IPOFISI
Configurazione esterna
L' ipofisi si presenta come un corpicciolo elissoidale, grigio-rossiccio, con diametro trasversale di 12
mm e diamatro antero-posteriore di 8 mm; il peso è di circa 500 mg.
Essa si continua con l' infundibolo che é una proiezione verso il basso, conica e cava, del tuber
cinereum dell' ipotalamo. Si trova nella fossa ipofisaria dello sfenoide, al di sotto di un' espansione
circolare della dura madre, il diaframma della sella; questo presenta una apertura centrale, attraverso la
quale passa l' infundibolo, e separa la parte anteriore della superficie superiore dell' ipofisi dal chiasma
ottico ( TAV. 100/140 ).
Rapporti
Da ogni lato l' ipofisi viene in rapporto con il seno cavernoso e le formazioni in esso contenute.
Inferiormente la ghiandola è separata dal pavimento della fossa da un seno venoso che comunica con il
seno circolare ( TAV. 98 ).
Configurazione interna
Si distinguono sostanzialmente due parti, che differiscono per origine, struttura e funzione: una è l'
evaginazione dell' encefalo, connessa all' ipotalamo, l' altra è un derivato dell' ectoderma dello
stomodeo. Queste parti sono rispettivamente la neuroipofisi e l' adenoipofisi; entrambe comprendono
parti dell' infundibolo o peduncolo. L' infundibolo possiede centralmente il tronco infundibolare,
contenente le connessioni nervose dell' ipofisi, e si continua con l' eminenza mediana del tuber
cinereum. Perciò, la neuroipofisi comprende l' eminenza mediana, il tronco infundibolare e il lobo
nervoso o parte posteriore ed anche un prolungamento della adenoipofisi che avvolge gran parte del
tronco nervoso infundibolare, cioè la parte tuberale o infundibolare. La porzione più grande dell'
adenoipofisi è divisibile in una parte anteriore e in una parte intermedia., separate fra loro nel feto e
nella vita post-natale dalla fessura ipofisaria che tuttavia può persistere sotto forma di cavità cistiche.
ADENOIPOFISI
L' adenoipofisi è riccamente vascolarizzata ed è formata da cellule epiteliali disposte in cordoni o nidi
irregolari, separati da sinusoidi sanguiferi e sostenuti da un' impalcatura di connettivo reticolare. L'
adenoipofisi sintetizza e libera almeno sette ormoni distinti che, per la maggior perte sono trofici,
come: la somatotropina, la mammotropina, la adenocorticotropina, la tireotropina, l' ormone follicolo
stimolante, l' ormone che stimola le cellule interstiziali, l' ormone luteinizzante e l' ormone stimolante i
melanociti.
NEUROIPOFISI
La neuroipofisi comprende le seguenti strutture: il lobo posteriore, il tronco infundibolare e l' eminenza
mediana. E' percorsa da assoni di neuroni situati nello ipotalamo; alcune di queste fibre sono brevi e
terminano nell' eminenza mediana e nello infundibolo; assoni più lunghi vanno alla porzione più
cospiqua della neuroipofisi e costituiscono il fascio ipotalamo-ipofisario. Gli ormoni liberati da questo
fascio sono la vasopressina, che controlla il riassorbimento di acqua da parte dei tubuli renali, e la
ossitocina che stimola la contrazione della muscolatura liscia dell' utero e della mammella. Inoltre la
neuroipofisi è formata da sottili fibre nervose amieliniche e cellule associate, che sono le ramificazioni
terminali del fascio ipotalamo-ipofisario. Prossimalmente nell' infundibolo, le fibre sono avvolte da
tipici astrociti ma, in prossimità del lobo posteriore, compaiono i pitiuiciti che sono cellule ramificate
destinate a formare la maggior parte dei costituenti non nervosi della neuroipofisi.
Vascolarizzazione
Le arterie dell' ipofisi, che prendono origine da rami della carotide interna, sono bilateralmente un'
arteria ipofisaria inferiore e una serie di arterie ipofisarie superiori.
