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FILOLOGIA

ITALIANA
Concetti


ADESPOTO
Senza autore.

ALDINA
Tipo di scrittura usata nei primi testi a stampa. Poteva essere corsiva o romana (rotonda).

ANEPIGRAFO
Senza titolo.

ANTIGRAFO
Copia da cui ne viene tratta un’altra.

APLOGRAFIA (ERRORE)
Omissione, da parte del copista, di una parola o gruppo di lettere immediatamente successive
a una parola o gruppo uguale, oppure comprese tra parole o gruppi uguali.

APPARATO CRITICO
È il luogo in cui il filologo registra le lezioni utili per la constitutio textus. Qui vengono
riportate le varianti rifiutate dall’editore. Di norma nelle edizioni moderne si trova a piè di
pagina in corpo minore (mentre in origine le varianti venivano registrate ai margini del testo).
In alcuni testi volgare si trova alla fine del testo per ragioni economiche (l’impaginazione a piè
di pagina è più costosa) e in questo modo la lettura diviene più difficile.
È un luogo improntato alla massima economia: vengono usate sigle, abbreviazioni, segni, ecc.
In caso di varianti d’autore – che non sono né giuste né sbagliate ma più antiche o più recenti
– si mette a testo l’ultima volontà (se è possibile individuarla) e in apparato si registrano le
versioni precedenti.
Quando la tradizione è esigua si registrano in apparato tutte le varianti. Se la tradizione è
numerosa bisogna fare delle scelte seguendo precisi criteri. Un errore grave del filologo è
quello di omettere in apparato una variante importante.
Distinguiamo i seguenti tipi di apparato critico:
§ Positivo: quando vengono riportate sia le lezioni rifiutate sia la lezione accettata come
corretta.
§ Negativo: quando vengono riportate solo le lezioni rifiutate. Si chiama così perché
bisogna ricostruirlo per sottrazione (la lezione a testo sarà presente in tutti i mss meno
quelli citati in apparato).
§ Genetico: quando a testo viene riportata quella che si ritiene essere l’ultima volontà
autoriale e in apparato le varianti rifiutate.
§ Evolutivo: quando a testo c’è il testo della princeps e in apparato si registrano le
varianti successive.

APOGRAFO
Prima copia derivata dall’originale. Molti studiosi usano il termine come sinonimo di copia in
generale.


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ARCHETIPO
Copia non conservata, guastata da almeno un errore di tipo congiuntivo, dalla quale derivano
tutti i testimoni conservati. Di solito lo si designa con x o ω e a partire da esso (o, in sua
assenza, dall’originale) si contano le diramazioni dello stemma.
L’esistenza dell’archetipo deve essere comunque sempre dimostrata sulla base di eventuali
errori congiuntivi che si trovano nella parte maggioritaria dello stemma. Sono errori che non
possono essere stati commessi dall’autore.

AUTOGRAFO
Testo scritto dall’autore stesso.

AVANTESTO
Complesso degli scritti che precedono la stesura definitiva di un testo.

BASTARDA
Scrittura del XV secolo corsiva ma molto raffinata ed elegante e per questo facilmente
leggibile.

CAROLINA
Scrittura inventata da Carlo Magno nell’VIII secolo con tratti rotondeggianti.

CARTE DI GUARDIA
Fogli bianchi all’inizio o alla fine di un libro.

CITAZIONE
Indicazione di sede, fondo, segnatura (numerica, alfabetica, mista) ed eventualmente
precedenti collocazioni.

CODICE
Sinonimo di libro manoscritto.

CODICE MISTO
Codice formato in parte da materiale cartaceo e in parte da materiale membranaceo.

CODEX DESCRIPTUS
Codice che è copia di un altro codice conservato.

CODEX INTERPOSITUS
Codice perduto la cui esistenza è ipotizzata sulla base degli errori che si trovano nei codici
superstiti.

CODEX UNICUS
Si parla di codex unicus in riferimento alla tradizione unitestimoniale, ovvero tutte quelle
opere che ci sono pervenute tramite un unico testimone, che sia manoscritto o a stampa.

