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Satricum

Trenta anni

Satricum Trenta anni di scavi olandesi


di scavi olandesi

Amsterdams Archeologisch Centrum


Università di Amsterdam
Satricum
Trenta anni di scavi olandesi
Satricum
Questo catalogo è stato eseguito Fotografie dei materiali archeologici ed 1
a cura di Marijke Gnade elaborazione delle fotografie di scavo: 2
Anneke Dekker 3
Hanno collaborato: 4
Peter Attema Museo di Villa Gulia: 5

Trenta anni
Giovanni Colonna Figg.:III.9, 11, 14-17, 19-20 6
Tymon de Haas 7
Barbara Heldring Disegno grafico: 8
Riemer Knoop Bregt Balk 9
Loes van der Kruijf Sanne Beeren 10

di scavi olandesi
Muriel Louwaard 11
Patricia Lulof Stampa: 12
Reno Raaymakers Peeters, Leuven 13
Conrad Stibbe 14
Jeltsje Stobbe Copertina: 15
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Redazione e traduzione: Hanno contribuito: 17
Eric Moormann Università di Amsterdam 18
Patrizia Seggi Università di Groningen 19
Loreto Solazzi Allard Pierson Museum Amsterdam 20
Comune di Latina 21 a cura di Marijke Gnade
Traduzione: De Nieuwe Kerk Amsterdam 22
Simona Bombarda Reale Istituto Neerlandese a Roma 23
Chiara Cavallo PDLighting Huizen 24
Laura de Haas-Rietveld Vereniging Vrienden van Satricum 25
Marcello Menegatti Sign. Anna Kalmeijer 26
27
Disegni: ISBN: 28
M. Gnade: Figg. I.11, III.48, IV.2, 9 29
R.R. Knoop: Fig. III.6 © Università di Amsterdam 30
P.S. Lulof: Figg. III.8, 10, 12-13, 18 Amsterdams Archeologisch Centrum 31
M. Louwaard: Fig. V.1 Turfdraagsterpad 9 32
K. Peterse: Fig. III.7 1012 XT Amsterdam 33
E. Ponten: Fig. III.4 34
R. Raaymakers: Fig. VI.2 35
P. Steensma: Fig. II.5, 9, 11 36
J.A. Stobbe: Figg. I.1, II.1, III.1, 21, 28, 31-32, 37
34, 37-38 38
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Elaborazione dei disegni: 40
J.A. Stobbe 41
K.J. van Alberda 42
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51 Le Ferriere, Latina
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53 26 ottobre 2007 – 29 febbraio 2008
Comitato d’onore Indice
Egbert F. Jacobs 6 Premessa, Marijke Gnade
Ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi 7 Presentazione, Egbert F. Jacobs
Anna Maria Reggiani 8 Presentazione, Anna Maria Reggiani
Direttore Generale per i Beni Archeologici 9 Presentazione, Vincenzo Zaccheo
del Ministero per i Beni e Le Attività Culturali
Vincenzo Zaccheo Capitolo I – Introduzione
Sindaco di Latina 12 La storia degli scavi, Marijke Gnade
Aafke Hulk
Preside della Facoltà di Scienze Umane Capitolo II – L’età del Ferro
dell’Università di Amsterdam 20 L’inizio di una comunità sull’acropoli, Jeltsje Stobbe
Marina Sapelli Ragni
Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio Capitolo III – L’età arcaica
Bernard Stolte 30 Monumentalizzazione della città, Jeltsje Stobbe
Direttore del Reale Istituto Neerlandese a Roma 32 L’architettura templare, Riemer Knoop/Patricia Lulof
43 L’architettura intorno ai templi, Jeltsje Stobbe
Comitato scientifico 51 La città bassa: sviluppo della zona urbana, Marijke Gnade

Conrad Stibbe Capitolo IV – L’età post-arcaica


Marianne Kleibrink 60 Introduzione, Marijke Gnade
Giovanni Colonna 63 La Necropoli Sud-Ovest, Marijke Gnade
Paola Pelagatti 68 L’acropoli: il deposito votivo II, Peter Attema/Tymon de Haas
Herman Brijder 71 L’area urbana, Marijke Gnade
Marijke Gnade
Peter Attema Capitolo V – L’età medio-repubblicana
Eric Moormann 74 Satricum nell’età medio-repubblicana, Marijke Gnade
75 L’acropoli: l’edificio dell’età medio-repubblicana, Muriel Louwaard
Comitato di lavoro 78 Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo, Barbara Heldring
82 Le terracotte votive rinvenute nel deposito votivo III, Loes van der Kruijf
Alessandro Cassatella
Giovanni Della Penna Capitolo VI – L’età romana
Loreto Solazzi 86 La villa romana, Reno Raaymakers
91 Le ville di Satricum nel quadro regionale, Tymon de Haas
Anneke Dekker
Tymon de Haas Capitolo VII
Marlies Kleiterp 98 Le iscrizioni di Satricum, Giovanni Colonna
Riemer Knoop
Loes van der Kruijf 101 Catalogo dei reperti
Muriel Louwaard
Alma Reijling 198 Elenco dei termini tecnici
Dé Steures
Jeltsje Stobbe 202 Bibliografia
Premessa Presentazione
Marijke Gnade Egbert F. Jacobs
Ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi

Questa mostra organizzata in occasione l’Antiquario archeologico che la grande Matuta’, De Nieuwe Kerk ad Amster- Mi sento molto onorato per essere stato fotografie, ricostruzioni di diverse strut-
dei trenta anni di scavi olandesi a Satricum città latina-volsca aspetta da 110 anni da dam, Allard Pierson Museum ad scelto come membro del Comitato ture ed anche un breve filmato degli
– Le Ferriere (Latina), vuole presentare quando i primi ricercatori Henri Graillot, Amsterdam, PD Lighting a Huizen e d’Onore di questa mostra più unica che scavi attraverso gli anni. Sono convinto
i risultati del lavoro di ricerca effettuata Felice Barnabei, Adolfo Cozza e Raniero quanti hanno sostenuto in vari modi l’i- rara sull’antica Satricum. Unica poiché che grazie a questo approccio innovativo
sia in campo che nei magazzini di scavo Mengarelli portarono alla luce il tempio niziativa: dott. Alessandro Cassatella, per la prima volta dopo ben 30 anni di la mostra riuscirà ad abbattere delle bar-
ove i reperti hanno dormito per molti della Mater Matuta. arch. Giovanni Della Penna, dott. Anto- scavi, studi e analisi svolti dagli Olandesi, riere che forse, in passato, impedivano
anni. I contributi scientifici presentati Tanti i collaboratori. Questa è l’occa- nio Santarelli, prof. Loreto Solazzi e abbiamo la possibilità di esporre tutti i a molti di frequentare i musei. L’esposi-
sono frutto del lavoro dell’Istituto sione per ringraziare quanti hanno sign. Anna Kalmeijer. reperti nel luogo stesso della loro prove- zione, con le sue numerose illustrazioni,
Olandese di Roma, dell’Università di contribuito alla realizzazione di questo nienza e cioè nella restaurata fabbrica riuscirà a raggiungere un pubblico ben
Groningen, dell’Università di Nijmegen evento sia le istituzioni, il Ministero delle Ferriere. più ampio del solito. Tuttavia è necessa-
e in particolare dell’Università di per i Beni e le Attività Culturali, la I curatori sono riusciti nell’intento di rio che l’impegno sia sempre costante
Amsterdam, oggi, unica responsabile del Soprintendenza per il Lazio, il Comune presentare al pubblico un’ampia selezio- per far sì che il grande pubblico si accosti
progetto Satricum. Dei risultati del lavoro di Latina, l’Università di Amsterdam, ne di oggetti rappresentativi provenienti alla ricca gamma di offerte culturali che
di ricerca dal 1977 sono state date notizie l’Università di Groningen, Reale Istituto non solo dai depositi che si trovano sul la Regione Lazio possiede.
preliminari alle vari occasioni, ma sul Neerlandese a Roma, l’Associazione posto ma anche dal Reale Istituto Ringrazio di cuore coloro che hanno
piano scientifico ora è sembrato oppor- ‘Acropoli’, l’Associazione ‘Mater Olandese a Roma. I Paesi Bassi sono reso possibile questa mostra. In partico-
tuno presentare un consuntivo organico impegnati negli scavi di Satricum fin dal lare la mia riconoscenza va alla Prof.ssa
dei risultati recenti in rapporto alle cono- 1977 e cioè da quando il Comitato per Marijke Gnade dell’Università di
scenze già note. La storia della città l’Archeologia Laziale chiese all’Istituto Amsterdam e Direttrice degli scavi olan-
‘ricostruita’ in occasione della mostra Olandese di attivarsi in tal senso. Ancora dese di Satricum, al Signor Sindaco di
vede cinque sezioni temporali: l’età del oggi, ogni estate, vengono effettuati Latina Vincenzo Zaccheo alla Provincia
Ferro, l’età arcaica, l’età post-arcaica, degli scavi archeologi, eseguiti attual- di Latina ed alla Regione Lazio.
l’età medio-repubblicana e l’età romana. mente dall’Università di Amsterdam.
Una sesta sezione è dedicata alle iscri- A questo proposito, desidero esprimere
zioni relativi ai vari periodi. Sul piano l’auspicio che gli scavi proseguano ancora
culturale si vuole offrire il quadro di una per molti anni poiché essi non solo
città che in antichità ha visto grande rappresentano un’ottima opportunità
interazione e forti contrasti fra vari per gli studenti olandesi di fare pratica
gruppi etnici, Latini, Etruschi, Greci, nel campo dell’archeologia ma sono
Volsci e Romani dato questo che ci un’occasione per aiutarci a capire meglio
riporta alla stretta attualità. il nostro passato. Ogni anno, infatti, i
La mostra è ospitata nella vecchia progetti danno dei risultati sorprendenti.
cartiera di Le Ferriere che recentemente Gli organizzatori sono riusciti a com-
è stata restaurata come Centro di porre un panorama completo dell’antica
Documentazione Comunale, al termine Satricum e di tutta la storia dei suoi scavi.
della quale si auspica possa diventare Segnalazione di Le Ferriere negli anni Ottanta La mostra comprende anche piantine,

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Presentazione 1
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Presentazione
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Anna Maria Reggiani Vincenzo Zaccheo
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Direttore Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 7 Sindaco di Latina
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Sono passati trenta anni da quando coordinate dai colleghi olandesi, fra le cedute hanno consentito una serie di 18 Mostra ‘Satricum. Trenta anni di scavi questi anni, quali quelli di Borgo Le Amministrazione, sempre attenta al
nell’ormai lontano 1976 gli scavi di quali va inserita la presente per celebrare importanti valutazioni scientifiche 19 olandesi’ Ferriere, del Tempio di Ercole a Tivoli, tema della promozione, della valorizza-
Satricum, dopo un lungo e colpevole trenta anni di scavi nel sito Satricum, riportate in convegni, mostre, articoli 20 dell’Istituto Olandese di Roma e del zione e della crescita culturale, la possi-
periodo di penombra, furono tratti dal- come ha messo in risalto la ricerca e monografie che l’archeologia satricana 21 Il progetto culturale denominato: Museo Comunale di Cassino. bilità di realizzare un evento di ampio
l’oblio cui si erano tristemente avviati, archeologica fu senza dubbio il centro non aveva in precedenza conosciuto. 22 ‘Satricum. Trenta anni di scavi olandesi’, Un posto di rilievo spetta, all’interno respiro, in grado di dare il giusto risalto
per merito della ripresa delle indagini da più importante della Pianura Pontina Dall’esegesi del testo dell’iscrizione con 23 di cui la mostra documentaria prevista della mostra, alle varie iscrizioni rinve- alla Città di Latina e al suo territorio nel
parte di un’autorevole équipe olandese. in età arcaica, posto all’incrocio fra due la menzione di Publio Valerio Poblicola, 24 per l’autunno 2007, viene realizzato nute durante gli scavi fra cui la più antica contesto culturale europeo.
Infatti, nel 1976, il Comitato per percorsi fondamentali per lo sviluppo che la tradizione storiografica annovera 25 dal Comune di Latina in collaborazione in latino risalente alla fine del VI secolo
l’Archeologia Laziale, aveva organizzato della cultura e dei commerci dell’intera come primo console di Roma, fu confer- 26 con il Dipartimento di Archeologia a.C., scoperta nel 1977 e un vaso votivo
la grande mostra: ‘Civiltà del Lazio zona: uno parallelo alla costa che faceva mato il forte legame fra Satricum, Roma 27 dell’Università di Amsterdam è una con dedica alla Mater Matuta, a cui è
Primitivo’, in cui fu esposto per la prima da tramite fra Etruria e Campania, l’altro e la gens Valeria. Si mise a fuoco il qua- 28 manifestazione di ampio respiro che anche dedicato il tempio dell’antica città.
volta anche una parte del materiale che da Satricum, dopo aver attraversato dro culturale in cui Satricum s’inserisce, 29 oltrepassa i confini locali. Gli oggetti della mostra sono comple-
satricano finalmente inserito nel quadro Velitrae, arrivava a Praeneste. che è quello di un centro latino che man- 30 Da oltre tre decenni l’Università olan- tati con pannelli illustrativi e una proie-
storico-topografico della cultura latina. La ripresa inaspettata fu accompagna- tiene i legami con l’etnia d’appartenenza 31 dese si occupa di tutte le attività di scavo zione con le immagini degli scavi intro-
Il Comitato, istituito nel 1974 e formato ta da inevitabili polemiche che furono e che ha sia facilità di relazione verso 32 e di studio relative al territorio dell’anti- durrà i visitatori nella realtà archeologica
da archeologi italiani del mondo univer- ben presto tacitate dal ritrovamento l’ambiente magnogreco, che aperture 33 ca città di Satricum, negli ultimi tempi del sito.
sitario, delle Soprintendenze e delle dell’iscrizione in latino arcaico di Publius verso l’influenza etrusca, nella dinamica 34 anche attraverso l’ausilio dell’associazio- Il Comitato scientifico della mostra
Accademie e degli istituti di ricerca stra- Valerius, il famoso Lapis Satricanus, degli spostamenti delle tribù italiche 35 ne culturale ‘Vereniging Vrienden van è composto di illustri archeologi tra cui
nieri che operano a Roma, aveva, infatti, a pochi centimetri dal luogo ove si erano che ha interessato l’Italia centrale nel 36 Satricum‘ – Gli Amici di Satricum, che ha la dott.ssa A.M. Reggiani (Direttore
fra i suoi scopi la riconsiderazione degli fermati gli scavi del 1898, oggi esposto periodo arcaico. È stato chiarito il ruolo 37 tra le proprie finalità statutarie quella di Generale del Ministero per i Beni e le
innumerevoli reperti dell’archeologia nel Museo Nazionale Romano – Terme emporiale favorito dalla posizione geo- 38 promuovere e divulgare, le attività ine- Attività Culturali), il prof. Giovanni
del Lazio ancora inediti, che affollavano di Diocleziano. Veniva senza ombra di grafica, che dovette permanere anche 39 renti gli scavi archeologici nel sito. Colonna (ordinario dell’Università di
i depositi dei musei. Dallo stesso equivoci dimostrata la necessità di una quando Satricum passò in mano ai Volsci. 40 Il trentennale degli scavi è l’occasione Sapienza di Roma), la prof.ssa Marijke
Comitato partì nel 1977 l’invito alla ripresa ripresa delle indagini nel luogo, anche in Tutto questo resterà per sempre, a meri- 41 per realizzare una mostra che rappresen- Gnade, direttrice degli scavi da parte
degli scavi all’Istituto Olandese a Roma, considerazione del pericolo incombente to dell’archeologia olandese. 42 ti alle istituzioni, agli enti e soprattutto al dell’Università di Amsterdam.
ricollegandosi idealmente ad un piccolo di attività clandestine. La tenace volontà 43 grande pubblico i più importanti risultati L’iniziativa intrapresa dall’ammini-
intervento, avvenuto nel 1933 e finanzia- nel ricercare la collaborazione degli stu- 44 delle attività svolte e avrà la finalità di strazione è ampiamente condivisa dalla
to dalla signora Johanna Goekoop-De diosi italiani, la pronta pubblicazione dei 45 promuovere e valorizzare l’importante Soprintendenza per i Beni Archeologici
Jongh, mecenate anche dell’archeologia materiali di scavo, lo ‘scavo nello scavo’, 46 sito archeologico a livello internazionale. del Lazio, la quale a nome del Soprinten-
greca. effettuato nei depositi del Museo Nazio- 47 La mostra, allestita all’interno delle dente Dr Marina Sapelli Ragni, ha auspi-
Da allora, le occasioni per ritornare su nale Etrusco di Villa Giulia, ove il frutto 48 sale del Centro Comunale di Documen- cato che la collaborazione intrapresa
quella che è stata considerata una delle delle prime campagne è conservato ed 49 tazione di Borgo Le Ferriere, presenta dal Comune di Latina con l’Università di
indagini archeologiche più rilevanti, fra in parte esposto, fra le collezioni laziali, 50 un’ampia panoramica di reperti e mate- Amsterdam possa proficuamente conti-
le tante avvenute nel nostro paese, non hanno confermato la bontà della scelta di 51 riali sconosciuti al grande pubblico, in nuare in futuro.
sono state numerose; fra queste sono affidare il sito all’archeologia olandese. 52 gran parte provenienti dai vari magazzini La mostra: ‘Satricum. Trenta anni di
da ricordare invece, le molte iniziative Gli scavi delle équipes che si sono suc- 53 in cui sono rimasti custoditi per tutti scavi olandesi’, rappresenta per questa

8 9
Capitolo I
Introduzione
La storia degli scavi devastanti degli anni sessanta del secolo
scorso, è stato possibile ricostruire un
quadro abbastanza completo dell’inse-
prima, nel 1896 quando fu affondato per
la prima volta il piccone sull’altura di Le
Ferriere. I lavori intensi eseguiti in tempi
In sostanza si delineò subito l’immagine
straordinariamente evidente e completa
– quale raramente si era presentata
diamento ormai leggibile su vari livelli. straordinariamente brevi, fra il 1896 e il altrove – di una città italica vissuta
Grazie alla stessa continuità e ad uno 1898, portarono in luce i resti di un gran- dall’età del Ferro alle soglie della tarda
Marijke Gnade studio approfondito del materiale scavato de tempio con ricca decorazione di terre- repubblica romana. Dopo la scoperta
si possono definire diversi collegamenti cotte figurate e moltissime offerte votive. del sito da parte dell’archeologo france-
intercontestuali che vanno oltre il lavoro In esso si riconobbe quel santuario di se dell’Università di Bordeaux, Henri
primario di documentazione e sono, Mater Matuta che la tradizione collegava Graillot, i protagonisti di questa impresa
spesso, di carattere interdisciplinare. al nome di Satricum (Fig. I.3). Si scopri- di scavo diventarono i rappresentanti più
Ciò vale, per esempio, per lo studio dei rono inoltre tracce di precedenti fasi esperti dell’archeologia ufficiale italiana
dati archeologici a confronto con le fonti edilizie del tempio, e, intorno a questo, come Felice Bernabei, Adolfo Cozza e
letterarie che, nel caso di Satricum, muri di abitazioni, incavi di capanne Raniero Mengarelli. Le loro scoperte
dimostrano spesso una notevole corri- protostoriche (Fig. I.4); si riconobbe il non vennero mai sistematicamente e
spondenza di informazioni. tracciato di un recinto tipo aggere; più scientificamente pubblicate. La stessa
La storia degli scavi a Satricum però lontano, si esplorò una necropoli con sorte toccò ad altri scavi eseguiti in
non comincia nel 1977, ma quasi 80 anni sontuosi corredi tombali arcaici (Fig. I.5). seguito, quelli del 1907–1910 di Raniero
Quando nel 1977 l’Istituto Olandese a di Villa Giulia, ma anche la ricchezza e il restante è ancora in corso di ricerca
Roma inizia la ricerca archeologica a Le la complessità dei resti riscavati sull’acro- (Figg. I.1-2). L’archivio archeologico di
Ferriere – in quel tempo già identificata poli nei primi anni. Ora 30 anni dopo Satricum sembra inesauribile visto l’af-
con l’antica Satricum – apparve imme- l’inizio della ricerca olandese a Satricum flusso costante di nuovi reperti, spesso
diatamente che la ricerca del sito avrebbe questa osservazione vale ancora. di carattere spettacolare. Grazie alla
impegnato tempi lunghi. Ne era prova Infatti solo il 40 % dell’area attribuita continuità della ricerca archeologica e
non sola la grande massa di reperti risco- all’insediamento antico è stata sottoposta alla conservazione notevole dei resti sca-
perta nei magazzini del Museo Nazionale ad una ricerca archeologica sistematica; vati e nonostante le attività economiche

II X

II
I
I

III III

Zone degli scavi olandesi


IV
Zone scavate nel 1977-2006
IV
I Acropoli I Acropoli
II Poggio dei Cavallari II Poggio dei Cavallari
III Macchia Santa Lucia/zona dell’aggere III Macchia Santa Lucia/zona dell’aggere
IV Macchia Santa Lucia/zona della Necropoli Sud-Ovest IV Macchia Santa Lucia/zona della Necropoli Sud-Ovest 500 m
© fotografia aerea Provincia di Latina

I.1 Carta catastale di Le Ferriere con indicazione delle zone di scavo 300 m I.2 Fotografia aerea di Le Ferriere con indicazione delle rimanenze archeologiche dell’antica Satricum

12 Capitolo I – Introduzione La storia degli scavi 13


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I.3 Scavi del Tempio di Mater Matuta nell’Ottocento I.6 Fotografia aerea delle rimanenze del
20
complesso templare di Mater Matuta
21
durante la pulizia nei primi anni di scavo
22
23
24 Mengarelli che scavò un piccolo santua- disporre dei mezzi finanziari per poter che gli archeologici olandesi sotto la
25 rio nella parte sud-est della città e altre fare delle ricerche autonome limitate nel responsabilità di Conrad Stibbe e di
I.4 Planimetria dell’acropoli dell’Ottocento (R. Mengarelli)
26 tombe nella Necropoli Nord-Ovest. Altri quadro della salvaguardia delle antichità Barbara Heldring iniziarono la ripresa
27 saggi di breve durata furono eseguiti nel del Lazio, nel senso inteso dal Comitato dell’investigazione di questa località da
28 1934 da Iacopi e negli anni cinquanta da per l’Archeologia Laziale”. La lettera troppo tempo dimenticata. L’inizio fu
29 Maria Santangelo. Il materiale, consi- prosegue con una proposta: “l’Istituto decisamente incoraggiante: il 13 ottobre
30 stente in migliaia di reperti, fu raccolto, potrà eseguire un piccolo scavo della 1977 venne alla luce un reperto sensa-
31 e solo in parte esposto, a Roma nel durata di un mese per poi proseguire zionale: un’iscrizione in latino arcaico,
32 Museo Nazionale di Villa Giulia dove negli anni successivi”, seguita dalla databile intorno al 500 a.C., l’ormai
33 si trova tuttora. Con esclusione dei domanda se si “potrà indicare un obietti- famoso Lapis Satricanus, recante il nome
34 frammenti statuari e delle antefisse del vo per i quali i lavori si sono resi urgenti”. di un Publius Valerius che si può pensare
35 rivestimento templare , i rinvenimenti di La risposta arrivò con qualche ritardo. di identificare con il famoso Publicola,
36 Satricum, nel loro complesso, rimasero È in data il 2 marzo del 1977. In pieno uno dei fondatori della repubblica
37 praticamente sconosciuti fino al 1976, accordo, tutti i membri del Comitato romana tramandatoci nelle fonti scritte.
38 quando uscì una prima seria di pubblica- per l’Archeologia Laziale decisero di Benché l’interpretazione esatta dell’iscri-
39 zioni su alcuni gruppi di oggetti più ‘proporre all’Istituto Olandese l’avvio di zione sia sempre oggetto di discussione,
40 antichi di provenienza funeraria e votiva una ricerca nella zona di Satricum, di cui si tratta di un documento di un inestima-
41 in occasione della Mostra della Civiltà è assolutamente superfluo sottolineare bile valore storico in quanto costituisce
42 del Lazio Primitivo presentata a Roma. la straordinaria importanza archeologica, una prova della veridicità delle tradizioni
43 Tale felice iniziativa italiana metteva in considerate le precedenti famose letterarie sui più antichi eventi di Roma.
44 moto una serie di avvenimenti che in scoperte’. Il motivo: ‘mentre purtroppo Le campagne di scavo condotte in
45 una straordinaria continuità ha portato oggi la Soprintendenza archeologia del seguito hanno portato ad una generale
46 all’esposizione di oggi organizzata in Lazio, sopraffatta dalla necessità di tanti revisione delle aree precedentemente
47 occasione di 30 anni di scavi olandesi. interventi di immediata urgenza, non indagate e ad un’estensione delle ricer-
48 È datata il 16 novembre del 1976 la potrebbe prevedere un intervento in che. In ormai trenta anni gli archeologi
49 lettera con cui Conrad Stibbe, vice diret- quel sito famoso’. olandesi hanno ottenuto importantissimi
50 tore dell’Istituto Olandese a Roma, Così nacque improvvisamente la risultati: fino al 1990 sotto l’egida dell’I-
51 comunica al Presidente del Comitato per vicenda archeologica olandese a Satricum stituto Olandese in stretta collaborazio-
52 l’Archeologia Laziale, Massimo Pallottino, con il consiglio e con il consenso delle ne con l’Università di Groningen guidata
I.5 Pianta topografica dell’antica Satricum dell’Ottocento (R. Mengarelli) 53 che “l’Istituto Olandese a Roma potrà autorità italiane competenti. È fu così da Marianne Maaskant-Kleibrink e dal

14 Capitolo I – Introduzione La storia degli scavi 15


1 un vero e proprio progetto: ‘Satricum
2 nella Villa Giulia’ in seguito al quale sono
3 state prodotte tre importanti pubblica-
4 zioni, i cui contenuti riguardano lo studio
5 delle antefisse e delle statue acroteriali
6 /
/
del complesso templare e della
7 Necropoli arcaica Nord-Ovest.
8 Sempre nel 1979 i lavori sull’acropoli
9 furono estesi alla zona intorno al
10 complesso templare (Fig. I.11), dove
11 28/5
nell’area di fronte ai templi, indagata
12 dall’Università di Groningen, e nell’area
13 contigua al lato posteriore, indagata
14 dall’Istituto Olandese di Roma, furono
I.7 Il Lapis Satricanus in situ nelle fondamenta del Tempio II il lato I.8 Il Lapis Satricanus in situ con l’iscrizione capovolta
15 portate alla luce molte tracce e rimanenze
posteriore
16 che indicano una eccezionale continuità
17 di occupazione per una durata di quasi
18 otto secoli. Oltre a tracce dell’età del
19 Ferro, fu messo in luce un miscuglio di
20 fondamenta di tufo attribuibili a vari edi-
21 fici del periodo arcaico, talvolta di carat-
22 tere monumentale e differenti fra loro
23 per orientamento, tipo di pietra adope-
24 rata, dimensioni e qualità (vedi Figg. I.1-
25 2, zona I). Nel 1980 le ricerche sull’acro-
26 poli furono temporaneamente sospese
27 in quanto un eccezionale rinvenimento
28 60 m imponeva altrove i lavori, nella parte
29 scavi dell’Ottocento sud-ovest dell’antica città (vedi Figg.
30 scavi dell’Istituto Olandese di Roma 1977-1990 I.1-2, zona IV). Fu scoperta una necropoli
31 scavi dell’Università di Groningen 1978-1990 del V secolo a.C., allora unica nel suo
32 scavi dell’Università di Amsterdam 1995-2002 genere nel Lazio, attribuita ai Volsci che
I.9 Scavi degli strati sottostanti il complesso templare I.10 Frammenti fittili delle grandi statue del colmo del tetto del Tempio
33 I.11 Pianta dell’acropoli con indicazione delle zone scavate secondo la tradizione antica occupavano
II rinvenuti nel magazzino del Museo di Villa Giulia
34 Satricum in questo periodo.
35 Nel 1984 la ricerca nell’area bassa fu
36 ampliata dopo la scoperta di una seria di
1990 fino ad oggi, come progetto di no. 636), rendendo chiaro che le nuove sorgere l’ipotesi che queste siano 37 lungi muri paralleli nella zona settentrio-
ricerca dell’Università di Amsterdam, ricerche non si sarebbero limitate ad una indicative di attività cultuali in un’epoca 38 nale attribuibili ad una rete viaria di
sotto la responsabilità di chi scrive. sola campagna di pulitura. anteriore alla costruzione dei templi e 39 carattere monumentale evidenziando
Nei primi anni la ricerca si concentrò Dal 1979 la ricerca archeologica fu che la capanna era da considerare come 40 tre fasi costruttive consecutive (vedi Fig.
sul santuario della Mater Matuta, situata estesa agli strati sottostanti il tempio la precorritrice dell’edificio templare in 41 I.2, zona II). La ricerca dell’area che
sull’acropoli della città (vedi Figg. I.1-2, (Fig. I.9). Nel corso di quattro campagne pietra; ipotesi, questa, che non è stata 42 comprendeva anche le rimanenze di una
zona I). Prima di tutto si dovettero libe- di scavo si mettevano in evidenze tracce condivisa da tutti. 43 villa romana già scoperta nell’Ottocento,
rare le fondamenta dalla vegetazione di 300 anni di attività umana, riconosci- Contestualmente s’intuiva che anche 44 fu sospeso dopo un anno, ma fu ripresa
che aveva ricoperto il terreno fin dal- bili attraverso colorazioni della terra, i numerosi reperti scavati nel secolo 45 nel 1996-1997 e in seguito dal 2000 fino
l’Ottocento (Fig. I.6). Finalizzate alla buchi di pali, resti di focolari, piccoli precedente avrebbero potuto fornire 46 ad oggi, sempre con risultati inaspettati.
dettagliata mappatura del complesso canali di scolo e fosse: tracce tipiche di informazioni interessanti per la storia 47 Oltre le strade, vennero alla luce diverse
templare e allo studio dei resti architet- un insediamento di capanne. Il fatto che edilizia del santuario. Fu deciso pertanto 48 tombe del V secolo a.C. e le rimanenze
tonici già riportati alla luce, in vista di queste rimanenze si trovassero proprio di estendere le indagini anche alle terre- 49 di alcuni edifici a fianco delle strade. Il
una loro pubblicazione definitiva, le sotto gli edifici templari di epoca poste- cotte, più di cinquemila pezzi, rinvenute 50 rinvenimento della rete stradale e degli
attività portarono a degli spettacolari riore, specialmente quelle ben conservate negli anni 1896-1898 nei pressi del 51 edifici nell’area bassa sono chiare indica-
rinvenimenti, come il menzionato Lapis di una grande capanna all’interno dei santuario ed immagazzinate nel Museo 52 zioni che gran parte della città di Satricum
Satricanus (Figg. I.7-8; Capitolo VII, cat. muri del primo edificio cultuale, faceva di Villa Giulia (Fig. I.10). Da qui nacque 53 I.12 Fotografia aerea dell’acropoli nel 2000 dopo la costruzione di una tettoia sopra è ancora rintracciabile nonostante i
le rimanenze templari

16 Capitolo I – Introduzione La storia degli scavi 17


Capitolo II
lavori agricoli molto invasivi, confer- hanno favorito altre iniziative. Dal 2003 1
mando così la possibilità di ottenere esiste una fruttuosa collaborazione fra 2
un’idea sullo sviluppo urbanistico. gli archeologi olandesi e il proprietario 3
Ulteriori ricerche sull’acropoli eseguite dei terreni ove furono scoperte le rima- 4
dall’Università di Groningen negli anni nenze della strada arcaica che portava al 5

L’età del Ferro


Ottanta hanno portato alla luce altre santuario della Mater Matuta. Attraverso 6
tombe del V secolo nonchè un deposito cospicui contributi finanziari annuali 7
enorme con centinaia di vasi e identifica- Casale del Giglio sostiene la ricerca 8
to come un deposito votivo. archeologica a Satricum. Di valore inter- 9
La ricerca olandese ha fornito una nazionale è il progetto del parco archeo- 10
quantità enorme dei dati che spesso logico, già ideato nel 1983 e autorizzato 11
combaciano con quelli dell’Ottocento dal Comune di Latina nel 1984, che nel 12
costituendo un ampliamento dell’imma- 2000 vedeva un primo inizio. Con signi- 13
gine esistente della città. L’esempio più ficativi fondi europei fu realizzata una 14
chiaro riguarda il cosiddetto deposito tettoia sopra le rimanenze templari, un 15
votivo ellenistico, la Stipe Votiva III, primo passo verso la musealizzazione del 16
scoperto nell’Ottocento. Nuove ricerche sito che dovrebbe divenire una realtà 17
archeologiche del complesso eseguite entro un periodo breve (Fig. I.12). Que- 18
nel 1982-1985 hanno rivelato il suo sta mostra su trenta anni di scavi olandesi 19
carattere originario cioè essere stata una non è che un ulteriore passo avanti in 20
cisterna per l’acqua piovana risalente tale processo e vuole presentare al 21
all’età del Ferro che, 400 anni dopo, fu pubblico in maniera aperta una sintesi 22
riutilizzata come un deposito per offerte dei risultati di scavi finora messi in luce. 23
votive. Fu durante il riscavo del deposito Questa forma di presentazione ha com- 24
che si scoprì un vaso con dedica alla portato la collaborazione di più istituti e 25
Mater Matuta (cat.no. 638), un’ulteriore di numerosi studiosi che non sempre 26
conferma dei dati storici che riferiscono condividono le ricostruzioni proposte, 27
alla Mater Matuta il tempio nell’antica anzi, prospettano visioni anche netta- 28
Satricum. mente divergenti tra loro. Va comunque 29
La ripresa degli scavi dell’antica sottolineato che questa mostra ha luogo 30
Satricum e le nuove scoperte hanno mentre gli scavi e lo studio del materiale 31
favorito la valorizzazione del patrimonio sono sempre in corso. Di conseguenza 32
archeologico anche a livello locale. Così alcune fra le teorie e le conclusioni qui 33
nel 1981 la ‘Cooperativa Satricum’ di riportate sono, ovviamente, da conside- 34
Borgo Montello prendeva l’iniziativa di rare provvisorie. In ultimo vogliamo atti- 35
organizzare insieme con gli archeologici rare l’attenzione sul fatto che gran parte 36
olandesi una mostra sui vecchi e nuovi dei reperti qui esposti ed illustrati ven- 37
scavi con lo scopo di divulgare l’esistenza gono presentati al pubblico per la prima 38
del sito nonchè di sviluppare un progetto volta. Essendo stati rinvenuti in contesti 39
di tutela dell’area archeologica. Questa di riscavo nonchè da zone disturbate da 40
mostra intitolata Satricum, una città latina, attività agricole si tratta spesso di reperti 41
tenutasi in occasione del cinquantenario lacunosi e frammentarii. 42
della fondazione della città di Latina, fu 43
seguita nel 1985 da una seconda mostra 44
ad Albano sul santuario di Mater Matuta, 45
Area sacra di Satricum tra scavo e restitu- 46
zione, e nello stesso anno da una mostra 47
internazionale in Olanda (Leida) con il 48
titolo Nieuw licht op een oude stad, 49
Italiaanse en Nederlandse opgravingen 50
in Satricum. 51
Queste esposizioni hanno fornito 52
un’immagine complessiva del sito ed 53

18 Capitolo I – Introduzione
che definisce un bacino scavato nella terra sistemata in forma quadrata. I buchi fuori gli stipiti verticali delle porte. In fine

L’inizio di una comunità sull’acropoli per alcuni decimetri (Fig. II.2). Invece, la
presenza di una trincea rettangolare e/
o di quattro buchi per i pali agli angoli
delle capanne sono stati visti lungamente
come sostegni per le pareti, ma ora
vengono considerati piuttosto come
incontriamo dei buchi davanti all’edificio
come elementi di un portichetto,
caratteristico in quanto presente solo
dentro la capanna permette di individua- sopporto per i tetti, il che significhereb- nel Lazio.
re le capanne di forma rettangolare. be, in alcuni casi, che le costruzioni delle La diversificazione delle capanne
Jeltsje Stobbe I buchi di pali, di regola, danno le pareti e del tetto fossero due elementi sull’acropoli possono servirci per illu-
migliori indicazioni per la ricostruzione costruttivi indipendenti, con il tetto non strare le varie possibilità di costruzione
dei muri e del tetto. I buchi dentro la interamente sostenuto dalle pareti. Nelle delle stesse. Riguardo alla capanna
capanna servivano per la costruzione del trincee di fondazione dei muri si riscon- medi0grande ovoidale VII (lunghezza
tetto: uno al centro, una fila o una serie trano altri buchi per pali, come anche per m 10,00), è stata trovata una trincea di
fondazione come nelle capanne quadra-
te, dove originariamente erano posti,
a distanze irregolari, dei piccoli pali;
all’interno vi sarebbe almeno un palo
che sosteneva il tetto, mentre all’esterno
non si trovarono tracce di pali che avreb-
X
Introduzione Questa situazione cambia, quando, a par- diamento sull’acropoli, si può tentare bero dovuto portare il tetto, ma gli sca-
tire del 1977 iniziano gli scavi sull’acro- di definire un’immagine della comunità vatori assumono che in origine dovesse-
Il catalogo della mostra ‘Civiltà del Lazio poli da parte dell’Istituto Olandese a satricana durante l’età del Ferro. ro esistere. Indicazioni di elementi di
primitivo’ del 1976 presenta alcuni feno- Roma e dell’Università di Groningen. sopporto all’interno si trovano inoltre
meni dell’età del Ferro a Satricum frutto Questa ricerca fornisce molti nuovi dati Le capanne nella capanna 2, dove al centro è stato
delle scoperte degli archeologi italiani sulla prima occupazione dell’acropoli scavato un grande buco per il palo
alla fine dell’Ottocento e l’inizio del presentati negli anni Ottanta in varie Disseminate nelle zone scavate sull’acro- rinforzato con frammenti di tufo (Fig.
Novecento. Gli oggetti provenienti da mostre, in Italia e nei Paesi Bassi. Nel poli sono state individuate e documenta- II.3). Le capanne ovoidali 1 (lunghezza
questi scavi sono custoditi nel Museo frattempo questa ricerca è stata integrata te almeno 47 capanne, con piante e con 6 m 7,20) e 6 (lunghezza m 5,00) hanno
della Villa Giulia di Roma. Nonostante la dallo studio dei reperti custoditi nel misure diversificate (Fig. II.1). Questo una forma diversa. Sul livello di calpestio
grande quantità dei reperti questi non Museo di Villa Giulia provenienti dalla numero altissimo rende Satricum uno dentro sono stati trovati frammenti di
sono stati utilizzati fino agli anni Settanta Necropoli Nord-Ovest in uso dalla prima degli insediamenti, finora, meglio docu- tufo, forse provenienti dalla base di fon-
per lo studio dello sviluppo dell’insedia- fase di Satricum fino alla fine del VII/ mentati dell’età del Ferro nel Lazio. 1 dazione di un muro di sostegno del tetto.
mento satricano nell’età del Ferro e nel- all’inizio del VI secolo a.C. Sulla base dei La capanna più piccola misura m 2,70; 3 Poiché mancano dei buchi di pali dentro
V 4
2
l’Orientalizzante (datazione tradizionale: risultati della ricerca su questa necropoli, la più grande invece aveva una lunghez- 5 e fuori queste capanne, i pali, forse, non
X-primo VI secolo a.C., si veda avanti). in combinazione con le tracce dell’inse- za almeno di m 12,00. La maggior parte erano necessari per questo tipo di
delle capanne (28) furono scavate attor- costruzione. L’orlo decorativo che corre
no al 1900 e sono state rilevate le loro lungo la base dei muri nelle capanne
piante, mentre mancano purtroppo i dati miniaturistiche in terracotta usate come
di scavo. Le altre 19 capanne sono state V I contenitori di ceneri, sembra conferma-
esplorate e parzialmente pubblicate III VI re una tale modalità di fondazione.
II
durante gli anni Ottanta del secolo In fine abbiamo due strutture con una
IV
scorso dall’Istituto Olandese a Roma lunga fila di pali all’interno per sorregge-
AA
e dall’Università di Groningen. re il tetto. La struttura AA, interpretata
VII come una capanna ovoidale molto gran-
La ricostruzione de consistente di due parti, non è scavata
Come nel resto del Lazio, anche a nella terra, ma poggiava sopra il piano di
Satricum si è conservato solo il livello calpestio di allora. Nella trincea di fon-
delle fondamenta delle capanne. Il tipo dazione stavano pali a piccole distanze
ovoidale-rotondo oltre che a Satricum l’uno dall’altro per rinforzare le pareti
si riscontra anche in centri laziali come 60 m e forse anche per sorreggere il tetto.
Ardea e Lavinium (Pratica di Mare), scavate nell’Ottocento Inoltre vi è anche una serie centrale di
mentre della capanna a pianta rettangola- scavate dall’Istituto Olandese di Roma 1977-1990 pali che correva attraverso l’ambiente
re abbiamo pochi esempi, sia a Satricum scavate dall’Università di Groningen 1978-1990 per un ulteriore sostegno del tetto.
che altrove. Le capanne ovoidali o roton- scavate dall’Università di Amsterdam 1995-2002 Grazie a questi buchi è stata valutata
II.2 Coloritura nera del bacino della capanna 6 de si riconoscono per una coloritura nera II.1 Planimetria generale dell’acropoli con le tracce dell’età del Ferro la sua lunghezza, pari a ben 23 metri.

20 Capitolo II – L’età del Ferro L’inizio di una comunità sull’acropoli 21


Al lato nord-est dell’acropoli forse esi- una parte del tetto era coperta da tegole, capanne ovoidali, avendo, in compara- seppelliti infanti presso le capanne,
steva una struttura simile, la capanna X, visto il numero dei frammenti di queste zione con il primo gruppo del VIII seco- essendo questa una prassi che si osserva
con una fila di pali disposti a distanze recuperati nei pressi della struttura. lo, una superficie che misura almeno il a partire dal periodo III/IV.
regolari di m 3,50-3,55 riscontrata anche doppio. Accanto alle capanne ovoidali si Abbiamo invece delle indicazioni che
nella struttura AA. Per questo, in contra- La cronologia vedono ora anche delle capanne rettan- indurrebbero a pensare ad una presenza
sto con le altre capanne sull’acropoli, il La mancanza di una chiara stratigrafia golari che possono essere contempora- permanente di un nucleo di uomini per
livello di calpestio si è ritrovato e consi- delle capanne non permette una datazio- nee alle ovoidali oppure attestano una via del ritrovamento di ossa di maiale
ste di uno strato di argilla fusa a forma di ne precisa. Infatti, i resti delle capanne fase di transizione da quelle piccole a negli scarichi. Questo dato pur comba-
un bacino di capanna, con una fila di pali sull’acropoli sono scarsi e si limitano alla quelle grandi ovoidali. Per quanto riguar- ‘mundus’ riempimento blocco del Tempio 0 ciando con i risultati della ricerca recente
lungo il bordo di esso (Fig. II.4). parte bassa del bacino e ai buchi di pali. da il periodo laziale IVB si conoscono strato di sabbia pulita pietre blocchi del Tempio II sulla crescita dell’allevamento di maiali
Le pareti potevano quindi cominciare I riempimenti dei bacini, naturalmente, sole le due capanne denominate AA e X. carbone strato di livellazione nell’età del Ferro nell’area sud-etrusca
nella trincea di fondazione, oppure danno un’indicazione del periodo d’uso II.5 Sezione della capanna 1 sottostante il complesso templare e laziale, non conferma la stanzialità in
sopra un basso muretto costruito a delle capanne, ma i momenti di costru- La funzione delle capanne assoluto essendoci anche esempi di
secco. Indicazioni per la parte superiore zione e dell’abbandono non possono Di regola si ritiene che le capanne servis- transumanza di maiali in associazione
delle pareti sono fornite dai numerosi stabilirsi con esattezza. Inoltre si sa poco sero come abitazioni e una prova ne con altre specie di animali. Un’indicazione
pezzi di argilla incontrati sull’acropoli sull’inventario originario delle capanne sarebbe il focolare, trovato in alcune delle Accanto ad esso sono stati trovati due scarico con lo stesso materiale. La com- certamente più forte della permanenza
che spesso hanno le impronte di canna o scavate alla fine del XIX e all’inizio del capanne sull’acropoli. Mancano altre indi- vasi quasi integralmente conservati binazione di terriccio misto con carbone abitativa del sito è una certa standardiz-
di rami e danno informazioni per la rico- XX secolo, per cui ci si è concentrati cazioni dell’occupazione, come resti del- (cat.nn. 7-8). Quando la capanna è e questo tipo di materiale fa pensare che zazione delle forme di ceramica. Per
struzione delle pareti composte quindi sullo sviluppo delle forme delle capanne. l’arredo o di letti presenti nella capanna venuta fuori uso, sembra essere riempita tali capanne piccole fossero usate per la riunire le indicazioni della presenza
di argilla e di canna. Probabilmente lo In seguito, tutte le capanne con una ben conservata di Fidene. Una ricostru- e chiusa appositamente. Soprattutto a preparazione di cibi, con le immondizie semipermanente o permanente, è stato
stesso tetto era di canne e aveva la forma forma simile – anche le capanne che zione dell’uso delle capanne sull’acropoli motivo della collocazione della capanna buttate nei buchi vicini. Nelle capanne proposto per uscire dall’impasse che
di uno scudo, come si assume per le altre sono state scavate dagli Italiani – sono dipende quindi soprattutto dal materiale sotto il complesso templare, ma anche ovoidali invece sono stati trovati, in sull’acropoli ci fosse in verità una pre-
capanne laziali e in particolare per la state raggruppate nello stesso ambito ritrovato e della loro localizzazione. per i reperti e per la chiusura intenziona- primo luogo, frammenti di bicchieri, senza semipermanente, ma che vi abitas-
capanna ricostruita di Fidene. Le capan- cronologico. Uno dei bacini meglio conservati delle le, è stato suggerito che si trattasse qui anfore e brocche, mentre fornelli e olle se anche un nucleo familiare in modo
ne piccole rotonde sembrano essere Le prime capanne datano ai periodi capanne, ad oltre un metro di profon- di una capanna destinata ad un culto che e bacini mancano totalmente. In queste permanente nei pressi dell’acropoli. Non
un’eccezione. La serie di soli piccoli laziali IIB e III (vedi qui sotto), hanno dità, appartiene alla capanna 1, ubicata continuerà, poi, negli edifici templari capanne, quindi, si viveva e probabil- è chiaro, quindi, quando l’occupazione
buchi di pali attorno alla capanna I, dimensioni piccole e sono o rotonde sotto il primo edificio di culto in pietra successivi: testimonianza della presenza mente si mangiava. dell’acropoli da semipermanente cambia
per esempio, starebbe ad indicare la (< m 4,00) o rotonde-ovoidali (< m 7,20). (Tempio 0/sacellum/oikos) (Fig. II.5). a Satricum di un edificio costruito per il in permanente. Ma dal VIII secolo, alme-
mancanza di un tetto. Un’altra diversità Queste capanne sono sostituite o ingran- Sopra uno strato di sabbia pura giace il culto tra i primi in area laziale, ipotesi L’uso delle capanne no, le capanne sembrano essere abitate
la vediamo nella suddetta struttura AA: dite nel periodo laziale IVA con delle livello di abitato con un focolare. questa che non è da tutti condivisa. Chi sono stati gli utenti di queste capan- intensamente.
Anche l’interpretazione funzionalisti- ne? È stato proposto che le capanne Benché nei contesti delle capanne sia
ca delle altre capanne si basa sulla com- della prima fase (periodi IIB/III) non difficile discernere la ceramica comune
binazione della collocazione e del mate- rimanessero in uso per tutto l’anno, da quella rituale, è stato ipotizzato che le
riale ivi rinvenuto. La ceramica ci guida ma solo in determinate stagioni. Questa capanne sull’acropoli siano da vedere,
alla individuazione delle loro funzioni: occupazione semipermanente dell’acro- come la capanna 1 soprattutto, come ele-
fornelli e olle semplici sono associati poli si dedurrebbe da dati diversi quali la menti all’interno del quadro religioso.
alla cucina, doli con la conservazione costruzione poco robusta delle capanne Una parte della ceramica della capanna
delle derrate, anfore e calici con il bere, – specialmente a motivo della mancanza V del VIII secolo, destinata a cucinare
rocchetti e fuseruole con la tessitura, dei pali centrali per sorreggere il tetto e (molte scodelle) e della grande capanna
e ornamenti personali e ceramica impor- dall’assenza di trincee di fondazione per VII ovoide (coppe da bere, anfore e
tata con la ricchezza degli abitanti. Così le pareti. Secondo questo ragionamento, oinochoai/brocche) potrebbero riferirsi a
è stata attribuita una data funzione al nel caso di un’abitazione permanente, si pasti o a simposi in un contesto cerimo-
40% delle capanne – 10 rotonde, 10 sarebbero dovute creare delle strutture niale. Stando a questa interpretazione la
ovoidali piccole e 3 ovoidali grandi. più solide. Manca inoltre la ceramica che ceramica miniaturistica trovata in alcune
Le piccole capanne rotonde paiono proverebbe un uso permanente del sito, capanne, normalmente interpretata come
trovarsi sempre vicino ad una capanna come dolii da deposito e utensili per la doni votivi, sarebbe testimonianza di una
ovoidale piccola (periodi IIB/III) o gran- tessitura. È anche stato suggerito che simbolica sostituzione del pasto per i dèi.
de (periodo IVA) (vedi Fig. II.1). In una la mancanza di tombe infantili presso Accanto all’uso cerimoniale, vi sareb-
delle capanne piccole rotonde sono stati le capanne fosse significativa, in quanto bero anche delle indicazioni per un uso
trovati i resti di fornelli, ossa, olle e in altri siti laziali se ne troverebbero più quotidiano: il ritrovamento sporadico
scodelle nel terriccio ricco di carbone. esempi. Quest’ultima idea non è oggi di ceramica greca e di altra ceramica di
Accanto e dentro a tre altre capanne condivisibile perchè, occorre ricordare, alta qualità in alcune delle capanne del
II.3 Buco di palo nella capanna 2 II.4 Rimanenze di calpestio della capanna X consistente di uno strato di argilla fusa a forma del rotonde è stato scoperto un buco di nella prima età del Ferro non furono mai tardo VIII secolo, già alluderebbe ad
bacino della capanna