L' arteria ipofisaria inferiore origina dal tratto cavernoso della carotide interna, mentre le arterie
ipofisarie superiori originano dal suo tratto sopraclinoideo e dalle arterie cerebrali anteriore e
posteriore. Ciascuna arteria ipofisaria inferiore si divide poi in un ramo mediale e uno laterale, che si
anastomizzano con i corrispondenti del lato opposto, formando un anello arterioso intorno al processo
infundibulare della neuroipofisi. Le arterie ipofisarie superiori irrorano l' eminenza mediana, la parte
superiore dell' infundibolo e, tramite le arterie delle trabecole, la parte inferiore dello
infundibolo. Le arterie dell' eminenza mediana e dell' infundibolo terminano con caratteristici ciuffi di
capillari; nell' eminenza mediana, essi formano un plesso esterno o "mantellare" e un plesso interno o
"profondo". Il plesso esterno viene drenato dai vasi portali lunghi che discendono verso la parte
anteriore; il plesso interno si proietta nel plesso esterno e, come il plesso esterno, viene drenato dai vasi
portali lunghi.
Il drenaggio venoso della neuroipofisi segue tre possibili strade: 1) verso l' adenoipofisi;
2) verso i seni venosi durali; 3) verso l' ipotalamo. Il drenaggio venoso trasporta gli ormoni ipofisari
dalla ghiandola ai tessuti bersaglio e facilita inoltre il controllo a retroazione della secrezione ( TAV.
141 ).
PINEALE
Configurazione esterna e rapporti
La pineale o epifisi cerebrale è un piccolo organo piriforme, grigio-rossiccio, che occupa la
depressione compresa tra i tubercoli quadrigemini superiori. Sta sotto allo splenio del corpo calloso,
dal quale è separata dalla tela corioidea del terzo ventricolo a dalle vene cerebrali in essa contenute; è
avvolta dalla pia madre che poi si riflette sul tetto mesencefalico. La pineale misura circa 8 mm di
lunghezza e la sua base, diretta in avanti è attaccata ad un peduncolo che si divide anteriormente in due
lamine, superiore e inferiore, separate fra loro dal recesso pineale del terzo ventricolo ( TAV.
105/108/109 ).
Configurazione interna
La pineale è formata da cordoni e nidi di pinealociti, che ne costituiscono il parenchima, e cellule
gliali; fra questi due citotipi si ramificano vasi sanguiferi e fibre nervose.
Vasi e nervi
I capillari della pineale possiedono esili cellule endoteliali e sono avvolti da una tenue lamina basale
talora incompleta. La maggior parte delle fibre nervose amieliniche sono noradrenergiche e traggono
origine dal ganglio cervicale superiore. Penetrano nella ghiandola e terminano negli spazi
perivascolari, fra i pinealociti, o in rapporto sinaptico con questi.
Funzioni
La pineale svolge un' azione regolatrice di grande rilevanza nel modulare l' attività dell' adenoipofisi,
della neuroipofisi, del pancreas endocrino, delle parotidi, del corticosurrene, della midollare del
surrene e delle gonadi. I secreti della pineale possono raggiungere le proprie cellule bersaglio tramite il
liquido cerebrospinale oppure il sistema circolatorio e hanno effetti soprattutto di tipo inibitore.
TIROIDE
Configurazione esterna
L a tiroide è una ghiandola di colore rosso-bruno, riccamente vascolarizzata, posta anteriormente nella
parte bassa del collo, ad un livello compreso tra la quinta vertebra cervicale e la prima toracica. E'
formata da un lobo destro e uno sinistro uniti da una stretta porzione mediana, l' istmo. Il suo peso si
aggira sui 25 g; è un pò più pesante nella donna , nella quale si ingrossa durante la mestruazione e la
gravidanza.
I LOBI hanno forma conica, con l' apice ascendente e divergente lateralmente sino a livello della linea
obliqua che si trova sulla lamina di ciascuna cartilagine tiroidea.
Ciascun lobo è lungo 5 cm; le dimensioni trasversali e antero-posteriori sono rispettivamente di 3 cm e
2 cm ( TAV 68/69 ).
