 7,2 373.086 49.410 13,2
2005 185.268 10.850 5,9 267.634 32.935 12,3
2006(a) 203.859 11.705 5,7 242.048 30.263 12,5

Fonte: Istat, Rilevazione delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza; (a) dati provvisori

92
II.2.9 Un profilo degli irregolari in Italia: i beneficiari delle
regolarizzazioni
La componente irregolare della presenza straniera risulta particolarmente
difficile da studiare, per l’assenza di fonti e la conseguente impossibilità
di avvalersi di riferimenti conoscitivi certi. Quella dell’immigrazione, e
spiccatamente della presenza irregolare, è del resto una realtà in movimento,
che si rinnova continuamente e che sfugge ad un’analisi puntuale.

Sono state effettuate negli anni alcune stime che, tenuto conto della
lacunosità di fonti e dati, mettono a disposizione indicazioni utili, tanto più
che le conclusioni a cui arrivano, ad esempio su motivazioni e composizione
della clandestinità, sono tendenzialmente omogenee.

Si fa riferimento qui in particolare alle indicazioni contenute nel Rapporto


sulla criminalità in Italia del Ministero dell’Interno, alle elaborazioni della
Fondazione Ismu sulla presenza di clandestini in Lombardia e al lavoro
dell’Università Bocconi sulla base dei dati raccolti sui propri beneficiari
dall’associazione Naga, che a Milano offre assistenza socio-sanitaria anche
a immigrati irregolari.

Si è scelto in questo volume di usare la massima cautela e di non riportare


il dettaglio delle stime effettuate, perché si tratta pur sempre di elaborazioni
con una percentuale elevata di approssimazione. Tuttavia, si ritiene utile dare
rilievo ad un dato di massima su cui le diverse fonti concordano ampiamente:
la quota più consistente dell’immigrazione irregolare nel nostro Paese,
oltre il 60 per cento, è costituita da stranieri entrati in Italia regolarmente,
perlopiù con un visto turistico, e rimasti in Italia oltre la scadenza del visto.
Comunemente, ci si riferisce alle persone che rientrano in questa categoria
come overstayers. È questa, e non quella degli ingressi clandestini, la
componente più cospicua della presenza straniera irregolare.

I beneficiari delle regolarizzazioni


La dinamica di crescita della popolazione straniera in Italia è stata negli anni
influenzata da una serie di interventi legislativi che hanno consentito, con
criteri di selezione di volta in volta differenti, di regolarizzare la posizione di
quei cittadini stranieri residenti in Italia ma privi di permesso di soggiorno.
Ci riferiremo quindi a questi interventi legislativi definendoli generalmente
‘regolarizzazioni’, anche se ognuna è stata caratterizzata da modalità di

93
attuazione differenti. In particolare, gli interventi di regolarizzazione che
si sono succeduti dagli inizi degli anni ’90 al 2008 sono quattro: la Legge
39/90 (legge Martelli), il Decreto Legge 489/95 (decreto Dini), il Decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 1998 e la Legge
189/02 (legge Bossi-Fini). E’ attualmente in corso (1-30 settembre 2009)
la sanatoria di colf e personale di cura domestica che lavora in Italia in
posizione lavorativa irregolare e quindi senza permesso di soggiorno; è
verosimile che anche in questo caso l’incidenza sulle presenze regolari sarà
elevata.

L’analisi dei risultati delle regolarizzazioni passate consente da un lato di


contestualizzare le informazioni sull’evoluzione della presenza straniera
residente in Italia, tenendo conto anche dell’impatto delle regolarizzazioni
stesse. Per altro verso, mette a disposizione elementi certi per disegnare
un profilo della presenza straniera irregolarmente presente in Italia. In
particolare, i dati raccolti durante i processi di regolarizzazione passati
delineano caratteristiche di numero, provenienza, occupazione e localizzazione
sul territorio degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano al
momento delle regolarizzazioni.

Rispetto al numero, se confrontiamo i dati sui regolarizzati con quelli sui


permessi di soggiorno, è evidente come le regolarizzazioni abbiano pesato in
maniera consistente sul numero di permessi rilasciati. Un terzo dei permessi
rilasciati al 1° gennaio 1992 erano costituiti dai permessi rilasciati dalla
legge 39/90; oltre due terzi dei permessi rilasciati tra il 1992 e il 2000 sono
stati ottenuti in seguito al DL 489/95 e al DPCM del 1998. Infine la crescita
elevata di permessi registrata nel 2004, è dovuta quasi interamente agli effetti
delle leggi 189/02 e 222/02 (tab. 2.23).

In termini assoluti, tramite la regolarizzazione del 2002 è stato concesso il


maggior numero di permessi, con 646.829 regolarizzati, mentre nel 1990 erano
stati circa 217.000, nel 1995 244.000 e nel 1998 217.000 (tab. 2.24).

Il numero più elevato di irregolari in rapporto alla componente regolare si


è però registrato con la regolarizzazione del 1990, con 120 sanati ogni 100
regolari. Per le regolarizzazioni successive, il tasso di irregolarità è stato del
45,9 per cento nel 1995, del 24,9 per cento nel 1998, del 47,8 per cento
nel 2002.

94
Guardando alla provenienza dei regolarizzati, la percentuale di regolarizzati
provenienti dall’Europa è cresciuta dal 12,7 per cento del 1990 al 59,2
per cento del 2002. Si tratta di un dato che riflette il forte aumento della
presenza di stranieri provenienti dall’Europa centro-orientale. In particolare,
più del 20 per cento dei regolarizzati del 2002 proveniva dalla Romania
e più del 15 per cento dall’Ucraina. In maniera speculare si è verificato
un calo sostenuto della popolazione straniera regolarizzata proveniente
dal continente africano. Gli stranieri di origine africana rappresentavano
nel 1990 il 58,4 per cento della popolazione regolarizzata, mentre erano
solo il 16,8 per cento nel 2002, metà dei quali di origine marocchina. La
popolazione proveniente dall’Africa è anche l’unica che perde non solo quote
percentuali, ma che risulta ridursi anche in termini assoluti, passando dai
circa 127.000 regolarizzati del 1990 ai 108.000 del 2002. Aumenta invece
in termini assoluti il numero di sanati provenienti dall’Asia, ma la quota
sul totale dei regolarizzati passa dal 21,6 per cento del 1990 al 13,6 per
cento del 2002. L’unico altro gruppo che vede crescere la propria quota di
regolarizzati è costituito dai cittadini provenienti dal continente americano,
passati dal 7,1 per cento del totale al 10,4 per cento.

Sono dati che corrispondono alla fotografia d’insieme dei capitoli precedenti
sull’andamento della presenza straniera in Italia. Se agli inizi degli anni
’90 i flussi migratori irregolari provenivano in maniera prevalente dal Nord
Africa, il processo di costante allargamento dell’Unione Europea ha mutato
la composizione dei flussi migratori in ingresso, portando ad una crescita
molto rapida della componente proveniente dall’Europa orientale.

Se vogliamo tentare di delineare un profilo di chi è stato regolarizzato ed


era dunque irregolare, possiamo innanzitutto guardare al tipo di attività
svolta. Ci concentreremo in questo caso sull’ultima regolarizzazione del
2002, sia perché più recente sia perché, dato l’ampio numero di cittadini
stranieri coinvolti, è molto rappresentativa riguardo alle condizioni e al
profilo degli stranieri irregolari. Esistono significative differenze, in termini
di provenienza, tra chi presta servizi alle famiglie e chi lavora presso
le imprese. Presso le famiglie lavoravano soprattutto ucraini, romeni,
ecuadoregni, polacchi e moldavi. Sembra esistere una specializzazione
settoriale per alcune comunità: l’84 per cento degli stranieri provenienti
dall’Ucraina lavorava presso una famiglia, così come il 75 per cento dei
polacchi, il 73 per cento dei moldavi, il 79 per cento dei peruviani, con

95
una forte componente femminile.

Ugualmente, gli stranieri regolarizzati che lavoravano in un’impresa


provenivano in larga parte da Romania, Marocco, Albania, Cina e Ucraina.
Infatti anche in questo caso si registra una sorta di specializzazione settoriale,
per cui l’80 per cento dei regolarizzati marocchini lavora per le imprese,
così come il 77 per cento degli albanesi e l’83,4 per cento dei cinesi. Solo la
Romania compare ai primi posti in entrambe le categorie (tab. 2.25).

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei cittadini regolarizzati, se


guardiamo al numero di regolarizzati ogni cento regolari, la ripartizione con
l’incidenza inferiore di regolarizzati è il Nord-est, un’area del Paese con una
concentrazione di migranti tra le più elevate e con i tassi di sviluppo più alti.
Al contrario, nelle regioni del Centro e del Sud la percentuale, rispettivamente
del 52,5 e del 91,3 per cento, è decisamente elevata in rapporto all’incidenza
della popolazione straniera nelle due ripartizioni (tab. 2.26).

La seconda osservazione riguarda l’incidenza dei regolarizzati per paese


di provenienza e per ripartizione, considerando in particolare i primi nove
paesi di provenienza dei regolarizzati, i quali da soli contano per più del
70 per cento del totale. In generale, nelle diverse ripartizioni il peso delle
singole comunità differisce notevolmente. Nel Nord-ovest è forte l’incidenza
dei rumeni, seguiti dagli ecuadoregni. Nel Nord-est romeni e ucraini hanno
un’incidenza simile, seguiti dai moldavi. Nel Centro, l’incidenza dei romeni
è la più elevata, seguiti a molta distanza dagli ucraini. Al Sud sono invece gli
ucraini ad avere l’incidenza più elevata, seguiti da albanesi e polacchi. Infine,
nelle Isole, marocchini e albanesi hanno circa la stessa incidenza, seguiti da
polacchi e ucraini.

Se poi osserviamo la distribuzione percentuale di questi paesi nelle singole


ripartizioni, anche in questo caso esiste una forte differenziazione territoriale.
Nei primi anni del 2000 alcune comunità tendevano a consolidare la propria
presenza in aree precise del paese; ad esempio, ben il 72,5 per cento degli
ecuadoregni regolarizzati risiedeva nel Nord-ovest, il 41,9 per cento dei
polacchi al Centro, il 45,2 per cento dei moldavi nel Nord-est, il 38,9 per
cento degli ucraini al Sud (tab. 2.26).

Un altro elemento interessante è la permanenza in Italia di quanti hanno

96
usufruito di un provvedimento di regolarizzazione. Istat (La popolazione
straniera regolarmente presente in Italia, aprile 2007) stima che siano più
di 100 mila i beneficiari dell’ultima regolarizzazione che non sono riusciti
a rinnovare successivamente il loro permesso. All’inizio del 2006, infatti,
i permessi di soggiorno validi erano solo 40.000 in più rispetto all’anno
precedente, e solo 60.000 in più rispetto al 2004. Una variazione così limitata
è la conseguenza del picco di permessi rilasciato nel 2003 (724.000). Dato
l’elevato numero di permessi non prolungati, ci si potrebbe aspettare un
calo dei permessi di soggiorno, mentre come abbiamo visto si è verificato un
aumento, se anche limitato. Tra il 2004 e il 2006 il numero di permessi di
soggiorno per lavoro è calato del 4,1 per cento, mentre i permessi per motivi
di famiglia sono aumentati del 25 per cento, proprio successivamente alla
regolarizzazione del 2002, che ha verosimilmente permesso a molti stranieri
di legalizzare la propria posizione permettendo alle famiglie in patria di
trasferirsi in Italia (tab. 2.27).

Dal punto di vista territoriale, una volta di più, è possibile osservare differenze
rilevanti a seconda delle ripartizioni. L’aumento del numero di permessi,
infatti, è da imputare quasi totalmente alle dinamiche operanti nel Nord
Est e nel Nord Ovest del Paese. Soltanto in queste due aree si è verificata
una crescita netta del numero dei permessi, mentre al Centro, al Sud e nelle
Isole l’andamento è stato negativo, a sottolineare come le regioni del Nord,
in particolare il Nord-est, esercitino un’attrattiva forte nei confronti dei flussi
migratori, anche di quelli interni alla penisola (tab.2.28).

Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1° gennaio 1992, 2000,
2003 e 2004
1 gennaio 1992 1 gennaio 2000 1 gennaio 2003 1 gennaio 2004

Continenti Numero % Numero % Numero % Numero %

Europa 206.656 31,8 530.237 39,6 639.566 42,5 1.061.955 47,7

Africa 227.531 35,1 389.532 29,1 401.442 26,7 529.163 23,8

Asia 116.941 18 256.612 19,1 281.131 18,7 380.490 17,1

America 94.298 14,5 161.237 12 177.852 11,8 252.685 11,3

Oceania 2.612 0,4 2.420 0,2 2.680 0,2 2.657 0,1

Apolidi 897 0,1 617 .. 615 .. 617 ..

Totale permessi 648.935 100 1.340.655 100 1.503.286 100 2.227.567 100

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

97
Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002)
LEGGE 39/90   DL 489/95   DPCM 1998   LEGGE 189/02 e 222/02
di cui di cui di cui di cui
Provenienza,
  Tot donne, Provenienza,%   Tot donne, Provenienza, %   Tot donne, Provenienza, %   Tot donne,
%
% % % %
Totale regolarizzati 217.626 26 100   244.492 31 100   217.124 28 100   646.829 46,2 100
EUROPA 27.699 41,5 12,7 63.128 31,9 25,8 81.672 29,8 37,6 383.107 56,9 59,2
Europa centro-orientale 22.650 35,4 10,4 61.673 31,2 25,2 81.024 29,7 37,3 382.992 56,9 59,2
di cui: - Albania 2.471 11,7 1,1 29.724 18,4 12,2 38.996 16,9 18 47.763 19,3 7,4
- Moldova - - - - - - 950 69,2 0,4 29.471 71,7 4,6

98
- Polonia 5.366 51,8 2,5 7.926 66,8 3,2 5.077 72,4 2,3 30.021 78 4,6
- Romania 760 56,2 0,3 11.099 28,8 4,5 24.098 33,4 11,1 134.909 45,2 20,9
- Ucraina - - - 295 79 0,1 2.050 79 0,9 101.651 85,3 15,7
AFRICA 127.027 15,2 58,4 96.926 17,8 39,6 72.012 17,4 33,2 108.540 14,3 16,8
di cui: - Marocco 48.670 8,9 22,4 34.258 10,2 14 23.850 11,3 11 48.174 13,5 7,4
- Senegal 15.966 2,9 7,3 9.889 2,6 4 10.727 5,3 4,9 12.372 9,3 1,9
- Tunisia 26.318 7 12,1 10.362 9,6 4,2 5.565 6,1 2,6 8.843 4,6 1,4
ASIA 46.973 33,2 21,6 61.349 36,4 25,1 47.768 27,7 22 87.949 25,3 13,6
di cui: - Bangladesh 3.861 1 1,8 6.162 0,9 2,5 6.689 0,7 3,1 10.687 0,7 1,7
- Cina 8.580 37,3 3,9 14.445 41,4 5,9 16.787 39,1 7,7 33.950 37,8 5,2
- Filippine 13.684 62,3 6,3 21.406 62,7 8,8 6.696 64,7 3,1 9.821 60,1 1,5
- India 2.819 11,8 1,3 5.623 3,6 2,3 4.697 3,8 2,2 13.399 2,9 2,1
- Pakistan 4.510 2,1 2,1 4.499 1,4 1,8 6.592 1,1 3 9.649 0,7 1,5
- Sri Lanka 5.258 22,6 2,4 6.993 26,2 2,9 4.090 27,6 1,9 7.030 20 1,1
AMERICA 15.501 64,2 7,1 23.021 69,5 9,4 15.597 68,5 7,2 67.143 64,6 10,4
- Ecuador 344 70,3 0,2 2.066 72,1 0,8 5.178 70,3 2,4 34.292 64,7 5,3
- Peru’ 2.057 60,8 0,9 12.753 69,2 5,2 4.960 67,5 2,3 16.213 65,5 2,5
Paesi a forte press.
208.972 24,6 96 242.457 30,7 99,2 215.673 27,9 99,3 645.947 46,2 99,9
migratoria
Incidenza sul tot. regolari
dai paesi a forte pressione 120,9       45,9       24,9       47,8    
migratoria, %

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno


Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attività e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1° gennaio 2004
SERVIZI ALLE FAMIGLIE     SERVIZI ALLE IMPRESE

età media   età media


PAESI MF %F % (a) PAESI MF %M % (a)
F M   F M
Ucraina 85.351 94,6 42,3 36,3 84,0 1 Romania 73.374 86,8 29,2 31,6 54,4
Romania 61.535 83,3 33,5 32,5 45,6 2 Marocco 38.857 95,6 30,1 29,4 80,7
Ecuador 23.853 85,3 33,8 32,5 69,6 3 Albania 37.127 94,5 30,2 28,9 77,7
Polonia 22.770 93,5 38,8 33,9 75,8 4 Cina 28.330 68,8 30,8 31,3 83,4

99
Moldova 21.682 91,3 38,2 34,4 73,6 5 Ucraina 16.300 62,9 35,2 33,6 16,0
Peru’ 12.821 78,4 33,8 33,0 79,1 6 Egitto 14.932 99,5 31,1 29,6 96,5
Albania 10.636 67,7 33,2 30,0 22,3 7 India 11.269 99,3 33,8 30,4 84,1
Marocco 9.317 51,4 31,6 29,7 19,3 8 Ecuador 10.439 82,4 30,4 31,7 30,4
Filippine 8.728 65,2 34,1 33,7 88,9 9 Pakistan 8.568 99,7 30,2 30,4 88,8
Cina 5.620 71,0 33,1 32,2 16,6 10 Senegal 8.475 96,9 31,6 31,7 68,5
Sri Lanka 5.166 26,1 35,9 32,2 73,5 11 Moldova 7.789 82,9 32,1 32,6 26,4
Russia 4.515 95,1 40,0 36,9 76,9 12 Tunisia 7.649 98,7 30,7 29,5 86,5
Bulgaria 3.936 85,5 40,0 35,0 47,4 13 Bangladesh 7.410 99,7 28,9 26,6 69,3
Senegal 3.897 23,0 32,5 31,8 31,5 14 Polonia 7.251 70,6 30,4 32,7 24,2
Serbia e
Nigeria 3.368 78,7 26,7 29,8 57,2 15 5.313 94,6 31,3 30,9 85,9
Montenegro
Bangladesh 3.277 1,4 27,6 27,0 30,7 16 Macedonia 4.880 98,3 28,8 30,4 90,7
Brasile 2.794 82,0 33,4 31,6 59,2 17 Algeria 4.733 99,1 30,0 31,3 86,8
Colombia 2.474 81,7 35,8 32,8 67,4 18 Bulgaria 4.369 78,0 33,2 34,2 52,6
India 2.130 14,3 31,9 31,0 15,9 19 Peru’ 3.392 83,3 31,9 32,7 20,9
Croazia 1.608 93,3 47,7 38,9 40,7 20 Nigeria 2.516 75,2 26,6 30,1 42,8

Totale 20
Totale 20 paesi 295.478 302.973
paesi

incidenza % sul Incidenza %


93,4 91,7
totale sul totale
TOTALE 316.489 81,2 37,3 32,1     TOTALE 330.340 87,3 31,0 30,8  

Fonte: Istat
Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geografica. Principali paesi al 1° gennaio 2004
Totale 9 Totale
Ripartizioni Romania Ucraina Marocco Albania Ecuador Cina Polonia Moldova Perù
paesi regolarizzati

Dati assoluti e incidenza percentuale dei sing oli paesi sul totale regolarizzati della ripartizione

Nord-ovest 43.583 18.944 20.564 15.693 24.876 8.751 2.099 6.639 10.242 151.391 214.272

incidenza % 20,3 8,8 9,6 7,3 11,6 4,1 1 3,1 4,8 70,7 100

Nord-est 20.898 19.266 11.465 7.705 2.055 7.261 5.557 13.314 782 88.303 126.608

incidenza % 16,5 15,2 9,1 6,1 1,6 5,7 4,4 10,5 0,6 69,7 100

100
Centro 63.467 22.413 6.346 12.523 6.790 12.260 12.571 7.676 4.891 148.937 186.438

incidenza % 34 12 3,4 6,7 3,6 6,6 6,7 4,1 2,6 79,9 100

Sud 5.718 39.502 7.558 9.630 356 4.838 8.183 1.713 259 77.757 100.579

incidenza % 5,7 39,3 7,5 9,6 0,4 4,8 8,1 1,7 0,3 77,3 100

Isole 1.243 1.526 2.241 2.212 215 840 1.611 129 39 10.056 18.932

incidenza % 6,6 8,1 11,8 11,7 1,1 4,4 8,5 0,7 0,2 53,1 100

Italia 134.909 101.651 48.174 47.763 34.292 33.950 30.021 29.471 16.213 476.444 646.829

incidenza % 20,9 15,7 7,4 7,4 5,3 5,2 4,6 4,6 2,5 73,7 100

  Distribuzione percentuale dei sing oli paesi per ripartizione geografica Tasso di irregolarità (a)

Nord-ovest 32,3 18,6 42,7 32,9 72,5 25,8 7 22,5 63,2 31,8 33,1 46,5

Nord-est 15,5 19 23,8 16,1 6 21,4 18,5 45,2 4,8 18,5 19,6 33,7

Centro 47 22 13,2 26,2 19,8 36,1 41,9 26 30,2 31,3 28,8 52,5

Sud 4,2 38,9 15,7 20,2 1 14,3 27,3 5,8 1,6 16,3 15,5 91,3

Isole 0,9 1,5 4,7 4,6 0,6 2,5 5,4 0,4 0,2 2,1 2,9 37,7

Italia 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 47,8

Nota: (a)il tasso di irregolarità è calcolato come il numero di irregolari sanati sul numero di regolari già presenti nella ripartizione.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia,
1° gennaio 2003-2006
Lavoro Famiglia
Totale permessi
numero % numero %

2003 829.761 55,2 477.959 31,8 1503286

2004 1.479.381 66,4 545.300 24,5 2.227.567

2005 1.412.694 62,9 624.404 27,8 2.245.548

2006 1.419.285 62,1 682.365 29,8 2.286.024


variaz.%
71 42,8 52,1
2006/2003
variaz.%
-4,1 25,1 2,6
2006/2004

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.

Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1° gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per
ripartizione geografica
1 gennaio 2004   1 gennaio 2006   Variazione percentuale, %

Totale Totale
Lavoro Famiglia   Lavoro Famiglia   Totale Lavoro , % Famiglia, %
permessi permessi

Nord-ovest 746.146 512.132 184.177   787.645 499.916 241.907   5,6 -2,4 31,3

Nord-est 550.095 365.485 150.279 640.442 403.174 202.603 16,4 10,3 34,8

Centro 618.645 395.685 132.204 589.928 357.380 156.518 -4,6 -9,7 18,4

Sud 232.205 157.394 55.199 198.198 121.214 58.796 -14,6 -23 6,5

Isole 80.476 48.685 23.441 69.811 37.601 22.541 -13,3 -22,8 -3,8

ITALIA 2.227.567 1.479.381 545.300   2.286.024 1.419.285 682.365   2,6 -4,1 25,1

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

101
APPROFONDIMENTO 1

L’opinione degli italiani sulla presenza di stranieri in Italia


I dati sull’opinione degli italiani sugli immigrati stranieri provengono da una
rilevazione svolta da Nomisma in collaborazione con Demetra nel corso del
20076.

Agli intervistati è stato chiesto quanto fossero d’accordo con una serie di affer-
mazioni che riguardavano la presenza di stranieri in Italia (tab. A). Innanzi-
tutto, l’affermazione che raccoglie maggiori consensi è che italiani e stranieri
regolari devono avere gli stessi diritti (84,5 per cento degli intervistati sono
d’accordo). E’ bastato però fare una domanda più specifica sul diritto alla casa,
perché il 63,4 per cento degli intervistati rispondesse che nell’assegnazione di
una casa popolare gli italiani debbano avere la precedenza sugli stranieri.

Agli stranieri viene poi riconosciuto a grande maggioranza un ruolo economico


fondamentale: il 79,4 per cento degli intervistati ritiene che gli stranieri svol-
gano lavori che gli italiani non vogliono più fare e che dunque il loro apporto
è essenziale.

Una quota rilevante di italiani si avvale già dei servizi offerti dagli stranieri: l’11
per cento acquista regolarmente generi alimentari in punti vendita gestiti da stra-
nieri; il 9 per cento affida la cura e l’assistenza di persone care a badanti stranie-
re, il 9 per cento incarica immigrati della pulizia della casa. Il 60 per cento di
quelli che ancora non ne usufruiscono, si dichiarano disponibili a farlo.

La valutazione espressa in merito all’impatto della presenza di tali servizi sulla


zona in cui si vive è complessivamente buona ed è direttamente proporzionale
al livello di istruzione: se il 17 per cento di intervistati in possesso di un basso
titolo di studio (scuola elementare o media inferiore) dichiara un atteggiamento
ostile verso i servizi offerti da stranieri, solo il 7 per cento dei laureati fa al-
trettanto. Analogamente, il 71 per cento dei laureati vede negli stranieri una
risorsa; il 50 per cento degli intervistati con licenza elementare o media vi
intravvede una minaccia.

6 Indagine telefonica su un campione rappresentativo della popolazione italiana, di età


superiore a 15 anni, con un margine massimo di errore delle stime (al livello fiduciario del
95%) del 4,76%.

102
Rispetto all’integrazione degli stranieri nel Paese, il 68,9 per cento del campio-
ne la ritiene di difficile realizzazione. Tuttavia, la maggioranza degli intervistati
(57 per cento), forse proprio in relazione alle difficoltà di integrazione, ritiene
giusto che gli stranieri partecipino attivamente alle decisioni che coinvolgono
la vita pubblica.

Più in generale, secondo un’indagine di Eurobarometro del 2007, gli italiani


collocano l’immigrazione al sesto posto tra i problemi che il Paese deve af-
frontare, alle spalle di questioni di natura economica quali la disoccupazione,
l’inflazione, le tasse e la preoccupazione per la criminalità (tab. B). Anche in
altri paesi europei dove la componente straniera è rilevante l’immigrazione non
figura tra le priorità. Fa eccezione il Regno Unito, dove sembra esistere una
preoccupazione più marcata in questo senso, con l’immigrazione al secondo
posto tra i principali problemi da affrontare.

Tab. A Opinione degli italiani sugli immigrati stranieri, 2007


Per nulla Poco Abbastanza Molto Non
  DISACCORDO ACCORDO Totale
d’accordo d’accordo d’accordo d’accordo risponde

  % %   % %   % %

Gli stranieri svolgono


lavori che gli italiani 9,2 11,4 20,6 32,9 46,4 79,4 100 0,7
non vogliono più fare
La presenza di stranieri
ha migliorato i servizi 35,5 20,3 55,7 33,7 10,5 44,3 100 3,8
della zona in cui vive
L’inserimento di uno
straniero nel nostro 15 16,2 31,1 38,2 30,6 68,9 100 0,9
paese è difficile
E’ giusto che gli
stranieri partecipino
attivamente alle 20,7 22,4 43 40,9 16,1 57 100 2,1
decisioni che
coinvolgono la città
Italiani e stranieri
regolari devono avere 6,4 9,1 15,5 41,3 43,2 84,5 100 1,4
gli stessi diritti
Per l’assegnazione di
una casa popolare, gli
italiani devono avere 21,1 15,5 36,6 31,5 32 63,4 100 2,8
la precedenza sugli
stranieri

Fonte: Indagine Nomisma-Demetra

103
Tab. B Principali problemi da affrontare, 2007
Regno
  Italia Francia Germania UE-27
Unito
  % % % % %
Disoccupazione 28 51 58 8 34
Criminalità 28 24 16 41 24
Situazione economica 28 23 15 6 20
Inflazione 26 21 15 7 18
Tasse 18 5 8 7 8
Immigrazione 15 10 8 32 15
Pensioni 11 12 16 11 12
Terrorismo 9 6 7 25 12
Sistema sanitario 5 6 20 24 18
Protezione dell’ambiente 5 11 8 8 7
Energia 4 3 6 4 4
Istruzione 2 8 18 8 9
Politiche abitative 2 17 0 10 8
Difesa e politica estera 1 1 1 3 2

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurobarometro 67.

APPROFONDIMENTO 2

L’opinione degli stranieri sugli italiani e sull’ottenimento della


cittadinanza
I dati sull’opinione degli stranieri sono tratti da un’indagine Makno &
consulting del 2007 commissionata dal Ministero dell’Interno. Sembra esistere
un consenso ampiamente diffuso tra gli immigrati sull’affermazione che gli
italiani sono, in generale, delle brave persone, disposte ad aiutare lo straniero
se questo è sincero, e che uomini e donne in Italia godono degli stessi diritti.

Più del 60 per cento degli intervistati, inoltre, concorda sul fatto che in generale
gli italiani sono rispettosi degli immigrati e delle persone anziane, ma anche
che pensano soprattutto a fare soldi.

Più del 55 per cento è convinto che gli italiani non capiscano la cultura
degli immigrati. Questi dati sembrano delineare una situazione nella quale
gli stranieri in Italia da una parte non sentono una mancanza di rispetto da
parte degli italiani, ma dall’altra trovano delle difficoltà di comprensione e
comunicazione.

104
C’è invece incertezza su una serie di affermazioni per le quali non esiste una
maggioranza d’opinione. Secondo il 44 per cento degli intervistati gli italiani
accettano gli immigrati solo perché gli conviene, mentre il 45,7 per cento è
convinto che gli italiani tengano alla larga gli immigrati. È una minoranza
(36,9 per cento), seppur consistente, quella che afferma invece che gli
italiani in fondo in fondo sono razzisti (graf. A).

Dall’analisi delle motivazioni che spingono gli stranieri a chiedere la


cittadinanza, emerge come i motivi pratici siano dominanti. Il 57 per cento
degli intervistati vorrebbe infatti la cittadinanza per non chiedere più il
permesso di soggiorno, il 40,7 per cento per avere gli stessi diritti degli italiani,
il 34,1% per trovare un lavoro più qualificato. Minoritaria è la posizione di
chi vuole acquisire la cittadinanza per acquisire diritti politici (poter votare,
10,1 per cento) o per sentirsi maggiormente integrati (riconosciuto individuo
onesto, 15,7 per cento; riconosciuti sforzi per integrarmi 14,2 per cento; più
accettato dagli italiani 9,6 per cento) (graf. B).

Graf. A - Opinioni degli immigrati sugli italiani, 2007

Accordo Disaccordo

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

In generale, brava gente 92,3 5,7


Se sei sincero, ti aiutano 82,2 13,7
Uomini e donne, stessi diritti 80,5 14,8
Molto attenti all'educazione dei figli 66,1 23,1
In generale, rispettosi degli immigrati 64,9 27,3
Rispettosi degli anziani 64,5 29,6
Pensano soprattutto a fare soldi 61 31,1
Non capiscono la mia cultura 55,6 37,6
Tengono a distanza gli immigrati 45,7 50,6
Accettano immigrati perché gli conviene 44,4 43,7
Molto interessati alla religione 43,7 43,3
Non si capisce in cosa credono 38,6 45,4
In fondo in fondo sono razzisti 36,9 53,9

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno

105
Graf. B - Motivazioni per richiedere la cittadinanza, 2007

Non chiedere più il permesso 57

Stessi diritti degli italiani 40,7

Trovare lavoro più qualificato 34,1

Più integrato in Italia 23

Più facile il passaporto 16,1

Per i miei figli 16

Riconosciuto individuo onesto 15,7

Riconosciuti sforzi per integrarmi 14,2

Più facilmente una casa 12,8

Poter votare 10,1

Più accettato dagli italiani 9,6

Più libero di esprimermi 7,3

0 10 20 30 40 50 60

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno

APPROFONDIMENTO 3

L’indice di integrazione CNEL


L’indice di integrazione CNEL misura il potenziale di integrazione socio-
occupazionale di un territorio, sintetizzando in un unico indice una serie di
indicatori relativi sia all’inserimento sociale sia all’inserimento occupazio-
nale degli stranieri7.

L’indice più aggiornato, che si basa sui dati relativi al 2006, è calcolato di-
stinguendo due criteri: uno assoluto, che evidenzia le regioni in cui le po-
tenzialità di inserimento per gli stranieri sono più elevate in termini assoluti,
l’altro relativo, che misura il potenziale di integrazione in relazione alle con-
dizioni della popolazione regionale. Questa distinzione permette di vedere in
quali territori è minore lo scarto tra i dati relativi alla popolazione straniera e

7 Per una descrizione più dettagliata sulla metodologia e sulla composizione degli indici, si
veda http://www.portalecnel.it/Portale/DocumentiAltriOrganismi.nsf/vwPerONC?Openview.
106
quelli relativi alla popolazione italiana.
In termini assoluti, la regione con l’indice di integrazione più elevato è l’Emi-
lia-Romagna, che toglie al Veneto il primo posto del 2004. Dietro l’Emilia-
Romagna, troviamo Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. In generale, le regioni
a più alto potenziale di integrazione sono concentrate nel Nord Italia, con
l’eccezione della Valle d’Aosta, in sedicesima posizione, e della Liguria, in
diciottesima.

Se guardiamo alla classifica basata sul criterio comparativo, le gerarchie


sono quasi invertite. Ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia e del Piemonte,
che restano nelle prime posizioni, sono le regioni del Centro e del Sud ad
ottenere i punteggi più elevati. Sardegna e Marche occupano infatti le prime
due posizioni, mentre Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia si trovano ri-
spettivamente in tredicesima, quattordicesima e diciottesima posizione.

L’utilizzo del doppio criterio è molto interessante, in quanto ci permette di


evidenziare come nelle regioni in cui gli indicatori di integrazione sono più
elevati in termini assoluti, esistano tuttavia degli scarti sostanziali tra la con-
dizione degli immigrati e quella degli italiani. All’opposto, in molte regioni
dove il punteggio assoluto è più basso, si riduce anche lo scarto tra la popo-
lazione italiana e quella immigrata. Alla luce di questo confronto, sembre-
rebbe confermata la tesi secondo cui l’integrazione in Italia riesce meglio nei
contesti più piccoli, dove le distanze burocratiche e istituzionali sono ridotte
e il rapporto con gli enti e le strutture territoriali è più diretto (tab. C).

107
Tab. C Indice del potenziale territoriale di integrazione socio-occupazionale, 2006
  Criterio assoluto   Criterio comparativo (a)
Fascia di Fascia di
Regione Punteggio Regione Punteggio
intensità intensità
1 Emilia-Romagna 645 Massima   Sardegna 541 Massima
2 Friuli-Venezia Giulia 638 Massima Marche 467 Alta
3 Piemonte 626 Massima Friuli-Venezia Giulia 463 Alta
4 Lombardia 619 Massima Valle d’Aosta 456 Alta
5 Trentino-Alto Adige 608 Massima Umbria 455 Alta
6 Marche 581 Massima Piemonte 454 Alta
7 Veneto 580 Massima Sicilia 448 Alta
8 Sicilia 552 Alta Puglia 422 Media
9 Sardegna 550 Alta Calabria 417 Media
10 Abruzzo 536 Alta Trentino-Alto Adige 411 Media
11 Toscana 533 Alta Molise 406 Media
12 Umbria 515 Alta Abruzzo 406 Media
13 Lazio 490 Media Veneto 399 Media
14 Puglia 462 Media Emilia-Romagna 384 Media
15 Molise 457 Media Campania 383 Media
16 Valle d’Aosta 451 Media Toscana 363 Bassa
17 Calabria 407 Bassa Basilicata 337 Bassa
18 Liguria 407 Bassa Lombardia 326 Bassa
19 Campania 354 Minima Liguria 278 Minima
20 Basilicata 315 Minima   Lazio 246 Minima

Nota: (a) il criterio comparativo tiene conto dei differenziali tra le condizioni socio-occupazionali degli immigrati e degli
autoctoni a livello locale.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati CNEL

108
II.3 La casa degli immigrati stranieri

II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri


Gli ultimi dati istituzionali disponibili sui diversi aspetti della condizione
abitativa degli immigrati sono stati raccolti in occasione del censimento
della popolazione del 2001.

La fotografia riportata in questo paragrafo ha quindi un valore indicativo ma


non è aggiornata.
I censimenti della popolazione sono troppo poco frequenti per consentire di
stare al passo con le evoluzioni della presenza straniera in Italia.

Dal 2001, la popolazione straniera è più che raddoppiata. L’allargamento


dell’Unione europea nel 2004 e nel 2007 ha avuto un impatto sulla
composizione per provenienza dei flussi migratori nel nostro Paese. Per
gruppi nazionali diversi, si evidenziano comportamenti diversi, anche in
relazione alla casa. Inoltre, i dati censuari rilevano i comportamenti della
popolazione straniera regolarmente residente sul territorio italiano ma non di
quella irregolare, che è presumibile viva in condizioni di maggior precarietà
e disagio, anche abitativo.

Il censimento della popolazione degli immigrati stranieri costituisce tuttavia


il riferimento più esaustivo per completezza e per varietà degli indicatori
considerati.

I dati originali sui mutui per la casa accesi dagli immigrati stranieri, messi
a disposizione da CRIF, che si trovano in questo capitolo, così come le
indicazioni provenienti dalle ricerche di CRESME, di Nomisma e della
Fondazione ISMU per la Lombardia, riportati in calce al paragrafo che
segue, saranno utili a dare profondità prospettica alle informazioni raccolte
col censimento del 2001.

Lo stock abitativo ed i servizi dell’abitare


I dati censuari del 2001 restituiscono una serie di informazioni sullo stock
abitativo e le sue caratteristiche con riferimento al segmento della popolazione
residente straniera. I dati riguardano: dimensione e caratteristiche dello
stock abitativo occupato da residenti stranieri; numero, titolo di godimento

109
per paese di provenienza; forma di occupazione; tipologia abitativa (servizi;
dimensione in vani e mq); epoca di costruzione e stato di conservazione.