CODICOLOGIA
Studio scientifico dei libri manoscritti.


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COLLAZIONE (vedi LACHMANN)
Confronto accurato parola per parola dei testimoni del testo preso in esame. Bisogna scegliere
un punto di riferimento (testo di collazione) rispetto al quale misurare divergenze e
convergenze.

COLOPHON
Breve testo, collocato sempre alla fine di un libro, riportante informazioni relative alla
produzione del libro stesso. Molto spesso riportava la dichiarazione di autografia (manu mea
scripsi), il nome, la data e il luogo; altre volte si aggiungono frasi beneauguranti o altre facezie.
Il colophon finale resta nei libri a stampa dei primi tempi, poi si afferma man mano l’uso
moderno di indicare in una delle pagine iniziali (frontespizio) il nome del tipografo (o
dell’editore), il luogo e la data di stampa.

CONCIERE
Copista che non copia fedelmente ma cerca di aggiustare il testo secondo le sue conoscenze
finendo spesso per produrre degli errori.

CONGETTURA
Parola o gruppo di parole che il filologo propone a completamento o emendamento di un
passo lacunoso o palesemente errato.

CONTAMINAZIONE
Si intende una tradizione orizzontale e non verticale. Non significa che il copista copia da due
mss diversi contemporaneamente, quasi mai ne ha la possibilità. Di solito la contaminazione
avviene quando il copista attinge a due mss differenti in due momenti differenti. A volte se la
lezione del secondo ms viene considerata più corretta la scriptio precedente viene erasa.
A volte la contaminazione avviene per sostituzione dell’antigrafo: il copista deve restituire il
primo antigrafo pur non avendo finito di copiarlo, dunque si procura un secondo ms.
Bisogna ricordare che chi contamina non attinge dal secondo antigrafo solo le lezioni giuste:
verranno sicuramente eliminati degli errori ma ne verranno anche aggiunti degli altri. La
contaminazione non è qualcosa di sistematico, può essere che venga fatta solo per alcune
parti del testo. Essa risulta essere dannosa perché rende lo stemma poco sicuro impedendo al
filologo di utilizzarlo per la ricostruzione dell’archetipo. Nella tradizione della Divina
Commedia, per esempio, alcuni filologi considerano solo le parti alte dello stemma perché
sotto un certo livello la contaminazione si fa inestricabile.
Capita a volte che la contaminazione sia addirittura extra-stemmatica: quando ci sono delle
lectiones singulares difficiliores che appartengono a una tradizione altra andata perduta ma
che sicuramente è esistita.

COMPOSITORE
Chi è addetto a mettere i caratteri che comporranno il testo nel compositoio.

COPIATURA
Operazione composta da quattro fasi:
1. Fase della lettura dell’antigrafo.
2. Fase della memorizzazione del testo letto.
3. Fase della pronuncia interiore (dicté enterior).
4. Fase della scrittura vera e propria.

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CORRETTORE
Addetto alla lettura delle bozze nel processo di stampa.

DESCRIZIONE ESTERNA
Elementi legati all’aspetto fisico del libro.
a) 1 città
2 biblioteca
3 segnatura tra parentesi tonde le antiche (già, olim)
b) materia membr. (vedi se palinsesto), cart. (vedi filigrana), misto
c) età per secoli (in romani, in., ex., med., se datato l’anno tra parentesi tonde o quadre)
d) misure medie, alto x largo, in mm (fino all’800 in-folio, in-quarto ecc.)
e) consistenza numero delle cc. in arabi (cartulazione ant., rec.), cc. bianche, guardie in romani,
vedi se mutilo, lacunoso
f) struttura fascicolazione, richiami
g) rigatura* sistema (a piombo, a secco) e tipo
h) scrittura nomenclatura paleografica (gotica, textualis, minuscola cancelleresca, bastarda,
mercantesca, umanistica tonda, corsiva, italica ecc.); mani diverse; colonne (a, b),
linee o righe; sottoscrizioni
i) ornamentazione miniature, stemmi, rubriche, iniziali (capilettera)
l) legatura perg., assi, pelle, ex-libris, tasselli, incisioni su dorso e taglio; stato di conservazione
m) storia del ms. note di possesso, passaggi di proprietà; localizzazione: origine e provenienza