Rapporti
La faccia posterimediale di ciascun lobo è unita alla superficie laterale della cartilagine cricoide dal
legamento laterale della tiroide. La superficie laterale, convessa, è coperta dal muscolo sternotiroideo.
Più anteriormente si trovano lo sternojoideo e il ventre superiore dell' omojoideo, coperti in basso dal
margine anteriore dello sternocleidomastoideo. La superficie mediale si adatta alla laringe e alla
trachea e viene in contatto con il muscolo costrittore inferiore della faringe e la parte posteriore del
muscolo cricotiroideo. Il nervo laringeo esterno decorre medialmente a questa parte della ghiandola,
portandosi al muscolo cricotiroideo. In basso, è in rapporto con la trachea in avanti, e posteriormente,
col nervo laringeo ricorrente e con l' esofago.
La superficie postero laterale è in rapporto con la guaina carotidea e si sovrappone alla carotide
comune. L' istmo unisce in basso i due lobi fra loro: misura circa 1,25 cm trasversalmente ed
altrettanto in senso verticale, e di solito si estende davanti al secondo e terzo anello tracheale. Spesso è
presente un terzo lobo, il lobo piramidale,
conico, che dall' istmo o dalla parte adiacente di uno dei due lobi sale verso l' osso joide.
Configurazione interna
La tiroide è rivestita da una sottile capsula di connettivo che si continua in setti, i quali dividono l'
organo in lobuli. Il parenchima, che deriva dall' endoderma del dotto tireoglosso, presenta follicoli
distinti di forma sferica i quali si annidano in uno stroma connettivale e sono circondati da plessi di
capillari fenestrati, da una rete di vasi linfatici e da fibre nervose simpatiche che innervano arteriole e
capillari. Il parenchima
tiroideo presenta anche cellule parafollicolari: le cellule C, che producono l' ormone
peptidico tireocalcitonina. Queste particolari cellule appartengono al sistema APUD
e sono collocate esternamente ai follicoli tiroidei, ma sempre all' interno della loro membrana basale.
Inoltre sono più grandi delle cellule follicolari ed hanno una forma ovale ( SCHEMA a pag. 1437 del
Gray ).
Vasi e nervi
Le arterie che irrorano la tiroide sono le tiroidee superiori e inferiori. Le arterie sono di notevole
calibro e si anastomizzano riccamente, non soltanto alla superficie della ghiandola, ma anche al suo
interno. Le vene formano un plesso dal quale originano le vene tiroidee superiori, medie e inferiori: le
prime due terminano nella vena giugulare interna, l' inferiore nella brachiocefalica sinistra. I vasi
linfatici decorrono nel connettivo interlobulare e fanno capo al dotto toracico e al dotto linfatico destro.
I nervi derivano dai gangli simpatici cervicali superiore, medio e inferiore.
PARATIROIDI
Configurazione esterna
Le paratiroidi sono piccole formazioni bruno giallicce, ovoidi o lenticolari, poste in genere fra il
margine posteriore dei lobi della tiroide. Misurano circa 6 mm in lunghezza, 1-2 mm in senso antero-
posteriore e ciascuna ghiandola pese circa 50 mg.
Generalmente sono due per lato e , per la loro posizione, vengono chiamate paratiroidi superiori e
inferiori. Le paratiroidi si sviluppano dall' endoderma delle tashe branchiali della faringe: quelle
inferiori dalla terza tasca e prciò si chiamano paratiroidi III,
quelle superiori dalla quarta tasca e quindi sono dette paratiroidi IV. La paratiroide inferiore è in
intimo rapporto con il diverticolo della terza tasca da cui si forma il timo e, durante la migrazione
caudale di quest' ultimo, viene trascinata in basso ( TAV. 69/70 ).
Configurazione interna
Ciascuna paratiroide è avvolta da una sottile capsula connettivale, da cui si dipartono dei setti che
penetrano nell' organo senza, però, suddividerlo in lobuli. Nel bambino, la ghiandola è formata da ampi
cordoni costituiti dalle cellule principali che sono responsabili durante tutta la vita della sintesi e
secrezione dell' ormone paratiroideo
( o paratormone ). Tra i cordoni cellulari è situato un fitto plesso di capillari sinusoidali nei quali viene
liberato il secreto.