22 Capitolo II – L’età del Ferro L’inizio di una comunità sull’acropoli 23


Una quinta buca (buca 2079/4) è stata
trovata, come detto, ad una certa distan-
za del complesso templare. Contiene un
servizio consistente di una tazza ad ansa
bifora, tre scodelle con un’ansa, due
scodelle carenate semplici, un bicchiere
3 con una presa e tre bicchierini miniaturi-
4 1 stici (Fig. II.12; cat.nn. 53-60). Sulla base
5 della tazza ad ansa bifora e delle scodelle
4 carenate, la ceramica sarebbe databile
3 nel periodo III o (all’inizio del) periodo
5
IVA. Come nella buca 6 il vasellame
8 stava in piedi. La buca è parzialmente
II.7 L’urna dell’età del Ferro in situ II.8 Tracce dell’età del Ferro sotto le fondamenta del complesso templare 2 coperta da frammenti di dolio della fine
del VII/l’inizio del VI sec. a.C.
6 La diversa datazione tra loro pone
il problema se abbiamo a che fare con il
un’elite locale in ascesa. Anche la struttu- sotto i templi e sono dei periodi laziale suggrundarium, termine che si conosce riuso di vasi più antichi o con la presenza
ra AA, dell’ultima fase dell’età del Ferro, IVA e IVB, le altre due invece, di fronte dalle fonti e denomina la pratica della di due fenomeni stratigrafici differenti.
ha soprattutto un carattere domestico alla facciata del futuro complesso tem- sepoltura sotto le falde del tetto. Ora capanne altri buchi tombe di bambino Un punto comune è la cura con cui gli
come si evince dal materiale di ritrova- plare, a una distanza di m 50 circa, data- invece si associa il costume, soprattutto, buche votive pietre muri del Tempio II oggetti erano stati sistemati in quattro
mento. Nello strato di distruzione di essa no dalla transizione del periodo laziale con lo sviluppo della stratificazione II.9 Pianta delle tracce dell’età del Ferro sotto le fondamenta del complesso templare delle cinque buche, come anche l’uso
si trova una grande quantità di utensili IVA a quello IVB. sociale che sta emergendo durante la di dotare la buca con blocchi di tufo sia
per tessere e di ceramica da cucina e da Il corredo tombale comprende piccole transizione dal periodo laziale IIB al attorno al contenuto (2 buche) sia per la
pasti. Inoltre il ritrovamento di centinaia anfore, vasellame da bere e ornamenti, periodo III. Questa pratica starebbe ad buca stessa (1 buca). Anche la copertura
di scorie di ferro nella vicinanza potrebbe oggetti comuni in tali contesti in questo indicare la raggiunta compattezza dei monumentale (TI) si trovano molti ogget- ad una certa distanza, parzialmente sotto degli oggetti in una delle buche sarebbe
essere un’indicazione dell’esistenza di periodo nel Lazio. Solo nel caso di una nuclei familiari e la loro rivendicazione ti che provengono da questo deposito. il muro sud del secondo tempio. In que- prova della cura prestata all’insieme. Un
attività produttive più complesse. tomba sotto il tempio, si conosce la col- dei diritti sul suolo occupato. Anche la ricerca dei livelli più profondi sta buca ovoidale una corona di piccole altro dato cospicuo sono i resti di ossa e
Resta il quesito più importante se la locazione dei doni rispetto al defunto: In pratica è difficile associare una all’interno dei templi ha regalato delle pietre circonda due vasi in piedi (periodo carbone, forse il risultato del consumo
capanna 1 avesse un significato speciale gli ornamenti giacevano sul petto o sul tomba con una determinata capanna. indicazioni per attività rituali durante IIB/III) con una grande quantità di ossa dei cibi sul posto. La combinazione delle
in confronto con le altre capanne o fosse ventre e un’anfora stava presso i piedi Tuttavia le due tombe infantili a poca l’età del Ferro (Fig. II.8). Sono state tro- di animali (Figg. II.10-11; cat.nn. 39-41). caratteristiche comuni, almeno delle
solo un elemento nel complesso più (cat.nn. 30-32). Il sesso dei morti di que- distanza dal futuro complesso templare vate molte buche attorno alle capanne L’ultima buca, presso la 6, è una buca quattro buche sotto il complesso templa-
grande del abitato. Stando agli scavatori ste quattro tombe è sconosciuto, ma nel sono state collegate ipoteticamente alla sotto il complesso templare, buche più allungata (buca 8) che non solo si distin- re, rispetto alle altre buche sull’acropoli
la continuità di edifici religiosi sullo stes- caso della tomba con lo scheletro sotto il struttura AA, che è quella più vicina alle difficilmente interpretabili delle stesse gue per le misure e la forma, ma anche sarebbe da spiegare, secondo gli scava-
so posto giustifica la prima lettura, altri tempio, la presenza di una bulla bronzea tombe ed è dello stesso periodo. Lo stes- capanne e delle tombe (Fig. II.9). Quat- per la datazione molto più recente e per tori, in un contesto rituale.
invece pensano che il bacino d’acqua, il potrebbe essere un’indicazione della so collegamento è stato fatto tra la tomba tro delle circa 30 buche si distinguono la ricca scala di oggetti fra i quali decine Tutte le buche stanno all’interno dello
posteriore deposito votivo III, presente sepoltura di una fanciulla, poiché tali con la bulla con la capanna 3, anch’esse per la presenza in esse di molti oggeti di vasetti votivi e centinaia di perline, spazio cronologico del primo deposito
in posizione centrale sia stato il primo bullae appaiono dal periodo III in tombe vicine l’una e l’altra e contemporanee. integri. Una buca paragonabile a queste, gioielli importati, aes rude e molti fram- votivo del complesso templare, che con-
luogo di culto. latine femminili (cat.no. 32). Il significato scavata nel 1995, si trova ad una distanza menti di impasto (cat.nn. 42-52). Questi tiene materiale che va dal IX secolo fino
degli oggetti, tuttavia, è in discussione: I rituali religiosi sull’acropoli di m 40 dell’angolo nord-est dei templi. oggetti, dopo la loro deposizione, sono al terzo quarto del VI secolo. Sono anche
I rituali funerari sull’acropoli secondo gli studiosi la presenza di bulle Le buche variano nella loro forma, nel stati coperti con un terriccio nero e gras- comprese nell’ampio arco di tempo, a
può indicare sia il sesso che la posizione Durante gli scavi della fine dell’Ottocen- loro contenuto e nella loro datazione. so ricco di carbone. L’arco di datazione parte la buca 8, la capanna 1, la supposta
Gli scavi olandesi hanno testimoniato sociale del morto. Pertanto dalla presen- to del complesso templare è stato anche Presso la capanna 1 ci sono due buche del materiale del corredo è ampio: va dal capanna di culto. In generale si assume
come durante l’età del Ferro l’acropoli za della bulla non ne segue che la depo- esplorato il deposito votivo più antico piccole rotonde (m 0,15-0,20 in diame- Orientalizzante (periodo IV) al secondo che gli oggetti più antichi del deposito
si usava come cimitero simultaneamente sizione sia femminile. pertinente al tempio. La grande quantità tro sul livello più basso) con un contenu- quarto del VI secolo. Gli oggetti della più vecchio siano da collegare con le
alla Necropoli Nord-Ovest, ma probabil- Una tomba infantile nelle vicinanze di oggetti di questo deposito sono custo- to modestissimo, forse le più antiche del buca hanno molto in comune con il con- attività nella capanna ipotizzata da culto.
mente solo per bambini. L’indicazione di una capanna è un fenomeno tipico per dite nel Museo di Villa Giulia a Roma e sito. Quella più piccola (buca 4) ha solo tenuto del deposito votivo più antico dei Forse le due piccole buche nelle vicinan-
più antica in tal senso è un vaso grande il Lazio. In contrasto con gli Etruschi, per sono in corso di studio dai ricercatori pochi oggetti fra i quali una fibula di templi, motivo per cui anche questa buca ze della capanna 1 vanno viste in questo
piriforme dell’VIII secolo che probabil- esempio, i Latini seppellirono a partire olandesi. Nel quadro della ripresa dello bronzo intatta da datare nel periodo IIB andrebbe vista come una rimanenza ambito. La buca 3 con la fuseruola è col-
mente è servito da urna (Fig. II.7; cat.no. dal VIII secolo i bambini fino all’età di scavo del santuario, gli scavatori olandesi (cat.no. 37). Nell’altra buca (3) giace, al dello stesso deposito. D’altro canto, legabile con la venerazione di una divi-
29). I resti di quattro tombe infantili del tre anni presso le capanne e non nelle hanno trovato dei resti di questo deposi- livello più basso, un rocchetto coperto però, la buca è delimitata ai lati da bloc- nità femminile in quanto questi oggetti
VII secolo confermano questo uso fune- necropoli. La teoria più in voga per molti to. Soprattutto nello strato di livellamen- da cocci (cat.no. 38). Una buca probabil- chi di tufo indicanti, quindi, una sua erano i votivi preferiti da parte delle
rario dell’acropoli. Due tombe si trovano anni teneva conto del rituale romano del to per la costruzione del primo tempio mente contemporanea (buca 6) è situato autonoma presenza. donne.

24 Capitolo II – L’età del Ferro L’inizio di una comunità sull’acropoli 25


Esistono forti dubbi su simile associazio- del VIII secolo vi sono delle indicazioni Oltre le tombe centrali nei tumuli e le 1 Lazio. Generalmente s’incontrano nelle La Necropoli Nord-Ovest offre anche Come sono collegabili questi risultati
ne per le altre buche, in quanto tali per la nascità di differenze sociali all’in- tombe a camera, le tombe semplici – 2 necropoli laziali sia cremazioni come indicazioni circa le dinamiche economi- all’immagine tradizionale dell’uso reli-
‘pozzetti’ possono aver avuto moltiplici terno della comunità. Le tombe più anti- sia da inumazione che da cremazione – 3 inumazioni. Si pensa che il rito di crema- che sulle quali si basa la ricchezza dei gioso dell’acropoli? Le analisi preliminari
funzioni non direttamente connesse con che del grande tumulo C sono delle hanno oggetti di pregio (anche se a 4 re esprimesse lo status dei capi, poi in principes e/o degli altri capi delle gentes. degli oggetti del deposito votivo più
il culto di una determinata divinità. Vale tombe a camera/capanna attorno alle volte uno solo), il che indicherebbe che 5 seconda istanza anche quello dei membri Di regola tombe lontane dall’acropoli vecchio (non ancora pubblicati) mostrano
anche la pena chiedersi se non esistesse quali giacciono delle tombe semplici con il benessere della comunità non si limi- 6 maschili appartenenti alle principali sono viste come espressioni del possesso che questo cresceva spettacolarmente
una relazione tra le buche e le altre oggetti meno preziosi. Il tumulo sarebbe tasse all’aristocrazia. 7 famiglie o degli uomini con cariche pub- di ‘poderi’ dell’elite locale. Se conside- nel numero e nella qualità degli oggetti
capanne, similmente alla capanna 1. La un eccellente esempio della crescita di L’articolata topografia all’interno della 8 bliche. Le tombe ad inumazione invece riamo le tombe periferiche II e VI in votivi durante il periodo IVA, il che forse
buca 2079/4 dista notevolmente dalla gruppi familiari (gentes), i cui principi Necropoli Nord-Ovest sembra confer- 9 apparterrebbero alle persone con uno questa luce, si evidenzia come anche a indica che i principes sviluppassero il
capanna 1 e quindi fa probabilmente usavano il corredo per rendere palese il mare quest’impressione: cresce gradual- 10 status sociale inferiore. Nella Necropoli Satricum esistesse un gruppo di posse- luogo di culto come un elemento centrale
parte di un altro tipo di contesto. La buca loro status sociale. Secondo il ricercatore mente e organicamente dal ‘cuore’ del- 11 Nord-Ovest di Satricum invece sono denti di terreni. Questi poderi non solo del loro sistema di scambio regionale.
6 invece è più vicino alla capanna 2 che della necropoli si distinguono, a partire l’insediamento (nei pressi dell’acropoli) 12 state trovate solo poche tombe a fossa, soddisferebbero le esigenze proprie dei Occasioni per tali scambi potrebbero
alla capanna 1. Buche del genere andreb- dal tardo VIII secolo, due livelli all’inter- verso ovest e poi verso nord-ovest. A 13 il che differisce dalla tradizione laziale. principi, ma formerebbero la base per essere state le cerimonie religiose, i pran-
bero forse collegate a specifiche capanne no dell’aristocrazia: i principes e i capi partire dalla seconda metà del VIII secolo 14 La maniera principale della cura per i l’installazione di industrie locali grazie al zi e i simposii organizzati nell’area sacra.
anziché alla capanna centrale 1 come in della gens, con principes che stanno questa dinamica cambia. Alcuni gruppi 15 morti qui è per molto tempo la crema- surplus ricavato. Nella tomba II si trova
analogia alle tombe infantili e l’area ottenendo il controllo politico sulla di individui restano fedeli alla necropoli 16 zione. A Satricum questo rituale era un servizio da simposio importato e tre Satricum e l’archeologia laziale
familiare di ogni singola capanna. comunità. La differenza di livello fra i tradizionale e accentrano le tombe, 17 riservato durante l’VIII secolo, come nel coppie di vasellame queste, forse, pro-
due gruppi durante il periodo IVA si come nel tumulo C, indicando così la 18 resto del Lazio, ai principi, mentre nel dotte localmente. Se una bottega avesse A prima vista, Satricum si colloca bene
Lo studio della Necropoli Nord-Ovest: riconoscerebbe dai dati seguenti: le nascita delle gentes. Altri situano invece 19 VII secolo non rappresenta più uno status lavorato unicamente per i principi locali, nell’immagine generale che abbiamo
la comunità di Satricum tombe principesche sono caratterizzate le loro ricche tombe, come la tomba II, 20 speciale. La situazione sembra proprio questa potrebbe essere stata di loro pro- degli insediamenti laziali durante l’età
dagli oggetti bronzei prodotti localmente proprio negli angoli più lontani della 21 rovesciata: l’inumazione in una tomba a prietà. Gli oggetti speciali bronzei nelle del Ferro. Si osserva un’occupazione
La Necropoli Nord-Ovest è stata scavata (tomba II), quelle dell’aristocrazia minore necropoli. Quest’ultimi sono forse i 22 fossa nel periodo IV era probabilmente tombe dell’elite locale sono in tal caso permanente del sito, almeno a partire dal
attorno al Novecento, ma pubblicata da vasi di impasto sempre di produzione principes che vogliono così sottolineare il 23 limitata a persone di rango più alto. Le elementi determinanti che diversifiche- periodo II fino al periodo arcaico come
solo un decennio fa. Con questa pubbli- locale (tumulo C). Un’altra differenza loro status speciale. La diversificazione 24 differenze del rito funerario paiono con- rebbe questa élite da altri aristocratici in negli insediamenti vicini. Però, tracce
cazione non abbiamo solo una crescità indicativa è il tradizionalismo dei principes delle localizzazioni delle tombe continua 25 fermate ancora, nel senso del tradiziona- quanto sottolineerebbe un aspetto della della tarda età del Bronzo o della prima
di conoscenza sulla cultura tombale nel nella scelta dei loro oggetti. Anche il nella seconda metà del VII secolo, quan- 26 lismo, per quanto riguarda i doni tombali. loro ‘persona sociale’. L’industria del età del Ferro, note da Ardea e Ficana
Lazio da combinare con altre già note, lay-out delle tombe ha una certa impor- do le tombe sembrano presenti proprio 27 Nella tomba II vediamo come, nel periodo bronzo andrebbe così considerata un (Acilia), sembrano assenti a Satricum
ma disponiamo anche di una ricostruzio- tanza. Ulteriori deposizioni presso il ovunque, salvo nella zona del futuro 28 IVA e all’inizio del periodo IVB, si danno mezzo di espressione del potere dello e quindi l’insediamento si è formato più
ne della comunità durante l’età del Ferro. princeps del tumulo C sono degli eredi abitato, i cui limiti forse erano già stati 29 sempre più armi, laddove nelle altre status dei principes satricani. Inoltre, i tardi di quanto pensato finora. Questo
Sull’organizzazione sociale dei primi maschili, mentre possiamo ammettere stabiliti e indicati. 30 parti del Lazio questo uso diminuisce. tripodi bronzei di questa industria rinve- dato satricano contrasta i tentativi recen-
gruppi giunti a Satricum, sappiamo poco, che le numerose tombe attorno al capo Il modo come i capi locali delle gentes 31 Dove abitavano le persone seppellite nuti nelle tombe potrebbero essere stati ti da parte di studiosi di anticipare sem-
a motivo della scarsità di tombe della della gens non siano solo dei membri si esprimono nel rito funerario differisce 32 nella Necropoli Nord-Ovest? Sarebbe utilizzati come mezzo di scambio di alto pre più gli insediamenti nel Lazio e nel-
prima età del Ferro, laddove in quelle della famiglia, ma anche dei ‘clienti’. dall’immagine che si ha, in generale, nel 33 ovvio indicare le capanne sull’acropoli, valore fra i principes di altri insediamenti. l’Etruria meridionale. Allora Satricum
34 ma dato che è difficile discernere fra il
35 materiale dei ritrovamenti il contesto
36 cerimoniale o puramente domestico,
37 questa attribuzione non è sicura. Ciono-
38 nostante vi sono alcune indicazioni quali
39 la presenza della ceramica greca nelle
40 capanne del tardo VIII secolo – pur se
41 scarsa – è da vedere come un indizio
42 della presenza di un’elite locale in asce-
43 sa. Vi sono anche delle corrispondenze
44 forti fra la pianta di una capanna rettan-
45 golare del tardo VIII secolo e la tomba II
46 nella Necropoli Nord-Ovest (Fig. II.13).
47 Un esempio evidente, anche se di un
48 momento posteriore, è la struttura AA del
49 periodo IVB. Nello strato di livellamento
50 di questa capanna ci sono alcuni cocci di
ceramica tufo 51 un holmos, considerato come un oggetto
Tempio II ossa/denti 52 di lusso, per cui i suoi abitanti sarebbero
II.10 Buca votiva 6 con i vasi in situ II.11 Disegno della buca votiva 6 53 stati membri di un ceto sociale elevato. II.12 Buca votiva 2079/4 durante gli scavi

26 Capitolo II – L’età del Ferro L’inizio di una comunità sull’acropoli 27


Capitolo III
L’età arcaica

II.13 Disegni dell’Ottocento della Tomba II nella Necropoli Nord-Ovest e della capanna quadrangolare sull’acropoli (R. Mengarelli)

costituisce l’eccezione a questa regola? Satricum e la cronologia laziale attorno al 770, ma dovrebbe essere ora
Vi sono due criteri con cui si stabilisce attorno al 840-820. L’adattamento della
l’inizio della formazione proto-urbana La ricerca sull’età del Ferro, oltre lo stu- cronologia ha l’effetto che vi sia ora più
nel Lazio, cioè il momento, quando l’am- dio delle tombe, ha posta grande atten- ‘spazio’ sia nel VIII secolo per distribuire
biente dei morti viene separato da quello zione agli aspetti scientifici, soprattutto i molti eventi tradizionalmente imputati
dei vivi o quando si osserva per la prima riguardo la cronologia assoluta. La cro- ad esso.
volta la stratificazione sociale. In pratica nologia dell’età del Ferro laziale è stata Il prolungamento generale dei primi
significa fare iniziare questa formazione stabilita negli anni Settanta e largamente periodi spinge la datazione della prima
nei periodi I/II o il III. Applicando tali cri- accettata fino ad oggi (vedi Fig. II.14). In tomba satricana dal tardo IX secolo al 900.
teri a Satricum, la sua formazione si col- seguito alla ricerca recente gli archeologi Un’altra conseguenza è che le capanne
loca nel periodo IIB o III. Le interpreta- italiani ed olandesi hanno avanzate però del tardo VIII secolo ora d’improvviso
zioni divergenti dell’uso dell’acropoli nuove datazioni per i periodi laziali I, II e sono da posizionare fra la metà del IX e
come, innanzitutto, solo spazio religioso III. Sono stati analizzati quattro campioni la metà dell’VIII secolo. Prima del perio-
frequentato stagionalmente, fa sì che di carbone provenienti dalle capanne di do IV, quindi, avremmo una fase più
questi criteri non siano validi, soprattutto Satricum e di Fidene, più due da contesti lunga di attività edilizie di carattere per-
per via dei vari aspetti con i quali si tombali a Castiglione (presso Gabii) ed è manente. Dato che questo prolunga-
distingue la diversificazione delle abita- stato calcolato il grado della radioattività mento del periodo III si basa soprattutto
zioni l’una dall’altra. Verrà chiaro nel e della concentrazione del C14. I cam- su tre capanne a Satricum (II, III, VI) e su
futuro se Satricum sia stata un’eccezione pioni delle tombe sembrano confermare una a Fidene, si dilaterebbe il periodo di
alla regola laziale o se vi fossero diverse la cronologia tradizionale, ma quello da costruzione delle capanne a Satricum
velocità e diverse forme negli sviluppi Fidene cambia le datazioni dei periodi II prima della fase di costruzione in pietra.
dei centri laziali. e III. L’inizio del periodo III era calcolato

Periodi laziali/DialA 1980 Bietti et al. 1999-2000 Nijboer 2005

I 1000 – 900 1100 – 950/925


IIA 900 – 830 950/925 – 900
IIB 830 – 770 – 840/820 900 – 850/825
III 770 – 730/720 840/820 – 825 – 750
IVA 730/720 – 640/630 750 – 630/620
IVB 640/630 – 580 630/620 – 580

II.14 La cronologia dell’età del Ferro laziale con aggiornamenti

28 Capitolo II – L’età del Ferro


Monumentalizzazione della città
Jeltsje Stobbe

Introduzione tetti nell’Italia centrale. Nel dare una periodo. Contestualmente sono anche cre-
spiegazione per una tale monumentaliz- sciute le conoscenze del repertorio di
Nel VI secolo a.C. sia l’acropoli che zazione che si praticava in quasi tutti ceramica in uso nel VI secolo, lungamente
l’area sottostante della città hanno subito i centri allora esistenti, è inevitabile negletta per la mancanza di necropoli in
dei cambiamenti importanti. Le capanne connettere tutte queste ipotesi pur non questo periodo.
sull’acropoli furono sostituite da edifici potendo segnalare quale sia la più forte. A partire dagli anni Ottanta, la ricerca
monumentali e si costruì una rete viaria, La prima costruzione in pietra a Satri- archeologica olandese si è estesa verso
mentre l’insediamento fu dotato anche cum è stata scoperta alla fine del XIX zone fuori dell’acropoli. Gli scavi nella
di un recinto consistente di una fossa ed secolo dagli scavatori italiani: il comples- parte più bassa della città hanno dato un muri
un terrapieno. La città raggiunse le sue so templare centrale ubicato sulla collina maggiore contributo per completare l’im- Deposito votivo II
dimensioni più grandi di 40 ettari circa che conta varie fasi, nonchè alcune grandi magine formatasi sull’acropoli nel periodo Deposito votivo III
(vedi Figg. I.1-2). strutture ad ovest di esso (vedi Fig. I.4). arcaico. Sul Poggio dei Cavallari, un ter- III.1 Planimetria generale dell’acropoli con le rimanenze in pietra e la localizzazione dei depositi
L’introduzione della costruzione in Grande attenzione fu rivolta verso le dif- reno locato fra la Necropoli Nord-Ovest e votivi II e III
pietra facilitava questa edilizia monumen- ferenti fasi dei templi e gli oggetti dei l’acropoli, vennero indagati nel 1984 alcu-
tale e l’allargamento dell’infrastruttura. depositi votivi corrispondenti. Lo studio ni muri lunghi, paralleli, visti come i muri
Le prime costruzioni in pietra in Lazio si approfondito e definitivo, sia per quanto laterali di una strada arcaica. Nuovi scavi
osservano nella prima metà del VII seco- riguarda la cronologia che la ricostruzio- nel 1996-1997 e nel 2004-2006 hanno
lo, sia in Etruria che nel Lazio (Lavinio/ ne, si ebbe solo dopo la ripresa degli scavi corroborato questa ipotesi ed, hanno inol-
Pratica di Mare, Roma e Ficana/Acilia), nel 1977 da parte dell’Istituto Olandese a tre, portato alla luce alcune strade secon-
ma la maggior parte delle costruzioni in Roma e dell’Università di Groningen. darie nonché vari edifici adiacenti. La via
pietra (anche a Satricum) è alquanto più Una nuova ricostruzione ed una correzio- mostra una forte somiglianza con il trac-
recente, cioè nel VI secolo. Le opinioni ne della cronologia sono state proposte, ciato viario che corre davanti ai templi sul-
sul motivo per l’introduzione del tufo mentre anche i sistemi delle coperture l’acropoli. C’era forse una connessione tra
per le fondamenta di case nell’Italia cen- dei tetti sono stati studiati ed hanno con- le due strade. Soprattutto la scoperta di
trale divergono, tali che alcuni connetto- tributo moltissimo alla conoscenza dei edifici lungo la via è stata una grande sor-
no il dato con il fatto che si cominciava a templi nel loro complesso. Inoltre c’è presa, in quanto finora non erano state
conoscere le latomie nell’Italia meridio- un’attenzione maggiore per il terreno cir- trovate delle strutture architettoniche
nale ove questi materiali da costruzione costante, testimoniato dall’apertura di fuori dell’acropoli, ad eccezione del tem-
in pietra a partire dal VII o dal VI secolo vari scavi, per ricercare le adiacenze stes- pio ‘sud-ovest’ sulla Macchia Santa Lucia,
erano usati. È anche stato proposto che se. Tutta l’acropoli risultava occupata da scoperte nel 1908-1910 dagli scavatori ita-
la rarefazione crescente di legno durante edifici durante il VI e l’inizio del V secolo liani. La notevole rilevanza di questi nuovi
l’età del Ferro fosse il motivo per l’intro- a.C. (Figg. III.1-2). Fu immediatamente scavi non riguarda solo la conoscenza
duzione della pietra nelle costruzioni. chiaro come la ricostruzione e la successi- decisamente aumentata dell’infrastruttura
Attorno alla metà del VII secolo si osser- va interpretazione di questi edifici avreb- fuori dell’acropoli, ma anche un incre-
va anche l’introduzione delle tegole di be portato incrementi notevoli alla cono- mento delle conoscenze riguardo alla
terracotta e dell’ornamento fittile dei scenza dell’architettura laziale di questo ceramica del VI e V secolo. III.2 Edificio C sull’acropoli, da sud-est

30 Capitolo III – L’età arcaica Monumentalizzazione della città 31


L’architettura templare 1
2
3
di allora: una volta progettato un podio
rettangolare, con proporzioni tra lunghez-
za e larghezza pari a 5:3 (m 27,0 x 16,8
Il tempio di Satricum con colonne su tre
lati risulta tuttora il più antico esempio
nell’Italia centrale della fusione di forme
Per il tempio più recente, Tempio II, le
cui fondamenta sono disposte trasversal-
mente su quelle dell’edificio pseudo-
4 oppure 90 x 54 piedi), venivano eretti architettoniche greche e italiche. Già il periptero, è stato usato un metodo
Riemer Knoop/Patricia Lulof 5 sul podio i colonnati secondo un rappor- colonnato su tre lati si presenta come metrologico analogo, ma con una diversa
6 to di 2:1 (80 x 40 piedi). All’interno era una discordanza rispetto alla tradizione unità di misura (qui i blocchi misurano m
7 collocata la cella, che occupava 2/3 della greca, ma anche lo spazio intercorrente 0,50 x 0,75) e con rapporti proporzionali
8 lunghezza totale del tempio (60 piedi). fra le colonne (in file di quattro e otto) è meno precisi. Il tempio, anche se a prima
9 Queste indicazioni hanno permesso di molto più ampio che in qualsiasi caso nel vista può sembrare di tipo greco, con
10 stabilire a quali fondamenta appartenes- mondo greco. Si nota inoltre un’accen- colonne disposte sui quattro lati, si rivela
11 sero i singoli blocchi e allo stesso tempo tuarsi della simmetria e dell’assialità, ad un’ulteriore analisi diverso. Anche in
12 hanno dimostrato che questo tempio evidenziate dalla maggiore distanza fra questo caso gli spazi fra le colonne sono
13 pseudo-periptero, cioè con colonne su le colonne centrali e dall’ampiezza del molto ampi, con file di quattro e otto, ed
14 tre lati soltanto, fu costruito secondo pronao antistante. Le celle dei templi è evidente l’accento posto sull’asse lon-
15 un progetto unitario senza rifacimenti greci sono sempre visibili da tutti i lati: gitudinale dell’edificio tramite l’allarga-
16 o aggiunte posteriori. Ciò ha risolto la non ci sono muri che ne impediscano la mento dell’intervallo tra le colonne cen-
17 vecchia disputa se il tempio pseudo- vista. La struttura dei templi italici invece trali sui lati corti e l’ampiezza del pronao.
Lo studio dei ruderi grande tempio e nella parte inferiore tale (vedi Figg. III.4-6). Non è chiaro 18 periptero italico fosse un progetto archi- obbliga ad una vista frontale essendo
dell’alzato della cella (Fig. III.5). I resti quale fosse l’aspetto dell’alzato. Doni 19 tettonico compiuto, oppure fosse il chiusi sul lato posteriore. Le tre caratte- Cronologia degli edifici templari
Dopo gli scavi di fine Ottocento era appartengono alla fase più recente, il votivi a forma d’edifici templari miniatu- 20 risultato di uno sviluppo graduale con ristiche menzionate sono generalmente
rimasto sull’acropoli di Satricum un cosiddetto ‘Tempio II’, che può definirsi rizzati in terracotta (‘modellini’) rinve- 21 l’aggiunta a posteriori di un colonnato considerate tipiche della tradizione La cronologia dei tre edifici è tuttora un
complesso di fondamenta e muri appar- monumentale per via delle sue dimen- nuti nello stesso sito, mostrano un 22 intorno ad una cella preesistente. architettonica italica. argomento controverso. La stratigrafia,
tenenti ad almeno due grandi edifici e sioni (m 33,9 x 21,0) e che risale all’inizio ingresso provvisto di un piccolo portico 23
centinaia di blocchi di tufo sparsi. Per del V secolo a.C. L’accesso all’edificio a due colonne. Il materiale più recente 24
fortuna c’era ancora la foto di un detta- era assicurato da alcuni gradini sul lato trovato sotto le fondamenta dell’edificio 25
gliato disegno dei vecchi scavi, realizzato sud-ovest. La cella era circondata da più vecchio attesta che la costruzione 26
da Raniero Mengarelli, che poteva quattro colonne sui lati corti e otto sui deve essere iniziata dopo il 625 a.C. 27
servire per disegnare nuove planimetrie lati lunghi. Era un tempio periptero, vale Questo modesto edificio viene oggi 28
(Figg. III.3-4). Nel 1977, dopo aver a dire con le colonne disposte su tutti e denominato ‘Tempio 0’. 29
rimosso le sterpaglie che avevano com- quattro i lati. Sebbene nella pianta 30
pletamente ricoperto le fondamenta, si rispecchi il modello greco, il Tempio II Piedi e misure 31
scoprì che dal momento in cui il sito era presenta altre caratteristiche che posso- La ricostruzione sopra esposta è stata 32
stato abbandonato, le fondamenta in no definirsi tipicamente italiche e che si proposta nel 1978 dal prof. Jos de Waele 33
tufo erano scomparse per più di un manifestano anche nella copertura fittile dell’Università di Nimega sulla base di 34
metro di altezza a causa dell’erosione. (Fig. III.4-6). un’analisi metrologica (Fig. III.7). Egli 35
Poiché i primi scavatori non avevano Il tempio precedente, il cosiddetto è partito dal presupposto che ciascun 36
condotto indagini esaustive sulle fonda- Tempio I, aveva dimensioni simili, ma edificio è stato costruito secondo un 37
menta, si procedette allo scavo completo, la disposizione planimetrica era di tipo disegno coerente, basato su un preciso 38
in modo da poter fare un’accurata analisi italico, cioè aveva colonne su tre lati, sistema metrico. Dopo aver misurato 39
dell’intero complesso templare. mentre l’orientamento era leggermente dettagliatamente tutto il complesso 40
Le scarse e peraltro succinte descri- spostato rispetto al tempio successivo templare e utilizzando le crocette sulle 41
zioni del santuario pubblicate dopo il (est-ovest) (vedi Fig. III.6). Sulla base vecchie foto dei primi scavi indicanti la 42
1896 contengono ipotesi piuttosto diver- dei reperti trovati nelle sue fondamenta posizione delle colonne, ora scomparse, 43
genti sulla sua storia edilizia. Le inter- può essere datato dopo il 535 a.C. il De Waele ha potuto dedurre un’unità 44
pretazioni spaziano da un minimo di due Già nel 1896 furono scoperte tracce di misura di m 0,30 per le fondamenta 45
ad un massimo di sette fasi edilizie, a murarie sottostanti ad esso, ma i ricerca- inferiori, cioè del Tempio I. Tale ‘piede’ 46
seconda della necessità di trovare un col- tori di allora non le riconobbero come risulta essere il massimo comune diviso- 47
legamento tra un muro e l’altro oppure edificio cultuale e nel 1977 esse erano re delle misure fondamentali, come 48
perchè si riteneva che un determinato per lo più scomparse. È stato possibile quelle dei blocchi di costruzione, di m 49
III.3 Pianta del complesso templare 5m
frammento decorativo fosse meritevole ricostruire graficamente un piccolo edifi- 0,60 x 0,90, nonchè quelle dell’interco- 50
nell’Ottocento (disegno R. Mengarelli)
di una distinta fase edilizia. cio rettangolare, un sacellum (piccolo lunnio e del diametro delle colonne. Tale 51 Tempio 0 Tempio II
I resti del santuario oggi visibili consi- santuario) o oikos (casa), che probabil- approccio ha consentito di ricostruire il 52 Tempio I blocchi sparsi
stono nelle fondamenta del podio di un mente aveva l’ingresso sul lato occiden- metodo di lavoro seguito dall’architetto 53 III.4 Pianta del complesso templare nel 1983

32 Capitolo III – L’età arcaica 32 L’architettura templare 33


teoricamente più adatta a fornire le zioni in pietra o in legno su fondamenta recenti risalgono al 535 a.C. circa e di sulla base delle terrecotte architettoniche
informazioni chiave per la datazione di pietra. L’unico tetto di cui è stata conseguenza il tempio deve essere stato che fin dal 1896 gli sono state attribuite
degli edifici, solo molto raramente forni- possibile una ricostruzione è quello costruito dopo tale data. Tegole e ante- e delle quali è possibile determinare la
sce dati di facile interpretazione: in que- attribuibile all’ultima fase del Tempio 0: fisse di un tetto di tipo campano, assenti cronologia. Questa datazione è confer-
sto caso si ricorre all’esame dei tetti che il tetto etrusco-ionico (vedi sotto). negli strati delle fondamenta del Tempio mata da altri elementi; decisivo tuttavia
possano essere collegati alle varie fasi L’attribuzione si basa sulla presenza di I, sono presenti sotto quelle dell’ultimo è il rinvenimento del Lapis Satricanus,
edilizie. Nel caso di Satricum, tuttavia, alcuni frammenti di tale tetto nello strato grande tempio, il Tempio II. Da questo si inglobato nelle sue fondamenta e recante
anche l’abbinamento dei tetti ai resti di livellamento sottostante al Tempio I, può dedurre che il tetto campano deve un tipo di iscrizione con caratteristiche
delle costruzioni risulta particolarmente che è successivo all’edificio in questione. riferirsi al Tempio I. Le terrecotte di tale non antecedenti al 525 a.C. Di conse-
arduo per il fatto che la maggior parte In base agli elementi stilistici il tetto è tetto, databili fra il 550 ed il 525 a.C., guenza il Tempio II deve essere conside-
delle terrecotte architettoniche è stata databile tra il 535 e il 530 a.C. possono essere attribuite al Tempio I, rato posteriore a quella data. Le infor-
portata alla luce nell’Ottocento. Che i che è stato costruito dopo il 535 a.C. mazioni raccolte durante gli ultimi scavi
reperti siano stati trovati sotto e intorno Tempio I e che riguardano gli edifici intorno al
alle fondamenta dei templi è ritenuto Per la datazione del primo grande tempio, Tempio II complesso templare, non contraddicono
certo, ma le notizie sugli scavi – peraltro il Tempio I, ci siamo serviti dei reperti L’ultimo grande tempio viene general- questa datazione, ma lasciano comunque
molto scarse – rimangono vaghe e rinvenuti nella stipe votiva che si trovava mente datato verso l’inizio del V secolo spazio ad ipotesi alternative. Sulla base
incontrollabili. Anche gli scavi recenti nelle sue fondamenta. Gli oggetti più a.C., dunque una generazione dopo, dei dati archeologici non è facile stabilire
non aggiungono dati da questo punto di
vista decisivi, perchè le nuove terrecotte
architettoniche sono state ritrovate quasi
esclusivamente nell’area immediatamen- Edifici Cronologia alta Cronologia media Cronologia bassa Tetti
te fuori dalle fondamenta. Inoltre sono
forti gli indizi per sospettare che la parte 0 600 – 580 640/625 – 540/530 625 – 540 600 – 550
centrale dell’acropoli sia stata sottoposta Etrusco-ionico: 535 –
ad una rigorosa pulizia già nell’antichità I 580 – 540 540/530 – 501 540 – 488 Campano: 530 –
e anche in tempi più recenti, cosa che II 540/500 – 480 494 – 207 o data posteriore 485 – 207 Tardo-arcaico: 510/485 –
potrebbe spiegare la quasi totale man-
canza di elementi significativi per lo
studio contestuale dei ritrovamenti. Tempio II
In base a varie considerazioni o di 70

Tempio II Tempio 0 carattere stratigrafico secondario o fon-


Tempio I capanne/buchi date su fonti storico-letterarie, si è arrivati
Tempio I
III.6 Ricostruzione delle fasi successivi del complesso templare a differenti ipotesi sulla cronologia del
santuario, che propongono una datazio-
ne alta, media e bassa (vedi tabella p. 35)
Comunque sia, la cronologia qui pro-
posta è il risultato di un’elaborazione dei
dati attualmente a disposizione, tenendo
in dovuto conto le variabili e basandosi
principalmente sulla datazione delle
parti figurate dei tetti fittili attribuibili

93
ai resti degli edifici.

Tempio 0
Secondo l’ipotesi oggi comunemente
accettata l’edificio più antico, detto
Tempio 0, fu in uso tra il 640 e il 535 a.C.
La prima data viene dedotta dai reperti
più recenti ritrovati negli strati sotto- 40
stanti le sue fondamenta. Tale cronolo-
gia concorda con il dato generale che fa
risalire al 640 a.C. circa la comparsa nel-
III.5 Le fondamenta del complesso templare in blocchi di tufo dopo la pulizia nel 1978 l’area mediterranea delle prime costru- III.7 Le planimetrie dei Templi I e II con indicazione delle misure in ‘piedi’

34 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura templare 35


III.8 Ricostruzione del tetto ionico III.9 Antefissa a testa femminile
III.10 Ricostruzione del tetto campano

una datazione limite per l’uso del tempio. travi inclinate del frontone erano deco- monumentale, con funzione di acroterio Tetto campano figurativi centrali presentano varie tipo-
Sembra ragionevole pensare che la rate con fregi raffiguranti arcieri a caval- centrale. Ne sono rimasti soltanto alcuni È accertato che il Tempio I, l’edificio logie, in molti casi suddivisibili in un
caduta di un fulmine sul tempio nel 207 lo e forse anche corse di bighe. I dettagli frammenti, ma probabilmente si trattava pseudo-periptero, sia stato costruito certo numero di varianti: teste femmini-
a.C., documentata nelle fonti storiche, anatomici dei rilievi sono per lo più di una coppia di figure umane, una delle dopo il 535 a.C. A questo tempio è da li, gorgoneia, palmette e buoi (Figg. III.
abbia determinato la fine del santuario. accennati mediante pittura. Sopra i fregi quali è con certezza identificabile con attribuire un completo sistema di coper- 10-12). Sia la decorazione pittorica
erano collocate sime rampanti costituite Eracle. Per la sua compagna può essere tura che solo di recente è stato ricostrui- che la plasticità dei rilievi sono ottenute
I tetti dai lati lunghi sporgenti delle tegole ter- ipotizzata una raffigurazione di Atena. to in tutti i suoi elementi figurativi mediante una lavorazione molto accurata
minali e dipinte con motivi a meandro, Tutti gli elementi del tetto denotano (Fig. III.10). e ben definita, che richiama la toreutica,
A Satricum sono stati individuati tre stelle e uccelli, e sormontate da una nei dettagli e nelle decorazioni pittori- Il lato iposcopico delle tegole di gron- o cesellatura dei metalli.
principali gruppi di terrecotte architetto- fascia a linguette verticali. Il tetto aveva che uno stile che, al pari delle tecniche da era decorato con motivi geometrici Notiamo inoltre che cadono in disuso
niche. Ogni gruppo contiene elementi un angolo d’inclinazione di 26 gradi ed usate, può essere definito etrusco-meri- in bianco e rosso-viola su fondo nero. vecchie forme e vengono introdotti
sufficienti per ricostruire un tetto, era coperto da grandi tegole dipinte in dionale. Più precisamente si tratta della La parte terminale di alcune tegole di nuovi elementi decorativi, che da quel
o piuttosto un ‘sistema di copertura’. rosso vivo. La parte iposcopica delle tradizione artistica dell’area altoteverina gronda era inclinata verso il basso: il momento in avanti saranno sempre pre-
Questo si verifica quando un gruppo di tegole di gronda era decorata con intorno all’antica Caere, dove a sua volta primo esempio di un sistema decorativo senti nella coroplastica italica. I fregi
terrecotte architettoniche possiede le sequenze di fiori di loto e palmette, si manifestava una marcata influenza III.11 Ricostruzione del tetto campano che più tardi sarà noto come ‘cortina figurati a rilievo lasciano il posto a lastre
stesse caratteristiche stilistiche e tecni- dipinte in rosso e nero su fondo bianco. artistica della Grecia orientale, l’antica pendula’. Esistono indicazioni precise su fittili fatte a matrice e decorate con moti-
che ed è inoltre fatto dello stesso mate- Le parti terminali dei coppi laterali Ionia sulle coste dell’attuale Turchia. quale fosse la pendenza di questo tetto vi floreali. Risulta che questo tetto sia il
riale. Infine deve essere individuabile un erano provviste di antefisse a forma di Lo stile ionico è maggiormente evidente sontuoso, restituitaci da una bella sima primo in Italia con figure mitologiche a
disegno complessivo, con un numero testa femminile a grandezza naturale nelle antefisse a testa femminile. La pre- rampante e da altre piccole parti del rilievo sul frontone: l’eroe greco Perseo,
sufficiente di componenti identificabili. e sporgenti oltre le tegole di gronda senza a Satricum di un tetto riferibile alla manto di copertura: era di 17 gradi. con la testa recisa di Medusa nel carnie-
(Fig. III.9). Le curve appena accennate, tradizione etrusco-meridionale è alquanto Specialmente le antefisse, rinvenute in re, che fugge davanti alle sorelle della
Tetto etrusco-ionico il mento pronunciato e altre peculiarità sorprendente, perchè se ne conoscono sette diverse tipologie figurate, a pal- vittima (Fig. III.13; cat.nn. 96-98).
Il tetto etrusco-ionico risponde ai sud- anatomiche sono riferibili allo stile ‘ioni- solo pochi esempi nelle zone circostanti. mette o decorate da un nimbo baccella- Sul columen del tetto era montato un
detti requisiti. Il gruppo di terrecotte si co’, notissimo e caratteristico dalla tradi- Stilisticamente il tetto può essere datato to, presentano un linguaggio formale acroterio raffigurante una figura femmi-
compone di tegole, antefisse, lastre di zione artistica ceretana nel VI sec. a.C. nel terzo quarto del VI secolo a.C. Tale che si discosta notevolmente da quello nile alata, alta metà della grandezza
rivestimento, sime frontonali, o rampan- Molti dettagli sono solo dipinti, come le datazione è confermata dal rinvenimen- precedente (Fig. III.12). Le forme hanno naturale, forse una Nike o Eoos.
ti, e acroterio centrale (Fig. III.8). Questi palpebre e le pupille, definite con finissi- to di alcuni frammenti sotto le fonda- una maggiore plasticità e la disposizione Non solo il soggetto ma anche il mate-
elementi hanno in comune il tipo d’argil- me tracce di pittura negli occhi appena menta del Tempio I, che, come già detto, è più razionale, essendo le antefisse ora riale e lo stile dei rilievi tradiscono la
la, di un marcato colore arancio-marro- abbozzati. Sulla parte anteriore della deve essere datato dopo il 535 a.C. montate su una base e stando ritte sul- provenienza dall’Italia meridionale.
ne, e un particolare stile decorativo che trave centrale, il columen, doveva trovar- l’orlo del tetto invece di sporgere oltre la In una decina di luoghi della Campania,
si distingue per la scarsa plasticità. Le si un gruppo di statue fittili a grandezza III.12 Antefissa a palmetta tegola di gronda (Fig. III.11). Gli elementi dove a quella epoca l’influenza greca era