DESCRIZIONE INTERNA
Elementi legati al contenuto.
a) autore se manca (= adespoto), tra par. quadre; in latino fino a XIII sec.
b) titolo se manca (= anepigrafo), tra par. quadre; in breve quello invalso, poi quello del ms.
c) carte che contengono la scrittura (= testo); nei mss. miscellanei ciascuna in romani
d) incipit ed explicit di ogni parte (libro), o verso iniziale di poesie, in trascriz. (semi)diplomatica
e) rinvio bibliografico* riferimento a ed. (critica, o la più diffusa) per indicare lacune o interpolazioni

DESCRIZIONE DI UNA STAMPA ANTICA
A) INTESTAZIONE luogo di stampa, nome dello stampatore e/o editore, data

B) 1 TITOLO o FRONTESPIZIO
2 COLOFONE in trascriz. quasi-facsimile (distinguendo i caratteri) o semplificata

c) formato secondo la piegatura dei ff. serviti per la stampa (folio, 4°, 8° ecc.)
d) formula collazionale fascicolazione e segnatura delle carte
e) nota sulle segnature*
f) segnatura dei fascicoli*
g) impronta rilevazione di due caratteri finali di riga in cc. prestabilite
h) cartulazione/paginazione
i) struttura e dimensioni pagina numero di rr., vv. o coll. per pag.; misure dello specchio
di tipo
k) tipo caratteri R = romano, G = gotico, I = italico; misura per 20 rr. di tipo
l) titolo corrente
m) parola di rimando*

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N) CONTENUTO titoli delle parti interne, con inc. e expl.

o) carta identificazione del tipo di filigrana, sua distanza da filoni


p) documenti*
q) illustrazione silografie

R) BIBLIOGRAFIA

S) ESEMPLARI città e biblioteche di ubicazione; varianti; legatura



DIFFRAZIONE
Indica la proliferazione di banalizzazioni nei testimoni di un testo, dovuta ad errori psicologici
come l'omeoarchia da parte del copista o del tipografo. Il termine fu proposto da Gianfranco
Contini. In termini tecnici si parla di diffrazione quando, in corrispondenza di una lectio
difficilior nell'antigrafo, nelle copie da esso derivate si hanno lectiones faciliores dovute a
banalizzazioni dei copisti. Quando almeno una delle copie conserva la lectio difficilior
dell'antigrafo, si parla di diffrazione in praesentia; quando invece nessuna delle copie riporta
la lectio difficilior dell'antigrafo si parla di diffrazione in absentia.

DIPLOGRAFIA (ERRORE)
Errore consistente nello scrivere due volte la stessa sequenza di testo.

DUCTUS
Modo di condurre la penna. Può essere posato (quando si stacca la penna dal foglio dando
origine a un tratto lento e accurato) o corsivo (quando la penna non si stacca dando origine a
un tratto veloce e poco elaborato).

EDITIO PRINCEPS
La prima edizione a stampa di una determinata opera.

EDITORE, TIPOGRAFO, EDITORE CRITICO, EDITOR, PUBLISHER
§ Editore: colui che pubblica un testo (lat. edere, pubblicare). Nel linguaggio comune è
l’imprenditore che mette capitali per produrre libri.
§ Tipografo: colui che materialmente stampa il libro. È una distinzione della moderna
industria tipografica.
§ Editore critico: filologo che cura l’edizione.
§ Editor: colui che corregge il testo, è in rapporto con l’autore e sistema prima della
pubblicazione. È un esperto di letteratura, non di filologia. Mondo anglosassone.
§ Publisher: l’editore in senso industriale. Mondo anglosassone.

EDIZIONE
Entità ideale composta da un numero x di esemplari a stampa. È importante ricordare che per
le stampe antiche non tutti gli esemplari della stessa edizione è detto che abbiano la stessa
lezione.