Dei 1.334.889 stranieri regolarmente residenti in Italia, il 96,6 per cento


viveva in abitazione, a fronte del 99,5 per cento della popolazione italiana.
Erano 41.381 gli stranieri che vivevano in convivenza o in un alloggio
diverso dall’abitazione ma adibito a scopo abitativo. Nelle regioni del
Centro, rispetto alle altre regioni italiane, era più diffusa la convivenza (4,5
per cento della popolazione straniera; tab. 3.1).

Lo stock abitativo occupato da cittadini stranieri ammontava a 646.750


unità, pari al 3 per cento dello stock complessivo. Va precisato che, di queste
abitazioni, il 58,7 per cento (379.864 unità) era occupato da soli cittadini
stranieri, mentre la rimanente quota vedeva la presenza congiunta di italiani
e stranieri. C’è poi un’altra tipologia denominata “altri tipi di alloggi” che
pur non essendo classificabili come abitazione al momento del censimento,
risultavano occupati, il cui dimensionamento era pari complessivamente a
23.336 unità, il 20 per cento delle quali occupate da stranieri. Da segnalare
la maggior diffusione di questa tipologia adibita a servizi abitativi nelle
regioni del Sud e del Centro Italia. Circa il dimensionamento degli “altri tipi
di alloggi” va detto che essi ammontavano a 0,9 unità ogni 1.000 abitazioni
occupate da cittadini italiani mentre sono 11,6 unità ogni 1.000 abitazioni
occupate da soli cittadini stranieri (tab. 3.2).

Il titolo di godimento dell’abitazione occupata dalla popolazione straniera


aveva come modalità prevalente l’affitto (73,5 per cento): la proprietà
riguardava il 16,3 per cento dello stock ed infine alla voce “altro titolo”
(a titolo gratuito o a titolo di prestazioni di servizio) apparteneva il 10,2
per cento dello stock occupato. Da segnalare una maggiore diffusione della
proprietà nelle regioni del Centro Italia, così come le abitazioni godute ad
altro titolo erano presenti con percentuali maggiori nel Sud e nelle Isole
(rispettivamente 13,9 per cento e 15,3 per cento). Rispetto alla popolazione
italiana, la composizione della forma di godimento dell’abitazione da parte
di cittadini stranieri era praticamente ribaltata nelle due modalità della
proprietà e dell’affitto: in Italia, al censimento 2001, lo stock in proprietà
occupato da cittadini italiani rappresentava il 72,6 per cento del totale
(tab. 3.3).

110
Lo stock abitativo occupato da stranieri apparteneva ad edifici classificati
“in buono stato di conservazione” per una quota pari al 72,4 per cento; da
segnalare che la frequenza più elevata apparteneva alla classe di edifici
costruiti prima del 1961 (tab. 3.4 e graf. 3.1).

La superficie media delle abitazioni occupate da stranieri era di 73,4 mq; vi


erano poi differenze nelle diverse regioni tali per cui nelle regioni del Nord-
Est e del Centro il taglio medio risultava di 78 mq, mentre nelle altre regioni
è di 68 mq. L’abitazione media era composta da 3,3 stanze e la superficie
media per persona residente di 28,5 mq, che equivale a 0,8 abitanti per
stanza (tab. 3.5).

Nelle tabelle successive (tab. 3.6, 3.7, 3.8) sono riportate le informazioni
sullo stock abitativo occupato per area geografica e paese di cittadinanza
della popolazione straniera censita. In sintesi:

- il 96,2 per cento della popolazione europea viveva in una abitazione;


si segnala la quota, anche se piccola ma superiore alla altre etnie,
dell’1,8 per cento di europei che viveva in “altri tipi di alloggio”;
anche il titolo di godimento dell’abitazione diverso dalla proprietà
e dall’affitto era piuttosto diffuso (9,1 per cento delle abitazioni);
la tipologia abitativa occupata era mediamente più ampia e la
condizione di grave sovraffollamento riguardava una componente
più piccola della popolazione (4,3 per cento) rispetto alla media
della popolazione straniera (6,5 per cento);
- il 97,5 per cento della popolazione africana viveva in una abitazione;
era mediamente meno diffusa la proprietà; l’abitazione occupata era
più piccola rispetto a quella delle altre etnie (65,8 mq); era invece
più elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione che viveva
in condizioni di grave sovraffollamento (9,9 per cento);
- il 96,3 per cento della popolazione asiatica viveva in una
abitazione; si segnala che il 3 per cento della popolazione viveva in
“altri tipi di alloggio”, quota significativamente superiore rispetto
a quella delle altre etnie; era molto diffuso il titolo di godimento
dell’abitazione diverso dall’affitto e dalla proprietà (12,4 per cento
delle abitazioni), in particolare tra i filippini, mentre i cinesi
avevano una elevata quota di abitazioni in proprietà (23,1 per cento
rispetto alla media asiatica che è del 17,6 per cento); l’abitazione

111
occupata era mediamente più grande rispetto alle altre etnie (77,1
mq) ed era più elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione
che viveva in condizioni di grave sovraffollamento (8 per cento, con
punte dell’11,7 per cento tra i filippini);
- il 96,4 per cento della popolazione americana viveva in una
abitazione; si segnala che il 3,4 per cento della popolazione viveva
in “altri tipi di alloggio”, quota significativamente superiore
rispetto alle altre etnie; l’affitto riguardava il 72 per cento dello
stock occupato e non è trascurabile la quota del 18,4 per cento
di abitazioni in proprietà; tra la popolazione non era diffusa la
condizione di sovraffollamento e gli standard abitativi (dimensione,
numero di stanze per abitante, riscaldamento e servizi) erano
superiori alla media per la popolazione straniera.

Rispetto alla dotazione di servizi per l’abitare (cucina, gabinetto, acqua calda,
acqua potabile, riscaldamento) non erano rilevabili differenze significative
tra lo stock occupato da stranieri e lo stock occupato da cittadini italiani
(tab. 3.9).

A fronte del quadro desumibile dalle informazioni provenienti dal


censimento 2001, diverse indagini recenti sulla questione abitativa in Italia
dimostrano, invece, come a fronte di una situazione di disagio, la popolazione
straniera evidenzi una forte propensione al miglioramento (Ancab-Cresme,
La questione abitativa in Italia 2008. Tra emergenza e inversione di
ciclo).

Come aveva evidenziato anche il lavoro di Nomisma per il Ministero delle


Infrastrutture nel 2007 sul disagio abitativo in Italia, le rilevazioni e i dati
disponibili sulla condizione abitativa degli immigrati stranieri non
descrivono un disagio allarmante, almeno nel suo complesso, né per
diffusione né per intensità, se pure nel confronto con la situazione dei
cittadini italiani emergono aspetti di disagio peculiare. Non appare
corretto considerare gli stranieri come un segmento di popolazione
a rischio degrado abitativo per se. Piuttosto, il disagio abitativo
espresso dagli immigrati va collocato nel quadro generale della
condizione abitativa in Italia, che comprende realtà disagiate tanto
tra i cittadini italiani quanto tra gli immigrati stranieri.
Omogeneamente, le indagini campionarie realizzate da ISMU per la

112
Lombardia tra il 2000 e il 2006, che pur avendo dimensione locale hanno
una rilevanza conoscitiva specifica, perché includono anche la popolazione
straniera non regolarmente presente, mettono in luce un miglioramento
sostanziale nella tipologia degli alloggi occupati dagli stranieri, in tempi
molto rapidi, e registrano alcuni cambiamenti di grande importanza: la
quota divenuta di maggioranza assoluta dei locatari che vivono da soli o con
i propri familiari, passata dal 45,9 per cento del 2001 al 50,1 per cento del
2006, la frazione minima ed in netta diminuzione nel tempo di persone in
affitto in coabitazione con altri stranieri immigrati che passa dal 20,8 per
cento del 2001 al 17,8 per cento del 2006.

Come si vedrà dai dati sui mutui immobiliari riportati nel prossimo paragrafo,
anche la propensione degli stranieri a comprare casa e quindi a stabilizzarsi
in Italia è fortemente aumentata negli ultimi anni.

Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione
geografica – Censimento 2001
Popolazione straniera Popolazione italiana

In altro In In altro In
In In In In
Ripartizioni tipo di nessun tipo di nessun
Totale abitazione convivenza Totale abitazione convivenza
geografiche alloggio alloggio alloggio alloggio
(%) (%) (%) (%)
(%) (%) (%) (%)

ITALIA 1.334.889 96,6 2,1 1,0 0,3 56.660.855 99,2 0,7 0,1 0,0

Nord Ovest 466.546 98,4 0,8 0,8 0,2 14.470.016 99,1 0,8 0,1 0,0

Nord Est 356.975 98,1 1,3 0,5 0,1 10.277.845 98,9 1,0 0,1 0,0

Centro 333.203 93,1 4,5 1,6 0,8 10.573.423 99,2 0,7 0,1 0,0

Sud 118.011 95,3 2,6 1,7 0,4 13.798.854 99,5 0,4 0,1 0,0

Isole 60.154 95,8 2,4 1,7 0,1 6.540.717 99,4 0,5 0,1 0,0

Il trattino (-) indica l’assenza del fenomeno rilevato, lo zero (0) indica che il fenomeno è presente, ma non apprezzabile
nell’arrotondamento alla prima cifra decimale.
Fonte: Istat, Censimento 2001.

113
Tab. 3.2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dell’alloggio – Censimento 2001
Abitazioni (A) Altri tipi di alloggio (B) B/A * 1000
Alloggi occupati solo da italiani 21.009.538 18.484 0,9
Alloggi occupati da italiani e stranieri 266.886 436 1,6
Alloggi occupati solo da stranieri 379.864 4.416 11,6

Fonte: Istat, Censimento 2001.

Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e
ripartizione geografica – Censimento 2001
ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA
Regioni ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA ITALIANI
STRANIERI STRANIERI

Ripartizioni Proprietà Affitto Altro Totale Proprietà Affitto Altro Totale Proprietà Affitto Altro Totale
geografiche (%) (%) titolo(%) (%) v.a. (%) (%) titolo(%) (%) v.a. (%) (%) titolo(%) (%) v.a.
Piemonte 69,3 22,9 7,8 100,0 1.734.963 52,4 40,3 7,3 100,0 20.579 13,7 78,7 7,6 100,0 34.480
Valle
66,7 22,3 11,0 100,0 51.569 52,1 37,1 10,8 100,0 771 12,7 78,8 8,5 100,0 732
d’Aosta
Lombardia 72,7 20,0 7,3 100,0 3.484.112 56,2 36,9 6,9 100,0 51.856 18,4 73,1 8,5 100,0 96.986
Bolzano 72,2 21,5 6,3 100,0 163.552 60,1 34,2 5,7 100,0 3.923 23,9 64,8 11,3 100,0 4.556
Trento 77,1 15,5 7,4 100,0 185.162 56,3 36,5 7,2 100,0 2.853 12,9 79,8 7,3 100,0 4.502
Trentino
74,8 18,3 6,9 100,0 348.714 58,5 35,2 6,3 100,0 6.776 18,6 72,2 9,3 100,0 9.058
Alto Adige
Veneto 77,5 15,3 7,2 100,0 1.633.031 59,7 32,8 7,5 100,0 22.177 15,6 76,9 7,5 100,0 44.313
Friuli-
Venezia 78,0 16,0 6,0 100,0 473.433 65,6 27,9 6,5 100,0 9.305 17,7 74,0 8,3 100,0 10.520
Giulia
Liguria 69,6 23,0 7,4 100,0 687.029 56,7 36,5 6,8 100,0 9.943 24,5 67,8 7,7 100,0 9.916
Emilia
73,2 18,1 8,7 100,0 1.576.970 55,4 35,9 8,7 100,0 23.117 13,0 76,3 10,7 100,0 37.295
Romagna
Toscana 75,7 15,8 8,5 100,0 1.322.199 62,1 29,3 8,6 100,0 22.874 22,0 65,3 12,7 100,0 29.898
Umbria 76,3 12,1 9,6 100,0 297.962 60,8 29,4 9,8 100,0 4.881 17,2 71,8 11,0 100,0 7.743
Marche 78,4 12,4 9,2 100,0 525.950 60,3 30,2 9,5 100,0 7.666 13,8 77,0 9,2 100,0 13.019
Lazio 71,3 20,4 8,3 100,0 1.886.114 59.6 31,5 8,9 100,0 38.134 16,3 69,9 13,8 100,0 35.789
Abruzzo 76,7 12,9 10,4 100,0 448.477 60,2 27,4 12,4 100,0 5.967 13,1 75,6 11,3 100,0 5.188
Molise 79,2 10,7 10,1 100,0 117.364 64,4 21,5 14,1 100,0 1.091 23,2 58,7 18,1 100,0 513
Campania 62,3 27,2 10,5 100,0 1.826.601 50,7 37,6 11,7 100,0 12.920 10,5 77,4 12,1 100,0 11.324
Puglia 74,2 18,1 7,7 100,0 1.358.049 60,0 30,3 9,7 100,0 6.961 12,6 71,9 15,5 100,0 8.605
Basilicata 74,7 14,3 11,0 100,0 212.453 90,7 26,8 12,5 100,0 1.074 11,2 54,7 34,1 100,0 892
Calabria 73,8 14,3 11,9 100,0 694.657 60,4 26,2 14,4 100,0 4.994 14,4 71,6 14,0 100,0 5.602
Sicilia 71,0 17,2 11,8 100,0 1.751.545 58,0 27,9 14,1 100,0 11.947 10,2 74,1 15,7 100,0 15.032
Sardegna 78,6 14,0 7,4 100,0 575.346 64,8 26,1 9,1 100,0 3.863 23,3 63,1 13,6 100,0 2.959
ITALIA 72,6 18,8 8,6 100,0 21.006.538 58,0 33,4 8,6 100,0 266.886 16,3 73,5 10,2 100,0 379.864

Fonte: Istat, Censimento 2001.

114
Tab. 3.4 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di
costruzione e stato di conservazione dell’edificio – Censimento 2001
Popolazione italiana Popolazione straniera
residenti (%) residenti (%)
Fino al 1961 ben conservati 25,2 32,2
Tra il 1962 e il 1981 ben conservati 36,8 27,6
Dal 1982 al 2001 ben conservati 21,5 12,6
Fino al 1961 mal conservati 10,1 20,6
Tra il 1962 e il 1981 mal conservati 5,2 6,0
Dal 1982 al 2001 mal conservati 1,2 1,0

Fonte: Istat, Censimento 2001.

Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di
costruzione e stato di conservazione dell’edificio

90 83,5
80 72,4
70
60
50
in %

40 27,6
30
16,5
20
10
0
Popolazione italiana residente Popolazione straniera residente
Edifici ben conservati Edifici mal conservati

Fonte: Istat, Censimento 2001.

115
Tab. 3.5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone
residenti di cittadinanza straniera per regione e ripartizione geografica – Censimento 2001
Regioni e ripartizioni Superficie media Stanze per Superficie per persona Residenti
geografiche abitazioni (mq) abitazione residente (mq) per stanza
Piemonte 65,5 2,9 26,5 0,8
Valle d’Aosta 59,6 2,8 25,4 0,8
Lombardia 70,5 3,0 26,9 0,9
Bolzano 69,6 3,2 33,4 0,6
Trento 71,8 3,1 26,1 0,9
Trentino Alto Adige 70,7 3,2 29,3 0,8
Veneto 82,9 3,5 29,5 0,8
Friuli-Venezia Giulia 76,2 3,4 29,9 0,7
Liguria 71,4 3,5 30,1 0,7
Emilia Romagna 74,6 3,3 26,5 0,9
Toscana 83,2 3,8 32,1 0,7
Umbria 81,5 3,5 31,3 0,7
Marche 78,7 3,6 26,7 0,8
Lazio 72,5 3,3 28,9 0,8
Abruzzo 74,6 3,5 28,2 0,8
Molise 73,8 3,4 28,8 0,8
Campania 67,3 3,0 32,2 0,7
Puglia 64,1 2,9 26,4 0,8
Basilicata 61,5 2,9 27,1 0,8
Calabria 70,4 3,2 33,7 0,7
Sicilia 66,8 3,2 29,2 0,7
Sardegna 76,1 3,4 38,5 0,9
Italia 73,4 3,3 28,5 0,8
Nord-Ovest 69,3 3,0 27,0 0,8
Nord-Est 78,1 3,4 28,4 0,8
Centro 77,9 3,5 30,2 0,7
Sud 68,1 3,1 29,8 0,7
Isole 68,3 3,2 30,5 0,7
(a) E’ il rapporto tra la somma delle abitazioni e il totale delle abitazioni.
(b) E’ il rapporto tra il numero delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine) e il totale delle abitazioni.
(c) E’ il rapporto tra la somma delle superfici delle abitazioni e il numero dei residenti in abitazione.
(d) E’ il rapporto tra il numero dei residenti in abitazione e la somma delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine).
Fonte: Istat, Censimento 2001

Tab. 3.6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geografica
di cittadinanza – Censimento 2001
Aree geografiche In abitazione In convivenza In altro tipo In nessun Totale
(%) (%) di alloggio (%) alloggio (%) (%) v.a.
Europa 96,2 1,6 1,8 0,4 100,0 586,379
Africa 97,5 1,8 0,4 0,3 100,0 386.494
Asia 96,3 3,0 0,3 9,4 100,0 214.728
America 96,4 3,4 0,1 0,1 100,0 143.018
Oceania 96,3 3,6 0,1 0,0 100,0 3.668
Apolidi 89,5 3,8 6,5 0,2 100,0 602
Totale 96,6 2,1 1,0 0,3 100,0 1.334.889
di cui:
Paesi a forte pressione migratoria (a) 96,5 2,0 1,1 0,4 100,0 1.154.640
Popolazione italiana 99,2 0,7 0,1 0,0 100,0 55.660.855
TOTALE POP. RESIDENTE 99,2 0,7 0,1 09,0 100,0 56.995.744
(a) Sono stati così definiti i Paesi di nuova adesione all’Unione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente all’Europa
centro-orientale, all’Africa, all’Asia (ad eccezione di Israele e Giappone) e all’America centro-meridionale, per estensione, anche
gli apolidi sono stati inclusi in questa componente.
Fonte: Istat, Censimento 2001.

116
Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per
titolo di godimento dell’abitazione, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001
IN ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E
IN ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA STRANIERI
Aree STRANIERI
geografiche di Altro Totale Altro Totale
cittadinanza Proprietà Affitto Proprietà Affitto
titolo titolo
(%) (%) (%) v.a. (%) (%) (%) v.a.
(%) (%)
Europa 59,4 32,2 8,4 100,0 166.483 16,1 74,8 9,1 100,0 398.170
Africa 45,4 47,2 7,4 100,0 40.381 12,6 81,0 6,4 100,0 336.097
Asia 59,1 32,6 8,4 100,0 30.409 17,6 70,0 12,4 100,0 176.305

America 54,5 36,3 9,2 100,0 69.845 18,4 72,0 9,6 100,0
67.973
Oceania 99,1 19,7 11,2 100,0 2.596 48,0 38,3 13,7 100,0 937
Apolidi 42,6 46,0 11,4 100,0 272 20,6 70,4 9,0 100,0 267
Totale 56,5 35,0 8,5 100,0 309.986 15,4 75,8 8,8 100,0 979.749
di cui:
Paesi a forte
pressione 52,3 39,2 8,5 100,0 209.556 13,1 78,1 8,8 100,0 905.196
migratoria (a)

(a) Sono stati così definiti i Paesi di nuova adesione all’Unione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente
all’Europa centro-orientale, all’Africa, all’Asia (ad eccezione di Israele e Giappone) e all’America centro-meridionale, per
estensione, anche gli apolidi sono stati inclusi in questa componente.
Fonte: Istat, Censimento 2001.

Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di
godimento dell’abitazione e paese di cittadinanza – Censimento 2001

100

80

60
in %

40

20

0
Rep. Fed.
Albania Romania Marocco Tunisia Senegal Cina Filippine Perù
Jugoslavia

Proprietà 9,4 0 8 14,2 8,5 10,1 23,1 10,8 18,3

Affitto 82,9 78,2 80,7 79,9 82,7 84,9 72,6 72,7 72,5

Altro titolo 7,7 8,8 11,3 5,9 8,8 5 4,3 16,5 9,2

Fonte: Nomisma su dati Istat, Censimento 2001.

117
Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un
cittadino straniero e popolazione residente in condizione di sovraffollamento grave
per area geografica di cittadinanza - Censimento 2001
Abitazioni occupate da italiani e stranieri Abitazioni occupate solo da stranieri
Superficie Superficie
Aree Superficie Popolazione in
media Stanze Residenti media Superficie Residenti
geografiche media pro Stanze per Condizione di
delle per per delle media pro per
di capite abitazione sovraffollamento
abitazioni abitazione stanza abitazioni capite (mq stanza
cittadinanza (mq) grave (%)
(mq) (mq)
Europa 101,1 4,3 33,7 0,7 77,8 3,4 31,6 0,7 4,3
Africa 90,5 3,9 27,8 0,9 65,8 3,0 24,5 0,9 9,9
Asia 120,7 4,8 35,5 0,7 77,1 3,4 26,7 0,8 8,0
America 99,0 4,2 31,6 0,8 76,0 3,3 34,0 0,7 3,9
Oceania 107,9 4,5 34,0 0,8 97,5 4,0 60,4 0,4 9,5
Apolidi 97,4 4,0 29,5 0,9 69,9 3,2 38,6 0,7 3,5
Totale 100,9 4,3 32,9 0,8 73,4 3,3 28,5 0,8 6,5
di cui:
Paesi a forte
pressione 97,4 4,1 30,8 0,8 70,1 3,1 25,8 0,9 7,4
migratoria (a)

(a) Si considerano tra questi paesi la Repubblica Ceca, Cipro, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la
Repubblica Slovacca, la Slovenia e l’Ungheria.
Fonte: Istat, Censimento 2001.

Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per


disponibilità di servizi nell’abitazione (valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento)
Spazio adibito alla preparazione
Aree geografiche Acqua calda
dei cibi Almeno un Acqua
in bagno e/o Riscaldamento
Almeno Solo cucinino gabinetto potabile
di cittadinanza cucina
una cucina e/o angolo cottura
Europa 70,1 28,9 99,6 97,7 96,0 96,0
Africa 63,3 35,5 99,3 93,9 98,9 90,9
Asia 69,3 29,4 99,6 97,8 99,3 91,9
America 69,0 30,0 99,7 98,8 99,3 96,7
Oceania 77,2 22,2 99,9 98,6 99,2 95,4
Apolidi 64,4 34,5 99,8 96,1 98,5 94,6
Totale 67,9 31,0 99,5 96,7 99,1 93,9
Popolazione italiana 77,7 21,4 99,8 98,8 98,9 94,4
Fonte: Istat, Censimento 2001.

Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza


L’Art. 40 del Testo Unico sull’immigrazione propone agli immigrati soluzioni
abitative differenti secondo le diverse situazioni ed i diversi stadi del
percorso migratorio, in modo tale da permettere un inserimento abitativo
specifico per le diverse esigenze dell’immigrato.
Il campo delle iniziative abitative specificatamente rivolte agli immigrati si
limita alle fasi transitorie (il primo arrivo e il primo momento dell’inserimento

118
abitativo degli immigrati). I momenti di questo percorso di inserimento
abitativo consistono, prescindendo dalle soluzioni specifiche che debbono
essere di volta in volta adottate, in centri di accoglienza, alloggi sociali
collettivi o privati, strutture alloggiative organizzate in forma di pensionato.
La Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica del Ministero
dell’Interno censisce ogni anno i centri di prima e seconda accoglienza
che ospitano stranieri principalmente in stato di bisogno economico e sono
anche un punto di riferimento per quelli da poco arrivati in Italia. Non sono,
invece, qui prese in considerazione le strutture di accoglienza e assistenza
per immigrati irregolari (CDA – CARA – CIE).

Per la maggior parte dei centri presi in esame si tratta di strutture residenziali
a tutti gli effetti verso cui gli immigrati vengono indirizzati dall’Ufficio
Immigrazione del Comune interessato e dove la permanenza di solito
è di sei mesi, con la possibilità di proroga per altri sei. Alcune strutture
ospitano solo uomini, altre solo donne ma ultimamente, con l’incremento
dei ricongiungimenti familiari, molte ospitano prevalentemente famiglie o
donne con bambini ed anche il tempo di permanenza si è ulteriormente
protratto per la difficoltà di reperire alloggi.

Dal censimento risultano presenti in Italia nel 2007 1.463 strutture


residenziali che offrono una disponibilità di 28.106 posti letto. Il 70 per
cento delle strutture ed il 64 per cento dei posti letto sono concentrati nel
Nord Italia. Prevalgono le strutture private, che rappresentano il 61 per
cento del totale censito, con una dimensione media di 18 posti letto, contro i
23 posti letto delle strutture pubbliche. Una piccola componente, pari a 132
strutture, è di natura mista pubblico-privata (tab. da 3.10 a 3.12).

Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri


Regione 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Nord-ovest 353 338 474 493 496 490 478
Nord-est 414 464 512 526 562 565 554
Centro 170 182 197 217 229 233 236
Sud 93 90 110 120 143 155 149
Isole 27 31 32 37 40 44 45
Italia 1057 1105 1325 1393 1470 1487 1462

Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.

119
Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007
Regione Totale % posti letto
Numero Posti letto sul totale
Piemonte 136 1.935 6,9
Valle d’Aosta 2 32 0,1
Lombardia 317 7.575 27,0
Liguria 23 396 1,4
Nord-Ovest 478 9.938 35,4
Trentino Alto Adige 296 1.283 4,6
Veneto 172 2.464 8,8
Friuli-Venezia Giulia 50 755 2,7
Emilia Romagna 306 3.791 13,5
Nord Est 554 8.293 29,5
Totale Nord 1.032 18.231 64,9
Toscana 106 1.677 6,0
Umbria 31 423 1,3
Marche 34 569 2,0
Lazio 65 1.684 6,0
Centro 236 4.353 15,5
Abruzzo 5 95 0,3
Molise 2 23 0,1
Campania 46 1.837 6,5
Puglia 51 1.130 4,0
Basilicata 9 108 0,4
Calabria 37 581 2,1
Sud 150 3.774 13,4
Sicilia 42 1.687 6,0
Sardegna 3 61 0,2
Isole 45 1.748 6,2
Totale Italia 1.463 28.105 100,0

Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.

Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica


Area di cui
Totale strutture residenziali
Geografica Pubbliche Private Miste
  Numero Posti Numero Posti Numero Posti Numero Posti
  unità in % letto  unità in % letto unità in % letto unità in % letto
Nord Ovest 478 32,7 9.938 79 18,0 2.288 349 39,2 6.877 50 37,9 773
Nord Est 554 37,9 8.293 250 56,8 3.810 259 29,1 3.701 45 34,1 782
Centro 236 16,1 4.353 80 18,2 1.216 143 16,0 2.927 13 9,8 210
Sud 150 10,3 3.774 22 5,0 1.724 113 12,7 1.799 15 11,4 251
Isole 45 3,1 1.748 9 2,0 888 27 3,0 685 9 6,8 175
Totale 1.463 100,0 28.106 440 100,0 9.926 891 100,0 15.989 132 100,0 2.191

Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.

120
Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione
geografica

600

500

400

300

200

100

0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole

Fonte: Nomisma su dati Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica, Ministero Interno.

La risposta dell’Edilizia Residenziale Pubblica


I processi di stabilizzazione che caratterizzano il fenomeno migratorio in
Italia, portano ad un’accresciuta, e in prospettiva crescente, domanda di
alloggi da parte delle famiglie straniere. Questo significa domanda di case,
nel senso di sistemazioni e tipologie propriamente abitative piuttosto che
sistemazione in strutture di accoglienza e presso pensionati. A partire dal
1998, quando per la prima volta la legge Turco-Napolitano sancisce la parità
di trattamento per gli stranieri nell’accesso agli alloggi di edilizia sociale8, si
registra una crescente presenza degli stranieri tra gli assegnatari.

8 L’articolo 40 del Testo Unico sull’immigrazione prevede che il titolare di carta di soggiorno
(dopo sei anni di permesso regolare) e gli stranieri regolarmente soggiornanti in virtù di un
permesso di soggiorno almeno biennale e di un’attività di lavoro subordinato o autonomo
hanno diritto di accedere in condizioni di parità agli alloggi di edilizia residenziale pubbli-
ca, ai servizi di intermediazione delle agenzie locali, agli alloggi temporanei (pagando una
quota calmierata) disposti dai Comuni e da enti privati, pubblici e associazioni, ai centri
di prima accoglienza. Mettiamo in luce che i limiti imposti dalla legge per accedere all’Erp
escludono una grossa fetta di popolazione immigrata, anche all’interno dei regolarmente
presenti: basti dire che la maggior parte dei permessi di soggiorno ad oggi rilasciati sono di
durata annuale (Caritas 2004).

121
Se guardiamo ai dati sull’utenza straniera di Edilizia Residenziale Pubblica,
i dati raccolti nella tab. 3.13 evidenziano una significativa crescita della
presenza di immigrati negli alloggi ERP. Fra i casi più evidenti c’è quello
della provincia di Bergamo dove la presenza di cittadini extracomunitari
in case popolari è cresciuta dal 2001 al 2006 del 686 per cento in termini
assoluti; mentre, se si valuta la quota percentuale sul totale degli abitanti
dell’edilizia pubblica, si è passati dall’ 1,6 per cento del 2001 al 12,9 per
cento del 2006. Anche a Milano per gli stessi anni gli inquilini immigrati
nelle case dello stato sono passati dalle 7.690 alle 12.412 unità e a Bologna
la loro presenza negli alloggi popolari si è addirittura raddoppiata. Ormai
all’interno del parco abitativo di alcune aziende del centro-nord del Paese
la presenza di famiglie di immigrati ha raggiunto percentuali decisamente
considerevoli: il 18,9 per cento a Parma, il 15,5 per cento a Brescia, 15,2
per cento ad Ancona, il 14,2 per cento a Bologna, il 14 per cento a Perugia,
il 12,9 per cento a Milano, solo per citare i casi maggiori.

Tab. 3.13 L’utenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006


2001 2006
% immigrati % immigrati Variazione
Immigrati
extracomunitari extracomunitari 2001-2006
extracomunitari
sul totale di sul totale di Valori %
utenti ERP
utenti ERP utenti ERP

Torino 4,7 5.700 8,1 78,1


Novara 2,4 1.815 13,6 367,8
Alessandria 10,7 1.989 16,6 48,2
Genova 2,7 - - -
La Spezia 2,6 175 2,1 -19,7
Milano 4,3 12.412 9,4 61,4
Bergamo 1,6 2.038 12,9 586,2
Brescia 14,1 3.094 15,7 51,1
Cremona 2,8 1.804 16,5 501,3
Trento 4,6 849 4,0 3,0
Venezia 0,6 - - -
Padova 0,8 933 4,3 309,2
Udine 1,3 400 2,8 93,2
Trieste 0,8 704 3,4 252,0
Bologna 7,0 5.080 14,2 99,5
Parma n.d. 2.155 18,9 -
Forlì-Cesena 4,3 1.248 13,5 220,8
Firenze 6,6 1.945 7,0 -1.8
Perugia - 1.767 14,0 -
Terni 2,9 516 8,0 158,0
Ancona 3,7 2.123 15,2 322,9
Roma - 2.422 1,9 -
Avellino - 773 3,7 -
Palermo 0,05 - - -
Messina - 15 0,04 -
Nuoro - 25 0,2 -

Fonte: Elaborazione Censis su dati indagine Federcasa 2008.

122
APPROFONDIMENTO 1
Le famiglie, le coabitazioni e i “single”
Di seguito sono presentati in sintesi i risultati della indagine estensiva
sugli immigrati (basata su 2000 interviste personali), condotta nel quadro
della ricerca sociale sulla immigrazione in Italia commissionata dal Mini-
stero dell’Interno a Makno & consulting. Le interviste sono state effettuate
dal 26 marzo al 23 aprile 2007.

Il 44 per cento degli immigrati abita con la propria famiglia.

Le coabitazioni con amici e/o parenti sfiorano il 30 per cento, mentre le


condivisioni di abitazioni con altre persone si attestano sul 17 per cento.
Meno del 10 per cento degli immigrati vive da solo (160 mila persone).
Sommando coabitazioni e condivisioni, si arriva ad un “blocco”di dimen-
sioni leggermente superiori a quelle delle famiglie (46 per cento).
Gli immigrati “single” per lo più non hanno una propria famiglia nel Paese
d’origine ma il 28 per cento di essi l’ha invece lasciata per venire in Italia:
nella grande maggioranza dei casi, una famiglia con figli. Degli immigrati
che abitano da soli ma che hanno una famiglia al proprio Paese, un terzo
ha già deciso che non presenterà domanda di ricongiunzione (salvo poi
ricredersi), il 27 per cento non ha ancora deciso, mentre il 24 per cento
ha già presentato la domanda o la presenterà a breve (si tratta di circa 11
mila famiglie). Il restante 12 per cento conta di presentare la domanda di
ricongiunzione tra qualche anno, subordinandola ad una propria migliore
sistemazione in Italia.

123
Esito delle risposte al questionario su “La famiglia e la casa”
Con chi abita? %
Con la mia famiglia 43,8
Con amici e/o parenti 29,0
Con altre persone 16,6
Da sola/o 8,2
Altro 2,6

Ha una famiglia nel paese di origine? %


Sì, coniuge e più figli/e 4,1
Sì, coniuge e due figli/e 6,2
Sì, coniuge e un figlio/a 9,3
Sì, coniuge ma senza figli 8,8
No 71,6

Pensa di far venire la famiglia in Italia? %


Sicuramente no 15,3
Probabilmente no 16,9
Non abbiamo ancora deciso 27,1
Presentato domanda ricongiunzione 15,3
Presenteremo domanda 8,5
Tra qualche anno 11,9
Altro 5,1

Numero componenti della famiglia %


Due 17,4
Tre 26,9
Quattro 34,9
Cinque 16,6
Più di cinque 4,3

%
Numero di figli conviventi in famiglia
Uno 29,5
Due 30,8
Tre 10,4
Più di tre 1,5
Nessuno 27,8

Numero di coabitanti in casa %


Due 18,7
Tre 22,5
Quattro 22,0
Cinque 14,7
Sei 9,0
Più di 6 6,2
Non risponde 6,8

Tipo di abitazione %
In affitto 64,0
Di parenti o amici 11,3
Di proprietà 12,3
Del datore di lavoro 8,3
Non abitazione fissa 2,2
Altro 2,1

124
Italiani Immigrati
Dimensioni dell’abitazione (mq) (in %) (in %)
Meno di 60 mq 8,9 24,2
Da 60 a 79 mq 20,6 36,6
Da 80 a 109 mq 26,6 23,8
Da 110 a 149 mq 23,0 4,3
Da 150 mq in poi 10,9 1,4
Non so - 9,8

Italiani Immigrati
Numero vani della casa (compresi i vani di servizio) (in %) (in %)
Uno 2,1
Due 0,1 10,0
Tre 1,4 21,4
Quattro 5,8 28,9
Cinque 12,0 22,0
Sei 17,0 10,0
Sette 18,1 3,0
Otto 16,5 1,4
Nove 11,8 0,6
Dieci 9,1 0,2
Più di dieci 8,2 0,5

Soddisfazione per la casa %


Abbastanza soddisfatto 50,9
Molto soddisfatto 21,7
Né soddisfatto né insoddisfatto 16,8
Abbastanza insoddisfatto 7,0
Molto soddisfatto 3,0

Fonte: Makno & Consulting per Ministero Interno, anno 2007

125
APPROFONDIMENTO 2

La condizione abitativa degli immigrati stranieri nel Sud Italia9


“Il problema abitativo non si manifesta per tutti nella sua gravità al mo-
mento dell’arrivo, perché per circa il 60 per cento dei casi la rete amicale
o parentale sopperisce al fabbisogno; per il 17 per cento degli intervistati
infatti è il datore di lavoro o comunque una famiglia italiana che offre
lavoro e alloggio. Sembra questa una dinamica comune a tutte le aree del
Mezzogiorno considerate, anche se in alcuni casi, i Centri di accoglien-
za, in modo significativo in Sicilia, sembrano sopperire a questa funzione.
Quella della accoglienza presso un parente, un connazionale, un amico è
del resto connessa alla modalità stessa della migrazione, in cui il modello
“per chiamata” orienta il processo decisionale del migrante e della sua
famiglia” (sta in: Ministero della Solidarietà Sociale, “Indagine conosci-
tiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia”).

Gli obiettivi generali della ricerca hanno riguardato la descrizione e la in-


terpretazione del disagio abitativo dei migranti in quattro regioni del Mez-
zogiorno di Italia: Campania, Puglia, Calabria, Sicilia (graf. A).
Prevale la sistemazione in appartamento (54,3 per cento), quindi la sola
stanza o posto letto (nell’insieme il 35 per cento) e, a seguire la sistemazio-
ne presso il datore di lavoro (8,3 per cento; graf. B).
Chi alloggia in un appartamento in affitto ha dichiarato di essere titolare
di un contratto ad uso abitazione per il 62,9 per cento degli intervistati,
mentre una condizione “irregolare” o di “non contratto” riguarda il 33 per
cento degli affittuari (graf. C).
Il canone di affitto più frequentemente pagato è compreso tra i 100-200e
mensili (graf. D) sul quale incide la componente di chi paga un affitto per
una stanza; chi invece occupa un appartamento l’affitto medio mensile è
compreso tra i 200-400e (tab. A).
La dimensione più frequente dell’abitazione occupata da immigrati è di tre
stanze (39 per cento) e l’abitazione è, nel 31,3 per cento dei csi , posizio-

9 Indagine finanziata dal Ministero della Solidarietà Sociale nel quadro degli interventi
del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia
2000-2006”.
La sua realizzazione ha visto il coinvolgimento di più di 8.500 persone fra intervistati,
intervistatori, responsabili ed operatori delle organizzazioni esecutrici. Gli immigrati sono
stati intervistati in numero proporzionale alla loro consistenza per nazionalità. Nell’in-
dagine si è fatto riferimento alle seguenti macro-categorie: Europa-Balcani; Altri Paesi
europei; Africa-Magreb; Altri Paesi africani; resto del Mondo.