36 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura templare 37


1 le a figura intera. Viste di fronte sembra- ornamentali: fregi, sime frontonali e ora
2 no sculture a tutto tondo; invece sono anche cornici traforate, il tutto coronato
3 lastre ad altissimo rilievo, ad eccezione da un grande acroterio centrale a forma
4 delle teste che, modellate a tutto tondo, di palmetta e da acroteri laterali a forma
5 venivano montate separatamente. di mostro alato. Ma gli elementi più
6 Rappresentano figure mitologiche, metà appariscenti del tempio erano certamen-
7 uomo e metà animale, come Tifone, te le sculture a grandezza naturale mon-
8 essere umano con le gambe a forma di tate sulla linea di colmo del tetto. Esse
9 serpente, e un’arpia, metà donna, metà rappresentano coppie di dèi e giganti ed
10 uccello (Fig. III.16). Sia le antefisse di erano appoggiate su piedistalli cavi che
11 Iuno Sospita e di sileno che quelle a figu- combaciavano con le tegole del columen
12 re intere sono decorate ogni volta con (Figg. III.18-20).
13 III.14 Antefissa a testa di sileno motivi diversi. Soprattutto le ultime, che
14 raffigurano coppie di satiri e menadi Sistemi di riparazione
15 (vedi Fig. III.17), presentano un gran Come già ricordato, un tetto in legno
16 numero di varianti. Queste sculture di e terracotta è resistente, ma a volte può
17 eccezionale plasticità mostrano una subire gravi danni a causa d’incendi o
III.13 Ricostruzione delle lastre figurative del Tempio I: Perseo e gorgoni 18 notevole differenziazione nei dettagli di uragani. Un tale danneggiamento non
19 dei colori e dell’abbigliamento e anche giustificherebbe comunque la ricostru-
20 nella posizione delle figure, a dimostra- zione di tutto l’edificio. È dunque possi-
21 zione di quante varianti si possano otte- bile che uno stesso tempio abbia avuto
molto più marcata che non quella etrusca, per una cronologia certa. Sulla base del- sono rimasti sepolti dopo quelli del siste- 22 nere con l’uso di diverse matrici o matri- più di una copertura e non è escluso
sono state rinvenute terrecotte pratica- l’analisi stilistica il gruppo satricano è ma etrusco-ionico. Il tempo intercorso 23 ci parziali. Montate lungo l’estremità del che ad un certo momento un tetto con-
mente identiche, mai però in un contesto generalmente datato nel terzo quarto tra un tetto e l’altro (e dunque anche tra 24 tetto, le coppie sembravano muoversi in tenesse elementi provenienti da diversi
facilmente databile. È dunque da ipotiz- del VI secolo a.C., e quindi nello stesso un tempio e l’altro) deve essere stato 25 una sorta di danza rituale. sistemi di copertura. Nel caso che essi
zare per il tempio satricano del tardo VI periodo del gruppo etrusco-ionico. Non- molto breve. 26 Le tegole appartenenti a questo tetto costituiscano un insieme abbastanza
secolo a.C. una provenienza campana, o dimeno rimane valida l’ipotesi che i due 27 sono accuratamente e finemente lavora- esteso, è lecito parlare di una ‘sistema
forse dalle stesse colonie della Magna gruppi siano successivi l’uno all’altro e Tetto tardo-arcaico 28 te; le tegole di gronda sono decorate sul di riparazione’. Le parti danneggiate del
Grecia sul Golfo di Napoli. che abbiano decorato due edifici ben Le tegole e gli elementi decorativi attri- 29 lato iposcopico con motivi a zigzag o con tetto potevano essere riparate con
La datazione del gruppo di terrecotte distinti. Grazie ai dati stratigrafici emersi buiti all’ultimo tempio, il Tempio II, così 30 meandri e sono provviste di vere e pro- elementi fittili fabbricati appositamente,
campane rimane tuttavia problematica, durante gli ultimi scavi nelle immediate come il disegno planimetrico, rivelano 31 prie ‘cortine pendule’, cioè gocciolatoi oppure con tegole o antefisse per caso
perchè il materiale di confronto rinvenu- vicinanze dei templi, si è potuto accerta- una nuova fase nell’evoluzione dell’ar- 32 a rilievo, fissati con grappe di piombo a disponibili altrove.
to in Campania non offre molti elementi re che i frammenti del sistema campano chitettura italica. In questo complesso 33 III.16 Antefissa a figura di arpia coda di rondine. Le lastre di rivestimento La distruzione del tetto tardo-arcaico
sistema di copertura i principi architetto- 34 della trabeazione, realizzate a matrice, di Satricum è un argomento controver-
nici del tetto campano sono ulteriormen- 35 sono di una sorprendente ricchezza: in so. Livio riporta la notizia che nel 207
te elaborati, in particolare nelle antefisse 36 totale sei tipi diversi, ognuno con una a.C. il tempio della Mater Matuta a
alte fino a mezzo metro. Queste sono 37 vasta scelta di motivi floreali. Le lastre Satricum fu colpito da un fulmine. Se è
raffigurazioni ad altorilievo di maschere 38 dei mutuli e del columen, la cui ricostru- dunque certo che in quell’epoca esistes-
e figure mitologiche. Probabilmente 39 zione è tuttora in corso di studio, misu- se ancora un tempio a Satricum, rimane
le antefisse a testa di un sileno barbuto 40 rano quasi un metro in larghezza e incerto se il suo tetto fosse ancora quello
(Fig. III.14) erano disposte in alternanza 41 hanno il bordo superiore obliquo. Alcuni costruito all’inizio del V secolo. È anzi
con quelle a testa femminile con elmo 42 frammenti hanno conservato l’angolo molto improbabile, tenendo conto del
(Fig. III.15). Le ultime sono identificate 43 d’inclinazione in base al quale si è potuta fatto che la durata media di un tetto non
con Iuno Sospes o Sospita divinità latina 44 ricostruire la pendenza del tetto, che era superava alcune generazioni. Inoltre, i
autoctona il cui attributo è la pelle di 45 di 12 gradi. Sulle lastre erano plasmate dati archeologici attestano che elementi
capra. A Satricum è raffigurata con un 46 grandi figure, alte quasi un terzo della appartenenti al tetto tardo-arcaico si
elmo piumato, coperto di pelle di mucca 47 grandezza naturale. Quattro cavalli, trovavano sottoterra molto prima del III
o di capra. Questo tipo di antefisse a 48 sette figure maschili e cinque femminili, secolo a.C.: infatti frammenti delle sta-
maschera si trova in tutto il Lazio in età 49 fra cui Atena ed Eracle, animavano le tue del columen e di antefisse rappresen-
tardo-arcaica, ma l’esemplare di Satricum 50 lastre dando vita al mitologico combatti- tanti satiri e menadi sono stati rinvenuti
è eccezionale per dimensioni e accura- 51 mento fra Greci ed Amazzoni. anche in strati già risalenti al V secolo
tezza delle rifiniture. Le antefisse più 52 Lungo i rampanti nel frontone compa- a.C. Ciò rende più attendibile l’ipotesi
III.15 Antefisse di testa di Iuno Sospita interessanti di questo gruppo sono quel- 53 III.17 Antefissa a figure di satiro e menade re l’usuale combinazione di elementi che il tetto originario dell’ultimo tempio

38 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura templare 39


1 Un tetto campano a Satricum Vetere. È quindi più che verosimile che delle statue monumentali dell’ultimo
2 I costruttori del tetto del Tempio I a non solo la tradizione tecnica ma anche tetto a Satricum ha accertato un determi-
3 Satricum hanno avuto certamente con- lo stesso materiale fossero originari della nato legame fra l’officina produttrice
4 tatti con officine in Campania. La mag- Campania. Si presume allora che mae- delle terrecotte satricane e le officine
5 gior parte del materiale di confronto, sia stranze di altre regioni si siano spostate della Magna Grecia intorno al 500 a.C.
6 per quanto riguarda lo stile e la tecnica a Satricum per costruirvi un tetto, proba- Quest’impressione tecnica viene raffor-
7 sia per il materiale usato, si trova in bilmente su commissione. Per quanto zata da osservazioni stilistiche: anche le
8 Campania. È accertato che in quell’epo- riguarda la precisa organizzazione del- teste delle figure fittili di Satricum
9 ca, fra il 550 e il 525 a.C., moltissime ter- l’officina itinerante non è del tutto chiaro mostrano molte analogie stilistiche con
10 recotte architettoniche fossero prodotte se solo le matrici e gli smagranti fossero bronzi greci provenienti da Taranto e
11 nel territorio intorno a Napoli e nell’isola portate dalla regione d’origine, oppure dalla Campania. È infine la tematica dei
III.18 Ricostruzione delle statue a grandezza naturale montate sul colmo del tetto del Tempio II 12 d’Ischia. La corrispondenza stilistica è se venissero trasportate interi tetti soggetti mitologici presenti in questo
13 evidente nelle piccole teste femminili in prefabbricati. tetto che suggerisce una interpretazione
14 un nimbo di palmette o di foglie, diretta- in chiave greca: gli scontri tra dèi olimpi-
15 mente collegabili alle applicazioni su Un tetto greco a Satricum ci e giganti e tra Greci e Troiani/Amaz-
della Mater Matuta fosse stato già in Interpretazione le centrali. In grandi gruppi arrivarono in 16 vasellame di bronzo. Il nimbo baccellato Stando alle fonti antiche, nel Lazio zoni, la presenza di esseri mostruosi
parte sostituito nel momento in cui fu Etruria. Essendo eccellenti artigiani, 17 era un’aggiunta campana. Altri dettagli, tardo-arcaico i rivestimenti fittili templa- dalla mitologia greca e dei seguaci di
colpito dal fulmine, oppure che fosse Fondamentale per una qualsiasi interpre- fondarono delle officine e cominciarono 18 come le peculiari fasce di rafforzamento ri venivano a volte commissionati ad arti- Dioniso indicano che l’origine dell’offici-
stato integrato con nuovi elementi. In tazione del materiale fittile proveniente a fabbricare una serie di prodotti molto 19 sul retro delle antefisse o il taglio quasi giani greci-ioni, Greci dalle colonie na tardo-arcaica satricana deve essere
effetti, all’interno del complesso templa- da Satricum è la posizione geografica del apprezzati dalle elite locali. Producevano 20 metallico dei rilievi, sono riconducibili a come Taranto o dalla Campania. Questa cercata in ambito greco, forse tarantino.
re di Satricum sono state rinvenute sito, a metà strada tra il territorio etrusco manufatti in ceramica, come le hydriae 21 modelli campani. È stato persino provato tradizione letteraria è ampiamente con- D’altro canto, lo stesso concetto e tutti
numerose terrecotte architettoniche, settentrionale e il mondo greco meridio- ceretane, ma a quanto pare la loro abilità 22 che alcune antefisse satricane e altre che fermata dal ritrovamento sull’Esquilino, i dettagli del sistema fittile decorativo,
soprattutto tegole, che sono di inferiore nale, quest’ultimo caratterizzato però artistica era anche richiesta per la decora- 23 si trovano nel Museo Nazionale di negli anni Trenta, di un torso di guerrie- soprattutto la funzione e la posizione
qualità tecnica e risalgono probabilmente certamente da presenze etrusche. Le zione delle tombe etrusche. È molto pro- 24 Napoli, sono state fabbricate con le stes- ro morente eseguito secondo la tecnica delle grandi statue fittili di Satricum,
ad epoche posteriori. Inoltre sono pre- comunità del Lazio si dimostrarono babile che le maestranze greche fossero 25 se matrici. Elementi più pregevoli, quali esclusivamente greca, caratterizzata sulla sommità del tetto, sono impensabili
senti lastre a rilievo e antefisse che, dal particolarmente ricettive nei contatti con attive anche nel mondo della coroplastica. 26 i bellissimi antepagmenta raffiguranti dall’applicazione di uno spessissimo fuori dal contesto etrusco-italico. Anche
punto di vista dello stile e della tecnica, Etruschi e Greci del Sud, come testimo- Alcune terrecotte da Caere mostrano 27 gorgoni in corsa e Perseo con la testa strato, alto alcuni centimetri, di finissima la materia prima, come dimostrano le
sono troppo diverse da quelle del tetto niano le prime due fasi edilizie del caratteristiche di chiara impronta greco- 28 della Medusa nel carniere, trovano con- ingubbiatura, smerigliata fino a raggiun- analisi petrografiche dell’argilla, provie-
tardo-arcaico per ipotizzare un utilizzo santuario di Satricum. Nel corso del VI ionica. Nel periodo dal 550 al 525 a.C. 29 fronti esclusivamente in lastre e antefisse gere la levigatezza del marmo. ne dalle zone intorno a Satricum. Le ter-
combinato sullo stesso tetto, anche se – secolo a.C., tuttavia, Etruschi e Greci si riscontra nell’Italia centrale una vasta 30 da Minturno e Santa Maria di Capua Lo studio delle tecniche di produzione recotte architettoniche dell’ultimo tetto
e ciò complica non poco l’attribuzione cominciarono a contendersi i rispettivi produzione di terrecotte architettoniche, 31
dei singoli pezzi – a volte sembrano monopoli commerciali e si verificarono tutte con le stesse caratteristiche e gli 32
essere fatte con un’argilla identica. ripetuti ed aspri scontri. Per gli Etruschi, stessi soggetti ornamentali: teste femmi- 33
Considerando tutti gli aspetti, non è da la città latina di Roma era un importante nili in ‘stile pittorico’, fregi con cavalieri, 34
escludere che ad un certo momento il appoggio per l’attraversamento del scene di cortei e simposi, sime frontonali 35
tetto originario dell’ultimo tempio sia Tevere sul confine meridionale. Per i decorate con meandri a croce e uccelli e, 36
stato riparato con elementi diversi. Se Greci invece Roma costituì per lungo in alcuni casi, statue acroteriali di Atena 37
due serie di antefisse di formato minore, tempo un’importante zona franca per il ed Eracle. I templi a Roma, Veio, Velletri 38
una a testa di Junone Sospita, l’altra a loro commercio. Alla fine fu Roma, verso e Satricum avevano coperture fittili di 39
testa di un sileno, appartenessero a un il 500 a.C., ad uscire vincitrice dagli questo tipo. In alcuni reperti l’analogia 40
tale rifacimento, esso si potrebbe essere scontri tra i due contendenti. Il Lazio, è così evidente da giustificare l’attribu- 41
verificato attorno alla meta del V secolo piccolo territorio-cuscinetto fra il Tevere zione del gruppo ad artisti propriamente 42
a.C, sulla base di osservazioni di carattere e l’Astura, per un momento sembrò ionici. Il tetto etrusco-ionico a Satricum 43
stratigrafico durante l’esplorazione avere un grande futuro. si inserisce bene in un ambiente culturale 44
recente dell’area adiacente al santuario. di questo genere. Non solo le caratteri- 45
Non è da escludere, però, la possibilità Un tetto ceretano a Satricum stiche dello stile ceretano-ionico sono 46
che quello che consideriamo qui come L’espulsione dei Greci ionici dall’Asia riscontrabili nella plasticità delle teste 47
tetto di riparazione sia da attribuire a Minore ad opera dei Persiani causò, e nelle decorazioni dipinte; anche gli 48
strutture recentemente rinvenute a poca attorno la metà del VI sec. a.C., un vero e aspetti tecnici rivelano che si tratta di 49
distanza del santuario e ancora in corso proprio esodo verso l’occidente. Gli Ioni materiale d’importazione: i minerali 50
di studio. cercarono rifugio nelle fertili e economi- inclusi nell’argilla di questo gruppo di 51
camente floride terre italiche, soprattutto terrecotte si trovano prevalentemente 52
nelle zone meridionali ma anche in quel- nelle regioni a nord del Tevere. 53 III.19 Testa di Giove di una statua di terracotta del III.20 Parte inferiore ricomposta di una grande statua del colmo
colmo del tetto del Tempio II del tetto del Tempio II

40 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura templare 41


vennero allora certamente realizzate sul
posto e non fabbricate altrove per poi
essere trasportate a Satricum, come
ritrovati prodotti fittili di evidente stile
greco, molti studiosi tendono a ipotizza-
re che si tratti dell’opera di questi due
1
2
3
L’architettura intorno ai templi
invece si può ipotizzare per i tetti prece- maestri o della loro scuola. Proprio nel 4
denti. In una tale prospettiva è rilevante periodo che secondo la tradizione coin- 5
il riferimento di Plinio a maestri itineran- cide con la loro attività artistica (a loro 6
Jeltsje Stobbe
ti quali quelli che noi pensiamo abbiano vengono attribuite le decorazioni fittili 7
costruito il tetto tardo-arcaico di Satri- del tempio di Cere a Roma, inaugurato 8
cum, citando i nomi degli artisti Vulca, nel 493 a.C.), i dati archeologici rivelano 9
Damophilos e Gorgasos. Gli elementi un’intensificazione dell’attività edilizia 10
linguistici dei nomi consentono di nel Lazio. Che il tetto in questione possa 11
dedurre che gli ultimi due fossero origi- essere opera di questi due maestri, 12
nari dell’Italia meridionale (Taranto). è un’ipotesi davvero affascinante. 13
Quando nell’Italia centrale vengono 14
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18 Introduzione no con una porzione cospicua dell’edilizia A Satricum si osserva una preferenza per
19 sull’acropoli. Le datazioni dei templi il tufo lionato, essendo il tipo più usato,
20 L’area attorno al complesso templare successivi, tuttavia, sono state cambiate con blocchi di dimensioni molto grandi,
21 dedicato a Mater Matuta è stata occupa- non di rado negli ultimi due decenni ed come d’altronde anche per quelli in tufo
22 ta densamente da strutture edilizie. è ancora incerto se l’edilizia circostante bianco (di regola m 0,60-1,00 x 0,50-
23 Nelle zone scavate dell’acropoli sono avesse davvero rispettato l’orientamento 0,65 x 0,35-0,50) (Fig. III.24). Il tuto lio-
24 stati trovati i resti di almeno 23 edifici dei templi o come è stato suggerito di nato non è stato usato solamente per il
25 con delle fondamenta in pietra, come recente al contrario. Una cronologia tempio dell’ultima fase, la più monu-
26 anche alcuni pozzi d’acqua, canali da assoluta e netta delle architetture mentale, ma anche per la maggior parte
27 drenaggio ed i resti di strade (Fig. III.21). sull’acropoli per ora non pare fattibile e degli edifici attorno ai templi, nei muri
28 La maggior parte di essi è stata portata si potrebbe, al massimo, proporre una accanto alle strade e per i canali da dre-
29 alla luce dagli scavatori olandesi a partire scansione in fasi in base all’orientamento naggio e per i pozzi d’acqua (Figg. III.25,
30 degli anni Settanta. È plausibile che il per una parte delle strutture edilizie. 29). L’uso di un tipo specifico di tufo
31 numero di tali strutture crescerà durante quindi non sembra determinata per la
32 le future esplorazioni. Nonostante que- Aspetti tecnici delle strutture funzione delle strutture, ma piuttosto
33 sta densità, di nessun edificio si è con- aveva a che fare con la scansione tempo-
34 servata la pianta completa; di alcuni La tecnica rale degli edifici. È stato proposta allora
35 restano soltanto pochi blocchi dei muri Le fondamenta in pietra degli edifici varie volte che si tratti di una sequenza
36 di base. D’altro canto, osserviamo molte sull’acropoli differiscono in vari punti. cronologica dei tipi di tufo. Partendo dai
37 corrispondenze fra i vari edifici, sia per Nella maggior parte dei casi si tratta di templi si osserva l’uso di tufo bianco per
38 quanto riguarda la forma che la tecnica blocchi di tufo rettangolari allineati, il Tempio I e di tufo lionato per il Tempio
39 edilizia, grazie a cui alcune piante posso- posati in molti casi nella terra vergine. II. Questa situazione si ritrova al lato
40 no essere completate in base alle analo- Possono essere sistemati a testa o per nord-est dell’acropoli, dove l’edificio
41 gie degli altri resti, per arrivare ad una lunghezza (Fig. III.22), in una o due filari ‘marrone’ Q è stato posto sopra l’edificio
42 ricostruzione dell’insieme. sovrapposti, probabilmente per far cre- bianco P (Figg. III.26, 28). In contrasto,
43 Se le tecniche e forme paragonabili scere il rinforzo a causa del livello sotto- all’altro canto del complesso templare
44 possono avere una rilevanza per la crono- stante. In pochi casi la fondazione consi- sembra esistere una situazione a rove-
45 logia è ancora una questione da risolvere, steva di pezzi di tufo conglomerati scio: sui resti della casa a cortile A in tufo
46 poiché vi sono anche possibili eccezioni sovrastati talvolta da un filare di blocchi lionato è costruito l’edificio bianco A’.
47 sulla regola adottata. Alla articolazione in di tufo (Fig. III.23). Altrove si preferiva Anche per la costruzione della strada che
48 fasi dell’architettura sull’acropoli invece un rinforzo degli angoli con altri blocchi. attraversa l’area bassa della città, sono
49 sembra meglio cogliere nel vero la scelta Infine vi sono delle differenze nei mate- stati usati blocchi di tufo lionato, mentre
muri 50 dell’orientamento: infatti, è stata conse- riali tufacei adoperati. I tipi più frequenti per il rialzamento blocchi di tufo bianco.
Deposito votivo II 51 guentemente proposta parecchie volte. sono il tufo bianco (oppure tufo granula- La definizione di una sequenza assoluta
Deposito votivo III 52 Il punto di partenza è costituito dagli re grigio) o il tufo lionato e si trova solo in base ai tipi di tufo non pare realizzabi-
III.21 Planimetria generale dell’acropoli con le rimanenze in pietra e la localizzazione dei depositi 53 orientamenti dei templi che corrispondo- di rado una combinazione di essi. le ed i problemi crescono, quando si
votivi II e III

42 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura intorno ai templi 43


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III.22 Costruzione in blocchi di tufo messi a testa e per lunghezza III.23 Fondazione consistente di pezzi di tufo conglomerati 15
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30 tufo bianco struttura più recente Q
31 tufo lionato ricostruzione dell’edificio P
III.24 Blocchi grandi di tufo lionato III.25 Pozzo per l’acqua 32 III.28 Planimetria dell’edifico P sotto Q 5m III.29 Canale di drenaggio
33
34
35
36 prendono in considerazione degli altri vimine con argilla, nota dalla costruzione due falde dispioventi. Sono state trovate
37 aspetti. Il suddetto edificio ‘marrone’ Q delle capanne. Come un tale muro di molte tegole presso le costruzione in
38 ha un orientamento identico a quello del argilla fosse connesso con la fondazione pietra a Satricum, pur in pochi casi in situ
39 Tempio I (il tempio ‘bianco’) e questo di tufo, rimane ignoto. Sono stati trovati (cat.nn. 156-157). È possibile che una
40 dato di fatto forse dovrebbe valere di più solo pochi buchi di pali nei blocchi di parte dei tetti satricani avesse degli
41 grazie al peso maggiore che usualmente tufo provenienti dall’acropoli. Natural- ornamenti. Mentre si associavano
42 si attribuisce agli orientamenti in con- mente ne possono essere esistiti molti di tradizionalmente le terrecotte architet-
43 fronto alla corrispondenza dei tipi di tufo. più nel filare superiore dei blocchi, ora toniche dei siti laziali ed etruschi con
44 Le fondamenta di tutti gli edifici sul- mancante, ma per ora dobbiamo rimane- gli edifici templari, ora disponiamo di
45 l’acropoli sono conservate per l’altezza re al livello della congettura a proposito molte indicazioni per la presenza di tali
46 di uno o due filari, ma potrebbero essere della struttura esatta dei muri d’argilla. abbellimenti su altre costruzioni, in ogni
47 stati più alte. Dato che non si conosce Esistono anche prove di costruzioni caso, fino alla metà del VI secolo a.C. Ne
48 quasi mai il livello più alto delle fonda- murarie alternative. Un mucchio di argilla testimonia il ritrovamento di un acroterio
49 menta, non si sa molto sul carattere del- amorfa trovato all’interno degli ambienti nella struttura H (cat.no. 160). Un altro
III.26 Edifici Q e P III.27 Ambiente dell’edificio C con le rimanenze dei mattoni crudi
50 l’alzato dei muri. Il ritrovamento di pezzi del complesso fa pensare ad un alzato di frammento raffigurante con una fila di
51 di argilla bruciata su, accanto a o presso muri con mattoni crudi (Fig. III.27). carri di guerra, attribuito alla ‘stoa A’,
52 la maggior parte delle strutture fa pensa- Il tetto delle costruzioni in pietra è appartiene invece probabilmente ad un
53 re che sia stata usata la nota tecnica del ricostruito generalmente come un tetto a fregio del Tempio 0 (cat.no. 81).

44 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura intorno ai templi 45


La ricostruzione della pianta Grecia al resto dell’Italia. A Satricum, gli una pianta rettangolare di m 5,40 x mini- 1 l’inizio del canale, che corre verso est, trovate delle indicazioni per affermarlo. angolo retto un quarto vano al lato sud.
Le costruzioni attorno al complesso edifici A’, B’, M, N, O, P en Y, e le ali mo m 18,50 (misure esterne dei muri). 2 fuori della collina. Talvolta due lunghe strutture rettan- Lungo questa ala ovest correva un porti-
templare conoscono una certa diversità degli edifici A, B e forse C appartengono Le interruzioni nel lungo muro ovest di P 3 La sua fine non è ancora stata rintraccia- golari sono state combinate per formare co, fenomeno noto da edifici simili in
architettonica, ma nel contempo è osser- a questa categoria (vedi Figg. III.21, non devono essere dei disturbi, bensì le 4 ta. La maggior parte del canale consiste una casa a cortile, come si osserva, per altri insediamenti. Le basi delle colonne
vabile una netta preferenza per determi- 30-31). Le fondamenta di O, P e A’ sono entrate dei vani corrispondenti. L’entra- 5 di tufo bianco, ma nella parte ovest il esempio, nel edificio A (Fig. III.30). sono tagliate da un solo blocco di tufo
nate piante. Il tipo più frequente mostra costruite con blocchi di tufo bianco, per ta al lato lungo è normale in questo tipo 6 tracciato è in tufo rosso-marrone, per via Questo tipo di struttura pare, a motivo e mostrano così la forma più semplice
una struttura rettangolare lunga, con il resto si usò il tufo lionato. e a motivo della locazione dell’edificio al 7 di una estensione più tarda o una ripara- della sua forma, orientata alquanto di a Satricum. La larghezza del portico
diversi (spesso tre) ambienti, talvolta L’edificio P, locato al bordo dell’acro- bordo della collina, entrate semplice- 8 zione della parte bianca. Il canale pare più verso l’interno delle lunghe strutture (m 3,00) e la distanza fra le basi/gli
con un portico ad uno dei lati lunghi, poli, è fra le strutture meglio conservate mente logiche in questo caso. Una carat- 9 che facesse parte della pianta originaria, rettangolari. Un muro cieco connette intercolunni (varianti da m 3,30 a 4,50)
come nel resto del Lazio. Il prototipo di entro questa categoria (Figg. III.26, 28). teristica particolare della costruzione, 10 essendo integrato nel lungo muro est due costruzioni con vari vani confinanti sono invece cospicue. Forse un altro por-
questa pianta si cerca nell’Italia meridio- Un lungo vano centrale rettangolare più molto rara in altre strutture di questa 11 dell’edificio. Se fosse visibile all’interno di modo da formare un grande rettango- tico correva al lato posteriore della casa a
nale, poiché l’insieme dei tre ambienti un piccolo laterale quadrato si sono categoria, è il canale di drenaggio, con 12 di P, o coperto da un pavimento, non è lo di m 25,00 x 25,00 circa (asse dei cortile, ma per questo abbiamo pochissi-
nonchè il portico è associato con la casa conservati, mentre dei resti all’altro lato almeno 23 blocchi, che attraversa l’am- 13 chiaro: mentre rimane anche incerto se muri). L’ala est dell’edificio consisteva mi dati. Stando al ritrovamento di molti
greca del tipo ‘pastas’, che è una struttura del vano centrale indicano un secondo biente centrale (Fig. III.29). Il blocco 14 P possedesse un portico o qualcosa del di almeno due ambienti, quello ovest ciottoli nell’area di scavo, si aveva forse
trasferita dalle colonie greche in Magna ambiente laterale quadrato. Ciò risulta in ovest sembra l’ultimo della fila e quindi 15 genere al lato dell’entrata: non sono state contava tre ambienti, con, posto in un pavimento a ciottoli nel cortile.
16 Direttamente ad est del complesso
17 templare giace l’edificio C che, a prima
18 vista, è paragonabile con quello descrit-
19 to: ha un’ala composta di almeno quattro
20 ambienti presso un cortile limitato ad un
21 lato da un muro cieco. Al lato di fronte,
22 invece, manca una seconda ala, trovando-
M
23 si qui due edifici più piccoli dei quali non
24 è chiaro se facessero parte di C o fossero
25 di una fase precedente (Fig. III.31).
26 La larghezza di P e delle ali di A è ben
27 usuale sull’acropoli. Anche gli edifici M
28 e N, locati nei pressi di P, misurano fra i
29 m 5,35 e 5,55 in larghezza, mentre anche
30 una struttura rettangolare scavata nell’a-
31 rea più bassa della città mostra queste
Z‘ 32 dimensioni (vedi avanti). La larghezza,
33 apparentemente tipica, si ritrova in altri
34 insediamenti laziali, per esempio una
35 costruzione a Ficana/Acilia di m 5,50 x
Z
36 21,00 nella zona 5b, che mostra delle
3.30 Ricostruzione dell’edificio A 37 forti somiglianze con i nostri edifici,

5,5
(da Maaskant-Kleibrink 1987) 38 soprattutto con P. Un’eccezione di spic-

0m
C 39 co della regola è costituita dalla struttura
40 A’ a Satricum, che ha una pianta parago-
41 nabile, ma misura m 7,00 x 28,80.
42 Accanto alla lunga struttura rettango-
43 lare con diversi ambienti, sono state
C‘ 44 ricostruite alcune piante uniche sull’acro-
45 poli. Così vi è l’edificio Q che sta sopra P
46 (Fig. III.32; vedi anche Fig. III.28), non
47 ancora completamente scavato. Si tratta
48 di un edificio monumentale di m 13,00 x
49 17,00 al minimo. Si è conservato solo il
tufo bianco 50 sottostrato dei muri, fatto di una larga
tufo lionato 51 tufo bianco struttura più antica P fascia di piccoli tufelli bianchi. Come si
ricostruzione dell’edificio P 52 tufo lionato ricostruzione di Q evince dai resti, il resto della fondazione
3.31 Planimetria dell’edificio C e dintorni 5m 53 III.32 Planimetria dell’edificio Q sopra l’edificio P 60 m consisteva di filari di blocchi in tufo

46 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura intorno ai templi 47


lionato posati per lunghezza sopra que- 1 m 3,20; apparentemente non è una quasi tutti i punti. Il muro ovest di S è viene ‘monumentalizzata’. Nel caso di
sta fascia. La presenza di due larghe basi 2 situazione casuale. Il livello di calpestio stato rinforzato considerevolmente in un’interpretazione delle strutture come
di colonne prova che non si tratta di una 3 sembra conservato all’altezza di questa confronto con gli altri muri, come palesa case private non si escludono tuttavia
costruzione chiusa, ci sono invece indi- 4 entrata, sotto forma di uno strato di bri- la lunghezza dei blocchi e la profondità tutta una serie di funzioni secondarie
cazioni per un largo portico al lato lungo 5 ciole di tufo lionato conglomerato, gia- dell’intero tracciato. Perciò è possibile (semi-)pubbliche. Con o senza l’attribu-
dell’edificio. Queste basi consistono di 6 cente sul posto dell’interruzione. Il bloc- che il tetto del portico fosse poggiato sul zione alle prime costruzioni in pietra di
tre blocchi tagliati in tufo lionato posti 7 co che delimita l’entrata al lato sud ha un muro ovest di S. Ma per quale motivo il una funzione politica, religiosa o dome-
in un buco rotondo e, qui attorno, un 8 incasso sul lato superiore, forse per portico dovesse continuare in direzione stica, esiste unanimità nell’imputare ad
riempimento dei medesimi piccoli tufel- 9 sistemare il sostegno di una soglia, che sud? A sud di S si trova l’angolo di un’al- un gruppo di aristocratici la realizzazione
li, sempre bianchi, come nel suddetto 10 avrebbe potuto avere il livello del con- tra struttura (T) il cui tipo di tufo, la tec- dell’insieme. Tuttavia si sa poco su case
sottostrato. L’estremità ovest del muro 11 glomerato. nica e l’orientamento per ora si mostrano arcaiche locate fuori le acropoli o le pia-
sud di Q mostra la stessa costruzione di 12 Ad ovest di S è stata trovata una fila di esattamente identici a quelli di S. La nure centrali dei siti laziali. Per mancan-
blocchi e pezzi di tufo, 13 almeno cinque basi di colonne, anch’esse distanza della base più a sud fino a T za di materiale di confronto entro un
di modo che il portico continuava fino 14 elementi di un portico (Fig. III.35). Le corrisponde con quella fra le altre basi e sito, è impossibile la definizione di un
al muro esterno (presunto) dell’edificio. 15 basi hanno un diametro di m 0,50-0,51 S. Forse la struttura T aveva una pianta contesto abitativo arcaico, di modo che
I cerchi delle basi hanno un diametro di 16 ed un’altezza di m 0,43, come si evince paragonabile ad S e insieme formavano architetture poste centralmente otten-
III.33 Vista generale dei muri nella zona nord-est dell’acropoli ben m 1,85 e la distanza fra gli assi delle 17 dallo scavo di una base intera. La parte un solo grande complesso, insieme al gono facilmente l’aura delle funzioni
basi è m 5,50. In questo modo abbiamo 18 visibile più stretta misura solo m 0,07, il portico che correva di fronte alle due pubbliche menzionate o del carattere
qui il portico più ampio dell’acropoli. 19 resto era probabilmente nascosto sotto strutture (vedi Fig. 3.34). Gli altri traccia- aristocratico come sopra descritto.
A causa di questa monumentalità è stato 20 terra. Spicca qui che anche la parte infe- ti di muri, ad ovest di S e T, forse sono Anche a Satricum si è preferito un tale
suggerito che si trattasse qui di un tem- 21 riore della base era rotonda, laddove adattamenti posteriori rispetto a questo modello di interpretazione. Essendosi
pio in antis. Non è noto come fosse l’arti- 22 normalmente si ha una forma quadrata complesso, ma di ciò i futuri scavi. conservato pochissimo del livello origi-
colazione interna del complesso, ma 23 (Fig. III.36). nale delle costruzioni in pietra, gli
forse era un vano rettangolare davanti al 24 Le distanze fra le basi sono, in tre La funzione delle strutture archeologi potevano basarsi per l’inter-
quale correva il portico. La distanza fra 25 istanze, di m 2,80-2,85 (misurate dal pretazione dell’architettura solo sui
le basi delle colonne ed il muro lungo di 26 punto centrale). Il portico quindi è molto Gli scavi di insediamenti laziali si effet- ritrovamenti negli strati di livellamento,
questa struttura – e quindi lo spazio da 27 più lungo di S, il che tuttavia non impe- tuano di regola su delle colline. Per que- materiali finiti fuori uso, combinandoli
coprire del portico – misura m 3,90 (da 28 disce la possibilità che facesse parte della sto motivo, un’interpretazione di questi con quanto noto sulle forme ricostruite.
asse ad asse). È inoltre da chiedersi se 29 stessa costruzione grande. La distanza come centri pubblici e/o religiosi è ovvia In questo modo è stato proposto che i
il canale di drenaggio di P fosse rimasto 30 fra le quattro basi nord e S è uguale in a partire dal momento che la collina grandi ambienti delle ali nella casa a cor-
S
in uso nell’epoca di Q. Un argomento in 31
favore sarebbe non solo la presenza dei 32
blocchi in tufo lionato nel tracciato, ma 33
3,15 m
anche l’andamento dello stesso traccia- 34
2,80/8

to. Se si facesse continuare il tracciato 35


5m

bianco verso ovest, toccherebbe una 36


delle basi di colonna di Q. Forse abbiamo 37
quindi a che fare con un prolungamento 38
del canale di drenaggio al momento 39
T
della costruzione di Q. 40
Un altro esempio di pianta originale 41
si trova nell’area nord-est dell’acropoli, 42
una zona densamente occupata visto 43
il labirinto di muri (Figg. III.33-34). 44
La struttura più evidente è l’edificio S, 45
uno spazio rettangolare grande di 46
m 1,95 x 7,90 (misure esterne), con 47
una fondazione di blocchi di tufo bianco 48
(Fig. III.34). È uno dei pochi edifici con 49
tufo bianco l’entrata ben ricostruibile, stando alla 50
tufo lionato tufo biancastro larga interruzione nel muro ovest di S. 51
tufo giallastro ricostruzione Entrambi i tracciati del muro ovest che 52
III.34 Planimetria dell’edificio S 5m delimitano questa interruzione, misurano 53 III.35 Basi di colonne dell’edificio S durante III.36 Particolare dell’edificio S durante gli scavi
gli scavi

48 Capitolo III – L’età arcaica L’architettura intorno ai templi 49


tile A siano stati usati dagli abitanti ari-
stocratici per banchetti durante determi-
nate cerimonie religiose in relazione con
l’Etruria meridionale, e, nel Lazio, con la
Regia a Roma, la funzione di queste
strutture differisce alquanto da quelle
ovest della casa a cortile A, potremmo
locare qui altri ambienti da banchetto.
Il risultato, tenuto conto del numero
1
2
3
La città bassa:
il santuario. Il materiale ritrovato appar- a Satricum. Gli edifici di Acquarossa molto alto di vani, porta ad ipotizzare 4
tiene al consueto instrumentum domesti-
cum, ma ispirati dalle immagini di ban-
chetti in tombe etrusche, gli scavatori
sarebbero stati destinati a stoccaggio,
pernottamento e banchetti festivi; la
Regia a Roma invece sarebbe stata il
altre funzioni da prendere in considera-
zione. La casa a cortile A potrebbe esse-
re stata abitata dall’aristocrazia locale, il
5
6
7
sviluppo della zona urbana
hanno così pensato ad un contesto ceri- domicilio del funzionario religioso che varrebbe anche per gli edifici circo- 8
moniale per l’uso di tali materiali. Que- chiamato rex sacrorum, mentre a Veio stanti, ma i ritrovamenti non rispondono 9
ste funzioni cerimoniali sarebbero anche abbiamo delle dimore private. Il contesto al presunto alto livello sociale appena 10
Marijke Gnade
state praticate nella struttura A’ che è religioso nel quale vanno viste le riunioni descritto. Per concludere si pensa che la 11
stata costruita sopra i resti della casa a nella casa a cortile A è quindi una nuova crescita del numero di ambienti implichi 12
cortile A. funzione associata con questo tipo di una differenziazione crescente delle 13
Non solo a Satricum, ma anche altrove struttura. funzioni delle costruzioni. Quindi proba- 14
si conoscono resti di simili case a cortile. Rimane la domanda quali fossero le bilmente i grandi edifici sull’acropoli 15
Mentre vi sono delle corrispondenze funzioni degli altri edifici sull’acropoli. ospitavano una larga diversità di destina- 16
rispetto al modo di costruire e alle forme Visto che le dimensioni degli ambienti zioni, per noi tuttora non identificabili. 17
delle piante con costruzioni ad Acqua- centrali delle lunghe strutture rettango- 18 La strada arcaica
rossa (zona F) e a Veio (edificio A) nel- lari sono comparabili a quelle dell’ala 19
20 Nel 1996 la ricerca archeologica olande-
21 se fu estesa fuori dell’acropoli nella zona
22 chiamata Poggio dei Cavallari, ubicata a
23 nord della strada Nettuno-Cisterna (sui
24 terreni dell’azienda agricola ‘Casale del
25 Giglio’) (vedi Figg. I.1-2; Fig. III.37). La
26 ricerca era un proseguimento di un
27 intervento d’emergenza effettuato sul
28 posto nel 1984 e poi sospeso. L’area, di Seconda fase stradale Terza fase stradale
29 circa 2 ettari, fu esplorata in due campa- tufo lionato terra vergine
30 gne. Furono scoperti muri paralleli per calpestio tufo bianco
31 una lunghezza di circa 140 metri con una ciottoli tegole rosse
32 interruzione di circa 50 metri (Fig. III.39). strato di tufo compatto tegole bianche
33 Tali muri sono stati interpretati come le III.38 Sezione delle fasi stradali
34 fondamenta laterali di una strada monu-
35 mentale larga 5 metri circa che portava
36 all’acropoli, quindi al complesso templare
37 della Mater Matuta, dove una sua conti-
38 nuazione, oggi diremmo, era già stata
39 scoperta durante gli scavi del 1896-98 e
40 in seguito negli anni ottanta e novanta del
41 novecento dall’Istituto Olandese e dal-
42 l’Università di Groningen. La fase più
43 importante di questa strada risale alla
44 fine del VI secolo a.C. Faceva parte di
45 una grande ristrutturazione della città
46 durante la quale va inserita anche la rico-
47 struzione dell’ultima fase templare data-
48 bile nel 500-480 a.C. La strada faceva
49 parte di una vera rete stradale che, come
50 l’ulteriore ricerca negli anni recenti ha
scavi 1984, 1996-1997 (PdC I) 51 rivelata nel frattempo, non si limitava
scavi 2004-2006 (PdC II) 52 all’area nord della strada provinciale,
III.37 Zone di scavo sul Poggio dei Cavallari 100 m 53 ma probabilmente riguardava anche la III.39 Vista generale dei muri laterali delle strade scavati nel 1996-1997 sul Poggio
dei Cavallari I

50 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 51
Lungo la base dei muri, al loro lato inter- sua larghezza può essere stabilita a circa le rimanenze del suo probabile calpestio tegole, alcune ancora complete pur se
no alla giunzione con la terra vergine, si m 7,00. Contrariamente ai muri laterali consistente di uno strato compatto a frammentate. Le tegole che si trovano di
trova spesso uno strato di tufo compatto della strada precedente, i muri laterali forma concava di piccoli pezzi di tufo solito al livello superiore dei precedenti
che probabilmente serviva da protezione sono ora meno uniformi e consistono bianco che in origine era probabilmente muri, probabilmente servivano come
del fondo dei muri dall’acqua (Figg. III.38, variamente di tratti di blocchi grandi di collegato ai muri laterali. Fu notato che strumento di drenaggio e, insieme con la
40). Il tipo e la misura dei blocchi di tufo tufo bianco e di tratti di blocchi rettan- per il rialzamento del calpestio si fossero sabbia, facevano parte di un unico strato
usati per le fondamenta della seconda golari di tufo lionato nonchè di brevi usate macerie consistenti da grandi bloc- di rialzamento. Tale tecnica costruttiva si
fase sono simili a quelli adoperati per il tratti composti da un miscuglio di blocchi chi irregolari di tufo e di grandi fram- è potuto documentare in varii posti del
secondo tempio e per gli edifici monu- di diversi tipi di tufo. I blocchi di tufo lio- menti di dolio. Anche sabbia pulita fu rinnovato tratto stradale.
mentali intorno ad esso (Figg. III.40-41). nato probabilmente sono blocchi riusati messa lungo la parte inferiore dei nuovi L’ulteriore proseguimento della
Ciò induce a pensare che tutti questi provenienti da strutture arcaiche crollate. muri laterali, talvolta anche come strato strada fu trovato nella zona centrale del-
lavori furono compiuti contemporanea- Nello spazio fra i muri laterali della di fondamento sotto di essi e quasi sem- l’area. In un primo saggio (campo 2C)
mente e che facevano parte di un vasto nuova strada sono stati messi in evidenza pre su uno strato di grandi frammenti di sono venuti fuori i due muri laterali di
progetto di sviluppo urbanistico databile contenimento ad una distanza mutua di
alla fine del VI secolo a.C. circa m 5,70. Fra di essi si trovavano
La terza fase che consiste di un lungo ancora i resti del pavimento, molto dan-
muro di blocchi di tufo bianco risale pro- neggiato dall’aratura moderna, consi-
babilmente al primo quarto del V secolo stenti di pezzi di tufo bianco e di ciottoli
a.C. Inoltre, sono state indagate sui livel- fluviali. A fianco del muro meridionale
III.40 Trincea di scavo: saggio II sul Poggio dei Cavallari I scavato nel 1997
li più alti del terreno evidenze di attività della strada, a distanza di circa m 0,40,
risalenti al IV e al III secolo a.C. si trovava un terzo muro costruito con
Nel 2004 la ricerca della strada conti- blocchi di misure più grandi. Sulla base
nuò nel terreno attiguo, dopo l’estirpa- della somiglianza con la situazione docu-
zione di un vecchio vigneto. In tre grandi mentata nel terreno del Poggio dei
saggi (1B, 2B-C, 3) è stata scoperta la Cavallari I, si tratta probabilmente di un
continuazione della strada per altri 300 muro del periodo successivo, cioè del
metri portando la lunghezza totale finora primo quarto del V secolo a.C. quando
indagata all’incirca a 440 metri (Fig. fu rialzato il livello della strada e fu
III.43). Presumibilmente andava in dire- costruito il muro bianco.
zione della porta centrale dell’antico Nella seconda trincea di scavo a m
aggere che circondava la città e in segui- 10,00 ovest (campo 2B), il calpestio della
to conduceva in direzione di Anzio. strada risultava conservato molto meglio
Potrebbe anche essere che la strada III.43 Fotografia aerea di Poggio dei Cavallari II con indicazione delle zone di scavo (Fig. III.44). Come osservato nel primo
biforcasse in direzione di Ardea, traver- campo e nell’area attigua del Poggio dei
sando la Necropoli Nord-Ovest. Gli scavi Cavallari I, il calpestio copre i muri di
nel nuovo terreno hanno portato alla contenimento che per questo motivo
luce almeno due di tali biforcazioni. non sono stati messi in vista. La massic-
Attraverso la ricerca sul nuovo terreno ciata stradale è costituita qui da uno
si sono potute verificare le varie osserva- spesso strato compatto di pezzi di tufo
zioni sulla tecnica stradale nel terreno bianco spesso smussati, pezzi di tegole
III.41 Trincea di scavo: saggio IV sul Poggio III.42 Campo di scavo IB sul Poggio dei Poggio dei Cavallari I fatte prima, non- molto consumati e ciottoli fluviali di
dei Cavallari I scavato nel 1997 Cavallari II chè approfondire la conoscenza della varie dimensioni. Sono stati individuati
composizione della massicciata stradale lunghi solchi paralleli interpretabili forse
che in vari punti risultava conservata. come tracce carrabili.
zona al sud di questa strada (vedi sotto). strada monumentale della fine del VI In un primo campo di scavo (1B), nella Nella terza trincea di scavo nell’area
Saggi trasversali sul tratto della strada secolo fu sistemata sopra muri di fonda- zona orientale del nuovo terreno, è stato centrale a sud delle precedenti indagini
antica hanno rivelato due e forse addirit- menta e sopra uno strato artificiale di individuato il proseguimento delle due furono trovate le rimanenze di una stra-
tura tre pavimentazioni successive (Figg. riempimento, composto di sabbia, argilla ultime fasi della strada. È stato individua- da laterale in direzione sud-est verso
III.38-39). La strada più antica, risalente e macerie antiche provenienti dall’inse- to il proseguimento del muro laterale l’interno della città, larga più di m 3,00 e
probabilmente all’inizio del VI secolo diamento arcaico. I muri sono alti circa m meridionale della fase più recente della documentata per una lunghezza di alme-
a.C., era una strada concava, adagiata in 1,00 e consistono in generale di due filari strada e sono state trovate le rimanenze no m 25,00 (Fig. III.45). Si trovava sotto
un fossato naturale del terreno. sovrapposti di grandi blocchi rettangola- del suo riscontro settentrionale (Fig. uno strato di sabbia e un imponente
La pavimentazione successiva della ri di tufo lionato (m 0,60 x 0,80 x 0,50). III.42). In base a questi ritrovamenti la III.44 Calpestio della strada tardo-arcaica nella zona di scavo 2B sul Poggio dei complesso di 4 filari di blocchi di tufo
Cavallari II

52 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 53
precedenti. La combinazione dei due tipi 1 nel 2006 nel vigneto collocato a sud
di muro anche in questo caso trova un 2 della strada provinciale moderna hanno I III II
V
confronto nell’area del Poggio dei 3 fornito alcune indicazioni del suggerito IV
Cavallari I. Prima di questo rialzamento 4 proseguimento. Ad una profondità di
però fu messo lungo i lati del calpestio 5 circa m 1,00 dovrebbero esserci rima-
precedente uno strato di grandi fram- 6 nenze di tufo vista la resistenza misurata
menti di tegole. Evidenze di esso sono 7 con vari metodi geofisici.
state trovate prima in due saggi in 8 Un altro esempio di una biforcazione
profondità, uno sul lato sud della struttu- 9 fu trovato nel terzo campo di scavo,
ra al interno del muro laterale orientale 10 la zona di ricerca più occidentale (Figg.
e uno sul lato ovest della struttura all’in- 11 III.48-50). Qui furono portate alla luce
terno del muro laterale occidentale. In 12 le rimanenze della strada pincipale in
ambedue i saggi è venuto fuori uno strato 13 direzione occidentale ed forse una strada
costituito da ciottoli fluviali di vari 14 laterale che come quella nell’area cen- AA
dimensioni, identificabile come un pavi- 15 trale del Poggio dei Cavallari è orientata
mento. Lo stesso pavimento è venuto 16 verso sud-est, in direzione dell’area
III.45 Fotografia aerea del campo di scavo 2A sul Poggio dei Cavallari II
fuori in un grande saggio eseguito sul 17 interna della città. Il collegamento fra
lato nord-ovest della struttura. Il pavi- 18 le due strade per ora non è chiaro. Della
mento consistente di uno strato compat- 19 strada principale è messa in vista la sua
to di pezzi di tufo smussati frammisti con 20 massicciata di carattere molto solido che
ciottoli mostra una forte somiglianza 21 sembra estendersi su una larghezza di
con quello della strada principale che fu 22 almeno 6 metri (Fig. III.51). Consiste di
accertata nei saggi 2B e 2C (Fig. III.47). 23 zone di tufo bianco frammiste e alterna-
In contrasto con quella, però, non sem- 24 te con aree consistenti di piccoli pezzi
bra sorretto da muri laterali di tufo, ma 25 di tegole e di dolio sistemati come pavi-
sembra giacere direttamente sulla terra 26 mento, specialmente lungo il lato sud.
vergine. Sembra che si adatti all’anda- 27 Qui, come al lato nord, il livello del
mento di essa visto la forte degradazione 28 calpestio sale per cui esso ha la forma
del suo livello da nord-ovest verso sud- 29 di una conca. I muri laterali della strada
est dove scompare sotto la struttura di 30 sono stati messi in evidenza solo lungo 5m

tufo. Come nel caso della strada princi- 31 il lato nord. Si tratta probabilmente della tufo lionato tegole rosse calpestio della strada
pale che giace in una fossa naturale, 32 ristrutturazione della strada risalente al tufo bianco legno I tombe del V secolo
anche la strada laterale doveva essere 33 primo quarto del V secolo a.C. III.48 Planimetria dei muri del campo di scavo 3
stata costruita in una delle tante fosse 34
che originalmente intersecavano il pae- 35
III.46 Vista generale dei quattro filari di blocchi di tufo messi in linee parallele ed saggio. Questo si è potuto verificare sul 36
interpretati come le rimanenze di un grandioso rialzamento punto dove la strada sembra finire. Qui, 37
ad un livello di circa m 1,50, sono rinve- 38
nuti diversi blocchi rettangolari di tufo 39
lionato messi in linee parallele e delimi- rimanenze consistenti di uno strato di lionato che in somiglianza con i quattro 40
tati a due lati da un muro (Fig. III.46). tufo compatto. Dei due muri che corro- muri menzionati prima, giacciono in 41
A prima vista i muri sembravano far parte no ai lati del rialzamento, il muro orien- linee parallele. In questo caso però i 42
di fondamenta di una struttura monu- tale consiste di blocchi rettangolari di blocchi giacciono ad un livello più 43
mentale. Ma presto diventò chiaro che si tufo lionato, quello occidentale di profondo. Così abbiamo una via laterale 44
trattava di un altro fenomeno di natura blocchi di tufo bianco di dimensioni che con ogni probabilità si collegava alla 45
finora non documentata. Tali blocchi diversi da quelli del muro di tufo lionato. strada principale. Il collegamento delle 46
insieme con uno spesso strato di sabbia La lunghezza totale conservata del muro due strade purtroppo rimarà sconosciuto 47
(m 0,60-0,75) facevano parte di un bianco è circa m 14,00. Il tratto curva essendo ubicato sotto il vigneto. La stessa 48
grandioso rialzamento da servire come leggermente verso l’ovest. I due muri, vale per la continuazione della strada 49
sottolivello sul quale era sistemato un anche se di costruzione diversa, sono verso sud-est. Anche se il suo prosegui- 50
altro livello di calpestio. Di quest’ultimo stati interpretati come i muri laterali mento non sia stato portato alla luce in 51
sono stati trovati, in vari punti corrispon- della stessa strada costruita con l’aiuto quest’area, è chiaro che dovesse conti- 52
denti al livello superiore dei blocchi, le di immensi rialzamenti dei livelli stradali nuare. Le ricerche geofisiche eseguite 53 III.47 Il calpestio della strada laterale III.49 Fotografia aerea del campo di scavo 3 sul Poggio dei Cavallari II