EDIZIONE CRITICA
Ricostruzione di un testo, ottenuta mediante un accurato confronto (collazione) dei
manoscritti e delle eventuali stampe esistenti (tradizione), con l'intento di ricondurre il testo,
per quanto possibile, alla sua forma genuina, accompagnandolo con la registrazione delle
lezioni e varianti non accolte (apparato).

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EDIZIONE DIPLOMATICA
Riproduce il testo in maniera accurata e fedele al suo aspetto esteriore. Le sigle vengono
sciolte, non si spaziano le parole, si introduce una barra verticale | alla fine della riga. Per fare
un’edizione diplomatica non è necessario conoscere la lingua del ms, basta riprodurre
fedelmente il testo.

EDIZIONE FACSIMILARE
Simile alla diplomatica, ma ancora più conservativa. Cerca di imitare le abbreviazioni del testo
con caratteri tipografici. Una volta era un’operazione piuttosto costosa perché richiedeva che
il tipografo avesse dei caratteri speciali.

EDIZIONE GENETICA FRANCESE
Si caratterizza per presentare l’edizione integrale di tutto l’avantesto. Di molti scrittori
moderni e contemporanei, infatti, si conservano autografi abbondanti ed eterogenei al punto
che non è possibile prenderne uno come punto di riferimento e limitarsi a segnalare in cosa
differiscono tutti gli altri.

EDIZIONE GENETICA ITALIANA
Tende a dare maggiore importanza al processo correttorio di cui la lezione a testo costituisce
il prodotto finale e considera quindi solo la parte dell’avantesto che ha una relazione diretta
con tale “prodotto”.

EDIZIONE INTERPRETATIVA
Si riproduce il testo facendo dei passaggi di interpretatio, quali la divisione delle parole, l’uso
delle maiuscole e delle minuscole secondo l’uso moderno, l’uso della punteggiatura, ecc. Per
fare un’edizione interpretativa è necessario conoscere la lingua del ms.

EDIZIONE NAZIONALE
Edizione fatta con criteri scientifici di tutte le opere di un determinato autore finanziata dallo
Stato mediante una legge, ovvero con l’istituzione di un ente pagato dallo Stato stesso.

ELIMINATIO CODICUM DESCRIPTORUM
Si attua quando si trova un codice che è sicuramente copia di un’altra copia conservata. Si
elimina il codice descriptus perché è di importanza nulla per la recensio.

ELIMINATIO LECTIONIUM SINGULARIUM
Operazione tipica del metodo di Lachmann. È un’applicazione della legge della maggioranza:
quando si giudica che una lezione è singolare bisogna eliminarla. Nell’ottica lachmaniana
l’utilità sta nel fatto che permette di scartare lezioni che prese di per sé sarebbero del tutto
accettabili.

EMENDATIO (vedi LACHMANN)
Detta anche divinatio, è la correzione degli errori ope ingenii (per congettura). Esiste anche
l’emendatio ope codicum come operazione di correzione del testo della vulgata basata su
lezioni presenti nei codici, collazionati in modo per lo più occasionale. Quest’ultima, tuttavia,
non viene considerata dal metodo di Lachmann in quanto comporta un ricorso non
sistematico alla tradizione.

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ERRATA CORRIGE
Lista di errori di composizione riscontrati dopo la stampa di un libro. Nella lista si specifica
l'errore che si è commesso e la pagina, riportandone la sua correzione. Generalmente appare
alla fine del libro in una delle ultime pagine.
Nel caso dell’Orlando Furioso del 1516 non sono errori di stampa ma ripensamenti
dell’autore: è l’autore che corregge se stesso.

ERRORI GUIDA
Sono errori che indirizzano il filologo nel ricostruire i rapporti tra i testimoni. Servono a
separare (errore separativo) o congiungere (errore congiuntivo) testimoni e gruppi di
testimoni grazie a loro peculiari caratteristiche. Vengono descritti per la prima volta da Mars
ne La critica del testo.

