Sei sulla pagina 1di 5

UUJ_2_2015_UUJ_1_2013.

qxd 14/06/15 14:11 Pagina 73

Aldo Vendemiati

L’ETICA FONDAMENTALE
DELLA EVANGELII GAUDIUM

Parole chiave: Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx


xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

L’etica viene comunemente intesa come la “scienza che indica ciò che
l’uomo deve fare per essere buono”. Questa impostazione, centrata sul do-
vere, suona un po’ troppo debitrice al kantismo – ed anche un po’ noiosa.
Forse sarebbe più opportuno definire la nostra disciplina come «la scien-
za di ciò che l’uomo deve essere, poiché la vita morale non consiste sol-
tanto nel fare in senso stretto, ma nell’orientare tutta la nostra attività [...]
in un determinato modo, verso un determinato ideale umano»1, e questo è
decisamente più stimolante: cercare un senso dell’umano esistere!
Precisamente in questa prospettiva si colloca papa Francesco allorché al
n. 8 dell’EG scrive:

Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani,


quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi perché rag-
giungiamo il nostro essere più vero.

Se andassimo in cerca di aggettivi, potremmo definire questa prospetti-


va etica come teleologica, antropologica, ontologica e teologica.
– Si tratta di un’impostazione decisamente teleologica dell’etica, perché
c’è l’indicazione un telos di una meta da raggiungere, che è quella di es-
sere “pienamente umani”.
– Si tratta di un’impostazione antropologica, perché è l’umanità dell’uo-
mo a fungere da criterio; tutto infatti si gioca sulle espressioni: “piena-
mente umani”, “più che umani” e “il nostro essere più vero”.
– Con questo veniamo a dire che si tratta di un’impostazione ontologica,
perché c’è un bene, che consiste nell’essere “pienamente umani”, e questo

1
S. VANNI ROVIGHI, Elementi di filosofia, III, La Scuola, Brescia 19859, 189.

2/2015 ANNO LXVIII 73 URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL


UUJ_2_2015_UUJ_1_2013.qxd 14/06/15 14:11 Pagina 74

Aldo Vendemmiati

viene richiesto dalla umanità, ossia dalla forma dell’essere umano (perfe-
zione prima), che tende alla piena realizzazione del dinamismo insito nella
forma stessa, dinamismo che si placa solo nella piena attualizzazione (per-
fezione seconda) dell’essere umano stesso: il nostro «essere più vero»2.
– Si tratta però di un’impostazione teologica, giacché a questo punto, ci
imbattiamo in quella “sproporzione” pascaliana, per cui «l’homme passe
infiniment l’homme»3: per essere pienamente ciò che è, l’uomo deve la-
sciarsi condurre da Dio al di là di sé stesso. L’anima umana è caratterizza-
ta da un’apertura all’assoluto, tale che non potrà mai essere completamen-
te appagata da alcun divenire intramondano, relativo4. Solo in Dio l’uomo
trova il bene beatificante, il senso e il fine della propria esistenza. La 2 Pt
1, 4 esprime questo concetto nei termini forti di partecipazione alla natu-
ra divina, che implica il primato dell’azione di Dio: è lui che chiama, è lui
che ci “conduce al di là di noi stessi”.
Questo trascendimento dell’umano è un’opera soprannaturale che però
è sommamente congeniale alla natura umana stessa: è altro dalla natura,
ma è ciò a cui la natura tende. La partecipazione alla natura divina è l’o-
pera della grazia: costituisce ontologicamente la persona del cristiano;
chiama eticamente ristrutturando l’ordine dei valori, riordinando la liber-
tà a perseguirli, dando la capacità di agire in modo soprannaturale. È dun-
que un evento dialogico in cui l’azione di Dio suscita la risposta umana5.
L’effetto di questa azione è la gioia, l’evangelii gaudium che dà il nome
a questa esortazione. Il richiamo alla gioia è indicativo di una visione eti-
ca precisa: si tratta di un’etica della felicità.
La gioia è un’aspirazione radicata profondamente nella natura dell’uo-
mo, compromessa dal peccato e fatta rinascere da Cristo salvatore (EG 1).
Più precisamente, il peccato si manifesta nella «tristezza individualista
che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri
superficiali, dalla coscienza isolata» (EG 2). La chiusura individualistica

2
THOMAS AQUINAS, Summa theologiae, I, q. 73, a. 1, c. Abbiamo esposto nel dettaglio
questa posizione in A. VENDEMIATI, San Tommaso e la legge naturale, Urbaniana Univer-
sity Press, Città del Vaticano 2011 (cf. in particolare 232, 238, 326, 332).
3
B. PASCAL, Pensées, éd. CH.-M. DES GRANGES, Éditions Garnier Frères, Paris 1958, fr.
434 (éd. Brunschvicg), 184.
4
Cf. TOMMASO D’AQUINO, De Malo, q. 6; Summa theologiae, I-II, q. 2.
5
Cf. M. COZZOLI, Etica teologale. Fede Carità Speranza, San Paolo, Cinisello Balsamo,
Mi 1991, 11-19.

URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL 74 2/2015 ANNO LXVIII


UUJ_2_2015_UUJ_1_2013.qxd 14/06/15 14:11 Pagina 75

L’etica fondamentale della Evangelii gaudium

nei propri interessi, il rifiuto degli altri, dei poveri, di Dio, conduce alla
perdita della gioia, dell’amore di Dio e dell’entusiasmo nel bene. È dun-
que l’incontro salvifico con Cristo che riapre la strada alla gioia (EG 1-7).
Ma precisamente qui si fonda il dovere etico di rendere partecipe il
prossimo di una tale salvezza e di coinvolgerlo nell’esperienza di gioia (EG
9). Ed ecco che, presentando l’azione evangelizzatrice della Chiesa, ri-
emerge la prospettiva teleologica, antropologica, ontologica e teologica
dell’etica:

Quando la Chiesa chiama all’impegno evangelizzatore, non fa altro che


indicare ai cristiani il vero dinamismo della realizzazione personale
(EG 10).

Il dovere di comunicare il bene è dunque, a sua volta, motivo di realiz-


zazione umana. Potremmo dire che il primo dovere morale è l’annuncio del
Vangelo, non l’annuncio di una morale, ma di un incontro.
Il fondamento di tutto è la memoria grata dell’incontro con il Signore
(EG 13). L’insegnamento morale, staccato da questo contesto, sarebbe pri-
vo di senso, cadrebbe nel rischio di identificare il messaggio Cristiano con
insegnamenti secondari (EG 34-36):

Nel mondo di oggi, con la velocità delle comunicazioni e la selezione in-


teressata dei contenuti operata dai media, il messaggio che annunciamo
corre più che mai il rischio di apparire mutilato e ridotto ad alcuni suoi
aspetti secondari. Ne deriva che alcune questioni che fanno parte del-
l’insegnamento morale della chiesa rimangono fuori del contesto che dà
loro senso. Il problema maggiore si verifica quando il messaggio che an-
nunciamo sembra allora identificato con tali aspetti secondari che, pure
essendo rilevanti, per sé soli non manifestano il cuore del messaggio di
Gesù Cristo. Dunque conviene essere realisti e non dare per scontato
che i nostri interlocutori conoscano lo sfondo completo di ciò che dicia-
mo, che possano collegare il nostro discorso con il nucleo essenziale del
Vangelo che gli conferisce senso, bellezza e attrattiva (EG 34).

Il Papa ricorda a questo proposito l’affermazione del Concilio Vaticano


II circa la gerarchia della verità nella dottrina6 e sottolinea – con san Tom-

6
Cf. UR, n. 11.

2/2015 ANNO LXVIII 75 URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL


UUJ_2_2015_UUJ_1_2013.qxd 14/06/15 14:11 Pagina 76

Aldo Vendemmiati

maso – che questa gerarchia riguarda anche il messaggio morale della


Chiesa, con le virtù e gli atti che da esso procedono7:

Qui ciò che conta è anzitutto “la fede che si rende operosa per mezzo
della carità” (Gal 5, 6). Le opere di amore al prossimo sono la manife-
stazione esterna più perfetta della grazia interiore dello Spirito (n. 37).

Pertanto richiama al rispetto di questa gerarchia nella frequenza dei te-


mi e negli accenti che si pongono nella predicazione:

Quando la predicazione è fedele al Vangelo, si manifesta con chiarezza


la centralità di alcune verità e risulta chiaro che la predicazione morale
cristiana non è un’etica stoica, è più che un’ascesi, non è una mera filo-
sofia pratica né un catalogo di peccati ed errori. Il Vangelo invita prima
di tutto a rispondere al Dio che ci ama e che ci salva, riconoscendolo ne-
gli altri e uscendo da se stessi per cercare il bene di tutti. Quest’invito
non va oscurato in nessuna circostanza! Tutte le virtù sono al servizio di
questa risposta di amore. Se tale invito non risplende con forza e attrat-
tiva, l’edificio morale della Chiesa corre il rischio di diventare un castel-
lo di carte, e questo è il nostro peggior pericolo. Poiché allora non sarà
propriamente il Vangelo ciò che si annuncia, ma alcuni accenti dottrina-
li o morali che procedono da determinate opzioni ideologiche (EG 39).

Il dovere di conversione, dunque, riguarda in prima battuta la Chiesa


stessa (nn. 26 e 30), chiamata a presentare un’ideale integro, in modo sal-
vifico e realistico (nn. 44-45):

San Tommaso d’Aquino sottolineava che i precetti dati da Cristo e dagli


Apostoli al popolo di Dio “sono pochissimi”47 [Summa theologiae I-II,
q. 107, a. 4.]. Citando sant’Agostino, notava che i precetti aggiunti dal-
la Chiesa posteriormente si devono esigere con moderazione “per non
appesantire la vita ai fedeli” e trasformare la nostra religione in una
schiavitù, quando “la misericordia di Dio ha voluto che fosse libera”.

Aldo Vendemiati
Docente della Pontificia Università Urbaniana
(a.vendemiati@urbaniana.edu)

7
Cf. TOMMASO D’AQUINO, Summa theologiae, I-II, q. 66, aa. 4-6.

URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL 76 2/2015 ANNO LXVIII


UUJ_2_2015_UUJ_1_2013.qxd 14/06/15 14:11 Pagina 77

L’etica fondamentale della Evangelii gaudium

ABSTRACT

L’ETICA FONDAMENTALE DELLA EVANGELII GAUDIUM

Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

XXXXXXXXXXXXXXXX

Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Keywords: Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

2/2015 ANNO LXVIII 77 URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL

Potrebbero piacerti anche