54 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 55
1
La strada verso l’interno della città, se è di ceramica frammisti con pezzi di tufo, basso in confronto del livello dentro la 2 molto più vasta delimitata da un aggere. in una grande buca circolare che si Per ora, non possiamo dire molto della
giusta la sua ricostruzione, è di un carat- ciottoli e macchie di sabbia. Lo strato che struttura. Il carattere diverso della strada 3 L’edificio meglio conservato si trova ristringe dopo quasi un metro in profon- funzione delle strutture, non essendo
tere diverso da quello finora riscontrato. giaceva contro il lato interno dei muri laterale probabilmente è collegato alla 4 ad est della strada laterale (edificio A) dità costituendo il pozzo vero e proprio ancora finito né lo scavo né lo studio del
I suoi muri laterali sono ben conservati e laterali e che sembrava essere un ele- presenza delle strutture a fianco di essa 5 (vedi Fig. III.48). I suoi muri mostrano in scavato nella terra vergine sabbiosa. materiale. È notevole però il ritrovamen-
si trovano ad una distanza mutua di m mento integrale della loro costruzione è con le quali sembra formare una unità 6 qualche posto tre filari di blocchi di tufo. Così il bordo del pozzo fu protetto e to di scorie di ferro e frammenti di forna-
3,50. Il metodo di costruzione di questa stato prudentemente interpretato come costruttiva. 7 Probabilmente c’era anche un quarto rinforzato con un rialzo in tufo. Piccoli ce nell’ambito della struttura orientale
strada è stato indagato attraverso vari un calpestio vero e proprio che si trovava 8 filare oppure un altro tipo di elevato incassi rettangolari l’una di fronte all’al- che potrebbero essere un’indicazione
saggi trasversali fra i muri di conteni- allora sotto il livello superiore del muro, L’architettura accanto alla strada 9 come si può dedurre da una serie di pic- tra, tagliate dentro i blocchi di tufo servi- dell’esistenza di attività produttive che
mento (Fig. III.52). Il riempimento fra contrario alla situazione evidenziata nella 10 coli buchi di fissaggio a distanza regolare vano come gradini, allo scopo di poter sembra trovare qualche conferma nella
essi appariva costituito da uno spesso strada principale. L’ipotesi che si tratti di Fino a poco tempo fa le rimanenze della 11 sul lato superiore di uno dei muri. Per scendere per la pulizia del pozzo (Fig. presenza del pozzo per acqua.
strato artificiale di circa m 0,50 di sabbia un vero calpestio sembra trovare qualche grande strada erano l’unica prova di 12 ora è stato messo in evidenza un lungo III.53). Il pozzo è stato scavato fino a m Sulla base di quanto detto possiamo
quasi pulita che sembra però far parte conferma in altri posti dove mancavano le un’occupazione urbanistica nell’area 13 ambiente orientato NE-SO la cui lar- 1,00 di profondità, mettendo in vista il concludere che l’insediamento di Satricum
del rialzamento eseguito nel primo quar- tegole, mentre veniva fuori un mucchio bassa della città. Tracce di altri tipi di 14 ghezza era simile a quella degli edifici bordo superiore del pozzo vero nella nel periodo tardo-arcaico era sottoposto
to del V secolo a.C. e documentato di macerie consistente di grandi pezzi di costruzioni erano assenti con eccezione 15 lunghi sull’acropoli. Lungo il suo lato terra vergine. Il suo riempimento non ad un grande sviluppo urbanistico che
anche negli altri campi di scavo sul argilla cotta, alcuni di forma rettangolari, forse di qualche tratto di muro trovato 16 nord si trovava forse un altro ambiente conteneva reperti utili per la datazione. non si limitava solo all’acropoli dove
Poggio dei Cavallari II. Sotto lo strato di possibilmente interpretabili come matto- lungo la strada orientale nel Poggio dei 17 più piccolo e mentre al lato sud si trova- Un reperto eccezionale in diretto col- avviene la ricostruzione monumentale
sabbia, specialmente lungo la parte infe- ni crudi cotti durante un incendio. Tali Cavallari I. Tale assenza, fu spiegato, 18 va una grande area aperta tipo cortile legamento della struttura è una lunga dell’edificio templare e dei grandi edifici
riore dei due muri, si trovavano macerie macerie, fra cui si trovavano anche pezzi dovevasi attribuire alle intense attività 19 interno di forma irregolare, delimitata da trave di legno di m 2,10 circa e larga m all’intorno, ma che comprendeva anche
antiche, consistenti qualche volta di di legno carbonizzati, giacciono sulle agricole moderne. Gli scavi degli anni 20 un muro. L’area aveva l’entrata probabil- 0,30, che per il momento, è stata inter- l’area bassa della città. Qui si vede come
frammenti di ceramica arcaica ma per rimanenze di uno strato di tufo bianco 2006-2007 hanno però portato alla luce 21 mente sul lato occidentale. Lungo il lato pretata come la soglia dell’ambiente i tracciati viari, che probabilmente già
lo più di grandi frammenti di tegole e allo stesso livello del presunto calpestio nuove rimanenze architettoniche lungo 22 interno del muro è stato scoperto un lungo. Il legno è di quercia e risultava esistevano come è stato verificato e che
talvolta di coppi. Una tale sistemazione primo descritto e allora interpretato il lato sud della strada che sono attribui- 23 pozzo per acqua che consiste di tre bloc- molto bene conservato benché carboniz- utilizzavano i vari fossati naturali interse-
fa pensare ad un sistema di drenaggio anche questo come calpestio. bili ad almeno due strutture delle quale 24 chi rettangolari di tufo lionato sistemati zato. Dentro l’ambiente lungo sono state canti il territorio, furono riedificati in
incontrato anche in altri posti scavati La strada laterale è tecnicamente una era provvista di un pozzo per l’acqua 25 più o meno in un cerchio e tagliati al lato trovate diverse rimanenze di calpestio, maniera monumentale. Tale riedificazio-
della strada, con l’utilizzazione prevalen- diversa dalla strada principale come (vedi Figg. III.48, 50). L’ulteriore ricerca 26 interno in forma circolare (Fig. III.52). Lo sia di forma di un battutto sia in forma di ne tendente fra l’altro alla eliminazione
te di tegole. Sotto queste macerie di documentata in altri punti nel Poggio dei nei prossimi anni porterà indicazioni sul- 27 scavo all’interno del pozzo nonchè un uno spesso strato di piccoli pezzi di tufo del problema della trasgressione delle
ceramica e di tegole, e dove esse erano Cavallari, nel senso che il suo calpestio l’estensione e sulla funzione di tali 28 saggio eseguito esteriormente hanno (Fig. III.54). acque meteoriche consisteva in un rial-
assenti, subito sotto la sabbia, si trovava combaciava con il lato del muro laterale costruzioni. È chiaro però che l’insedia- 29 rivelato che la parete del pozzo consiste Dell’edificio al lato ovest della strada zamento di circa m 0,50 del vecchio
un livello compatto, talvolta almeno m invece di essere sostenuto da quello. mento arcaico satricano non si limitava 30 di due filari di blocchi di tufo lionato laterale sono state trovate solo i muri livello mediante macerie antiche prove-
0,30, consistente di frammenti piccoli Inoltre esso si trovava ad un livello più solo all’acropoli, ma occupava un’area 31 sovrapposti. I blocchi sono stati immessi esterni che formano una pianta irregolare. nienti dall’insediamento arcaico e nella
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III.50 Vista generale del campo di scavo 3 da sud-est III.51 Campo di scavo 3: saggio con III.52 Saggio trasversale fra i muri di contenimento della strada laterale verso l’interno della città III.53 Pozzo per l’acqua
rimanenze del calpestio della strada

56 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 57
Capitolo IV
L’età post-arcaica

III.54 Vista generale dell’edficio A con soglia di legno e rimanenze di calpestio


(da sud-ovest)

costruzione di alti muri di contenimento. circa m 10,00 e costruita in due fasi con-
Tutto l’insieme veniva coperto da una secutive sovrapposte, che collegava il
massicciata stradale. La nuova rete stra- porto con la città di Cerveteri. Questa
dale, come la precedente, serviva somiglia alla strada satricana sia nel tipo
senz’altro il tempio di Mater Matuta che di costruzione che nel suo aspetto
si raggiungeva attraverso la salita nord- monumentale. Un altro confronto geo-
occidentale dell’acropoli diventando, graficamente più vicino, ma di carattere
qui, una via sacra che continuava in dire- più semplice e con i muri laterali a fianco
zione sud-est lungo la fronte del tempio. della sede stradale, fu scoperta recente-
Nello stesso tempo la strada funzionava mente durante le attività per la costru-
come il tratto principale che traversava la zione della IKEA, vicino a Roma, lunga la
città da ovest ad est e dalla quale partiva- via Tuscolana. Anche qui si distinguono
no diverse vie laterali verso l’interno diverse fasi costruttive, quattro in totale,
della città, ai probabili settori abitativi e la prima risalente alla fase arcaica.
produttivi, l’esistenza dei quali abbiamo Questa scoperta è di grande interesse
ora prova. Fuori il recinto, verso ovest, anche per il materiale associato che
la strada proseguiva probabilmente in somiglia a quello rinvenuto a Satricum,
direzione di Anzio oppure si biforcava specialmente par quanto riguarda gli
in direzione di Ardea traversando la strati utilizzati per un il rialzamento data-
Necropoli Nord-Ovest. Della sua conti- bile nel primo quarto del V secolo a.C.
nuazione verso est per ora non sono
state trovate evidenze.
La rete stradale satricana messa in
evidenza costituisce uno chiaro esempio
della capacità organizzativa su grande
scala dell’insediamento tardo-arcaico
che almeno dal punto di vista della atte-
stata conservazione non trova paragone
in Italia centrale. Un confronto per la
strada principale si trova in una località
a km 4 da Pyrgi dove nel 1967 durante
scavi di emergenze furono scoperte le
rimanenze di una strada arcaica larga

58 Capitolo III – L’età arcaica


Introduzione
Marijke Gnade

II

I
Verso la fine del VI e l’inizio del V secolo una necropoli attribuita ai Volsci risalente latina sopravvissuta avrebbe sepolto
a.C. la città di Satricum entra in un turbi- al V secolo a.C. (Fig. IV.1). La necropoli i suoi morti nell’ex-area urbana senza III
nio di avvenimenti storici che riguardano consisteva di oltre 200 tombe, 167 delle impedimento ideologico o religioso.
l’intera regione del Latium meridionale quali sono state scavate nel periodo Un’importante conferma di questa teoria
che cambieranno in maniera fondamen- 1980-1987 (Fig. IV.2). Poco tempo dopo, fu fornita dalla scoperta della necropoli
tale la vita nell’insediamento. Nell’ambito nel 1985, fu scoperta un’altra necropoli sull’acropoli e per via della stipe votiva
dell’espansione romana, la storiografia ci di circa 30 tombe, ugualmente risalenti al II, la presunta continuità di attività reli- IV
informa sui numerosi scontri che si svol- V secolo a.C., proprio nel cuore dell’an- giosa sull’acropoli. Da allora, la ricerca
gono fra i Romani e i Volsci dalla fine del tica città, sull’acropoli ai piedi del tempio archeologica a Satricum ha prodotto
VI secolo a.C. in poi. Questi due gruppi centrale. Nello stesso periodo fu trovato molti nuovi ritrovamenti che sono di
si combattono per almeno 150 anni, fino sull’acropoli un altro complesso impor- grande valore nel dibattito scientifico I Acropoli
alla seconda metà del IV secolo a.C. tante con una datazione tra il V e II seco- sull’attribuzione e sull’identificazione II Poggio dei Cavallari
quando i Romani riescono a liberarsi lo a.C., il cosìdetto deposito votivo II del sito post-arcaico. Questo dibattito III Macchia Santa Lucia/zona dell’aggere
definitivamente dei loro tenaci avversari. (vedi avanti e Fig. III.1). di fatto non si concentra più solamente IV Macchia Santa Lucia/zona della Necropoli Sud-Ovest 500 m
In generale, questo periodo è stato con- Con l’attribuzione della Necropoli sulla presenza o assenza dei Volsci a © fotografia aerea Provincia di Latina
siderato come una fase buia nella storia Sud-Ovest di Satricum ai Volsci, si è Satricum, che ormai sembra concluso in IV.1 Fotografia aerea di Le Ferriere con indicazione delle tombe del V secolo a.C.
dell’antico Latium caratterizzata da sviluppata una discussione fondamentale favore di una lora presenza, ma si è spo-
vicende belliche e, di conseguenza, dalla sulla possibilità di tale identificazione stato verso la definizione del carattere
decadenza e dall’abbandono dei grandi etnica e, in un quadro più ampio, sul dell’insediamento in questo periodo.
e ricchi insediamenti arcaici e da una carattere dell’insediamento di Satricum Riguardo alla presenza volsca a ed improvvisa della pianura laziale, si Ecetra e Pometia furono così descritte cominciato a sviluppare una consapevo-
forte riduzione demografica. Anche per nel periodo post-arcaico. Satricum è importante sottolineare che tratterebbe invece di un processo di come ‘città volsche’. lezza della loro propria diversa identità e
la città post-arcaica di Satricum si partiva Laddove i ricercatori della Necropoli già nel VI secolo quando Satricum era un infiltrazione pacifica e graduale di piccoli Pare legittimo supporre che il ruolo a manifestarsi sempre di più come una
da una tale immagine di decadenza: il Sud-Ovest interpretavano il dato insediamento urbano fiorente, gruppi gruppi montanari, in ricerca di nuovo dei Volsci come nemici ufficiali dei distinta entità etnico-culturale che si evi-
tempio di Mater Matuta – nonostante dell’ubicazione delle due necropoli montanari di stirpe non-latina e identifi- territorio. Inoltre, è immaginabile che Romani durante il V e IV secolo a.C., denzia anche nel dossier archeologico,
varie menzioni di Livio – sarebbe stato entro i confini della città arcaica come cati dalla storiografia romana come i questi gruppi gradualmente comincias- attribuito ad essi dagli scrittori romani, cioè, nel caso di Satricum, a forma di
distrutto e la città di Satricum sarebbe una pratica non-latina, da spiegare alla Volsci, probabilmente erano già presenti sero a superare in numero la popolazione di fatto sia stato retrodatato da loro nel necropoli proprie e un utilizzo diverso
stata ridotta solamente ad un luogo di luce della presenza storica dei Volsci, nell’area laziale nonchè nella comunità originaria. periodo precedente, perchè ciò avrebbe dell’insediamento.
pellegrinaggio. Quest’immagine, nel altri ricercatori spiegavano questo fatto satricana stessa, sia come abitanti sia Un tale sviluppo ad essi favorevole contribuito al prestigio romano una volta Fino a poco fa, si conoscevano i Volsci
frattempo, è considerabilmente rivista. come il risultato di un cambiamento come transumanti. È molto probabile fece ottenere posizioni preminenti e conquistate. solo dai fonti letterari. Niente si sapeva
È un dato di fatto che l’insediamento di fondamentale del concetto urbanistico, che, a motivo della lunga tradizione di cariche pubbliche nelle diverse comunità È inoltre molto probabile che questi ancora della loro cultura, mentre la loro
Satricum continuasse ad esistere fino al creato sotto l’influsso degli avvenimenti transumanza nell’area laziale, esistesse- latine. Tali conclusioni spiegano fra l’al- abitanti non-latini siano diventati, sotto esistenza e le leggendarie conquiste nel
periodo tardo repubblicano, pur con storici. Secondo quest’ultima ipotesi la ro già da tempo buoni rapporti fra i Lati- tro l’attribuzione di diverse città latine ai la pressione dell’espansione romana in 488 a.C. da parte di Coriolano furono
cambiamenti fondamentali nell’occupa- città di allora non esisteva più dopo la ni e i popoli dell’entroterra, forse meglio Volsci già nel VI secolo a.C. da parte degli un gioco politico raffinato fra i soci Latini interpretate nel senso di un abbellimento
zione dell’area urbana arcaica. sua leggendaria conquista da parte dei definita come gente della cultura della storici senza alcun riferimento alla loro e Romani, stranieri non desiderati per narrativo della prima storia di Roma e
Nel 1980 fu scoperta nella parte sud- Volsci nel 488 a.C. (Livio II, 39,1-5; D.H. media Valle del Liri. Contrariamente alla conquista militare da parte dei Volsci i 150 anni successivi. Nell’ambito di que- degli eventi attorno al suo sviluppo e alla
ovest dell’antica area urbana di Satricum VIII, 14-36), mentre la piccola comunità vecchia teoria di un’invasione massiccia stessi. Città come Velitrae, Antium, sto contesto va supposto che abbiano sua espansione. L’immagine che emerge

60 Capitolo IV – L’età post-arcaica Introduzione 61


La Necropoli Sud-Ovest
Marijke Gnade

La Necropoli Sud-Ovest si estende su orientamento pressochè E-O (vedi Fig. avevano sui lati lunghi una specie di
un’area di almeno 1750 m2 di cui la mag- IV.2). Altri segni di un impianto abba- ripiano o banchina (Fig. IV.4). Dodici
gior parte è collocata entro i confini della stanza regolare sono l’ordine e la distri- tombe, quasi tutte con banchine sui
città arcaica del VI secolo a.C., su un buzione ben spaziata delle tombe nella lati lunghi, dimostravano una nicchia
pendio che declina verso sud. È costituita zona nord-est e l’allineamento di alcune (loculus) in uno di questi lati, mentre in
da semplici fosse scavate nel terreno serie di tombe. Verso sud, la densità 19 casi erano provvisti di buchi rettango-
sabbioso (Figg. IV.2-3). La disposizione delle tombe aumenta e si può notare la lari negli angoli nel fondo (Fig. IV.5).
delle tombe dimostra una certa organiz- loro intersezione, specialmente nella Nella fossa era riposta una cassa di
zazione. La maggior parte era disposta sezione sud-ovest dove è presente un legno, con fondo piatto o con piedi ret-
seguendo due orientamenti principali: largo spazio di dieci tombe che si inter- tangolari in quelle tombe con buche nel
nord-sud est-ovest centotre delle 200 tombe individuate, secano fra loro. Si tratta probabilmente fondo della fossa (Fig. IV.6). L’inuma-
nord/ovest-sud/est nord/est-sud/ovest cioè il 52%, mostrano un orientamento di gruppi familiari. zione è la sola forma di sepoltura testi-
IV.2 Planimetria della Necropoli Sud-Ovest con indicazione a colori degli orientamenti diversi più o meno N-S e 76, cioè il 38%, un Almeno 70 dalle 167 tombe scavate moniata. La maggior parte dei morti

è uno stereotipo di un popolo descritto Ovest con più di 200 tombe documenta-
da Livio come ‘ferocior ad rebellandum te (Fig. IV.2), le 30 tombe scoperte sul-
quam bellandum gens ‘ (Livio VII, 27,7), l’acropoli e il ritrovamento di altre 15
‘un popolo più selvaggio in rivolta che in tombe nell’area bassa dell’insediamento
guerra’, un popolo poco organizzato il arcaico, nella zona della strada arcaica
quale, nonostante ciò, riesce a portare recentemente messa alla luce (vedi Fig.
i Romani più volte alla sconfitta. Tale IV.1). Il ritrovamento di quest’ultime
immagine, nel frattempo, è cambiata in tombe in posti sparsi su un largo terreno
seguito alla ricerca archeologica e alle implica che esse facevano parte di una
scoperte recenti a Satricum. I Volsci necropoli molto più vasta, purtroppo
oltre ad essere stati ‘trovati’, nello stesso distrutta in tempi recenti oppure ancora
tempo si sono visti cambiare sostanzial- nascosta sotto i vigneti ivi presenti. Già
mente la loro immagine stereotipata nei resoconti degli scavi dell’Ottocento
creata dalle fonti letterarie. si fa cenno di varie tombe cosiddette
ellenistiche in quest’area. D’altra parte,
L’insediamento post-arcaico anche le due altre necropoli non sono
L’insediamento post-arcaico di Satricum ancora state completamente scavate e
molto probabilmente era occupato da probabilmente erano più grandi.
una comunità estesa testimoniata dalle
necropoli rinvenute: la Necropoli Sud- IV.3 Tombe a fossa scavate nella Necropoli Sud-Ovest IV.4 Tomba a fossa con banchine

62 Capitolo IV – L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 63


erano sistemati nella cassa di legno in Ci sono poche indicazioni sulle copertu-
posizione supina, con le braccia lungo il re delle tombe: per scopi agricoli è stata
corpo o incrociate sopra il ventre e con raschiata via la maggior parte della
i piedi l’uno accanto all’altro oppure superficie del terreno portando via la
incrociati (Fig. IV.7). Le ossa risultavano parte superiore delle tombe e le loro
mal conservate: solo in nove casi è stato coperture. Pezzi di pietra naturale
possibile identificare il sesso del defunto. ritrovati sparsi dentro o intorno alle
La maggior parte dei sepolti erano gio- tombe rendono plausibile l’ipotesi di
vani adulti, ma ci sono anche bambini una copertura di pietra.
e infanti oltre che persone anziane.
Le dimensioni delle tombe sono state La comunità satricana nel V secolo a.C.
adattate alle dimensioni della persona
morta e alla sua cassa come dimostrano Un’analisi approfondita delle tombe
quelle per i bambini, di cui la più piccola della Necropoli Sud-Ovest e l’analisi
era lunga m 1,33. La pratica funeraria era dei resti scheletrici hanno nel frattempo
la stessa per gli adulti e per i bambini. portato ad una conoscenza migliore del
Tutti erano sistemati in casse di legno carattere sociale della comunità del V
e avevano una varietà di oggetti funerari secolo nonchè della sua composizione
(Fig. IV.8). È sorprendente che le tre demografica. Il totale delle osservazioni
IV.5 Tomba a fossa con buchi rettangolari IV.6 Tomba a fossa con buchi rettangolari
tombe con la più ricca selezione di cera- offre un quadro di un gruppo di persone
negli angoli nel fondo della fossa nel fondo della fossa con tracce nere dei piedi
mica erano per i bambini. Gli oggetti per- della cassa di legno
– uomini, donne e bambini – che hanno
sonali tipici di bambini sembrano essere vissuto in circostanze abbastanza stabili.
le armi in miniatura di piombo ritrovate Quest’immagine coincide perfettamente
in dieci tombe, spesso asce, come sosti- con l’informazione storiografica secondo
tuzioni simboliche per le armi reali. la quale l’attenzione romana nel V secolo
Una delle asce di piombo reca su un lato 20 m non si concentrava più sull’area satricana,
un’iscrizione in un alfabeto sconosciuto 0 5 ma era diretta verso gli Aequi che minac-
nel Lazio, probabilmente di provenienza 1 >6 ciavano Roma dal nord, e verso il passo
dal Sabello-Falisco (vedi Capitolo VII e 2-4 strategico del monte Algidus. Per alme-
cat.no. 637). Oltre ad oggetti personali ed IV.9 Planimetria della Necropoli Sud-Ovest con indicazione dei numeri dei vasi no un secolo Satricum non è più nomina-
armi, i defunti venivano di soliti sepolti ta in un contesto militare. Nel corso di
con vasi (ritrovati in 129 tombe). Il nume- più di un secolo privo di attività belliche
ro dei vasi varia in maniera considerevole: intense, i Satricani probabilmente hanno
tra 1 e 5 vasi per tomba è la norma; 10% avuto la possibilità di crearsi una vita
delle tombe aveva tra 6 e 9 vasi, mentre pacifica e piuttosto organizzata che ha
tre delle tombe di bambini molto ricche generato una certa prosperità della città.
contenevano ciascuna rispettivamente La documentazione funeraria sembra
10, 18 e 24 vasi (Fig. IV.9). In genere i vasi riflettere questa immagine nel senso che
sono fatti di argilla grezza non dipinta; durante un periodo di quasi un secolo i
la maggioranza è fatta localmente con rituali funerari sostanzialmente non
forme che riprendevano fogge comuni cambiano e i morti vengono sepolti sem-
nel V secolo per vasi usati per cucinare, pre con la stessa cura. Questa stabilità
bere, mangiare o per conservare, ma cambia drammaticamente dal IV secolo
sono stati trovati anche vasi di importa- in poi, quando la città si trova di nuovo
zione. I vasi potevano essere disposti in nel centro dell’attenzione romana.
maniera diversa nella tomba: ai piedi Satricum alla fine verrà conquistata e
(dentro o fuori la cassa), sulla banchina riceverà nel 384 una colonia romana. Da
lungo la parete della fossa, in una piccola questo momento anche le necropoli non
nicchia nella parete della tomba oppure sono più utilizzate. Il gruppo che è asso-
sul coperchio della cassa (Fig. IV.10). ciato con le tombe del V e l’inizio del IV
In 40 tombe sono state trovate fibule di secolo a.C. sparisce definitivamente.
bronzo o di ferro, mentre in soli 16 casi Le suddette circostanze stabili nell’in-
il morto aveva un’arma di ferro. IV.7 Il morto in posizione supina dentro la IV.8 Tomba a fossa con inumazioni sovraposti IV.10 Tomba a fossa con i vasi posti sulla banchina sediamento satricano del V secolo si
cassa di legno sul fondo della fossa di un adulto e di un bambino

64 Capitolo IV – L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 65


potrebbe indicare una società abbastan- spiega nel contesto di gruppi familiari 1 sociali nella vita. Il fenomeno della ricca colare che spicca sia a causa della sua state rinvenute testimonianze ancora
za organizzata dove le risorse alimentari, che in questa maniera mettevano in evi- 2 tomba infantile implica in ogni caso che consistente presenza (33 esemplari), sia più convincenti per provare lo stretto
specialmente quelle proteiche, dovevano denza le relazioni fra loro. La parentela 3 il prestigio o il grado sociale non erono perchè è sconosciuto nell’ambito laziale. rapporto etno-culturale fra Satricum e
abbondare. Questo è anche la ragione familiare sembra essere stata uno dei fat- 4 ottenuti attraverso azioni personali ma Si tratta dell’anfora a doppio bastoncello Frosinone. La città di Frosinone, ubicata
del basso grado di incidenza delle carie tori determinanti nella sistemazione 5 tramite una trasmissione ereditaria. che troviamo anche a Frosinone. Il vaso sul itinerario seguito dai Volsci dall’en-
che, come è noto, sono dovute all’azione della necropoli come si evince anche 6 In questo senso si spiega forse anche la ha il suo precursore arcaico nell’entro- troterra appenninica verso la pianura,
delle sostanze zuccherine contenute nei dalla presenza di duplici o triplici inuma- 7 presenza degli oggetti miniaturistici di terra apenninica, più specificamente è una naturale sede per un insediamento
carboidrati di cui i cereali e i legumi sono zioni dentro la stessa tomba (vedi Figg. 8 piombo nelle tombe infantili. Sono armi nella necropoli di Alfedena. La forma più volsco. Lungo il litorale ci sono diverse
ricchi. Per cui si può ipotizzare un’eco- IV.8, 11). Una relazione familiare proba- 9 miniaturistiche come punte di lancia, piccola di Satricum del V secolo si trova, altre città menzionate nelle fonti lettera-
nomia basata su una combinazione di bilmente è anche alla base di alcune 10 accette singole e doppie e una spada, oltre che a Satricum, per lo più fuori del- rie come capisaldi volsci, come le città di
agricultura e allevamento di bestiame, tombe abbinate. 11 tutte appositamente fabbricate per il l’area laziale costiera in siti lungo l’itine- Terracina e Anzio. Finora però Satricum
con il risultato di avere una dieta ade- L’ipotesi di un graduale sviluppo eco- 12 corredo funerario. Costituiscono un rario nord-sud delle valli del Sacco e del è l’unica città dove la presenza volsca
guatamente bilanciata. nomico della nuova società satricana nel 13 chiaro riferimento al possibile futuro Liri. Questa particolare distribuzione, è stata dimostrata.
In corrispondenza con questa suppo- corso del V secolo pare anche applicabile 14 ruolo di guerriero del morto o più in con Satricum come unica eccezione nella Tutto sommato, l’immagine dei Volsci
sta immagine stabile e organizzata della all’interno degli stessi gruppi familiari. 15 generale allo status militare della fami- pianura laziale, concede all’anfora un che è venuta fuori dello studio delle
popolazione di Satricum, le tombe nella Le loro tombe dimostrano spesso note- 16 glia. Accanto a questa interpretazione a significato speciale che permette l’iden- tombe del V secolo è molto diversa da
necropoli dimostrano una sorprendente voli differenze nelle quantità dei doni 17 mò di gender, è possibile che gli oggetti tificazione del vaso come un oggetto di quella che la storiografia ci ha fatto sape-
uniformità e sono caratterizzate da un funerari che possono variare da zero a 24 18 avessero un significato simbolico ancora collegamento cosciente con il paese re. L’immagine tradizionale di un popolo
modesto arredo funerario per tutti gli oggetti in un solo insieme. Si nota che la 19 più ampio, cioè legato all’autorità e al ancestrale, cioè, per cosi dire, come un rozzo in nessun modo è confermata dalla
oltre cento anni, durante i quali la necro- tomba più ‘povera’ in questi gruppi, tal- 20 potere. È da ricordare in questo contesto indizio emblematico dell’identità etno- documentazione archeologica. Questa ci
poli è rimasta in uso. Le poche differenze volta senza corredo o con un vaso solo, è 21 l’accetta miniaturistica di piombo men- culturale dei morti. indirizza piuttosto in un’altra direzione.
notate fra le singole tombe, come la dif- anche la più vecchia del complesso, pro- 22 zionata che reca un’iscrizione in lingua Nuove conferme d’altronde ci si aspetta
ferenza nelle quantità di doni funerarii, babilmente identificabile come la tomba 23 osco-umbra e che fu trovata nel 1983 Il caso di Frosinone dalle ricerche a Frosinone. Le tombe
sembrano determinate cronologicamen- del primo defunto nella linea familiare, il 24 nello strato superiore del riempimento Nel quadro dell’attribuzione etnica è scavate di recente sembrano essere
te e legate ai possibili positivi sviluppi supposto antenato. Man mano lo spazio 25 della tomba più grande della necropoli, importante fermarsi brevemente sul col- antecedenti rispetto a queste satricane,
economici nel corso del V secolo a.C. vuoto attorno alla sua tomba andava 26 probabilmente in una deposizione di un legamento osservabile fra Satricum e il il che, in effetti, è una conferma della
Queste circostanze favorevoli avreb- occupandosi da nuove tombe più ricche, 27 infante in una tomba di adulto. Il testo sito di Frosinone, ubicato nell’area lazia- teoria che il popolo a Satricum fosse
bero generato un certo livello di benes- sia appartenenti alla stessa familia e 28 è stato decifrato da Giovanni Colonna le interna. Il sito fornisce finora l’unico venuto da altrove, essendosi stabilito in
sere. Ciò si sarebbe evidenziato in una intersecanti la prima tomba, sia da nuove 29 come una formula onomastica – nel dati- valido confronto per la Necropoli Sud- un certo momento, all’inizio del V seco-
più grande quantità di vasi, sia nell’offer- tombe appartenenti ai gruppi familiari 30 vo – di dedica oppure, ancora più plausi- Ovest di Satricum. Scavi archeologici lo, a Satricum.
ta di un vaso d’importazione, oppure vicini. Spesso la tomba più recente era 31 bilmente, di possesso. Si legge, il nome degli anni sessanta eseguiti nel centro
IV.11 Tomba a fossa con duplice inumazione nell’offerta di un altro oggetto costoso. anche quella più ricca. Si ricorda qui la 32 personale di un certo Lukos Comius o della città moderna di Frosinone hanno
sovrapposta di bambini Questo supposto sviluppo economico tomba di un bambino (tomba 62) che 33 Cominius, col rango della magistratura portato alla luce diverse tombe del V
positivo nel corso del tempo sembra con 24 vasi è, la tomba più ricca della 34 di aedilis (vedi infra, Capitolo VII; secolo con arredi che dimostrano forti
riflettersi nella pianta topografica della necropoli. Faceva parte di un gruppo 35 cat.no. 637). È ovvio che la lettura del somiglianze con quelli di Satricum, pre-
evincono fra l’altro dall’indagine osteo- necropoli in cui le tombe più antiche, familiare di 5 personi ed era l’ultima 36 testo ha delle implicazioni importanti. sentando la stessa varietà di forme
logica che si è orientata prevalentemen- senza offerta o con un solo vaso, per lo tomba scavata. 37 L’iscrizione non solo è un’indicazione vascolari. Benchè la ceramica come cate-
te sull’analisi del materiale dentario pro- più giacciono nella zona più elevata della Sembra chiaro che i bambini hanno 38 che la comunità satricana del V secolo goria a sè valga poco come evidenza per
veniente dalla Necropoli Sud-Ovest, necropoli, cioè nella parte nordest. occupato una posizione importante nella 39 conoscesse la scrittura, ma nello stesso le identificazioni etniche – essendo
perchè il resto del materiale scheletrico Lì si trovano serie di tombe nettamente necropoli. Fra i 189 morti riconosciuti 40 tempo evidenzia la presenza di funzio- materiale di semplice dispersione e
è mal conservato. I risultati ottenuti indi- distinte l’una dall’altra e allineate in file nelle 167 tombe, circa 35 sono stati iden- 41 nari ufficiali legati ad una organizzazione interscambio –, la cosciente scelta di
cano una percentuale notevolmente rette e parallele. Col passare del tempo tificati come inumazioni infantili. Non 42 urbana. Tutto ciò fa supporre una comu- certi tipi di vasi nel contesto specifico
bassa di ipoplasia dentale dello smalto la necropoli si estende lungo il pendío solo furono trattati nello stesso modo 43 nità ben organizzata e ben più complessa funerario così come l’ubicazione di
(44.6%) in un periodo in cui le popola- della collina in direzione sud e sud-ovest. degli adulti, ma le loro tombe erano 44 di quanto a prima vista si sarebbe imma- Frosinone lungo il supposto itinerario
zioni coeve, limitrofe e non, presentano Si osserva un condensarsi nella diffusio- spesso anche più cospicue, non solo per 45 ginato dalle modeste tombe. L’iscrizione dei Volsci verso la pianura, sono aspetti
percentuali che variano dall’80 al 100%. ne delle tombe – probabilmente legata la quantità dei vasi, ma anche per la pre- 46 nel dialetto indigeno indicato è, senza significativi da tener presenti nel discorso
Questo risultato denota carenza sia ali- ad una crescita demografica – insieme senza di offerte di valore simbolico fatte 47 dubbio, di grande valore per l’identifica- sull’attribuzione etnica delle tombe.
mentari che di patologiche ben control- all’apparizione di gruppi di tre fino a specialmente per un uso funerario, come 48 zione etnica della necropoli. Il collegamento tra i due siti ha trovato
lato durante i primi sei anni di vita. Il cal- cinque tombe intersecantesi. Fra questi per esempio le armi miniaturistiche 49 Il vasellame complessivo rinvenuto un’ulteriore conferma grazie alla ripresa
colo indicativo dell’età in cui veniva lo gruppi si trovano spesso le tombe più eseguite in piombo. Il notevole corredo 50 nelle tombe di Satricum consiste per lo della ricerca archeologica alla fine degli
svezzamento risulta essere di circa due ricche nel senso della quantità di offerte, delle loro tombe sembra spiegarsi in ter- 51 più di vasi noti dal repertorio laziale fra anni novanta eseguita in un’area in viale
anni e mezzo, piuttosto bassa se parago- spesso tombe di bambini. mini di competizione fra i gruppi familia- 52 cui scodelle e ollette come le forme più Roma e recentemente, nel centro della
nato ad altre popolazioni coeve. Ciò Il fenomeno delle tombe intersecate si ri, riflettendo le possibili distinzioni 53 frequenti. Va menzionato un vaso parti- città, nella piazza De Mattheis. Sono

66 Capitolo IV – L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 67


1 to è stato scavato e documentato fino al contengono reperti del periodo dopo oggetti furono messi in gruppetti nella

L’acropoli: il deposito votivo II 2


3
4
fondo dal deposito in strati di m 0,10-0,15.
In questa maniera il contesto spaziale di
ogni oggetto è stato documentato preci-
375. Mentre il strato 10 contiene meno
assemblaggi rispetto agli strati più bassi
e in parte deve essere interpretato come
depressione ha convinto i ricercatori del
deposito che si trattava di una cosidetta
stipe votiva aperta o primaria.
5 samente. Grazie a questo metodo di un scarico, lo strato 12 ha per intero Una stipe votiva primaria o aperta si
6 scavo è stato possibile di ricostruire in l’aspetto di uno scarico vero e proprio. distingue da una stipa secondaria nel
Peter Attema/Tymon de Haas
7 tanti punti la stratigrafia verticale ed Lo studio della stratificazione orizzon- senso che l´ultima menzionata contiene
8 orizzontale del deposito, nonchè per il tale ha rivelato come i primi reperti materiali votivi che provengono da un
9 lungo e per il trasversale. furono messi intenzionalmente in situ altro contesto, come un tempio o altare e
10 Lo studio della stratificazione verticale in assemblaggi di vari oggetti vicino al che sono sepolti ritualmente in un posto
11 ha permesso distinguere 12 strati netta- bordo sudest della depressione e poi più vicino al contesto originario, per esem-
12 mente separati. Sopra lo strato inferiore all’interno, ma sempre sul fondo della pio dopo una pulizia del santuario stesso
13 no. 2 – identificato come uno strato di depressione. In genere un assemblaggio o dopo una catastrofe.
14 livellamento della depressione naturale – di reperti aveva un diametro di circa Una stipe secondaria ha talvolta il
15 sono stati identificati cinque strati con m 0,60 e fu separato da assemblaggi carattere di un scarico: il contenuto è
16 reperti, alternati da cinque strati di circostanti da una zona senza oggetti molto frammentario e eterogeneo (vasi
17 copertura di consistenza diversa caratte- (Figg. IV.14-15). Dopo il 375 a.C. gli interi, se presenti, si trovano di solito
Il sito di Satricum, oltre le tombe del V l’angolo nord-ovest del tempio e contie- nice nera forniscono un appoggio crono- 18 rizzato da molti frammenti di tegole e assemblaggi contenevano di solito molti dispersi su una ampia superficie. Però,
secolo, ha rivelato anche altre rimanenze ne una grande quantità di ceramica che logico. Il periodo intermedio è dunque 19 altri frammenti edilizi. In corrispondenza vasi, alcuni pezzi di terracotta e oggetti anche una stipe secondaria può avere
che indicano una occupazione intensiva consiste principalmente di forme per uso quasi un secolo buio. 20 con le deposizioni primarie stabilite in non di ceramica (spesso di metallo). una stratigrafia chiara quando i materiali
dell’area urbana arcaica. Si tratta di un quotidiano come olle, scodelle, piatti e Il deposito, che è tra i più grandi 21 una stratigrafia verticale, ogni strato è Questi assemblaggi più grandi avevano raccolti durante un certo periodo sono
complesso enorme di m circa 50,00 x ciotole databili dall’inizio del V fino all’ conosciuti nel Lazio, fu inizialmente 22 stato provvisto da nette datazioni iniziali una forma allungata con un diametro depositati in varie occasioni successive.
12,00 situato sull’acropoli pieno di inizio del II secolo a.C. e per quanto indagato tramite trincee con lo scopo di 23 e finali in una sequenza cronologica massimo di m 1,50. Come gli assemblaggi La presenza di una stratigrafia non è
reperti. Il deposito che si conosce come riguarda i reperti del V e IV secolo simile stimare l’orientamento e le dimensioni. 24 chiusa. Si tratta di una datazione relativa anteriori, anche questi erano chiaramen- dunque un fenomeno esclusivo per una
il ‘deposito votivo II’, è in termini crono- a quelli trovati nelle tombe del V secolo. Poi il deposito fu scavato sistematica- 25 collegata, tra l’altro, alle varie fasi del te visibili come entità in sè, separati tra stipa primaria.
logici il deposito intermedio fra quello La quantità di contesti ben databili nel mente in quadrati di m 1,50 x 1,50 legati 26 tempio ma talvolta reso difficile a causa loro da aree con terra senza concentra- In sè, il fenomeno di una stipe prima-
arcaico dentro il complesso templare e Lazio del V secolo è molto limitato per- ad un asse principale che tagliava il 27 della bassa diagnosticità della ceramica zioni di materiali. La frequente presenza ria nei secoli V e IV nel santuario di
quello cosiddetto ellenistico di fronte ad chè tra il 500 e il 400 c’è una mancanza deposito per il lungo e a quattro assi per- 28 comune dei secoli V e IV. Gli strati 3, 5 e di vasellame intero negli assemblaggi, Satricum non è strano, sia cronologica-
esso (vedi Fig. III.1). Il deposito si trova di materiali cronologicamente ben defi- pendicolari ad esso, così formando una 29 8 datano approssimativamente tra l’ini- anche di impasti molto friabili come mente sia geograficamente. Situazioni
in una lunga depressione naturale sul- niti. È solo dal 400 che alcuni tipi di ver- scacchiera (Figg. IV.12-13). Ogni quadra- 30 zio del V secolo e il 375. Gli strati 10 e 12 l’argilla depurata fine e la cura con cui gli analoghe nel Lazio dimostrano che
31 depositi primari esistevano già nell’età
32 del Ferro. Anche sull’acropoli di
33 Satricum sotto il complesso templare
34 sono state trovate piccole buche che,
35 qualche volta, contenevano doni votivi
36 o assemblaggi di essi.
37 In tutto nel deposito II, sono stati
38 scavati 66 assemblaggi; 13 di essi com-
39 pletamente, gli altri tra il 66% e il 75 %.
40 Ogni assemblaggio conteneva parecchio
41 vasellame intero: gli assemblaggi pub-
42 blicati hanno una media di 15 vasi interi,
43 di cui sopratutto le forme grande erano
44 spezzate sotto la pressione dei strati
45 superiori. La più grande parte dei mate-
46 riali consisteva di vasi di cucina come
47 olle, scodelle e teglie, ma erano presenti
48 anche vasi più piccoli per bere e per
49 versare, come boccaletti e brocche.
50 Questi reperti erano deposti in assem-
51 blaggi assieme con pezzi di terracotte
52 dagli ornamenti del tetto del tempio. Di
IV.12 Planimetria degli scavi del deposito votivo II (Università di Groningen) 53 IV.13 Vista generale degli scavi del deposito votivo II tutte le fasi del tempio, ionica, campana