ERRORE CONGIUNTIVO
Ha caratteristiche tali da rendere improbabile che due diversi copisti lo abbiano prodotto
ciascuno per conto proprio e probabile invece che esso sia monogenetico. I due testimoni in
cui tale errore compare sono in connessione.

ERRORE POLARE
Passaggio da un concetto al suo opposto. Si produce quando il ragionamento è
particolarmente complesso.

ERRORE SEPARATIVO
Uno dei due tipi di errori guida. Ha caratteristiche tali che un copista non avrebbe potuto
correggerlo per congettura e il testimone privo non può essere copia del testimone dove
l’errore compare ma è indipendente. In altre parole, dati due testimoni A e B, se trovo in A un
errore assente in B e, se giudico che B non possa averlo corretto per congettura, è un errore
separativo e dimostra che B non può essere copia di A.

ERRORE MONOGENETICO
Errore che non può essere comune a più copisti indipendenti, quindi viene ereditato solo
mediante copiatura. Un esempio di e. monogenetico può essere l’omissione di un determinato
verso di una poesia (non riconducibile a saut du même au même). Di conseguenza, due
manoscritti che contengono un errore monogenetico sono per forza legati tra loro.

ERRORE POLIGENETICO
Errore prodotto da più copisti indipendentemente l’uno dall’altro. Sono errori poligenetici
aplografia, dittografia, errori che producono varianti adiafore, errori paleografici, errori di
tipo psicologico come le banalizzazioni, saut du même au même, errori dovuti alle abitudini
fonetiche, errori connessi al sistema di abbreviatura, errori dei “concieri”.

ESEMPLARE
Copia che serve da modello ma anche sinonimo di copia in generale.

FASCISCOLAZIONE
Punto di partenza è il folio, pergamenaceo o cartaceo di forma rettangolare. I foli vengono
piegati a metà (bifoli) e inseriti l’uno dentro l’altro formando fascicoli di varia consistenza.
Ciascuna metà del foglio piegato si chiama carta: l’uso antico prevedeva di numerare le carte
distinguendo il recto e il verso.

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FILOLOGIA
La disciplina relativa alla ricostruzione e alla corretta interpretazione dei documenti letterari
di una determinata cultura. Si occupa del problema dell’autenticità, o meglio della correttezza,
di un testo.

FILOLOGIA D’AUTORE
La filologia d’autore è quel settore della filologia che – secondo la definizione di Dante Isella -
si occupa dello studio delle varianti introdotte dagli autori sui loro manoscritti o stampe.

FORMATO
Numero di ciascun foglio di una stampa secondo la piegatura dei fogli (in folio, in quarto, in
ottavo, ecc).

GOTICA
Scrittura spigolosa dell’XI-XII secolo fatta di linee verticali grosse e linee orizzontali sottili.
Distinguiamo in gotica tedesca e gotica italiana (più rotondeggiante). Veniva usata solo nei
libri e coesistette con la minuscola cancelleresca.

IDIOGRAFO
Testo scritto sotto stretta sorveglianza dell’autore.

INCUNABOLO
Libro stampato tra la metà del XV secolo e il 1500 compreso.

INSTANT BOOK
Libro scritto e pubblicato in tempi strettissimi, nel quale viene raccontato, interpretato e
commentato un noto avvenimento della cronaca recente

INTERPOLAZIONE
Porzione di testo volutamente aggiunta dal copista.

LACHMANN (METODO)

Recensio Constitutio textus


• Recognitio codicum: ricerca dei • Examinatio: individuazione degli
testimoni. errori e delle varianti.
• Collatio: confronto dei testimoni al • Selectio: scelta tra varianti di pari
fine di trovare identità e differenze. valore (sostanziali). È frutto di scelte
• Classificatio: classificazione dei meccaniche (legge della maggioranza,
testimoni sulla base degli errori guida eliminatio lectionum singularium) e
(si ricercano le connessioni tra i non meccaniche (usus scribendi, lectio
testimoni). difficilior).
• Eliminatio codicum descriptorum • Divinatio o emendatio: correzione
degli errori ope ingenii (per
congettura). Non è possibile
emendare tutto, a volte è necessario
per il filologo arrendersi e apporre la
crux desperationis.