126
nata al livello della strada (graf. E e F).
Il riscaldamento e l’allaccio al gas sembrano essere caratteristiche as-
senti nel 60 per cento circa del parco abitativo occupato da immigrati
(tab. B).
Il grado di soddisfazione per l’abitazione occupata è “sufficiente” per il 49
per cento dei casi (graf. G).
Il 10,9 per cento degli intervistati ricerca una casa in proprietà mentre
prevale l’affitto nelle sue varie forme: casa popolare; stanza; abitazione
(graf. H).
Il canone di affitto sostenibile per una nuova abitazione è contenuto entro i
300e mensili per l’85 per cento degli intervistati (graf. I).

127
Graf. A - I sistemi locali del lavoro delle quattro Regioni Obiettivo
1 in base al livello di criticità concernente il disagio abitativo degli
immigrati

SAN GIOVANNI ROTONDO

MANFREDONIA

FOGGIA

TEANO
ASCOLI SATRIANO BARLETTA BISCEGLIE
BENEVENTO
CASERTA

AVERSA BARI

NOLA MONOPOLI
NAPOLI
ALTAMURA
SARNO
FORIO OSTUNI
CASTELLAMMARE DI STABIA

GINOSA TARANTO BRINDISI


CAPACCIO
SALA CONSILINA LECCE
AGROPOLI

CASSANO ALLO IONIO

CASTROVILLARI

CORIGLIANO CALABRO

COSENZA

CROTONE

CATANZARO

VIBO VALENTIA

GIOIA TAURO

BROLO REGGIO DI CALABRIA


BAGHERIA
TRAPANI ALCAMO
TERMINI IMERESE FRANCAVILLA DI SICILIA
SALEMI
POLIZZI GENEROSA
CASTELVETRANO ACIREALE
indicatore sintetico
MUSSOMELI ENNA CATANIA

CANICATTI' alto
PIAZZA ARMERINA
medio alto
AGRIGENTO LENTINI
MAZZARINO
medio basso
SIRACUSA
GELA basso

RAGUSA

MODICA

Fonte: Ministero della Solidarietà Sociale, “Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli
immigrati nel Sud Italia”.

128
Graf. B - Attuale sistemazione abitativa

Presso il datore Altro


di lavoro 2,3%
8,3%
Solo un posto
letto
15,1%

Un
Solo una stanza appartamento
20,0% per se/con la
famiglia
54,3%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

Graf. C - Tipo di contratto di affitto

Occupazione
a busiva
Informale 1,4%
Comodato
7,4%
3,5%
Uso commerciale Nessuno
0,7%

Uso foresteria
0,5%

Uso
abitazione

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

129
Graf. D - Costo mensile dell’affitto

Da 301 a 400 euro


13,1%
Da 401 a 500 euro
Da 201 a 300 euro 3,5%
28%
Da 501 a 600 euro
0,7%
Oltre i 600 euro
0,4%
Alloggio di proprietà
3,1%

Una quota trattenuta


dal salario
4,0%
Da 101 a 200 euro
22,5%
Nulla in quanto
Fino a 100 euro ospite
16,1% 15,8%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

Tab. A - Attuale sistemazione per costo mensile affitto (valore %)


Canone di Un appartamento per Solo una Solo un posto Presso il Altro Totale
affitto se/con la famiglia stanza letto datore di
lavoro
Nulla in quanto 6,9 17,1 19,0 61,0 53,3 15,8
ospite
Fino a 100 euro 3,7 28,3 53,6 0,9 9,6 16,1
Da 101 a 200 19,7 40,8 20,7 1,8 7,4 22,5
euro
Da 201 a 300 33,8 7,7 2,9 0,7 3,9 20,8
euro
Da 301 a 400 22,3 2,3 1,8 0,7 1,8 13,1
euro
Da 401 a 500 6,1 0,2 0,5 0,0 0,0 3,5
euro
Da 501 a 600 1,2 0,4 0,1 0,0 0,0 0,7
euro
Oltre i 600 euro 0,6 0,1 0,1 0,1 1,3 0,4
Alloggio di 4,7 0,0 0,3 0,0 19,8 3,1
proprietà
Una quota 1,0 2,9 1,0 34,8 2,9 4,0
trattenuta dal
salario
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

130
Graf. E - Dimensione dell’abitazione

Oltre cinque
stanze
2,3%
Cinque stanze Una stanza
5,5% 6,7%
Due stanze
Quattro stanze 26,4%
20,1%

Tre stanze
39,0%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

Graf. F - Caratteristiche dell’abitazione

Al di sotto del
livello della strada
3,8%
Oltre il secondo
piano Al livello della
18,1% strada
31,3%

Al secondo piano
13,5%

Al piano
Al primo piano ammezzato
28,4% 4,8%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

131
Tab. B - Dotazione di servizi nell’abitazione occupata (valore %)
Si No Totale

Acqua potabile 91,4 8,6 100,0


Acqua calda 91,3 8,7 100,0
Luce elettrica 98,0 2,0 100,0
Riscaldamento 39,5 60,5 100,0
Allaccio al gas 37,0 63,0 100,0

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

Graf. G - Grado di soddisfazione dell’abitazione

No per niente
Molto 9,7%
17,4%
Poco
23,8

Abbastanza
49,1%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

Graf. H - Ricerca di una nuova abitazione

Stanza in
Casa popolare locazione/affitto
15,4% 10,1%

Abitazione
in affitto
20,4%

Stanza in
Abitazione da locazione con
acquistare familiari
Stanza in locazione
10,9% con altri inquilini 39,1%
4,2%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.

132
Graf. I - Canone di affitto sostenibile per la nuova abitazione

Da 301 a 400 € Da 401 a 500 €


11,3%
3,1%
Da 201 a 300 €
30,1% Da 501 a 600 €
0,3%

Oltre i 600 €

Fino a 100 €
11,9%

Da 101 a 200 €
43,1%

Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007

133
II.3.2 L’accessibilità alla casa

La quota di mercato degli stranieri


Negli ultimi 5 anni è cresciuta la quota di mercato che vede come acquirente
di abitazione un cittadino straniero. Si è infatti passati dal 13,7 per cento
delle compravendite nel 2004 al 17,5 per cento nel 2008.
L’aumento maggiore si è riscontrato nel 2006 (+12,9 per cento nell’anno)
mentre, in linea con la congiuntura negativa del mercato immobiliare
italiano del 2008, anche la quota di mercato degli stranieri si è contratta,
facendo registrare una variazione negativa dell’11,1 per cento. Il costo medio
di un’abitazione è cresciuto in 5 anni del 37 per cento in termini nominali
(tab. 3.14).

Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati


Spesa media per
N. compravendite sul totale
Anno Numero compravendite Var % annua un’abitazione di 60 mq
(in %)
(in Euro)
2004 110.000 13,7 - 93.000,0
2005 116.000 13,9 5,4 103.000,0
2006 131.000 15,5 12,9 117.000,0
2007 135.000 16,7 3,0 124.000,0
2008 120.000 17,5 -11,1 128.000,0

Fonte: Censis.

Le tipologie abitative più richieste


Nel 2007 Nomisma ha realizzato una indagine finalizzata a connotare il
mercato immobiliare dei cittadini stranieri. Nell’ambito della periodica
indagine congiunturale sul mercato immobiliare italiano Nomisma ha
inserito una serie di domande finalizzate allo scopo.
I soggetti intervistati sono gli agenti immobiliari mentre i riferimenti
territoriali sono rappresentati dalle 13 aree urbane italiane e dalle 13 città
intermedie (rappresentative dei mercati di provincia).
La tipologia più frequentemente compravenduta appartiene alla fascia medio-
bassa del mercato: abitazione usata o da ristrutturare, di 60-80 mq (53,8
per cento del mercato) o di 80-100 mq (26,6 per cento), senza posto auto,
localizzate in periferia (74,6 per cento). Nel segmento locativo si ritrovano
anche abitazioni centrali a differenza di quello delle compravendite.
Peraltro la parte di più elevata presenza extracomunitaria è nei comuni di

134
ancor più piccola taglia e con i prezzi ed i canoni di locazione più bassi.
In qualche modo si assiste in questo caso ad un fenomeno di sostituzione
della domanda dei cittadini italiani con quella degli extracomunitari che si
rivolge verso le abitazioni di minor valore unitario, fenomeno che letteratura
anglosassone o nota come filtering-down (tab. 3.15 e 3.16).

Tab. 3.15 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni acquistate dagli extracomunitari, 2007
Città Stato di conservazione Dimensioni Localizzazione
Bari Usato/Da ristrutt. <60 mq Semicentro/Periferia
Bologna Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Semicentro/Periferia
Cagliari Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Periferia
Catania Usato/Da ristrutt. <60 mq Semicentro/Periferia
Firenze Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Genova Da ristrutt. 60-80 mq Semicentro/Periferia
Milano Usato/Da ristrutt. <60 mq Periferia
Napoli Usato <60 mq Periferia
Padova Usato 60-80 mq Periferia
Palermo Usato 60-80 mq Semicentro
Roma Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Torino Da ristrutt. 60-80 mq Periferia
Venezia città Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Venezia Mestre Usato/Da ristrutt. 60-80 mq/81-100 mq Centro/Semicentro
Media 13 aree urbane Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Periferia
Ancona Usato 60-80 mq Periferia
Bergamo Usato 81-100 mq Periferia
Brescia Usato 60-80 mq Periferia
Livorno Usato 60-80 mq Centro
Messina Da ristrutt. <60 mq Periferia
Modena Usato 60-80 mq Periferia
Novara Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia
Parma Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia
Perugia Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Salerno Usato <60 mq Periferia
Taranto Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Centro
Trieste Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Verona Usato 81-100 mq Periferia
Media 13 intermedie Usato 60-80 mq Periferia

Fonte: Nomisma.

135
Tab. 3.16 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni affittate dagli extracomunitari, 2007
Stato di
Città Dimensioni Localizzazione
conservazione
Bari Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Bologna Usato 60-80 mq/81-100 mq Semicentro/Periferia
Cagliari Usato 60-80 mq Periferia
Catania Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro
Firenze Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia
Genova Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Milano Usato 60-80 mq Periferia
Napoli Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro
Padova Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Palermo Usato 60-80 mq Semicentro
Roma Usato <60 mq/60-80 mq Periferia
Torino Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Venezia città Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro/Periferia
Venezia Mestre Usato 60-80 mq Semicentro
Media 13 aree urbane Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Ancona Usato 60-80 mq Periferia
Bergamo Usato 81-100 mq Periferia
Brescia Usato 60-80 mq Centro/Periferia
Livorno Usato 60-80 mq Centro
Messina Usato 60-80 mq Periferia
Modena Usato 60-80 mq Periferia
Novara Usato 81-100 mq Periferia
Parma Usato 60-80 mq Periferia
Perugia Usato 60-80 mq Periferia
Salerno Usato <60 mq Periferia
Taranto Usato 60-80 mq Centro
Trieste Usato <60 mq/60-80 mq Centro/Periferia
Verona Usato 81-100 mq Periferia
Media 13 intermedie Usato 60-80 mq Periferia

Fonte: Nomisma.

Il mercato dei mutui


Secondo un’indagine effettuata da Nomisma nel 2007 in diverse città
italiane10, si direbbe che rispetto all’acquisto della casa sussista una
condizione di svantaggio per gli stranieri. Nelle aree metropolitane, la
maggior parte delle case acquistate da stranieri sono situate in periferia
(54%), dove i mercati immobiliari sono meno onerosi; sono tendenzialmente
in un cattivo stato di conservazione (oltre la metà delle case sono da
ristrutturare), e nella maggioranza dei casi (68,7%) non superano gli 80
metri quadrati di superficie. Situazione più vantaggiosa sembra quella in
10 Indagine condotta attraverso la somministrazione di un questionario a un campione non si-
gnificativo di agenti immobiliari in 13 città metropolitane e in altrettante città intermedie.

136
cui si trovano gli acquirenti stranieri nelle città di dimensione intermedia,
dove la percentuale di quelli che acquistano case da ristrutturare si riduce
a un terzo, mentre aumenta il numero di stranieri che acquistano immobili
più grandi.

La banca dati CRIF ha fornito per questo volume informazioni aggiornate


sulle operazioni di credito finanziate dal sistema bancario italiano. Da
queste si possono desumere i dati relativi al segmento del credito per mutui
immobiliari destinato a cittadini stranieri11.

Il 10 per cento del mercato dei mutui per l’acquisto dell’abitazione è


destinato a cittadini stranieri, per un ammontare complessivo, nel 2007,
di 6.300 milioni di euro, che equivalgono a circa 48.600 contratti di mutuo
(tab. 3.17) . Nel 2008, in corrispondenza con la crisi dei mercati finanziari,
la quota di mercato dei mutui a cittadini stranieri è scesa al 7,8 per cento del
totale erogato (tab. 3.18). Una percentuale che si è dunque mantenuta ben
al di sopra dell’incidenza degli stranieri residenti in Italia sul totale della
popolazione, a riprova della progressiva stabilizzazione nel nostro Paese di
persone di altre nazionalità.

L’importo medio finanziato per un mutuo erogato a cittadini stranieri nel


2008 è stato di 128.800 euro, quota prossima a quella erogata dagli istituti
di credito per un cittadino italiano (tab. 3.19). Tra i cittadini stranieri,
sono soprattutto gli stranieri provenienti dall’Europa Orientale a richiedere
e ottenere un mutuo (30,6 per cento: tab. 3.20).

11 Per cittadini stranieri si intendono quelli provenienti dall’America centro-meridionale,


Europa orientale, Asia e Africa. La componente “altri” comprende le aree dell’America
settentrionale, dell’Europa occidentale e dell’Oceania.

137
Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri,
anno 2007
Monte mutui erogati per acquisto casa nel 2007 (in milioni di euro) 62.800 100%
- di cui a cittadini italiani 56.500 90%
- di cui a cittadini stranieri 6.300 10%
Numero mutui erogati per acquisto casa nel 2007 505.000 100%
- di cui a cittadini italiani * 456.400 90,4%
- di cui a cittadini stranieri * 48.600 9,6%
- di cui a cittadini stranieri * 48.600 9,6%

* il numero dei mutui erogati a cittadini italiani e quelli a cittadini stranieri è stata calcolata come rapporto tra il monte mutui
erogato e l’importo medio finanziato.
Fonte: Stime Nomisma su dati CRIF Decision Solutions

Tab. 3.18 Distribuzione % dei flussi dei mutui per area di provenienza
  2008
2006 2007
1° sem 2008 2° sem 2008 Media annua
Mutui erogati ad italiani 89,9 90,0 92,0 92,4 92,2
Mutui erogati a cittadini stranieri 10,1 10,0 8,0 7,6 7,8

Fonte: CRIF Decision Solutions

Tab. 3.19 Importo medio finanziato dei mutui (valori in Euro)


  2008
2006 2007
1° sem 2008 2° sem 2008 Media annua
Mutui erogati ad italiani (A) 118.200 123.800 125.000 123.000 124.000
Mutui erogati a cittadini stranieri (B) 128.000 129.600 129.800 127.800 128.800
B/A 108,3% 104,7% 103,8% 103,9% 103,9%
Variazioni A - 4,7% - - 0,2%
Variazioni B - 1,3% - - -0,6%

Fonte: CRIF Decision Solutions

Tab. 3. 20 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza


  2008
2006 2007
1° sem 2008 2° sem 2008 Media annua
Africa 21,0% 18,1% 14,7% 12,4% 13,6%
America Centro-Meridionale 13,4% 14,2% 13,3% 12,9% 13,1%
Asia 16,3% 15,9% 14,9% 14,8% 14,9%
Europa Orientale 29,3% 30,0% 30,5% 30,6% 30,6%
Altri* 20,0% 21,7% 26,7% 29,3% 28,0%

* La componente “altri” comprende le aree dell’America settentrionale, dell’Europa occidentale e dell’Oceania.


Fonte: CRIF Decision Solutions

138
Graf. 3.4 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza

2008

2007

2006

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Africa America Centro Meridionale Asia Europa orientale Altri

Fonte: CRIF Decision Solutions.

139
APPROFONDIMENTO 3
Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini stranieri
Dai risultati di una indagine realizzata da Nomisma nel 2007, finalizzata
a connotare il mercato immobiliare dei cittadini stranieri, emerge che la
quota di mercato degli spazi adibiti a negozi da parte di cittadini stranieri
è del 7,7 per cento del totale delle compravendite mentre si sale al 15,7
per cento nel mercato della locazione, nella media dei 13 maggiori mercati
immobiliari italiani, mentre è leggermente più bassa la percentuale di
contratti stipulati nella media dei mercati di provincia (tab. C).

Tab. C - Quota % di contratti stipulati da extracomunitari, rispetto al totale delle


compravendite e delle locazioni di NEGOZI Anno 2007
Città Compravendite Locazioni
Bari 6,4 17,0
Bologna 9,2 23,3
Cagliari 2,7 8,4
Catania 10,1 16,8
Firenze 3,8 14,3
Genova 9,5 9,7
Milano 9,6 15,4
Napoli 5,3 18,1
Padova 1,7 0,8
Palermo 4,8 17,6
Roma 8,3 14,8
Torino 10,8 22,4
Venezia città 11,9 18,9
Venezia Mestre 14,4 22,8
Media 13 aree urbane 7,7 15,7
Ancona 12,5 25,8
Bergamo 0,4 3,0
Brescia 9,3 25,7
Livorno 10,0 13,8
Messina 3,6 11,4
Modena 3,8 16,3
Novara 15,3 13,0
Parma 1,9 6,5
Perugia 3,9 15,8
Salerno 5,8 4,0
Taranto 8,9 10,1
Trieste 0,8 12,9
Verona 1,4 8,1
Media 13 intermedie 6,0 12,8

Fonte: Nomisma

140
II.4 I Giovani stranieri nella scuola italiana

II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia


I 180mila alunni non italiani presenti nelle scuole italiane, tra scuole dell’infanzia,
primarie e secondarie, nell’anno scolastico 2001/2002, sono diventati a oltre
570mila nel 2007/2008. Sono aumentati cioè, complessivamente, del 215 per
cento in sette anni.

Più nel dettaglio, considerando i tassi di crescita annuali per le singole classi di
scuola, la crescita più sostenuta si è verificata nella scuola superiore di secondo
grado, con tassi di crescita annui spesso superiori al 30 per cento (tab. 4.1).

Anche rispetto all’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione
scolastica, il trend è di forte crescita. L’incidenza più elevata si riscontra nella
scuola primaria, dove quasi 8 alunni su 100 sono stranieri. L’incidenza più bassa
invece si rileva nella scuola secondaria di secondo grado (4,3 per cento), dove
però, come abbiamo visto, si è registrata la crescita percentuale dell’incidenza
più elevata (1,1 per cento nell’anno 2001/2002, 4,3 per cento nel 2007/2008)
(tab. 4.2).

È interessante, all’interno della scuola secondaria di secondo grado, vedere


che tipo di scuola frequentano gli alunni stranieri. In generale, è evidente
come la propensione sia ad iscriversi in istituti che garantiscono un accesso
più immediato al mercato del lavoro. Su 118 mila alunni stranieri presenti
nelle scuole superiori nell’anno 2007/2008, più di 90mila frequentavano
istituti tecnici o professionali (tab. 4.3). in particolare, all’interno degli istituti
professionali, gli alunni stranieri rappresentavano quasi il 9 per cento della
popolazione scolastica.

Se guardiamo alla distribuzione territoriale degli alunni stranieri, in termini


assoluti la Lombardia ospita quasi un quarto di tutti gli studenti presenti in Italia
nell’anno scolastico 2007/2008, con 137 mila presenze. Seguono Veneto ed
Emilia-Romagna, con rispettivamente 70 mila e 65 mila presenze. All’opposto,
le regioni che ospitano meno alunni stranieri sono Molise, Basilicata e Valle
d’Aosta (tab.  4.4). In generale, come d’altronde ci si può aspettare vista la
distribuzione territoriale della popolazione straniera, la presenza di alunni
stranieri si concentra nelle regioni del Centro-Nord.

141
Per osservare invece in quali regioni l’impatto della presenza di alunni
stranieri è più rilevante, è necessario guardare all’incidenza sul totale della
popolazione scolastica regionale. La regione con l’incidenza più elevata
di alunni stranieri è l’Emilia-Romagna, dove nel 2007/2008 l’11,8 per
cento degli alunni era straniero. Seguono l’Umbria, con l’11,4 per cento, la
Lombardia con il 10,3 per cento e il Veneto con il 10,2 per cento.

È interessante confrontare questa incidenza con quella del totale della


popolazione straniera nella regione di residenza: nelle regioni del Centro-
Nord l’incidenza degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica è più
alta dell’incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione,
mentre in quelle del Sud è vero il contrario. Questo indica verosimilmente
sia che al Centro-Nord la concentrazione di stranieri nelle fasce di età più
giovani è più elevata, sia che gli stranieri residenti al Centro-Nord hanno
tassi di partecipazione scolastica più alti (tab. 4.5).

La serie storica dell’evoluzione dell’incidenza degli alunni stranieri sulla


popolazione scolastica mette in evidenza come le regioni che hanno
conosciuto una crescita maggiore di alunni stranieri dal 1998/99 al 2007/08
sono state Veneto e Marche, che sono passati rispettivamente dall’1,6 per
cento al 10,2 per cento e dall’1,5 per cento al 9,9 per cento (tab. 4.6).

A un livello territoriale più dettagliato, le 15 province con la presenza più


consistente di alunni stranieri sono tutte collocate nel Nord Italia, con
l’eccezione di Roma, Perugia e Firenze (tab. 4.7). È interessante confrontare
questi dati con quelli relativi alle 15 province con la più alta incidenza di
alunni stranieri. Mentre in termini di presenza assoluta le prime tre province
sono tre grandi capoluoghi di regione (Milano, Roma e Torino), in termini di
incidenza le prime tre province sono Mantova, Prato e Piacenza, con oltre
il 15 per cento di alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica
(tab.  4.8). In generale è possibile osservare come si tratti di province di
medio - piccole dimensioni, a testimonianza della particolare distribuzione
della popolazione straniera in Italia, la quale tende non tanto ad aggregarsi
attorno ai grandi centri urbani, quanto a dislocarsi sul territorio. Questa
stessa tendenza emerge se guardiamo ai primi 10 capoluoghi di provincia
in cui l’incidenza degli alunni stranieri è maggiore: Prato viene prima di
Milano, Alessandria prima di Torino, Roma non rientra nemmeno nella
classifica (tab. 4.9). Analogamente, se guardiamo all’incidenza di alunni

142
stranieri nei comuni non capoluogo, si arriva a percentuali superiori al 20
per cento (tab. 4.10).

La crescita della presenza di alunni stranieri nella scuola italiana appare


dunque significativa. Tuttavia, se mettiamo in confronto la situazione italiana
con quella di altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia si colloca tra i paesi
in cui l’incidenza degli alunni di origine straniera è ancora medio – bassa,
compresa tra il 6 per cento e il 10 per cento. Tra i paesi europei a più forte
presenza di residenti stranieri, solo la Spagna si colloca nella stessa fascia,
mentre Francia, Regno Unito e Olanda contano una presenza di alunni
stranieri compresa tra l’11 per cento e il 20 per cento della popolazione
scolastica totale; la Germania raggiunge una quota di alunni stranieri
superiore al 20 per cento (tab. 4.11).

Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti)
Crescita Crescita Secondaria Crescita Secondaria Crescita Crescita
Anno Totale
Infanzia annuale, Primaria annuale, annuale, annuale, annuale,
scolastico di I grado di II grado scuola
% % % % %
2001/02 36.823 76.662 44.219 24.063 181.767
2002/03 48.356 31,3% 95.555 24,6% 55.888 26,4% 33.176 37,9% 232.975 28,2%
2003/04 54.947 13,6% 115.277 20,6% 67.437 20,7% 44.922 35,4% 282.583 21,3%
2004/05 73.106 33,0% 144.225 25,1% 84.375 25,1% 59.570 32,6% 361.276 27,8%
2005/06 81.577 11,6% 164.177 13,8% 96.611 14,5% 82.312 38,2% 424.677 17,5%
2006/07 94.737 16,1% 190.803 16,2% 113.076 17,0% 102.829 24,9% 501.445 18,1%
2007/08 111.044 17,2% 217.716 14,1% 126.396 11,8% 118.977 15,7% 574.133 14,5%
Crescita
percentuale 202% 184% 186% 394% 216%
2001-2007

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Tab. 4.2 L’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%)
Secondaria Secondaria
Anno scolastico Infanzia Primaria Totale scuola
di I grado di II grado
2001/02 2,6 3,0 2,7 1,1 2,3
2002/03 3,4 3,8 3,5 1,5 3,0
2003/04 3,8 4,5 4,0 1,9 3,5
2004/05 4,6 5,4 4,8 2,3 4,2
2005/06 5,0 6,0 5,5 3,1 4,8
2006/07 5,7 6,8 6,5 3,8 5,6
2007/08 6,7 7,7 7,3 4,3 6,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

143
Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni
  A.S. 2007/2008 A.S.2006/07
Tipo scuola Alunni stranieri % su totale alunni Alunni stranieri % su totale alunni
Liceo classico 4.131 1,4 3.596 1,2
Liceo scientifico 11.706 1,9 10.212 1,7
Liceo linguistico 432 2,4 394 2,3
Ex Ist. Magistrale 6.082 2,7 5.300 2,4
Istituto Artistico 3.438 3,4 2.936 2,8
Istituto Tecnico 44.809 4,8 38.498 4,1
Ist. Professionale 48.379 8,7 41.893 7,5
Totale 118.977 4,3 102.829 3,7

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori
assoluti)
Regioni Infanzia primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale
Valle d’Aosta 271 458 222 223 1.174
Piemonte 11.127 21.346 12.064 10.911 55.448
Lombardia 29.071 53.210 29.548 25.656 137.485
Trentino A.A. 2.736 4.583 2.690 1.966 11.975
Veneto 14.432 27.619 15.835 12.580 70.466
Friuli V.G 2.732 5.043 3.027 3.154 13.956
Liguria 3.119 5.945 4.015 4.476 17.555
Emilia Romagna 11.985 24.878 13.763 15.187 65.813
Toscana 8.541 16.864 10.101 9.737 45.243
Umbria 2.739 5.066 2.844 3.039 13.688
Marche 4.522 7.942 4.698 4.950 22.112
Lazio 9.645 21.361 13.037 13.689 57.732
Abruzzo 1.804 3.624 2.234 2.028 9.690
Molise 156 385 237 209 987
Campania 1.805 4.746 3.218 3.281 13.050
Puglia 1.828 4.103 2.441 2.301 10.673
Basilicata 209 473 329 295 1.306
Calabria 1.260 3.045 1.861 1.692 7.858
Sicilia 2.581 5.883 3.356 2.906 14.726
Sardegna 481 1.142 876 697 3.196
ITALIA 111.044 217.716 126.396 118.977 574.133

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

144
Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni,
a.s. 2007/08 (%)
Secondaria Secondaria Incidenza pop. straniera
Regioni Infanzia Primaria Totale
I Grado II Grado su tot. pop. regionale, %
Valle d’Aosta 7,8 8,1 6,7 4,6 6,8 5,2
Piemonte 10,1 11,4 10,8 6,7 9,7 7,1
Lombardia 10,9 12 11,5 7 10,3 8,5
Trentino A.A. 8,7 8,4 8,2 4,9 7,5 7,0
Veneto 10,6 12,1 11,8 6,4 10,2 8,4
Friuli V.G. 9 10,1 10,3 6,8 8,9 6,8
Liguria 8,5 9,6 10,6 7,6 9 5,6
Emilia Romagna 11,1 13,6 13,2 9,3 11,8 8,6
Toscana 9,3 11,1 11,2 6,6 9,4 7,5
Umbria 12,2 13,6 12,7 7,9 11,4 8,6
Marche 11,1 11,5 11,3 6,9 9,9 7,4
Lazio 6,4 8,3 8,2 5,3 7 7,0
Abruzzo 5,3 6,2 6 3,1 5 4,5
Molise 2 2,7 2,6 1,2 2,1 2,0
Campania 0,9 1,4 1,5 0,9 1,2 2,0
Puglia 1,5 1,9 1,8 1 1,5 1,6
Basilicata 1,3 1,7 1,8 0,8 1,3 1,6
Calabria 2,1 3,1 2,9 1,4 2,3 2,5
Sicilia 1,7 2,2 1,9 1 1,7 2,0
Sardegna 1,2 1,6 1,9 0,8 1,3 1,5
Italia 6,7 7,7 7,3 4,3 6,4 5,8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo
1988/89-2007/08
Regione 1998/99 2001/02 2004/05 2006/07 2007/08
Emilia Romagna 2,6 4,8 8,4 10,7 11,8
Umbria 2,0 4,3 7,8 10,1 11,4
Lombardia 2,1 3,8 7,0 9,2 10,3
Veneto 1,6 3,7 7,0 9,0 10,2
Marche 1,5 3,8 7,1 8,8 9,9
Piemonte 1,6 3,2 6,5 8,5 9,7
Toscana 1,9 3,7 6,3 8,4 9,4
Liguria 1,4 3,5 6,3 7,9 9,0
Friuli V. G. 1,8 3,4 5,9 7,8 8,9
Lazio 1,2 2,3 4,5 6,0 7,0
Abruzzo 0,6 1,6 3,1 4,2 5,0
Calabria 0,2 0,6 1,1 1,8 2,3
Molise 0,2 0,4 1,0 1,5 2,1
Sicilia 0,2 0,5 0,9 1,3 1,7
Puglia 0,3 0,7 1,0 1,3 1,5
Basilicata 0,1 0,4 0,8 1,1 1,3
Sardegna 0,2 0,3 0,7 1,1 1,3
Campania 0,1 0,3 0,6 1,0 1,2
Totale Italia 1,1 2,3 4,2 5,6 6,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

145
Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana,
a.s. 2007/08
Province Infanzia Primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale
Milano 11.119 19.732 11.274 11.273 53.398
Roma 7.585 16.887 10.250 11.157 45.879
Torino 5.242 10.527 5.959 6.293 28.021
Brescia 5.195 9.365 4.938 3.963 23.461
Treviso 3.066 6.483 3.709 2.945 16.203
Bergamo 3.450 6.428 3.667 2.576 16.121
Vicenza 3.235 6.038 3.366 2.608 15.247
Firenze 2.754 6.112 3.098 2.835 14.799
Verona 3.244 5.707 3.112 2.230 14.293
Bologna 2.529 5.175 2.703 2.599 13.006
Modena 2.481 4.732 2.617 2.729 12.559
Padova 2.353 4.489 2.650 2.189 11.681
Perugia 2.228 4.085 2.278 2.432 11.023
Genova 1.865 3.263 2.290 2.814 10.232
Reggio Emilia 1.683 4.000 2.096 2.067 9.846
Totale nazionale 111.044 217.716 126.396 118.977 574.133

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.8 Le province con un’incidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli
alunni superiore al 12%, a.s. 2007/08
Province Infanzia Primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale
Mantova 17,2 17,9 17,4 8,8 15,3
Prato 15,0 17,5 17,6 10,3 15,1
Piacenza 15,0 17,5 16,5 11,3 15,1
Reggio Emilia 11,9 16,4 15,3 10,8 13,6
Modena 13,5 15,3 14,5 9,4 13,2
Brescia 14,6 15,6 14,2 8,3 13,2
Cremona 14,4 15,8 13,6 8,1 13,0
Alessandria 13,1 15,3 14,8 7,9 12,8
Asti 13,2 14,8 14,1 8,5 12,7
Pordenone 13,2 14,3 14,8 8,1 12,6
Parma 11,9 14,1 14,0 10,0 12,5
Treviso 12,0 14,9 14,6 7,9 12,4
Perugia 13,0 14,6 13,6 8,2 12,4
Macerata 13,3 14,3 14,3 6,6 12,1

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

146
Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la più alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli
alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08
Comune capoluogo a.s. 2006/07 a.s.2007/08

Prato 13,7 15,2

Milano 14,2 15,0

Alessandria 13,9 14,8

Torino 12,6 14,2

Reggio Emilia 13,0 14,0

Piacenza 11,7 13,7

Cremona 11,9 13,5

Brescia 11,8 13,0

Pordenone 11,1 12,5

Vicenza 10,7 12,2

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei comuni non capoluogo,
a.s. 2007/08
Comune Provincia Incidenza su tot. alunni

Porto Recanati Macerata 25,8

Calcinato Brescia 25,2

Susegana Treviso 24,8

Crevalcore Bologna 23,7

Soresina Cremona 23,6

Carpenedolo Brescia 23,3

Martinsicuro Teramo 23,1

Novi di Modena Modena 22,6

Castel San Giovanni Piacenza 22,5

Vobarno Brescia 22,3

Spresiano Treviso 22,2

Novellara Reggio Emilia 21,9

Fornovo di Taro Parma 21,6

Borgonovo Val Tido Piacenza 21,5

San Damiano D’Asti Asti 21,1

Santa Croce Arno Pisa 20,6

Asolo Treviso 20,6

Bibbiena Arezzo 20,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

147
Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria
anni 2005-2006-2007)
1-5% 6-10% 11-20% oltre 20%

Rep. Ceca Belgio Austria Germania

Danimarca Cipro Gran Bretagna Lussemburgo

Finlandia Grecia Estonia Svizzera

Ungheria Irlanda Francia

Lituania Italia Lettonia

Malta Norvegia Olanda

Polonia Spagna Svezia

Portogallo

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

II.4.2 Le scuole con alunni stranieri


Nell’anno scolastico 2007/08, oltre il 71,3 per cento delle scuola
registrava la presenza di alunni stranieri, con una crescita negli ultimi
quattro anni del 17 per cento, mentre solo poco più di un quarto delle
scuole non ha stranieri tra i suoi alunni (tab.  4.12). Nel complesso,
sono oltre 40.000 le scuole italiane con alunni stranieri, la maggior parte
delle quali ha una presenza di alunni stranieri inferiore al 10 per cento
del totale, in linea con l’incidenza media nazionale (tab. 4.13).

Analizzando la distribuzione geografica delle scuole con alunni stranieri,


si ripete un quadro simile a quello osservato riguardo l’incidenza degli
alunni stranieri nelle varie regioni. Nelle regioni del Nord-Ovest,
del Nord-Est e del Centro più dell’80 per cento delle scuole ha una
presenza di alunni stranieri, mentre al Sud e nelle Isole la percentuale è
rispettivamente del 46 per cento e del 40 per cento (tab. 4.14).

Questa situazione riflette in maniera eloquente la dinamica di


distribuzione della popolazione straniera residente in Italia. Un dato
interessante emerge dalla lista delle province che contano il maggior
numero di scuole a forte presenza straniera (quelle con più del 20
per cento della popolazione scolastica). In questo caso compaiono
naturalmente le grandi città, ma ancora una volta c’è una forte presenza
delle province non capoluogo di regione, con Brescia che appare subito
dopo Milano e Perugia alle spalle di Roma (tab.  4.15). In generale,

148
questi dati indicano che la stabilizzazione della presenza straniera è
osservabile principalmente nei centri di medie dimensioni e di forte
industrializzazione.

Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nell’ultimo
quadriennio (%)
Anno scolastico Scuole Scuole
con alunni stranieri senza alunni stranieri
2004/05 60,7 39,3

2005/06 64,5 35,5

2006/07 67,1 32,9

2007/08 71,3 28,7

Var. % 04/08 17,5 -27,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s.
2007/08
Scuola statale Scuola non statale Totale

Non presenti 9.867 6.582 16.449

Minore del 10% 21.614 5.370 26.984

Tra 10% e 20% 8.016 1.693 9.709

Tra 20% e 30% 2.310 483 2.793

Tra 30% e 40% 637 138 775

Tra 40% e 50% 208 55 263

Tra 50% e 60% 89 30 119

Tra 60% e 70% 38 6 44

Tra 70% e 80% 15 4 19

80% e oltre 10 12 22

Totale 42.804 14.373 57.177

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

149
Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geografica, a.s. 2006/07 (%)
Scuole con stranieri Scuole senza stranieri

Nord-Ovest 83,2 16,8


Nord-Est 84,2 15,8
Centro 82,1 17,9
Sud 46,2 53,8
Isole 40,3 59,7

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri,
a.s. 2007/08
Scuole valore ass. %
Milano 202 6,1
Brescia 157 4,7
Roma 151 4,6
Perugia 129 3,9
Treviso 123 3,7
Mantova 121 3,7
Torino 115 3,5
Bergamo 108 3,3
Modena 99 3,0
Bologna 95 2,9
Vicenza 95 2,9
Verona 89 2,7
Reggio Emilia 87 2,6
Cremona 78 2,4
Firenze 74 2,2
Totale Italia 3.307 100

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

II.4.3 La dispersione scolastica


La dispersione scolastica è nettamente più alta tra gli alunni stranieri che
tra quelli italiani. Nel 2007/08 i ripetenti stranieri erano oltre 21.000, più
della metà dei quali frequentavano scuole secondarie di secondo grado
(tab. 4.16).

In ogni ordine di scuola, la percentuale di stranieri ripetenti è più elevata di


quella degli italiani. In totale, la percentuale di ripetenti stranieri sul totale
di stranieri frequentanti è del 4,5 per cento, mentre la stessa percentuale
relativa agli alunni italiani è del 3,4 per cento (tab. 4.17).

150
La stessa distanza è evidente se si guarda alla percentuale di alunni in ritardo.
Mentre tra la popolazione scolastica italiana la percentuale di alunni in
ritardo è dell’11,6 per cento, tra gli alunni stranieri la percentuale è del 42,5
per cento. Particolarmente alta è la percentuale di alunni stranieri in ritardo
nella scuola secondaria di secondo grado, pari al 71,8 per cento, contro il
24,4 per cento degli alunni italiani. Il divario resta molto elevato anche nella
scuola secondaria di primo grado (51 per cento contro 6,8 per cento) e in
quella primaria (31,1 per cento contro 1,8 per cento) (tab. 4.18).

Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s.
2007/08
Secondaria Secondaria
Area geografica Primaria Totale
I grado II grado

Nord-Ovest 697 2.921 3.973 7.591


Nord-Est 612 2.132 2.971 5.715
Centro 437 1.983 2.976 5.396
Sud 187 626 746 1.559
Isole 115 300 345 760
Totale Italia 2.048 7.962 11.011 21.021

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Tab. 4.17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di
istruzione, a.s. 2007/08 (%)
Area Alunni stranieri ripetenti Alunni italiani ripetenti
geografica per 100 alunni stranieri frequentanti per 100 alunni italiani frequentanti
Secondaria I Secondaria II Secondaria Secondariaa
Primaria Totale Primaria Totale
grado grado I grado II gradoo
Nord-Ovest 0,9 6,4 9,6 4,5 0,2 2,5 6,7 3,1

Nord-Est 1,0 6,0 9,0 4,4 0,2 2,1 6,1 2,8

Centro 0,9 6,5 9,5 4,8 0,2 2,2 6,6 3,2

Sud 1,1 6,1 7,6 4,3 0,2 2,4 6,6 3,3

Isole 1,6 7,1 9,6 5,1 0,4 5,2 9,2 5,0


Totale
0,9 6,3 9,3 4,5 0,2 2,7 6,9 3,4
Italia

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

151
Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico
(per 100 alunni), a.s. 2007/08
Scuola Italiani Stranieri
primaria 1,8 31,1
secondaria I grado 6,8 51,7
secondaria II grado 24,4 71,8
Totale 11,6 42,5

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

II.4.4 Gli studenti stranieri e l’istruzione universitaria e post-


universitaria
L’incidenza degli stranieri sugli iscritti all’università è in lenta ma costante
crescita. Dal 1998/99 al 2007/08, la percentuale di stranieri iscritti sul
totale degli studenti iscritti è passata dall’1,4 per cento al 2,8 per cento,
quella dei laureati dall’1,1 per cento all’1,7 per cento (tab. 4.19).

Se guardiamo alle provenienze degli iscritti stranieri nelle università


italiane, in più del 60 per cento dei casi si tratta di stranieri provenienti
dall’Europa, dei quali il 26 per cento proviene dall’Unione Europea e il
35 per cento proviene da altri paesi europei. Sono gli studenti stranieri
di origine nord-americana e dell’Oceania i meno presenti nelle università
italiane (tab. 4.20).

Stando ai dati relativi alle iscrizioni del 2005/06, la facoltà con più iscrizioni
di studenti stranieri è Medicina, alla quale si sono iscritti nell’anno
considerato il 22,1 per cento degli studenti stranieri. Una quota consistente
si è iscritto inoltre a facoltà umanistiche e sociali, che insieme attraggono il
26 per cento degli studenti stranieri (tab. 4.21).

Per misurare più direttamente la capacità attrattiva del sistema universitario


italiano, si può confrontare il numero di studenti stranieri iscritti con quello
degli altri paesi europei. L’incidenza degli iscritti stranieri sul totale degli
iscritti nelle università in Italia nel 2006 si colloca molto al di sotto sia della
media UE sia della media OCSE, con un’incidenza pari al 2,4 per cento. Nel
Regno Unito l’incidenza è del 17,9 per cento, in Germania 11,4 per cento, in
Francia 11,2 per cento, in Spagna 2,9 per cento (tab. 4.22).

Per quanto riguarda i corsi post-universitari, l’incidenza sul totale degli

152
iscritti nell’anno accademico 2005/2006 era il 3,3 per cento, più elevata
rispetto a quella degli studenti stranieri iscritti all’università. La maggior
parte degli stranieri iscritti a corsi post-universitari proveniva dall’Europa.
In particolare il 28 per cento proveniva dai paesi della UE 25 e il 22,5 per
cento dall’Europa non UE (tab. 4.23).

Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08


(valori assoluti e composizione %)
Anni Immatricolati Stranieri Iscritti Stranieri Laureati Stranieri
per 100
accademici totale per 100 immatricolati totale per 100 iscritti totale
laureati
1998/99 4.738 1,5 23.088 1,4 1.571 1,1

2002/03 7.188 2,2 31.343 1,8 2.388 1,2

2003/04 8.191 2,4 35.299 1,9 2.863 1,2

2004/05 8.758 2,6 38.298 2,1 3.505 1,3

2005/06 9.113 2,8 41.589 2,3 4.438 1,5

2006/07 10.268 3,3 47.521 2,6 5.027 1,7

2007/08 11.498 3,7 51.790 2,8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica

Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08


Continente Immatricolati % iscritti %

UE (27 paesi) 2.675 23,3 13.454 26,0

altri paesi europei 3.378 29,4 18.357 35,4

Asia 2.378 20,7 7.939 15,3

Africa 1.891 16,4 5.758 11,1

Sud America 968 8,4 3.752 7,2

Nord America 165 1,4 835 1,6

Oceania 4 0,03 39 0,08

non definito 39 0,3 1.656 3,2

Totale 11.498 100 51.790 100

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica

153
Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06
Area di studio Valori assoluti Composizione % Stranieri
per 100 iscritti
Medica 9.179 22,1 4,8
Umanistica 5.491 13,2 3
Sociale 5.462 13,1 2,5
Economica 4.589 11 2,2
Ingegneria dell’informazione 3.487 8,4 2
Giuridica 3.138 7,5 1,4
Architettura e ingegneria c. 2.398 5,8 2,1
Giornalismo ed informaz. 1.093 2,6 1,7
Artistica 1.067 2,6 1,4
Scienze naturali 1.064 2,6 1,5
Informatica 912 2,2 2,6
Scienze della formazione 777 1,9 0,8
Servizi alla persona 556 1,3 1,6
Ingegneria industriale 495 1,2 4,1
Veterinaria 361 0,9 3,2
Fisica 357 0,9 1,4
Agraria 341 0,8 1,1
Matematica 297 0,7 1,9
Servizi sociali 249 0,5 1,4
Servizi per la sicurezza 140 0,3 7,4
Ambientale 115 0,2 0,9
Servizi per i trasporti 21 0,1 1,6
Formazione insegnanti 2 0 2,5
Totale 41589 100 2,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica

Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei


(per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006
Paese %
Regno Unito 17,9
Belgio 12,1
Germania 11,4
Francia 11,2
Norvegia 6,7
Paesi Bassi 6,1
Svezia 4,6
Portogallo 4,6
Finlandia 2,9
Spagna 2,9
Grecia 2,5
Italia 2,4
Media Ue 8,9
Media Ocse 9,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE

154
Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari nelle università italiane
per provenienza geografica e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006
Distribuzione
Scuole di Dottorati Master Totale Totale Incidenza stranieri
Continente %
specializzazione di ricerca universitari stranieri italiani su totale iscritti, %
provenienza
Europa -UE 25 322 489 587 1398   28  
Europa 202 423 501 1126 22,5
Asia 152 426 304 882 17,7
Sud Amercia 45 283 380 708 14,2
Africa 121 194 205 520 10,4
Nord America 26 90 159 275 5,5
Oceania 1 4 7 12 0,2
Non definito 7 17 49 73   1,5  
Totale 876 1926 2192 4994 149.612 100 3,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR- Ufficio Statistica

155
APPROFONDIMENTO 1
L’integrazione degli alunni stranieri secondo gli insegnanti italiani
I risultati provengono da un’indagine realizzata da Nomisma per conto
dell’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola
(ANP) per rilevare la percezione dei docenti riguardo alle questioni che si
trovano ad affrontare nella loro professione.
L’integrazione degli alunni di cittadinanza straniera risulta essere una
sfida fondamentale da affrontare per un quinto dei professori intervistati.
Questa cifra varia però molto in relazione al livello della scuola in cui
viene esercitato l’insegnamento. Ad esempio, la preoccupazione sembra
essere maggiore per gli insegnanti della scuola primaria e degli istituti di
istruzione secondaria di secondo grado, mentre negli istituti d’arte e nelle
scuole medie la preoccupazione sembra essere più contenuta (tab. A).

Analizzando i dati per ripartizione geografica, per un insegnante su


quattro che lavora negli istituti del Nord Italia l’integrazione degli alunni
stranieri sarà una delle sfide più importanti da affrontare per la scuola del
prossimo futuro. La percentuale scende per gli insegnanti che lavorano
negli istituti del Centro-Sud, dove l’incidenza di alunni stranieri è più
bassa (tab. B)

Tab. A Le principali sfide che la professione dovrà affrontare: analisi per tipologia di scuola
(Risposta multipla, valori percentuali)
TIPOLOGIA DI ISTITUTO IN CUI ESERCITA L INSEGNAMENTO NELL AS 2008-2009
Istituto di
Sfide che la professione Secondaria Istituto
Istituto Istituto istruzione
dovrà affrontare Primaria di primo Liceo professionale Totale
comprensivo tecnico secondaria di
grado / Istituto d’arte
II grado
Recuperare legittimazione
45,2 43,2 46,0 52,1 50,8 41,7 43,8 46,2
sociale per la professione
Abbattere l’insuccesso
41,3 48,1 46,0 27,7 31,8 43,7 29,5 39,8
scolastico
Introdurre metodologie
didattiche interattive e 36,9 43,4 34,6 38,3 47,3 50,5 38,6 38,8
collaborative
Realizzare l’integrazione di
20,0 15,2 20,9 17,4 16,3 11,4 25,6 19,4
studenti stranieri
Accettare la valutazione
delle proprie prestazioni 13,3 12,7 16,3 33,0 29,3 21,2 20,3 18,8
professio
Sviluppare la valutazione
15,7 19,0 13,7 15,1 13,4 16,5 31,4 17,0
per competenze
Non risponde 2,4 1,5 1,1 0,4 0,4 1,8 0,7 1,3
Altro 0,5 0,1 0,4 1,0 0,8 0,9 0,5
 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008

156
Tab. B Le principali sfide che la professione dovrà affrontare: analisi per area geografica
(risposta multipla, valori percentuali)
Sfide che la professione dovrà affrontare Nord Centro Sud Totale
Recuperare legittimazione sociale per la professione 44,8 47,6 47,1 46,2
Abbattere l’insuccesso scolastico 34,5 40,8 44,9 39,8
Introdurre metodologie didattiche interattive e collaborative 38,1 39,5 39,2 38,8
Realizzare l’integrazione di studenti stranieri 24,6 16,3 15,4 19,4
Accettare la valutazione delle proprie prestazioni professionali 23,9 17,1 14,3 18,8
Sviluppare la valutazione per competenze 18,6 16,5 15,6 17,0
Non risponde 1,0 1,5 1,5 1,3
Altro 0,6 0,5 0,4 0,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008.

157
II.5 La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari

II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri


Le informazioni sullo stato di salute degli stranieri sono ricavate principalmente
dall’indagine Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, svolta da
Istat nel 2005 e resa pubblica nel 2008. Da questa indagine emergono una serie
di informazioni che ci permettono di completare il quadro sulle condizioni di
vita degli stranieri in Italia.

Per cominciare, la percentuale di cittadini stranieri tra i 14 e i 64 anni che


ritiene di essere in buona salute è più alta di quella degli italiani. Mentre
infatti l’85 per cento dei maschi stranieri dichiara di stare bene o molto bene,
per gli italiani la percentuale scende al 75,5 per cento. Per le donne vale lo
stesso: il 75,1 per cento delle donne straniere dichiarava di stare bene o molto
bene, contro il 68,1 per cento delle donne italiane (tab. 5.1).

Un secondo indicatore delle condizioni di salute degli stranieri in Italia è il


numero di persone affette da almeno una malattia acuta nelle quattro settimane
precedenti l’intervista. Anche in questo caso, la percentuale di stranieri sotto i
65 anni che ha sofferto di una malattia acuta è inferiore a quella degli italiani
(22,8 per cento contro 27,4 per cento). Di nuovo, la percentuale di maschi
stranieri che ha sofferto una malattia nelle quattro settimane precedenti
l’intervista è inferiore a quella delle donne; la proporzione però è simile a
quella che si riscontra per la popolazione italiana (tab. 5.2).

In generale, dai dati emerge che, in media, la popolazione straniera


residente in Italia gode di uno stato di salute migliore rispetto a quella della
popolazione italiana. I dati non tengono conto della componente irregolare
dell’immigrazione.

Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005
(tassi standardizzati per età)
Bene/molto bene Discretamente Male/molto male

Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine

Italiani 75,5 68,1 22,0 28,7 2,5 3,3


Stranieri 85 75,1 13,8 22,7 1,2 2,2

Fonte: Istat

158
Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione
di età inferiore ai 65 anni nelle quattro settimane precedenti l’intervista, per cittadinanza e
genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone)
Tassi standardizzati
Stranieri Italiani
  M F MeF M F MeF
Persone con almeno una malattia acuta 20,9 24,8 22,8 25,5 29,4 27,4
Malattie dell’apparato respiratorio 10,9 12,3 11,6 13,8 14,9 14,3
Malattie del sistema osteomuscolare 2,9 3,4 3,1 3,6 4,8 4,2
Malattie dell’apparato digerente e denti 2,3 3,6 2,9 3,0 3,8 3,4
Traumatismi e avvelenamenti 3,3 1,3 2,3 2,9 2,1 2,5
Malattie del sistema nervoso 1,1 3,0 2,1 2,2 4,5 3,3
Altre malattie 1,0 2,1 1,6 1,7 2,4 2,1
Malattie dell’apparato circolatorio 1,2 1,6 1,4 1,4 1,8 1,6
Disturbi psichici 0,6 0,8 0,7 0,7 1,1 0,9
Malattie della pelle e tessuto sottocutaneo 0,4 1,0 0,7 0,5 0,8 0,6
Malattie dell’apparato genito-urinario 0,6 0,7 0,6 0,3 0,4 0,4
Malattie degli occhi e delle orecchie 0,7 0,6 0,6 0,7 0,8 0,7

Fonte: Istat

II.5.2 La prevenzione
Per quanto riguarda il ricorso ad esami di prevenzione, la popolazione
straniera si sottopone in genere meno frequentemente a controlli preventivi
(le categorie di controllo considerate sono per il colesterolo, la glicemia e la
pressione arteriosa).

Di media, il 40 per cento della popolazione straniera maschile non si sottopone


ad alcun controllo, contro meno del 25 per cento tra la popolazione maschile
di cittadinanza italiana. La popolazione femminile straniera fa più ricorso
a controlli di prevenzione rispetto alla controparte maschile, ma comunque
meno rispetto alla popolazione femminile italiana: circa un’italiana su cinque
non si sottopone ad alcun controllo per il colesterolo e la glicemia, mentre per
la popolazione femminile straniera la proporzione è di una su tre (tab. 5.3).
Si rilevano inoltre sostanziali differenze in merito al ricorso alla mammografia
e al pap-test. Mentre il 73 per cento delle donne italiane nella fascia di età
50-64 si è sottoposta a mammografia nell’anno precedente, solo il 42,9 per
cento delle donne straniere ha fatto altrettanto (tab. 5.4). Anche in merito al
pap-test, le differenze sono notevoli, anche se più contenute. Nella fascia di
età 25-64, circa il 71 per cento delle donne italiane si è sottoposta a pap-test,
contro il 51 per cento delle donne straniere (tab. 5.5).

159
Tab. 5.3 Persone di 18 anni e più che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia
e pressione arteriosa per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
  Colesterolo   Glicemia   Pressione arteriosa
almeno almeno almeno
ogni 5 ogni 5 ogni 5
una nessun una nessun una nessun
Cittadinanza 2-4 anni   2-4 anni   2-4 anni
volta controllo volta controllo volta controllo
anni e più anni e più anni e più
all’anno all’anno all’anno
 MASCHI
Italiana 45,0 20,1 10,0 24,8   45,6 19,9 10,0 24,5   55,0 14,8 8,2 22,0
Straniera 29,3 15,4 11,4 43,7   31,2 15,4 11,1 42,2   37,4 12,7 10,8 39,1
                             
 
FEMMINE
Italiana 49,9 21,5 8,3 20,3   50,4 21,4 8,4 19,9   61,1 15,0 6,6 17,3
Straniera 35,5 18,6 9,6 36,3   35,8 18,5 9,7 36,0   47,5 13,0 8,5 31,0
                             
 MASCHI E FEMMINE
Italiana 47,5 20,8 9,1 22,5   48,0 20,7 9,2 22,2   58,1 14,9 7,4 19,7
Straniera 32,4 17,0 10,5 40,1   33,5 16,9 10,4 39,5   42,3 12,8 9,7 35,2
Straniera 32,4 17,0 10,5 40,1   33,5 16,9 10,4 39,5   42,3 12,8 9,7 35,2

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammografia per classi di età e
cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100 persone)
Cittadinanza Età raccomandata per la mammografia Totale
  50-55 50-55 60-64 50-64

Italiana 73,0 74,7 71,3 73,1


Straniera 40,9 47,6 40,8 42,9

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test,
per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età)
Cittadinanza Età raccomandata per il pap test Totale
  25-29 30-34 35-44 45-54 55-64 25-64

Italiana 44,8 63,6 74,9 80,7 77,0 71,8


Straniera 40,3 56,8 50,8 56,8 55,9 51,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

160
II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie
Anche nel ricorso a prestazioni sanitarie esiste un divario netto tra la
popolazione straniera e quella italiana: in media la popolazione straniera
sotto i 65 anni fa meno ricorso degli italiani a prestazioni sanitarie.

In particolare, il divario è consistente per quanto riguarda le visite


specialistiche, alle quali solo il 9 per cento degli stranieri ha fatto ricorso
nelle quattro settimane precedenti l’intervista, contro il 14 per cento degli
italiani. Le uniche importanti eccezioni sono il ricorso al consultorio familiare
e le prestazioni di pronto soccorso, alle quali gli stranieri accedono più
frequentemente rispetto agli italiani (tab. 5.6). Da notare anche la marcata
differenza di genere tra gli stranieri: le donne straniere fanno ricorso alle
prestazioni sanitarie molto più frequentemente degli uomini, con percentuali
superiori anche a quelle degli uomini italiani, pur restando al di sotto della
media delle donne italiane (tab. 5.6).

Se guardiamo alle motivazioni che spingono alla scelta della struttura dove
effettuare le visite specialistiche, la fiducia nella struttura e la vicinanza
alla struttura sono i due fattori che orientano la scelta sia degli stranieri
sia degli italiani. Tuttavia, mentre per circa un italiano su dieci è il fattore
economico ad orientare la scelta, per gli stranieri il rapporto è di uno su
cinque. Il motivo economico pesa per gli italiani meno che l’attesa, mentre
per gli stranieri viene subito dopo la fiducia e la vicinanza della struttura
(tab. 5.7).

Il ricorso al medico di famiglia non mostra sostanziali differenze tra stranieri


e italiani. In media, il 60,6 per cento degli stranieri tra i 18 e i 64 anni si
rivolge al medico di famiglia per decisioni importanti, contro il 63,2 per
cento degli italiani. La differenza è più marcata tra la popolazione maschile,
all’interno della quale il 63 per cento degli italiani si rivolge al medico di
famiglia per decisioni importanti contro il 58,9 per cento degli stranieri.

Le percentuali sono tuttavia diverse per quanto riguarda la fiducia riposta


nel medico di famiglia confrontata con la fiducia riposta nello specialista
privato. Dai dati osservati emerge come in media gli stranieri abbiano
un’elevata fiducia nel medico di famiglia: il 68,6 per cento degli stranieri
ripone infatti fiducia nel medico di famiglia contro il 60,9 per cento degli
italiani. In maniera speculare, la fiducia nello specialista privato è molto più

161
elevata tra la popolazione italiana (35,9 per cento) che tra quella straniera
(15,9 per cento) (tab. 5.8).

Alcune sostanziali differenze emergono anche per quanto riguarda alcuni


indicatori del percorso della maternità. Innanzitutto, lo scarto più evidente
si ha riguardo alle strutture utilizzate per l’assistenza durante la gravidanza.
Mentre le donne straniere si rivolgono nel 57,6 per cento dei casi ad un
ginecologo che lavora in una struttura pubblica, solo il 16,5 per cento delle
italiane fa altrettanto. Anche per quanto riguarda il ricorso alle visite di
consultorio, il 38,3 per cento delle donne straniere vi fa ricorso durante
la maternità, contro il 13,7 per cento delle italiane. Relativamente agli
indicatori di assistenza, in media le donne italiane fanno più ricorso a visite,
ecografie e parto cesareo rispetto alle donne straniere, mentre queste ultime
fanno maggiormente ricorso all’allattamento al seno rispetto alle italiane
(tab. 5.9).

Rispetto all’incidenza dei ricoveri stranieri sul totale dei ricoveri, a livello
sia nazionale che regionale, dal 2003 al 2006 l’incidenza è in crescita
costante, essendo passata dal 3,1 per cento dei ricoveri complessivi al 4,3
per cento. Si tratta di una percentuale sempre inferiore all’incidenza della
popolazione straniera sul totale della popolazione italiana a fine anno. A fine
2003, infatti, l’incidenza della popolazione straniera era del 3,4 per cento,
mentre a fine 2006 era del 5 per cento. La popolazione straniera dunque fa
ricorso ai ricoveri in maniera meno che proporzionale rispetto alla propria
presenza sul territorio e meno rispetto alla popolazione italiana.

Anche a livello regionale si rileva una spaccatura tra le regioni del Centro-
Nord e quelle del Sud Italia. In queste ultime, infatti, l’incidenza dei ricoveri
di cittadini stranieri è costantemente al di sotto del 2 per cento, mentre
è quasi ovunque in crescita e superiore comunque al 3 per cento in tutte
le regioni del Centro-Nord. Tra le regioni a maggior incidenza di ricoveri
di cittadini stranieri figurano nel 2006 il Trentino-Alto Adige, il Veneto,
l’Emilia-Romagna, l’Umbria e la Lombardia. Sicilia, Basilicata e Molise
sono invece le regioni a minor incidenza di ricoveri di cittadini stranieri nel
2006 (tab. 5.10).

162
Tab. 5.6 Popolazione fino a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza
e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
Almeno Visite
Visite Almeno un Accertamenti Pronto Consultorio
  una generiche o Ricoveri**
specialistiche* accertamento* specialistici* soccorso** familiare**
visita* pediatriche*
  Maschi

Italiani 20,0 11,8 11,5 8,9 4,2 2,1 4,5 0,5

Stranieri 14,4 10,0 5,9 5,7 2,4 1,4 7,7 1,1

  Femmine

Italiani 27,1 15,6 16,4 12,7 7,1 2,6 3,7 2,3

Stranieri 21,2 13,3 12,3 8,4 4,8 2,9 4,6 2,9

  Totale

Italiani 23,5 13,7 14,0 10,8 5,6 2,4 4,1 1,4

Stranieri 17,7 11,6 9,1 7 3,6 2,1 6,2 2,0

* Ricorso nelle quattro settimane precedenti l’intervista.


** Ricorso nei tre mesi precedenti l’intervista.
Fonte: Istat

Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro
settimane precedenti l’intervista per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi
standardizzati per età)
  Maschi Femmine Totale

Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri

Vicinanza struttura 24,9 36,6 21,0 28,8 22,6 31,6

Motivo economico 8,3 19,3 8,0 20,1 8,1 19,8

Fiducia nella struttura 52,3 40,6 55,2 44,4 54,0 43,1

Attesa 11,2 10,6 11,6 13,0 11,4 12,2

Accoglienza 7,2 3,3 7,8 13,3 7,6 9,7

Altro strumento 2,6 0,3 2,3 1,9 2,5 1,3

Fonte: Istat

163
Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti
e la figura professionale per la quale dichiarano maggiore fiducia, per cittadinanza e genere, 2005
(tassi standardizzati per età)
Si rivolge al medico di famiglia Fiducia nello specialista
Cittadinanza Fiducia nel medico di famiglia
per decisioni importanti privato

Maschi

Italiani 63,1 61,5 34,0


Stranieri 58,9 67,9 13,6

Femmine

Italiani 63,2 60,3 37,8


Stranieri 62,4 69,4 18,2

Totale

Italiani 63,2 60,9 35,9


Stranieri 60,6 68,6 15,9

Fonte: Istat

Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternità per le donne che hanno partorito
nei cinque anni precedenti l’intervista per cittadinanza e paese di origine, 2005
(tassi standardizzati per età)
  Italiane   Straniere di cui
        Albanesi Marocchine Rumene
Strutture utilizzate per l’assistenza durante la gravidanza     
Ginecologo che lavora in una struttura pubblica 16,5   57,6 57,6 75,0 50,6
Consultorio 13,7   38,3 26,7 60,3 31,9
Indicatori di assistenza      
Informazione su diagnosi prenatale 88,4   63,1 41,0 66,7 77,0
VISITE      
Prima visita entro il primo trimestre 94,6   88,5 84,3 87,9 82,9
Quattro e più visite 93,2   87,3 90,3 90,8 89,5
ECOGRAFIE      
Prima ecografia entro il primo trimestre 88,3   68,5 48,4 72,8 69,5
Quattro e più ecografie 79,9   64,2 77,6 61,9 55,9
PARTO CESAREO 35,9   24,9 28,7 30,8 18,0
ALLATTAMENTO AL SENO 80,7   88,0 100,0 79,4 94,4

PARTO CESAREO 35,9   24,9 28,7 30,8 18,0


             
ALLATTAMENTO AL SENO 80,7   88,0 100,0 79,4 94,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

164
Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri di cittadini stranieri, 2003-2006
2003 2004 2005 2006
Ricoveri ricoveri % Ricoveri ricoveri % Ricoveri ricoveri % Ricoveri ricoveri %
Regioni
complessivi stranieri complessivi stranieri complessivi stranieri complessivi stranieri
Piemonte 789.416 31.786 4,0 808.890 35.577 4,4 803.445 39.306 4,9 817.973 42.224 5,2

Valle d’Aosta 20.444 851 4,2 20.536 873 4,3 20.687 981 4,7 20.835 1.043 5,0

Lombardia (a) 2.100.682 94.362 4,5 2.121.860 111.532 5,3 2.120.365 121.830 5,7 2.115.711 129.386 6,1

P. A. di Bolzano 111.896 4.178 3,7 111.873 5.019 4,5 111.220 5.546 5,0 111.963 6.010 5,4

P. A. di Trento 92.758 6.766 7,3 92.500 7.503 8,1 92.608 7.823 8,4 92.924 8.582 9,2

165
Veneto 949.716 42.262 4,4 935.158 55.947 6,0 918.501 54.208 5,9 902.041 58.725 6,5

Friuli-Venezia Giulia 214.177 8.029 3,7 213.003 9.296 4,4 211.483 10.154 4,8 211.413 11.014 5,2

Liguria 402.359 15.958 4,0 408.171 39.820 9,8 407.618 24.108 5,9 387.505 23.411 6,0

Emilia-Romagna 899.647 40.368 4,5 900.248 46.129 5,1 883.378 50.904 5,8 878.998 55.823 6,4

Toscana 705.092 29.763 4,2 698.093 33.747 4,8 691.957 34.943 5,0 684.800 40.283 5,9

Umbria 190.311 8.684 4,6 189.102 9.982 5,3 179.546 10.513 5,9 177.086 11.271 6,4

Marche 288.126 8.656 3,0 292.649 10.186 3,5 290.345 11.323 3,9 293.116 12.540 4,3

Lazio 1.331.107 48.241 3,6 1.379.349 55.577 4,0 1.443.931 66.764 4,6 1.373.023 75.604 5,5

Abruzzo 360.774 5.173 1,4 374.112 6.535 1,7 373.249 8.043 2,2 361.722 8.816 2,4

Molise 76.397 300 0,4 79.211 415 0,5 81.702 378 0,5 83.723 511 0,6

Campania 1.240.830 16.812 1,4 1.299.073 18.040 1,4 1.311.597 19.341 1,5 1.310.882 22.942 1,8

Puglia 834.713 13.983 1,7 836.558 14.076 1,7 850.965 14.899 1,8 864.548 15.966 1,8

Basilicata 113.857 179 0,2 114.134 251 0,2 112.352 265 0,2 115.004 275 0,2

Calabria 428.728 4.585 1,1 418.784 5.224 1,2 409.980 7.479 1,8 415.373 6.649 1,6

Sicilia 1.297.635 12.689 1,0 1.323.759 12.746 1,0 1.282.974 14.023 1,1 1.305.608 17.063 1,3

Sardegna 370.240 4.460 1,2 374.039 4.957 1,3 368.971 5.409 1,5 333.565 5.118 1,5

ITALIA 12.818.905 398.085 3,1 12.991.102 483.432 3,7 12.966.874 508.240 3,9 12.857.813 553.256 4,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero della Salute


II. 6 La dimensione economica dell’immigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale

II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato
con i paesi europei

Le forze lavoro e i tassi di attività


L’immigrazione in Italia, come è stato messo in evidenza, è un fenomeno
recente ma che negli anni ha registrato una rapida crescita: nel 2006
l’incidenza degli stranieri sulla forza lavoro è risultata pari all’8,6 per cento,
registrando un aumento di tre punti percentuali rispetto al 2002, con un
trend di crescita tra i più alti a livello europeo (inferiore soltanto a Spagna e
Irlanda) ed una percentuale di occupati stranieri sull’occupazione totale che
si attesta su valori molto simili (tab. 6.1);

il tasso di attività degli stranieri in Italia è più elevato rispetto a quello dei
nativi: nel primo trimestre del 2009 il differenziale tra nativi e stranieri
era superiore a 11 punti percentuali e tale gap è aumentato negli anni (nel
1995 il tasso di attività dei nativi era pari a circa il 57 per cento contro il
66,7 per cento degli stranieri); tale fenomeno è in controtendenza rispetto
alla maggior parte dei paesi OCSE tra cui Germania, Francia, Regno
Unito, Paesi Scandinavi e Paesi Bassi, dove il tasso di attività dei nativi è
decisamente superiore a quello degli stranieri, mentre altri paesi dell’Europa
meridionale, quali Spagna, Portogallo e Grecia hanno una situazione simile
all’Italia, anche se con differenziali dei tassi diversi (tab. 6.2);

i dati evidenziano una forte differenza di genere: è la componente maschile


che genera la superiorità del tasso di attività complessivo nazionale
ed è superiore in particolare nei confronti dei paesi in cui il fenomeno
dell’immigrazione ha una storia più lunga, quali ad esempio Germania e
Francia; il tasso di attività femminile è decisamente meno elevato (59,9
per cento contro l’86 per cento di quello maschile) ed è tra i più bassi se
confrontato con gli altri paesi europei (tab. 6.3); considerando infine l’area
di provenienza, comunitaria ed extra comunitaria, è evidente la differenza a
vantaggio degli stranieri comunitari che presentano un tasso di attività più
elevato, pari a circa il 77 per cento contro il 71 per cento degli stranieri
extracomunitari (tab.6.4).

166
La disoccupazione degli stranieri
Un’altra peculiarità del nostro Paese riguarda il tasso di disoccupazione
degli stranieri, che risulta superiore di tre punti rispetto a quello dei nativi,
ma con una percentuale tra le più basse d’Europa, inferiore di oltre 6 punti
percentuali rispetto alla media dell’Europa a 27 e superiore soltanto rispetto
a Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Regno Unito.

Certamente nei territori di vecchia immigrazione dell’Europa centro


settentrionale l’elevata disoccupazione dei lavoratori stranieri riguarda
persone ormai da tempo immigrate coinvolte nelle difficoltà dei processi di
deindustrializzazione; diversamente, in altri paesi come la Spagna, le forti
ripercussioni sugli stranieri sono riconducibili alla crisi (basti pensare che
nel 2007 il tasso di disoccupazione era pari a 12,6 per cento e che nel
2009 è passato al 28,4 per cento) mentre in Italia fino ad oggi gli stranieri
si sono collocati prevalentemente in attività in cui la domanda superava
l’offerta, originando quindi una minore competizione tra gli italiani (tab.
6.5); nel confronto tra stranieri comunitari ed extracomunitari i valori nel
2009 risultano pressoché uguali, mentre i dati evidenziano una differenza
nei generi, a svantaggio anche in questo caso della componente femminile
(12,4 per cento contro 9,1 per cento) (tab. 6.6, 6.7).

Gli occupati dipendenti e indipendenti


Il tasso di occupazione degli stranieri è di oltre 8 punti superiore a quello
degli italiani e di 5 punti percentuali superiore alla media dei paesi
dell’Unione Europea (UE a 27); il differenziale tra gli stranieri e i nativi
nei tassi di occupazione è un fenomeno presente in pochi altri paesi, ed
in particolare riguarda Repubblica Ceca, Grecia, Austria e Portogallo;
osservando l’andamento italiano negli ultimi anni, dal 2007 al 2009, per
gli stranieri non si evidenziano scostamenti rilevanti, mentre si registra una
lieve flessione per i nativi (tab. 6.8);

esaminando la composizione per genere si osserva che il differenziale è


soprattutto maschile; nell’ultimo periodo considerato si è infatti registrato
un tasso di occupazione maschile superiore al 78 per cento, in 5° posizione
tra i paesi europei, superato solo da Grecia, Ungheria, Polonia e Repubblica
Ceca (tab. 6.9);

guardando alle differenze di occupazione tra comunitari ed extracomunitari

167
è ancora osservabile la superiorità dei primi, con un differenziale di oltre
5 punti percentuali (tab. 6.10); la gran parte dei lavoratori stranieri sono
dipendenti (oltre l’82 per cento), assunti a tempo indeterminato (circa l’85
per cento) con un contratto che prevede il tempo pieno (più dell’82 per
cento).

Rispetto ai lavoratori italiani si rileva una quota relativa superiore di circa


1,5 punti percentuali di occupazione temporanea e di circa 4,5 punti
percentuali di occupazione part-time; rispetto agli altri paesi europei, l’Italia
ha un peso relativo più elevato nel lavoro autonomo, pari al 17,5 per cento ed
inferiore solo alla Polonia (tab. 6.11); i dati sulla distribuzione settoriale
evidenziano una concentrazione in alcuni rami di attività: i primi 4 settori
occupano più del 50 per cento degli addetti stranieri totali. Si tratta delle
costruzioni (14,8 per cento), delle manifatture durevoli (13,4 per cento),
delle collaborazioni familiari (11,4 per cento) e della vendita all’ingrosso
(10,8 per cento).

Il confronto con gli altri paesi evidenzia differenze nel peso relativo dei
singoli settori; in particolare il comparto delle costruzioni ha un peso
relativamente elevato in quasi tutti i paesi europei, ma l’Italia ha una quota
inferiore solo rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo; le manifatture durevoli
sono presenti con un peso superiore nella Repubblica Ceca e in Germania;
il commercio all’ingrosso, sebbene importante in Italia, ha un peso relativo
inferiore rispetto a tutti gli altri paesi ed infine le collaborazioni familiari
rivestono un peso relativo marginale in quasi tutti i paesi europei, ad
eccezione di Grecia e Spagna il cui peso relativo è superiore all’Italia (tab.
6.12).

Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualifiche


L’occupazione degli immigrati tende ad essere polarizzata nelle mansioni
dequalificate rispetto al livello di istruzione, in percentuale molto più
elevate rispetto ai nativi. In Italia nel 2007 la percentuale di occupati con
professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione era pari al 6,9
per cento per i nativi e al 15,4 per cento per gli stranieri. Tuttavia i dati
evidenziano che questo fenomeno risulta abbastanza generalizzato nei paesi
europei considerati (tab. 6.13a e 6.13b).

168
Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni),
2002-2006
  % di stranieri sulla Forza Lavoro % di occupati stranieri sul totale degli occupati
2002 2006 2002 2006
Austria 13,3 16,2 12,7 15,4
Belgio 11,3 12,3 10,1 11,1
Repubblica Ceca 1,9 1,9 1,8 1,8
Danimarca 5,7 6,0 5,5 5,8
Finlandia 2,4 3,1 2,2 2,8
Francia 11,7 12,0 11,0 11,2
Grecia 7,4 8,3 7,2 8,3
Ungheria 1,3 1,7 1,4 1,8
Irlanda 9,5 13,9 9,4 13,7
Italia 5,1 8,6 5,0 8,5
Lussemburgo 41,4 44,6 41,1 43,8
Paesi Bassi 11,3 11,0 11,0 10,3
Norvegia 6,5 7,8 6,2 7,4
Portogallo 6,3 7,9 6,2 7,8
Slovacchia - 0,7 - 0,7
Spagna 7,8 15,1 7,6 14,6
Svezia 12,4 13,5 11,7 12,5
Svizzera - 25,4 - 24,4
Regno Unito 8,8 11,2 8,6 11,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008.
 