68 Capitolo IV – L’età post-arcaica L’Acropoli: il Deposito Votivo II 69


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L’area urbana
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Marijke Gnade
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IV.14 Esempio di un assemblaggio di ceramica nel deposito votivo II IV.15 Esempio di un assemblaggio di ceramica nel deposito votivo II
15
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e tardo-arcaica, sono stati ritrovati fram- la presenza/assenza di tracce di fuoco ventimila, e non solo del secondo tem- 18 Lo studio dei cambiamenti al livello prova assoluta di un’assenza di conti- (vedi Fig. IV.1). Durante gli scavi del
menti sia piccoli che grandi e anche sulle ossa ha dimostrato che i resti di ogni pio. Questi frammenti non fanno parte 19 urbanistico che si sono susseguiti nell’in- nuità di vita urbana a Satricum, si spiega 1996-1997 furono già individuate sette
reperti interi. Parte degli assemblaggi specie entro un unico assemblaggio delle suddette deposizioni di vasi. L’alto 20 sediamento satricano all’inizio del V col fatto che quasi sempre solo le tombe nell’area del Poggio dei Cavallari
contenevano votivi anatomici (come appartenevano a un solo animale. Tra numero dei frammenti di tegole sono 21 secolo, viene arrichito dagli scavi nell’a- fondamenta delle case arcaiche si siano I. Risultavano scavate nella terra vergine
uteri, genitali maschili, mani), un peso i vari materiali (ossa, vasi, terracotte, forse da spiegare con un processo post- 22 rea bassa della città. Probabilmente non conservate, verosimilmente a causa dei e dimostravano, con qualche variazione,
di telaio, figurine in lamina di bronzo reperti non ceramici) la categoria del deposizionale, cioè che i materiali degli 23 molto tempo dopo la ristrutturazione livellamenti moderni. È chiaro che in tal un orientamento NNW-SSE. Cinque
(sheet figurines), pezzetti di bronzo e di vasellame, soprattutto di uso quotidiano, strati di copertura si sono infiltrati negli 24 monumentale della strada arcaica (vedi caso anche eventuali evidenze di attività tombe giacevano in un’area di m2 100
ferro, fibule di bronzo e di ferro, anelli, come olle e scodelle, è senz’altro la più spazi aperti tra gli assemblaggi. 25 sopra), questa fu, forse insieme alle costruttive del periodo post-arcaico subito a fianco della strada. Sia riguardo
braccialetti, perle, armi e chiodi e scarsi grande. Secondo questa diversa interpretazio- 26 strutture arcaiche adiacenti, fortemente sarebbero state distrutte. al tipo che al corredo le tombe assomi-
oggetti di piombo o di argento. Questi Possiamo concludere che il deposito ne invece il materiale rinvenuto nel 27 danneggiata oppure messa fuori uso. In Qualche conferma di questa ipotesi gliano a quelle della Necropoli Sud-
oggetti formano, però, una categoria è importante sia da un punto di vista reli- deposito è ben associabile ad una conti- 28 seguito, la strada fu nuovamente rialzata fu trovata durante gli scavi del 2000 Ovest. In un caso si poteva ancora stabi-
molto minore rispetto alle categoria dei gioso, perchè dimostra come l’area nuità di abitazione sull’acropoli nel 29 per circa m 0,50 con sabbia e materiale e del 2002 quando si esplorava l’area lire il sesso, femminile, della morta
vasi. 26 assemblaggi avevano ceramica, sacrale di Satricum fu frequentata negli periodo post-arcaico che non va esclusa 30 di scarico inquadrabile nel periodo arcaico nord-orientale dell’acropoli. Lo strato nonché la sua età di 15-18 anni. Un altro
terracotte e materiale non ceramico; secoli V e IV da pellegrini, sia per il qua- a priori. È stato suggerito inoltre che 31 (vedi Fig. III.38). Gli strati di rialzamento superiore sopra le strutture arcaiche, seppellimento conteneva un bimbo di
12 assemblaggi ceramica e terrecotte, dro cronologico per la ceramica comune questa pulizia integrale abbia avuto 32 sono chiare testimonianze di contesti di conteneva molti frammenti di ceramica 0-1 anni. Già allora si supponeva che non
11 assemblaggi ceramica e materiale non del periodo post-arcaico analogamente luogo dopo la metà del III secolo a.C., 33 abitazione. Si tratta di scarichi enormi, databili nell’età post-arcaica e compara- si trattasse di un fenomeno isolato ma che
ceramico; 17 assemblaggi solo ceramica. a quanto fornitoci dalle necropoli. sulla base della datazione di due monete 34 consistenti di macerie di edifici fra cui bili a quelli trovati nello scarico sulla le tombe facessero parte di una necropo-
La più parte delle terrecotte votive prove- L’interpretazione del deposito come romane presenti negli strati superiori del 35 centinaia di tegole, pezzi di tufo e cera- strada arcaica. li molto più estesa, grazie alle tracce di
niente dallo strato 10 sono però non ascri- una stipe votiva aperta si basa dunque su deposito. Questo scenario, però non 36 mica comune fra cui moltissime ollette, Altre evidenze di un uso posteriore almeno due altre tombe trovate ad una
vibili ad assemblaggi specifici. I votivi uno scavo meticoloso e un’analisi precisa spiega la stratigrafia osservata e la pre- 37 scodelle in argilla depurata, nonchè delle strutture sull’acropoli furono sco- maggiore distanza dalla strada di circa 50
anatomici erano manufatti locali; duran- dei dati e del materiale di scavo. Grazie senza di assemblaggi di reperti in condi- 38 bacini con prese sul fondo e bacini di perti nell’area meridionale dell’acropoli. a 100 metri. Questa idea nel frattempo
te una ricognizione nella parte sud-ovest alla pubblicazione dettagliata del com- zioni che si trovano di solito solamente 39 impasto chiaro. Questo materiale proba- Qui, subito sotto il livello dell’erba, sono ha trovato conferma nelle indagini ese-
di Satricum lungo la strada che porta a plesso che offre la possibilità di seguire in contesti chiusi come le tombe. 40 bilmente proveniva da abitazioni ubicate stati scoperti i resti mal conservati di un guite nel terreno adiacente (Poggio del
Nettuno sono emersi resti di uno o forse il processo di ricostruzione seguito dai Comunque sia, è un dato di fatto che 41 nella vicinanza della strada della cui complesso costruito di blocchi di tufo. Cavallari II), dove dal 2004 è proseguita
due forni di ceramica. Da questa zona ricercatori è possibile dare una diversa il deposito costituisce un’opportunità 42 esistenza abbiamo da poco tempo prova Come struttura probabilmente risalente la ricerca archeologica della strada arcai-
provengono votivi anatomici, tra cui una interpretazione che si oppone all’idea eccezionale per studiare una grande 43 (vedi sopra) e le cui macerie sono state al periodo arcaico oppure tardo-arcaico, ca. Nel campo di scavo più occidentale
matrice di un piede votivo trovato duran- di una stipe votiva aperta come luogo varietà di forme e di fabbriche vascolari 44 portate via dopo la loro distruzione. questo complesso dimostra un uso furono trovati i resti di una concentra-
te gli scavi all’inizio del secolo scorso. di pellegrinaggio e che interpreta il com- databili in un lungo periodo continuo e 45 La presenza dei reperti del V secolo in posteriore in due periodi consecutivi – zione di almeno cinque tombe probabil-
In associazione con le olle sono state plesso come uno scarico di materiale che nello stesso tempo offre la possibilità 46 questo strato di rialzamento, suggerisce uno nel V/IV secolo e uno nel III/II mente identificabili come appartenenti
trovate ossa animali. I resti di animali, in eseguito nel quadro di una pulizia gene- di confronto di questi vasi con quelli ana- 47 una continuità di abitazione anche nel secolo a.C. – in una sequenza che corri- ad un solo nucleo familiare (Fig. IV.16).
combinazione con carbone, indicano la rale degli ambienti distrutti dell’acropoli. loghi provenienti dal contesto funerario. 48 periodo post-arcaico, probabilmente con sponde, come verrà illustrato più avanti, Come tali le tombe e i corredi si inse-
pratica di sacrifici. Di regola gli assem- Questa interpretazione alternativa si 49 utilizzo e ristrutturazione delle strutture a quella documentata nella zona della riscono nel quadro più ampio del V seco-
blaggi contenevano resti di ossa di maia- basa fra l’altro sul fatto che tutti gli strati 50 arcaiche. Purtroppo non sono rinvenute strada nella città bassa. lo, ma la loro ubicazione presenta una
le, pecora e/o bovino. In alcuni casi le tre votivi contengano un’enorme quantità 51 finora evidenze di tali abitazioni in situ, È lungo il lato nord di questa strada novità nel senso che le tombe non sono
specie sono stati trovate in combinazione. di macerie costruttive fra cui moltissimi 52 né nell’area urbana e né sull’acropoli. che la ricerca recente ha evidenziata la scavate nella terra vergine ma in uno
Lo studio di aspetti come il sesso, l’età e frammenti di tegole, in totale circa 53 Questa mancanza, spesso avanzata come presenza di altre tombe del V secolo strato di tufo, ciottoli e piccoli frammenti

70 Capitolo IV – L’età post-arcaica L’area urbana 71


Capitolo V
di dolii e tegole, interpretabili probabil-
mente come le rimanenze del calpestio
della fase monumentale della strada.
Questa osservazione senz’altro ha una
grande implicazione per l’immagine

L’età
dell’insediamento del V secolo. Appa-
rentemente la strada arcaica come tale è
veramente andata fuori funzione e dopo
un intervallo di circa un secolo che è
l’arco cronologico delle tombe, è stata

medio-repubblicana
sostituita da una nuova strada ad un
livello più alto. Con la datazione delle
tombe stabilita, abbiamo ora in mano
uno strumento per una datazione più
precisa della strada superiore post-
arcaica.
IV.16 Nucleo tombale nell’area bassa della città sul Poggio dei Cavallari II

72 Capitolo IV – L’età post-arcaica


1

Satricum nell’età medio-republicana 2


3
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L’acropoli:
5

Marijke Gnade 6
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8
l’edificio di età medio-repubblicano
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Muriel Louwaard
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17
Introduzione attività di vasai che producevano ceramica officine ceramiche attribuite alla fase 18 La continuità di occupazione ben databi- golare. Simili pavimenti sono conosciuti re inserita nel quadro generale della
per il santuario di Mater Matuta. In anteriore post-arcaica. 19 le nell’età post-arcaica e medio-repub- da Ficana e da Lavinium. ceramica locale, conosciuta per lo più dal
Nei primi decenni del IV secolo a.C. la superficie furono trovate frammenti di Come nel Poggio dei Cavallari II, 20 blicana è stata rivelata sul punto più alto Di notevole interesse è la scoperta di contesto del deposito votivo III. La stessa
vita a Satricum cambia in maniera note- fornace nonchè diverse concentrazioni i ritrovamenti della zona dell’aggere i 21 dell’acropoli di Satricum. Qui, nella zona un dolio intero trovato nella stessa zona, osservazione vale per la ceramica depu-
vole. L’insediamento si trova dopo quasi di ceramica risalenti al periodo post- llustrano chiaramente come i terreni 22 sud-est, subito sotto il livello dell’erba, lungo il bordo occidentale del presunto rata del tipo a vernice nera ampiamente
100 anni di nuovo al centro dell’attenzio- arcaico e medio-repubblicano. Nel 1898, dell’area bassa della città nascondono 23 sono stati scoperti i resti mal conservati cortile (Fig. V.3). Il dolio, completamente presente nella stessa stipe. In un quadro
ne romana come è ampiamente illustrato si ricordano vari ritrovamenti, proprio in sempre delle informazioni preziosissime 24 di un complesso costruito di blocchi di interrato, risultava riempito da molti e da più ampio la ceramica trova confronto
nelle fonti letterarie. La città più volte è questa zona, di matrici per figurine voti- per la ricostruzione della storia più 25 tufo. Come struttura risalente al periodo grandi frammenti di tegola del tipo docu- nella ceramica trovata nei contesti di età
conquistata e riconquistata e in più rice- ve in terracotta, frammenti di votivi di recente dell’insediamento che ormai si 26 arcaico oppure tardo-arcaico, questo mentato nei crolli menzionati. Sul fondo medio-repubblicana nell’Italia centrale
ve una colonia romana nel 384 (Livio VI, vari tipi sempre in terracotta e un gran pensava non più esistente. La ricerca 27 complesso dimostra un uso posteriore a del dolio, sotto il riempimento delle tego- come nell’area di abitazione della colonia
16, 6-7). La situazione rimane poco sta- numero di scarti di fornace e di bacini degli ultimi anni sull’acropoli nel frat- 28 due periodi – uno nel V/IV secolo e uno le, erano grandi pezzi di legno carboniz- romana di Cosa. Inoltre si trovano reperti
bile, fino al 341, quando si svolge l’ultimo per mescolare l’argilla. La stessa area fu tempo ha confermata questa occupazio- 29 nel III/II secolo a.C. – in una sequenza zato, all’analisi risultati essere di quercia. che indicano scambi in un contesto geo-
grande scontro fra i Romani e i Volsci indagata un’altra volta nel 1998, con lo ne recente in un’altra maniera (vedi 30 che corrisponde a quella documentata Il confronto più vicino per la struttura grafico più grande, come confermano le
nella vicinanza di Satricum dopo di che scavo di dieci lunghe trincee allo scopo avanti). Accanto ai reperti del periodo 31 nella zona della strada nella città bassa. riguardante l’ubicazione, la superficie e due monete bronzee provenienti dalla
i Volsci scompaiono dallo schermo. di individuare il presunto andamento medio-repubblicano rinvenuti nei 32 Su una superficie di m2 220 gli scavi l’architettura si trova a Lavinium. Qui Campania.
Durante questi avvenimenti Satricum dell’aggere arcaico. Non era rimasta depositi votivi II e III, in sè, già chiare 33 del 2000 hanno portato alla luce numerosi furono trovati sulla cima della collina
sarebbe stata distrutta due volte: nel 377 nessuna traccia non solo dell’aggere, testimonianze di una continuità di culto 34 crolli di tegole lungo i muri (Fig. V.1). fuori l’area urbana antica, le rimanenze La fase anteriore
da parte dei Latini e nel 346 dai Romani. salvo un largo fossato molto profondo di e forse anche di abitazione, abbiamo ora 35 Fra e sotto le tegole si trovavano di un complesso identificato dagli ricer- Fra i muri, ad un livello poco più profon-
È in questo periodo che le necropoli probabile carattere naturale, ma neanche ulteriore evidenze di una vera presenza 36 parecchi frammenti di ceramica ellenisti- catori italiani come una villa. Come nella do, specialmente nella parte occidentale
attribuite alla popolazione volsca e ubi- delle presunte attività di vasai. Invece fu abitattiva stabile. 37 ca databile al III e II secolo a.C. Molti struttura sull’acropoli di Satricum, c’era dell’area, è stato scoperto uno strato
cate in diverse zone nell’area urbana non scoperto in una delle trincee, sotto la 38 cocci apartengono a piatti e a scodelle, un dolio sotterrato che secondo i ricerca- databile al V e IV secolo a.C. In questo
sono più utilizzate, anzi sembrano can- superficie disturbata, uno strato antico 39 fra cui esemplari attribuibili alla ceramica tori funzionava per la raccolta dell’acqua strato erano presenti diverse concentra-
cellate in alcuni posti a causa di nuove databile al III e II secolo a.C. ad una 40 di tipo ‘Campana A’. Un pezzo degno di piovana, a mò di cisterna. zioni di tegole, ad un livello alquanto più
attività costruttive. profondità di circa m 1,20-1,60. Copriva 41 nota di quest’ultima classe è il fondo di La data dell’uso dell’edificio satricano profondo degli altri crolli di tegole, con
il fossato dell’aggere che ovviamente 42 una grande scodella a vernice nera deco- può essere definito con maggiore preci- pezzi integri o quasi integri (Figg. V.4-
La zona dell’aggere non funzionava più in questo periodo 43 rata all’interno con quattro bolli di pal- sione. Insieme alla ceramica ellenistica 5). Si trovavano specialmente lungo i
come difesa ed era sigillato da uno strato 44 metta e databile alla fine del III o addirit- documentata fra i crolli di tegole, sono muri arcaici, ma con una sistemazione
Qualche conferma di un’occupazione sabbioso e uno strato carbonizzato 45 tura nel II secolo a.C. (cat.no. 550). state trovate due monete campane della diversa dai soliti crolli di tegole, cioè
dell’area urbana nel periodo medio- risalente ad attività di carbonai del 46 Nella parte occidentale dell’area, da seconda metà del terzo secolo a.C. come se fossero stati sistemati apposta e
repubblicano è stata trovata nella zona Novecento. Lo strato antico, rivelava 47 identificare come una parte interna del- (dopo il 268 a.C.) provenienti da Cales. ordinatamente. Sotto le tegole sono stati
marginale della città, nell’area del fra l’altro, frammenti di anfore e un gran 48 l’edificio, tipo cortile, sono venute alla Questa datazione trova conferma negli rinvenuti molti frammenti di ceramica in
presunto recinto arcaico (vedi Fig. I.2). numero di ceramica a vernice nera fra 49 luce parti di un pavimento composto di altri ritrovamenti, come frammenti di parte combacianti tra loro e in parte
Nel 1987 furono eseguiti ricognizioni cui frammenti appartenenti alla classe 50 piccoli pezzi di tegola sia di colore rosato anfora tipo greco-romano collocabile nel combacianti con i frammenti rinvenuti
nell’area dopo lo scasso di questi terreni delle ‘petites estampilles’ indicazione 51 sia di colore bianco sistemati sui loro lati III o II secolo a.C. e tre lucerne della stes- nello strato circostante (Fig. V.5).
rivelando evidenze di un’occupazione chiara di una continuità di attività in que- 52 nella terra (Fig. V.2). Il pavimento si sa epoca (cat.nn. 546-547, 553-554). Questo dato suggerisce che i vasi sono
post-arcaica che fu interpretata come sta zona, forse sempre collegabile ad 53 avvicina al tipo dell’opus spicatum irre- Salvo una parte, la ceramica può esse- stati volutamente frantumati sul posto.

74 Capitolo V – L’età medio-repubblicana L’acropoli: l’edificio di età medio-repubblicano 75


Fra essi ci sono più di dieci pezzi comba- 1 rialzamento dell’antica strada nonchè nel fase precedente furono disperse e forniscono chiare indicazioni che questa
cianti di un grande skyphos a vernice 2 deposito II. coperte in maniera sistematica con tego- idea deve essere rivista.
nera a fondo rosso prodotto nel terzo- 3 L’identificazione inequivocabile delle le tali da servire come sottolivello di un Per quanto attiene allo studio della
quarto del V secolo a.C. (cat.no. 540). 4 varie concentrazioni di tegole e dei pavimento. Questo, probabilmente, era ceramica, i nuovi ritrovamenti sull’acro-
Visto che molti frammenti del vaso 5 frammenti di ceramica non è semplice. costituito da frammenti di tufo come si poli forniscono la possibilità di fare un
hanno antichi fori di restauro, si tratta 6 Stando al reperto speciale dello skyphos può dedurre dalla presenza di alcuni di confronto contestuale basato sui ritrova-
ovviamente di un oggetto considerato 7 si tende ad un’identificazione dei resti essi sopra le tegole. La presenza di nuovi menti contemporanei, della stessa
prezioso già nell’antichità. Nel 2002 8 come provenienti da una o più tombe. tratti consistenti di blocchi e frammenti categoria, nei coevi depositi votivi.
sono state trovati i frammenti mancanti 9 Queste potrebbero essere state collocate di vari tipi di tufo indicano un restauro Una prima analisi della ceramica di tipo
proprio sotto un’altra concentrazione di 10 fra i muri del complesso arcaico e a un risalente a questo periodo, così come a vernice nera trovata nei complessi
tegole a distanza di 4 metri circa verso 11 certo momento distrutte e disperse. anche le rimanenze dell’opus spicatum. descritti dimostra che esistono forme
est, contro il muro orientale del complesso. 12 D’altra parte, si tratta anche di un vero e L’importanza del ritrovamento del che differiscono da quelle contempora-
Oltre ai frammenti dello skyphos si 13 proprio strato archeologico di uno spesso- complesso repubblicano è chiara. In nee provenienti dai depositi votivi, il che
recuperarono nelle stesse concentrazioni 14 re di circa m 0,30 nel quale sono recupe- primo luogo fornisce evidenze di solide suggerirebbe un uso differente di questa
molti altri pezzi databili al V secolo a.C., 15 rati numerosi frammenti di ceramica del attività post-arcaiche e medio-repubbli- classa di ceramica in contesti specifici.
fra i quali molti cocci di un’anfora 16 V e IV secolo, il che mette in dubbio l’in- cane in diretto rapporto con una struttu-
etrusca, un piede di un kylix attico (480- 17 terpretazione che si tratti di una tomba, ra abitativa arcaica, ipotesi suggerita
450), la metà di una scodella a vernice 18 ma piuttosto dei resti di abitazione. prima ma finora non ancora dimostrata.
nera, una piccola coppetta a piede, un 19 In attesa di ulteriori studi del materiale Fino a poco tempo fa indicazioni di tale
peso da telaio, frammenti di un’olla con 20 scavato, la conclusione preliminare in attività erano esclusivamente collegate al
decorazione a corda digitata nonchè 21 questo momento sul complesso arcaico santuario o a presenze sporadiche. Sulla
frammenti di un’olla bugnata (cat.nn. 22 di Satricum dovrebbe essere che per base dell’assenza dei reperti di questo
541-545). Quest’ultima è un tipo di vaso 23 circa un secolo – dalla metà del V alla periodo si assumeva che l’occupazione
conosciuto esclusivamente dalla necro- 24 metà del IV secolo –, l’area sia stato in dell’insediamento dalla seconda metà
poli volsca, cioè da quella Sud-Ovest a 25 ogni caso riutilizzata, anche se non sap- del IV secolo si limitava alla zona margi-
Satricum. Inoltre sono venuti alla luce 26 piamo precisamente come. Nel periodo nale della città, nei pressi dell’allora
alcuni frammenti sovradipinti databili al 27 successivo, con un intervallo, forse di recinto e che l’insediamento si limitava
60 m IV secolo a.C. Tutti i vasi del V secolo 28 quasi un secolo, visto la datazione del ad attività collegate solamente al culto
tufo lionato tegole sistemate dolio trovano confronti precisi nella Necropoli 29 materiale, il complesso è stato riutilizza- sull’acropoli. Le rimanenze sull’acropoli
V.1 Planimetria dell’edifico repubblicano Sud-Ovest e molti anche negli strati di 30 to ancora una volta. Le rimanenze della risalenti al III/II secolo, ora scoperte,
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V.2 Il calpestio in opus quasi spicatum V.3 Dolio interrato 53 V.4 Concentrazione di tegole sistemate lungo il muro di tufo V.5 Concentrazione di ceramica rinvenuta
sotto le tegole

76 Capitolo V – L’età medio-repubblicana L’acropoli: l’edificio di età medio-repubblicano 77


che sarebbe stato difficile, e avrebbe possibile ricostruire esattamente l’atti- strati inclinati frutto dello sterro del ter-

Il deposito votivo III: una cisterna anche richiesto molto tempo, rispondere
alle domande precedenti. Fu quindi
deciso di far scavare con una ruspa una
vità degli scavi del 1896. Tutta la superfi-
cie, inclusi i bordi della fossa, erano stati
ripuliti e che in tre posti erano state
riccio scaricato dalle carriole. La seconda
fossa conteneva un ripieno simile, terric-
cio scuro con frammenti di terracotta e
stretta canaletta larga m 0,80 che attra- scavate delle buche profonde. La prima oggetti votivi. La terza fossa era piena di

prima, un deposito votivo dopo versava tutta la fossa. Fu subito evidente


che il riempimento mostrava differenzia-
zioni e che c’erano dei muretti di pietra
buca, la più profonda, aveva portato gli
scavatori italiani direttamente al fondo
della fossa centrale dove si erano imbat-
terriccio marrone con soli frammenti di
terracotta arcaici. La composizione del
contenuto di queste fosse dimostra
e che quindi sarebbe stato molto interes- tuti in una concentrazione più grande di chiaramente che erano state riempite
sante studiare nuovamente tutto il oggetti votivi. Nel fare ciò avevano con lo stesso terriccio che era stato
Barbara Heldring
complesso. Molte informazioni sulla anche toccato il muretto a nord della asportato, senza però gli oggetti interes-
complessa stratigrafia vennero ricavate fossa, fatto che poi portò all’annotazione santi mandati alla Villa Giulia a Roma.
dividendo gli scavi di tutta la fossa in pic- nelle Notizie degli Scavi riguardo al fatto Questa maniera di lavorare ci è nota in
cole parcelle e misurando accuratamente che la fossa era circondata da due muret- quanto era stata descritta in precedenza
tutti i reperti. Il tutto fu accuratamente ti. La seconda fossa fu scavata a sud del in occasione degli scavi di altre strutture
disegnato (Fig. V.6). muretto meridionale. Questo muretto dell’acropoli effettuati sempre nel 1896.
Gli scavi vennero eseguiti durante fu rinvenuto, ma su di esso non si sono
Introduzione Nel diario di quel periodo possiamo leg- gnatore il quale ha disegnato un muretto quattro campagne estive dagli archeolo- dettagliate descrizioni, forse perchè era I risultati dell’indagine sul periodo più
gere come il terreno intorno al tempio di cinta invece di due muretti paralleli gi dell’Istituto Olandese con l’ aiuto di situato al di fuori del deposito votivo antico del complesso: la cisterna
La grande fossa circolare davanti al tem- sia stato ripulito e studiato nei giorni tra che circondavano la fossa più profonda. studenti di archeologia olandesi e di un vero e proprio. Lo scavo poco profondo Durante la creazione del deposito votivo,
pio era nota sin dagli scavi del 1896 come il 10 e il 14 aprile 1896. Vengono citati Del muretto disegnato sul lato occidenta- gruppo di operai italiani. Un gruppo di della terza fossa rivelò soltanto fram- che verrà descritta più avanti, fu elimina-
il posto dove era stato trovato un deposi- solo reperti di carattere votivo. Il 14 apri- le della fossa grande, non si è però trova- giovani studenti delle scuole italiane e menti di terracotta arcaici, provenienti to il ripieno della parte centrale della
to votivo del periodo ellenistico (vedi le venne scoperta una grande fossa che ta traccia alcuna negli scavi successivi. olandesi hanno inoltre contribuito lavo- dallo strato di ricopertura. vecchia cisterna. Al di fuori di questa
Fig. III.1): la ricca raccolta dei suoi reperti venne subito designata come deposito rando con entusiasmo agli scavi per ben Dopo gli scavi le tre fosse furono parte centrale ripulita, fu possibile ritro-
era stata mandata al Museo di Villa Giu- votivo. Il 14 e il 15 si scavò in questa fossa Ragioni per riaprire le ricerche due anni. Questa riuscita collaborazione riempite di nuovo con il materiale prove- vare parti non ancora disturbate che
lia a Roma (vedi Fig. III.1). Inoltre il dise- ma senza farne una descrizione. Il 16 La decisione di riaprire gli scavi della tra giovani dei due paesi è stata finanziata niente dalle fosse stesse. La prima fossa hanno fornito i dati sui quali è basata
gno della fossa è stato inserito nelle l’autore del diario riporta che si stava cisterna/deposito votivo era basata su dalla Comunità Europea. fu riempita con terriccio scuro, caratteri- le seguente relazione.
piantine dei vecchi scavi. Durante quat- scavando in una grande fossa circolare diverse ragioni. Prima di tutto per con- stico del ripieno del deposito votivo, Se si eliminano mentalmente i tre
tro campagne, tra il 1986 e il 1990, la con un parte centrale ancora più profon- trollare tutti dati dei vecchi scavi come La ricostruzione delle attività del 1896 pieno di frammenti di terracotta e ogget- muretti paralleli che fanno parte della
fossa è stata nuovamente scavata dall’e- da e che nel frattempo si era arrivati fino già si stava facendo da qualche anno e In seguito alla riapertura degli scavi fu ti votivi. In questo ripieno si distinguono costruzione del deposito votivo, rimane
quipe dell’Istituto Olandese. Da questi al ripieno della fossa più profonda ma dal quale più volte era stato possibile
scavi è risultato che la fossa esisteva già che non era ancora possibile prenderne trarre ulteriori significative informazioni.
da qualche secolo prima che vi fossero le misure esatte. Poco dopo viene indi- In secondo luogo per ottenere risposte
riposti gli oggetti votivi. La funzione ori- cata una misura dalla quale si deduce che alle molte domande che gli scavi del XIX
ginaria era probabilmente quella di si lavorava al di fuori della fossa centrale. secolo lasciavano ancora aperte: come
cisterna, un deposito per la raccolta del- Infine vengono date le seguenti misure: era stato costruito il deposito, se la fossa
l’acqua piovana. fossa grande di diametro di m 11,10, era stata scavata appositamente per tale
profondità m 1,1. Fossa centrale con dia- deposito e, se non era così, quale era
Cosa si sapeva dai vecchi scavi metro di m 3,50 e profondità di m 2,85 stata la sua utilizzazione precedente; se
La cisterna/deposito votivo davanti al dalla superficie esterna. Questi dati c’erano tracce di stratigrafia; se c’erano
tempio di Mater Matuta è stata scoperta dimostrano che la misurazione non era dei muri (come era stato riportato nelle
nel 1896 quando gli archeologi italiani molto accurata (la profondità rispetto Notizie degli Scavi). Anche se la fossa
hanno analizzato sistematicamente il ter- alla superficie è infatti di soli 2 metri e il fosse stata svuotata fino al fondo e tutti
reno intorno al tempio alla ricerca di un diametro della fossa centrale è di m 3,00). i reperti fossero stati portati al deposito
deposito votivo. Il deposito votivo arcai- La prima pubblicazione degli scavi del Museo di Villa Giulia, sarebbe stato
co nelle fondamenta del primo tempio nelle Notizie degli Scavi del 1896 riporta comunque interessante conoscerne la
aveva ‘regalato’ ricchi reperti databili tra una descrizione un pò più dettagliata e struttura. E poi sarebbe stato forse possi-
la fine dell’VIII e la metà del VI secolo; viene anche fatto riferimento al dato che bile precisare la datazione del tutto.
sarebbe stato bello ed utile trovare un la fossa era quasi circolare e con lati ver-
deposito riferibile al periodo dei due ticali, circondata da due muretti e, al di La riapertura degli scavi
grandi templi. Questo deposito avrebbe sopra, da un muro ricurvo. Nel 1986 ebbe inizio la riapertura degli
potuto, infatti, rivelare materiale del V Questa descrizione è stata, con eviden- scavi del deposito. In seguito a una limi-
secolo, compresi anche vasi attici. za, erroneamente interpretata dal dise- tata ricerca preliminare divenne chiaro V.6 Il deposito votivo III durante gli scavi V.7 Scavi della parte centrale profonda del
deposito votivo III

78 Capitolo V – L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo 79
solo la struttura di base della cisterna. 1 muretto fu pieno, si cominciò ad usare lo che, in base alla nostra analisi stratigrafi- 1996 se ne erano trovati alcuni frammen-
Questa ha la forma di una grande buca 2 spazio a sud del muretto. Poi si continuò ca, fu presa in uso per prima. Evidente- ti nello strato disturbato riversato nella
con un diametro alla superfice, di m 3 con la parte a nord fino a riempire com- mente gli oggetti più belli e meglio con- fossa dai primi scavatori, fu rinvenuta nel
12,00 scavata nello strato sterile di sabbia 4 pletamente la fossa anche al di fuori servati furono deposti in prevalenza in 1999 la base del vaso in uno strato anco-
che ricopre la massa di tufo della collina. 5 della zona ripulita. Successivamente fu questa zona. Questi oggetti sono adesso ra indisturbato. Bello e profiguo esem-
La buca doveva essere stata recintata 6 anche riempita la zona a sud del muret- esposti a Villa Giulia. Le altre zone con- pio della abitudine dei vecchi archeologi
con un bordo di pietre, ritrovate sparse 7 to. Per ultimo fu versato un strato su tengono più che altro piccoli oggetti e di rimettere il terreno (e i reperti che a
in situ, e forse anche da una recinzione di 8 tutta la fossa fino a livellarla con la parte frammenti (Figg. V.9-10). L’analisi di loro non interessavano) nuovamente sul
pali e rami intrecciati, a giudicare dalle 9 più alta del muretto a sud. Sopra tutto questi reperti ci potrà forse dire di più su luogo da dove essi provenivano.
varie piccole discolorazioni che sono 10 questo fu deposto uno strato di terreno come furono depositate le offerte votive Il vaso è molto interessante anche
state rilevate. 11 marrone contenente quasi esclusiva- e gli altri oggetti. perchè non solo porta dipinto il nome di
La profondità è di m 1,10 a partire dal 12 mente frammenti di terracotta arcaica. L’analisi dell’ultimo strato di ricoper- Mater Matuta ma anche perchè questa
bordo superiore. Sul fondo, un pò spo- 13 È possibile che questo strato provenisse tura ci potrà fornire forse altri dati: se iscrizione è in lingua greca (cat.no. 638)!
stato rispetto al centro, c’è un’altra buca 14 dal terreno che era stato scavato per questo strato è composto da materiale
con un diametro di circa m 3,00 e una 15 ripulire la cisterna prima della costruzio- che è stato prelevato dall’interno della Conclusioni
profondità di m 0,90 a partire dal fondo 16 ne del deposito votivo. cisterna quando fu preparato il deposito La vecchia cisterna, costruita nella prima
della buca principale (Fig. V.7). Resti V.8 Vista generale del deposito votivo III dopo gli scavi 17 I tre scavi fatti nel 1896 hanno grave- votivo, significa che il riempimento del metà del VII secolo e rimasta in uso fino
di vecchi reperti indicano che questa 18 mente disturbato la stratigrafia della deposito votivo è avvenuto in un breve a circa il 480 a.C., è stata convertita in
seconda buca fa parte della prima fase, 19 stipe. Nonostante ciò sono rimasti dei periodo e non è avvenuto in fasi succes- deposito votivo nel III secolo. La cisterna
quella della cisterna, che precedeva il 20 nuclei indisturbati che ci hanno permes- sive, distanti l’una dall’altra. è servita per oltre 100 anni come punto
deposito votivo, quindi non scavata a il che pone come terminus post quem sce nel periodo di costruzione del primo 21 so di interpretare la successione dei Per quanto riguarda la datazione di raccolta per l’acqua piovana dove la
questo fine. per la datazione della costruzione della tempio (intorno al 540 a.C.) e il secondo 22 depositi, descritta qui sopra. occorre dire che gli oggetti votivi copro- gente poteva venire ad attingerla. Intorno
La buca più grande ha sul lato nord cisterna la prima metà del VII secolo. periodo di uso finisce quando il secondo 23 Si prende atto che coloro che avevano no il periodo della fine del V secolo, il all’anno 200 la buca, che evidentemente
una pendenza, quasi un basso scalino per Inoltre è stato possibile identificare tempio fu costruito (500 – 480 a.C.). Se 24 bisogno di uno spazio per depositare le IV e tutto il III secolo. La ragione per non era più usata come cisterna, fu utiliz-
formare poi un piano orizzontale che su due periodi durante i quali la cisterna fu è vero che la cisterna non fu più usata è 25 offerte votive e altro materiale di risulta preparare questo deposito votivo non zata come deposito per oggetti votivi che
tre lati dà accesso alla buca più profonda usata: il primo periodo va dall’inizio fino probabile che furono trovate altre solu- 26 abbiano pensato di utilizzare la vecchia è chiara. Forse esiste un relazione con il vi furono deposti, in gruppi, in un tempo
(Fig. V.8). alla metà del VI secolo; dopo ci furono zioni per l’approvvigionamento di acqua: 27 cisterna, svuotarono e pulirono accura- colpo di fulmine che, come fu riportato relativamente breve. Dopo di che il tutto
Il lato a sud della fossa grande ha inve- delle riparazioni e un ampliamento, pozzi o raccolta di acqua piovana tramite 28 tamente la buca centrale per poi suddivi- da Livio, ha colpito il tempio nel 207 fu ricoperto da uno strato di terriccio.
ce una pendenza ripida in direzione della seguiti poi da un secondo periodo d’ uso grondaie sui tetti delle case come dimo- 29 derla con dei muretti. Questo suddivisone a.C., distruggendolo. La localizzazione del deposito forse
buca centrale. Sul piano orizzontale del che va dalla metà del VI secolo fino al strato da ritrovamenti sull’acropoli. 30 dimostra che avevano intenzione di sarà rimasta visibile anche in seguito,
lato nord furono trovati diversi strati di 490/480 a.C. 31 depositare gli oggetti secondo una scan- Un reperto di grande importanza ma non possiamo sapere come. Questo
terra battuta con pietre e frammenti di Ulteriori ricerche riveleranno certa- I risultati dell’indagine sul periodo più 32 sione temporale o per tipo. Il famoso vaso con il nome di Mater è confermato dalla fila di sassi posti sul
terracotta, in parte ancora indisturbati. mente molto di più, forse anche dati recente del complesso: il deposito votivo 33 Lo scavo più profondo del 1896, quello Matuta è stato trovato proprio in questo lato est attorno della fossa, in un secon-
Invece, sul lato sud furono trovate varie sulla questione della copertura. Sembra Dopo un periodo sul quale non abbiamo 34 anche più proficuo, fu fatto proprio a deposito il che illustra molto bene quan- do tempo.
discolorazioni rotonde del terriccio steri- infatti probabile che sopra la terrazza ci informazioni la cisterna, ormai fuori uso 35 nord del muretto centrale, nella parte to si è scritto qui sopra. Dopo che già nel
le che potrebbero indicare dei fori per fosse una tettoia con la parte centrale fu utilizzata a partire dalla fine del terzo 36
pali. Forse in questo punto sorgeva una scoperta visto che lo scopo era di racco- secolo come deposito votivo. Gli scavi 37
terrazza o un’altra costruzione di legno gliere acqua piovana. Durante gli scavi hanno rivelato che le persone che hanno 38
di cui adesso non è possibile farne alcuna si è appurato che un acquazzone è suffi- adibito la cisterna a deposito votivo 39
ricostruzione. ciente per riempire la buca. hanno prima svotato e ripulito accurata- 40
L’asportazione dei reperti scavati nel Da recenti ricerche si è anche appura- mente l’interno della buca, compresa la 41
1896 nella cisterna ormai utilizzata solo to che il muretto di cinta, fatto di pietre parte più profonda fino al fondo di terra 42
come deposito votivo hanno fatto sì che di misure diverse e riportato nei vecchi sterile prima di riporvi le migliaia di 43
il numero dei reperti arcaici del periodo disegni, è di una data più recente e non oggetti misti alla terra scura. In secondo 44
della costruzione originaria rinvenuto fa parte della costruzione originaria della luogo divenne palese che lo spazio accu- 45
nel riscavo fosse limitato. Nonostante cisterna, ma appartiene alle costruzioni ratamente pulito fu prima dell’uso suddi- 46
ciò possiamo dare alcune informazioni più recenti dell’acropoli. viso in tre scompartimenti, divisi da 3 47
sulla datazione. È curioso come le fasi successive muretti fatti di blocchi di tufo. Il primo 48
Sul lato nord della cisterna è stato dell’uso della cisterna corrispondano muro fu posto al centro della buca cen- 49
possibile reperire frammenti di ceramica alla datazione dei tempi comunemente trale così da suddividerla in una zona a 50
sotto e tra le pietre della recinzione. accettata. La costruzione iniziale coinci- nord en una a sud del muro. Si cominciò 51
Questi frammenti sono databili alla fine de con quella del sacello (metà del VII a riempire la parte a nord fino all’altezza 52
dell’VIII secolo o all’inizio del VII secolo, secolo a.C.), il primo periodo di uso fini- del muretto. Quando lo spazio a nord del 53 V.9 Reperti votivi in situ V.10 Reperti votivi in situ

80 Capitolo V – L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo 81
Le terrecotte votive rinvenute nel 1
2
3
dell’offerta di teste votive. Nei santuari
sono state ritrovate sia teste maschili che
femminili, a volte caratterizzate da tratti
era però del tutto nuovo. Terrecotte
anatomiche erano in uso già da lungo
tempo, prima in Grecia, poi anche in
glia. Considerata l’enorme quantità di
oggetti votivi, nella società italiana del IV
secolo a.C. veniva attribuita una grande
4 personali, cosa che ha fatto supporre che Italia. Dal periodo arcaico si conoscono importanza a questo tipo di divinità.

deposito votivo III 5


6
7
rappresentino dei devoti. Il velo indossa-
to spesso dal devoto indica la sua religio-
sità. Non è molto chiaro il perchè del-
per esempio anche parti del corpo di
bronzo. È possibile che l’aspetto tauma-
turgico assuma una più grande impor-
In generale in questi oggetti non
erano rappresentati i sintomi della malat-
tia. Questo non sorprende, visto che si
8 l’offerta di una testa votiva. Potrebbe tanza nelle religioni italiche in questo tratta di una produzione di massa e non
9 essere che le teste votive costituivano periodo e che per questo motivo ad era possibile realizzare doni votivi per-
Loes van der Kruijf
10 l’offerta propiziatoria per la salute in alcune divinità vengano attribuite capa- sonali per ogni devoto. Solo alcuni grup-
11 generale oppure come offerte da colle- cità di guarigione al fianco di altre carat- pi di doni recano la rappresentazione dei
12 gare a disturbi di salute della testa. teristiche già riconosciute. D’altro canto sintomi, per esempio gli uteri che a volte
13 Attraverso il dono della testa veniva è anche possibile che gli dei già prima sono gonfi per indicare la gravidanza.
14 consegnata alla divinità l’immagine del avessero la capacità di guarigione (visto
15 devoto, cosicchè questa sapesse a chi il loro potere sulla vita degli uomini) Bambine in fasce
16 destinare la sua azione taumaturgica. e che si dava espressione di tale capacità Bambini in fasce sono statuette di terra-
17 La testa può anche essere stata un’imma- in un altra maniera dopo lo sviluppo cotta di neonati, interamente coperte da
Il materiale rinvenuto nel deposito votivo doni votivi molto usati dal IV al II secolo Statuette di coppie con bambini e di 18 gine generale del devoto. della produzione a grande scala dei panni. Probabilmente queste statuette si
III è composto principalmente da offerte a.C. sia nel Lazio che in altre zone gruppi sono interpretate come famiglie 19 La maggior parte delle teste e delle votivi anatomici. donavono al fine di ottenere la tutela
votive in terracotta, per esempio statuet- dell’Italia. Erano a buon mercato e veni- e provengono esclusivamente dall’Italia 20 parti anatomiche votive erano offerte in Le offerte votive di parti anatomiche della divinità. Neonati sono ancora pre-
te, parti anatomiche, teste votive, ani- vano prodotte su larga scala. Probabil- (al contrario delle rappresentazioni di 21 santuari dedicati a divinità femminili sia recano in alcuni rari casi delle iscrizioni. senti in statuette fittili con donne che li
mali, frutta e modellini di templi. Un mente utilizzavano come modello statue coppie, conosciute anche in Grecia). 22 da uomini che da donne. La maggioranza Le poche iscrizioni conosciute si riferi- sorreggono in braccio.
secondo gruppo di offerte consiste di più grandi in pietra che erano esposte Nel deposito III sono state trovate 23 delle teste è di tipo femminile. Questo si scono alla guarigione, ma non è chiaro se
ceramica costituita da alcuni pezzi più nei santuari. Le statuette vengono con- anche alcune statuette identificabili con 24 riscontra anche a Satricum. Le teste voti- si tratti di ex voto o di oggetti donati per Statuette di animali
antichi di ceramica d’impasto dell’età nesse con il culto della fertilità, interpre- divinità. Si tratta di statuette fittili di 25 ve non erano prodotti esclusivi, conside- sollecitare l’azione taumaturgica della Oltre a quelle rappresentanti figure
del Ferro, ceramica grezza, scodelle ad tazione che sembra avvalorata dagli altri Artemide, Atena, Venere, Mercurio ed 26 rata la produzione su larga scala e a buon divinità. Le offerte di parti anatomiche umane, venivano offerte anche statuette
ingubbiatura rossa, alcuni frammenti di tipi di doni votivi con cui le statuette Eros e forse di una statuetta bronzea di 27 mercato. Erano più che altro doni adatti non costituiscono in tutti i luoghi di rappresentanti animali. Nel deposito
ceramica attica, ceramica etrusco-cam- sono state ritrovate, per esempio i neo- Ercole. Nonostante il ritrovamento di 28 alle classi meno abbienti, costituite da ritrovamento gruppi omogenei: questo votivo III sono state trovate più di cento
pana a figure rosse risalenti al III e II nati in fasce, rappresentazioni votive di statuette di queste divinità non è provato 29 persone che appartenevano agli strati può indicare che esistessero delle spe- di queste statuette. Le più frequenti
secolo, ed inoltre una grande quantità di uteri od organi sessuali e gruppi di figure che le stesse fossero, anche, venerate qui. 30 più bassi della società. Probabilmente le cializzazioni fra gli dei per quanto sono quelle di bovini. Seguite dai galli e
ceramica a vernice nera ed alcuni vasi a con bambini. La loro presenza può essere giustificata 31 teste si potevano procurare nei negozi in riguarda la guarigione, o che certe dalle colombe. Inoltre sono state trovate
forma plastica. Il deposito non contene- L’interpretazione delle statuette con l’uso secondo cui i devoti offrivano 32 vicinanza dei santuari. malattie o anomalie non ricorrevano raffigurazioni di cavalli e di maiali, non-
va soltanto offerte votive ma anche una rappresentanti una figura femminile (su quello che ritenevano bello, anche se 33 con la stessa frequenza. Offerte di piedi, chè di un cane, di un leone ed e di un
grande quantità di frammenti provenien- un trono) con bambino è controversa. veniva offerta una divinità diversa da 34 Votivi anatomici mani e teste sono le più frequenti, più centauro. Già nell’età del Ferro e nel
ti dalla decorazione templare. Chi è la madre, una donna o una divinità? quella che era venerata nel santuario. Non 35 Un piccolo ma particolare gruppo di rare le offerte di organi (sessuali). Questo periodo arcaico statuette di animali
È probabile che le figure femminili in sono state trovate statuette interpretate 36 offerte all’interno del deposito votivo III rapporto si ritrova anche nel deposito III. erano ricorrenti. Al tempo della
Le statuette di terracotta trono rappresentassero una divinità. sicuramente come ‘Mater Matuta’. 37 è formato da oggetti raffiguranti parti I modelli di parti anatomiche indicano Repubblica divennero frequenti. Con
Le statuette di terracotta costituiscono un Questa iconografia ricorre in statue a 38 anatomiche del corpo umano che veni- doni offerti da adulti, sia uomini che l’offerta di queste statuette si chiedeva
importante gruppo nel deposito votivo. grandezza naturale anche in Etruria, Le teste votive 39 vano offerte agli dei con riconosciute donne, e adolescenti bambini. salute e prolificità per gli animali dome-
Sono state ritrovate centinaia di statuet- Campania (Capua) e Sicilia, ed in questi Le teste votive formano un altro gruppo 40 capacità taumaturgiche. Nel deposito di Come nel caso delle teste votive, stici e per il bestiame, in generale si
te, sia di fattura locale che importate dal casi è accettata l’interpretazione di divi- nell’ambito del deposito votivo ellenisti- 41 Satricum sono stati trovati piedi, mani, le divinità che ricevevano le offerte di richiedeva sicurezza economica. Anche
sud dell’Italia e dalla Grecia. Si può nità. D’altro canto si potrebbe anche co. Queste offerte erano spesso associa- 42 braccia, gambe, uteri, falli e seni. Anche oggetti raffiguranti parti anatomiche queste statuette sono da mettere in rela-
distinguere una grande quantità di proporre che le donne che tengono o te ad offerte votive rappresentanti parti 43 i lattanti in fasce vengono considerati erano più spesso femminili che maschili. zione con la fertilità. Un’altra interpreta-
varianti: figure femminili in piedi o allattano un bambino siano delle devote, anatomiche del corpo. Sono state trova- 44 facenti parte di questo gruppo. Si assu- Sia le donne che gli uomini dedicavano zione è che le statuette di animali fosse-
sedute, con o senza bambini, figure come le statuette di più persone e bam- te teste di uomini e donne, tutte velate 45 me che tali oggetti riferiscono a certe offerte a divinità femminili. Raramente ro dei sostituti durevoli di animali reali.
maschili e femminili con o senza bambini, bini che vengono interpretate come rap- ad eccezione di una. L’usanza di offrire 46 malatie e che venivano offerti ai dei per venivano offerti doni votivi a divinità Questa interpretazione non può essere
figure giovanili, neonati in fasce e divi- presentazioni di gruppi familiari. L’inter- agli dei come dono teste fittili si riscontra 47 assicurarsi la guarigione. importanti e conosciute. Più spesso le accettata per tutti gli animali rappresen-
nità. Le figure più ricorrenti sono quelle pretazione quindi rimane controversa. in Italia dal V al I secolo a.C. Nel V secolo 48 Le offerte di modelli fittili di teste offerte venivano portate a divinità locali tati, visto che non tutti i tipi rappresenta-
femminili. Le terrecotte non si trovano Le statuette di gruppi costituiti da un a.C. alcuni esemplari compaiono nei 49 umane e di parti ed organi del corpo che in origine non erano associati con la ti in terracotta erano offerti nella realtà.
solo a Satricum ma in molti depositi voti- uomo e una donna vengono interpretati depositi votivi e sono interpretati in 50 ricorrono spesso nei santuari dell’Etruria salute o la guarigione. Evidentemente Oltre le statuette di animali, sono state
vi risalenti al periodo ellenistico. come la rappresentazione di una coppia questo periodo a volte come la rappre- 51 meridionale, del Lazio e della Campania queste riscuotevano una maggiore fidu- trovate anche statuette di persone con
Le statuette di donne di terracotta che ed erano molto popolari nei santuari del sentazione degli dei venerati. Dal IV 52 dalla fine del IV secolo al II secolo a.C. cia da parte dell’uomo comune. Esse si un animale, come per esempio a Satri-
tengono o allattano un bambino erano Lazio. secolo si assiste ad un enorme aumento 53 La presenza di questo tipo di offerta non preoccupavano della salute della fami- cum una donna con un cigno.

82 Capitolo V – L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo 83
Capitolo VI
Offerte di cibo Grandi statue
Alla divinità oltre offerte di cibo reale si Un’altra categoria all’interno del deposi-
regalavano, quindi, anche dei modelli di to votivo III è costituita dai resti di statue
terracotta di cibi. Nel deposito votivo III a grandezza naturale. Tali statue sono
sono stati recuperati oggetti a forma di rinvenute in diversi santuari in Italia e di

L’età romana
mela e di melagrana in quantità relativa- regola si tratta di tipologie prodotte in
mente numerosa. Inoltre vi sono delle diversi formati. Le figure grandi fanno
statuette non modellate raffinatamente parte, in alcuni casi, della decorazione
(si presume siano delle rese di frutti), architettonica dei templi.
usati sempre come votivi. Regalando
un frutto di terracotta, si chiedeva una Altri oggetti
messe ricca sempre ma in questo caso Per finire vanno menzionati altri oggetti
è possibile un’ altra interpretazione. come pesi da telaio, rocchetti e fuseruo-
Le melagrane, grazie alla presenza dei le, doni associati con i culti di fertilità
semi, erano considerate simboli della a motivo del loro collegamento con il
fertilità e della vita eterna. Come nel mondo femminile. Le donne, infatti,
caso degli animali fittili, i frutti di terra- erano le persone che, nella società antica,
cotta sono stati trovati in combinazione si occupavano della produzione e lavora-
con figure umane, come nel caso del zione dei tessuti.
bambino che regge una mela.