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LEGGE DELLA MAGGIORANZA
Secondo il metodo di Lachmann, la lezione da scegliere è quella riportata dal numero
maggiore di testimoni. Si tratta di una delle parti meccaniche del metodo insieme
all’eliminatio lectionium singularium.

LEZIONE
Una parola o un passo che si legge in un determinato punto del testo di un dato manoscritto o
di una stampa. Si parla anche di lezione di un testo in generale.

LECTIO SINGULARIS
Lezione riportata da un singolo testimone o da una singola famiglia.

LITTERA ANTIQUA
Nasce nel 1400 a partire dall’esempio degli autografi di Petrarca e dei codici di età carolina.
Gli umanisti credevano fosse quella usata dai Romani, in quanto i codici dei testi classici
appartenevano all’epoca alto-medievale. La variante corsiva è detta italica. La littera antiqua è
detta anche umanistica tonda.

MANOSCRITTO
Indica in senso specifico un libro scritto a mano, in opposizione alla stampa. In senso generico
poi il significato si allarga fino a comprendere qualsiasi testo prodotto.

MERCANTESCA
Scrittura del 1300 usata come scrittura d’uso quotidiano.

MINUSCOLA CANCELLERESCA
Scrittura dell’XI-XII secolo utilizzata per i documenti. Coesistette con la gotica.

ORIGINALE
Termine con cui si designa il testo autentico corrispondente all’ultima volontà dell’autore. Può
essere autografo, idiografo oppure un’edizione a stampa da lui controllata e approvata.

ORIGINALE IN MOVIMENTO
Un unico manoscritto autografo o idiografo che nel corso del tempo cambia per volontà
dell’autore, che aggiunge parti oppure modifica parti precedenti.

PALEOGRAFIA
Scienza che studia la scrittura.

PALINSESTO
Dal greco πάλιν e ψηστός (“raschiato di nuovo”), è quel tipo di manoscritto pergamenaceo che
è stato scritto una prima volta, poi cancellato tramite raschiatura e poi riscritto nuovamente.
Tramite particolari tecniche è possibile leggere, almeno in parte, la scrittura originaria
(scriptio inferior), a volte molto importante per stabilire la datazione della scriptio superior.

REGOLE DI MEYER
1) Quando due lettere successive presentano curvature esse vanno sovrapposte.
2) La r va a uncino dopo lettera curva con convessità verso destra.

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RECENSIO (vedi LACHMANN)
Una volta costruito lo stemma, lo si usava per scegliere in modo meccanico la lezione da
mettere a testo. Questo confronto dei testimoni, collazione, classificazione e costruzione dello
stemma è un’attività che si chiama recensio, recensere significa appunto passare in rassegna
tante entità e farne una stima. Lachmann dice che “bisogna assolutamente fare la recensio
senza interpretazione”. No giudizio soggettivo del filologo. Solo dopo aver classificato i
testimoni si può sapere che peso dare alla testimonianza dei singoli.

Quando la scelta delle varianti è obbligata dallo stemma si parla di recensione chiusa. Se
invece dipende da criteri interni si parla di recensione aperta.

RECENTIORES NON DETERIORES
Regola per cui il testimone più antico non deve per forza essere preso come il testimone
migliore. Alcuni testimoni più recenti possono conservare una lezione più vicina a quella
dell’originale in quanto corrotti da meno errori.

SAUT DU MÊME AU MÊME
Si verifica quando il copista tralascia involontariamente una parte del testo ‘isolata’ da due
espressioni fra loro simili e confondibili: se in un testo ricorre due volte a breve distanza la
medesima espressione, oppure se si hanno due parole aventi lo stesso inizio (omeoarco) o la
stessa fine (omoteleuto), può capitare che l'amanuense, dopo aver copiato la prima
occorrenza della parola o espressione, riprenda a copiare dalla seconda occorrenza; in tal
modo tra le due occorrenze viene a crearsi una lacuna. Lo stesso errore poteva essere
commesso da un tipografo, ai tempi della stampa a composizione manuale, copiando da un
manoscritto o da un esemplare di un'edizione precedente.