Tab. 6.2 Tassi di attività dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
Nativi Stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 74, 2 75, 0 75, 0 69, 6 67, 7 69, 5
Belgio 67, 4 67, 6 67, 3 64, 5 64, 6 65, 2
Repubblica Ceca 69, 7 69, 3 69, 5 78, 9 78, 9 77, 2
Danimarca 76, 7 77, 4 77, 6 67, 2 67, 1 67, 7
Germania 81, 2 80, 9 80, 8 64, 7 67, 8 74, 6
Spagna 70, 0 70, 9 71, 9 78, 9 79, 0 79, 9
Francia 70, 2 70, 4 70, 8 64, 8 65, 0 64, 9
Grecia 66, 5 66, 4 66, 8 73, 1 73, 2 73, 8
Ungheria 61, 5 60, 9 60, 9 69, 8 71, 8 73, 5
Italia 61, 3 62, 2 61, 7 72, 1 72, 6 72, 8
Paesi Bassi 78, 6 79, 4 80, 3 64, 4 68, 0 70, 0
Polonia 62, 5 63, 2 64, 2 73, 8 71, 6 76, 8
Portogallo 73, 8 73, 7 73, 6 79, 0 81, 7 81, 0
Romania 61, 7 61, 8 61, 8 60, 0 57, 8 54, 5
Regno Unito 75, 6 75, 7 76, 1 72, 0 73, 7 73, 4
UE 27 70, 0 70, 5 70, 7 70, 7 71, 3 72, 0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

169
Tab. 6.3 Tassi di attività dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
Donne straniere Uomini stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 60, 2 58, 4 60, 9 79, 2 77, 6 78, 7
Belgio 50, 3 52, 1 55, 2 77, 4 76, 7 74, 6
Repubblica Ceca 67, 0 66, 4 70, 1 89, 1 90, 7 83, 7
Danimarca 55, 1 55, 1 56, 3 78, 8 78, 8 78, 9
Germania 55, 4 62, 1 66, 1 76, 9 74, 1 85, 0
Spagna 69, 5 70, 2 71, 6 88, 2 87, 6 88, 2
Francia 54, 1 54, 0 54, 4 76, 2 76, 3 75, 8
Grecia 56, 6 54, 8 55, 9 89, 2 89, 8 90, 6
Ungheria 59, 2 59, 3 60, 6 80, 9 84, 6 87, 5
Italia 57, 1 58, 7 59, 9 87, 2 86, 5 86, 1
Paesi Bassi 53, 4 58, 6 60, 4 76, 3 78, 7 81, 6
Polonia 67, 7 69, 4 70, 9 79, 8 73, 5 85, 6
Portogallo 73, 7 75, 1 74, 7 85, 0 88, 4 87, 6
Romania - 47, 4 37, 9 72, 0 68, 8 73, 3
Regno Unito 61, 3 63, 2 63, 8 82, 8 84, 1 83, 5
UE 27 59, 4 60, 5 61, 7 81, 9 82, 2 82, 5

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

Tab 6.4 Tassi di attività di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007,
2008, 2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 66, 3 63, 4 67, 2 76, 3 75, 7 73, 4
Belgio 58, 4 54, 4 56, 2 67, 1 69, 1 69, 0
Repubblica Ceca 79, 5 76, 9 75, 7 78, 3 81, 2 78, 6
Danimarca 62, 6 62, 2 63, 3 75, 6 75, 7 75, 7
Germania 60, 8 65, 2 69, 8 77, 6 78, 6 84, 6
Spagna 78, 8 79, 3 80, 1 79, 3 78, 1 79, 6
Francia 59, 6 61, 1 62, 1 73, 0 72, 1 69, 8
Grecia 74, 1 75, 0 75, 0 69, 0 65, 3 69, 1
Ungheria 70, 5 75, 0 73, 5 69, 5 70, 3 73, 5
Italia 71, 3 72, 2 71, 1 75, 3 74, 0 77, 2
Paesi Bassi 54, 4 59, 0 61, 2 78, 3 81, 4 82, 0
Polonia 70, 3 67, 8 76, 2 80, 5 80, 2 -
Portogallo 79, 7 81, 7 81, 0 75, 5 81, 6 81, 4
Romania 59, 2 57, 2 52, 1 - - -
Regno Unito 66, 2 67, 9 67, 8 80, 7 81, 3 81, 0
UE 27 67, 8 68, 7 69, 5 76, 1 76, 3 76, 7

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

170
Tab, 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
  Nativi Stranieri
  2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 3,9 3,7 4,0 10,8 8,9 10,8
Belgio 7,2 6,4 7,2 16,6 14,3 15,4
Repubblica Ceca 6,1 4,8 5,8 5,7 4,1 5,5
Danimarca 8,7 7,6 7,3 17,4 14,7 15,5
Germania 4,2 2,8 5,0 9,2 10,0 10,7
Spagna 7,8 8,8 15,3 12,6 14,7 28,4
Francia 8,2 7,0 8,4 17,2 14,4 18,5
Grecia 9,2 8,5 9,4 9,3 7,5 10,7
Ungheria 7,6 8,0 9,7 - - 10,7
Italia 6,2 7,0 7,8 9,7 9,5 10,5
Paesi Bassi 3,7 2,9 3 8 7,3 5,9
Polonia 11,5 8,2 8,3 - - -
Portogallo 8,7 7,8 9,0 13,0 12,6 16,6
Romania 7,4 6,6 7,2 - - -
Regno Unito 5,3 5,0 7,1 8,6 7,1 7,7
UE 27 7,5 6,8 8,2 13,2 12 16,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey)

Tab 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007,
2008, 2009 (primo trimestre)
  Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari
  2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 13,5 11,2 13,5 6,1 5,3 6,6
Belgio 33,6 29,4 28,6 10,2 9,0 11
Repubblica Ceca 10,0 6,1 4,9 - - 6,1
Danimarca 22,2 18,8 19,4 10,1 8,9 9,7
Germania 11,3 10,2 13,2 9,4
Spagna 13,1 15,2 30,1 11,5 13,4 24,3
Francia 24,4 19,2 24,1 7,9 7,1 9,5
Grecia 9,1 7,2 10,1 10,4 8,9 13,6
Ungheria - - - 10,9
Italia 10,0 9,6 10,4 8,7 9,1 10,5
Paesi Bassi 11,9 8,9 8,7 4,2 5,6 3,0
Polonia - - - - - -
Portogallo 14,3 13,8 17,8 - - -
Romania - - - - - -
Regno Unito 10,4 8,8 9,8 6,4 5,3 5,4
UE 27 15,8 14,2 19,3 8,7 8,4 11,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

171
Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
  Donne straniere Uomini stranieri
  2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 11,0 8,3 8,0 10,7 9,4 13
Belgio 17,7 15,3 17,1 16 13,6 14,3
Repubblica Ceca 9,9 4,1 7,3 3,0 4,2 4,2
Danimarca 16 14,4 14,8 18,4 15 16
Germania 8,9 11,6 11,8 9,6 8,7 9,6
Spagna 15,4 16,8 25,6 10,4 13,1 30,7
Francia 18,0 14,9 19,1 16,6 14,0 18,1
Grecia 16,7 12,9 13,7 4,8 4,5 9,1
Ungheria - - - - - -
Italia 15,0 14,0 12,4 6,2 6,4 9,1
Paesi Bassi 8,0 8,6 6,6 7,9 6,2 5,3
Polonia - - - - - -
Portogallo 17,4 17,1 18,4 8,7 8,6 15
Romania - - - - - -
Regno Unito 9,7 7,9 8,2 7,8 6,6 7,4
UE 27 14,4 13,4 16 12,3 11,1 16,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Nativi Stranieri
  2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 71, 3 72, 2 72, 0 62, 1 61, 7 62, 1
Belgio 62, 6 63, 3 62, 4 53, 8 55, 3 55, 1
Repubblica Ceca 65, 5 66, 0 65, 5 74, 4 75, 7 72, 9
Danimarca 70, 0 71, 5 71, 9 55, 5 57, 2 57, 2
Germania 77, 7 78, 6 76, 8 58, 7 61, 0 66, 6
Spagna 64, 5 64, 7 60, 9 69, 0 67, 4 57, 2
Francia 64, 4 65, 4 64, 9 53, 7 55, 7 52, 9
Grecia 60, 4 60, 8 60, 5 66, 3 67, 7 65, 9
Ungheria 56, 9 56, 0 55, 0 66, 0 69, 2 65, 7
Italia 57, 5 57, 8 56, 8 65, 1 65, 7 65, 2
Paesi Bassi 75, 7 77, 1 77, 9 59, 3 63, 0 65, 8
Polonia 55, 4 58, 0 58, 9 71, 2 70, 1 67, 7
Portogallo 67, 3 68, 0 67, 0 68, 8 71, 4 67, 6
Romania 57, 2 57, 7 57, 4 56, 5 53, 0 52, 8
Regno Unito 71, 5 71, 9 70, 7 65, 9 68, 4 67, 7
UE 27 64, 8 65, 7 64, 9 61, 4 62, 8 60, 3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey)

172
Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo
trimestre)
Donne straniere Uomini stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 53, 6 53, 6 56, 0 70, 7 70, 4 68, 4
Belgio 41, 4 44, 1 45, 8 65, 1 66, 3 63, 9
Repubblica Ceca 60, 4 63, 7 65, 0 86, 5 86, 9 80, 2
Danimarca 46, 3 47, 1 48, 0 64, 3 67, 0 66, 3
Germania 50, 5 55, 0 58, 3 69, 6 67, 7 76, 8
Spagna 58, 8 58, 4 53, 3 79, 0 76, 2 61, 1
Francia 44, 3 46, 0 44, 0 63, 5 65, 6 62, 1
Grecia 47, 2 47, 8 48, 2 84, 9 85, 8 82, 4
Ungheria 54, 0 55, 7 51, 8 78, 6 83, 2 80, 6
Italia 48, 5 50, 5 52, 4 81, 8 81, 0 78, 3
Paesi Bassi 49, 1 53, 6 56, 5 70, 2 73, 8 77, 2
Polonia 67, 7 69, 4 55, 8 74, 6 70, 7 85, 6
Portogallo 60, 9 62, 3 60, 9 77, 6 80, 9 74, 5
Romania - 43, 5 34, 8 72, 0 62, 9 73, 3
Regno Unito 55, 4 58, 2 58, 6 76, 3 78, 6 77, 4
UE 27 50, 9 52, 4 51, 8 71, 9 73, 1 68, 8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008,


2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 57, 3 56, 3 58, 1 71, 6 71, 8 68, 6
Belgio 38, 7 38, 4 40, 1 60, 3 62, 9 61, 4
Repubblica Ceca 71, 6 72, 2 72, 0 77, 1 79, 5 73, 8
Danimarca 48, 7 50, 5 51, 1 68, 0 69, 0 68, 3
Germania 54, 0 58, 6 60, 6 74, 5 71, 3 79, 1
Spagna 68, 5 67, 2 56, 0 70, 2 67, 7 60, 2
Francia 45, 0 49, 4 47, 1 67, 2 66, 9 63, 2
Grecia 67, 3 69, 7 67, 4 61, 8 59, 5 59, 7
Ungheria 66, 1 72, 8 66, 0 66, 0 67, 5 65, 5
Italia 64, 1 65, 3 63, 7 68, 7 67, 3 69, 1
Paesi Bassi 48, 0 53, 7 55, 9 75, 1 76, 8 79, 6
Polonia 68, 1 65, 6 67, 6 77, 0 80, 2 -
Portogallo 68, 2 70, 4 66, 6 71, 8 76, 6 73, 4
Romania 56, 4 52, 1 50, 3 - - -
Regno Unito 59, 4 62, 0 61, 2 75, 6 77, 0 76, 6
UE 27 57, 1 58, 9 56, 1 69, 4 69, 9 68, 0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).

173
6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego,
(15-64), 2007 (%)
Autonomi Tempo determinato Tempo Indeterminato Part-time Full-time
  Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri
Austria 9,3 8,4 9,1 8,1 90,9 91,9 22,0 20,8 78,0 79,2
Belgio 12,1 15,5 8,1 14,0 91,9 86,0 21,9 22,2 78,1 77,8
Danimarca 7,0 9,6 8,4 12,3 91,6 87,7 23,2 26,7 76,8 73,3
Finlandia 9,6 14,1 16,1 30,7 83,9 69,3 13,8 15,1 86,2 84,9
Francia 8,1 10,8 14,7 15,2 85,3 84,8 16,6 19,5 83,4 80,5
Germania 10,0 9,5 14,4 14,5 85,6 85,5 24,7 29,3 75,3 70,7
Grecia 26,4 10,6 10,1 16,7 89,9 83,3 5,2 7,4 94,8 92,6
Irlanda 16,8 9,3 8,2 12,9 91,8 87,1 18,1 15,1 81,9 84,9
Italia 23,6 17,5 13,1 14,7 86,9 85,3 13,0 17,6 87,0 82,4
Lussemburgo 5,4 6,5 6,9 6,8 93,1 93,2 17,8 17,8 82,2 82,2
Paesi Bassi 11,0 11,0 15,7 24,8 84,3 75,2 46,3 41,1 53,7 58,9
Norvegia 5,8 6,9 9,6 14,7 90,4 85,3 27,0 29,3 73,0 70,7
Polonia 11,2 29,2 28,2 32,7 71,8 67,3 8,4 14,5 91,6 85,5
Portogallo 15,6 12,1 21,2 34,0 78,8 66,0 8,9 7,6 91,1 92,4
Spagna 16,0 11,7 26,8 47,5 73,2 52,5 11,5 13,7 88,5 86,3
Svezia 8,5 10,0 16,5 21,9 83,5 78,1 24,2 24,1 75,8 75,9
Regno Unito 11,9 13,4 5,2 8,9 94,8 91,1 24,7 20,4 75,3 79,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2009 su dati Eurostat (EU Labour Force
Survey).

174
Tab. 6.12 Distribuzione settoriale dell’occupazione straniera (15-64), 2007 (%)
AT BE CH CZ DE DK ES FR GR UK IT NL NO PT

Agricoltura e pesca 1,3 1,2 1,0 3,6 1,1 - 4,5 1,1 4,8 0,6 3,4 1,4 - -

Attività estrattive - - - 1,3 - - 0,2 - - 0,4 - - - -

Manifatture, prodotti non


3,0 2,2 1,6 2,8 3,7 3,9 2,4 2,3 3,0 2,9 1,9 3,0 2,7 -
deperibili
Manifatture, prodotti non
6,2 4,8 5,1 8,1 6,7 4,0 3,7 3,8 5,3 3,9 7,3 4,7 3,6 4,9
deperibili (altri)

Manifatture durevoli 11,4 6,6 11,4 23,2 19,9 8,3 5,1 7,6 6,4 5,8 13,4 9,8 5,2 5,7

Elettricità, fornitura acqua


- 0,6 0,4 - 0,3 - 0,1 0,3 - - - - - -
e gas

Costruzioni 10,0 8,2 8,4 8,8 6,7 3,3 21,0 10,1 32,0 5,7 14,8 4,8 5,2 15,9

Vendita all’ingrosso 15,0 13,9 13,7 14,1 12,4 14,0 13,0 12,1 10,3 11,8 10,8 12,2 13,1 14,3

Hotel e ristoranti 12,0 8,0 7,4 6,1 8,4 7,8 14,7 6,9 10,2 8,6 8,1 6,8 5,9 8,3

Trasporti 6,3 6,7 4,5 4,6 5,4 7,7 4,5 6,3 2,4 7,8 4,6 6,9 8,0 5,0

Intermediazioni finanziaria 1,4 2,1 4,6 1,4 1,5 1,7 1,0 2,2 - 4,9 0,7 2,7 0,7 1,8

Immobiliare affitti e attività


11,5 13,7 12,6 7,9 10,1 11,6 7,7 14,6 3,8 15,2 9,1 16,1 12,7 9,4
correlate

Real Estate & Renting 2,1 0,9 1,2 1,3 0,8 - 1,1 1,9 - 1,4 0,7 0,8 0,6 0,9

Informatica, R&S e attività


4,4 12,8 9,5 4,8 5,2 10,8 3,0 7,3 1,9 13,9 4,8 10,8 8,9 4,7
correlate
Sicurezza e pulizie
5,0 - 1,9 1,8 4,1 - 3,6 5,4 1,8 - 3,6 4,4 3,2 3,9
industriali

Pubblica amministrazione 3,4 10,9 3,1 2,7 2,5 3,4 1,2 7,0 1,3 5,0 1,5 6,0 3,8 6,5

Educazione 3,1 5,6 5,9 4,2 4,3 8,0 2,0 5,5 1,5 7,1 2,3 5,4 10,1 6,8

Salute e servizi sociali 9,1 9,8 13,6 5,8 10,4 19,5 4,1 11,2 2,6 14,4 4,9 15,2 21,6 7,3

Altri servizi sociali 5,5 4,5 5,2 5,0 5,7 4,9 2,7 4,1 2,1 4,9 5,6 4,4 4,3 4,9

Collaborazioni famigliari - 1,2 1,6 - 1,0 - 12,2 4,8 14,0 0,6 11,4 ,, ,, 5,4

Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Legenda: AT-Austria ;BE-Belgio; CH-Svizzera; CZ- Repubblica Ceca; DE-Germania; DK-Danimarca; ES-Spagna; FR-Francia;
GR-Grecia;UK-Regno Unito; IT-Italia;NL-Paesi Bassi;
NO-Norvegia;PT-Portogallo.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook, OECD Sopemi 2009 , su dati Eurosat (EU Labour
Force Survey).

175
Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalificate rispetto al
livello di istruzione in selezionati paesi OCSE, (15-64), 2007
% di occupati con professioni dequalificate rispetto
al livello di istruzione
Paese Nativi Stranieri
Grecia 10,1 32,4
Spagna 7,3 19,8
Svezia 7,6 18,6
Italia 6,9 15,4
Danimarca 11,2 24,5
Austria 9,9 20,0
Portogallo 8,3 13,6
Svizzera 7,2 10,6
Regno Unito 14,0 18,4
Finlandia 16,1 21,6
Francia 10,8 13,7
Irlanda 16,9 21,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008.

Tab. 6.13 b Tassi di occupazione di nativi e stranieri per livello di istruzione, 2006
  Nativi Stranieri
  Basso Intermedio Alto Basso Intermedio Alto
Austria 47,7 75,6 88,0 51,4 68,2 74,8
Belgio 41,1 66,6 83,7 35,2 53,3 72,9
Repubblica
22,9 72,0 84,0 33,1 67,5 79,8
Ceca
Danimarca 61,5 81,0 87,8 49,3 63,2 78,9
Finlandia 47,4 73,6 85,6 42,4 65,8 72,9
Francia 46,5 69,8 79,3 49,1 60,6 68,8
Germania 43,0 72,4 87,8 47,0 64,3 71,3
Grecia 48,6 61,4 82,7 65,8 65,6 73,3
Ungheria 27,5 65,2 81,3 36,9 59,8 77,3
Irlanda 48,9 73,7 86,8 49,9 72,7 80,2
Italia 45,1 67,6 78,6 59,0 70,2 73,9
Lussemburgo 37,8 62,5 85,6 61,5 65,2 83,4
Paesi Bassi 60,7 80,5 87,2 44,6 64,2 75,2
Norvegia 56,4 80,4 89,4 49,1 68,5 84,6
Polonia 23,3 58,4 81,9 16,3 32,9 59,9
Portogallo 65,9 63,5 84,5 67,5 71,3 84,4
Slovacchia 14,5 67,5 83,9 - 58,4 78,7
Spagna 55,3 65,9 81,9 63,8 73,6 75,3
Svezia 54,7 81,1 88,3 47,0 66,5 74,3
Svizzera 55,3 80,7 92,7 63,3 74,4 81,9

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Factbook 2009.

176
II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una
quantificazione del fenomeno e le sue caratteristiche

Le forze lavoro straniere


L’apporto degli immigrati al mercato del lavoro viene comunemente
riconosciuto, ma data l’intensa e continua evoluzione che caratterizza tale
fenomeno necessita di essere compreso nei suoi vari aspetti.

La maggior parte degli stranieri arriva in Italia per motivi di lavoro, anche
se negli ultimi anni si sono intensificati i ricongiungimenti familiari
(rispettivamente 60,1 per cento e 33,0 per cento12 nel 2008).

Sia l’incidenza percentuale degli immigrati stranieri sul totale della forza
lavoro che la percentuale di occupati risultano pari circa al 7,5 per cento,
con valori simili tra uomini e donne. Inoltre, va considerato che il dato
della componente femminile è destinato ad incrementare a seguito del
decreto flussi del 2008 quasi esclusivamente dedicato al lavoro di cura,
e aumenterà ulteriormente a seguito della regolarizzazione in corso (tab.
6.14 e 6.15);

come è stato messo in evidenza nel capitolo precedente sia il tasso di attività
che quello di occupazione sono più elevati per gli stranieri rispetto ai nativi
italiani, così come è superiore quello di disoccupazione; i dati relativi alla
durata della disoccupazione evidenziano però un’estensione inferiore per
gli stranieri rispetto agli italiani.

Tale fattore è da imputare anche alla diversa struttura per età dell’occupazione
(la quota degli occupati con età inferiore ai 45 anni supera quella italiana di
quasi 17 punti percentuali) (tab. 6.16 e 6.17); dai dati si evince inoltre
una diversità tra stranieri e italiani sulla correlazione tra fascia di età e
disoccupazione: gli italiani presentano una quota relativa più consistente
nella fascia compresa tra i 15-24 anni, imputabile anche al fatto che risultano
ancora coinvolti in percorsi formativi; per contro gli stranieri mostrano più
difficoltà nella fascia superiore ai 35 anni (tab. 6.18).

12 La fonte dei dati è Istat; i dati sono relativi ai Permessi di Soggiorno rilasciati agli extra-
comunitari nell’anno 2007.

177
La tipologia di occupazione degli stranieri e la distribuzione per area
geografica
Il tasso di disoccupazione più elevato nelle fasce superiori di età è
certamente influenzato dalla tipologia di attività in cui sono impiegati.
Infatti gli immigrati sono occupati in tipologie di attività differenti rispetto
agli italiani, sia per qualifica che per settore. Quasi il 40 per cento è
impiegato nell’industria, contro il 29 per cento degli italiani; per contro la
percentuale risulta nettamente più bassa rispetto agli occupati italiani nel
terziario, mentre nell’agricoltura la quota di occupazione è molto simile tra
le due componenti.

Un’analisi più dettagliata dei singoli settori di attività fa emergere una


concentrazione degli stranieri molto superiore in alcune specifiche attività:
nel comparto industriale è il settore costruzioni che fa aumentare la
quota dell’occupazione straniera (più che doppia rispetto alla quota degli
italiani), mentre nei servizi sono il lavoro domestico e di cura a contribuire
sensibilmente (tab. 6.19 e 6.20);

i dati evidenziano inoltre differenze tra le diverse aree geografiche: nel Centro
Nord oltre il 40 per cento degli stranieri è occupato nell’industria e nelle
costruzioni mentre nel Mezzogiorno l’occupazione straniera è principalmente
concentrata nell’agricoltura, nel settore alberghiero e nella ristorazione, nel
commercio al dettaglio e nei servizi alle famiglie (tab. 6.21);

anche sotto il profilo quantitativo la distribuzione territoriale delle forze lavoro


straniere è molto disomogenea, così come è differente il tasso di occupazione:
quest’ultimo nel 2008 era pari al 59 per cento nel Mezzogiorno, circa 9 punti
percentuali in meno rispetto a quello del Centro Nord13; inoltre più del 63
per cento degli stranieri in età lavorativa si concentra nel Nord Italia, circa
il 25 per cento al Centro e solo poco più dell’ 11 per cento nel Mezzogiorno,
corrispondente al 9 per cento dell’occupazione complessiva nel Centro Nord
e al 3 per cento nel Mezzogiorno. Questa maggiore concentrazione verso
tale area del Paese risponde ovviamente alle maggiori opportunità lavorative
offerte agli immigrati (tab. 6.22 e 6.23); oltre alla tipologia settoriale di
impiego degli immigrati è importante analizzare la qualità dell’occupazione
immigrata.

13 La fonte dei dati è Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008.

178
Rispetto ai nativi, i dati evidenziano una maggiore concentrazione degli
immigrati nella microimpresa, con un peso relativo superiore rispetto
all’occupazione stagionale. Analizzando i pesi relativi secondo la ripartizione
territoriale emerge un maggior peso relativo nella media dimensione nel
Nord, mentre nel Centro e nel Sud la quota nelle micro imprese risulta più
elevata. Tale evidenza è certamente imputabile alla maggiore richiesta in
queste aree nel comparto primario (agricoltura, pastorizia e pesca) (tab.
6.24);

i dati evidenziano inoltre un’assoluta prevalenza di lavoratori alle dipendenze


di un’azienda (84,8 per cento), con una probabile sottostima del dato dovuta
al fatto che alcune partite IVA possono nascondere “situazioni di comodo”.

Rispetto al totale nazionale tuttavia il peso relativo dei dipendenti stranieri


è di quasi 10 punti percentuali superiore a quello complessivo nazionale,
così come gli stranieri registrano una percentuale più elevata di contratti
part-time (soprattutto per il genere femminile) e di contratti a termine (tab.
6.25 e 6.26).

Livelli di istruzione, qualifica e condizione retributiva


I livelli di istruzione degli stranieri occupati sono mediamente inferiori
rispetto agli italiani: nel 2008 la quota di stranieri occupati che hanno
conseguito un diploma di scuola secondaria superiore è pari a circa al
42 per cento contro il 45 per cento degli italiani; gli stranieri occupati in
possesso di una laurea o di un diploma post-laurea risultano pari a quasi il
12 per cento, mentre per gli italiani il dato si attesta leggermente sotto il 17
per cento (tab. 6.27 e 6.28);

il dato complessivo sull’istruzione nasconde però delle differenze tra i


lavoratori delle diverse aree del paese e tra i paesi di provenienza degli
immigrati. In particolare nel Mezzogiorno la quota di lavoratori immigrati in
possesso di un titolo di laurea è pari all’8 per cento a fronte del 13 per cento
del Centro Nord, e la quota degli stranieri con al massimo l’assolvimento
dell’obbligo scolastico è pari al 65 per cento, che corrisponde ad una quota
superiore di 13 punti percentuali rispetto al Centro Nord (Banca D’Italia,
Economie regionali, 2009).

Per quanto riguarda le differenze per provenienza degli stranieri, il maggior

179
grado di scolarizzazione tra gli occupati si registra per i cittadini dell’Unione
Europea, con oltre il 35 per cento in possesso di una laurea (tab. 6.29);
nelle regioni del Centro Nord, nel 2008 quasi l’80 per cento degli stranieri
è impiegato come operaio a fronte del 35 per cento degli italiani, mentre nel
Mezzogiorno il differenziale dell’occupazione operaia è meno marcata, con
una presenza maggiore di lavoratori autonomi (tab. 6.30);

ad un livello di istruzione relativamente elevato non sempre corrisponde


un’occupazione adeguata alla qualifica posseduta: solo l’8,3 per cento del
totale degli occupati immigrati è impiegato in una professione qualificata
mentre la percentuale di quelle non qualificate è pari al 32 per cento (anche
se come vedremo in seguito le previsioni di assunzione da parte delle
imprese segnalano una crescita della domanda di manodopera qualificata)
(tab. 6.31a e 6.31b);

inoltre la mancata corrispondenza tra il livello di istruzione e la professione


esercitata riguarda quasi il 37 per cento degli stranieri, mentre gli italiani
interessati a questo fenomeno sono una quota molto inferiore, pari al 16 per
cento (tab. 6.32);

un’altra discriminante è la condizione retributiva. Diversi lavori hanno


analizzato questo aspetto negli anni, con il risultato unanime che esiste
un differenziale negativo per i lavoratori immigrati, anche a prescindere
dalle caratteristiche dei lavoratori stessi, dalle tipologie di imprese in cui
sono occupati e dall’andamento del mercato occupazionale. Il III° Rapporto
dell’INPS del 2009, che confronta i dati relativi alla retribuzione media
annua percepita dai lavoratori dipendenti di origine extracomunitaria con
lo stesso dato calcolato sull’insieme dei dipendenti di azienda registrata
all’INPS a prescindere dal paese di nascita, evidenzia che, nell’ambito
del lavoro dipendente (con l’esclusione dei lavoratori domestici e degli
operai agricoli) gli stranieri extracomunitari percepiscono una retribuzione
inferiore di oltre il 36 per cento rispetto agli altri lavoratori (nel 2000 il
differenziale era sostanzialmente analogo) (tab. 6.33). Inoltre, il rapporto
evidenzia notevoli differenziazioni di genere: la retribuzione media annuale
è di 12.137 euro per gli uomini, mentre di 7.136 euro per le donne. Nella
valutazione di questi dati bisogna però tenere presente alcuni fattori. In primo
luogo la composizione dell’occupazione, relativamente a caratteristiche
che comportano intrinseche condizioni di svantaggio sul piano salariale

180
come in particolare bassa qualifica, giovane età, genere femminile, ecc.
Secondariamente si tratta di dati di sintesi e che quindi possono essere
riferiti non solo a lavoratori occupati per un intero anno, ma anche per
periodi più brevi, spesso intervallati da periodi di disoccupazione o di
lavoro sommerso. Infine questa situazione è certamente influenzata dalla
normativa che regola il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, in
base alla quale il contratto di lavoro è condizione necessaria; in sostanza,
l’esistenza di tale requisito può portare alla necessità di accettare condizioni
occupazionali di basso profilo per non incorrere nel rischio della condizione
di irregolarità;

i lavoratori autonomi extracomunitari iscritti all’INPS percepiscono una


retribuzione media più elevata, pari a 12.921 euro l’anno, con differenze tra
le categorie occupazionali (tab. 6.34).

Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro


Sebbene la rilevazione statistica del lavoro nero sia difficile, soprattutto
relativamente alla parte rappresentata dagli immigrati privi di permesso di
soggiorno, Istat fornisce alcune stime, le quali evidenziano l’esistenza non
marginale del fenomeno (ridottosi leggermente solo a seguito della procedura
di regolarizzazione avviata dalla legge 189/2002) (tab. 6.35 e 6.36);

la tipologia di occupazione degli stranieri influenza certamente il livello


di incidenza degli infortuni sul lavoro. Nel 2008 gli stranieri assicurati
all’Inail hanno superato quota 3.266.000: si tratta del 6 per cento in più
rispetto all’anno precedente, e del 41,9 per cento in più rispetto al 2004
quando i lavoratori immigrati erano poco più di 2,3 milioni.

Il 42 per cento degli assicurati stranieri sono donne (tab. 6.37); tuttavia,


a fronte dell’aumento occupazionale del 6 per cento, l’incremento degli
infortuni tra lavoratori stranieri nel corso del 2008 è stato solo del 2 per
cento, passando dai 140.785 incidenti sul lavoro del 2007 ai 143.561 del
2008.

Gli eventi infortunistici subiti da lavoratori stranieri hanno rappresentato il


16,4 per cento del totale infortuni in Italia. Gli immigrati però continuano
a presentare un’incidenza infortunistica più elevata rispetto a quella dei
colleghi italiani: 44 casi denunciati all’Inail ogni mille occupati contro i

181
39 dei lavoratori nati in Italia (tab. 6.38); i casi mortali tra i lavoratori
stranieri nel corso del 2008 sono stati 176, di cui 109 provenienti da
paesi extra-UE e 67 da paesi UE. Il dato degli infortuni mortali rimane
sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente, che ammontava
a 178 casi (tab. 6.39); poco meno del 96 per cento degli infortuni (per
l’esattezza 137.223) si è verificato nel settore dell’industria e servizi, contro
il 90 per cento del totale dei lavoratori. In particolare prevale il peso delle
attività di tipo industriale, in primo luogo le costruzioni che con 19.719
denunce rappresentano il 13,7 per cento di tutti gli infortuni riguardanti
i lavoratori stranieri. Questo settore detiene inoltre anche il primato degli
infortuni mortali tra gli immigrati: ben 43 nel 2008, che equivale ad un
decesso su 4 tra tutti quelli segnalati all’Istituto.

Rivolgendo l’attenzione al personale domestico (italiani e stranieri), 72


infortuni su 100 hanno colpito lavoratori di origine straniera, quasi sempre
colf e badanti di sesso femminile (tab. 6.40); gli infortuni ai danni di
lavoratori stranieri avvengono principalmente nelle regioni del Nord Est,
con il 44,7 per cento di tutti gli infortuni, seguito dal Nord Ovest con il 31
per cento. La regione con il maggior numero di infortuni è la Lombardia, con
29.775 infortuni denunciati, di cui 40 mortali, seguita a breve distanza da
Emilia Romagna con più di 28.000 infortuni, di cui 28 mortali (tab. 6.41);
sono soprattutto i lavoratori provenienti dal Marocco quelli che incorrono
in infortuni sul posto di lavoro, 22.519 denunce di infortunio, seguiti dai
lavoratori di origine rumena, con 21.400 infortuni e albanese, con 14.746
infortuni. Ben il 41 per cento degli infortuni ed oltre il 50 per cento dei
casi mortali vedono coinvolti lavoratori provenienti da questi tre paesi (tab.
6.42).

I contributi previdenziali
Le prestazioni che al 1° gennaio 2007 sono registrate in pagamento a persone
nate all’estero risultano pari a 294.025 (la rilevazione è fatta ricorrendo agli
archivi basati sui codici fiscali dei pensionati e in particolare prendendo
quelli nati all’estero), con un aumento di 8.973 trattamenti previdenziali,
pari al 3,6 per cento in più rispetto all’anno precedente.

Oltre il 70 per cento delle prestazioni pensionistiche riguardano le pensioni


di vecchiaia e ai superstiti, seguite da quelle di invalidità civile (che pesano
per quasi il 12 per cento) (tab. 6.43); le stime dei contributi sul futuro

182
pensionistico degli immigrati sono ancora poco diffuse, verosimilmente
anche in ragione delle difficoltà di previsione sulla durata di permanenza
dei lavoratori stranieri sul nostro Paese; il terzo rapporto dell’Inps riporta
le stime fatte nel Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes che
si fondano su dati demografici di fine 2005: tra gli immigrati nel 2015 vi
potrebbe essere 1 pensionato ogni 25 residenti, mentre attualmente tra gli
italiani vi è circa 1 pensionato ogni 5 residenti.

Le prestazioni Inps a sostegno del reddito della popolazione di origine extra


comunitaria e il gettito fiscale degli immigrati
L’incidenza sull’utilizzo da parte degli extracomunitari delle prestazioni a
sostegno del reddito è più elevata per quanto riguarda la cassa integrazioni
guadagni, anche se in termini assoluti la prestazione più utilizzata è quella
della disoccupazione non agricola.

I dati evidenziano un crescente utilizzo da parte di cittadini extracomunitari


delle prestazioni dell’Inps, con la sola eccezione della cassa integrazione
che si è contratta nel 2005 rispetto al 2004 di oltre il 22 per cento, della
disoccupazione agricola (quasi il 5 per cento) e dei lavoratori socialmente
utili che però rappresentano una quota esigua in valori assoluti (tab.
6.44);

relativamente alle differenze di genere i dati dell’Inps evidenziano che a


beneficiare degli ammortizzatori sociali considerati sono prevalentemente
gli uomini (nel 2005 il 72,4 per cento contro il 27,6 per cento delle donne)
anche se rispetto al 2004 si è assistito a un progressivo incremento dei
beneficiari di sesso femminile (nel 2004 le donne rappresentavano il 22,5
per cento);

per quanto riguarda il gettito fiscale degli immigrati le analisi sono


ancora molto limitate, anche per la carenza di banche dati pubbliche
sull’immigrazione; in un recente articolo di Andrea Stuppini14 si stima che il
gettito fiscale degli immigrati ammonti a circa 3,2 miliardi di euro, calcolato
sul numero dei lavoratori, sui loro redditi e sulla composizione familiare.

14 Stuppini A., Le tasse degli immigrati, Il Mulino, Rivista bimestrale di Cultura e Politica,
n.3 maggio-giugno 2009.

183
Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008
  Maschi Femmine Totale
2005 5,4 5,2 5,3
2006 6,0 6,0 6,0
2007 6,6 6,7 6,6
2008 7,5 7,8 7,6
2008 7,5 7,8 7,6

Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.15 Incidenza % degli immigrati stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008
  Maschi Femmine Totale
2005 5,4 4,9 5,2
2006 6,0 5,7 5,9
2007 6,6 6,3 6,5
2008 7,5 7,5 7,5
2008 7,5 7,5 7,5

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari,
2007
  Italiano Straniero Stranieri UE Stranieri extra UE
non più di 6 mesi 42,8 54,1 53,0 54,4
+ di 6 mesi non + 2 anni 36,2 37,2 39,9 36,5
+ di 2 anni 21,0 8,7 7,2 9,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl). Anno 2007

Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007


  v.a. %
Meno di 3 anni 21.784 16,1
Tra i 3 e i 4 anni 23.591 17,5
Tra i 5 e i 9 anni 49.782 36,8
Da 10 e più anni 40.010 29,6
Totale 135.167 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

184
Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di età, 2006 (%)
  Stranieri Italiani Totale % stranieri sul tot
CLASSE DI ETÀ’        
15-24 anni 21,2 25,8 25,4 6,4
25-34 anni 34,9 35,3 35,3 7,5
35 anni o più 43,9 38,9 39,3 8,5
Totale 100,0 100,0 100,0 7,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008


Italiani Stranieri Occupati totali Incidenza stranieri
v.a. Peso % v.a. Peso % (%)
Agricoltura 837 3,9 59 895 6,6
3,4
Industria in s.s. 4.579 21,1 407 23,2 4.985 8,2
Costruzioni 1.683 7,8 286 16,3 1.970 14,5
Servizi 14.555 67,2 1.000 57,1 15.555 6,4
Totale 21.654 100,0 1.751 100,0 23.405 7,5

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007
  Albania Romania Marocco Cina Stranieri Italiani
Agricoltura 4,1 5 3,3 0,6 3,5 4,0
Industria in s.s. 22,8 20 37,9 39,4 23,2 21,6
Costruzioni 37,8 26,6 17 0,1 17 7,8
Servizi di cui: 35,2 48,8 41,8 60 56,2 66,5
servizi alle famiglie 10 16,9 9,4 1,1 20,5 5,6
alberghi e ristoranti 7,5 7,6 4,5 20,7 8,7 4,7
commercio 5,4 5,7 14,8 36,5 9,1 15,7
altre attività 12,3 18,3 13 1,6 17,9 40,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

185
Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geografica di residenza
e per genere, 2008
  Centro Nord Mezzogiorno
Voci Maschi Femmine Maschi Femmine
  Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Agricoltura 3,3 3,6 2,0 0,8 6,9 13,7 5,9 5,5
Industria in senso stretto 29,1 32,5 17,6 13,9 16,7 10,5 7,5 4,4
Costruzioni 11,1 27,6 1,3 0,6 14,3 20,9 0,9 0,1
Commercio 14,9 8,2 15,6 6,8 16,5 29,1 16,8 10,3
Alberghi e ristoranti 3,6 6,9 6,0 12,3 4,6 6,0 5,5 12,9
Altri servizi privati (1) 22,2 14,1 20,4 12,2 17,6 4,3 15,3 5,1
Pubblica amministrazione 12,1 1,3 29,5 10,6 19,2 1,0 39,5 5,1
Altri servizi sociali (2) 3,7 5,8 7,5 42,7 4,3 14,5 8,6 56,7
Tasso di occupazione 74,5 83,1 56,3 53,5 60,9 72,6 30,9 47,9

(1) Intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, trasporti e comunicazioni, servizi alle imprese e altre attività
professionali e imprenditoriali.
(2) Servizi pubblici, sociali e alle famiglie.
Fonte: Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008

Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geografica,
2008
  Maschi Femmine Totale
  v.a Totale v.a Totale v.a. Totale
Nord 739 66,1 471 59,2 1.209 63,2
Centro 261 23,4 227 28,5 488 25,5
Mezzogiorno 118 10,6 98 12,3 216 11,3
Italia 1.117 100,0 795 100,0 1.913 100,0
% per genere 58,4   41,6   100,0  
% per sesso 58,4   41,6   100,0  

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geografica, 2008
  Maschi  Femmine  Totale 
  v.a. Totale v.a. Totale v.a. Totale
Nord 698 66,5 415 59,2 1.113 63,5
Centro 242 23,1 199 28,4 441 25,2
Mezzogiorno 110 10,5 87 12,5 197 11,3
Italia 1.050 100,0 701 100,0 1.751 100,0
% per sesso 60,0   40,0   100,0  
% per sesso 60,0   40,0   100,0  

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.