84 Capitolo V – L’età medio-repubblicana


La villa romana 1
2
3
(fauces) si trovava nella facciata meridio-
nale (vano 1) e probabilmente era prece-
duta da un porticus (vano 19). L’entrata
il bagno (vedi sotto) sarebbe stato riscal-
dato da questo focolare.
Ad ovest della pars urbana si trovava
calpestio (vano 24). I muri di questo
ambiente sono coperti con uno strato
spesso di malta. Vi si accedeva dal vano
4 dava sull’atrium (vano 2) attorno al quale un bagno a se stante, parzialmente con- 23, probabilmente per mezzo di una
5 erano situati i principali ambienti della servato. La presenza di un hypocaustum scala. Considerato che questo vano sot-
Reno Raaymakers
6 casa. Dell’atrio stesso sono stati recupe- è una prova indiscutibile per l’interpreta- terraneo era accessibile da un lato lungo,
7 rati parti del pavimento a mosaico, con zione del complesso come un bagno è probabile che fosse una cantina, desti-
8 tasselli di marmo inseriti (Fig. VI.3). (Fig. VI.4): sono state trovate alcune nata alla conservazione al fresco di pro-
9 La posizione dell’impluvium non è pilae composte di tegole su un pavimen- dotti agricoli.
10 stata accertata. Alcuni vani attorno to sottostante. La suspensura posava Ad est della pars urbana si trova il cor-
11 all’atrium devono aver avuto delle ricche sulle pilae e fra di esse circolava l’aria tile menzionato, raggiungibile attraverso
12 decorazioni, come si evince dal gran calda per riscaldare il tepidarium e il il vano 17. L’ingresso principale era tut-
13 numero di frammenti di mosaici, marmi caldarium. Quest’aria veniva scaricata tavia il vano 31 della pars rustica che
14 ed affreschi. Di tali decorazioni è stato attraverso tubi verticali applicati ai muri aveva una larghezza di quasi m 2,50.
15 ritrovato qualche elemento in situ, per degli ambienti. I resti architettonici sono Sotto il cortile era una cisterna coperta
16 esempio il plinto marmoreo nel vano 3. troppo scarsi per determinare la sequenza da una volta a croce, resa impermeabile
17 Nell’angolo sud-ovest della pars urbana del frigidarium, tepidarium e caldarium. con uno spesso strato di malta. Nel muro
Nell’estate del 1983 furono scoperte le non esisteva più. Anche il tempio considerare come delle dimore lussuose 18 si trova il vano 12, che contiene una vasca Come la pars urbana, il complesso ter- est sbocca un tubo attraverso il quale la
tracce di una villa romana sul terreno che sull’acropoli probabilmente non era di campagna, come la Villa di Adriano 19 parzialmente incassata nel suolo, non male era riccamente decorato con cisterna veniva riempita d’acqua piova-
è noto come il Poggio dei Cavallari (vedi più in uso in questo periodo. Le ultime a Tivoli. Una villa nel nostro contesto è 20 coperta con malta. La sua funzione fino- mosaici, marmi ed affreschi, ma di questi na. Probabilmente vi era un sistema di
Figg. I.2 e VI.1). Nell’anno successivo offerte votive sono datate attorno al una villa rustica, una fattoria. Tali fattorie 21 ra è poco chiara. Il vano 12 è connesso non sono stati scoperti elementi in situ. scarico per convogliare l’acqua nella
questi resti furono esplorati durante una 100 a.C. Già nella tarda Repubblica la hanno funzionato indipendentemente o 22 con i vani 23 e 24. È possibile che i tre Sempre sul lato ovest della pars urba- cisterna, ma non se ne è trovata alcuna
breve campagna di scavo. La ricerca regione era sfruttata per l’agricoltura e all’interno di un sistema di collaborazio- 23 ambienti costituissero la cucina della na ma anche sul lato sud, si estendevano traccia. La cisterna conteneva circa
mirava soprattutto alla mappatura della sull’area stessa della città e nei dintorni ne più ampio. Si suppone che le loro 24 villa. In tal caso, un focolare sarebbe degli ambienti di forma irregolare, uno 100.000 litri e una parte dell’acqua era
pianta del complesso (Fig. VI.2). si costruirono delle ville. A parte la villa dimensioni e lo status degli abitanti siano 25 stato presente nel vano 22, mentre anche dei quali era parzialmente sotto livello di sicuramente destinata al consumo quoti-
Purtroppo mancava il tempo per una scavata nel 1984, sono state individuate stati diversi. Solo riguardo alla villa 26
ricerca stratigrafica, ma ciononostante delle tracce di altre ville, scoperte esplorata nel 1984, oggetto della tratta- 27
è stato possibile ottenere un’immagine casualmente o durante dei survey, negli zione di questo capitolo, è possibile farci 28 28
generale della villa e della sua occupa- immediati dintorni . Della villa scavata e un’idea più completa e accurata. 29
zione. Speriamo che ulteriori ricerche di una delle due scoperte vengono La villa si trova sul limite nord-est 30 26
29
possano precisare questi dati. mostrati alcuni reperti. dell’area urbana e sorgeva in cima ad un 31 21A 20 9 8 7 6 5 27
La villa è stata costruita all’inizio del I Le ville sono ubicate ad una certa pendio ripido, da cui si godeva un bellis- 32
30
secolo d.C., quando la città di Satricum distanza l’una dall’altra e non sono da simo panorama dei Colli Albani. Occu- 33 10
pava un posto di rilievo nel paesaggio e 34 4
21
deve essere stata ben visibile per chi si 35 CR
avvicinasse dal lato nord. Avendo un’a- 36 25
2
rea di circa m2 1000 e oltre 30 ambienti, 37
11 3
è chiaro che non si trattasse di una sem- 38 31
plice fattoria, ma di una villa signorile. 39 22

La villa consisteva di due settori ai due 40 17


OII 32
lati di un cortile aperto (vedi Fig. VI.2). 41
Sul lato ovest si estendeva la pars urba- 42
24 23 12 13 1 14 15 16
na, cioè la parte della villa abitata 43 18 33
dal proprietario o dal suo fattore. Ad est 44
invece era la pars rustica, costituita dagli 45
19 19'
ambienti per i lavori agricoli nonchè dai 46
soggiorni degli schiavi. La pars urbana è 47
mal conservata, soltanto qualche muretto 48
è visibile sopra il livello del suolo, ma se 49
ne può ricostruire la pianta in linea di 50 muri conservati opus reticulatum, modo orizzontale tufelli
massima. Si tratta di una domus secondo 51 ricostruzione malta tegole spezzate
il tipo delle città romane e occupa un 52 opus reticulatum opus testaceum tufo
VI.1 Vista generale degli scavi della villa romana quadrato di m 18,00 per 18,00. L’entrata 53 VI.2 Planimetria della villa romana 10 m

86 Capitolo VI – L’età romana La villa romana 87


1 associa un sesterzio bronzeo di Faustina dalle macerie. È presente sporadicamen- pavimenti del genere sono noti dalla
2 Minore del 161-175 (cat.no. 564). La pre- te la categoria della vernice nera, rap- metà del I secolo a.C. fino alla fine del
3 sunta cisterna a sud-ovest della villa ha presentata solo da alcuni cocci e appar- I secolo d.C. Il nostro pavimento ha delle
4 una copertura interna delle pareti di mat- tenente a varianti tarde, da datare nel forti corrispondenze con quello del peri-
5 toni che indica una aggiunta posteriore al primo I secolo d.C. La classe della terra stylium della Casa dei Cervi ad Ercolano.
6 complesso. Sulla base della muratura in sigillata invece è ben presente; i fram- Considerata la regolarità dei pezzi mar-
7 opus latericium molto regolare la struttu- menti più antichi sono, anch’essi, morei, una datazione dei due pavimenti
8 ra sembra databile nel periodo imperia- dell’inizio del I secolo d.C. nella tarda età repubblicana non è vero-
9 le, in età traianea oppure adrianea. La muratura e la ceramica collocano la simile e pensiamo, quindi, ad una realiz-
10 A causa dello scavo limitato del 1984 costruzione della villa quindi nel primo zazione nel I secolo d.C. Se ammettiamo
11 non è possibile stabilire una chiara strati- quarto del I secolo d.C., una datazione che faccia parte dei lavori per completare
12 grafia. La ceramica proviene in gran confermata dal mosaico con frammenti l’atrium, possiamo stabilirne la produzio-
13 parte dagli strati disturbati di superficie e di marmo inseriti nell’atrium. Infatti, ne all’inizio del I secolo d.C.
14
VI.3 Mosaico in situ nel vano 2 VI.4 Rimanenze dell’hypocaustum 15
16
17
diano, il resto all’irrigazione delle colti- fondamenta di uno o più edifici. La loro in modo abbastanza irregolare, cosicchè 18
vazioni nei campi. Il pozzo dal quale si destinazione rimane poco chiara, visto a volte risultano posti non diagonalmen- 19
prendeva l’acqua, non è stato ritrovato, che fino ad ora solo una piccola parte te, ma verticalmente. Gli angoli sono 20
ma possiamo ipotizzare che si trovasse della struttura è stata investigata. stati rinforzati con blocchi di tufo rettan- 21
sul lato nord della cisterna, nell’area A sudovest della villa lo scavo del golari (tufelli) o con frammenti di tegole 22
dove tutto è crollato. Inoltre può darsi 2004 ha portato alla luce una struttura (mattoni). Una datazione nel primo I 23
che una condotta d’acqua portasse rettangolare allungata che ha una lar- secolo d.C. sembra probabile, proprio a 24
l’acqua verso il pendio sul lato nord ghezza interna di oltre m 3,00 e una lun- motivo della presenza dei mattoni. 25
del cortile, dove si potevano riempire i ghezza di più o meno m 30,00 (Fig. VI.6). In contrapposizione con la pars urbana, 26
contenitori dell’acqua per l’agricoltura. Solo una parte è stata studiata. Vi era un l’opus reticulatum nella pars rustica 27
Sul lato est del cortile si estendeva la pavimento in cocciopesto e i muri erano comincia dalle fondamenta e si presenta 28
pars rustica della villa che risulta meglio coperti con uno spesso strato d’intonaco sistemato più regolarmente: questo per- 29
conservata in confronto alla pars urbana, (Fig. VI.7). Non è impossibile che si tratti mette di ipotizzare che la pars rustica sia 30
ma che è solo parzialmente scavata. di una seconda cisterna. Il canale era stata costruita alquanto più tardi della 31 VI.5 Bacino intonacato nel vano 25 VI.6 Fotografia aerea della cisterna sud-ovest della villa romana sul
Finora quindi non è possibile ottenere riempito con macerie di età romana, fra pars urbana. Quest’ipotesi trova confer- 32 Poggio dei Cavallari II
un’immagine omogenea della pars rustica cui un frammento di marmo con decora- ma nel fatto che il muro est del vano 18 e 33
e stabilire la funzione dei diversi vani. zione a rilievo (cat.no. 620). Un secondo quello sud del vano 33 sono stati costruiti 34
Possiamo assumere comunque che qui ritrovamento interessante fu scoperto indipendentemente. La cantina 24 è stata 35
fossero le officine, i silos, le stalle e gli nell’immediate vicinanze del canale. È un aggiunta al complesso sicuramente in un 36
ambienti per il personale. Particolarmente frammento di una tavola, probabilmente momento posteriore, avendo i muri in 37
interessante è il vano 25: ha al centro un una lastra funeraria, recante parte di una opus latericium. Anche il bacino nel vano 38
bacino intonacato (Fig. VI.5), con all’in- iscrizione romana (cat.no. 641). Questi 12 è realizzato in laterizio e la sua costru- 39
terno uno scarico di piombo. La sua fun- ritrovamenti potrebbero suggerire che la zione può difficilmente essere contem- 40
zione per ora è ignota. Il pavimento villa romana fosse più lussuosa di quanto poranea a quella della cantina. Già nella 41
attorno consiste in piccoli mattoni messi finora si supponesse. prima parte del I secolo d.C. tegole ven- 42
in posa a spina di pesce secondo la tecnica nero usate a larga scala nei centri urbani, 43
del cosiddetto opus spicatum, un tipo che La datazione ma è probabile che fossero introdotte in 44
si riscontra spesso in ambienti di lavoro. campagna con un certo ritardo. 45
Accanto alla villa stessa, sui lati sudest Per la datazione della villa abbiamo alcu- Anche le aggiunte sui lati sud-est 46
e sudovest del complesso, sono state ni indizi. Prima di tutto vi è la muratura e sud-ovest della villa appartengono 47
trovate durante degli scavi posteriori che, come detto, si è conservata solo in probabilmente ad una fase più recente. 48
delle parti di strutture collegabili alla parte o manca del tutto. Laddove si può Come già detto, non se ne conoscono 49
villa. Negli scavi del 1996 si scoprirono, avere un’immagine positiva di essa, che le fondamenta, costruite in opus 50
in due saggi a sudovest, alcuni tratti di cioè quando si erge sopra il livello di incertum, ma è possibile che gli alzati dei 51
muratura molto larghi, mentre mancava calpestio, vediamo dei muri in opus reti- muri fossero realizzati con un’altra tecni- 52
il livello di calpestio. Si tratta forse delle culatum. I blocchetti sono stati sistemati ca. Ad un tratto di muro in questa zona si 53 VI.7 Vista generale della cisterna intonacata VI.8 Scarico databile nel IV secolo d.C.

88 Capitolo VI – L’età romana La villa romana 89


La villa ha goduto di un’importante fase A quest’ultima fase sono da associare tre questa occupazione, ma per l’assenza di 1
di fioritura nel I e nel II secolo e vi si
riscontra un’abbondanza di materiali del
II secolo. Nel III secolo la condizione di
tombe infantili. Si tratta di una tomba ad
anfora, una cosiddetta tomba a cappucci-
na e una fossa normale. L’anfora fu tro-
un corredo tombale, la loro cronologia
rimane ignota (Fig. VI.10).
Così finisce la storia dell’antica villa
2
3
4
Le ville di Satricum
molte ville regredisce fino all’abbandono vata sul lato sud dell’ex-bagno e stando romana, una villa costruita nella prima 5
completo o parziale. Non abbiamo con-
statato una netta frattura nella storia abi-
tativa della villa di Satricum, ma è proba-
alla sua forma, la tomba va situata nel
tardo III o nel IV secolo. La tomba a
cappuccina fu sistemata nell’angolo
parte del I secolo d.C. che costituiva il
centro di una fattoria fiorente. Sia nella
pars urbana che nelle terme, gli abitanti
6
7
8
nel quadro regionale
bile che la sua fine fosse simile a quella sud-ovest del vano 11 (Fig. VI.9) dopo potevano permettersi un certo livello di 9
delle altre ville laziali. la distruzione di una parte del muro. lusso che ancora impressiona, anche ne 10
Tymon de Haas
Sembra provato che anche questa tomba rimangono solo frammenti. Probabil- 11
La tarda Antichità appartenesse a questa fase dell’occupa- mente seguì nel III secolo un periodo 12
zione della villa. La terza tomba era di declino ma è chiaro che nel IV secolo 13
È sicuro che per la villa cominciasse una situata al di fuori di una delle strutture ebbe inizio una nuova fase. La villa 14
nuova fase all’inizio del IV secolo. L’oc- annesse. Forse sarebbe collegabile con cadde in disuso nella metà del V secolo, 15
cupazione si limita alla parte sudest della le altre due tombe tardo-antiche, ma e cioè in un periodo dell’età tardo-antica 16
pars urbana e della pars rustica. Diversi una datazione più alta non va esclusa. in cui la vita era diventata difficile per i 17
vani vennero ricostruiti e nel vano 25 si L’occupazione della villa tuttavia non fattori. Solo alla fine del primo Medioe- 18 Introduzione D’altra parte è possibile riconoscere i siti L’area attorno a Satricum doveva far
fece uno scarico nel pavimento ad opus finì nella tarda Antichità. Nell’ambito vo tornò la pace e la villa offrì per l’ulti- 19 archeologici grazie allo sviluppo della parte del hinterland di Anzio la cui pro-
spicatum (Fig. VI.8). Parti del pavimento dell’archeologia del Lazio è interessante ma volta ricovero a nuovi abitanti. Con 20 L’insediamento satricano fiorente nel produzione della ceramica a vernice nera duzione più importante deve essere stata
furono coperte con uno strato di malta. notare che la villa di Satricum ha anche essa finisce anche la storia dell’occupa- 21 periodo arcaico e post-arcaico subisce (specialmente quella dell’Atelier des il grano con accanto una specializzazione
Altre zone della villa rimasero disabitate avuto una fase di occupazione medioe- zione di Satricum che era durata quasi 22 una notevole riduzione nel periodo petites estampilles) e dato che questa nella produzione di vino e di olio. Il
e alcuni vani della pars urbana furono vale, quando abitanti a noi ignoti si sono due millenni. 23 medio-repubblicano. I depositi votivi II e ceramica è importata suggerisce che fiume Astura avrebbe facilitato i trasporti.
addirittura riempiti di macerie. La pre- sistemati per un periodo probabilmente 24 III e i ritrovamenti del vaso con iscrizione sicuramente alcuni siti rustici nella valle Un secondo impulso per l’economia
senza di cocci di Red Slip Ware invece breve fra i ruderi. In base ai frammenti 25 dedicata alle dea Mater Matuta e del dell’Astura erano in uso e stavano in regionale è stata la costruzione della Via
prova che gli abitanti godessero di un dei cosiddetti Forum Ware, Sparse Glaze 26 cippo con iscrizione romana (cat.nn. contatto con una rete commerciale Appia nel 312 a.C. e la organizzazione,
certo benessere durante questo periodo. e delle anfore sferoidali tipiche del 27 639, 641) indicano la persistenza del regionale, anche se si trattava di modes- nella parte meridionale dell’area ponti-
Le ultime forme della African Red Slip Medioevo, questa occupazione va datata 28 culto sull’acropoli almeno fino alla fine te attività produttive agricole per consu- na, delle stationes come Forum Appii e
sono databili alla metà del V secolo e si a metà del IX o nel X secolo. Le due 29 del II secolo a.C. Inoltre è stata scavata mo familiare. Tutto ciò vale anche per il Mesa, che risultano abitate dalla fine del
può accettare che la villa fosse finalmen- tombe trovate sopra il livello di calpestio 30 sull’acropoli un modesto edificio rurale corrispondente complesso trovato sul- IV secolo a.C. Con l’apertura della Via
te abbandonata in quell’epoca. dell’ambiente 25 forse sono attribuibili a 31 databile alla fine del III /l’inizio del II l’acropoli di Satricum. Nel tempo queste Appia l’area pontina era più aperta verso
32 secolo a.C. Questi ritrovamenti natural- si trasformano in fattorie finalizzate alla gli altri centri laziali e per questo proba-
33 mente non stanno a sè, e per una comp- produzione per il mercato, comparabili bilmente i terreni furono anche più
34 rensione migliore bisogna svolgersi all ‘Hellenistic farmsteads’ conosciute in intensificamente coltivati e su più grande
35 all’archeologia e alla storia della regione altre parti dell’Italia. Quanto finora detto scala. Infatti resti della più antica centu-
36 pontina nel suo insieme (Fig. VI.11). Se vale anche per le ville sulle terrazze tra la riazione romana sono stati individuati
37 guardiamo i dintorni dell’insediamento pianura pontina e i Monti Lepini. attraverso le fotografie aeree ed una
38 satricano vediamo una certa continuità L’aumento delle fattorie che producono indicazione complementare è fornita dai
39 nelle abitazioni rurali documentate nella per il mercato è collegato agli sviluppi diversi siti rurali, probabilmente piccole
40 valle dell’Astura fra il 500 e il 350 a.C., siti politici ed economici nella regione. fattorie, che sono stati documentati
41 a distanze regolari l’una dall’altra. Diffici- Infatti dalla metà del IV secolo a.C. si attorno a Forum Appii.
42 le è quantificare l’intensità di occupazione fondano diverse colonie romane in fun- Nello studio di questi sviluppi il pae-
43 in questo periodo dati gli scarsi rinveni- zione militare ed economica Esempi si saggio e le diverse unità paesaggistiche
44 menti diagnostici di ceramica. Del resto trovano a Cora, Norba e Setia. Secondo in questa regione svolgono naturalmente
45 questo è un problema comune all’intera le fonti letterarie anche Satricum diventò un ruolo importante. Genericamente la
46 regione pontina che sembra collegabile colonia romana, ma non esistono indica- regione pontina consiste di tre zone pae-
47 alle lotte per il potere fra i Volsci, i Latini zioni archeologiche che si trattasse di un saggistiche: la zona costiera, formata da
48 e i Romani. Pure nella difficoltà di con- insediamento significativo. Si deve pen- una serie di terrazze marine fossili; la
49 nettere questa realtà rurale con gli avve- sare esistesse un piccolo agglomerato di pianura pontina, mal bonificata; e final-
50 nimenti politico-militari è probabile che fattorie, un paesetto o un piccolo villag- mente il massiccio calcareo dei Monti
51 questi sono stati decisivi. La stessa gio. Nelle ricognizioni si trovava rego- Lepini e Ausoni. Satricum si trova al
52 immagine risulta dalle ricognizioni nelle larmente materiale romano nelle super- confine fra la zona costiera e la pianura.
53 zone di Cisterna e nei Monti Lepini ficie arate. Al lato nord-ovest di Satricum comincia-
VI.9 Scheletro infantile della tarda antichità VI.10 Scheletro di un adulto del medioevo
nell’ambiente 25

90 Capitolo VI – L’età romana Le ville di Satricum nel quadro regionale 91


no i colli di tufo, che si aprono a raggiera 1 vano probabilmente almeno due altre
dai Colli Albani (che non saranno discus- 2 fattorie romane. Gli scavi dimostrano
si in questo articolo). 3 che queste ville sono delle fattorie con
Le fonti a disposizione per l’inquadra- 4 una chiara funzione residenziale, anche
mento regionale sono molti diverse: 5 se si tratta di residenze modeste in con-
nella regione esiste una lunga tradizione 6 fronto alle villae esistenti altrove.
di ricerche antiquarie e topografiche; 7 La costruzione di queste villae rusticae
dalla fine dell’Ottocento si sono svolte 8 rispecchia una tendenza che si nota
delle indagini archeologiche sistemati- 9 anche nella valle dell’Astura e nell’intera
che. Inoltre, non sono stati eseguiti scavi 10 zona costiera: la prima età imperiale
solo a Satricum, ma anche nelle diverse 11 mostra una crescita enorme del numero
colonie romane e stazioni lungo la Via 12 di siti abitati, molti dei quali sono fondati
Appia. Per la campagna sono importanti 13 in questo periodo (Fig. VI.13). Questo
gli studi topografici della Forma Italiae, 14 picco continua almeno fino al secondo
e in particolare il volume sull’Astura da 15 secolo d.C. Quasi la metà dei siti rurali si
parte di Fabio Piccareta. 16 può interpretare come villae rusticae in
Inoltre, dagli anni ottanta la regione 17 base alla scoperta di tesserae, di stucca-
fu indagata durante ricognizioni siste- 18 tura dipinta e di frammenti di marmo.
matiche da parte delle Università di 19 Inoltre, si conoscono molti siti minori,
Amsterdam e di Groningen. Negli ultimi 20 che sono caratterizzati da distribuzioni
cinque anni le ricerche dell’Università di 21 ridotte di frammenti edilizi, di anfore,
Groningen si sono focalizzate sulla zona 22 e di ceramica grezza e depurata. Questi
costiera fra Anzio e Torre Astura. Nel VI.11 La regione pontina in età romana 23 VI.13 La regione pontina nel periodo 30 a.C.-100 d.C. siti minori possono essere interpretati
quadro del progetto Carta archeologica 24 come fattorie minori.
del comune di Nettuno ricognizioni 25 Fattorie minori e villae rusticae spe-
intensive furono svolte nel territorio del 26 cializzate più grandi esistevano dunque
suddetto comune, ma anche nella valle 27 L’edificio repubblicano sull’acropoli mostrano una diminuzione del materiale l’una accanto all’altra nel retroterra di
dell’Astura al sud di Satricum. 28 invece, non esisteva più in questo perio- archeologico nel secondo e nel primo Antium. Si nota, però, che nella valle
La combinazione di tutti questi studi 29 do e ambedue le ville probabilmente non secolo a.C. L’insediamento a Forum dell’Astura a sud di Satricum si trovano
forma una base per collocare l’abitazio- 30 erano ancora state costruite. Appii lungo la Via Appia diminuisce in relativamente poche villae rusticae e
ne romana a Satricum in un quadro sia 31 Questo ‘vuoto’ nel materiale archeo- questo periodo e cede anche l’importanza molte fattorie, mentre lungo la costiera e
locale che regionale. Per questo si rivol- 32 logico di Satricum è chiaramente in dis- delle colonie romane nei Monti Lepini, a nord di Antium sono state trovate non
ge l’attenzione, in primo luogo, sulle 33 sonanza con l’abitazione nella regione in particolare di Norba. Forse Satricum si solo più villae rusticae, ma anche villae
indagini nella valle dell’Astura e nella 34 (Fig. VI.12). Nella valle dell’Astura esi- trovò dunque in questo periodo al confi- più grandi. Vi è motivo di ritenere che
zona costiera nel suo insieme. Successi- 35 stevano fattorie sparse, che spesso furono ne fra una zona costiera relativamente esisteva un legame tra le villae marittimae
vamente, ci si riferirà agli scavi delle sta- 36 abitate continuamente dal IV o dal III prospera e il retroterra meno sviluppato. della costiera e le villae rusticae e le fat-
zioni lungo la Via Appia e alle ricogni- 37 secolo a.C., mentre più vicino ad Antium torie più semplici nella valle dell’Astura.
zioni vicino a Cisterna e nei Monti 38 la densità dei siti rurali è ancora più alta. La prima età imperiale La nascita di un insediamento più gran-
Lepini, indagini che hanno permesso di 39 Lungo la costa furono fondate varie de (forse una stazione lungo la Via
stabilire le altre unità paesaggistiche. Si 40 villae marittimae grandissime. Ad una di Nel corso del I secolo d.C. furono cos- Severiana) alla foce dell’Astura indica
osservi, però, che la nostra conoscenza 41 queste ville furono attribuiti i resti di una truite due ville a Satricum. Al lato nord l’importanza continua dell’Astura come
dell’archeologia di queste unità è meno 42 bottega per la produzione di anfore. di Satricum fu rilevata già nell’Ottocento raccordo fra il retroterra e la costiera.
dettagliata di quella della zona costiera. 43 Date la forma, la grandezza e la distribu- una villa rustica dell’età imperiale; nel Il numero maggiore di ville vicino ad
44 zione di queste anfore esse furono 1984 questa villa fu scavata durante scavi Antium rispecchia la fioritura insolita
Il periodo tardo-repubblicano 45 probabilmente adoperate per il trasporto d’emergenza. Durante lo sterramento di della città nella prima età imperiale
46 d’olio d’oliva nella regione. Questo fatto una collina al sud-est dell’acropoli fu tro- anche grazie alla costruzione del com-
Gli scavi a Satricum hanno rivelato solo 47 indica forse che alcune imprese si spe- vato un secondo sito romano. Benchè plesso della villa imperiale e di un porto.
pochi resti del periodo tardo-repubblica- VI.12 La regione pontina nel periodo 100-30 a.C. 48 cializzarono nella coltivazione di olive. questo sito fosse completamente distrut- La produzione agraria in questo periodo
no. Il deposito votivo III probabilmente 49 Ci sono, però, anche segni di una produ- to in quel tempo, si capisce grazie a foto probabilmente non fu destinata sola-
ha una data di chiusura intorno al 100 50 zione locale di vino e di garum nel primo e una collezione di ceramica che si tratta mente al mercato regionale, ma fu forse
a.C.; un cippo con iscrizione romana, 51 secolo a.C. probabilmente anche qui di una fattoria anche inviata via mare da Antium a Roma.
oggi nel Museo di Villa Giulia, potrebbe 52 Contrariamente alla zona costiera sia o di una villa rustica dell’età imperiale. La prima età imperiale fu un periodo
risalire al 150-100 a.C. (cat.no. 640). 53 la pianura pontina che i Monti Lepini Inoltre, nei dintorni di Satricum si tro- di fioritura anche nella parte della pianu-

92 Capitolo VI – L’età romana Le ville di Satricum nel quadro regionale 93


ra lungo la Via Appia che si trova di più 1 Antium rimane un centro almeno fino al dagli scavi offrono anche dei punti di zioni lungo la Via Appia invece, furono
verso l’interno: ad Ad Sponsas varie 2 IV secolo compreso. L’importanza della partenza per un’interpretazione ulterio- ancora abitate in questo periodo.
tombe elitarie sono indice di una società 3 foce dell’Astura è sottolineata dal fatto re della continuità e della discontinuità
prospera, e negli scavi di Tres Tabernae 4 che qui nel II secolo fu costruito un porto nei dati provenienti dalle ricognizioni.
una fase di costruzione risale a questo 5 a Torre Astura. Dati i segni di abitazione Un esempio dell’ultimo è l’attestazione
periodo (Fig. VI.13). Nella parte meridio- 6 fino al periodo tardo-antico, l’uso conti- a Satricum di una regressione dell’abita-
nale della pianura Forum Appii rifiorisce 7 nuato di questo porto sembra probabile. zione nel periodo tardorepubblicano.
nel I secolo d.C. Alcuni siti minori intor- 8 Forse anche i prodotti delle ville a Forse uno studio supplementare dei dati
no a Forum Appii sono abbandonati a 9 Satricum furono trasbordati qui, per provenienti da ricognizioni può attestare
metà del I secolo, ma nei dintorni di 10 poi essere trasportati ad Antium. una tale regressione anche in altri siti.
Cisterna poco cambia per quanto riguar- 11 La situazione nel periodo tardo-impe- L’inquadramento regionale mostra
da la densità dei siti rurali. La scoperta 12 riale a Satricum e per le abitazioni lungo anche che l’abitazione a Satricum si
di una villa rustica vicino a Borgo Carso 13 la Via Appia, la quale sotto Traiano fu adatta da una parte alle tendenze regio-
mostra che nella pianura fu prodotto olio 14 pavimentata per la maggior parte con nali, ma d’altra parte contribuisce ad
d’oliva e forse anche vino. 15 basoli e fu fornita di diversi ponti nuovi, un’immagine di varianti locali nelle ten-
La situazione nei Monti Lepini differi- 16 hanno percorsi in parte paralleli. Succes- denze regionali. In queste varianti locali
sce da questo modello: già nel periodo 17 sivamente sia a Forum Appii che nella la presenza o assenza di insediamenti
tardo-repubblicano Norba cede la sua 18 regione costiera avviene una contrazio- centrali, le infrastrutture e anche le
funzione di centro regionale. Cora e 19 ne: solo una parte ridotta del vecchio differenze paesaggistiche sono molto
Setia mantengono, però, i loro ruoli di 20 insediamento è in uso nel II secolo, e alla importanti. In questo quadro conta
centri amministrativi ed economici. Il 21 fine del II e nel III secolo il sito è forse anche la posizione di Satricum al confine
picco dell’abitazione rurale in questa 22 completamente abbandonato. Sul sito si fra la zona costiera e la pianura.
regione si svolge, però, evidentemente VI.14 La regione pontina nel periodo 100 d.C. – 250 d.C. 23 trova, però, più materiale del IV secolo, L’abitazione repubblicana sull’acro-
nel periodo repubblicano, mentre il 24 e anche nelle fonti letterarie del IV poli conviene a una fase regionale
numero di siti occupati diminuisce già 25 secolo ci si riferisce a Forum Appii. d’espansione rurale e alla nascita di inse-
fortemente nella prima età imperiale. 26 Il sito decade di nuovo all’inizio del V diamenti centrali. Questo sviluppo si
27 secolo ed è abbandonato definitivamente nota lungo la costiera (con molte fattorie
Il periodo tardo-imperiale 28 alla fine del V secolo. Benché si possie- intorno alla colonia di Antium), nella pia-
29 dano informazioni meno dettagliate nura (per esempio nei dintorni di Forum
Dagli scavi a Satricum e dal materiale del 30 delle stazioni più al nord, si sa che Tres Appii lungo la Via Appia) e nelle monta-
sito distrutto appare che queste due ville 31 Tabernae fu abitata almeno fino al VI gne (per esempio intorno a Norba).
mostrano un secondo picco di attività nel 32 secolo incluso. Di Ad Sponsas si cono- Anche la costruzione di villae rusticae
IV secolo e nella prima metà del V secolo 33 scono delle tombe (cristiane) del IV nel I secolo d.C., come è stata documen-
d.C. Questo secondo picco non si perce- 34 secolo e una chiesa. Così il periodo tata negli scavi a Satricum, riguarda
pisce nella valle dell’Astura o nella 35 tardo-imperiale sembra soprattutto un dintorni più ampi; soprattutto nella zona
costiera nel suo insieme: il numero di siti 36 periodo di fioritura a Satricum e nella costiera si trova un grande numero di
abitati diminuisce fortemente da 55 nel 37 pianura pontina, contrariamente a quello tali grandi fattorie con una funzione
periodo di 100-250 d.C. fino a 18 nel 38 che succede nella zona costiera. residenziale. Anche in parte della pianu-
periodo di 250-400 d.C. (Figg. VI.14-15). 39 ra la prima età imperiale sembra ancora
Nel V secolo si conoscono soltanto otto 40 Conclusione essere un periodo di fioritura, benché
siti sicuramente occupati. Soprattutto 41 non siano state mappate qui villae fino
nella valle dell’Astura il numero di siti 42 Sulla base di quanto detto si può conclu- a oggi. Nei Lepini si conoscono sia villae
diminuisce gradualmente già a partire 43 dere che gli scavi a Satricum e le indagini rusticae che fattorie, ma il picco delle
del II secolo d.C. Tra il 250 e il 400 d.C. 44 regionali da parte dell’Università di abitazioni ha chiaramente luogo nel
si trovano solamente dei siti rurali al 45 Groningen e da altri si integrano bene. periodo repubblicano.
nord di Antium, alla foce dell’Astura e a 46 Da una parte i resti del periodo romano L’ultima fase residenziale ben docu-
Satricum. La maggior parte di questi siti 47 scavati a Satricum si capiscono meglio mentata a Satricum, cioè il IV secolo
dimostra delle tracce di sontuosità e pos- VI.15 La regione pontina nel periodo 250 – 400 d.C 48 alla luce dei dati archeologici disponibili d.C., non si adatta tanto bene all’imma-
sono forse essere interpretati sempre 49 per la regione pontina. D’altra parte i siti gine regionale: la valle dell’Astura è già
come villae, ma ci sono anche alcune 50 scavati a Satricum potrebbero essere rap- stata abbandonata quasi completamente
semplici fattorie. Queste fattorie avranno 51 presentativi di più siti, che si conoscono in questo periodo e nella zona costiera si
sempre generato prodotti per le proprie 52 solo dal materiale di superficie. Inoltre, conoscono soltanto dei siti rurali vicino
esigenze e per il mercato regionale: 53 le informazioni dettagliate prodotte ad Antium e alla foce dell’Astura. Le sta-

94 Capitolo VI – L’età romana Le ville di Satricum nel quadro regionale 95


Capitolo VII
Le iscrizioni di
Satricum
Le iscrizioni di Satricum 1
2
3
Camillo con la dea nell’impresa di Veio).
Il personaggio è stato identificato con-
cordemente fin dal momento della sco-
commissione (cat.no. 639). Come nel
caso della dedica in greco (cat.no. 638),
il dedicante sarà stato lo stesso vasaio,
4 perta, e con particolare convinzione da né meraviglia troppo che si tratti di una
5 M. Pallottino, con il Poplicola, uno dei donna (non mancano esempi di vasai
Giovanni Colonna
6 padri fondatori della Repubblica roma- donne nell’Etruria ellenistica, per esem-
7 na, console quattro volte tra il 509 e il pio a Bolsena), dal nome purtroppo non
8 503 a.C., anno della sua morte. Ma pur- ricostruibile. L’altra iscrizione (cat.no.
9 troppo le motivazioni della dedica, taciu- 640) ha un’importanza particolare, sia
10 te nel breve testo, rimangono oscure, perchè il suo rinvenimento nel 1896 ha
11 alla pari di quelle della sua distruzione dato agli scavatori la certezza di avere
12 (da parte dei Latini in guerra coi Romani scoperto il tempio di Mater Matuta e di
13 prima del foedus Cassianum, dei Cumani trovarsi quindi nel sito dell’antica
14 di Aristodemo oppure dei Volsci ?). Satricum, sia perchè costituisce per noi
15 Si sono colte nel latino dell’iscrizione la testimonianza più recente, e per di più
16 inflessioni non romane (perf. steterai, ‘ufficiale’, del culto prestato alla dea.
17 gen. in –osio invece che in –i, aggettivo Il cippo votivo, di un tipo comune in età
Il sito di Satricum ha restituito comples- do un per noi anonimo personaggio ita- da un personaggio probabilmente anco- 18 o teonimo a base Mamart-), accanto a tardo-repubblicana (basti citare la nutri-
sivamente fino ad oggi dieci iscrizioni, liota o siceliota di tardo IV secolo, proba- ra sprovvisto di gentilizio e quindi desi- 19 una marcata impronta ellenizzante nella ta serie di Minturno), è stato infatti dedi-
prescindendo dai monogrammi (nel bilmente residente ad Anzio e forse egli gnato solo col nome, *L(o)ukos, variante 20 paleografia e nel tipo di monumento. cato da un duoviro della colonia romana
catalogo è data la scheda di ciascuna di stesso produttore del vaso (con dedica di Lucius nota finora solo attraverso il 21 Il che farebbe pensare a un gruppo di di Anzio, nel cui territorio era compresa
esse). Sei di esse si datano in età orienta- ricalcante la formula latina donum dat). derivato cognominale Lucullus, seguito 22 dedicanti legati sì da un legame persona- Satricum. L’inattesa quanto effimera
lizzante (cat.nn. 632-633) e arcaica Il che sottolinea la fama del santuario e dalla filiazione (abbreviata). 23 le di ‘eteria’ col Poplicola, ma satricani, devozione, manifestata una tantum dalla
(cat.nn. 634-637), dalla metà del VII alla la devozione alla sua dea, favorita dalla Tra le iscrizioni latine occupa ovvia- 24 animatori in loco di un eventuale partito colonia dopo più di due secoli dalla sua
metà del V secolo a.C, tre in età medio posizione strategica della città, all’incro- mente il primo posto il celebre Lapis 25 filo-romano. fondazione, si spiega probabilmente col
(cat.nn. 638-639) e tardo-repubblicana cio dell’itinerario paracostiero che da Satricanus (cat.no. 636), su cui esiste 26 Le restanti iscrizioni latine annovera- non meno inatteso sfavore della dea
(cat.no. 640), dalla fine del IV alla fine Caere conduceva al Circeo e alla ormai una sterminata bibliografia, essen- 27 no una testimonianza di VII secolo che è verso i Romani nella prima fase del
del II secolo a.C., una sola nella prima Campania con quello di penetrazione do d’obbligo la sua citazione in qualsiasi 28 tra le più antiche rinvenute nel Lazio, bellum Marsicum, quando nel giorno
età imperiale (cat.no. 641). Cinque iscri- verso l’interno, che da Anzio e da Astura scritto, può dirsi, vertente sulla Roma e 29 Roma compresa (cat.no. 632). Potrebbe della sua festa caddero, come sottolinea
zioni, ossia la metà del totale, vengono conduceva a Praeneste. L’iscrizione vol- sul Lazio di età arcaica. Il monumento di 30 riferirsi a una donna, una [Tit]a Deua, Ovidio (Fast. VI, 563-566), un console
dal santuario di Mater Matuta sull’acro- sca viene invece da un sepolcreto inse- cui era parte fu danneggiato irreparabil- 31 il cui nome, evoluto foneticamente in nel 90, con 8000 soldati, e un altro
poli (cat.nn. 633, 636, 638-640), tre dal diatosi nel V secolo in un settore margi- mente, si direbbe con furia iconoclasta, 32 *Douo-, è alla base dei gentilizi recenti nell’89 a.C. (cfr. T. Sironen, in Arctos
circostante abitato (cat.nn. 632, 634-635), nale della città bassa ed è una preziosa poco dopo la sua erezione, forse assieme 33 Duvius, Doius, etr. Tui, non che Duilius, XL, 2006, 109-130). Notevole sul piano
due da tombe ubicate nella città bassa in testimonianza dell’effettiva presenza di al primo tempio periptero, che dovette 34 portato nel V secolo da un’importante linguistico la rara menzione della magi-
via di abbandono (cat.no. 637) o divenuta genti parlanti quella lingua all’epoca del successivamente essere demolito, finen- 35 gens plebea di Roma (oriunda di stratura col genitivo plurale duomvirum,
ormai sede di una villa romana (cat.no. dominio dei Volsci sulla città. Può dirsi do con l’essere inglobato nelle fondazioni 36 Satricum?). L’iscrizione viene da un riferito al collegio e non a uno o entram-
641), quando Satricum, un tempo uno forse la scoperta più notevole, sul ver- del nuovo tempio. Anche il monumento 37 contesto domestico, alla pari di altre due bi i suoi componenti (come a Ostia e ad
dei clara oppida del Lazio (Plinio il sante epigrafico e linguistico, degli scavi in questione (che, grazie all’iscrizione, 38 che appartengono all’arredo di una pre- Aquileia: A. Degrassi, Inscriptiones Lati-
Vecchio, III, 68), veniva ormai annovera- olandesi, poiché ha fatto conoscere pur nel suo stato miserevole rappresenta 39 stigiosa dimora dell’età di Servio Tullio nae liberae rei publicae, nn. 536 e 636a:
ta tra i LIII populi della regione che un’iscrizione più antica di quasi due per noi il più sontuoso donario mai 40 (cat.nn. 634, 635). Una di esse (cat.no cfr. il frammento di orazione di Catone il
interiere sine vestigiis (Idem, III, 70). secoli rispetto all’unica in precedenza offerto alla dea), fu smontato, ridotto in 41 634), apposta dal vasaio su un dolio Censore si trium virum sim, “se fossi uno
La varietà linguistica è notevolmente conosciuta nella lingua dei Volsci, la conci e quindi sepolto nelle fondazioni 42 prima della cottura, con insolito anda- dei triumviri”).
alta: oltre al latino, che è la lingua nativa, Tavola Veliterna, e per di più scritta, del secondo tempio periptero, la cui rico- 43 mento bustrofedico, è un’eccezionale Infine non manca un’iscrizione fune-
mai del tutto venuta meno, compaiono a differenza di quella, che è in alfabeto struzione fu completata, a giudicare 44 acclamazione alla greca, rivolta verosi- raria latina dalla città bassa (cat.no. 641),
l’etrusco (cat.no. 633), il volsco (cat.no. latino, nel loro alfabeto nazionale, di dalle terrecotte di rivestimento, verso 45 milmente al committente, ossia al padro- da riferire probabilmente a un liberto
637) ed il greco (cat.no. 638). L’iscrizio- ascendenza umbro-sabina al pari della il 490 – 480 a.C. Nell’iscrizione i suoi 46 ne di casa (un Mamarco, dal nome latino vissuto, come detto, nella villa rustica
ne etrusca e quella greca vengono dal lingua, del quale non si conoscono finora donatori, membri di una gens sul cui 47 a quanto pare anch’esso, come Mamarte, individuata nella zona.
santuario dell’acropoli e ne documentano altre attestazioni. La sua importanza è nome possono farsi solo congetture (per 48 non romano).
la frequentazione anche da parte di stra- accresciuta, sul piano istituzionale, dalla esempio *Laiuei o *Iuniei), si dichiarano 49 Dal santuario vengono altre due
nieri: nel primo caso un magnate cereta- possibile menzione della magistratura con enfasi “sodali di Publio Valerio nel 50 iscrizioni latine di dedica, oltre al Lapis
no di tardo VII secolo, Laris Velchainas, dell’edilità, notoriamente di primaria nome di Marte”, ossia in un’accezione 51 Satricanus. Una di esse è stata apposta
noto anche da un’identica iscrizione di importanza tra i Latini e i Volsci (cfr. marcatamente guerriera (del tutto 52 prima della cottura su un vaso troppo
dono rinvenuta nella sua città, nel secon- Mastrocinque 1988, p.173 sg.), rivestita coerente col rapporto per esempio di 53 modesto per essere stato eseguito su

98 Capitolo VII – Le iscrizioni di Satricum Le iscrizioni di Satricum 99


Catalogo
dei reperti

L’età del Ferro


acropoli
102 Capanne
104 Tombe
106 Buche votive

L’età arcaica
acropoli
112 Strato di livellamento della zona templare
112 Rinvenimenti sporadici nella cella del tempio
114 Rinvenimenti sporadici
114 Rivestimento fittile del complesso templare
123 Rinvenimenti intorno ai templi
città bassa
124 Poggio dei Cavallari

L’età post-arcaica
131 Necropoli Sud-Ovest
148 Poggio dei Cavallari – tombe
acropoli
150 Deposito votivo II

L’età medio-repubblicana
acropoli
154 Deposito votivo III
182 Edificio di età medio-repubblicana

L’età romana
186 La villa romana

194 Le iscrizioni di Satricum


L’età del Ferro

acropoli 1 Brocca 5 Tazza


SE10I/4 (acropoli, capanna I, 1980); impasto SE10I/5 (acropoli, capanna I, 1980); impasto
Capanne rosso-bruno; ricomposto, labbro mancante; rosso-bruno; l’ansa mancante; H 6,0, D 7,5.
H 14,0, D 14,0. Vasca profonda, spalla rigonfia e breve collo
Capanna I Spalla larga arrotondata, alto collo rigonfio; cilindrico; decorata con costolature verticali
L’assemblaggio di forme d’impasto tre bugne sulla massima espansione e piccola sulla spalla e tre bugne sulla massima espan- 1-6
ansa verticale a nastro sulla spalla. sione.
diverse rinvenuto in una delle più
CatSatricum 1982, 36; Beijer 1983, 62, fig. 8; CatSatricum 1982, 36; Beijer 1983, 62, fig. 8;
vecchie capanne sull’acropoli fu usato CatSatricum 1985, 31; Maaskant-Kleibrink CatSatricum 1985, 31; Maaskant-Kleibrink
probabilmente per la preparazione del 1987, 161, cat.no. 362. 1987, 163, cat.no. 390. 7 Boccale ovoide monoansato a cordone 9 Olla Capanna 2
P48 (acropoli, capanna 1, 1979); impasto P5/P18 (acropoli, capanna 1, 1979); impasto Nel riempimento di questa capanna
cibo. Nel ambito dell’insediamento è da
rosso lucidato; ricomposto; H 13,0, bruno-rossastro levigato; ricomposta da 8
considerare come un ritrovamento 2 Scodella 6 Sostegno troncoconico furono trovati reperti e testimonianze
D orlo 10,0, D mass. 12,8, D fondo 6,0. frammenti ed integrata; H 9,5, D orlo 18,5.
unico. Si conosce una tale combinazione SE10/d2(=s505/338) (acropoli, capanna I, SE10I/1 (acropoli, capanna I, 1980); Fondo piatto, corpo ovoidale, labbro appena Pareti convesse, labbro svasato, orlo tipiche e comuni delle stoviglie e della
di reperti integri di norma solamente da 1980); impasto rosso-bruno; ricomposto; impasto bruno; ricomposto; la parte inferiore svasato, orlo arrotondato; al di sotto dell’orlo arrotondato. vita di abitazione. Fra questi, frammen-
H 5,0, D 18,7. mancante; H 14,6, D 24,0. attaccatura di ansa a nastro verticale e cordo- CatAreaSacra 1985, 152-53, cat.no. 100. ti di scodelle che erano presenti in
contesti funerari. Ci da informazioni Vasca bassa e larga, labbro rientrante, ansa Collo conico, largo labbro svasato, orlo ne plastico a tacche oblique che da un lato si
importanti sulla vita quotidiana nell’età leggermente obliqua quadrangolare; tre arrotondato.
quasi tutti gli strati del riempimento
piega ad angolo retto verso il basso. Il tipo 10 Olla a cordone
del Ferro attraverso le varie tipologie di bugne sulla massima espansione. CatSatricum 1982, 36; Beijer 1983, 62, fig. 8; risale al periodo laziale I/IIA. Finora è stato
nonché dei grossi vasi contenitori di
P21/22 (acropoli, capanna 1, 1979); impasto
stoviglie usate per mangiare e bere in CatSatricum 1982, 36; Beijer 1983, 62, fig. 8; CatSatricum 1985, 31; Maaskant-Kleibrink trovato a Satricum solo un altro frammento di liquidi. Il materiale proveniente dal
bruno-giallastro levigato; ricomposta ed
CatSatricum 1985, 31; Maaskant-Kleibrink 1987, 164, cat.no. 395. un tale tipo di vaso. riempimento dalla capanna indica che
questo periodo. 1987, 161, cat.no. 364.
integrata; H 11,0, D orlo 20,5.
Stibbe 1980, 174, tav. 34.4; CatSatricum 1982, Corpo cilindrico, labbro svasato, orlo arro- essa fu abitata per un arco di tempo che
Il rinvenimento illustra come si avesse 52, cat.no. 1; CatSatricum 1985, 38, cat.no. 13; tondato; al di sotto dell’orlo cordone plastico va dal IX al VII secolo (transizione di
a disposizione, accanto ai grandi conte- 3 Boccale monoansato Capanna 1 CatAreaSacra 1985, 151-52, cat.no. 98. liscio.
nitori, delle piccole olle da cucina e da La capanna centrale situata sotto la periodo IIA a IIB) fino all’inizio del VII
SE10I/3 (acropoli, capanna I, 1980); impasto CatAreaSacra 1985, 152-53, cat.no. 101.
conservazione e dei grandi bacini ed rosso-bruno; ricomposto; H 11,5, D 11,2. cella del Tempio II e compresa tra i 8 Tazza secolo. Un reperto speciale è un fram-
anche di un servizio per bere di fattura Corpo ovoide e labbro rientrante; ansa a muretti del tempietto 0 – il cosidetto P49 (acropoli, capanna 1, 1979); impasto mento di una brocca di argilla depura-
11 Scodella carenata
nastro verticale e sormontante. rosso lucidato; ricomposta da 8 frammenti, ta, decorata in stile tardo-geometrico,
relativamente fine. Presumibilmente sacello –, è una delle capanne meglio P43 (acropoli, capanna 1, 1979); impasto
CatSatricum 1982, 36; Beijer 1983, 62, fig. 8; integrata (mancante di due terzi del corpo e
l’insieme costituiva l’inventario standa- conservate di Satricum. Accanto al grigio scuro rossastro levigato; ricomposta forse proveniente da Cuma e databile
CatSatricum 1985, 31; Maaskant-Kleibrink dell’ansa); H 9,4, D orlo 13,0, D mass. 18,0,
rizzato di una capanna: sono presenti 1987, 163, cat.no. 386. focolare vennero scoperti due vasi,
da 8 frammenti, orlo mancante; H 5,9, grosso modo alla fine del VIII secolo
D fondo 6,5. D mass. 17,0, D fondo 4,2.
tutte le forme laziali fondamentali, ad un’olletta a cordone quasi sana e la Fondo piatto, vasca profonda, ampia spalla a.C. (inizio periodo IVA).
Vasca profonda; fondo con omphalos fuori
eccezione dell’anfora. Specialmente 4 Boccale troncoconico metà di una tazza (cat.nn. 7-8), databili arrotondata con leggere costolature/solcatu- centro.
SE10I/2 (acropoli, capanna I, 1980); impasto re oblique e una bugnetta triangolare sulla 13 Brocca con decorazione geometrica
sulla base della brocca (cat.no. 1) e la al periodo IIB-III (IX-VIII secolo). Dallo
rosso-bruno; il labbro mancante; H 8,1, D 7,1. massima espansione, labbro a colletto rettili- P679 (acropoli, capanna 2, 1982); argilla
tazza (cat.no. 5) si data l’inventario – stesso strato vengono altri quattro vasi neo, orlo leggermente arrotondato; original- 12 Parte inferiore di tazza
La superficie è ineguale a causa delle impron- depurata; ricomposta; manca la parte
e con questo anche la capanna stessa – te lasciate del ceramista. ricostruibili dalla stessa epoca (cat.nn. mente, forse, con ansa bifora sopraelevata a P102 (acropoli, capanna 1, 1980); impasto inferiore del corpo e dell’ansa; H 9,6, D 5,8.
sulla transizione del periodo IIB al perio- bastoncello. bruno-rossastro levigato; ricomposta; H 10,9,
CatSatricum 1982, 36; Beijer 1983, 62, fig. 8; 9-12). Il resto della ceramica rinvenuto Spalla arrotondata, labbro svasato, orlo arro-
Stibbe 1980, 174, tav. 34.3; CatSatricum 1982, D mass. 19,0, D fondo 8,5. tondato; ansa a bastoncello impostata verti-
do IIIA (nella cronologia aggiornata: CatSatricum 1985, 31; Maaskant-Kleibrink nella capanna consiste per una grande Fondo piatto, vasca profonda, ampia spalla
1987, 163, cat.no. 387. 52, cat.no. 2; CatSatricum 1985, 38, cat.no.14; calmente dal collo alla spalla; decorazione
850-800 a.C.). Contestualmente al ser- parte da frammenti di olle per cucina. CatAreaSacra 1985, 151-52, cat.no. 99. arrotondata, con bugna triangolare sulla geometrica sovradipinta; tornita. Produzione
vizio sono state trovate anche ossa diver- La capanna fu messa fuori uso poco massima espansione. colonie greco-campane oppure della Eubea.
se, in particolare bue, pecora e maiale. dopo il 650 a.C. Heldring 1984, 100, fig. 2; CatAreaSacra

