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FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,

PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI


DELLA PROVINCIA DI MILANO Ch. 301/itinerari

Casa degli Atellani / 1919-1921, 1943, 1946-1952 /


Piero Portaluppi Casa degli Atellani / 1919-1921, 1943, 1946-1952 / P. Portaluppi

corso Magenta 65, Milano


una quattrocentesca e l’altra “bramantesca” d’angolo del primo piano, soluzione
del primo cinquecento, attraverso un ricorrente nelle sue opere degli anni Venti.
Il restauro della casa degli Atellani, da Portaluppi nel volume “La casa degli atrio-passaggio aperto su due lati, centro La sintesi eccentrica e talora stupefacente
dal nome degli scudieri sforzeschi che Atellani in Milano” (1922), mentre con lo del nuovo sistema distributivo della casa, fra elementi del lessico architettonico
l’abitarono, è commissionato nel 1919 a studio “L’architettura del Rinascimento che cancella l’originaria bipartizione della tradizionale e apparati decorativi inediti, ma
Piero Portaluppi da Ettore Conti, nuovo nell’ex Ducato di Milano” (1450-1500) del proprietà. Un nuovo asse, ortogonale a armonizzati con il gusto di epoche storiche
proprietario e privilegiato committente 1914 Portaluppi aveva ottenuto la libera quello che collega le corti, giace lungo tramontate, illustrano la peculiare capacità
dell’architetto. Lo stato in cui si trovava docenza in “Architettura”. l’infilata che allinea l’atrio-passaggio, la di Portaluppi di utilizzare tradizione e
il complesso residenziale all’inizio Portaluppi riforma radicalmente sala dello Zodiaco e la sala del Luini, per invenzione in un crogiuolo inscindibile,
degli anni Venti, recante traccia dei l’assetto distributivo degli ambienti, proseguire, attraverso un portale e una articolando nel disegno delle facciate e delle
numerosi ampliamenti e degli interventi spostando la posizione delle scale e scalinata, lungo lo stupefacente viale superfici degli ambienti interni una sintassi
ottocenteschi, è in parte documentato liberando i porticati. Collega le due corti, prospettico del giardino. inconfondibile, non identificabile tout-court
Portaluppi articola i percorsi secondo con i revival degli stili storici e già pervasa
PLANIMETRIA GENERALE DELL’INTERVENTO (IMMAGINE CONCESSA DA ARCHIVIO PIERO PORTALUPPI) la ritualità di una residenza alto borghese e di motivi Art Déco, in cui i riferimenti agli
ne commenta gli ambienti con un apparato elementi classici dell’architettura appaiono
decorativo d’invenzione, che dialoga con giocosamente eversivi dell’ordine ricercato
gli elementi antichi superstiti sostanziando dagli architetti ascrivibili al Novecento
una pratica del restauro inscindibile dal milanese.
progetto di nuovi elementi, declinati senza A venti anni di distanza, la riparazione
scrupoli filologici secondo gli stilemi dei danni bellici riconduce Portaluppi in
di epoche diverse, dal Quattrocento al corso Magenta, dove il brano ottocentesco
Settecento. Se per la facciata su corso della facciata, andato distrutto, è
Magenta l’architetto ordisce uno schema riformulato nel linguaggio scarno e
simmetrico, dove l’accento quattrocentesco geometrico adottato a partire dagli anni
del portale centrale, dei riquadri decorativi Trenta, al quale è concessa l’intrusione
a losanghe e degli alti timpani triangolari di tondi scolpiti a bassorilievo, di logge
delle finestre del primo piano convive con le con archi retti da singolari balaustre e di
fantasiose finestre trilobate del piano terra, colonne binate che articolano le ampie
nel fronte verso il giardino tramuta senza aperture del secondo e terzo piano,
imbarazzo la parte privata della residenza ambiguamente sospese tra il modello
in un una villa, le cui porte e finestre sono della finestra a nastro e quello di una più
adornate da fantasiose cornici, mentre tradizionale loggia vetrata.
ricciolute cimase di gusto settecentesco
STEFANO POLI
imbellettano l’ingresso e il terrazzino

PIERO PORTALUPPI PIERO PORTALUPPI

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