Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1.2 L’inquinamento
L’inserimento dell’industria nell’ambiente si realizzò sulla base di una duplice
contraddizione:
- tra l’interno della fabbrica dove si realizzava un processo produttivo e l’ambiente esterno
da cui si traevano le materie prime e si scaricavano i residui
- tra città e campagna perché le attività industriali sottraevano risorse soprattutto energetiche
a quelle agricole sia perché si tendeva ad allontanare le fabbriche dalle città (per sicurezza e
igiene) danneggiando le campagne.
Non conoscevano come valore in sé la tutela del patrimonio ambientale. Nacquero
regolamenti ma le contromisure furono limitate in quanto le conoscenze scientifiche
ambientali non coglievano la specifica dimensione del problema e restavano comunque
subalterne alla priorità ideologica ed economica dello sviluppo industriale. Le
preoccupazioni dominanti erano igienico-sanitarie mentre mancava ogni attenzione per
l’ambiente naturale e il suo equilibrio.
IL CASO ITALIANO
2.2 La periodizzazione
- anni 80 dell’800 : incremento del tasso di industrializzazione e della crescita demografica
urbana. Si diffonde in Italia la cultura igienista: leggi che disciplinavano le attività
industriali e le loro emissioni. Vennero costruiti acquedotti e fognature “moderne” nelle città
pe questioni igieniche (numerose epidemie). Ciò ridusse il conflitto tra emissioni industriali
ed esigenze pubbliche perché l’acqua di buona qualità veniva reperita lontano dalle aree
urbane e inoltre aumentò la domanda e di conseguenza la competizione per le risorse
idriche.
-Nacquero, promotrici di questi interventi, le aziende elettriche. Il conflitto tra le industrie
delle aree urbane periferiche e delle attività agricole delle aree rurali era stato ridotto.
-Dopo la prima guerra mondiale non bastava più arginare le fabbriche nelle campagne, ma
era l’industria a plasmare il proprio territorio. Le soluzioni della cultura igienista
cominciano a mostrare la loro inadeguatezza di fronte ai primi preoccupanti segnali di “crisi
ambientale” Ci vorranno altri due decenni perché in Italia si palesino.
FABBRICHE E TERRITORIO
GOVERNARE LE ACQUE
Il governo delle acque fu parte della messa in atto di nuove modalità di incorporazione
sociale delle risorse naturali, ovvero di nuove modalità di integrazione di porzioni di
ecosistema nei processi produttivi e riproduttivi. Questa questione gioca un ruolo
determinante nella ridefinizione del limite tra città e natura.
In Italia le scelte decisive per la modernizzazione del sistema urbano furono compiute nei
quattro decenni a cavallo del 1900, ciò produsse crescita demografica e industrializzazione e
la trasformazione delle attività produttive → di conseguenza gli assetti dell’antico regime
furono messi in crisi e sollecitarono una politica di riforma. Il 2progresso dell’igiene” non fu
solo frutto della cultura progressista ma scaturì largamente dalle nuove urgenze dello
sviluppo urbano.
9.1 Allarmi
In Lombardia primi segni di crisi ambientale si ebbero negli anni 30. In Toscana negli anni
50. Si segnalavano in particolare alcune aree : attorno a Pisa fiumi inquinati dagli scarichi di
numerose concerie locali, attorno a Firenze per lo scarico in Arno di acque inquinate da
residui delle industri tessili pratesi. Si aggiungeva l’inquinamento dei fumi, le polveri dei
cementifici, gli scarichi aerei. In pochi anni la situazione toscana divenne una delle più gravi
dopo quella toscana.
Le politiche di governo del territorio e dell’ambiente per loro intrinseca natura erano parse
destinate ad assumere un ruolo centrale nella costruzione del “governo regionale”. Si
individuava in quest’ultimo una dimensione ottimale per raccordare le direttrici dello
sviluppo nazionale e i crescenti processi di integrazione internazionale con l’esigenza di
ricomporre la varietà dei percorsi di sviluppi locali, orientare la crescita delle aree trainanti e
promuovere l’inserimento delle aree rimaste marginali nelle dinamiche di sviluppo.
10.2 La Toscana
Al percorso culturale, politico e metodologico della programmazione nazionale si era
accompagnato dagli anni 60 un analogo percorso regionale.
Punto di partenza era tradurre in una proiezione territoriale il paradigma di “riequilibrio”
che guidava la programmazione nazionale. Da il dibattito sullo sviluppo locale emergevano
tre nodi di rilievo: la zonizzazione regionale, il ruolo delle infrastrutture e il rapporto tra
urbanistica e governo del territorio.
10.6 Bilanci
Inizio anni 80: avviato riordino delle modalità di gestione e valorizzazione di alcune risorse
naturali; avviato coordinamento delle politiche territoriali subregionale.
AMBIENTALISMI IN MOVIMENTO
Tra i movimenti collettivi degli anni 70 quello ambientalista fu forse il meno appariscente
ma si mostrò il più composito, vitale e forse il più capace di permeare positivamente la
società italiana e di dare risposte concrete.
12.1 La “Madre-Terra”
La terra-natura è la madre di tutti gli uomini, l’eterna nutrice da cui traggono vita gli
uomini. Se le generazioni nascono e muoiono e pe rciò creano la storia, la natura pare
collocarsi prima della storia. La sorte delle generazioni dipende dalla natura e gli uomini
non appaiono in grado di minacciare le generazioni future, impedendo allla natura di essere
madre.