SEGNATURA
Indicazione verbale e numerica che fornisce il luogo fisico in cui si può trovare il libro
all’interno della biblioteca.

SIGLATURA
I filologi si servono di vere e proprie sigle per fare riferimento a manoscritti e stampe quali
testimoni della tradizione. Spesso sono chiamati con le abbreviazioni della biblioteca di
provenienza.

STAMPA
Indica il libro stampato e non scritto a mano, in opposizione a manoscritto.
La stampa a caratteri mobili nasce per opera di Gutenberg nel 1455 e arriva in Italia a partire
dal 1465 a Roma per poi diffondersi nell’intera penisola. La prima edizione veneziana è del
1469.
Fasi di stampa:
§ Stato tipografico: stato di una forma tipografica derivante dai cambiamenti fatti
durante la tiratura da un tipografo, che introduce varianti.
§ Edizione: ricomposizione della forma tipografica. Non per forza varianti testuali, ma
anche tipografiche.
§ Impressione: stampa del testo. Non coincide con l’edizione, che può avere più
impressioni. L’impressione stereotipa è tipica. Due esempi di impressioni stereotipe
sono due edizioni ottocentesche della Cronaca di Dino Compagni studiate da Cappi e
conservate nella biblioteca di Palazzo Maldura.
§ Emissione.

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La differenza tra impressione ed edizione è importante per la stampa più recente, non per
quella più antica (nella stampa manuale tra Quattro e Settecento le impressioni erano rare per
scarsezza di caratteri tipografici). Molto spesso le ristampe sono nuove impressioni.

STEMMA CODICUM
Il prospetto in cui si rappresentano schematicamente le relazioni intercorrenti tra i codici
considerati per una edizione critica.

SUBARCHETIPO
Codice che è a capo di un ramo e dipende direttamente dall'archetipo.

TESTIMONE
Manoscritto o stampa che riporta un’opera di cui si è perduto l’originale (“testimonia”
l’esistenza dell’opera).

TORCOLIERI
Gli addetti all’impressione che manovrano il torchio di stampa.
TRADIZIONE
Complesso dei manoscritti e delle stampe testimoni di un determinato testo. Distinguiamo in:
§ Tradizione diretta. Insieme dei testimoni che riguardano l’opera in quanto tale.
§ Tradizione indiretta. Insieme di eventuali traduzioni o citazioni all’interno di un’altra
opera.

TRIVIALIZZAZIONE (ERRORE)
Errore di trascrizione dovuto al copista che di sua iniziativa ha sostituito una parola o
un’espressione non comune con una più ovvia e di immediata comprensione.

USUS SCRIBENDI
Tutto ciò che riguarda la lingua, lo stile, il genere letterario, l’epoca dell’autore.

VARIANTI
Lezioni differenti riscontrate nei vari codici della tradizione manoscritta o nelle stampe.
Possono essere:
§ Varianti di forma (formali). Alterazione della veste grafica, fonetica o morfologica di
una parola.
§ Varianti di sostanza (sostanziali). Sostituzione di una parola con un’altra.
§ Varianti adiafore (o neutre o equivalenti). Quando sono intercambiabili, ovvero non
è di per sé evidente dove sta l’errore. I filologi accolgono, difendendola con varie
argomentazioni, l’una o l’altra lezione di un dato passo di un testo.
§ Variante d’autore. Variante attribuita non a un copista, ma all’autore stesso che
modifica il suo testo nel corso del tempo.

VARIANTI DI STATO
Varianti tra due esemplari diversi della stessa edizione che sono state introdotte durante la
tiratura dei fogli.

VERGELLE
I fili più sottili del telaio della cartiera, su cui è appoggiato l strato di pasta che poi, pressato,
dà il foglio.

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