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di Pierre Schaeffer
Marco Palmieri
Étude Aux Allures è un brano di musica su supporto scritto dal compositore, teorico
della musica, ingegnere del suono, nonché ideatore della musica concreta, Pierre
Schaeffer.
Il brano è stato pubblicato nel 1958, ovvero circa un decennio dopo i suoi primi
esperimenti “Cinq études de Bruits” e “Suite pour 14 instruments “, esperienze da cui
Schaeffer iniziò ad esplorare un nuovo approccio musicale, detto in seguito “Musica
Concreta”, che fondava la sua centralità sull'idea di oggetto sonoro.
La musica concreta fù una corrente nata nella Francia del dopoguerra che si
prefiggeva la costruzione di un sistema musicale in cui i suoni fossero ri-considerati
nell'essenza delle proprie qualità sonore e non più esclusivamente vincolati coi
legami di carattere semantico con la loro sorgente, arrivando quindi a definire un
“oggetto sonoro”. Idea che, per certi aspetti più e per altri meno volontari, apre a
delle importanti implicazioni di carattere filosofico.
E' evidente per esempio l'influsso della coeva fenomenologica Husserliana, in
particolare nell'idea di riduzione fenomenologica per cui era necessario indagare
sull'oggetto ponendone tra parentesi i suoi elementi estrinseci culturalmente acquisiti
e, attraverso una sospensione di giudizio (epoché), indagare quindi sugli elementi
intrinseci che caratterizzavano e rendevano unico l'oggetto stesso.
Del resto a simile conclusione, seppur meno circostanziata , era arrivata anche un
secolo prima la speculazione di Schopenhauer definendo la musica non solamente
come immagine delle idee ma come un'essenza della volontà stessa indipendente dal
mondo fenomenico e quindi anche dalle finalità umane.
Inoltre, essendo la riproduzione della musica affidata esclusivamente agli
autoparlanti, Schaeffer riprende Pitagora e definisce la propria musica acusmatica.
Una musica, quindi, in cui la fonte originaria dei suoni fosse celata, il ché permetteva
agli ascoltatori di non essere distratti dalla componente visuale e dai legami che essa
poteva creare, impedendo quindi una correlazione tra suono e sorgente (Ascolto
Ridotto).
2. Premesse tecnico - analitiche
Il materiale sonoro del brano è costituito da vari suoni registrati, tra cui emergono
protagonisti dei suoni metallici impulsivi intonati con spettro inarmonico più o meno
riverberati che si intersecano insieme a tutta un'altra variegata serie di suoni.
Possiamo quindi individuare: suoni di campana, suoni gravi legnosi molto riverberati,
suoni di piatti, suoni gravi percussivi molto riverberati, suoni metallici continui o
acuti repentini, suoni metallici di vetro risonante continui che modulano a un
andamento iterativo, suoni continui che frammentandosi diventano dei segnali, suoni
di sfregamenti, varie misture inarmoniche metalliche, vari suoni metallici e di piatti
invertiti .
Tutto questo questo materiale si alterna, sovrappone, accumula progressivamente in
un'articolazione continua come una sorta di contrappunto gestuale incessante, reso
dinamico dalle diverse interazioni tra i suoni.
Spesso i suoni gestuali, sia repentini sia continui, si sommano creando degli effetti di
mascheramento: in questo caso i suoni precedenti sono messi in secondo piano e
arricchiscono con il loro decadimento il suono successivo creando una situazione di
moto e continuità.
In effetti si potrà notare con attenzione che quasi mai i suoni coincidono ma, anche
nel caso in cui il loro ingresso è molto ravvicinato e impulsivo, vi è sempre anche un
solo leggero sfasamento tra l'attacco dei vari suoni, il ché permette un discernimento
più o meno evidente delle varie sorgenti.
E' da notare inoltre che l'evoluzione del brano non è data tanto dall'introduzione di
suoni o da variazioni dinamiche-strutturali quanto dalla rielaborazione del materiale
sonoro stesso, che viene riproposto con diversi espedienti.
Si pensi per esempio al suono allarme che si presenta inizialmente a 0.22',
per poi essere reiterato in diversi momenti 1.26'- 1.30' - 1.54' - 2.40' – 2.54'.
Ogni volta questo suono acquisisce una funzione differente, da essere in secondo
piano a evidente, come a segnalare una transizione, a suono continuo su cui si
sovrappongono altri suoni.
Stesso procedimento avviene per molti dei suoni metallici acuti e metallici che
variano da suoni rapidi e impulsivi a suoni continui o che modulano a un andamento
quasi ritmico di carattere iterativo.
Le relazioni che si creano tra le altezze dei suoni non sembrano costituire mai un vero
e proprio intento melodico ad eccezione di una piccola sezione da 2.04' a 2.45', in cui
i suoni di campana creano un contesto armonico-intervallare con vari interventi di
suoni percussivi, suoni invertiti, piatti e segnali.
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Bibliografia e fonti
Camilleri, L. (1993) Metodologie e concetti analitici nello studio di musiche elettroacustiche, in Rivista Italiana di
Musicologia - http://www.jstor.org/stable/24320825 (accesso 23/05/2016)
Delalande F. (2001) Il Paradigma Elettroacustico, in Enciclopedia della Musica 10 vol, Le avanguardie musicali del
novecento
Schopenhauer A. (1819) “Il mondo come volontà e rappresentazione”, cap.39 La metafisica della musica