186
Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007
  Nord Centro Mezzogiorno Totale
Micro imprese 44,3 60,9 72,8 51,5
Piccole imprese (11-49) 32,5 28,5 21,6 30,4
Media imprese (50-249) 16,5 6,4 4,3 12,6
Grandi imprese (250 e più) 6,7 4,1 1,4 5,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di un’azienda sul totale dei
lavoratori, 2005-2008
  Stranieri Totale
2005 85,1 73.3
2006 85,0 73,6
2007 84,4 73,9
2008 84,8 74,5

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl).

Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%)
  Totale 05 Totale 08 Stranieri 05 Stranieri 08
% dipendenti su totale 73,3 74,5 85,1 84,8
Maschi 69,3 70,5 84,5 82,4
Femmine 79,4 80,7 86,0 88,5
% part-time su totale 12,8 14,3 17,9 18,9
Maschi 4,6 5,3 6,0 6,6
Femmine 25,6 27,9 38,2 37,4
% dipendenti a termine su totale dipendenti 12,3 13,3 14,7 15,6
Maschi 10,5 11,6 12,5 15,4
Femmine 14,7 15,6 18,4 15,8

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008

Licenza elementare,
Laurea e post -laurea Diploma Licenza media Totale
nessun titolo

2005 10,8 40,7 34,5 14,0 100,0


2006 11,6 39,8 35,3 13,3 100,0
2007 11,8 41,2 33,2 13,8 100,0
2008 11,9 42,1 33,9 12,2 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl).

187
Tab. 6.28 Livello di istruzione degli occupati italiani, 2005-2008
Licenza elementare,
Laurea e post -laurea Diploma Licenza media Totale
nessun titolo
2005 14,6 44,4 32,9 8,1 100,0
2006 15,2 44,9 32,7 7,2 100,0
2007 15,9 44,9 32,4 6,7 100,0
2008 16,8 45,1 31,9 6,1 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati
stranieri per livello di istruzione, 2006
Stranieri Italiani Totale % stranieri
Titolo di studio UE Non UE Totale sul totale
Fino alla licenza media 20,4 51,1 48,5 39,7 40,2 7,1
Diploma 43,7 40,1 40,4 45,2 44,9 5,3
Laurea 35,9 8,8 11,1 15,1 14,9 4,4

Fonte: Elaborazioni su dati Istat (Rfl)

Tab 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geografica e per genere, 2008
  Centro Nord Mezzogiorno
Voci Maschi Femmine Maschi Femmine
  Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Dipendenti 68,8 83,6 80,6 89,3 70,9 71,7 78,2 82,9
- Dirigente/quadro 9,2 1,1 6,9 1,0 6,4 1,3 8,3 1,0
- Impiegato 24,5 3,2 47,3 10,3 23,9 5,2 44,3 15,5
- Operaio 35,1 79,3 26,4 78,1 40,6 65,2 25,6 66,4
Indipendenti 31,2 16,4 19,4 10,7 29,1 28,3 21,8 17,1

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl)

188
Tab 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008
Impiegati
professioni Artigiani, operai,
  Qualificati Non qualificate Totale
commercio e conduttori impianti
servizi
2005 9,2 16,8 41,1 32,9 100,0

2006 9,3 18,2 43,0 29,5 100,0

2007 9,9 18,6 43,0 28,5 100,0

2008 8,3 18,3 41,4 32,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.31b Tipologia di professione degli occupati italiani, 2005-2008


Impiegati
professioni Artigiani, operai,
Qualificati Non qualificate Totale
commercio e conduttori impianti
servizi
2005 34,5 27,4 28,6 9,5 100,0

2006 36,5 26,6 27,8 9,1 100,0

2007 37,3 26,5 27,4 8,8 100,0

2008 36,5 27,1 27,2 9,2 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto
della propria qualifica, per genere e classe di età, 2006
Stranieri Italiani Totale
SESSO UE Non UE Totale

Maschi 35,4 3 1,2 31,4 15,7 16,7

Femmine 41,5 46,7 46 16,8 18,4

CLASSI DI ETÀ  

15-24 anni 30 23,3 23,5 28,9 28,5

25-34 anni 49,3 39,1 39,9 25,3 26,5

35-44 anni 39,6 36,8 37 14,8 16,2

45-54 anni 30,8 39,5 38,5 10,1 11,3

55 anni o più 19,8 35,7 33,2 6,3 6,8

Totale 39,2 36,7 36,9 16,1 17,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)

189
Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati
al di fuori della UE, 2004
Retribuzione media annua in €
Comparto Dipendenti nati in Paesi
Dipendenti Totali Differenza %
extracomunitari
Agricoltura ed attività connesse con l’agricoltura 23.057 12.255 -46,8
Alimentari ed affini 16.972 12.190 -28,2
Amministrazioni statali ed Enti pubblici 18.307 5.410 -70,4
Carta ed editoria 21.387 15.434 -27,8
Chimica, gomma ecc. 23.565 15.072 -36,0
Commercio 14.461 9.893 -31,6
Credito e assicurazioni 38.406 34.954 -9,0
Edilizia 14.035 11.169 -20,4
Estrazione e trasformazione minerali 21.822 15.893 -27,2
Legno e mobili 15.548 12.608 -18,9
Metallurgia e Meccanica 22.003 15.604 -29,1
Servizi 12.934 7.451 -42,4
Tessile e abbigliamento 15.031 8.795 -41,5
Trasporti e comunicazioni 20.602 11.629 -43,6
Varie 25.341 13.251 -47,7
Totale 18.132 11.537 -36,4

*Si considerano solo le retribuzioni maggiori di zero.


Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes su dati INPS.

Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria, 2004
Categorie occupazionali
Lavoratori autonomi totale 12.921
Artigiani 13.101
Commercianti 12.471
Collaboratori parasubordinati 11.227
Dipendenti 11.537
Domestici 4.860

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati INPS

Tab 6.35 Stime unità di lavoro non regolari stranieri, 2000-2006 (migliaia)
Anni Stranieri non residenti Valori %
2000 655,6 21,2
2001 721,1 22,0
2002 464,1 15,2
2003 113,5 4,0
2004 213,3 7,5
2005 274,3 9,4
2006 352,4 11,9

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat

190
Tab. 6.36 Stime unità di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006
Anni Irregolari residenti (a) Stranieri non residenti (a) Posizioni plurime (a) Totale economia
Valori assoluti
2000 1.540,4 655,6 914,7 3.110,7
2001 1.625,5 721,1 933,6 3.280,2
2002 1.643,6 464,1 948,1 3.055,8
2003 1.686,3 113,5 1.011,9 2.811,7
2004 1.627,7 213,3 1.022,0 2.863,0
2005 1.609,7 274,3 1.048,7 2.932,7
2006 1.614,3 352,4 1.001,9 2.968,6
Composizione percentuale
2000 49,5 21,1 29,4 100,0
2001 49,6 22,0 28,5 100,0
2002 53,8 15,2 31,0 100,0
2003 60,0 4,0 36,0 100,0
2004 56,9 7,5 35,7 100,0
2005 54,9 9,4 35,7 100,0
2006 54,4 11,9 33,7 100,0

Fonte: Istat, La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali


Note: (a) Per irregolari residenti si intendono gli occupati che si dichiarano nelle indagini presso le famiglie ma non risultano
presso le imprese; per stranieri non residenti si intendono i lavoratori non regolari che risultanop completamente invisibili al fisco
ed esclusi dalle indagini presso le famiglie; per posizioni plurime si intendono quelle calcolate con metodi indiretti e riguardanti
soprattutto il lavoro degli indipendenti in settori sensibili alla non dichiarazione dell’attività produttiva, quali trasporti, costruzioni,
alberghi e pubblici esercizi.

Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati all’INAIL per genere,
2004-2008
Sesso 2004 2005 2006 2007 2008

Maschi 1.381.773 1.415.318 1.478.001 1.800.982 1.893.989

Femmine 920.050 963.194 1.023.420 1.276.602 1.372.406

Totale 2.301.823 2.378.512 2.501.421 3.077.584 3.266.395

Variazione % anno precedente - 3,3 5,2 23,0 6,1

Variazione % rispetto al 2004 - 3,3 8,7 33,7 41,9

% femminile sul totale 40,0 40,5 40,9 41,5 42,0


Variazione % anno precedente - 3,3 5,2 23,0 6,1

Variazione % rispetto al 2004 - 3,3 8,7 33,7 41,9

% femminile sul totale 40,0 40,5 40,9 41,5 42,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL

191
Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008
Area geografica 2004 % 2005 % 2006 % 2007 % 2008 %

Italia 839.448 86,8 815.193 86,7 798.855 86,1 771.625 84,6 731.379 83,6

Stranieri 127.281 13,2 124.828 13,3 129.303 13,9 140.785 15,4 143.561 16,4

di cui

Paesi U.E. 9.819 1,0 12.744 1,4 12.983 1,4 32.184 3,5 35.458 4,1
Paesi extra
117.462 12,2 112.084 11,9 116.320 12,5 108.601 11,9 108.103 12,4
U.E. *
TOTALE 966.729 100,0 940.021 100,0 928.158 100,0 912.410 100,0 874.940 100,0
Paesi extra 117.462 12,2 112.084 11,9 116.320 12,5 108.601 11,9 108.103 12,4
U.E. *
TOTALE 966.729 100,0 940.021 100,0 928.158 100,0 912.410 100,0 874.940 100,0

* Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL

Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008
Area geografica 2004 % 2005 % 2006 % 2007 % 2008 %

Italia 1.138 85,7 1.112 86,9 1.174 87,5 1.029 85,3 944 84,3

Stranieri 190 14,3 168 13,1 167 12,5 178 14,7 176 15,7

di cui

Paesi U.E. 15 1,1 17 1,3 22 1,7 59 4,9 67 6,0


Paesi extra
175 13,2 151 11,8 145 10,8 119 9,8 109 9,7
U.E. *
Totale 1.328 100,0 1.280 100,0 1.341 100,0 1.207 100,0 1.120 100,0
Paesi extra 175 13,2 151 11,8 145 10,8 119 9,8 109 9,7
U.E. *
TOTALE 1.328 100,0 1.280 100,0 1.341 100,0 1.207 100,0 1.120 100,0

* Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL

192
Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attività economica, 2008
Infortuni Casi mortali
Gestione/Settore di attività economica
N. % N. %
Agricoltura 5.559 3,9 19 10,8
Industria e Servizi 137.223 95,6 157 89,2
di cui:
Costruzioni 19.719 13,7 43 24,4
Industria dei metalli 13.630 9,5 13 7,4
Trasporti e comunicazioni 11.126 7,8 29 16,5
Attività immobiliari e servizi alle imprese 10.096 7 10 5,7
Alberghi e ristoranti 6.356 4,4 2 1,1
Industria meccanica 4.386 3,1 3 1,7
Sanità e servizi sociali 4.354 3 4 2,3
Personale domestico 2.584 1,8 1 0,6
Dipendenti Conto Stato 779 1,0 - -
Totale 143.561 100,0 176 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL

193
Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008
Infortuni Casi mortali
Regione
N. % N. %
PIEMONTE 11.013 7,7 13 7,4
VALLE D’AOSTA 430 0,3 2 1,1
LOMBARDIA 29.775 20,7 40 22,7
TRENTINO ALTO ADIGE 5.346 3,7 4 2,3
Provincia Autonoma di Bolzano 2.835 2,0 2 1,1
Provincia Autonoma di Trento 2.511 1,7 2 1,1
VENETO 24.385 17,0 26 14,8
FRIULI V. G. 6.328 4,4 3 1,7
LIGURIA 3.839 2,7 2 1,1
EMILIA ROMAGNA 28.081 19,6 22 12,5
TOSCANA 10.587 7,4 15 8,5
UMBRIA 3.257 2,3 3 1,7
MARCHE 5.797 4,0 4 2,3
LAZIO 5.594 3,9 14 8,0
ABRUZZO 2.743 1,9 5 2,8
MOLISE 299 0,2 -  0,0
CAMPANIA 1.107 0,8 11 6,3
PUGLIA 1.653 1,2 3 1,7
BASILICATA 287 0,2 3 1,7
CALABRIA 704 0,5   0,0
SICILIA 1.725 1,2 5 2,8
SARDEGNA 611 0,4 1 0,6
ITALIA 143.561 100,0 176 100,0
Nord Ovest 45.057 31,4 57 32,3
Nord Est 64.140 44,7 55 31,3
Centro 25.235 17,6 36 20,5
Sud 6.793 4,7 22 12,5
Isole 2.336 1,6 6 3,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL.

194
Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008
2008 2008
Paese di nascita Paese di nascita
N. % N. %
Infortuni Casi mortali
MAROCCO 22.519 15,7 ROMANIA 48 27,3
ROMANIA 21.400 14,9 ALBANIA 21 11,9
ALBANIA 14.746 10,3 MAROCCO 17 9,7
TUNISIA 5.832 4,1 SVIZZERA 9 5,1
ex-JUGOSLAVIA 4.510 3,1 INDIA 7 4,0
SVIZZERA 4.207 2,9 UCRAINA 6 3,4
GERMANIA 4.060 2,8 BOSNIA - ERZEGOVINA 5 2,8
SENEGAL 3.970 2,8 ex-JUGOSLAVIA 5 2,8
INDIA 3.151 2,2 POLONIA 5 2,8
PERU’ 2.849 2,0 BRASILE 4 2,3
MACEDONIA 2.697 1,9 BURKINA FASO 4 2,3
PAKISTAN 2.666 1,9 REPUBBLICA SLOVACCA 4 2,3
POLONIA 2.657 1,9 GERMANIA 3 1,7
BANGLADESH 2.528 1,8 TUNISIA 3 1,7
Altri Paesi 45.769 31,7 Altri Paesi 35 19,9
TOTALE 143.561 100,0 TOTALE 176 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL

Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati all’estero al 1° gennaio
2007
Categoria v.a %

Vecchiaia 114.814 39,0

Invalidità 19.994 6,8

Superstiti 100.735 34,3

Assegni sociali 20.692 7,0

Invalidità civile 37.790 12,9

Totale 294.025 100,0

Fonte: Elaborazioni Caritas Migrantes su dati Inps

Tab. 6.44 Beneficiari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari,
2004-2005
Variazione %
Tipologia di sostegno 2004 di cui extracomunitari, % 2005 di cui extracomunitari, %
2004-2005
Disoccupazione non agricola 766.991 7,3 800.439 8,6 23,7
Disoccupazione edile 57.130 6,5 62.569 9,0 50,5
Disoccupazione agricola 611.750 7,5 574.877 7,6 -4,8
Lavori socialmente utili 54.603 0,4 48.222 0,3 -23,8
Mobilità 174.770 3,2 175.673 3,9 19,9
Cassa integrazione guadagni 728.530 11,6 613.151 10,7 -22,2

Fonte: Elaborazione Nomisma su dati INPS

195
II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati
nel mercato del lavoro

L’indagine Excelsior, condotta annualmente su un campione di oltre 100 mila


aziende italiane statisticamente significativo per tutti i settori economici e i
territori, è in grado di fornire un quadro previsionale puntuale e aggiornato
sulla domanda di assunzione delle imprese e sui bisogni formativi.

Nel 2009, in una fase così critica del ciclo economico , la quota di immigrati
che si prevede in ingresso risulta ulteriormente contenuta rispetto al 2008,
anno che aveva già fatto segnare una netta tendenza alla diminuzione rispetto
agli anni precedenti. La tendenziale flessione della domanda attesa di
lavoratori immigrati è certamente legata alla fase critica del ciclo economico
che penalizza prima di tutto questa categoria di lavoratori collocati in attività
più a rischio per il futuro, ed in particolare nelle micro e piccole imprese,
in settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, ma non
incide sul carattere strutturale di partecipazione al mondo del lavoro degli
immigrati nel nostro Paese;

le previsioni di assunzione sono però differenziate tra tipologia di contratto


e di attività. Più precisamente la flessione è nelle assunzioni non stagionali
delle imprese, mentre quelle a carattere stagionale mostra un incremento
per quanto riguarda la percentuale minima delle assunzioni di personale
immigrato sul totale delle assunzioni.

Il fabbisogno di immigrati previsto dalle imprese registra inoltre delle forti


differenziazioni sotto il profilo settoriale. Considerando sia la stima di minima
che di massima delle assunzioni non stagionali, i servizi sono il comparto
che prevede di assorbire il numero più consistente di immigrati (36.920 su
59.710 complessivi). Il comparto industriale è quello che sulle ipotesi di
assunzioni non stagionale sia minima che massima registra una contrazione
più marcata e, all’interno di questo, è l’industria in senso stretto che registra
il primato (tab. 6.45 e 6.46 ); analizzando ancora più nel dettaglio i singoli
rami di attività emerge che per quanto concerne le assunzioni non stagionali
dell’industria in senso stretto i comparti che hanno un peso relativo più
elevato sono quello dei metalli, quella alimentare, della meccanica e delle
industrie tessili e abbigliamento; l’andamento dell’ultimo anno mostra una
forte contrazione per tutti questi comparti, con l’eccezione dell’alimentare

196
che mostra una diminuzione più lieve (tab. 6.47); per quanto concerne il
settore dei servizi i comparti che hanno una maggiore rilevanza sono relativi
l’alberghiero e la ristorazione, seguiti dai servizi operativi alle imprese e alle
persone e dalla sanità- servizi sanitari privati. Il settore dei servizi operativi
alle imprese e alle persone è però quello che per l’ipotesi di massima
evidenzia in termini relativi il maggior ricorso a personale immigrato.
Nel 2009 rispetto all’anno precedente tutti i comparti dei servizi hanno
registrato una contrazione nelle ipotesi di assunzione (fanno eccezione gli
studi professionali, che però rappresentano una quota relativa molto bassa
dell’intero comparto), anche se con differenze al loro interno: tra quelli con
un peso relativo maggiore la “sanità e i servizi sanitari privati” è quello
che ha registrato la diminuzione meno consistente (tab. 6.48); mostrano
delle differenze evidenti rispetto alla situazione precedentemente descritta
i dati relativi al fabbisogno di manodopera stagionale. Questa tipologia di
fabbisogno è particolarmente diffusa nel comparto agricolo, dove però non
sono ancora disponibili i dati relativi al 2009, ma anche il settore dei servizi
assorbe una quota rilevante (nel 2009 l’ipotesi di fabbisogno minimo delle
imprese è pari a quasi 37 mila unità). Per quanto riguarda le ipotesi di
assunzione di manodopera stagionale, la crescita, nel 2009 rispetto al 2008,
nell’ipotesi minima nel comparto dei servizi è da attribuire “agli alberghi,
ristoranti e servizi turistici” che stimano nel 2009 quasi 25 mila assunzioni
su un totale di circa 37 mila, con una notevole crescita nell’ultimo anno
(tab.6.49 e 6.50); dal punto di vista della distribuzione territoriale è
ovviamente il Nord l’area del paese dove anche nel 2009 si registra un
maggiore assorbimento di manodopera straniera: quasi il 60 per cento sia
nell’ipotesi di minima che di massima.

Analizzando più dettagliatamente i territori e le tipologie contrattuale si


evidenzia un maggior peso relativo del Nord Ovest per quanto riguarda le
assunzioni non stagionali di forza lavoro immigrata, mentre considerando la
sola componente stagionale è il Nord Est il territorio a maggior assorbimento
(tab. 6.51 e 6.52); l’andamento del 2009 rispetto all’anno precedente
evidenzia una contrazione di intensità abbastanza simile nelle diverse
aree del paese per i contratti non stagionali, mentre per quelli a tempo
determinato gli andamenti sono differenti: il Nord Ovest mostra una crescita,
in controtendenza rispetto agli altri territori.

197
Le esigenze di qualificazione
Al di la dei dati quantitativi è importante analizzare le caratteristiche
qualitative del fabbisogno di immigrati. Infatti pur in presenza di una
contrazione delle richieste segnalate le imprese indicano un fabbisogno
con un livello di qualificazione che cresce negli anni; la composizione
dei fabbisogni per gruppi professionali indica un aumento del peso
delle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, in
controtendenza rispetto ai lavoratori italiani; inoltre si registra una leggera
crescita nella distribuzione delle assunzioni relativamente all’incidenza
degli operai specializzati, mentre diminuisce quella del personale non
qualificato (tab. 6.53 e 6.54);

a conferma dell’orientamento di una domanda di lavoro più qualificata


sono interessanti i dati relativi alle necessità, dichiarate dalle imprese, di
provvedere alla formazione: mentre nel 2003 la quota interessata era pari al
46 per cento, nel 2009 è salita al 79,9 per cento;

inoltre anche se, come visto in precedenza, l’impiego di lavoratori immigrati


è prevalentemente concentrato in mansioni poco qualificate e/o laddove
risulta difficile il reperimento di lavoratori italiani, la richiesta di una
maggiore qualificazione dei lavoratori immigrati risulta evidente anche dalla
distribuzione negli anni delle assunzioni per livello di istruzione. L’analisi
dei dati dal 2006 al 2008 evidenzia infatti un peso relativo superiore negli
anni di lavoratori immigrati con una formazione di scuola superiore mentre
si è contratto quello dei lavoratori con la sola licenza elementare/media
(tab. 6.55 e 6.56).

Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008
e il 2009
  2009* 2008
Minimo % su tot. Massimo % su tot. Minimo % su tot. Massimo % su tot.
 
v.a. assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni
Totale 59.710 11,4 89.140 17,0 111.240 13,4 167.800 20,3
INDUSTRIA, di cui: 22.780 12,6 29.140 16,1 53.070 16,2 68.140 20,8
Industria in senso
12.590 12,9 16.640 17,0 33.240 16,3 43.520 21,4
stretto
Costruzioni 10.200 12,3 12.500 15,1 9.830 16,1 24.630 20,0
SERVIZI 36.920 10,8 59.990 17,5 58.160 11,6 99.660 19,9
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

198
Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle
imprese per il 2008 e il 2009
  2009* 2008
% su tot. Massimo % su tot. Minimo % su tot. Massimo % su tot.
  Minimo v.a.
assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni
Totale 43.100 16,7% 69.480 26,9% 33.620 13,4 62.010 24,6
INDUSTRIA, di cui: 6.270 14,2% 10.710 24,3% 9.250 17,0 15.300 28,2
Industria in senso stretto 5.540 14.7% 9.690 25,7% 7.970 17,0 3.480 28,8
Costruzioni 730 11,5% 1.020 16,1% 1.280 17,1 1.820 24,3
SERVIZI 36.840 17,2% 58.770 27,5% 24.370 12,4 46.700 23,7

* v.a. arrotondati alle decine.


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008
e il 2009 per tipo di industria
  2009* 2008
% su % su % su % su
Minimo Massimo Minimo Massimo
  tot. tot. tot. tot.
v.a. v.a. v.a. v.a.
assunz. assunz. assunz. assunz.
Industria in senso stretto 12.590 12,9 16.640 17,0 33.240 16,3 43.520 21,4
Estrazione di minerali 100 8,9 100 9,2 270 10,7 320 12,4
Industria alimentari 2380 14,7 3220 19,8 3.070 13,5 4.150 18,3
Industrie tessili, abbigliamento e calzature 1380 12,2 1550 13,6 4.480 18,2 5.460 22,1
Industrie del legno e del mobile 1050 14,8 1320 18,6 2.710 19,4 3.300 23,6
Industrie della carta, stampa, editoria 350 8,1 390 9,0 720 8,9 960 11,8
Industrie chimiche 380 7,2 490 9,3 1.080 12,4 1.700 19,7
Industria della gomma e materie plastiche 750 18,4 1250 30,8 2.010 21,2 2.780 29,3
Industrie dei minerali non metalliferi 680 16,0 760 17,9 1.550 16,8 1.800 19,5
Industrie dei metalli 2710 17,4 3690 23,8 8.420 21,2 10.210 25,7
Industria meccaniche e mezzi trasporto 1620 10,1 2380 14,8 5.540 14,3 8.340 21,5
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche,
830 9,8 1040 12,3 2.230 11,5 3.130 16,2
medicali
Ind. beni per la casa e altre manifatture 240 16,3 280 18,9 580 18,9 680 22,5
Produzione e distribuzione energia, gas
130 5,1 170 6,8 600 17,8 700 20,6
e acqua

* v.a. arrotondati alle decine


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

199
Tab. 6.48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009
e il 2008 per tipo di servizio
  2009* 2008
% su % su % su
Minimo Massimo Minimo Massimo % su tot.
  tot. tot. tot.
v.a. v.a. v.a. v.a. Assunz.
Assunz. Assunz. Assunz.
Servizi 36.920 10.8 59.990 17.5 58.160 11,6 99.660 19,9
Commercio al dettaglio 2.810 4.4 6.110 9.6 4.270 5,4 10.470 13,3
Commercio e riparazione di autoveicoli
720 7.4 760 7.7 1.570 8,9 1.820 10,3
e mot.
Commercio all’ingrosso 2.010 10.4 2.420 12.5 3.430 9,8 4.100 11,7
Alberghi, ristoranti e servizi turistici 8.890 16.9 11240 21.3 13.550 16,7 20.050 24,8
Trasporti e attività postali 3.070 10.0 4.440 14.5 7.950 15,6 12.120 23,8
Informatica e telecomunicazioni 1.350 8.6 1.710 11.0 1.420 5,8 2.240 9,2
Servizi avanzati alle imprese 1.550 7.4 1.880 9.0 2.080 6,1 3.090 9,1
Credito, assicurazioni e servizi finanziari 540 3.4 850 5.3 840 3,2 1.430 5,4
Servizi operativi alle imprese e alle
6.410 15.3 13.350 31.8 9.930 17,5 21.680 38,3
persone
Istruzione e servizi formativi privati 550 8.9 720 11.7 970 13,0 1.240 16,6
Sanità e servizi sanitari privati 5.510 16.6 12.490 37.6 6.780 17,8 14.510 38,0
Altri servizi alle persone 3.110 12.3 3630 14.4 5.010 13,3 6.520 17,4
Studi professionali 410 5.2 410 5.2 380 2,9 390 3,0

* v.a. arrotondati alle decine.


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

Tab. 6.49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato


previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di industria
  2009* 2008
% su % su % su % su
Minimo Massimo Minimo Massimo
  tot. tot. tot. tot.
v.a. v.a. v.a. v.a.
assunz. assunz. assunz. assunz.
Industria in senso stretto 5.540 14,7 9.690 25,7 7.970 17,0 13.480 28,8
Estrazione di minerali - - - - - - - -
Industria alimentari 3.810 14,8 6.870 26,6 6.250 18,3 10.870 31,8
Industrie tessili, abbigliamento e calzature 450 15,6 640 22,2 370 11,1 510 15,5
Industrie del legno e del mobile 220 17,5 320 24,9 260 23,4 300 27,4
Industrie della carta, stampa, editoria 110 9,6 200 17,8 210 17,0 270 22,1
Industrie chimiche 50 6,6 100 13,4 - - 20 2,5
Industria della gomma e materie plastiche 160 22,5 330 46,1 50 12,3 90 23,3
Industrie dei minerali non metalliferi 30 9,7 40 15,8 20 8,4 30,0 13,8
Industrie dei metalli 320 17,1 490 26,2 230 18,1 310 24,4
Industria meccaniche e mezzi trasporto 240 14,3 440 26,0 440 14,4 900 30,0
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche,
70 11,9 140 23,3 60 10,6 90,0 15,3
medicali
Ind. beni per la casa e altre manifatture 50 11,1 90 18,2 60,0 16,9 60,0 17,4
Produzione e distribuzione energia, gas e
- - - - - - - -
acqua

*v.a. arrotondati alle decine.


Il segno – indica un valore non statisticamente significativo.
Fonte:Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior,

200
Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato
previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di servizio
  2009* 2008
% su
Minimo % su tot. Massimo % su tot. Minimo Massimo % su tot.
  tot.
v.a. Assunz. v.a. Assunz. v.a. v.a. Assunz.
Assunz.
SERVIZI 36.840 17,2 58.770 27,5 24.370 12,4 46.700 23,7
Commercio al dettaglio 1.520 8,2 3.320 17,9 800 3,3 3.700 15,4
Commercio e riparazione di
430 20,9 480 23,7 170 8,0 180 8,5
autoveicoli e mot.
Commercio all’ingrosso 1.170 18,2 2.190 33,9 800 8,2 1.850 19
Alberghi, ristoranti e servizi turistici 24.480 21,7 42.980 32,7 17.270 15,1 30.810 26,9
Trasporti e attività postali 730 7,6 1.050 10,9 830 6,9 1.490 12,4
Informatica e telecomunicazioni 340 18,8 420 23,3 250 22,4 330 29,9
Servizi avanzati alle imprese 550 14,2 800 20,6 510 16,9 700 23,4
Credito, assicurazioni e servizi
270 21,8 310 24,6 220 15,9 280 20,6
finanziari
Servizi operativi alle imprese e alle
1.610 19,4 3.730 45,0 1.830 26,7 3.960 57,8
persone
Istruzione e servizi formativi privati 180 4,3 250 6,0 160 5,9 350 13,1
Sanità e servizi sanitari privati 250 5,7 710 16,1 450 15,0 1.090 36,5
Altri servizi alle persone 1.300 6,0 2.530 11,6 1.090 6,5 1.980 11,8
Studi professionali - - - - - - - -

*v.a. arrotondati alle decine.


Il segno – indica un valore non statisticamente significativo.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009
per ripartizione geografica
2009* 2008
% su tot. Massimo % su tot. Minimo % su tot. Massimo % su tot.
  Minimo v.a.
assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni
Nord Ovest 19.320 12.9 25.990 20.1 33.690 13,9 51.460 21,3

Nord Est 16.110 13.3 25.060 20.7 31.490 15,8 48.370 24,3

Centro 13.270 12.7 18.900 18.1 25.820 15,4 38.290 22,9

Sud e Isole 11.010 7.4 15.190 10.2 20.230 9,2 29.670 13,5

* v.a. arrotondati alle decine.


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

201
Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle
imprese per il 2009 per ripartizione geografica
  2009* 2008
Minimo % su tot. Massimo % su tot. Minimo % su tot. Massimo % su tot.
v.a. assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni v.a. assunzioni
Nord Ovest 9.360 19,5 14.930 31,0 5.600 13,2 12.370 29,1
Nord Est 16.720 22,0 25.390 33,3 13.460 17,5 22.690 29,5
Centro 8.710 18,6 13.930 29,7 7.230 15,2 13.730 28,8
Sud e Isole 8.310 9,6 15.240 17,6 7.320 8,7 13.220 15,6

* v.a. arrotondati alle decine.


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali,
2003-2008
dirigenti e Profess. Condutt. Professioni
Totale Professioni Operai
Anni profess. Impiegati commerc. e impianti e non
assunzioni tecniche specializzati
specialist. servizi macchine qualificate
2003 100,0 1,4 6,8 5,0 22,0 27,5 14,3 23,1
2004 100,0 1,3 6,7 5,2 17,9 27,6 16,0 25,3
2005 100,0 1,3 6,3 5,5 24,5 23,1 15,0 24,3
2006 100,0 1,0 4,8 5,9 24,3 21,7 15,2 27,1
2007 100,0 1,4 5,0 5,7 22,7 22,2 15,3 27,8
2008 100,0 1,7 5,3 5,0 23,7 23,3 15,6 25,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)

Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali,
2007 e 2008
Dirigenti Profess. Condutt. Professioni
Totale Professioni Operai
Anni e profess. Impiegati commerc. e impianti e non
assunzioni tecniche specializzati
specialist. servizi macchine qualificate
2007 100,0 0,3 17,7 13,2 24,1 18,6 13,0 8,5
2008 100,0 0,3 18,9 12,9 21,0 19,3 13,2 9,3

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)

202
Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione,
2006-2008
  Lavoratori italiani Lavoratori stranieri
  2006 2007 2008 2006 2007 2008
  v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %
Titolo
53.300 10,0 67.480 11,0 81.040 12,3 6.100 3,7 7.850 3,4 6.960 4,1
univers.
Dip. scuola
204.440 38,4 246.400 40,3 291.470 44,2 31.160 19,1 46.650 20,5 43.810 26,1
sup.
Qualif.
94.530 17,7 98.260 16,1 84.330 12,8 38.910 23,9 49.050 21,6 36.120 21,5
profess.
Scuola
180.560 33,9 199.740 32,6 203.260 30,8 86.770 53,3 124.030 54,5 80.910 48,2
obbligo
Totale 532.840 100,0 611.890 100,0 660.090 100,0 162.930 100,0 227.570 100,0 167.800 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)

Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009
Con necessità di formazione Fino a 29 anni Senza esperienza specifica
2003 46,4 (1) 52,4
2004 65,9 (1) 48,6
2005 76,1 35,0 46,6
2006 74,4 32,6 51,8
2007 75,7 32,7 50,2
2008 75,0 32,5 50,2
2009* 79,9 30,5 46,8

(1)Valori non confrontabili con gli anni successivi.


* Il dato 2009, comprende i soli settori Industria e Servizi.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009

203
II.6.4 Le imprese degli stranieri

Le caratteristiche e l’evoluzione dell’imprenditoria straniera

A fine 2008, sulla base dei dati Infocamere, in Italia vi erano oltre 309.000
titolari di imprese individuali di nati all’estero, di cui oltre il 77% di
cittadini extracomunitari e poco meno del 23% di cittadini comunitari.

Le attività imprenditoriali a titolarità femminile rappresentano circa il 21


per cento del totale delle attività, dimostrando in questi anni una notevole
capacità di crescita: sono passate da poco meno di 45 mila del 2004 ad
oltre 65 mila nel 2008 (tab. 6.57);

le im­prese di titolari stranieri crescono in Italia a un ritmo sostenuto, in


controtendenza rispetto alle imprese italiane; anche nel 2008, nonostante
lo scenario economico, rispetto all’anno precedente la crescita è stata del
7,4 per cento (anno con la crescita meno rilevante degli ultimi cinque
anni), a fronte di una lieve contrazione delle imprese a titolarità italiana
(tab. 6.58);

quasi il 70 per cento degli imprenditori stranieri si colloca nella fascia di


età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 14 per cento interessa quella di età
inferiore ai 30 anni e il 16 per cento appartiene alla fascia superiore ai
50 anni.

Va rilevato che quest’ultima classe è quella che negli ultimi anni sta
leggermente aumentando il suo peso relativo. Rispetto al totale delle
imprese italiane la differenza più rilevante riguarda proprio quest’ultima
classe di età, cioè dai 50 anni in su, alla quale appartiene nel 2008 il 40
per cento delle imprese totali (tab. 6.59);

la distribuzione delle imprese attive di titolari nati all’estero con


nazionalità straniera per attività vede una forte presenza nel commercio
(37,5 per cento del totale delle imprese straniere) nelle costruzioni (32,2
per cento) e nelle attività manifatturiere (11,1 per cento). Se si raffronta la
distribuzione settoriale delle imprese straniere con quelle totali nazionali
l’evidenza delle specializzazioni, in particolare nel settore delle costruzioni
e nel commercio, è ancora più marcata (tab. 6.60).

204
Il comparto manifatturiero e quello del commercio si presentano poi
con una struttura fortemente concentrata in alcune principali classi di
attività: l’abbigliamento (oltre il 31 per cento del totale manifatturiero), le
industrie alimentari (quasi il 15 per cento), la fabbricazione e lavorazione
dei prodotti in metallo (14,3 per cento) e le pelli-calzature (quasi il 10 per
cento); nel commercio è naturalmente quello al dettaglio che assorbe il
maggior numero di imprese (tab. 6.61 e 6.62);

per quanto concerne la distribuzione territoriale le imprese sono


principalmente collocate nel Centro Nord. Tra le regioni detiene il primato
la Lombardia, dove sono concentrate oltre il 21 per cento delle imprese
straniere totali, con un peso relativo stabile negli anni; seguono il Lazio, il
Veneto, il Piemonte e la Toscana (tab. 6.63);

è interessante anche l’analisi della distribuzione delle imprese per


provincia. Come era ovvio aspettarsi, le province con una numerosità
di imprese più elevata sono localizzate soprattutto nel Centro Nord, ma
tra le prime venti province per numerosità di imprese attive di titolari
stranieri è presente anche il Sud con Napoli, Caserta e Lecce. Inoltre è
rilevante notare che nella graduatoria non sono solo presenti capoluoghi di
provincia, ma anche province più piccole (tab. 6.64); i dati evidenziano
delle specializzazioni settoriali in alcune delle 20 principali province per
numero di imprese immigrate: in quasi tutte le province il commercio e
costruzioni sono i principali settori, con l’eccezione di Prato che primeggia
con il tessile, Reggio Emilia con l’abbigliamento al secondo posto tra i
settori e, sempre al secondo posto, emerge la specializzazione di Firenze
nel comparto cuoio e calzature (tab. 6.65);

la rapida crescita della quota di imprese individuali gestite da stranieri non


attenuano le difficoltà di accesso al credito che risultano molto superiori
rispetto a quelle costituite da italiani. Analisi condotte dalla Banca d’Italia
indicano che il costo del credito per le ditte costituite da extra comunitari
è superiore di circa 60 punti base a quello per le ditte costituite da italiani,
a parità di caratteristiche dell’impresa e dell’imprenditore15.