Vasi e nervi
Le paratiroidi ricevono un ricco apporto di sangue dalle arterie tiroidee inferiori; i vasi linfatici sono
numerosi e associati a quelli della tiroide e del timo. L' innervazione deriva dal simpatico e i nervi non
hanno funzione eccitosecretrice, ma vasomotoria;
L' attività di tali ghiandole è regolata da variazioni del livello ematico del calcio: inibita da un
aumento, stimolata da una caduta.
IL SISTEMA CROMAFFINE
Le cellule cromaffini sono elementi derivati dal neuroectoderma in grado di sintetizzare catecolamine (
dopamina, noradrenalina o adrenalina ). Gruppi di queste cellule endocrine, associati strutturalmente e
funzionalmente al sistema nervoso simpatico,
formano il sistema cromaffine che comprende: (a) la midollare dei surreni, (b) i corpi paraortici, (c) i
paragangli veri e propri, (d) alcune cellule dei corpi carotici, (e) piccole masse di cellule sparse fra i
gangli della catena simpatica paravertebrale.
SURRENI
Configurazione esterna
I surreni sono due organi piccoli, giallastri, appiattiti antero-posteriormente e posti ai lati del piano
mediano, davanti e sopra al polo superiore di ciascun rene. La ghiandola di destra è a forma di tetraedo
irregolare; quella di sinistra, semilunare, è di solito più grande e situata più in alto. Ambedue misurano
circa 50 mm verticalmente, 30 mm trasversalmente e 10 mm dall' avanti all' indietro e pesano circa 5 g
( TAV. 329/330 ).
Rapporti
Il surrene di destra è situato dietro alla vena cava inferiore e al lobo destro del fegato, davanti al
diaframma e al polo superiore del rene destro. E' a forma di tetraedro, con la base verso il basso che
viene in contatto con la superficie anteromediale del polo superiore del rene destro ( TAV. 328/329 ).
La superficie anterolaterale presenta un' area mediale stretta e verticale, non coperta da peritoneo, e
situata dietro alla vena cava inferiore, ed un' area laterale triangolare, a contatto col fegato. Al di sotto
dell' apice e vicino al margine anteriore della ghiandola, si osserva un breve solco che forma l' ilo
donde emerge la vena surrenale destra che si porta alla vena cava inferiore.La superficie posteriore è
divisa in una porzione superiore e una inferiore; la superiore, convessa, riposa contro il diaframma,
mentre quella inferiore, concava, è a contatto con il polo superiore e la superficie anteriore adiacente
del rene destro.Il margine mediale della ghiandola è in rapporto con il ganglio celiaco destro e con l'
arteria frenica inferiore.
Il surrene di sinistra è semilunare e la concavità si adatta al margine mediale del polo superiore del
rene sinistro. La sua faccia mediale è convessa, quella laterale concava.;
il margine superiore è aguzzo, l' inferiore arrotondato. Sulla sua superficie anteriore
si riconoscono due aree: una superiore, rivestita dal peritoneo della borsa omentale, e una inferiore,
non coperta da peritoneo e a contatto con il pancreas e l' arteria lienale.
L' ilo guarda in avanti e in basso e ne emerge la vena surrenale sinistra che si apre poi nella vena renale
sinistra. La superficie posteriore è divisa da una cresta in un' area laterale, a contatto con il rene, e una
mediale, a contatto con il pilastro sinistro del diaframma ( TAV. 255/329/330 ).
Configurazione interna
Se si seziona trasversalmente un surrene si vede che esso è formato da una corticale, di colore giallo, e
da una midollare, di colore rosso o grigio perla a seconda della quantità di sangue che contiene. Il
surrene è avvolto da una spessa capsula di connettivo, dalla quale si staccano trabecole che si
approfondano nella corticale.
La CORTICALE DEL SURRENE è formata da tre zone: glomerulare, fascicolata,
reticolare. La prima, scarsanente sviluppata nell' uomo, è la più esterna, la seconda è la più ampia e la
terza rappresenta la zona più interna della corticale. Le cellule della corticale producono parecchi
ormoni e sono ricche di acido ascorbico ( vitamina C ).