102 L’età del Ferro Capanne 103


1985, 163-164, cat.no. 111; Waarsenburg 1997, 17 Rocchetto 25 Piatto
182, fig. 2. S4233/21 (acropoli, capanna VII, 1987); P178 (acropoli, zona indietro il tempio, 1981);
impasto rosso-bruno; L 5,2, Sp 2,3. impasto bruno; integrata e ricomposta da più
Parte centrale concava con estremità di 20 frammenti; L 18,0, La 12,0, D 21,0.
Capanna 4 (strato disturbato) emisferiche. Carena, labbro largo svasato e curvilineo.
14 Anforetta Maaskant-Kleibrink 1992, 233, cat.no. 2526.
P808 (acropoli, capanna 4, 1983); impasto 26 Piatto
rosso scuro con superficie levigata; ricompo- 18 Rocchetto P312 (acropoli, zona indietro il tempio, 1981);
sta al labbro ed al collo; H 7,4, D orlo 5,1, S4263/60 (acropoli, capanna VII, 1987); impasto bruno; frammento; L 7,0, La 11,0,
D mass. 7,8, D fondo 4,2. impasto rosso-bruno; L 5,4, Sp 2,3. D 21,0.
Fondo piatto, corpo ovoide, collo distinto Parte centrale cilindrica e concava con Carena, labbro largo svasato e curvilineo.
concavo, labbro svasato curvilineo, orlo estremità emisferiche ingrossate.
assottigliato; anse a nastro impostate verti- Maaskant-Kleibrink 1992, 233, cat.no. 2527. 7 8 9
calmente dall’orlo alla spalla. L’anfora è
27 Piatto 1:3 1:3 1:3
P581 (acropoli, zona indietro il tempio,
databile nell’ultimo quarto dell’VIII secolo.
CatAreaSacra 1985, 176, cat.no. 135.
19 Rocchetto 1982); impasto bruno; frammento; L 10,0,
S4233/16 (acropoli, capanna VII, 1987); La 11,0.
impasto rosso-bruno; L 4,9, Sp 2,6. Carena, labbro largo svasato e curvilineo.
Parte centrale leggermente concava con
Capanna VII
estremità ingrossate e appiattite.
Della pianta della capanna ovoidale 28 Fibula ad arco ingrossato
Maaskant-Kleibrink 1992, 233, cat.no. 2533.
B100 (acropoli, strato disturbato, 1985);
VII si è conservato solo un quarto.
bronzo; integra, ago mancante; L 7,2, L staffa
Nonostante il disturbo è stato trovato 20 Rocchetto 3,7, H arco 2,5, L arco 3,5, Sp arco 0,5.
all’interno uno spesso strato di oggetti, S4233/18 (acropoli, capanna VII, 1987); Arco leggermente ingrossato e a lunga staffa;
da collegare con la fase dell’utilizzo impasto rosso-bruno; L 4,1, Sp 2,5. molla a doppia spirale. Questo tipo di fibula
Parte centrale concava con estremità è frequente nelle tombe laziali nel periodo
della capanna. Presso una quantità
ingrossate e concave. IV. È da notare che il tipo trovato a Satricum
notevole di pesi di telaio e fuseruole Maaskant-Kleibrink 1992, 234, cat.no. 2534. è spesso senza decorazione.
sono stati sterrati la parte inferiore di
un holmos di impasto nero, un coltello 21 Rocchetto
di ferro e un pezzo di osso lavorato. S4233/19 (acropoli, capanna VII 1987); acropoli
È presente inoltre soprattutto la cera- impasto rosso-bruno; L 4,8, Sp 2,7.
Tombe 10 13 14
mica da cucina come fornelli, bacini Parte centrale cilindrica con estremità 1:3 1:3 1:2
ingrossate e appiattite.
(usati anche come coperchi), olle e Maaskant-Kleibrink 1992, 234, cat.no. 2535. 29 Dolio tronco-conico, probabile urna
vasi da stoccaggio nonché diversi fram- cineraria
menti di coppe proto-corinzie. Stando 22 Rocchetto P11038-A95 (acropoli, trincea I, 1995);
a questo vasellame da cucina e gli S4233/22 (acropoli, capanna VII 1987); impasto lucido bruno scuro-bruno pallido;
oggetti da telaio la parte conservata impasto rosso-bruno; L 3,3; Sp 2,8. H 40,0, D 30,0.
Parte centrale cilindrica con estremità Fondo stretto piano, alto e stretto corpo con
è stata attribuita dagli scavatori al pareti leggermente curvate, imboccatura
ingrossate quasi appiattite.
dominio delle donne. La ceramica data larga con ampio labbro distinto svasato,
Maaskant-Kleibrink 1992, 234, cat.no. 2536.
ai periodi IIB, III e IVA. orlo obliquo.

15 Rocchetto Oggetti diversi


S4233/17 (acropoli, capanna VII, 1987);
Tomba infantile
23 Olla a due cordoni
impasto rosso-bruno; ricomposto; L 6,5, P465 (acropoli, zona indietro il tempio, Questa tomba rettangolare, al di sotto
Sp 3,0. 1981); impasto grezzo-rosso; superficie levi- del complesso templare, si è conserva-
Parte centrale quasi cilindrica con estremità gata; ricomposta da 14 frammenti, parte di ta solamente in parte e ai lati ancora
emisferiche ingrossate. orlo/parete; H 24,0, La 27,0, Sp parete 1,8. 24 25
Maaskant-Kleibrink 1992, 233, cat.no. 2524.
presenti sembra delimitata da una 1:3
Orlo estroflesso con decorazione di impronte 1:3
a stecca; parete dritta con 2 cordoni plastici
pietra. Lo scheletro, pur frammentario,
16 Rocchetto fini con impronte a stecca. era quasi integro ed è di un infante di
S4233/20 (acropoli, capanna VII, 1987); quasi tre mesi. Il defunto era stato
impasto rosso-bruno; L 4,6, Sp 2,5. 24 Fornello sistemato supino nella tomba e all’al-
Parte centrale concava con estremità V14 (acropoli, zona indietro il tempio, 1980); tezza del petto o del ventre si trovaro-
emisferiche ingrossate. impasto bruciato rosso scuro/grigio scuro; no vari frammenti di una bulla bronzea
Maaskant-Kleibrink 1992, 233, cat.no. 2525. H 14,5, L 20,0, La 19,5, Sp 4,2.
Frammento centrale della griglia di un fornello.
e di un pendaglio, mentre presso i piedi
giacevano cocci di un’anforetta. Gli
28
oggetti danno un’indicazione cronolo-
1:1

104 L’età del Ferro Capanne /Tombe 105


gica per gli ultimi decenni dell’VIII o i 33 Astragalo votivo. Conteneva una fibula che fu
primi decenni del VII secolo. La tomba V99 (acropoli, tomba infantile); ossa; trovata sul fondo nonché un frammen-
scheggiato; H 2,5, L 4,2, La 2,4.
è collocata presso la capanna 3 che è to piatto di bronzo a forma trapezoida-
dello stesso periodo. le irregolare, probabilmente un aes
34 Piede di un kantharos rude, cinque frammenti di ossa, sette
P389 (acropoli, tomba infantile); bucchero;
30 Anforetta con due anse a nastro H cons. 2,4, D 5,7 ciottoli e alcuni frammenti di tufo.
P982 (acropoli, tomba infantile, 1987); Basso piede a tromba.
impasto nero levigato; integra, ricomposta;
37 Fibula miniaturistica
H 9,5, D orlo 5,7, D fondo 3,8.
B3 (acropoli, buca votiva 4, 1980); bronzo;
Fondo piatto leggermente elevato, corpo
Tomba infantile H 1,6, L 2,0.
globulare, spalla tonda, collo distinto conca-
Questa tomba infantile è stata scoperta Piccola fibula di bronzo massivo con arco
vo, labbro svasato curvilineo; anse a nastro
ingrossato, decorato da fasci di linee incise,
impostate verticalmente dall’orlo alla spalla; ad una certa distanza dei templi e data al
orizzontali al centro, trasversali in ambedue 30 32 35
sulle anse tre linee parallelle incise e sulla VII secolo. Oltre a due piccole anfore di i lati, molla a doppio avvolgimento, frammen- 1:2 1:1 1:2
spalla una riga di tacche verticali. bucchero, vi erano una kotyle di argilla taria. Questo tipo è presente in tombe
Heldring 1988, 209, fig. 4.
depurata e la parte di un anello o fibula femminili durante il periodo laziale IIB.
bronzea, tutti in uno stato molto fram- CatSatricum 1985, 38-39, cat.no. 17.
31 Pendaglio di osso
V703 (acropoli, tomba infantile, 1987);
mentario. Presso di essa si è trovata
L 4,8, D 1,0-1,4. un’altra tomba infantile. È possibile che Buca votiva 3
Forma allungata ingrossato verso la parte le due inumazioni siano collegabili con La buca si trovava insieme a due altre
inferiore; foro trasversale nella parte gli abitanti della vicina struttura AA.
superiore.
buche votive fra cui quella precedente
Heldring 1988, 209, fig. 3. sul luogo del muro posteriore del sacel-
35 Anforetta lo più recente del tempio della Mater
S4125/0 (acropoli, tomba infantile, 1987);
32 Pendaglio di bronzo bucchero; ricomposta; H 11,7, D 6,0.
Matuta. Aveva una delimitazione irre-
B180 (acropoli, tomba infantile,1987); Fondo piatto leggermente elevato, corpo golare in superficie con pareti inclinate
lamina di bronzo; restaurato; L 5,0, La 2,5, ovoide, spalla tonda, collo distinto concavo, e proseguiva in una buca più stretta con
D anelli 1,2. labbro svasato curvilineo; anse a nastro pareti verticali e fondo piatto. Sul fondo
Lamina piegata a forma ovale, vuoto a impostate verticalmente dall’orlo alla spalla;
ll’interno; due anelli di bronzo alle estremità. giaceva un rocchetto d’impasto. Questo
sulle anse tre linee parallelle incise e sulla
Questo tipo di ‘bulla’ di solito è datato spalla una riga di tacche verticali. era coperto da frammenti di un’olla,
nell’ultimo quarto del VIII o nella prima Maaskant-Kleibrink 1992, 262, cat.no. 2975. resti ossei e carbone. In questo esem-
metà del VII secolo.
plare è da notare la forma asimetrica e
Heldring 1988, 209, fig. 3.
36 Anforetta il foro trasversale obliquo. Questo tipo
S4125/01 (acropoli, tomba infantile, 1987); di rocchetto è del periodo IIB/III. 36 37 38
bucchero; ricomposta; H 12,0, D 9,1.
Tomba infantile 1:2 1:1 1:1
Fondo piatto leggermente elevato, corpo
La buca irregolare sotto il complesso ovoide, spalla tonda, collo distinto concavo,
38 Rocchetto
templare è probabilmente interpretabi- V21 (acropoli, buca votiva, 1980); impasto
labbro svasato curvilineo, orlo assottigliato;
bruno scuro lucidato; integro; L 4,6, D 2,0-
le come una tomba. Sui resti di uno anse a nastro impostate verticalmente dall’or-
1,5-2,6.
stuoino di erioforo sul suolo della buca lo alla spalla; sulle anse tre linee parallelle
Cilindro insellato, basi emisferiche asimme-
incise e sulla spalla una riga di tacche verticali.
si rilevò il piede stante di un kantharos Maaskant-Kleibrink 1992, 262, cat.no. 2976.
tricamente ingrossate, tracce di lavorazione
in bucchero, nonché molte perline di a stecca sul cilindro, foro trasversale obliquo
sotto l’estremità superiore più piccola.
pasta vitrea (cat.no. 68) e un astragalo,
CatSatricum 1985, 39, cat.no. 18.
usato forse come giocattolo. Tanti acropoli
blocchi di tufo formavano la delimita- Buche votive
zione originaria della tomba. La buca è Buca votiva 6
interrotta fino al livello più basso dallo Buca votiva 4 Buca circolare di m 1.00-0.70 in
strato di livellamento per la costruzio- Questa buca si trovava a distanza di diametro e profonda circa m 0, 20,
ne del Tempio I, ma assumendo che il circa m 1,40 sud-est della capanna parzialmente delimitata da sassi di tufo.
kantharos sia stato trovato in situ, la centrale. Si manifestava in superficie in In questa buca si trovavano due vasi,
tomba andrebbe datata nel tardo VII o forma irregolare di circa m 0,60-0,70 una scodella ed una tazza ad ansa bifo-
nella prima metà del VI secolo. in diametro. Si restringeva in profon- ra sopraelevata, ben accostati l’uno
dità fino ad un buco stretto di circa all’altro. Tranne i vasi sani, il riempi-
40
m 0,15 in diametro. Il buco inferiore è mento originale della buca conteneva 39 1:2
stato identificato come il vero luogo frammenti di ceramica d’impasto 1:2

106 L’età del Ferro Tombe/Buche votive 107


grossolano, numerose ghiaie di fiume tipo di fibula è quello più frequente nel primo 46 Anello di bronzo
e ossa di animali. Il quadro totale dei deposito votivo di Satricum e si riscontra spes- B173 (acropoli, buca votiva 8, 1983); bronzo,
so anche nelle tombe laziali del periodo IV. patina verde chiara; integro; D 2,3-2,5,
reperti sembra risalire al fine del IX-
CatAreaSacra 1985, 146, cat.no. 95. Sp 0,3, L castone 1,5, L 1,0.
VIII secolo a.C. Il vaso miniaturistico Castone inciso al negativo di un animale.
fu rinvenuto in uno strato più alto. CatAreaSacra 1985, 144, cat. 93, fig. 94.
43 Fibula a quattro bozze
B170 (acropoli, buca votiva 8, 1983); bronzo;
39 Tazza ad ansa bifora sopraelevata parte dell’ago e della staffa mancante, 47 Anello di bronzo 41 42 43
P667 (acropoli, buca votiva 6, 1983); impasto corrosa; L 3,3, L arco 1,2, H arco 2,5. B174 (acropoli, buca votiva 8, 1983); bronzo, 1:1 1:1 1:1
rosso con macchie nerastre; ricomposta; Arco massiccio composto di quattro segmen- patina verde chiara; integro; D 2,3, Sp 0,2,
H 5,5, D orlo 6,6, D mass. 8,8. ti, ellittici nella sezione. Altri esempi del tipo L siglo 1,3, La 0,7.
Fondo con leggero omphalos, corpo leggere- sono noti dal deposito votivo più vecchio Castone inciso al negativo di un animale,
mente schiacciato, collo distinto, orlo obliquo (17 esemplari). Il tipo si rinviene raramente forse un mostro marino.
esterno; tre piccole bugne nella massima nel Lazio, ma è noto dai depositi votivi
espansione del corpo. (Anagni, Montecassino, Valvisciolo) e
48-50 Perline
CatAreaSacra 1985, 155, cat.no. 103; dalle necropoli (Alfedena) nell’entroterra
CatSatricum 1985, 38, cat.no. 15. dell’Italia centrale. In base a questi contesti Complessivamente sono state trovate
si può constatare che la fibula con tre o più 935 perline piatte e rotonde (a sezione
40 Scodella monoansata bozze era in voga soprattutto nella seconda lenticolare) e 150 frammenti di perline. 45 46
metà del VI e all’inizio del V secolo. 1:1 1:1
P669 (acropoli, buca votiva 6, 1983); impasto 196 perline sono state adoperate per
grigio scuro con macchie rosse-brune; CatAreaSacra 1985, 146, cat.no 96.
la ricostruzione di una collana. Tali
integra; H 6,3, D orlo 15,0, D fondo 5,6,
collane spesso servivano da votivo o
D mass. 16,3. 44 Aes rude/grave
Fondo piatto, vasca profonda, labbro rientran- B171 (acropoli, buca votiva 8, 1983); bronzo;
da corredo funerario.
te, ansa (a maniglia) a forma trapezoidale L 5,5, La 5,0, Sp 2,0; peso grammi 200.
impostata orizzontalmente poco al di sotto Grande pezzo di bronzo, parte di un lingotto 48 Collana di 196 perline
della spalla, rettangolare in sezione; tre picco- con lati superiori e inferiori appiattiti. T 33/3-195 (acropoli, buca votiva 8, 1983); 44
le bugne sulla massima espanzione del corpo. CatAreaSacra 1985, 146, cat.no. 97. osso bianco e azzurro; ‘ricostruita’ da 196 1:1
CatAreaSacra 1985, 155, cat.no. 102; perline; D 0,4-0,6.
CatSatricum 1985, 38, cat.no. 16. CatAreaSacra 1985, 144, cat.no. 90.
45-47 Anelli con castone inciso
Nel primo deposito votivo di Satricum
41 Vaso miniaturistico 49 Catena di 125 perline
P 717 (acropoli, buca votiva 6, 1983); impasto
sono stati recuperati 377 anelli, dei
T 33/3-194 (acropoli, buca votiva 8, 1983);
nero; integro; H 1,3, D 3,0. quali una parte notevole (85 esemplari) osso; D 0,4-0,6.
Forma amorfa. sono anelli con sigilli. Gli esempi qui CatAreaSacra 1985, 144, cat.no. 89.
presentati sono comparabili a quelli
del primo deposito votivo. A motivo 50 Perline 47
Buca votiva 8
delle dimensioni e della presenza del T 33/3-202 (acropoli, buca votiva 8, 1983); 1:1
In questa fossa allungata, delimitata su osso; D 0,4-0,6.
sigillo decorato, si può ammettere che
entrambi i lati da pezzi di tufo, sono
fossero tutti gioielli. Sono fatti di filo di 48
stati rinvenuti molti oggetti: più di 60
bronzo e decorati con un sigillo rettan- 1:2
vasetti votivi, completi e frammentati,
golare che reca un’immagine in rilievo
un centinaio di perline, uno scarabeo,
negativo, spesso sistemata orizzontal-
un amuleto, anelli di bronzo, fibule
mente. I motivi più frequenti sono il
frammentarie, un pezzo di aes rude e
leone e l’ippocampo, ma di regola gli
molti frammenti di ceramica d’impasto.
anelli sono tanto mal conservati da
Tutti gli oggetti erano inglobati in una
impedire un’identificazione dei sigilli.
terra grassa e mista a cenere e carbone.
L’arco cronologico della fossa è piutto-
45 Anello di bronzo
sto ampio. La maggior parte degli B172 (acropoli, buca votiva 8, 1983);
oggetti si datano al VII e VI secolo a.C. bronzo, patina verde chiara; quasi integro,
ricomposto; D 2,2-2,5, Sp 0,2, L castone 0,8.
42 Fibula ad arco ingrossato Castone inciso al negativo, immagine non
B169 (acropoli, buca votiva 8, 1983); determinabile.
bronzo, patina verde chiara; l’ago e la staffa CatAreaSacra 1985, 144, cat.no. 94, fig. 93.
mancanti; H 1,8, L 2,6, La arco 0,9.
Arco (massiccio) ingrossato e molla a doppio
avvolgimento; decorazione a spina di pesce
fra linee verticali alle due estremità. Questo 50 49
1:2 1:1

108 L’età del Ferro Buche votive 109


Scarabeo 54 Bicchiere miniaturistico
Una quarantina di scarabei sono stati P11037-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
1995); impasto rosso con nucleo grigio;
trovati nel deposito votivo I, prodotti
integro; H 4,0, D 3,8.
forse nella città commerciale greca Fondo piano, corpo ovoido, orlo assottigliato.
Naukratis, nel delta del Nilo, dove è
stata scoperta una bottega di ceramica 55 Bicchiere miniaturistico 51
tipo faenza attiva nel VII e VI secolo. 1:1
P11035-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
I segni incisi sul ventre degli scarabei 1995); impasto rosso con nucleo grigio; parte 53-55
dell’orlo mancante; H 3,4, D mass. 3,5. 1:3
sono derivati da geroglifici egiziani e
Fondo piano.
possono esprimere un desiderio o uno
scongiuro. Gli scarabei erano usati
56 Scodella
come pendagli (vedi anche cat.nn. P11030-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
64-66). 1995); impasto bruno; ricomposta e integrata,
ansa mancante; H 6,0, D 21,0, Sp 0,1.
51 Scarabeo Fondo piano, labbro rientrante, orlo assotti-
V206 (acropoli, buca votiva 8, 1983); gliato; ansa orizzontale a bastoncello, proba-
faenza bianca; integro; H 0,9, L 1,1, La 0,9. bilmente di forma circolare impostata sotto
Scarabeo, sigillo sul retro; immagine di l’orlo.
Horus-falcone, una piuma e un segno circola-
re (forse un disco solare); foro verticale. 57 Tazza troncoconica
CatAreaSacra 1985, 144, cat.no. 92; P11031-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
CatSatricum 1985, 39, cat.no. 19. 1995); impasto rosso, nucleo rosso, superficie
levigata quasi totalmente consumata; integra;
52 Amuleto H 6,1, D 10,0.
V207 (acropoli, buca votiva 8, 1983); Orlo arrotondato, parete leggermente curve,
faenza nera; L 1,4, La 0,8. fondo piano; piccola presa orrizontale a
A forma di un animale, leone oppure sfinge, forma circolare impostata cm 1 circa sotto
sdraiato; con sigillo sul retro; foro verticale. l’orlo.
Tali amuleti sono documentati in Egitto; il
leone probabilmente simboleggia il potere 58 Tazza carenata
regale. Probabilmente prodotto a Naukratis. P11032-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
CatAreaSacra 1985, 144, cat.no. 91; 56 57
1995); impasto arancione-rosso-bruno scuro,
1:2 1:2
CatSatricum 1985, 39, cat.no. 20. superficie levigata, quasi lucidata; ricomposta
da 19 frammenti; ansa mancante; H 5,5,
D 17,5, L ansa 1,9, Sp 0,85.
Buca votiva 2079/4 Fondo leggermente rialzato, concavo, vasca
Questo deposito si trova, diversamente carenata, carena arrontondata, labbro svasa-
to, orlo arrotondato; attacco di ansa bifora
dai precedenti, ad una certa distanza
(?) sormontante sulla spalla; decorazione di
del complesso templare. Il servizio pre- solcature oblique sulla spalla.
sente nella buca comprende tre bacini,
due tazze e tre bicchieri miniaturistici. 59 Scodella
Attorno al lato superiore degli oggetti P11033-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
giacevano molti frammenti di dolii che 1995); impasto bruno; parzialmente conser-
vata (1/3), ricomposta da 3 frammenti; H 5,0,
avrebbero potuto originariamente
D 30,0, Sp 1,35-0,95.
coprire l’insieme. Per i bacini mancano Vasca convessa a profilo continuo verso labbro
i confronti, ma in base alle tazze il cor- quasi verticale, orlo assottigliato appiattito;
redo è da collocare nel periodo III/IVA. ansa orrizontale a bastoncello a forma circola-
re impostata leggermente obliqua sotto l’orlo.

53 Bicchiere miniaturistico
P11034-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4, 60 Scodella
1995); impasto rosso con nucleo grigio; parte P11036-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
della parete/dell’orlo mancante; H 3,4, D 3,6. 1995); impasto bruno; ricomposta, parte del
Fondo piano. fondo mancante; H 7,5, D 32,0, Sp 1,3.
Vasca convessa, labbro quasi verticale con
orlo assottigliato; ansa orizzontale a baston- 58 60
cello a forma circolare impostata leggermen- 1:3 1:3
te obliqua sotto l’orlo.

110 L’età del Ferro Buche votive 111


L’età arcaica

62
1:0,25

63
1:0,5

61
1:1

acropoli 62 Serpente d’oro 64 Scarabeo


B28 (acropoli, strato di livellamento, 1982); V208 (acropoli, strato di livellamento, 1983);
Strato di livellamento della lamina d’oro; L 0,5, La 0,2. faenza blu scura; integro; H 0,6, L 1,2, La 0,9.
65
1:1
zona templare Nel deposito votivo I è stato rinvenuto poco Indicati sul dorso il torace e le elitre; con
oro. Anche la pulizia del tempio e lo scavo sigillo sul retro: uccello e pesce(?); perforato
dello strato di livellamento per la costruzione (vedi anche cat.no. 51).
Prima della costruzione del tempio I si del primo tempio non hanno fornito più di tre CatAreaSacra 1985, 139, cat.no. 56;
piccoli frammenti aurei fra cui questo serpen- CatSatricum 1985, 119, cat.no. 198.
spiana il terreno al livello del Tempio 0.
te minusculo. Potrebbe provenire da un
Questo strato di livellamento contiene piccolo gioiello, come un fermacapelli o un
66 67 72
molti oggetti che provengono proba- 65 Scarabeo 1:1 1:1 1:1
bracciale lavorato à jour. Può anche riferirsi
V212 (acropoli, strato di livellamento, 1983);
bilmente dal deposito votivo più alle fibule etrusche di oro con la decorazione
faenza bianca; integro; H 0,6, L 1,4, La 0,9.
vecchio appartenente al Tempio 0. a forma di piccoli serpenti (per un altro
Indicati sul dorso il torace e le elitre; sui lati
frammento d’oro vedi cat.no. 75)
La maggior parte di essi sono databili CatSatricum 1985, 119, cat.no. 199.
le zampe; con sigillo sul retro entro una linea
nella prima metà del VI secolo. circostante con raffigurazione finora non corpo rettangolare. Dettagli del corpo sono 70 Fibula a due bozze coniate, ma continuano ad essere usati
decifrata; perforato. indicati con moduli battuti e con incisioni. Il B44c (acropoli, pulizia cella, 1978); bronzo;
63 Kouros d’avorio miniaturistico CatAreaSacra 1985, 139, cat.no. 57;
come doni nelle tombe e come offerte
tipo si riscontra frequentemente nel deposito molla, ago e staffa mancanti; L 3,4, La 1,5.
61 Lydion miniaturistico V100a (acropoli, strato di livellamento, CatSatricum 1985, 119, cat.no. 198. votive nei santuari fino al III secolo a.C.
votivo I a Satricum ed in altri depositi nel Massiccio, consistente di un arco a due bozze
Questo tipo di vaso, originario dell’A- 1982); avorio bianco; mancante della testa, Lazio. Prodotto a partire dell’ultimo quarto non decorate. Nel tipo a ‘bozze’ la fibula All’inizio i conglomerati erano vera-
sia minore (Lidia), appare in Grecia dal dei piedi e della parte superiore delle braccia; del VII fino all’ultimo quarto del VI secolo. con due bozze pare che sia quella più antica, mente amorfi, ben presto accanto a
66 Scarabeo
H 2,7, La 1,1, Sp 1,0. Stibbe 1980a, 135, tav. 51.2; Stibbe 1980b, a partire dal tardo VII secolo e dall’inizio del
VII secolo. Questo esemplare fa parte V213 (acropoli, strato di livellamento, 1983); questi troviamo anche delle forme
Il kouros è un giovane nudo stante in una posa 172, cat.no. 5, tav. 34.2; CatSatricum 1985, VI secolo.
di una categoria considerata di imita- faenza bianca; integro; H 0,9, L 1,6, La 1,3. fuse, rotonde o poligonali. Il loro
caratteristica, con una gamba leggermente in 118-119, cat.no. 197; Ginge 1987, 30. Stibbe 1984-1985, 244, cat.no. 5043.
Sigillo sul retro, forse uno scorpione;
zione etrusca che si distingue per avanti e con le braccia stese lungo i fianchi. valore era determinato dal peso. Solo
perforato.
l’ingubbiatura rossa. Dal deposito Si tratta di un tipo presente nell’arte greca a in un secondo tempo, per ridurre le
CatAreaSacra 1985, 139, cat.no. 58; 68 Fibula a navicella 71 Anello
partire del tardo VII secolo. Lo stile del kouros
votivo I di Satricum provengono circa CatSatricum 1985, 119, cat.no.198. B44a (acropoli, pulizia cella, 1978); bronzo; B44d (acropoli, pulizia cella, 1978); bronzo;
operazioni di pesatura, si cominciarono
è tipico dell’ambito greco-orientale, post-
20 esemplari di questi vasi miniaturisti- dedalico, ma potrebbe trattarsi anche di un staffa mancante; L 8,4, La 5,5. D 3,1. ad usare pezzi di forma regolare, aventi
ci. Altri esempi laziali provengono da prodotto etrusco databile al secondo quarto Arco cavo; decorazione a nervatura di foglia- Questo tipo di anello è in uso nel VII e VI un segno che in qualche modo potesse
Roma (deposito votivo S. Maria delle del VI secolo. Il kouros in forma miniaturistica acropoli me fra linee verticali alle estremità. Questo secolo. indicarne il valore oppure la qualità del
è quasi sempre un dono votivo. A Satricum tipo è molto più grande di altri tipi di fibule.
Vittoria e quello del Comitium). Rinvenimenti sporadici nella Furono prodotte cave per alleggerirle.
metallo, il cosiddetto aes signatum
sono stati finora rinvenuti tre esemplari (vedi
Esistono numerosi confronti in Etruria. anche cat. nos. 79-80). Dalla Grecia stessa cella del tempio Appartengono all’intero periodo IV. Aes rude (vedi cat.no. 76).
non si conoscono esempi di kouroi d’avorio Stibbe 1984-1985, 247, cat.no. 5039. Lo scrittore romano Plinio il Vecchio
P381 (acropoli, strato di livellamento, 1982);
in miniatura. Gli esemplari più affini sono
67 Figura umana di lamina di bronzo chiama i conglomerati amorfi di bron- 72 Aes rude a forma di losanga
argilla depurata rosea con ingubbiatura
alcune statuette d’avorio miniaturizzate 69 Fibula ad arco ingrossato B83 (acropoli, pulizia cella, 1979); L 5,3,
bruno-rossastra; integro; H 4,7, D 3,8.
raffiguranti una figura femminile (da Roma e
ritagliata zo, usati come mezzi di pagamento, La 4,5, Sp 0,2; Peso 1,9 gr.
Piede conico, corpo ovoide molto stretto alla B44b (acropoli, pulizia cella, 1978); bronzo;
B44 (acropoli, pulizia cella, 1978); bronzo; aes rude (Naturalis Historia 33.43).
da Lavinium), anche’esse databili nella prima staffa mancante; L 4,4, La 2,2. Aes rude di lamina ritagliata di bronzo a
base, spalla piatta, labbro orizzontale piatto; mancanti parte superiore della testa, parte
metà del VI secolo. Arco massiccio; decorato con fasce di linee Possono essere considerati il più antico forma di losanga.
orlo assottigliato. All’interno del vaso furono inferiore del braccio destro e gambe; H 5,0,
CatAreaSacra 1985, 137, 139, cat.no. 54; incise, orizzontali al centro, trasversali ad mezzo di pagamento nella fase di CatSatricum 1985, 119, cat.no. 200; Ginge 1987,
trovate sei piccole perle, alcuni frammenti di Sp 0,1.
CatSatricum 1985, 118-119, cat.no. 196. ambedue i lati. 30.
bronzo e di carbone. Lamina sottile di bronzo tagliata a forma di passaggio dal commercio di scambio in
CatSatricum 1985, 119, cat.no. 195; Stibbe 1984-1985, 247, cat.no. 5041.
una figura umana, con la testa tonda ed il natura a quello con uso di monete
CatAreaSacra 1985, 129, cat.no. 32.

112 L’età arcaica Rinvenimenti sporadici nella cella del tempio 113
73 Aes rude all’interno; frammento; H 6,1, La 6,3, Sp 0,9. ceretana e per lo più noto solo da
B83b (acropoli, pulizia cella, 1979); aes rude Decorazione a figura rossa mostrando una frammenti ora nella Villa Giulia.
con due lati piatti: L 2,0, La 3,0, Sp 1,0; aes testa di una donna che guarda a destra con
rude con due lati piatti: L 3,0, La 1,5, Sp 1,3; espressione intensa; porta un diadema nei
aes rude piccolo: L 2,0, La 1,0; aes rude capelli. 81 Fregio con corsa di carri
piccolo: L 1,5, La 1,0. Datazione: metà del V secolo a.C. S3670 (acropoli, ‘Stoa A’, 1987); argilla 75
grezza di color tra giallo rossiccio e rosa; 1:0,5
molto abraso; H 13,4, La 15,0, Sp 1,3-4,3.
74 Scodella 78 Perla di pietra Parte centrale del lato destro di un fregio
S.N.-25 (acropoli, pulizia cella,1979); argilla V2313 (acropoli, sporadico, 1990); rampante, attribuibile alla metà sinistra del
semi-depurata con ingubbiatura; integra; pietra bruna-rosastra; H 1,2, L 1,0, La 0,7. frontone. Fregio figurato a rilievo con una
H 8,3, D orlo 24, D fondo 8,7. Segno inciso sul lato inferiore e con foro scena di un carro con cavalli diretto verso
Fondo piatto, corpo a profilo incurvato, orlo trasversale; una ‘∏’ con tre puntini al suo destra, recante due figure forse maschili
con ingrossamento largo a forma di fascia al lato destro e un puntino al suo lato superiore (conservate solo la schiena dell’uno, il carri-
lato esterno. Questo tipo di scodella conosce sinistro. sta, e la parte inferiore dell’altro, tunicato,
un’ampia diffusione nel Lazio, in Etruria con il braccio destro in giù). Carro composto
e in Campania ed esiste in due varianti: di una cassa con alta sponda anteriore
79 Kouros d’avorio miniaturistico
una piccola con un diametro di cm 10 circa, arrotondata e fiancata bassa e rettangolare
V100b (acropoli, sporadico, pulizia del tempio,
e una più grande di cm 20-25. Il tipo è in uso provvista di una maniglia curva di sostegno.
1978); avorio bruno scuro; mancante della
durante la seconda metà del VI secolo. Mancante della ruota. Fatto con l’uso di
parte inferiore; H 3,4, La 1,1, Sp 0,5.
Stibbe 1984-1985, 240, cat.no. 1353; matrice.
Faccia di forma ovale, occhi a forma di
Ginge 1987, 28. Beijer 1988, 213, fig. 3; Beijer 1993, 287-289;
mandorla sbiechi, sorriso ‘arcaico’; capelli
lunghi resi in linee diritte sulla fronte e con Maaskant-Kleibrink 1992, 87, 203, cat.no.
linee incrociate sulla nuca. Il profilo del corpo 2051.
acropoli è piatto, ma le natiche sono rigonfie. Braccia
stese lungo il corpo. Al livello dell’orecchio la
Rinvenimenti sporadici testa è stata perforata per utilizzare la figura Rivestimento fittili di fattura ‘Campana’
come pendaglio (vedi anche cat.no. 63). Un gruppo di terrecotte architettoni-
75 Frammento d’oro Datazione: prima metà del VI secolo a.C. che abbastanza numerose e variegate
B24 (acropoli, sporadico, 1982); lamina Stibbe 1980b, 172, cat.no. 2; CatAreaSacra
d’oro; L 2,1, La 0,5, Sp 0,1. 1985, 137, 139, cat.no. 54; CatSatricum 1985,
è attribuibile al Tempio I sull’acropoli. 76
È considerato un’importazione dalla 1:1
Lamina sottile d’oro tagliata a forma di 119, cat.no. 196; Ginge 1987, 29. 73
un nastro, probabilmente di una corona. Campania. Il ‘sistema tetto’ campano 1:2
CatAreaSacra 1985, 139, cat.no. 55; consiste di tegole di gronda di diverse
CatSatricum 1985, 119, cat.no. 199.
80 Kouros d’avorio miniaturistico
V100c (acropoli, sporadico, 1982); varianti (cat.nn. 82-83), sei o sette tipi
avorio bruno scuro; mancante della parte di antefisse contraddistinti da grandi
76 Aes signatum superiore e della parte inferiore delle gambe
B82 (acropoli, sporadico, 1980); bronzo;
nimbi baccellati (cat.nn. 84-93), una
e dei piedi; H 2,0, La 1,2.
frattura antica; L 7,5, La 6,0, Sp 2,5-3,1; Braccia stese lungo il corpo (vedi anche sima rampante e varie tipi di lastre di
Peso 660 gr. cat.no. 63). Datazione: prima metà del VI rivestimento delle parti lignee dell’edi-
Il più vecchio mezzo di pagamento coniato è secolo a.C. ficio (cat.nn. 94-98). Nella Villa Giulia
un agglomerato di bronzo ferroso a forma di CatSatricum 1985, 119, cat.no. 196.
si trovano notevoli frammenti di un
una metà o un quarto di ‘pane’, munita di un
segno, il cosiddetto aes signatum in uso dal IV geison orizzontale (cat.no. 95) e di
secolo. Secondo Plinio il Vecchio (Naturalis almeno tre lastre figurate. Quest’ulti-
Historia 18.12), sarebbe stato il re di Roma
acropoli
mi, adoperati per il columen ed i mutu- 77 78
Servius Tullius il primo a contrassegnare il Rivestimento fittile del li, raffigurano la decapitazione di 1:0,5
bronzo con un segno. Inizialmente ‘i pani’
erano segnati con semplici motivi, come una
complesso templare Medusa, la prima attestazione, finora,
spina di pesce. In seguito furono rappresenta- in Italia di rilievi frontonali figurati
ti anche delfini, ancore, aquile, scudi, spade e Rivestimento di prima fase (cat.nn. 96-98).
perfino elefanti. L’esempio di Satricum di un Tipo di rivestimento noto da Caere, L’ipotesi di importazione campana
mezzo pane di bronzo ferroso decorato su
Veii, Roma e Velletri (540-520 a.C.), si basa su argomenti di carattere tanto
due lati con segno di ‘ramo secco’ non è che
la metà dell’oggetto originario. Probabilmen- raffigurante una processione di bighe o tecnico (argilla, smagranti, pigmenti,
te è stato tagliato già durante la fase di trighe. Tipologia unica per Satricum identità di matrici) quanto stilistico
produzione. dove sono molto più frequenti le (motivi decorativi), anche se non man-
Stibbe 1981, 307, tav. 59.5; CatSatricum 1985,
attestazioni di fregi figurati di cavalli in cano aspetti unici e ovviamente locali.
119, cat.no. 201; Ginge 1987, 30.
corsa, che sono perfettamente inseribi- Il quadro cronologico per il tetto
li per tecnica, materiale, stile e motivi campano a Satricum è determinato da
77 Cratere attico 79
P827 (acropoli, sporadico, 1985); argilla decorativi in un vero e proprio tetto una parte dalla sua totale mancanza 1:0,5 80
depurata a figura rossa, vernice nera ‘ionico’, di esclusiva derivazione negli strati inferiori al primo tempio, 1:0,5

114 L’età arcaica Rinvenimenti sporadici 115


dove i reperti più recenti sono da datare si inserisce bene nella tradizione toreu- Lastre di rivestimento
attorno al 535 a.C, e dall’altra dalla sua tica della Magna Grecia del secondo Tre dei quattro tipi di lastre di rivesti-
presenza negli strati sottostanti il secon- ventennio del VI secolo a.C. Nella mento adoperati nel ‘sistema tetto’
do tempio, che viene comunemente sequenza crono-tipologica ultimamente campano a Satricum sono state recupe-
datato non prima del V secolo a.C. proposta dal Rescigno (1998) occupano rate anche durante gli scavi olandesi:
una posizione non molto progredita. un esempio della lastra ad anthemion
82-83 Tegole di gronda (cat.no. 94), uno attribuibile ad un
A267, A670 (acropoli, deposito votivo III, 1988 e 84-85 Antefisse a testa femminile elemento largamente ignoto ora
1989); argilla grigio-rossastra, ben conserva- A622, C3a (acropoli, deposito votivo III, battezzato geison orizzontale (cat.no.
te; L 18,0, La 7,5; L 22,0, La 11,5. 1989; ritrovamento sporadico, 1977); argilla
Frammenti di tegole di gronda decorate, 95) e tre frammenti di un complesso di
grigio-rossastra, L mass. 8,0, L mass. 15,0.
sul lato iposcopico, con una semplice croce in Due frammenti di nimbi baccellati di antefisse lastre a rilievo mitico con Perseo e le
rosso sovradipinta su bianco su fondo nero. a testa femminile. gorgoni (cat.nn. 96-98).
Sulla fronte del gocciolatoio, mancante in
questi frammenti, era dipinto un guilloche.
Anche se manufatte da argilla campana, 86-87 Antefisse a testa femminile 94 Lastra ad anthemion
A612, A653 (acropoli, deposito votivo III, A548 (acropoli, deposito votivo III, 1988); 81 82-83
queste tegole non trovano confronto per
1985; 1989); argilla grigio-rossastra; L mass. argilla grigio-rossastra, fortemente bruciata; 1:3 1:3
la croce ‘a S. Andrea’ dipinta.
7,5, L mass. 7,0. L mass. 12,0.
Knoop 1987, 236; Rescigno1998, 50-51
Frammenti della parte destra-centrale e della Parte centrale di grande (m 0,40 x 0,53)
parte sinistra-centrale di busto di antefisse a lastra ad anthemion consistente in una zona
testa femminile con due trecce. inferiore lavorata a giorno con catene di
Antefisse
Knoop 1987, 79-118; Rescigno 1998, 87-91, archi, palmette, e fior di loto in rilievo,
Più note tra le tantissime forme speri- 353-354 (serie C3203, C3205). inoltre in zone superiori dipinte e/o a
mentali della produzione campana baccelli. Il presente frammento conserva
sono le antefisse a nimbo baccellato. l’orlo inferiore tra due palmette aggettanti,
88 Antefissa a palmetta pendula con parte di un fiore di loto aperto.
A Satricum se ne conoscono vari tipi, A699 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
Knoop 1987, 241; Rescigno 1998, 163-164, 354
che si differenziano principalmente per argilla grigio-rossastra, L mass. 10,3.
(Serie B201).
quanto riguarda il tondino centrale, Frammento della parte sinistra-centrale del
tondino con palmetta rovesciata, listelli ad S e
recante o una testa femminile, o un nimbo baccellato. Variante grande. 95 Geison orizzontale
gorgoneion, o una palmetta pendula. C3b (acropoli, ritrovamento sporadico, 1977);
Anche gli stessi nimbi mostrano forti argilla grigio-rossastra, ben conservato; 84-85 86-87 88
89 Antefissa a palmetta pendula L mass. 12,0. 1:2 1:2 1:3
differenze, derivate per ogni serie da A99 (acropoli, deposito votivo III, 1980);
Parte centrale di una lastra orizzontale desti-
una matrice a se stante. Più libero inve- argilla grigio-rossastra; pigmenti ben
nata a coprire l’architrave nel frontone. A tale
ce sembra il trattamento del listello di conservati; L mass. 8,2.
funzione rimandano tagli obliqui sui lati
Angolo inferiore destra di antefissa a
base, a volta completamente integrato superiori in altri frammenti del medesimo
palmetta pendula. Variante piccola.
nella scena centrale, a volta solamente tipo, ora nella Villa Giulia. Senza confronti.
Knoop 1987, 119-147; Rescigno1998, 82-83,
Knoop1987, 243; Rescigno 1998, 355;
aggiunto. Da notare infine la moltepli- 352-353 (serie C2206 e 2209).
Lulof - Knoop 2004, 128, 135.
cità di varianti dello stesso tipo, tratte
da diverse matrici: tanto delle teste 90 Antefissa in nimbo baccellato
femminili nimbate quanto delle pal- A745 (acropoli, deposito votivo III, 1990); Rilievi mitologici dei columen/mutuli
argilla grigio-rossastra, L mass. 9,0. Del tetto campano ben tre lastre a
mette pendule se ne trovano due serie:
Frammento di nimbo baccellato.
una grande, una piccola, differenti basso rilievo, attribuibili alle testate
però anche in molti altri particolari. delle travi nel frontone (il columen ed i 89 90-92
91 Antefissa in nimbo baccellato 1:2 1:1
A401 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
mutuli), sono rappresentate dai reperti
argilla grigio-rossastra, L mass. 9,0. sia del 800 sia dei recenti scavi olande-
Antefisse a testa femminile
Frammento di nimbo baccellato. si. Prima ricostruiti come una lastra
Questo è il tipo quasi classico dell’anti-
isolata recante una gorgone in corsa
fissa campana a testa femminile. Non si
92 Antefissa in nimbo baccellato con funzione incerta. Ora, dopo una
tratta però di una sola testa, ma piutto- A631 (acropoli, deposito votivo III, 1989); recente analisi approfondita, i pezzi
sto di un busto, all’interno di lunghe argilla grigio-rossastra, L mass. 9,5.
chiave vengono visti come la figura di
trecce laterali, duplici o triplici, una Frammento di nimbo baccellato.
Perseo in fuga dalle gorgoni sorelle
ricca capigliatura talvolta anche coperta
della medusa, che porta con sè la testa
da un diadema, il collo e parte del chito- 93 Antefissa in nimbo baccellato
A609 (acropoli, deposito votivo III, 1989); del mostro in un sacco chiuso, la kibisis.
ne di cui s’intravede l’orlo superiore.
argilla grigio-rossastra, L mass. 8,0. Trattandosi di tre lastre, l’insieme si
Lo stile della testa, piccola ed elegante, Voluta destra inferiore. 94 93 95
ricostruisce meglio posizionando la
1:3 1:3 1:3

116 L’età arcaica Rivestimento fittile del complesso templare 117


scena della kefaloforia con Perseo alla è tra i più ricchi ed estesi di tutta l’Italia. numero di frammenti, attribuibili alla
testata del columen, nel centro, affian- Da un lato, la collina di Le Ferriere non testa della dea Atena, ha consentito di
cata dalle due Gorgoni sui lati, una su fu, dopo l’etá antica, più sottoposta a proporre una quasi completa reintegra-
ogni mutulo. Anche se non mancano degli interventi urbanistici, consenten- zione. Altre ricostruzioni riguardano
confronti di questa scena (come le do in tal modo una pressoché totale figure intere e in alcuni casi persino
antefisse cumane a Gorgone in corsa conservazione dei materiali archeolo- delle coppie: due figure su un singolo
tratte dalle stesse matrici) con o senza gici. Dall’altro sembra che, nel primo piedistallo. Quasi tutte le figure
Perseo, nell’arte monumentale greca ventennio del V secolo, Satricum fosse partecipano ad un combattimento a 99 100
del tardo VII secolo a.C. (Thermon, tra le città coinvolte nella lotta con Satricum e possono essere identificate: 1:2 1:2

