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Alban Berg Nasce a Vienna nel 1885, inizialmente autodidatta, dal 1904 studiò sistematicamente sotto la guida

di Schöemberg, il quale lo considerò unitamente a Webern, più amico che allievo. Trascorse tutta
la vita a Vienna, dedicandosi esclusivamente alla composizione, alla critica e alla divulgazione delle
opere della Scuola di Vienna. Di salute malferma, morì a soli cinquantanni nel 1935.
Le opere Berg lasciò solo una ventina di composizione, tutte di notevole valore. Fin dalle prime opere
l’insegnamento di Schöemberg si sovrappone all’influenza del cromatismo tardo-romantico. La
prima opera nella quale egli impiegò la tecnica dodecafonica fu l’opera Lulu, rimasta incompiuta.

Lo stile Dal suo maestro Schönberg e dal compagno di studi e di lavoro Webern, Alban Berg si staccò
nettamente per una natura più lirica, aperta ed espressiva. Nell’impiego delle tecniche atonali non
fu mai rigoroso ed esclusivo; al contrario serbò collegamenti con la tonalità, impiegando a volte
delle serie che potevano implicare successioni tonali.

Anton Webern Nasce a Vienna nel 1883 e morì a Salisburgo nel 1945. Studiò musicologia all’Università di Vienna,
laureandosi con Guido Adler, e completò gli studi di composizione con Schönberg. Fu direttore di
cori e direttore d’orchestra assai apprezzato; dopo la prima guerra mondiale si dedicò in
prevalenza all’insegnamento privato e alla composizione. Fu ucciso accidentalmente da un soldato
americano, a poche mesi dalla fine della seconda guerra mondiale.
Le opere L’opera di Webern è limitata a una trentina di composizioni, per orchestra, gruppi da camera,
Lieder accompagnati e cori

Lo stile All’opposto di Berg, Webern fu il maestro delle forme brevi fino all’aforismo, nelle quali si realizza
una fortissima condensazione di pensiero. Gli elementi costitutivi della sua musica consistono di
solito di motivi melodici di non più di tre o quattro suoni. Adottando i metodi della tacnica
dodecafonica, egli arricchì il processo di costruzione musicale, sviluppando, soprattutto nelle
ultime opere, il principio della spazialità.

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