15 Fonte: Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008.

205
Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalità straniera per genere, 2004-2008
  2004 2005 2006 2007 2008
             
  F M TOTALE F M TOTALE F M TOTALE F M TOTALE F M TOTALE

Comunitaria 12.253 19.970 32.223 12.692 20.968 33.660 13.152 21.660 34.812 17.340 46.296 63.636 18.709 51.384 70.093

Extra
32.689 141.828 174.517 37.231 164.213 201.444 41.949 184.781 226.730 43.055 181.315 224.370 46.648 192.574 239.222
Comunitaria

206
TOTALE
44.942 161.798 206.740 49.923 185.181 235.104 55.101 206.441 261.542 60.395 227.611 288.006 65.357 243.958 309.315
Straniere

TOTALE
886.982 2.598.682 3.485.664 889.562 2.610.793 3.500.355 888.278 2.602.630 3.490.908 880.915 2.580.361 3.461.276 873.512 2.556.126 3.429.638
Italia

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarità straniera e dell’insieme delle imprese, 2004-2008
  2005 su 2004 2006 su 2005 2007 su 2006 2008 su 2007 2008 su 2004

imprese straniere 13,7 11,2 10,1 7,4 49,6

ITALIA (TOT IMPRESE) 0,4 -0,3 -0,8 -0,9 -1,6

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese


Tab. 6.59 Titolari di nazionalità straniera di imprese individuali per classe di età, 2004-2008
  CLASSE DI ETA’
2004 < 30 30-49 >=50 TOTALE
Comunitaria 11,7 67,4 20,9 100,0
Extra Comunitaria 15,8 70,7 13,5 100,0
TOTALE Straniere 15,2 70,2 14,6 100,0
TOTALE Italia 8,2 51,5 40,3 100,0
2005
Comunitaria 10,6 68,5 20,9 100,0
Extra Comunitaria 15,9 70,4 13,7 100,0
TOTALE Straniere 15,1 70,2 14,7 100,0
TOTALE Italia 7,9 52,0 40,1 100,0
2006
Comunitaria 9,9 68,9 21,2 100,0
Extra Comunitaria 15,6 70,2 14,2 100,0
TOTALE Straniere 14,8 70,1 15,1 100,0
TOTALE Italia 7,7 52,4 39,9 100,0
2007
Comunitaria 16,6 68,8 14,7 100,0
Extra Comunitaria 14,4 70,0 15,6 100,0
TOTALE Straniere 14,8 69,8 15,4 100,0
TOTALE Italia 7,5 52,7 39,9 100,0
2008
Comunitaria 16,7 68,7 14,6 100,0
Extra Comunitaria 13,5 69,9 16,6 100,0
TOTALE Straniere 14,2 69,7 16,1 100,0
TOTALE Italia 7,2 52,8 40,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

Tab. 6.60 Distribuzione per attività economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008
Totale imprese
Comunitaria Extra Comunitaria ITALIA
straniere
Agricoltura, caccia e silvicoltura 7,8 2,9 4,0 16,8
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,1 0,0 0,0 0,2
Estrazione di minerali 0,0 0,0 0,0 0,1
Attivita’ manifatturiere 8,0 12,0 11,1 12,1
Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,1
Costruzioni 48,1 27,5 32,2 15,2
Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 18,6 43,0 37,5 27,2
Alberghi e ristoranti 3,7 2,6 2,8 5,2
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,6 4,3 3,9 3,6
Intermediaz.monetaria e finanziaria 0,9 0,6 0,6 2,0
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 5,3 4,5 4,7 11,4
Istruzione 0,3 0,1 0,2 0,4
Sanita’ e altri servizi sociali 0,1 0,1 0,1 0,5
Altri servizi pubblici,sociali e personali 4,1 2,1 2,6 4,5
Imprese non classificate 0,3 0,3 0,3 0,7
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

207
Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nell’industria manifatturiera, 2008
  Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE ITALIA

Industrie alimentari e delle bevande 19,0 13,9 14,7 16,6

Industria del tabacco 0,0

Industrie tessili 3,2 5,0 4,7 4,4

Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 8,2 35,9 31,4 7,2

Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 1,8 11,4 9,9 3,7

Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 8,0 3,0 3,8 7,2

Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,4 0,2 0,2 0,8

Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 3,3 1,2 1,5 5,1

Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0,0 0,0 0,0 0,1

Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0,3 0,1 0,1 1,2

Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 1,4 0,6 0,8 2,0

Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 4,5 1,8 2,3 4,6

Produzione di metalli e loro leghe 0,2 0,1 0,1 0,7

Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 22,5 12,8 14,3 17,7

Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 5,1 2,4 2,8 7,6

Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,5 0,1 0,2 0,6

Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 2,4 1,0 1,2 3,0

Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0,6 0,3 0,3 0,9

Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 4,1 1,4 1,8 4,5

Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,4 0,1 0,1 0,5

Fabbric.di altri mezzi di trasporto 2,8 0,9 1,2 1,3

Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 11,0 7,6 8,1 10,0

Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,3 0,3 0,3 0,5

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nel commercio, 2008


Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE ITALIA

Comm.manut.e rip.autov. e motocicli 10,4 2,9 3,8 11,9

Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov. 29,9 14,9 16,6 31,7

Comm.dett.escl.autov-rip.beni pers. 59,7 82,2 79,6 56,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

208
Tab. 6.63 Distribuzione regionale dei titolari di impresa nati all’estero, 2008
    2004 2005 2006 2007 2008
ABRUZZO Comunitaria 3,0 3,1 3,0 2,8 2,8
Extra Comunitaria 2,8 2,7 2,7 2,7 2,6
TOTALE 2,9 2,8 2,8 2,7 2,7
BASILICATA Comunitaria 0,6 0,6 0,6 0,5 0,5
Extra Comunitaria 0,5 0,4 0,4 0,4 0,4
TOTALE 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4
CALABRIA Comunitaria 2,1 2,1 2,1 1,7 1,7
Extra Comunitaria 2,4 2,3 2,2 2,3 2,2
TOTALE 2,3 2,2 2,2 2,1 2,1
CAMPANIA Comunitaria 5,0 5,0 5,0 4,0 3,9
Extra Comunitaria 5,4 5,3 5,2 5,5 5,5
TOTALE 5,3 5,2 5,2 5,1 5,0
EMILIA-ROMAGNA Comunitaria 7,6 7,6 7,6 7,8 7,9
Extra Comunitaria 9,0 9,3 9,5 9,7 9,8
TOTALE 8,6 8,9 9,1 9,2 9,2
FRIULI-VENEZIA GIULIA Comunitaria 3,5 3,4 3,4 2,8 2,7
Extra Comunitaria 3,1 2,9 2,8 2,9 2,7
TOTALE 3,2 3,1 3,0 2,9 2,7
LAZIO Comunitaria 8,8 8,9 9,1 11,2 11,7
Extra Comunitaria 10,6 10,5 10,6 10,1 10,1
TOTALE 10,2 10,1 10,3 10,4 10,5
LIGURIA Comunitaria 3,3 3,3 3,3 2,9 2,9
Extra Comunitaria 3,2 3,2 3,2 3,3 3,4
TOTALE 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2
LOMBARDIA Comunitaria 21,6 21,5 21,3 20,6 20,5
Extra Comunitaria 22,0 21,8 21,7 21,6 21,8
TOTALE 21,9 21,7 21,6 21,3 21,4
MARCHE Comunitaria 2,7 2,7 2,7 2,8 2,8
Extra Comunitaria 2,8 2,9 2,9 2,9 3,0
TOTALE 2,8 2,8 2,8 2,9 2,9
MOLISE Comunitaria 0,7 0,7 0,7 0,5 0,5
Extra Comunitaria 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4
TOTALE 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4
PIEMONTE Comunitaria 7,0 6,9 6,8 9,2 9,5
Extra Comunitaria 7,3 7,5 7,7 7,2 7,3
TOTALE 7,2 7,4 7,5 7,8 7,9
PUGLIA Comunitaria 4,2 4,3 4,2 3,3 3,2
Extra Comunitaria 3,1 3,0 2,8 2,9 2,9
TOTALE 3,3 3,3 3,1 3,0 3,0
SARDEGNA Comunitaria 2,7 2,7 2,7 2,1 2,1
Extra Comunitaria 1,7 1,6 1,6 1,6 1,6
TOTALE 1,9 1,9 1,8 1,8 1,8
SICILIA Comunitaria 6,2 6,1 6,3 5,0 4,9
Extra Comunitaria 4,5 4,5 4,3 4,6 4,5
TOTALE 4,9 4,9 4,8 4,7 4,6
TOSCANA Comunitaria 7,4 7,4 7,4 8,6 8,7
Extra Comunitaria 9,0 9,1 9,3 9,2 9,2
TOTALE 8,6 8,7 8,8 9,0 9,1
TRENTINO-ALTO ADIGE Comunitaria 4,2 4,1 4,1 3,3 3,2
Extra Comunitaria 1,3 1,3 1,3 1,4 1,4
TOTALE 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9
UMBRIA Comunitaria 1,9 2,0 2,0 2,1 2,0
Extra Comunitaria 1,4 1,5 1,5 1,4 1,4
TOTALE 1,5 1,6 1,6 1,6 1,6
VALLE D’AOSTA Comunitaria 0,4 0,3 0,3 0,3 0,3
Extra Comunitaria 0,2 0,2 0,2 0,2 0,1
TOTALE 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2
VENETO Comunitaria 7,4 7,5 7,5 8,5 8,4
Extra Comunitaria 9,5 9,6 9,7 9,7 9,7
TOTALE 9,0 9,1 9,2 9,3 9,3
TOTALE Comunitaria 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Extra Comunitaria 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
  TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

209
Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati all’estero, 2008
Provincia N° imprese
ROMA 9.606
MILANO 8.679
TORINO 8.016
FIRENZE 3.616
BRESCIA 3.191
VERONA 2.975
VICENZA 1.990
PADOVA 1.946
BOLOGNA 1.884
REGGIO EMILIA 1.878
TREVISO 1.601
NAPOLI 1.195
VARESE 1.733
SALERNO 1.611
BERGAMO 1.603
MODENA 1.499
CASERTA 1.391
GENOVA 1.017
PRATO 950
LECCE 900

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese

210
Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province selezionate, 2008
1 2 3 4 5
CASERTA Comm.dett. 69,6 Comm.ingr 7,2 Costruzioni 5,3 Agricoltura 3,4 Altri servizi pubblici, sociali e personali 2,4
Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
NAPOLI Comm.dett. 56,4 Comm.ingr 22,2 Costruzioni 4,7 Trasporti 4,0
servizi alle imprese 2,6
SALERNO Comm.dett. 63,9 Costruzioni 6,4 Agricoltura 5,0 Comm.ingr 4,4 Alberghi e ristoranti 4,1
Immobiliari, noleggio, informatica,
BOLOGNA Costruzioni 37,8 Comm.dett. 20,7 Trasporti 7,3 Comm.ingr 5,2
ricerca, servizi alle imprese 6,5
MODENA Costruzioni 41,1 Comm.dett. 15,0 Abbigliamento 8,6 Trasporti 5,6 Comm.ingr 5,5
REGGIO EMILIA Costruzioni 58,2 Abbigliamento 12,5 Comm.dett. 10,0 Comm.ingr 2,8 Metalli 2,8
Immobiliari, noleggio, informatica,
ROMA Comm.dett. 29,5 Costruzioni 26,3 Comm.ingr 12,1 Trasporti 4,6
ricerca, servizi alle imprese 8,6

211
Immobiliari, noleggio, informatica,
GENOVA Comm.dett. 38,9 Costruzioni 32,8 Trasporti 6,0 Comm.ingr 3,7
ricerca, servizi alle imprese 4,5
Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
BERGAMO Costruzioni 38,1 Comm.dett. 20,2 Comm.ingr 6,9 Trasporti 5,9
servizi alle imprese 5,3
Immobiliari, noleggio,
BRESCIA Costruzioni 30,2 Comm.dett. 22,8 informatica, ricerca, servizi Trasporti 7,6 Comm.ingr 6,4
alle imprese 7,8
Immobiliari, noleggio,
MILANO Costruzioni 32,8 Comm.dett. 19,3 informatica, ricerca, servizi Trasporti 8,7 Comm.ingr 7,6
alle imprese 10,8
Immobiliari, noleggio, informatica,
VARESE Costruzioni 48,9 Comm.dett. 18,6 Comm.ingr 5,3 Trasporti 4,3
ricerca, servizi alle imprese 4,6
Immobiliari, noleggio, informatica,
TORINO Costruzioni 40,3 Comm.dett. 29,7 Comm.ingr 5,7 Trasporti 4,5
ricerca, servizi alle imprese 5,6
Altri servizi pubblici, sociali
LECCE Comm.dett. 50,1 Costruzioni 11,0 e personali Alberghi e ristoranti 5,0 Comm.ingr 4,6
6,5
FIRENZE Costruzioni 39,3 Cuoio 14,8 Comm.dett. 13,5 Comm.ingr 8,0 Abbigliamento 7,8
PRATO Abbigliamento 50,0 Costruzioni 19,3 Comm.dett. 8,0 Comm.ingr 7,3 Tessile 4,2
Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
PADOVA Costruzioni 38,9 Comm.dett. 17,0 Abbigliamento 10,4 Comm.ingr 8,0
servizi alle imprese 4,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Infocamere-Movimprese
APPROFONDIMENTO 1
I risultati di un’analisi diretta Unioncamere-Nomisma-Crif
L’analisi che segue riporta alcuni dei risultati provvisori di un’indagine
campionaria realizzata nel 2009 su 621 imprese gestite da imprenditori
non italiani, molto utili per comprendere il comportamento degli imprendi-
tori immigrati e il profilo qualitativo di queste imprese. Il lavoro conclusivo
prevederà un campione di 1.000 imprenditori su tutto il territorio naziona-
le e sarà reso pubblico alla fine del 2009.

Le caratteristiche dell’imprenditore e delle imprese


Si tratta di imprese il cui titolare immigrato possiede un buon livello di
istruzione e che, nella maggior parte dei casi, opera in proprio da un tempo
compreso tra uno e cinque anni (graf. A); solo il 10 per cento del campio-
ne ha realizzato in precedenza un’altra attività autonoma, mentre per quasi
il 90 per cento rappresenta la prima esperienza imprenditoriale, anche
se in massima parte gli imprenditori possiedono un’esperienza lavorativa
precedente: quasi l’80 per cento faceva un altro mestiere, poco più del 15
per cento era impegnato in piccoli lavoretti, mentre per meno del 5 per
cento l’attività in proprio rappresenta la prima occupazione (graf. B e C);
le prospettive dell’imprenditore, nella maggior parte dei casi, guardano in
direzione di una presenza stabile in Italia e nella quasi totalità dei casi (ol-
tre il 90 per cento) è stato proprio il titolare a creare l’attività, mentre solo
nell’8 per cento l’attività esisteva già in precedenza (graf. D); il modello
di impresa a socio unico è quello assolutamente dominante, ma nel 45 per
cento dei casi le imprese vengono gestite dall’imprenditore con almeno un
collaboratore (graf. E); si tratta di micro imprese con strutture organizza-
tive elementari: solo circa il 23 per cento ha più di un addetto e il 96 per
cento nel 2008 ha fatturato meno di 250.000 euro (graf. F).

L’organizzazione dell’attività, la posizione di mercato e il finanziamento


dell’attività
le attività e le produzioni realizzate dalle imprese intervistate hanno ca-
ratteristiche diverse in termini di destinazione di mercato: circa il 58 per
cento vende i suoi prodotti in ambito locale e provinciale, per poco meno
del 25 per cento il riferimento di mercato è quello regionale mentre il mer-
cato nazionale e internazionale è un riferimento per il 17 per cento degli

212
intervistati e comunque quasi mai legato al paese di origine (graf. G);
sia i clienti che i fornitori sono in massima parte italiani mentre solo una
piccola quota, non superiore in entrambi casi al 4 per cento, è del Paese di
origine (graf. H e I); rispetto al legame con il Paese di origine un risultato
sostanzialmente diverso è relativo al personale, che in quasi il 56 per cen-
to dei casi in cui vi è personale esterno alla famiglia, proviene dal paese
e dalla comunità di origine (graf. L) per quanto riguarda l’organizzazione
dell’attività, coerentemente con la dimensione delle imprese del campio-
ne, le più importanti funzioni vengono svolte dal titolare, ed in particolare
quelle relative agli acquisti, le vendite, la produzione e la logistica, mentre
più spesso gli aspetti finanziari vengono delegati al commercialista (circa
il 46 per cento degli intervistati) o svolti dall’imprenditore con il supporto
di un esperto esterno (quasi il 25 per cento) (graf. M);
una quota consistente di imprenditori ha dichiarato di giocare il proprio
posizionamento competitivo sul buon rapporto qualità-prezzo (dichiarato
come punto di forza da circa il 32 per cento degli intervistati), ma assume
un’ importanza rilevante, per oltre il 19 per cento dei casi, il prezzo, segui-
to dall’abilità tecnica dell’imprenditore (oltre il 18 per cento) (graf. N);
le prospettive dell’impresa per il prossimo futuro risultano influenzate,
come prevedibile, dalla pesante crisi economica: oltre il 67 per cento del-
le imprese si attende una diminuzione della domanda e per oltre il 28 per
cento degli intervistati la propria attività potrebbe incontrare in futuro dif-
ficoltà finanziarie; tra quelli che hanno segnalato come possibile problema
la diminuzione della domanda, la maggior parte sono preoccupati della
situazione negativa in cui versa l’economia italiana (oltre il 58 per cento),
seguono poi in ordine di importanza l’aumento della concorrenza e le pre-
visioni negative sull’andamento del settore (segnalati rispettivamente da
quasi il 18 per cento e da oltre il 14 per cento) (graf. O e P);
per le imprese che temono difficoltà finanziarie le cause sono da imputare
principalmente ai ritardi di pagamento dei clienti (25 per cento dei casi),
alle difficoltà di accesso al credito per mancanza di garanzie (19 per cento)
e alle procedure troppo complesse per l’accesso al credito (17 per cento)
(graf. Q );
va però evidenziato che circa il 57 per cento delle imprese autofinanzia la
propria attività o ricorre all’aiuto di parenti (12 per cento), mentre solo il
21 per cento finanzia la sua attività con il ricorso a prestiti bancari e il 2
per cento a finanziarie e società di leasing (graf. R);

213
al limitato utilizzo delle banche come modalità di finanziamento dell’attivi-
tà d’impresa non corrisponde l’assenza di rapporti con il sistema bancario,
dichiarato solo da circa il 21 per cento dei casi, mentre la restante quota
utilizza banche o finanziarie prevalentemente italiane (graf. S).

I servizi all’impresa
Le imprese a titolare immigrato reperiscono le informazioni sulle attivi-
tà delle imprese principalmente tramite canali informali, almeno per ciò
che riguarda il mercato (dove prevale il passaparola), il reclutamento e la
formazione del personale. Per gli adempimenti fiscali, l’assistenza all’im-
prenditore viene svolta da commercialisti e dai CAF (Centri di Assistenza
Fiscale). Per i problemi finanziari, dalle banche. Per quanto riguarda le
difficoltà di accesso ai servizi all’impresa, i giudizi degli imprenditori sono
differenti a seconda della tipologia del servizio: sono maggiormente sen-
tite le esigenze di supporto allo sviluppo commerciale, dove la difficoltà
principalmente segnalata è quella di una scarsa conoscenza dell’offerta di
questi servizi sul territorio, seguiti dai servizi per il supporto alle pratiche
burocratiche, soprattutto per i tempi lunghi che richiedono gli adempi-
menti amministrativi, mentre i servizi di reclutamento e formazione del
personale sono rilevanti solo per un numero limitato di imprese che segna-
lano spesso la mancanza di informazioni sulle strutture che erogano questa
tipologia di servizi (graf. T, U, V, Z);

214
Graf. A

Anni di svolgimento della attività in proprio


54%
60%
50%
40% 33%
30%
20% 12%
10% 1%
0%
Da meno di Da 1 a 5 Da 6 a 10 Da oltre
un anno anni anni 10 anni

Graf. B

Esperienza in proprio dell'imprenditore


87%
100%
80%
60%
40%
10%
20% 3%
0%
1^attività in 2^ attività in 3^ o più
proprio proprio

215
Graf. C

Esperienza lavorativa precedente dell'imprenditore


79%
80%
70%
60%
50%
40%
30% 17%
20% 4%
10%
0%
Faceva un altro Non lavorava Faceva piccoli
mestiere lavoretti

Graf. D

Storia dell'azienda

92%
100%
80%
60%
40%
2% 6%
20%
0%
Creata Esisteva già Esisteva già ed
dall'imprenditore ed era gestita era gestita da
da altri italiani

216
Graf. E

Numero di persone che aiutano l'imprenditore

60% 54%

50%

40%

30% 22,9%
20%
9,5%
6,1% 4,5%
10% 2,6%
0%
0 1 2 3 4 5 e più

Graf. F

Classe di fatturato 2008


96,1%
100,0%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0% 2,2% 1,2% 0,3%
0,0%
Meno di Tra 250.000 Tra 500.000 Più di
250.000 e 500.000 e 1.000.000 1.000.000
euro euro euro euro

217
Graf. G

Mercato di riferimento dei prodotti

58,2%
60,0%

50,0%

40,0%
24,6%
30,0%

20,0% 13,1%

10,0% 3,9%
0,3%

0,0%
Locale- Regionale Nazionale Internazionale Paese di
provinciale origine

Graf. H

Clienti principali

92,9%
100,0%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0% 3,6% 3,5%

0,0%
Immigrati della Immigrati non Italiani
sua comunita della sua
comunita

218
Graf. I

Fornitori

55%
60%
50%
40%
28%
30%
20% 9%
4%
10%
0%
Locali Nazionali Internazionali Paese di
origine

Graf. L

Personale dipendente

55,8%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0% 18,5% 17,2%
20,0% 8,6%
10,0%
0,0%
Italiano Della Del paese Di altre
comunità di origine comunità
di origine immigrate

219
Graf. M

Organizzazione dell'impresa

100,0% 87,3%
90,5%
90,0%
80,0%
70,0%
60,0% imprenditore
46,4%
50,0%
28,2%
40,0% 24,8% Imprenditore con
30,0% supporto esterno
20,0% 4,5% 1,8% Consulente esterno
10,0% 3,5% 1,3%

0,0%
Acquisti e

Produzione
Finanza

e logistica
vendite

Graf. N

Punti di forza

35,0% 32,1%

30,0%
25,0%
19,2% 18,2%
20,0%
14,4%
15,0%
10,3%
10,0%
5,0% 2,3% 2,6%
0,8%
0,0%
qualita-

tecnica
prodotti

Altro
apertura

flessibilita
innovazione
qualità
Prezzi bassi

prezzo
abilità
flex

La

220
Graf. O

Possibili problemi futuri

67,5%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0% 28,7%
30,0%
20,0%
10,0% 1,4% 2,4%
0,0%
Diminuzione Difficolta Mancanza di Difficoltà
della finanziarie personale produttiva e
domanda (bancarie) nei trasporti

Graf. P

Motivazione della diminuzione della domanda


(per chi rileva questo problema)
58,4%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0% 17,7%
14,4%
20,0%
6,3%
3,3%
10,0%
0,0%
Altro
concorrenti
Andamento
Situazione

Andamento
economia

del settore
negativa

negativo

negativo
mercato

Nuovi

221
Graf. R
Graf. Q

222
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%

0,0%
5,0%

10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%

0,0%
Procedure
difficili per
Autofinanziamento prestiti
17,1%

Procedure

56,7%
lunghe per
parenti e familiari prestiti 4,3%

12,2%
Interessi dei
amici e conoscenti prestiti troppo
7,1%

alti

4,7%
Fondi pubblici Insuff.garanzie
per prestiti

0,8%
19,3%

Prestiti bancari Clienti pagano

Modalità di finanziamento
in ritardo

21,4%
Società
(per chi rileva questo problema)

finanziarie e I clienti non


Motivazione delle difficoltà finanziarie

25,0%

pagano
10,0%

Altro

2,1% 2,1%
Altro
17,1%
Graf. S

Utilizzo di banche e finanziarie

78,8%
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0% 20,8%
20,0%
10,0% 0,2% 0,2%
0,0%
Non uso Con sede Con sede Con sede
mai banche in italia all estero all estero
e in paesi in paesi
finanziarie Unione Eu extra Uni

Graf. T

Servizi di supporto allo sviluppo commerciale

60% 55%

50%

40%
32%

30%

20%

10% 6%
4%
2%

0%
bene i servizi

Tempi lunghi

Problema
marginale
Non riesco a

Materiale non in
Non conosco

farmi capire

lingua

223
Graf. V
Graf. U

224
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%

0%

10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%

0%
Non conosco Non conosco
bene i servizi bene i servizi

8%

15%
Non trovo
Non riesco a
personale
farmi capire

2%
6%
adeguato

Interlocutori
Tempi lunghi
inadatti

2%
15%

Materiale non in
Costi elevati lingua
6%

3%
Uffici per le pratiche burocratiche

Uffici per reclutamento e formazione


Problema Problema
marginale marginale

77%
64%
Graf. Z

10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%

0%

225
Non conosco
bene i servizi

9%
Tempi lunghi

14%
Interlocutori
inadatti

4%
Materiale non in
Prestiti e finanziamenti

lingua
3%

Problema
marginale
70%
APPROFONDIMENTO 2

La dinamica del credito dei Piccoli Operatori Immigrati


La presenza della crisi profonda che si è manifestata con grande rapidità ha
influito sulla dinamica del credito: le imprese chiedono meno finanziamenti
e le banche hanno irrigidito i criteri di erogazione del credito con evidenti
penalizzazioni per le imprese immigrate che, come è stato messo in evidenza
dalla Banca d’Italia pagano tassi mediamente più alti.

I dati sulla dinamica del credito di questo approfondimento sono tratti dalla
banca dati EURISC di Crif che è collegata via telematica a oltre seicento
banche e finanziarie, grazie al quale è possibile accedere ai dati conservati,
ogni qual volta se ne presenta la necessità, quali ad esempio a fronte di
richiesta di un finanziamento e controllare pertanto l’affidabilità creditizia
del richiedente. CRIF censisce a dicembre 2008 su Eurisc oltre 4.330.000
aziende.

Analizzando la presenza territoriale del credito ai piccoli operatori immigrati


(POI, ovvero imprese con un fatturato inferiore a 2,5 milioni di euro, un im-
porto medio di affidamento inferiore a 250 mila euro e un numero di addetti
inferiore alle 10 unità) si osserva una maggiore presenza nel Nord del Paese
(32,2 per cento nel Nord Ovest e 29,8 per cento nel Nord Est) ma anche una
quota non trascurabile nel Centro (19,6 per cento) e nel Sud e Isole (18,4 per
cento) (graf. AA);

l’analisi dei finanziamenti ai POI per forma tecnica evidenzia un lieve spo-
stamento, in termini relativi, dal credito al consumo; quest’ultimo passa in-
fatti da un peso relativo del 64,9 per cento nel dicembre 2006 al 68,8 per
cento nel dicembre 2008, a fronte di un aumento dei mutui (che passano dal
9,7 per cento all’11,1 per cento); il peso relativo dominante del credito al
consumo conferma come le attività delle ditte individuali in termini di cre-
dito siano più vicine alle forme tecniche relative ai privati. Gli importi sono
bassi, probabilmente utilizzati per investimenti ridotti, e sono pochi i mutui
immobiliari e artigiani (graf. AB, tab. A e B);

I dati sul tasso di decadimento, che è un indice di flusso che misura il dete-
rioramento del credito in un anno (misurato rapportando il numero di clienti

226
affidati che entrano in un stato di default-3/6 rate scadute e non pagate o 3/6
segnalazioni mensili e consecutive di sconfino per oltre il 20 per cento - tra
t0 e tl rispetto al numero di clienti affidati in essere e non a default presenti
in portafoglio al tempo t0) evidenziano come il rischio è nettamente più ele-
vato per i POI rispetto ai POE (piccoli operatori economici) ed è in costante
aumento dal giugno 2007 al dicembre 2008 (graf. AC).

Graf. AA

Distribuzione delle consistenze per macroarea (dic 2008)

18,4%
32,2%
19,6%
29,8%

Nord Ovest Nord Est Centro Sud -Isole

Graf. AB

Distribuzione dei contratti accettati per forma tecnica

100% 18,1%
20,9% 18,5% 19,7% 20%
80%
60%
69,4% 70,6% 70,8% 69,4% 69%
40%
20%
9,7% 11,2% 10,7% 10,9% 11%
0%
2006-12 2007-06 2007-12 2008-06 2008-12

mutui crcc leas

227
Tab. A Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi
Importo medio finanziato per forma tecnica
Dic-06 Giu-07 Dic-07 Giu-08 Dic-08
Mutui 62.636 57.216 60.652 62.712 61.794
Credito al consumo 16.179 17.084 18.076 18.425 18.412
Leasing 28.333 28.367 28.134 29.160 28.575

Fonte: dati CRIF Decision Solutions

Tab. B Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi

Mutui % sul tot. importi % sul tot. contratti Importo medio


Mutui chirografari 45% 72% 20.400
Mutui immobiliari 45% 16% 89.625
Mutui artigiani 6% 7% 29.791
Mutui per ristrutturazione 4% 5% 23.789

Fonte: dati CRIF Decision Solutions

Graf. AC

Tasso di decadimento 180 gg - confronto POE-POI

7,0%
6,0% 6%
5,4%
5,0% 4,8% 4,9%
4,0%
3,0% 3%
2,2% 2,5%
2,0% 2,1%
1,0%
0,0%
giu-07 dic-07 giu-08 dic-08

decadimento POI decadimento POE

228
II.7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio
coi paesi di origine

II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dall’Italia


L’indicatore più diretto per misurare il rapporto tra immigrati e paesi di
origine è la quantità di rimesse inviate. A questo proposito, è interessante
notare come la parte più consistente delle rimesse inviate dall’Italia nel
2007 fosse diretta verso la Cina, la quale attira da sola quasi il 30 per cento
del totale inviato. Una proporzione non scontata, se messa in relazione al
peso della comunità cinese sul totale degli stranieri residenti in Italia: i
residenti cinesi rappresentavano nel 2007 circa il 5 per cento di tutta la
popolazione straniera residente, ben alle spalle di albanesi (quasi 13 per
cento), romeni e marocchini (circa 11 per cento) (tab. 7.1).

È importante sottolineare qui due fenomeni che spiegano in parte questo


squilibrio: innanzitutto, parte dei trasferimenti di denaro cinese all’estero
riguarda il pagamento di beni importati in Italia dalla Cina. In secondo
luogo, soprattutto nel caso dei paesi più vicini all’Italia, esistono molti
canali informali di invio delle rimesse, che risultano quindi sottostimate
rispetto al loro reale valore. Un caso interessante è quello dell’Albania.
Secondo un’indagine effettuata nel 2007 da Nomisma per la Regione Emilia-
Romagna sulle rimesse degli immigrati albanesi16, nel 2006 quasi il 70 per
cento dei trasferimenti veniva effettuato tramite canali informali, ovvero in
contanti affidati ad amici e parenti o di persona in occasione di viaggi in
Albania (graf. 7.1).

Confrontando i dati sui flussi di rimesse relativi al 2006 con quelli relativi al
2007, la crescita complessiva del volume delle rimesse in uscita dall’Italia
è stata trainata in maniera determinante dall’aumento delle rimesse verso
la Cina, che sono praticamente raddoppiate in termini di incidenza sul
totale degli invii e quasi triplicate in termini assoluti, passando da circa 680
milioni di euro a oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro (graf. 7.2).

16 Il dato in questione proviene dall’indagine campionaria effettuata da Nomisma per la Re-


gione Emilia-Romagna nel 2007: Indagine sulla comunità albanese in Emilia-Romagna:
dinamiche abitative, mobilità, lavoro, trasferimento e utilizzo delle rimesse. L’indagine è
stata condotta su un campione di 122 famiglie, in rappresentanza delle circa 9.000 fami-
glie albanesi residenti nel territorio della Regione. Per ogni famiglia è stato intervistato un
membro, il quale doveva essere impiegato e residente in Italia da almeno due anni.
229
Per quanto riguarda la variazione dei flussi di rimesse, dal 2000 al 2007 si è
verificata una crescita costante del volume delle rimesse, in maniera più che
proporzionale rispetto alla crescita della popolazione residente straniera. Il
totale annuale delle rimesse è passato da circa 600 milioni di euro nel 2000
a più di 6 miliardi di euro nel 2007, pari allo 0,4 per cento del Prodotto
Interno Lordo italiano (tab. 7.2).

L’aumento straordinario del volume delle rimesse può essere ricondotto a


una serie di fattori diversi. In primo luogo, a partire dal 2001 i flussi di
ingresso di stranieri sono aumentati considerevolmente. In secondo luogo,
a partire dal 2006 vengono conteggiati nel calcolo delle rimesse anche i
trasferimenti di fondi effettuati tramite money transfer. Un terzo elemento
da non trascurare è la regolarizzazione del 2002, che legalizzando il soggiorno
di molti lavoratori stranieri ha consentito il ricorso a canali formali di invio
delle rimesse.

Per quanto riguarda le regioni di invio, è interessante notare come anche


in questo caso le principali regioni per volume di invio non corrispondano
esattamente alle regioni con la maggior presenza di stranieri. Il Lazio infatti
è la regione da cui sono state inviate più rimesse nel 2007, con una quota
del 26 per cento sul totale delle rimesse inviate dall’Italia, senza dubbio
grazie alla forte presenza di una comunità filippina, che è tra le comunità più
importanti per invio di rimesse. Dietro il Lazio si collocano Lombardia, che
è anche la regione che ospita il maggior numero di stranieri (circa un quinto
del totale), e Toscana, in virtù di una forte presenza cinese nella provincia
di Prato. Quest’ultima conta da sola per il 7 per cento circa delle rimesse
totali dall’Italia. Restano più indietro invece regioni con una forte presenza
straniera, quali Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte (tab. 7.3).

230
Tab. 7.1 Flussi di rimesse dall’Italia per paese di destinazione, 2007
Incidenza % su tot. % stranieri residenti del paese su
Paese Rimesse 2007
rimesse tot. stranieri residenti
Cina (a) 1.687.533.000 27,92 4,93
Romania 789.597.000 13,06 11,64
Filippine 727.930.000 12,04 3,45
Marocco 339.411.000 5,62 11,68
Senegal 252.278.000 4,17 2,04
Brasile 152.765.000 2,53 1,17
Albania (b) 143.660.000 2,38 12,79
Bangladesh 143.072.000 2,37 1,69
Perù 127.896.000 2,12 2,26
Ecuador 125.748.000 2,08 2,34
India 103.064.000 1,71 2,36
Ucraina 102.056.000 1,69 4,09
Tunisia 101.052.000 1,67 3,03
Colombia 92.720.000 1,53 0,60
Polonia 73.986.000 1,22 2,47
Rep. Dominicana 68.681.000 1,14 0,61
Moldavia 54.567.000 0,90 1,90
Nigeria 48.446.000 0,80 1,28
Altri paesi 909.598.000 15,05 29,68
Totale (c ) 6.044.060.000 100,00 100,00

Note:
(a) La Cina risulta essere il Paese di destinazione di circa il 27 per cento delle rimesse, a fronte di una percentuale di cittadini
cinesi residenti in Italia pari a circa il 5 per cento delle presenze di stranieri sul territorio italiano al 1° gennaio 2007. Tale divario
potrebbe essere riconducibile anche a trasferimenti di fondi per pagamento di beni importati in Italia dalla Cina.
(b) Nel caso dell’Albania, il 12 per cento circa di cittadini albanesi residenti in Italia al 1° gennaio 2007 ha effettuato nell’anno
trasferimenti per circa il 2,5 per cento delle rimesse totali. La differenza fra queste due grandezze potrebbe essere spiegata dal ricorso
a canali informali di trasferimento di fondi.
(c ) Il dato complessivo riferito alle rimesse è quello utilizzato per la redazione della bilancia dei pagamenti (B.d.P.) e non
comprende le rimesse effettuate direttamente tramite il sistema bancario, che comunque rappresentano una quota trascurabile
dell’ammontare totale delle rimesse. Nella B.d.P. 2007, le rimesse degli immigrati rappresentavano il 18% del totale dei pagamenti
per trasferimenti unilaterali in conto corrente e il 41% dei soli trasferimenti privati
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF-Banca d’Italia.

231
Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006

45

40

35

30

25

20

15

10

0
in contanti, portati in contanti, affidati tramite l’agenzia tramite l’agenzia tramite vaglia
personalmente in a amici/parenti di “Western Union” “Money Gram” postale
occasione di viaggi fiducia tornati in
in Albania Albania

Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007

Tab. 7.2 Flussi di rimesse dall’Italia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL)
Variazione annuale, Rimesse procapite
Anno Tot. Rimesse Variazione annuale, % Rimesse/PIL %
% (a)

2000 588.468 15,26 463,2   0,05

2001 749.401 27,30 511,7 10,50 0,06

2002 791.616 5,60 593 15,90 0,06

2003 1.167.060 47,40 753,3 27,00 0,09

2004 2.706.106 131,90 1.359,70 80,50 0,19

2005 3.900.793 44,10 1.623,90 19,40 0,27

2006 4.528.861 16,10 1.695,90 4,40 0,31

2007 6.044.060 33,50 2.056,60 21,30 0,39

Variazione 2000-2007   927,10   444  

Note: (a) calcolato sul numero di stranieri residenti in quell’anno.


Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia.

232
Tab. 7.3 Flussi di rimesse dall’Italia per regione di invio, 2007
Regione Rimesse (migliaia €) Incidenza % (a) Variazione % 2000-2007
Abruzzo 62.259 1,0 642,1
Basilicata 13.652 0,2 1817,4
Calabria 83.339 1,4 1272,5
Campania 280.771 4,7 1934,1
di cui Napoli 170.810 60,8
Emilia Romagna 398.218 6,6 1207,3
di cui Bologna 126.137 31,7
Friuli Venezia Giulia 54.772 0,9 423,5
Lazio 1.573.449 26,0 791,3
di cui Roma 1.505.137 95,7
Liguria 158.492 2,6 1267,0
di cui Genova 95.313 60,1
Lombardia 1.242.919 20,6 628,4
di cui Brescia 127.300 10,2
di cui Milano 824.872 66,4
Marche 92.954 1,5 1229,4
Molise 8.914 0,2 283,1
Piemonte 292.088 4,8 2315,2
di cui Torino 180.411 61,8
Puglia 96.480 1,6 328,4
Sardegna 55.896 0,9 765,1
Sicilia 174.300 2,9 471,3
Toscana 867.816 14,4 2391,8
di cui Firenze 244.298 28,2
di cui Prato 449.739 51,8
Trentino-Alto Adige 48.663 0,8 479,2
Umbria 71.851 1,2 2272,1
Valle d’Aosta 7.305 0,1 2436,5
Veneto 406.958 6,7 1157,9
di cui Padova 104.588 25,7  
Non ripartibili 52.964 0,9 0,0
Italia 6.044.060 100,0 927,1

Note: (a) per le province selezionate si intende l’incidenza delle province sul totale regionale.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia.

233
Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dall’Italia per paese di destinazione, confronto 2006-2007

30
27,9

25

20 2006 2007
17,5
15,5
15
13,1
11,512,0

10

6,5
5,6
4,6 4,2
5
3,3 3,1 2,9
2,5 2,4 2,4 2,4 2,5 2,1 2,1

P. E '
IA N O A
L LE IA H
RU
R
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O N PI CC EG SI N ES O
EP
A P BA D PE D
M LI RO EN RA LA
A
A
R
RO FI A S B A
L
G E CU
N M N
CI BA

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF - Banca d’Italia.

234
APPROFONDIMENTO 1

Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e investimento delle ri-


messe degli albanesi in Emilia-Romagna17
Un caso di studio utile nell’analisi dell’impatto delle rimesse sui territori
di origine è l’Albania, dove le rimesse nel 2006 ammontavano al 15,4 per
cento dell’intero prodotto interno lordo. I dati che emergono sono signi-
ficativi. In primo luogo, emerge chiaramente quanto sia ancora diffuso
l’utilizzo di canali informali di invio delle rimesse (tab. A). In secondo
luogo, risulta chiaro quanto forte possa essere l’impatto delle rimesse per
le comunità e i territori d’origine. Nelle zone urbane (Tirana) le rimesse
costituivano in media nel 2006 il 22 per cento delle entrate delle famiglie,
mentre nelle zone rurali (Elbasan) la quota era addirittura del 40 per cento
(graf. A1 e A2). Naturalmente occorre osservare che le rimesse hanno un
impatto molto selettivo, ovvero influenzano direttamente solo chi le riceve,
e normalmente si tratta non degli strati più poveri della popolazione, ma
di famiglie che sono state in grado di sostenere l’investimento iniziale del
progetto migratorio.

Uno degli aspetti più interessanti riguarda l’impatto delle rimesse sulla spesa
delle famiglie in istruzione e cure sanitarie. Le famiglie che ricevono rimesse
aumentano in maniera considerevole la quota di spesa in questi ambiti (graf.
B). Questo era vero sia nelle zone rurali che in quelle urbane, a testimo-
nianza dell’impatto positivo non solo per quanto riguarda l’accesso ai beni
di consumo, ma anche a servizi in grado di migliorare la qualità della vita
delle famiglie. In particolare, a Tirana la spesa in istruzione e cure sanitarie
aumenta in media di 5 punti percentuali, mentre ad Elbasan la spesa in
istruzione aumenta di 5 punti percentuali e quella in cure sanitarie di 7.

17 I dati riportati in questo Approfondimento provengono da una serie di indagini svolte da


Nomisma per la Regione Emilia-Romagna nel corso del 2007, alcune delle quali svolte in
collaborazione con le Università di Tirana e di Elbasan. In particolare, i dati sui compor-
tamenti delle famiglie albanesi residenti in Emilia-Romagna, provengono dall’indagine
sugli albanesi in Emilia-Romagna già citata nella Nota 1 di questo capitolo. I dati sulla
variazione dei comportamenti di spesa e di risparmio delle famiglie che ricevono rimesse
rispetto al totale della popolazione, provengono dall’analisi econometrica delle informazioni
censuarie sulla misurazione degli standard di vita raccolte dall’Istituto Nazionale di Sta-
tistica albanese, col supporto di Banca Mondiale; il campione indagato ha incluso 16.521
individui e 3.599 nuclei familiari, dei quali il 54,4% residenti in aree urbane e il 45,6% in
aree rurali. I risultati dell’analisi sono stati contestualizzati ed aggiornati con due indagine
campionarie realizzate su un campione di 200 famiglie a Elbasan e di 200 famiglie a
Tirana che avevano almeno un membro della famiglia all’estero.

235
Il caso albanese sembra inoltre sostenere la tesi per cui le migrazioni ten-
dono ad assumere un carattere non permanente, anzi orientato al ritorno.
Secondo l’indagine Nomisma 2007 svolta sul territorio dell’Emilia-Roma-
gna, circa il 50 per cento delle famiglie di origine albanese intervistate
vedeva il proprio futuro in Albania, mentre solo il 23 per cento progettava
di restare in Italia e un altro 30 per cento rimaneva incerto (tab. B).

Tab. A Canali di invio delle rimesse in Albania nel 2006


in contanti, portati personalmente in occasione di viaggi in Albania 40
in contanti, affidati a amici/parenti di fiducia tornati in Albania 28,8
tramite l’agenzia “Western Union” 18,8
tramite l’agenzia “Money Gram” 1,3
in contanti tramite servizi di trasporto a pagamento -
attraverso banche/istituti di credito -
tramite vaglia postale 11,3
in contanti, via posta -
Totale 100

Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007

236
Graf. A.1 Composizione del reddito delle famiglie albanesi in aree urbane (Tirana)
e rurali (Elbasan), 2007

70
59,1
60

50
41,6
39,3
40

30
22,2
20 16,5
14,6

10
2,6 4,1

0
Redditi da lavoro Altre fonti di reddito Rendite Rimesse

Elbasan Tirana

Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007

Graf. A.2 Incidenza delle rimesse sui redditi delle famiglie in Albania, 2006 (€)

7000

6000

5000

4000
Valore medio delle rimesse
ricevute per famiglia
3000 Reddito medio annuale per
famiglia
2000

1000

0
Elbasan Tirana

Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007

237
Graf. B Quota di spesa per cure sanitarie e istruzione: confronto tra totale
popolazione e famiglie che ricevono rimesse, per aree urbane (Tirana) e aree rurali
(Elbasan), 2006

Totale popolazione

5 4,6
4,5
4 3,7
3,5
3
2,4
2,5 Istruzione
2 1,8
Cure sanitarie
1,5
1
0,5
0
Tirana Elbasan

Famiglie che ricevono rimesse

14

12

10

8
Istruzione
6
Cure sanitarie
4

0
Tirana Elbasan

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati indagine Istituto Statistico albanese 2002

238
Tab. B Le famiglie albanesi in Emilia-Romagna e le prospettive per il futuro, 2006
Provenienza Tempo di permanenza in Italia
Totale Totale 2-5 6 - 10
Dove le famiglie vedono il
  Elbasan Tirana   oltre 10 anni
proprio futuro n. % anni anni

in Albania 57 46,7%   55,4% 39,4%   47,1% 50,0% 41,7%


in Italia 28 23,0% 23,2% 22,7% 20,6% 19,2% 30,6%
non sanno, devono ancora
37 30,3% 21,4% 37,9% 32,4% 30,8% 27,8%
decidere
Totale 122 100,0%   100,0% 100,0%   100,0% 100,0% 100,0%

Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007.

239
II.7.2 La migrazione di ritorno
Misurare il numero di stranieri che fa ritorno nel proprio paese di origine
è un esercizio complesso. Innanzitutto, è necessario distinguere tra ritorni
coatti e ritorni volontari. In questo capitolo ci occuperemo solo di ritorni
volontari, che consentono qualche riflessione su aspetti qualitativi della
migrazione odierna, soprattutto in relazione ai processi di integrazione tra
territori di origine e di arrivo e per l’impatto sui processi di sviluppo dei
paesi di partenza.

In secondo luogo, esistono diverse categorie di ritorno anche all’interno dei


ritorni volontari. In particolare, solo una piccola parte di chi fa ritorno nel
proprio paese usufruisce di programmi di assistenza al ritorno volontario.
Avere una misura precisa di quanti stranieri fanno ritorno al loro paese di
origine è piuttosto difficile. Una stima si può azzardare analizzando i flussi di
emigrazione dall’Italia. Secondo Eurostat, i flussi di emigrazione di cittadini
stranieri dall’Italia sono cresciuti costantemente dal 1999 al 2005, con
l’unica eccezione del 2002 che risente degli effetti della regolarizzazione
del 2001 (tab. 7.4).

Sono dati che naturalmente sottostimano il fenomeno: non solo non tengono
conto del movimento degli stranieri in posizione non regolare, ma anche il
calcolo riguardante gli stranieri regolarmente presenti risente della difficoltà
di distinguere tra chi esce dall’Italia per far ritorno nel proprio paese di
origine, chi esce solo temporaneamente e chi esce per trasferirsi in un altro
paese. Secondo l’OCSE, una percentuale compresa tra il 20 per cento e il
50 per cento degli immigrati lascia il paese di destinazione entro cinque
anni dall’arrivo. Prendendo in considerazione il volume dei flussi di ingresso
in Italia, dal 2003 al 2007, il numero medio di ingressi per anno è stato
superiore a 370.000 individui. Questo vorrebbe dire, stando alle stime
più caute dell’OCSE, che i migranti di ritorno sarebbero un numero ben
maggiore rispetto a quelli registrati dai flussi di emigrazione.

Per quanto riguarda invece il caso più specifico del ritorno volontario assistito,
si tratta di un particolare tipo di migrazione di ritorno, che è sostenuta da
speciali programmi statali. Tra il 1991 e il 2006 hanno beneficiato di questo
programma 7.223 individui; va tenuto conto che i programmi per il ritorno
non sono aperti a tutti gli immigrati, ma solo a determinate categorie: i casi
di emergenza umanitaria, i richiedenti asilo e rifugiati, le vittime della tratta
240
e i casi umanitari (che comprende minori non accompagnati, lavoratori
in difficoltà e persone in stato di vulnerabilità). Sono invece esclusi gli
immigrati irregolari (graf. 7.3).

Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dall’Italia, 1999-2005


1999 2000 2002 2003 2004 2005

Flussi emigrazione totale 64.873 56.601 41.756 48.706 49.910 53.931

Flussi emigrazione italiani 56.283 47.480 34.056 39.866 39.155 41.991

Differenza 8.590 9.121 7.700 8.840 10.755 11.940

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.

Graf. 7.3 Beneficiari del ritorno volontario assistito, 1991-2006

Totale beneficiari 1991-2006:


7.223

0,099
0,063 Emergenze umanitarie

Asilo
0,11

Vittime tratta

Casi umanitari/Lavoratori in
0,727 difficoltà

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network, 2006, ‘Migrazioni di ritorno: il caso italiano’, su
informazioni del Ministero dell’Interno.

241
APPROFONDIMENTO 2
Il ritorno dei cittadini dell’Europa dell’allargamento: il caso del
Regno Unito
Un caso utile alla comprensione delle dinamiche che regolano le migra-
zioni di ritorno è quello del Regno Unito e dei flussi di immigrazione pro-
venienti dai Nuovi Stati Membri del 2004 (Polonia, Slovacchia, Slovenia,
Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, esclusi Cipro e
Malta) e del 2007 (Romania e Bulgaria). Il Regno Unito è stato uno dei tre
Stati Membri che nel 2004 e nel 2007 non ha posto vincoli d’accesso al
proprio mercato del lavoro da parte dei cittadini neo-comunitari. Verosi-
milmente, questo ha eliminato la preoccupazione di perdere la possibilità
di ingresso nel Regno Unito per chi fosse uscito dai suoi confini. Secondo
uno studio recente dell’Institute for Public Policy and Research18, il ri-
sultato è stato un forte aumento della propensione dei cittadini di questi
paesi a formulare un progetto migratorio non permanente. La percentuale
di stranieri provenienti dai Nuovi Stati Membri che resta nel Regno Unito
per meno di due anni è aumentata costantemente dal 2001, passando dal
38 per cento al 64 per cento (graf. C).

Le caratteristiche delle migrazioni di ritorno appaiono complesse anche


in ragione dei fattori non solo economici, ma anche culturali e personali,
che la animano, secondo l’indagine condotta sempre da IPPR su alcuni
migranti polacchi ritornati in patria. Le prime due motivazioni indicate
come centrali nel decidere di tornare in Polonia sono infatti la nostalgia di
casa e la mancanza della famiglia (tab. C). Si tratta in genere di persone
con un livello di istruzione molto elevato, trasferitesi nel Regno Unito per
continuare gli studi o per svolgere un’esperienza professionale formativa,
e che successivamente decidono di tornare in patria.

18 “Floodgates or turnstiles? Post-EU enlargement migration flows to (and from) the UK”,
April 2008.

242
Graf. C Permanenza nel Regno Unito dei cittadini stranieri provenienti dai Nuovi Stati
Membri, 2001 e 2007

100%

90%

80%

70%
Più di 10 anni
60%
5-10 anni
50% 3-5 anni

40% 2-3 anni


1-2 anni
30%
Meno di 1 anno
20%

10%

0%
2001 2007

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR.

Tab. C Ragioni per ritornare in Polonia, indagine su cittadini polacchi ritornati in Polonia,
2009
Ragioni per ritornare %
Mi mancava casa 36
Per stare con la famiglia 29
Sono venuto solo per lavorare temporaneamente 18
Ho sempre pensato di tornare una volta accumulato abbastanza denaro 16
Per continuare l’istruzione in Polonia 15
Ho sempre pensato di tornare una volta trascorso un certo periodo di tempo nel Regno
14
Unito
Non riuscivo a guadagnare abbastanza soldi 7
Il/La mio/a partner è ritornato in Polonia 7
Il costo della vita nel Regno Unito è troppo alto 5
Volevo che i miei figli crescessero in Polonia 4
Non riuscivo a trovare un lavoro al pari delle mie qualifiche 4
Non riuscivo a trovare un lavoro nel Regno Unito 4
Le condizioni abitative nel Regno Unito sono sfavorevoli 3
L’economia polacca è più solida di quando sono partito 3
Non mi sentivo benvenuto nel Regno Unito 3
Le condizioni di lavoro nel Regno Unito sono sfavorevoli 3
Per comprare/costruire una proprietà in Polonia 3

Note: La somma delle percentuali è maggiore di 100 perché era possibile dare più di una risposta.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR.

243
II.7.3 Migrazioni e sviluppo
I flussi di rimesse, in tutto il mondo, sono di molto superiori agli aiuti allo
sviluppo per quantità di fondi trasferiti nei paesi in via di sviluppo. Questo
avviene anche in Italia, dove il totale delle rimesse negli anni 2005-2006-
2007 ha superato i 14 miliardi di euro, mentre il totale erogato nello stesso
periodo dalla cooperazione allo sviluppo è stato poco più di 2 miliardi e
mezzo di euro.

Questo risulta tanto più vero se si osservano solo i fondi e i progetti finanziati
dalla Cooperazione Italiana rivolti a iniziative che favoriscono la correlazione
tra migrazioni e sviluppo. Secondo i dati forniti dalla Direzione Generale
Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, i fondi impegnati
in progetti legati alle migrazioni sono cresciuti notevolmente nell’ultimo
triennio, sia in termini assoluti che in termini relativi. Si è passati, infatti,
dai 2,3 milioni di euro impegnati nel 2006 ai 12,1 impegnati nel 2008 (tab. 
7.5), mentre in relazione al totale delle spese sostenute dalla cooperazione
allo sviluppo la quota percentuale impegnata per progetti legati alle
migrazioni è quasi triplicata durante lo stesso periodo (tab. 7.6).

Per quanto riguarda le aree di destinazione dei progetti legati alle migrazioni,
la Cooperazione allo Sviluppo ha agito prevalentemente nel continente
africano, al quale sono state assegnate circa il 40 per cento delle risorse
impegnate. Sembra invece in calo il peso rivestito dalle risorse assegnate
a organizzazioni internazionali come contributo volontario (in particolare
all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), a favore soprattutto di
interventi diretti verso l’Asia e l’America Latina (graf. 7.4).

244
Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei
fondi, 2006-2008 (€)

2006 2007 2008


Africa 999.224 2.745.526 5.752.387
Europa 226.950 249.229 2.933.930
America Latina 68.942 75.851 1.155.579
Asia - - 1.106.912
ONG - 77.132 274.973
Contributo volontario OIM 1.000.000 4.000.000 950.000
Totale 2.295.116 7.147.739 12.173.781

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.

Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla
Cooperazione allo Sviluppo, 2006-2008 (milioni di euro)

Cooperazione allo Sviluppo Settore migrazioni Incidenza percentuale, %

2006 327,6 2,23 0,68

2007 616,5 7,27 1,18

2008 703,5 12,5 1,78

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.

245
Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per
continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€)

2006

Africa
44% 43% Europa
America Latina
Contributo volontario OIM

3% 10%

2007

Africa

Europa
38%

America Latina
57%
ONG

3%
1% Contributo volontario OIM
1%

2008
Africa

8%
2% Europa
9%
America Latina

9% 48%
Asia

ONG

24% Contributo volontario OIM

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.

246
II.7.4 L’interscambio commerciale con i paesi di origine
Analizzando il flusso di interscambio commerciale tra l’Italia e i paesi con
la più forte presenza sul territorio italiano, è evidente che dal 1999 al 2008
le esportazioni italiane sono cresciute in termini percentuali molto di più
verso i paesi in via di sviluppo che verso i paesi sviluppati. È interessante
vedere come tra i paesi verso i quali le esportazioni italiane sono aumentate
maggiormente figurino quei paesi da cui proviene la maggior parte degli
stranieri presenti in Italia, in particolare Cina, Albania, Romania e
Marocco. Naturalmente, non è possibile dedurre un legame diretto tra flussi
migratori ed esportazioni. Questo dato può tuttavia suggerire che i rapporti
commerciali risultano favoriti se si instaurano rapporti diretti tra il territorio
di origine e quello di provenienza, e che le diaspore sembrano favorire lo
sviluppo di rapporti commerciali (graf. 7.5).

Una certa cautela deve guidare poi l’analisi dell’aumento percentuale


delle esportazioni verso un paese. Questo aumento, infatti, può non essere
determinato da un’aumentata capacità attrattiva delle merci provenienti
dall’Italia, ma da un più generale aumento delle importazioni da parte del
paese in via di sviluppo. Possiamo controllare la capacità di penetrazione
in un mercato delle esportazioni italiane andandone ad osservare la quota
italiana di mercato in quel paese. Da questa analisi emerge un andamento
non univoco. In alcuni paesi l’Italia ha saputo aumentare le proprie quote di
mercato (Ucraina, Marocco, Perù), mentre nella maggior parte dei casi presi
in considerazione le quote di mercato sono rimaste praticamente inalterate
(Albania, Moldavia, Egitto). Due vistose eccezioni risultano essere Cina e
Romania, verso le quali l’Italia, pur aumentando le sue esportazioni in termini
assoluti (tab. 7.7), ha perso quote di mercato importanti (tab. 7.8).

247
Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base
1999)

0
Ucraina Moldavia Perù Cina Albania Romania Marocco Europa Francia Germania Giappone Stati
Uniti

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE

248
Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro)
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
EUROPA 157.688 180.991 189.660 187.546 190.070 205.495 215.392 239.643 262.630 258.286
Francia 29.176 33.196 33.691 33.069 33.033 35.230 36.845 39.121 41.991 40.957
Germania 36.965 39.558 40.096 37.256 37.233 38.761 39.493 43.936 47.254 46.645
Polonia 3.454 3.845 4.243 4.278 4.589 5.151 5.637 7.132 8.943 9.589
Regno Unito 15.952 18.036 18.474 18.780 18.686 20.153 19.703 20.171 21.241 19.234
Romania 1.923 2.672 3.363 3.616 3.870 4.288 4.671 5.529 5.990 5.820
Albania 291 370 468 546 553 583 611 673 813 933
Ucraina 333 456 704 764 866 1.100 1.281 1.665 1.966 2.360
Moldavia 47 65 85 99 97 111 123 153 175 197
AFRICA 7.641 9.119 10.169 9.977 9.742 10.424 11.502 12.646 14.597 17.981
Egitto 1.504 1.542 1.492 1.203 1.201 1.352 1.387 1.539 2.147 2.906
Libia 867 1.028 1.294 1.316 1.367 1.502 1.365 1.403 1.623 2.639
Marocco 603 719 824 824 892 945 1.012 1.148 1.440 1.689
Senegal 101 76 92 121 98 79 107 105 101 148
AMERICA 31.079 39.287 38.925 36.941 31.624 32.554 34.748 37.115 38.984 37.828
Stati Uniti 20.547 26.659 26.243 25.802 21.970 22.368 23.960 24.541 24.254 23.038
Ecuador 59 74 127 147 96 90 96 121 147 146
Peru’ 102 128 137 166 140 123 169 221 230 414
ASIA 21.652 27.563 30.783 30.931 29.377 31.787 33.980 38.368 43.363 45.670
Bangladesh 66 96 175 114 112 135 150 167 185 167
India 770 1.007 1.034 1.034 1.097 1.273 1.679 2.166 2.995 3.091
Pakistan 257 270 300 312 294 379 457 540 515 543
Sri Lanka 69 74 80 98 114 123 124 149 148 162
Cina 1.834 2.380 3.275 4.017 3.850 4.448 4.603 5.686 6.290 6.444
Giappone 3.509 4.338 4.705 4.495 4.333 4.333 4.537 4.483 4.312 4.258
Filippine 233 297 253 263 240 252 229 213 233 269
OCEANIA 2.980 3.453 3.453 3.668 3.803 4.154 4.303 4.241 5.169 6.041
MONDO 221.040 260.413 272.990 269.064 264.616 284.413 299.923 332.013 364.744 365.806

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE

Tab. 7.8 Quote dell’Italia sul totale esportazioni verso paesi selezionati
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Romania 21 20,3 21,2 20,9 19,9 17,5 14,7 13 13,2 11,2
Albania 32,1 34,9 34,1 37,9 37,5 35 33,1 31,6 31,7 32,5
Moldavia 5,4 5,6 6,2 7 5,9 5,6 5,3 5,6 5,2 5,2
Ucraina 3,2 3,2 4,1 4,1 4,2 4,4 4 4 3,9 4
Marocco 6,5 6 7 6,6 7,4 6,9 5,6 6,4 6,7 6,9
Egitto 8,1 7,6 7,4 6,7 7,5 7,1 6,2 5,7 6,9 7,9
Senegal 6,4 3,9 4,7 5,8 4,7 3,5 3,6 3,8 3,1 3,7
Perù 1,9 1,8 2 2,4 2,2 1,7 1,9 2 1,7 2,5
Cina 1,2 1 1,3 1,4 1,2 1,1 1 1 1 0,9
MONDO 4,2 3,7 3,9 3,9 4 3,9 3,6 3,5 3,6 3,4

Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE

249
Fonti utilizzate

SEZIONE I
CAPITOLO I.1 POPOLAZIONE E MIGRAZIONI NEL MONDO
Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), 2008 Global Trends
Banca Mondiale, Migration and Remittances Factbook 2008
United Nations Population Division, International Migrant Stock: the 2008 Revision

CAPITOLO I.2 IMMIGRAZIONE, EMIGRAZIONE E MOBILITA’ IN EUROPA


European Spatial Planning Observation Network (ESPON), Territorial Dynamics in Europe: Trends in Population Development
Eurostat, Labour Force Survey; Statistics in Focus: Recent Migration Trends 2008;Population Database
Istat, Demografia in Cifre
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2008 e 2009

SEZIONE II
CAPITOLO II.1 GLI STRANIERI CHE ARRIVANO IN ITALIA: I FLUSSI DI INGRESSO
Ministero degli Affari Esteri, Annuario Statistico 2008
Ministero dell’Interno, Archivio Soggiornanti Stranieri; Archivio sui Flussi Irregolari e sui Rimpatri

CAPITOLO II.2 GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA


Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro (CNEL), Indici di integrazione degli immigrati in Italia
Istat, Rapporto Annuale 2008; Demografia in Cifre; La Presenza Straniera in Italia 2007; Gli Stranieri nel Mercato del Lavoro;
Gli Stranieri in Italia: gli Effetti dell’Ultima Regolarizzazione; La Popolazione Straniera Regolarmente Presente in Italia
Makno & consulting, Una Ricerca Sociale sull’Immigrazione: Indagine Estensiva sugli Immigrati
Ministero dell’Interno, Archivio Casi Cittadinanza
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009

CAPITOLO II.3 LA CASA DEGLI IMMIGRATI STRANIERI


Istat, Censimento 2001
CRIF, Decision Solutions
Federcasa, I numeri della casa
Ministero dell’Interno, Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG
Ministero della Solidarietà sociale, Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia
Makno& Consulting, Una Ricerca Sociale sull’immigrazione: indagine estensiva sugli Immigrati
Nomisma, Osservatorio sul mercato immobiliare

CAPITOLO II.4 I GIOVANI STRANIERI NELLA SCUOLA ITALIANA


Istat, Rapporto annuale 2008
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dati Servizio statistico
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ufficio Statistica
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), Education at a Glance 2005, 2006, 2007, 2008

CAPITOLO II.5 LA SALUTE DEGLI STRANIERI E L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI


Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Rapporto annuale, 2006, 2007, 2008
Istat, Salute e ricorso ai servizi sanitari popolazione straniera, 2008
Istat, Check-Up dell’Italia: immigrati e nuovi cittadini
Istat e Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni, Mortalità e natalità della popolazione straniera residente in Italia
Ministero della Salute, SDO - schede dimissione ospedaliera

250
CAPITOLO II.6 LA DIMENSIONE ECONOMICA DELL’IMMIGRAZIONE: LAVORO E FORMAZIONE, IMPRESA E
SVILUPPO TERRITORIALE
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati
Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (CRIF), Banca dati EURISC
Unioncamere – Infocamere, Movimprese
Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS), III Rapporto su immigrati e previdenza negli archivi INPS
Istat, La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali; Rilevazioni sulle forze lavoro
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), OECD.Stat
Eurostat, Labour force survey

CAPITOLO II.7 COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E INTERSCAMBIO CON I PAESI DI ORIGINE


Banca d’Italia, Relazione annuale sul 2008
Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Relazioni Previsionali e Programmatiche;
Relazioni al Parlamento
Eurostat, Population Database
Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Rapporto 2008-2009
Ministero dell’Interno, Archivio sui flussi irregolari e sui rimpatri

251
Riferimenti bibliografici

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254
Elenco di Tabelle, Grafici e Mappe

SEZIONE I

CAPITOLO 1
Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (metà anno, migliaia) 8
Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%) 9
Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005
(%) 10
Tab. 1.4 Stima del numero di migranti internazionali e incidenza di donne e rifugiati, 1960-2005 11
Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) 12
Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) 13
Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine e di destinazione, 1990 e 2000
(%) 14
Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008 15
Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008 15
Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008 16
Tab. 1.11 Flussi di rimesse in arrivo per macroarea di destinazione, 1997-2008 (milioni di dollari USA) 17
Tab. 1.12 Flussi di rimesse in uscita, per macroarea di invio, 1997-2007 (milioni di dollari USA) 18

CAPITOLO 2
Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007 21
Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia) 22
Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza (persone oltre i 15 anni di età) 22
Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione totale, 1999 e 2008 27
Tab. 2.5 Numero stranieri residenti nei paesi della UE 27 per macrogruppo di cittadinanza, 2003-2007 (migliaia) 28
Tab. 2.6 Stock stranieri nei paesi UE per continente di origine, 2008 (stock e incidenza su totale stranieri) 29
Tab. 2.7 Stranieri residenti nei paesi UE per classi di età e incidenza su totale della popolazione, 2007 31
Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata all’estero, 2006 (%) 33
Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006 35
Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001 36
Tab. 2.11 Proiezioni popolazione UE 27 2010, 2020 e 2050 43

Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%) 20


Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze 2006 (migliaia) 20
Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006 23

Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densità di presenze, 2008 26
Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005 39
Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione, 2001-2005 40
Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale, 2001-2005 41

SEZIONE II

CAPITOLO 1
Tab. 1.1 Popolazione residente e bilancio demografico, 1968-2008 (migliaia) 46
Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dell’ammontare di stranieri residenti, 2005-2007 (migliaia) 47
Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in Italia nel 2007 per sesso, area geografica e principali paesi di cittadinanza, per
stato civile 47
Tab. 1.4 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008 48
Tab. 1.5 Visti rilasciati per tipologia e incidenza sul totale visti rilasciati per anno, 2000-2007 50
Tab. 1.6 Stranieri extracomunitari entrati in Italia, per motivo della presenza, area geografica e principali paesi di

255
cittadinanza, 2007 (valori assoluti e percentuali) 51
Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda 55
Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008 57
Tab. 1.9 Prime 15 nazionalità delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008 57
Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza e nei Centri di Primo
Soccorso e Accoglienza, 2008 57

Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali finalità, 2004-2007 (%) 52
Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009 52
Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008 53
Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del richiedente, 2006-2007 53
Graf. 1.5 Domande di riconoscimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007 54
Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008 55

Mappa 1.1.(a) Rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Italia 58


Mappa 1.1.(b) Clandestini rintracciati sbarcati in Sardegna, 1998-2007 58
Mappa 1.1.(c) Clandestini rintracciati sbarcati in Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007 58

CAPITOLO 2
Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagrafico, 2001-2008 61
Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008 61
Tab. 2.3 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008 62
Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della popolazione (2010-2020-2050) 62
Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1° gennaio 2008 64
Tab. 2.6 Cittadini stranieri residenti per continente d’origine e paesi selezionati, 2008-2009 (numeri assoluti e variazione %
annuale) 65
Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %) 66
Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e incidenza %) 67
Tab. 2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008 67
Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007 70
Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007 70
Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di età e incidenza sul totale della popolazione residente, 71
Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione minorenne, per ripartizione
geografica, 1° gennaio 2008 71
Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di età, genere e ripartizioni geografiche, 2006
(%) 72
Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007 73
Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2, 2007 73
Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4, 2007 73
Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6, 2007 74
Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza, per genere e incidenza sulla popolazione
residente, 1° Gennaio 2008 76
Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demografica dei comuni di residenza, 2008 76
Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006 78
Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia di trasferimento, 1996-2006
(valori assoluti e %) 79
Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1° gennaio 1992, 2000, 2003 e 2004 83
Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002) 84
Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attività e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1° gennaio 2004 85
Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geografica. Principali paesi al 1° gennaio 2004 86
Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia, 1° gennaio 2003-2006 87
Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1° gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per ripartizione geografica 87

256
Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008 68
Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007 68
Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007 69
Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008 69

Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1° gennaio 2008 77

CAPITOLO 3
Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione geografica – Censimento 2001 97
Tab. 3. 2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dell’alloggio – Censimento 2001 97
Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e ripartizione geografica – Censimento 2001
98
Tab. 3. 4 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
dell’edificio – Censimento 2001 99
Tab. 3. 5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone residenti di cittadinanza straniera per
regione e ripartizione geografica – Censimento 2001 100
Tab. 3. 6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geografica di cittadinanza – Censimento
2001 100
Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per titolo di godimento
dell’abitazione, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001 101
Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un cittadino straniero e popolazione
residente in condizione di sovraffollamento grave per area geografica di cittadinanza - Censimento 2001 102
Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per disponibilità di servizi nell’abitazione
(valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento) 103
Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri 103
Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007 104
Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica 104
Tab. 3.13 L’utenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006 106
Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati 115
Tab. 3.15 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni ACQUISTATE dagli extracomunitari - Anno 2007 116
Tab. 3.16 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni AFFITTATE dagli extracomunitari - Anno 2007 117
Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri, anno 2007 118
Tab. 3.18 Distribuzione % dei flussi dei mutui per area di provenienza 118
Tab. 3.19 Importo medio finanziato dei mutui (valori in Euro) 118
Tab. 3. 20 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza 118

Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
dell’edificio 99
Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di godimento dell’abitazione e
paese di cittadinanza – Censimento 2001 101
Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione geografica 105
Graf. 3.4 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza 119

CAPITOLO 4
Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti) 122
Tab. 4.2 L’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%) 123
Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni 123
Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori assoluti) 123
Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni, a.s. 2007/08 (%) 124
Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo 1988/89-2007/08 124
Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 125
Tab. 4.8 Le province con un’incidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni superiore al 12%, a.s.

257
2007/08 125
Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la più alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08
125
Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei piccoli comuni, a.s. 2007/08 126
Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria anni 2005-2006-2007) 126
Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nell’ultimo quadriennio (%) 127
Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 127
Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geografica, a.s. 2006/07 (%) 128
Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri, a.s. 2007/08 128
Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 129
Tab. 4. 17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 (%)
129
Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico ( per 100 alunni)*, a.s. 2007/08 129
Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08 (valori assoluti e composizione %) 130
Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08 131
Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06 131
Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei (per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006 131
Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari postuniversitari nelle università italiane per provenienza
geografica e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006 132

CAPITOLO 5
Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
134
Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione di età inferiore ai 65 anni nelle
quattro settimane precedenti l’intervista, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone) 135
Tab. 5.3 Persone di 18 anni e più che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia e pressione arteriosa per
cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 136
Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammografia per classi di età e cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100
persone) 136
Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test, per cittadinanza e paese di
origine, 2005 (tassi standardizzati per età) 136
Tab. 5.6 Popolazione fino a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza e genere, 2005 (tassi
standardizzati per età) 138
Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro settimane precedenti l’intervista
per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 138
Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti e la figura professionale per
la quale dichiarano maggiore fiducia, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 139
Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternità per le donne che hanno partorito nei cinque anni precedenti
l’intervista per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età) 139
Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri con cittadinanza estera, 2003-2006 140

CAPITOLO 6
Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni), 2002-2006 143
Tab. 6.2 Tassi di attività dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64) , 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 143
Tab. 6.3 Tassi di attività dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144
Tab. 6.4 Tassi di attività di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144
Tab. 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 145
Tab. 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
145
Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 146
Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 146
Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 147

258
Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 147
Tab. 6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego, (15-64), 2007 (%) 148
Tab. 6.12 Distribuzione settoriale dell’occupazione straniera (15-64), 2007 (%) 149
Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione in selezionati
paesi OCSE, (15-64), 2007 150
Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008 154
Tab. 6.15 Incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008 154
Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari, 2007 155
Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007 155
Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di età, 2006 (%) 155
Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008 155
Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007 155
Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geografica di residenza e per genere, 2008 156
Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geografica, 2008 156
Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geografica, 2008 156
Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007 156
Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di un’azienda sul totale dei lavoratori, 2005-2008 156
Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%) 157
Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008 157
Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati stranieri per livello di istruzione,
2006 157
Tab. 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geografica e per genere, 2008 157
Tab. 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008 158
Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto della propria qualifica, per
genere e classe di età, 2006 158
Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati al di fuori della UE, 2004 158
Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria 2004 159
Tab. 6.35 Stime unità di lavoro non regolari stranieri., 2000-2006 (migliaia) 159
Tab. 6.36 Stime unità di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006 159
Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati all’INAIL per genere, 2004-2008 159
Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008 160
Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008 160
Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attività economica, 2008 160
Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008 161
Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008 161
Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati all’estero al 1° gennaio 2007 162
Tab. 6.44 Beneficiari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari, 2004-2005 162
Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164
Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164
Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 per tipo di industria
164
Tab. 6. 48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 e il 2008 per tipo di servizio
165
Tab. 6. 49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e
2009 per tipo di industria 165
Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e
2009 per tipo di servizio 166
Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geografica 166
Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2009 per
ripartizione geografica 166
Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali, 2003-2008 167
Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali , 2007 e 2008 167

259
Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione, 2006-2008 167
Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009 167
Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalità straniera per genere, 2004-2008 169
Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarità straniera e dell’insieme delle imprese, 2004-2008 170
Tab. 6.59 Titolari di nazionalità straniera di imprese individuali per classe di età, 2004-2008 170
Tab. 6.60 Distribuzione per attività economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008 170
Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nell’industria manifatturiera, 2008 171
Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nel commercio, 2008 171
Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati all’estero, 2008 173
Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province
selezionate, 2008 174

CAPITOLO 7
Tab. 7.1 Flussi di rimesse dall’Italia per paese di destinazione, 2007 192
Tab. 7.2 Flussi di rimesse dall’Italia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL) 193
Tab. 7.3 Flussi di rimesse dall’Italia per regione di invio, 2007 194
Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dall’Italia, 1999-2005 200
Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€) 204
Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla Cooperazione allo Sviluppo, 2006-
2008 (milioni di euro) 204
Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro) 207
Tab. 7.8 Quote dell’Italia sul totale esportazioni verso paesi selezionati 207

Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006 193


Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dall’Italia per paese di destinazione, confronto 2006-2007 195
Graf. 7.3 Beneficiari del ritorno volontario assistito, 1991-2006 201
Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€) 205
Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base 1999) 206

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