Inoltre producono aldosterone che regola l' equilibrio idrosalino.
La MIDOLLARE DEL SURRENE è data da nidi e travate di cellule cromaffini,
intercalate ad ampi sinusoidi venosi. Le cellule cromaffini sintetizzano e liberano noradrenalina e
adrenalina nei sinusoidi venosi, sotto il controllo di neuroni pregangliari del simpatico. Questi ormoni
rappresentano il contenuto delle vescicole che viene liberato all' apice delle cellule negli spazi
perivascolari ed entra in circolo passando attraverso l' endotelio fenestrato dei sinusoidi venosi. I
sinusoidi sfociano nelle radici della vena surrenale che esce dall' ilo. Normalmente adrenalina e
noradrenalina vengono secrete in piccola quantità, ma in particolari condizioni come paura, angoscia e
stress, la secrezione aumenta. La noradrenalina produce accellerazione cardiaca, vasocostrizione,
aumento della pressione sanguigna ecc., mentre l' adrenalina ha un effetto spiccato sul metabolismo
degli zuccheri.
Vasi e nervi
Il surrene è riccamente vascolarizzato e irrorato da tre gruppi di arterie ( surrenale superiore, media,
inferiore ), che originano rispettivamente dall' arteria frenica inferiore, dall' aorta addominale e dall'
arteria renale. La maggior parte dei rami delle arterie surrenali si ramificano nella capsula prima di
entrare nella ghiandola, formano un plesso sottocapsulare dal quale si dipartono dei sinusoidi fenestrati
e poi si continuano fra i cordoni di cellule della zona fascicolata, per formare un plesso profondo nella
zona reticolare. Da questo originano venule che decorrono fra le cellule cromaffini della midollare
verso le vene midollari le quali confluiscono nella vena surrenale che emerge dall' ilo della ghiandola;
quella di destra si apre nella vena cava inferiore, quella di sinistra nella vena renale sinistra. I vasi
linfatici si portano ai linfonodi para-aortici.
I nervi sono costituiti da fibre mieliniche pregangliari del simpatico ( TAV. 318 ).
PARAGANGLI
I paragangli sono aggregati extrasurrenali di tessuto cromaffine distribuiti attorno o dentro il sistema
nervoso autonomo. Le cellule sono tutte di origine neuroectodermica
e hanno capacità di sintetizzare e accumulare catecolamine; tuttavia la loro funzione differisce a
seconda della sede che occupano: quelle intraneurali agiscono da interneuroni, le restanti producono
secreti endocrini.
CORPI PARA-AORTICI
Sono due corpi brunastri, lunghi circa 1 cm, posti ai lati dell' aorta addominale e di solito uniti, al
davanti di questa, da una masserella orizzontale posta sopra l' arteria mesenterica inferiore.
Complessivamente assumono la forma di una semiluna rovesciata o di "H", e vengono in rapporto con i
plessi intermesenterico e ipogastrico superiore.
Nel pieno del loro sviluppo, sono dati da masse di cellule cromaffini, secernenti noradrenalina,
comprese in una rete capillare a larghe maglie.
CORPI CAROTICI
Sono due formazioni rosso-brune, elissoidali, poste ad ogni lato del collo, in vicinanza del seno
carotico. Misurano da 5 a 7 mm di lunghezza e da 2,5 a 4 mm di spessore e possono trovarsi o dietro la
biforcazione dell' arteria carotide comune oppure fra i tratti di origine delle arterie carotidi interna ed
esterna. Ciascun corpo ( o GLOMO ) è innervato dai rami carotidei del nervo glossofaringeo ed il suo
ricco apporto di sangue è fornito dai rami adiacenti dell' arteria carotide esterna.
Il corpo carotico è un chemorecettore arterioso: se viene stimolato da ipossia o elevata concentrazione
di ioni idrogeno nel sangue, esso determina in via riflessa un aumento della frequenza e del volume
della ventilazione tramite connessioni con i centri respiratori del tronco cerebrale.