Corfù, Sicilia) e più tardi anche italiota Roma per l’egemonia dell’Italia centra- la dea Atena e il suo protetto, il semidio
(Pithecussae, Cumae, Capua, Mintur- le. Da qui l’alta energia competitiva per Eracle; il saettante dio supremo Zeus
nae, Roma), è qui la prima testimo- sottolineare la statura e il profilo della con la consorte Hera che impugna la
nianza dell’uso di scene figurate in città attraverso progetti edilizi come spada. Un buon numero di frammenti
rilievo per la decorazione fittile in quello del santuario satricano. appartiene al giovane Apollo, raffigu-
lastre frontonali, che avrebbe avuto Spiccano tra il ricchissimo materiale i rato accanto alla sorella Artemide,
tanto successo nella fase seguente della frammenti, ora ricostruiti, di un gruppo entrambi nell’atto di tendere l’arco.
decorazione fittile templare in Italia di dieci statue a grandezza quasi natu- Infine Dioniso, dio del vino e dell’eter-
centrale. rale destinate ad incoronare la trave na rinascita della vita, in compagnia di
del colmo del tetto (cat.nn. 99-118). una giovane dea bionda sontuosamen- 96-97 103 105 107
96 A165a (acropoli, deposito votivo III, 1981); Il materiale per il manto di copertura è te abbigliata, forse Ino Leucotea. 1:3 1:2 1:3 1:3
argilla grigio-rossastra, superficie ben
rappresentato da frammenti di cortine Questa era la balia di Dioniso e
conservata, pigmenti abrasi; H mass. 10,5,
Sp 3,5. pendule fissate alle tegole di gronda nell’antichità era assimilata a Mater
Parte superiore sinistra di lastra di rivesti- (cat.nn.119-124), e da vari tipi di lastre Matuta, entrambe dee dell’aurora e
mento a Gorgone, conservante la spalla e due (cat.nn. 147-153). Quelli con scene della nascita. Può anche darsi che la
trecce, la sezione superiore destra della figu- mitologiche tratte dalla Ilioupersis dea latina Mater Matuta, venerata a orizzontale funzionava da piano conservati; H mass. 8,1, Sp mass. 3,5. Parte inferiore di guancia sinistra e mento
ra inclusi il petto e il braccio destro superiore, Parte di testa maschile imberbe conservante femminile; attribuibile alla testa di Hera.
e parte di una grande ala.
sono i più noti. Le più spettacolari Satricum, sia stata qui inserita in un d’appoggio per i piedistalli ovali delle
naso, labbro superiore e parte della guancia Lulof 1996, cat.no. H1c.
fra le moltissime antefisse sono quelle mito greco. Le divinità elencate forma- coppie di statue. Una costruzione lignea
destra; attribuibile a Gigante E.
97 A391, A180, A694 (acropoli, deposito votivo a satiro e menade (cat.nn. 125-144 e no coppie fisse nella mitologia greca. assicurava l’ancoraggio dell’insieme. Lulof 1996, cat.no. E2.
III, 1989, 1981, 1990); argilla grigio-rossastra quelle a forma di arpía e di Tifone Le due figure semisdraiate sono opliti È quindi molto probabile che le statue 103 Testa maschile
A220a (acropoli, ritrovamento sporadico di
superficie ben conservata, pigmenti abrasi; (cat.nn. 145-146), applicate le une in panoplia, apparentemente feriti a fossero destinate ad essere collocate
H mass. 11,0 circa, Sp 1,6-3,2.
100 Testa maschile fronte al tempio, 1986); argilla grezza chiara,
Angolo inferiore destro di lastra di rivesti-
alternate con le altre, o forse queste morte. La circostanza che tutti i perso- sulla linea di colmo del tetto. A561 (acropoli, deposito votivo III, 1989); pigmenti parzialmente ben conservati;
ultime utilizzate come complemento naggi, nessun escluso, sono rappresen- I ritrovamenti presentati in questa argilla grezza chiara, parzialmente ben H mass. 6,6, Sp mass. 3,4.
mento a Gorgone. Tre frammenti combacian-
conservata; H mass. 9,9, Sp mass. 2,9. Parte di orecchio destro; attribuibile a
ti con parte di gamba e stivale alato. dell’opposto lato del tetto. tati in fase di combattimento, consente sede (cat.nn. 99-118) sono attribuibili
Parte di testa maschile conservante guancia, Dioniso. Orecchio perforato.
Forma non definita accanto allo stivale, forse di interpretare l’apparato figurativo alle figure già identificate precedente- orecchio sinistro, capelli e fedine; attribuibile Lulof 1996, cat.no. C2.
un’onda. Piccola parte di coda di serpente.
Statue del columen come una gigantomachia, la primordia- mente e i frammenti di queste sono a Apollo, combaciante a un frammento ora
Combacia con un frammento attualmente
nella Villa Giulia (inv.no. 10037). A partire del 1985 si è potuto ricostrui- le battaglia per il potere tra gli dèi immagazzinati ora nel Museo di Villa nella Villa Giulia con naso e bocca (inv. no.
104 Spalla maschile
re un gruppo di statue costituite da olimpici e i Giganti pre-olimpici. Giulia. Tre pezzi combaciano con tali 9988/1).
V2700 (acropoli, ritrovamento sporadico,
Lulof 1996, cat.no. B1b.
98 A303 (acropoli, deposito votivo III, 1988); almeno dieci figure policrome a gran- L’identificazione degli opliti come frammenti: uno alla testa di Apollo 1990); argilla grezza chiara, pigmenti
argilla grigio-rossastra, superficie ben dezza naturale. Il pezzo più cospicuo, Giganti è comprovata da innumerevoli (cat.no. 100), altri due a quella di Hera parzialmente ben conservati; H mass. 6,2,
conservata, abraso; H mass. 7,0, Sp 1,5-2,1. 101 Testa femminile Sp mass. 2,5.
la testa a grandezza naturale del dio esempi di raffigurazioni simili sulla (cat.nn. 101-102). Di particolare interes- A626 (acropoli, deposito votivo III, 1989); Parte di spalla destra e collo, la spalla
Parte laterale di lastra di rivestimento a
Gorgone, conservante solo il fondo centrale
supremo Zeus, era già noto da molto coeva ceramica greca a figure nere e – se è il frammento (cat.no 99) che appar- argilla grezza chiara, pigmenti ben parzialmente coperta da chlamys piegato;
e l’orlo aggettante. tempo, ma non venne mai inserito in forse l’esempio più noto – sul fregio tiene alla testa del Gigante morente. conservati; H mass. 7,1, Sp mass. 2,2. attribuibile a Eracle. Frammento costituito
Knoop 1987, 242; Lulof - Knoop 1995, 39-52; un contesto adeguato. Ai circa 400 del Tesoro dei Sifni a Delfi. Andrén 1940, CCI, 456-457, 473-474, 477; Parte di guancia femminile destra con la da due elementi separatamente formati
Lulof 1997, 90-94; Rescigno 1998, 186, 354; CatSatricum 1985, 90-94, cat.nn. 93-102; palpebra sinistra inferiore e parte della (spalla e collo), congiunti dopo.
frammenti osservati nell’Ottocento si Una decisiva ipotesi per la colloca-
Lulof 1999, 241-244; Lulof 2006, 235-243. CatRoma 1990, 241-242, cat.nn. 67-68; capigliatura accanto all’orecchio destro; Lulof 1996, cat.no. D6.
è ora aggiunto un altro centinaio di zione delle statue è stato possibile Lulof 1991, 87-101; Lulof 1993, 277-286; attribuibile alla testa di Hera, combaciante
frammenti. Sulla base di alcune regole grazie a una ventina di frammenti McDonnel - Kars - Lulof 1995; Lulof 1996; con un grande frammento ora nella Villa
105 Mano maschile
Rivestimenti fittili del tetto convenzionali, come l’usanza arcaica identificati nella Villa Giulia di recente. Lulof 1997, 85-114. Giulia (inv. nos. 9983, 9986, 9993/2).
A160 (acropoli, area dietro il tempio, 1985);
Lulof 1996, cat.no. H1b.
tardo-arcaico di contraddistinguere le donne con una Conservano parti delle grandi basi fittili argilla grezza chiara, pigmenti molto abrasi;
Per più di una ragione il complesso di carnagione bianca e gli uomini con di forma, grosso modo, quadrata. Gli H mass. 7,1, Sp 1,9.
Frammenti di statue del columen 102 Testa femminile Tre dita della mano destra di Gigante E.
terrecotte architettoniche attribuibile quella rossastra, si è potuto stabilire incavi frontali e le sagomature laterali 99 Testa maschile A703 (acropoli, deposito votivo III, 1989); Lulof 1996, cat.no. E9.
alla fase tardo-arcaica del santuario che entrambi i sessi erano presenti nel combaciano perfettamente con i coppi T127 (acropoli, deposito votivo III, 1985); argilla grezza chiara, pigmenti ben
satricano, dell’inizio del V secolo a.C., gruppo in numero pari. Un grande del columen, mentre la parte superiore argilla grezza chiara, pigmenti ben conservati; H mass. 9.5, Sp mass. 1.9.

118 L’età arcaica Rivestimento fittile del complesso templare 119


106 Pollice 113 Abbigliamento Cortina pendula
T1118 (acropoli, deposito votivo III, 1989); V529 (acropoli, deposito votivo III, 1985); Un tratto innovativo della cosidetta
argilla grezza chiara, pigmenti non conserva- argilla grezza chiara, pigmenti molto ben
Seconda Fase nello sviluppo della
ti, abraso; H mass. 4,1, Sp mass. 1,8. conservati; H mass. 4.4, Sp mass. 3,2.
Estremità di pollice, un po’ meno della Parte di manto bianco di Ino Leucothea decorazione architettonica fittile
grandezza naturale. Attribuibile a Zeus, Era- accanto all’orlo, decorato come cat.no. 34; dell’Italia centrale consiste, tra l’altro,
cle, Ino Leucothea o Artemide. triangoli rossi lungo l’orlo. nell’applicare listelli distaccati alle parti
Lulof 1996, cat.no. K17. Lulof 1996, cat.no. I9i.
anteriori delle tegole di gronda, in
funzione di gocciolatoio. Per unire i
107 Dito maschile 114 Abbigliamento due componenti venivano adoperate
A105 (acropoli, area dietro il tempio, 1980); A691 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
argilla grezza chiara, pigmenti parzialmente argilla grezza chiara, pigmenti parzialmente
trappole di piombo. I motivi decorativi,
ben conservati; L mass. 5,7, Sp 3,7. ben conservati, abraso; H mass. 6,5, Sp mass. eseguiti in basso rilievo, consistono in
Dito grande di piede maschile sinistro attac- 3,8. palmette pendule e cerchi alternati tra
cato al plinto; attribuibile a Apollo. Inferiore Parte di chitone rosso di Ino Leucothea, vicino volute ad ‘S’. La cortina, con una lar-
alla grandezza naturale (H della figura all’orlo, decorato a linee nere e bianche.
ricostruita circa m 1,55). Lulof 1996, cat.no. I10f.
ghezza originale di m circa 0,29, aveva
Lulof 1996, cat no. K1. il margine inferiore lavorato a giorno.
115 Abbigliamento Come per gli altri componenti di questo
108 Abbigliamento A562 (acropoli, deposito votivo III, 1989); tetto, i confronti più precisi sono da
A233a (acropoli, deposito votivo III, 1986); argilla grezza chiara, parzialmente ben cercare nell’area latina limitrofa
argilla grezza chiara, frammento e pigmenti conservato; H mass. 7,5, Sp mass. 4,1. (Ardea, Segni) e a Roma (Palatino). 125
119-124
parzialmente ben conservati; H mass. 5,8, Parte di manto, vicino all’orlo. Qualche linea Andrén 1940, 477, no. II:26, tav. 152:518; 1:3
1:3
Sp 3,0. nera su fondo crema. Attribuibile alle statue CatAreaSacra 1985, 59, 65, cat.no. 2; CatSa-
Parte inferiore di abbigliamento e gamba di Zeus, Apollo, Hera o Artemis. tricum1985, 85, cat.no. 82.
femminili; attribuibile a Hera. Chiton Lulof 1996, cat.no. L4.
drappeggiato e piegato su parte inferiore
della gamba. 119 Cortina pendula
116 Abbigliamento C3c (acropoli, ritrovamento sporadico, 1977);
Lulof 1996, cat.no. H6j.
A768 (acropoli, ritrovamento sporadico, argilla beige-chiara; La 17,0. Antefisse venti matrici diverse. Aspetto di fattura 125 Antefissa a satiro e menade
1990); argilla grezza chiara, pigmenti Parte centrale di cortina pendula. Sulle gronde del tempio tardo-arcaico, abbastanza rimarchevole è l’uso di S3951 (acropoli, deposito votivo II, 1988);
109 Abbigliamento parzialmente ben conservati; H mass. 6,0, Parzialmente abraso. argilla grezza chiara, abraso; H 22,9 La 18,7.
T1385 (acropoli, deposito votivo III, 1985); Sp mass. 4,3.
tanto lungo i lati lunghi quanto sul tet- matrici ‘parziali’, forse per ottenere il
Parte sinistra superiore di antefissa a satiro e
argilla grezza chiara, pigmenti ben conserva- Parte di drapperia di manto rosso-scuro. tuccio frontonale, erano adoperate massimo di variazioni in una maniera menade; satiro a sinistra. Differente da altri
ti; H mass. 9,0; Sp mass. 2,5. Traccie di linea nera vicino l’orlo. Attribuibile 120 Cortina pendula grandi antefisse, alte fino a un mezzo ottimamente razionalizzata. Le figure esemplari simili per i lunghi capelli ondulati,
Parte di orlo del manto di Eracle. alle statue di Zeus o Apollo. A310 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
metro. Dalle quantità restituiteci è da dei sequaci del dio del vino e dell’estasi la posizione della testa e la mano mancante
Lulof 1996, cat.no. D15g. Lulof 1996, cat.no. L6. argilla beige-chiara; La 8,0.
della menade sulla spalla destra del satiro.
Parte centrale di cortina pendula. appurare che ai lati lunghi si trovarono Dioniso erano raffigurate in posizioni
Bouma 1996, 256, cat.no. AE 55, tav. 156.
Parzialmente abraso. antefisse in forma di coppia di satiro di ballo – o ratto – molto variate tra loro
110 Abbigliamento 117 Abbigliamento
e menade a una parte, e coppie di e fortemente movimentate: ora guida il
A112 (acropoli, area dietro il tempio, 1980); A819 (acropoli, ritrovamento sporadico, 126 Antefissa a satiro e menade
argilla grezza chiara, parzialmente ben 1990); argilla grezza chiara, abraso, pigmenti 121 Cortina pendula antefisse alternativamente in forma di satiro, ora la menade. Grandi variazioni A657 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
conservato; H mass. 7,8, Sp 2,8. non conservati; H mass. 4,9, Sp mass. 3,2. A231 (acropoli, deposito votivo III, 1986); un’arpía e di un Tifone all’altra. Ai lati non solo delle posizioni dei membri, argilla grezza chiara, parzialmente ben
Parte di manto rosso decorato a meandro; Parte di torso cavo e drappeggiato. argilla beige-chiara; La 6,0.
Angolo sinistro di cortina pendula.
corti si attribuiscono antefisse a testa di con teste, mani e gambe attaccate conservata; H 7,5.
attribuibile alla statua di Zeus. Lulof 1996, cat.no. O2n. Frammento di antefissa a satiro e menade,
Parzialmente abraso. Giunone elmata (Juno Sospita) alterna- ogni volta in modo diverso, ma anche
Lulof 1996, cat.no. A9f. consistente nel collo della menade e parte
te con quelle a testa di sileno. Un tale riguardo agli attributi (krotala, serpen- della liscia capigliatura.
118 Mano programma decorativo in chiave dioni- te, cerbiatto), all’abbigliamento (pelle
111 Abbigliamento S5245 (acropoli, deposito votivo II, 1991); 122 Cortina pendula
A119 (acropoli, area dietro il tempio, 1980); impasto chiaro sabbioso; frammento; L 14,0, A221 (acropoli, ritrovamento sporadico, siaca e in posti secondari del tetto non di pantera, calceoli repandi) e persino 127 Antefissa a satiro e menade
argilla grezza chiara, pigmenti non ben La 10,5; Sp 8,4. 1986); argilla beige-chiara; La 4,5. è raro nell’Italia centrale degli primi alle decorazioni secondarie, dipinte sul A178 (acropoli, deposito votivo III, 1981);
conservati; La mass. 7,1, Sp 2,9. Parte della mano destra di statua del columen Parte centrale di cortina pendula.
anni del V secolo a.C., ma le precisa diadema e sui vestiti. Confronti precisi argilla grezza chiara, ben conservata; H 5,8.
Parte di manto rosso, attribuibile alla statua di a grandezza naturale, attribuibile a Atena; Parzialmente abraso.
tipologia e lo stile sono quasi senza provengono dall’ager faliscus, da Veii, Parte destra di testa di menade con sezione
Dioniso. mancante dell’estremità del pollice e delle del diadema.
Lulof 1996, cat.no. M1l. altre dita. La frattura al livello del polso è
confronti. da Roma (Tevere, Foro, Campidoglio)
123 Cortina pendula
irregolare. La mano è in posizione distesa. A658 (acropoli, deposito votivo III, 1988); e dal l’area latina (Ardea, Lanuvio,
Una vena è visibile attorno all’estremità del Velletri, Sezze). 128 Antefissa a satiro e menade
112 Abbigliamento argilla beige-chiara; La 4,5.
radio. Il braccio era cavo fino al polso. Antefisse a satiro e menade Andrén 1940, 470-473, II:13a-l, tavv. 147-149;
A258a (acropoli, deposito votivo III, 1984);
A566 (acropoli, deposito votivo III, 1989); Angolo sinistro di cortina pendula.
Lo studio del corpo delle centinaia di argilla grezza chiara; H 6,0.
Ricomposto da vari frammenti. Parzialmente abraso. Knoop 1981, 319, Fig. 1; CatSatricum 1982, 46,
argilla grezza chiara, pigmenti parzialmente Parte destra di testa di satiro con orecchio.
Bouma 1996, 258, cat.no. AE119, tav. 160; frammenti di questo tipo di antefissa 67, 69f; CatAreaSacra 1985, 76ff, cat.nn. 77-
bene conservati; H mass. 4,3, Sp mass. 2,7.
Cfr. Lulof 1996, cat.no. G10. 81; CatSatricum 1985, 82ff, cat.nn. 76-81;
Parte di manto bianco decorato a gruppi di 124 Cortina pendula satricano molto famoso, ora per lo più
CatRoma 1990, 243f, cat. no. 9.6.72; Bouma
quattro puntini rossi squadrati, attribuibile a A293 (acropoli, deposito votivo III, 1985); nel Museo di Villa Giulia, ha consentito 1996, II, cat. nn. 63, 196-202, 282, AE 52-57 e
Ino Leucothea. argilla beige-chiara; La 5,5. di individuare una cinquantina di paia 58-60.
Lulof 1996, cat.no. I9h. Parte centrale di cortina pendula.
di satiri e menadi, tratte da almeno
Parzialmente abraso.

120 L’età arcaica Rivestimento fittile del complesso templare 121


129 Antefissa a satiro e menade fondo dell’antefissa con, lungo l’orlo superio- frammenti di Amazzoni e di guerrieri conserva l’orecchio sinistro e parte del cranio finora sconosciuto, conservante forma meridionale (Pyrgi, Caere), nel Latium
A540, (acropoli, deposito votivo III, 1985), re, l’attacco della pelle di pantera, attributo greci fa pensare a degli episodio del con chioma. Tracce dell’orlo dell’elmo o di curva appuntata in alto rilievo (fiore?); (Tivoli, Palestrina, Fidenae), a Roma e
argilla grezza chiara, ben conservata; H 9,7. del satiro. decorazioni in rilievo. foro passante nel piano di fondo. nell’entroterra (Frosinone). La fase tipologi-
ciclo troiano, quando la regina amazzo-
Barba di satiro, conservante le punte dei baffi ca dell’esemplare di Satricum é più vicina
bifidi. ne Pentesileia, accorsa in aiuto del re agli ultimi esempi provenienti da un santuario
144 Antefissa a sileno troiano Priamo, viene uccisa dall’eroe 149 Lastra di rivestimento
S5009/59 (acropolis, deposito votivo II, A175 (acropoli, deposito votivo III, 1982);
Elementi di altri sistemi nell’EUR identificato di recente da Colonna
Achille. Altri soggetti includono caval- di rivestimento (Remuria) e datati 470 a.C.
130-134 Antefissa a satiro e menade assemblaggio ‘south 14’, strato 8, 1991); impa- argilla grezza chiara, pigmenti parzialmente
Bouma 1996, 56, figg. 41-42; 126, 253,
A186a, A176a, A224a, A516, A677 (acropoli, sto chiaro sabbioso; frammento; H 8; La 7,5. li, forse in scene con guerrieri in arrivo, ben conservati; H mass. 9,4, Sp mass. 3,4. Tra i materiali architettonici fittili cat.no. AE16, tav. 164. Cfr. Colonna 2005.
deposito votivo III, 1982, 1985 e 1989); argilla Frammento di antefissa a testa di Sileno, ed eventi di altre battaglie mitiche alla Parte destra di piede destro rosso (maschile), tardo-arcaici sono da individuare alcuni
grezza chiara, parzialmente ben conservato; conservante sezione destra superiore della stante sulla terra, con profilo verso destra.
presenza di Athena e di Ercole. Gli nuclei minori che sono difficilmente
H 4,0-4,5. faccia con parte dell’orecchio, tre riccioli e
Cinque foglie d’edera, non tratte della matri- corona di edera.
antepagmenta sono almeno tre ed collegabili alla produzione della botte- acropoli
erano destinati agli angoli del frontone; 150 Acroterio laterale
ce integrale ma applicate prima della cottura Bouma 1996, 256, cat.no. AE 65. Tipo:
A243 (acropoli, deposito votivo III, 1983);
ga ‘satricana’, per motivi di stile, mate- Intorno ai templi
separatamente, normalmente in serie di tre, CatAreaSacra 1985, 76, cat.no. 8. sono lastre in terracotta con i bordi argilla grezza chiara, pigmenti parzialmente rie prime o tipologia. Quando si assiste
alla testa silenica delle antefisse a satiro e rialzati. Sul fondo color nero sono ben conservati; H mass. 8,4, La mass. 7,3. a delle serie di terracotte non è da
menade. Tegole ed altri frammenti architettonici
raffigurati almeno sette figure maschili, Estremità di pinna dorsale di ippocampo, escludere che si sia verificata una
Antefisse a Tifone conservante un raggio spinoso tramite velli, Il manto di copertura dei tetti attribui-
cinque femminili e quattro cavalli. riparazione, realizzata già prima della
135 Antefissa a satiro e menade Le antefisse satricane in forma di Tifone decorati su fondo bianco con un nastro rosso bili alle strutture attorno al santuario
La lastra centrale è la più grande (lar- metà del V secolo a.C., mentre non si
A232A (acropoli, deposito votivo III, 1985); sono da considerare come riscontri di dipinto che segue il contorno esteriore. consisteva di tegole ed embrici ‘rossi’,
argilla grezza chiara, parzialmente ben ghezza minima circa m 1,05 e altezza Ambedue i lati sono modellati in rilievo. può prescindere dalla possibilità che
quelle a Arpía: ambedue sono raffigura- a differenza dei tetti del santuario stes-
conservato; H 7,7. minima m 0,75) e ha il bordo superiore esistessero, in un tempo non precisa-
ti come esseri metà umani e metà mostri so. Dal punto di vista tecnico, le tegole
Parte centrale sinistra di antefissa a satiro e a forma di cuspide. Ai lati erano fissate mente determinabile, delle strutture
menade, che conserva l’estremità destra del- mitologici. Il gigante ctonico Tifone, Lastre di rivestimento si adattano a un sistema di incastro di
le due lastre più piccole, ciascuna con il cultuali secondarie attorno al santuario.
l’himation della menade, pendente tra braccio nemico di Giove, ha le gambe a forma Al tempio satricano tardo-arcaico sono pura sovrapposizione (Wikander, Tipo
destro e gamba inferiore. bordo superiore obliquo. Le figure, Nei casi di pezzi del tutto isolati
di lunghi serpenti incrociati con teste atttribuibili almeno quattro tipi di 1), cioè manca qualsiasi aggiustamento
in vivace policromia, sono modellate a (cat.no. 155) si può addirittura pensare
barbute. La rara iconografia si riscontra grandi lastre di rivestimento delle parti alla tegola successiva se non per il fatto
136 Antefissa a satiro e menade mano e sono alte quasi un terzo della a contesti votivi o funerari, cioè
solo a Gabii e Capua. Le pietre nelle lignee della travatura. Tutte sono che i listelli laterali (‘alette’) sono
T145 (acropoli, deposito votivo III, 1985); grandezza naturale. La tecnica usata è non-architettonici.
sue mani rimandano alle rocce con cui, composte da una cornice superiore a arretrati dal suo bordo posteriore di
argilla grezza chiara, conservati i pigmenti; un misto di bassorilievi e altorilievi quasi
L 4,7. stando alla tradizione, assaliva una volta baccelli, una fascia liscia dipinta e un una decina di centimetri. Per quanto
a tutto tondo. In totale sono rinvenuti 154 Antefissa
Quattro dita della mano destra (?) di satiro. l’Olimpo. Difficile la lettura interpreta- anthemion in rilievo lavorato a giorno riguarda le materie prime, tegole ed
135 frammenti di quella che doveva S5244/5245/5248 (acropoli, deposito votivo II,
tiva: i due mostri pre-olimpici non inferiormente. Differiscono tra loro 1991); argilla grezza rossastra, abraso, ricom- embrici di questo tipo sono contraddi-
essere un’aggrovigliata scena di com-
137 Antefissa a satiro e menade rientrano pienamente nell’ambito solo per le dimensioni, l’articolazione posta da molti frammenti, embrice parzial- stinti dall’inclusione, nell’argilla cotta,
A305 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
battimento. Un pezzo chiave è costitui-
dionisiaco o di quello troiano. dei registri e nei dettagli decorativi. mente conservata; H 28,2, La 21,5, Pr 20. di nuclei di ferromanganese. La consi-
argilla grezza chiara, abraso; L 4,6. Andrén 1940, 467, II:11, tav. 146:509 (calco); to da cat.no. 68, che conserva l’angolo Antefissa completa a testa di Giunone
Andrén 1940, 474f, II:16-20, tavv. 150-151; stenza dell’argilla del resto non é molto
Quattro dita della mano destra (?) di menade Knoop 1981, 318f, fig. 1B, tav. 61.3; CatSatri- sinistro inferiore di un rivestimento di CatSatricum 1985, 85, cat.no. 84; CatAreaSa-
Sospita, raffigurante un busto femminile
(?). cum 1982, 68, 72, cat.no. 3; CatAreaSacra incluso il collo e trecce laterali e supportata omogenea, risultando di un carattere
mutulo recante una gamba di cavallo cra 1985, 57, fig. 19; CatRoma 1990, 245,
1985, 72, cat.no. 6, figg. 31-33; CatSatricum da un listello di base; la testa elmata è coper- relativamente friabile. Le superfici
alato. cat.no. 9.6.75.
138 Antefissa a satiro e menade 1985, 77, 82, cat.no.75; CatRoma 1990, 242,
Andrén 1940, 462-466, II:2a-x e II:3a-b,
ta da una pelle caprina. Tipologia molto nota sono generalmente lavorate con un
cat.no. 9.6.70. nel Latium Vetus (Roma, Fidenae, Lavinium, ingobbio, inteso a nascondere le irre-
A379 (acropoli, deposito votivo III, 1986); figg. 42-43, tavv. 142:493, 143:495-500;
151 Lastra di rivestimento Norba, Segni, Ardea, Sezze) e nell’area
argilla grezza chiara; H 6,5. CatSatricum 1985, cat.nn. 85-91; CatRoma golarità del corpo argilloso. Non è da
A306 (acropoli, deposito votivo III, 1988); falisca.
Frammento di testa di menade: parte sinistra 145 Antefissa a Tifone 1990, 244, cat.no. 9.6.74.
argilla grezza chiara, abraso; H 11,5. Andrén 1940, 469, II:10, tav. 177; Knoop 1981, escludere che anche il tempio fosse
superiore con orecchio, capelli e diadema. A279 (acropoli, deposito votivo III, 1986); Parte superiore dell’angolo sinistro di lastra 319, fig. 1F; CatSatricum1982, 68f, 71, cat.no. coperto, nelle sue prime fasi arcaiche,
abraso; L mass. 7.9.
147 Lastra di rivestimento di rivestimento, conservante tre baccelli 10; CatAreaSacra 1985, 60; CatSatricum 1985, da tegole ed embrici di questo tipo.
139 Antefissa a satiro e menade Frammento di serpente di antefissa a Tifone. convessi della lista superiore.
A900 (acropoli, zona indietro il tempio, 76, 81, cat.no. 73; Bouma 1996, 256, cat.no.
A692 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 1992); argilla grezza chiara, pigmenti non Andrén 1940, 474f, II:16 o II:17. Della piccola testa (cat.no. 159) non
AE61, tavv. 157.
argilla grezza chiara, ben conservato; H 7,5. 146 Antefissa a Tifone conservati, abraso; H mass. 15.5, Sp mass. è evidente una sua funzione in un
Frammento centrale di antefissa a satiro e T84 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 6,3; buco per chiodo D 1,0.
152 Lastra di rivestimento contesto architettonico, anche se non
menade: pudenda del satiro, in 3/4 di profilo Parte inferiore sinistra di lastra di rivestimen-
155 Antefissa
parzialmente ben conservato; L 9.8. A7 (acropoli, sporadico); parzialmente ben mancano confronti, specialmente
S4238 (acropoli, deposito votivo II);
a destra, con parte della pelle di pantera. Spalla destra e braccio superiore di Tifone to di mutulo destro che conserva il fondo, il
conservato; H 9.0. argilla grezza rossastra, parzialmente ben dall’Etruria centrale (Murlo, fase
con attacco all’ala. listello verticale e la parte inferiore di una
Parte inferiore destra di lastra di rivestimen- conservato; H 16.0. arcaica). Se questo è il caso si potrebbe
gamba di cavallo in movimento verso sinistra,
140-143 Antefissa a satiro e menade to, conservante palmetta pendula e fior di Antefissa a forma di testa femminile a tutto
A242a, A167, A181a (acropoli, deposito votivo
sovrapposto al listello. Faceva parte di una
loto dell’anthemion.
pensare ad una utilizzazione nell’acro-
tondo mancante del coppo; a differenza di
Lastre di rivestimento ad alto rilievo scena probabilmente con due cavalli alati terio.
III, 1986, 1981) e T160 (acropoli, ritrovamen- Andrén 1940, 474f, II:20. tutte le altre antefisse satricane, era applicata
verso destra e le figure di Memnone ed Eos.
to sporadico, 1985); argilla grezza chiara, Gli altorilievi delle almeno tre grandi al di sopra del coppo. I capelli finiscono, sulla Per i sistemi di copertura fittile
parzialmente ben conservato (cat.no. 141); lastre che coprivano le testate del colu- fronte, in finissime chiome parallele; un arcaici in Italia, vedasi Wikander 1993
153 Lastra di rivestimento
La 5,5, 8,5, 8,5 e 7,5.
men e dei mutuli nel frontone anterio- 148 Lastra di rivestimento A351 (acropoli, deposito votivo III, 1988); tutulus, avvolto varie volte attorno al cranio, e Rescigno 1998.
Quattro frammenti conservanti parti dei A513 (acropoli, deposito votivo III, 1985); tra i capelli e il diadema.
re, ma forse anche in quello posteriore argilla grezza chiara, parzialmente ben
listelli di base di antefisse a satiro e menade, argilla grezza chiara, pigmenti parzialmente Questo tipo a Satricum del tutto isolato
conservato; L mass. 11,0.
con piedi o dita dell’uno o dell’altra; il del tempio, raffigurano scene di batta- ben conservati; H mass. 5,0, La mass. 3,5. rientra pienamente in una tradizione coropla-
Frammento di lastra di rivestimento di tipo
cat.no. 141 conserva parte della lastra di glia movimentata. La presenza di vari Parte di testa di figura ad alto rilievo, che stica ampiamente rappresentata nell’Etruria

122 L’età arcaica Rivestimento fittile del complesso templare 123


156 Tegola Maaskant-Kleibrink 1992, 86/158, cat.no. La maggior parte proviene da un con-
S480 (acropoli, edificio A, 1980); impasto 1318. testo ‘secondario’, cioè il rialzamento
rosso-bruno; ricomposto; L 63,0, La 46,0,
della strada principale dell’età tarda-
Sp 1,6-5,2.
Grande parte di tegola con sistema di incastro Bronzi arcaica. Nonostante il riutilizzo nel rial- 161
zamento, le dimensioni dei frammenti 1:1
per pura sovrapposizione; integralmente 161 Protome di bronzo di una testa
ricomposto da una ventina di frammenti. e il numero di oggetti completi sono
di scimmia
Le alette sono a sezione triangolare. Gli orli
B1-A2000 (acropoli, strutture P/Q, 2000); peculiari. Questo stato di conservazio-
inferiori presentano ritagli laterali.
bronzo, vuoto all’interno; molto consumato, ne relativamente buono ci aiuta a crea-
CatSatricum 1985, 57, fig. 19; Maaskant-
dettagli svaniti; H 1,2, L 3,5.
Kleibrink 1987, 159; cat.no. 321; Wikander re un’immagine fedele dell’arredo
Protome di bronzo di testa di scimmia
1993, 35, no. T79.
appartenente ad un piccolo oinochoe di normale di una casa satricana durante
bronzo probabilmente di importazione greca questo periodo. La ceramica può
157 Embrice (Peleponneso). La protome faceva parte di essere suddivisa in ceramica da cucina, 147 155
S479 (acropoli, edificio A, 1980); impasto un’ansa verticale che all’attacco superiore 1:3 1:3
da mangiare, da bere e da offrire e da
rosso-bruno; ricomposto; L 49,0, La 8,0- dimostra spesso una protome centrale a
12,0. forma di testa di leone che guarda dal bordo conservare. Altri utensili presenti sono
Embrice a forma trapezioidale, quasi comple- verso l’interno del vaso ed è affiancato da stufette, fornelli, pesi di telaio, fuse-
tamente conservato, ricomposto da una due braccia che finiscono in una protome di ruole e anche oggetti personali quali
dozzina di frammenti. scimmia. L’attacco inferiore spesso consiste fibule di bronzo. Inoltre ci sono molti
CatSatricum 1985, 57, fig. 19; Maaskant- in una palmetta dalla quale escono due
braccia che finiscono in teste di serpenti.
frammenti da costruzione come blocchi
Kleibrink 1987, 159, cat.no. 327.
Datazione: 550-530 a.C. di pietra, grumi e moltissime tegole.
Nel repertorio della ceramica di
158 Frammento di tubo o embrice?
V224 (acropoli, zona indietro il tempio, Ceramica Poggio dei Cavallari la categoria più
1982); impasto grezzo rosso; frammento; 162 Dolio frequente è quella grezza. Di regola è
L 21,0, D 13,0. P752 (acropoli, zona dietro il tempio,1982); caratterizzata da molte particelle di
impasto grezzo rosso; frammento; H 31,0, augite, un’aggiunta o un ingrediente
159 Testa di terracotta La 30,0, Sp parete 4,0.
dell’argilla che si usava probabilmente
C13/0 (acropoli, edificio AA 1985); impasto Frammento di parete con presa.
a partire della metà del VI secolo 151 159 160
rosso-bruno; frammento; L 7,0, La 6,0. 1:3 1:3 1:4
Oggetto di terracotta di uso sconosciuto,
nell’Italia centrale. La differenza mag-
163 Setaccio (?)/coperchio (?)
a testa umana. La piccola testa a forma di U SA00 67/4/1-1 (acropoli, zona indietro il giore con l’impasto dell’età del Ferro
non è molto naturalistica: la fronte e il cranio tempio, 2000); impasto rosso, bruciato; è la compattezza dell’argilla originata
sono fortemente appiattiti. Dalle fratture non frammento; H 7,0, La 5,0, D buchi 0,2-0,3. dalle inclusioni, in combinazione con so domestico. Le olle più piccole di tutti gruppi: il primo gruppo mostra delle rossi che bianchi), che fanno pensare
è deducibile se la testa fosse parte di un’altra Frammento di parete di un setaccio o di un
forma più grande oppure se si tratta di un
il fatto che questo tipo di ceramica e due i tipi (con un’altezza di meno di corrispondenze cospicue con l’argilla piuttosto a dei bacini che a dei dolii.
coperchio con 23 buchi conservati.
oggetto a se stante. La faccia asimmetrica ha di regola sia tornito. Le forme più 20 cm circa) sono state usate in cucina, delle tegole di terracotta del tetto A parte i dolii sono stati trovati tanti
degli occhi a mandorla fortemente rigonfi, le frequenti sono piccole olle per cucina visto le tracce di bruciatura all’interno. campano del Tempio I, il secondo inve- frammenti di anfore, soprattutto corin-
sopracciglia semicircolari aggettanti, il naso e con o senza anse, grandi bacini e grandi Per le olle più grandi si può pensare ad ce con quella delle tegole di terracotta zie ed etrusche, fatte rispettivamente
le mandibole pure alquanto aggettanti, come
la città bassa
dolii, olle globulari ed anfore. Vi sono un loro uso come stoccaggio. bianche del Tempio II. Il ritrovamento nel VI e nel V secolo.
il labbro inferiore. Le orecchie sono appuntite Poggio dei Cavallari
anche se quello destro, non visibile di fronte, anche varie categorie del fine vasellame Grandi bacini sono noti in due di un forno sull’acropoli, con dentro sia La teglia si ritrova meno frequente-
sembra malformato per causa della fattura. da tavola come bucchero, etrusco- varianti, in rosso chiaro ed in bianco, frammenti di tegole bianche che di mente delle categorie menzionate,
Il retro è plasmato in modo estremamente
La ceramica e gli utensili
corinzio e ceramica a vernice nera. Più la seconda in numero maggiore rispetto bacini bianchi, mostra che i bacini mentre costituisce una forma cospicua
irregolare. Per molto tempo si è saputo poco sulla
avanti presentiamo una piccola scelta, alla prima consistente di un fondo piat- possono essere stati prodotti nella nel repertorio di ceramica di Poggio
Maaskant-Kleibrink 1992, 159, cat.no. 1337. ceramica e sugli utensili del tardo VI e
dato che la ricerca sulla ceramica di to, una vasca e un orlo svasato, orizzon- stessa bottega delle tegole. Il bacino dei Cavallari. Vi sono sul passaggio
V secolo a Satricum, poiché è scarsa la
Poggio dei Cavallari è ancora in corso. tale o verticale. L’orlo verticale spesso bianco grande non si è prodotto solo a dal fondo alla parete quattro prese con
160 Acroterio documentazione del periodo dopo
S1259/1 (acropoli, edificio H, 1983); impasto La categoria maggiore di ceramica è è dipinto sul lato esterno con una fascia Satricum, ma anche altrove, soprattutto le quali la teglia poteva essere alzata.
quell’arcaico sull’acropoli. La lacuna
rosso-bruno; ricomposto; H 28,0, La 13,1. quella delle olle semplici. La forma può larga marrone che talvolta ha un pen- nell’Etruria meridionale. È anche caratterizzata talvolta da alcuni
delle conoscenze viene colmata grazie
Acroterio in forma di lira, quasi completa- avere un orlo sporgente, talvolta con dant al lato interno. Nel caso di un orlo Anche il dolio, il grande contenitore sfiati direttamente sopra il fondo.
mente conservato. L’acroterio è costituito da alla scoperta della Necropoli Sud-
due prese orizzontali sulla parete, o un orizzontale, il posto corrispondente delle scorte, è frequentissimo. Gli Ovviamente la teglia non era usato
un disco centrale contornato da due volute ad Ovest e agli scavi a Poggio dei Cavallari
‘S’, solide e fatte a mano, che si congiungono
orlo rientrante, di regola con quattro all’esterno può avere una fascia marro- esemplari del VI secolo sono rossi ed come ‘bacino’, ma come coperchio.
a partire dagli anni ’80, nonché dal
in alto mediante un piccolo corpo globuloso piccole prese sulla parete. La citata ulti- ne. Talvolta si vede sotto l’orlo una hanno, di regola, un orlo sporgente, Teglie da altri siti mostrano talvolta
ritrovamento del secondo deposito
(ora mancante). Il disco copriva la parte ma versione appare molto raramente in decorazione a corda. Le anse sono rare, abbellito con incisioni concentriche. delle tracce di fuoco e pezzi di carbone,
anteriore del kalypter hegemon, l’embrice
presso il complesso templare sull’acro-
altri contesti di questo periodo, come ma alcuni frammenti ne hanno due Di numero minore sono i frammenti di per cui devono essere state utilizzate
del colmo del tetto. Il diametro modesto pli. Specialmente lo scavo sul Poggio
nella Necropoli Sud-Ovest e nel depo- verticali sull’orlo. Abbiamo anche dei dolii bianchi, forse databili al tardo VI e come piccoli forni.
del kalypter indica che era adoperato in un dei Cavallari ha prodotto un’abbondan-
edificio non molto grande. Datazione: 600- sito votivo II sull’acropoli, per cui è frammenti con un becco. Per quanto al V secolo. Conosciamo anche esempi Accanto alla ceramica da argilla
za di materiale del VI e V secolo che
580 a.C. probabilmente una forma limitata all’u- riguarda l’argilla, distinguiamo due aventi una grande forma aperta (sia rozza (ceramica grezza) vi è presente
era prima quasi ignoto a Satricum.

124 L’età arcaica Intorno ai templi 125


molta ceramica di argilla depurata, con 166 Olla 174 Coperchio/scodella
le due categorie principali del bucchero SA97 S21/18/2-2 (PdC I, 1997); ceramica P736-2006 (PdC II, 2006); ceramica grezza
grezza rossa; quasi completa; H 6,2, D 8,0. bruna; presa mancante, ricomposto, lacuno-
e della ceramica ad ingubbiatura rossa,
Fondo piatto spesso, parete irregolare, orlo so; H cons. 7,4, D 16.
chiamata nel passato il ‘bucchero rotondo. Questa olla molta piccola è stata Vasca a parete convessa.
rosso’. Il tipo di bucchero più frequente fatta a mano, un’eccezione sulla produzione
sul Poggio dei Cavallari è il ‘bucchero durante il VI secolo al tornio.
175 Coperchio/scodella
grigio’, con bacini carenati, brocche e SA96 S272/1/2-SL 3 (PdC I, 1996); ceramica
piccole anfore, che si datano nella 167 Bicchiere grezza rossa; integrato; parzialmente
SA96 S272/1/1 (PdC I, 1996); ceramica grezza conservato; H 4,6, D orlo 15,0, D fondo 6,0.
seconda metà del VI e nel V secolo. 199
rossa; frammenti di orlo/parete; H cons. 16,0. Parete leggermente convessa; presa o pomo,
A fronte della grande quantità di Corpo ovoidale, labbro incurvato, orlo orlo svasato tagliato inferiormente. 1:3
180 192
frammenti, vi sono solo pochi oggetti ingrossato arrotondato; una presa conserva- 1:3
1:5
integri: due scodelle, una coppa ed una ta, ma probabilmente ve ne erano due o quat-
brocca. Le due scodelle rappresentano tro. Dentro le prese si vede un orlo circolare. 176 Bacino
SA97 S21/18/1-1 (PdC I, 1997); ceramica
la forma più frequente: piede basso,
grezza arancione chiara; profilo completo;
vasca carenata e orlo abbastanza 168 Olla
H 8,0, D 30,0.
SA97 S287/3/2+3/4 (PdC I, 1997); ceramica
semplice. Come in altri siti laziali si grezza rossa; parte superiore ricomposta;
Fondo piatto, parete dilatante leggermente
distinguono due tipi di orli: uno convessa, orlo arrotondato, fascia convessa al
H 7,8, D 11,3.
lato esterno; becco parzialmente conservato
alquanto profilato verso l’esterno ed Corpo ovoidale, labbro svasato, orlo conves- 181 Teglia 186 Dolio 191 Dolio
in alto; tracce di bande di ingubbiatura bruna.
uno semplice appiattito, con una o più so; all’interno, la superficie è totalmente P734-2005 (PdC II, 2005); ceramica grezza SA96 S20/3/5-4 (PdC I, 1996); ceramica SA96 S46/5/3 (PdC I, 1996); ceramica
annerita. brunastra; frammento, profilo completo; grezza rossa; frammento di orlo; H cons. grezza rossa; frammento di orlo; H cons.15,0,
solchi/incisioni in alto.
177 Bacino H 22,5, D 43,0. 12,2, D est. 50,0-60,0. D circa 50,0.
La ceramica ad ingubbiatura rossa SA97 S21/20/2-4 (PdC I, 1997); ceramica Fondo piatto, parete quasi verticale, orlo Spalla conica, orlo convesso; incisioni Labbro svasato, orlo convesso con ingrossa-
169 Olla
inizia a Satricum, nel tardo VI secolo, grezza chiara; profilo completo; H 8,5, ingrossato angolare; decorazione a corda. intorno in alto, impronte di dita sull’interno mento all’esterno; quattro incisioni larghe e
SA97 S297/11/5 (PdC I, 1997); ceramica
come dimostrano due esempi prove- D orlo 30,0, D fondo 13,0. Perforazione circolare sopra il fondo, forse e sull’esterno dell’orlo. poco profonde sull’orlo.
grezza arancione-bruna; orlo completo/
Fondo piatto, parete convessa, orlo uno scarico del vapore.
nienti dal deposito votivo I sull’acropo- parte di parete, ricomposto; D 11,0.
arrotondato, fascia convessa al lato esterno;
li. Anche in questo gruppo la forma più Corpo ovoide, labbro svasato, orlo convesso. 187 Dolio
l’ingrossamento è dipinto in marrone.
182 Teglia SA97 S273/7/1 (PdC I, 1997); ceramica
Bucchero
frequente è la scodella semplice su un 192 Scodella
SA96 S295/20/1-1 (PdC I, 1996); ceramica grezza rossa; frammento di orlo; H cons.
piede basso. L’orlo, che può essere 170 Olla SA96 S52/11/8-SL1 (PdC I, 1996); bucchero
SA97 S35/6/1-2 (PdC I, 1997); ceramica
178 Bacino grezza brunastra; frammenti di orlo/parete; 12,5, D circa 55,0.
estroflesso o incurvato, è alquanto SA97 S21/16/5+S 21/15/6 (PdC I, 1997); H cons. 14,5, D 36,0. Collo distinto all’interno, labbro estroflesso, grigio; integra e ricomposta; H 5,7, D orlo
grezza bruna con ingubbiatura rossa; parte
conico. Anche piccole coppette su un ceramica grezza chiara; frammenti dell’orlo e Pareti ricurve, orlo orizzontale con ingrossa- orlo con ingrossamento all’esterno; cinque 15,5, D fondo 7,5.
superiore ricomposta; H cons. 17,0, D 15,5,
della parete combacianti; H 20,0, D 40,0. menti rotondi all’interno ed all’esterno; presa incisioni intorno sulla parte superiore Piede ad anello, corpo carenato, breve labbro
piede a tromba avevano forse origina- D mass. 30,0.
Parete convessa, orlo orizzontale con leggero circolare sulla parete, decorata con impronte dell’orlo. svasato, orlo leggermente ingrossato.
riamente la stessa ingubbiatura rossa Corpo globulare-ovoidale, breve labbro
di bastoncini. Gnade 1997b, 96; Gnade 2002, 185, cat.no. 2.
ingrossamento all’interno ed all’esterno;
che si ritrova anche sulle grandi broc- svasato ingrossato all’esterno.
fascia dipinta in marrone nella parte superio-
188 Dolio
che, sia quelle di argilla depurata che re all’esterno, poco sotto l’orlo.
183 Teglia SA84 S280/4-8 (PdC I, 1984); ceramica 193 Scodella
quelle di argilla dimagrita con augite. 171 Bicchiere SA97 S21/16/8-SL 2 (PdC I, 1997); bucchero
SA97 S21/17/8 (PdC I, 1997); ceramica grezza rossa; frammento di orlo; H cons.
SA97 S46/4/2 (PdC I, 1997); ceramica
Nel Lazio questo tipo di ceramica ha 179 Teglia piccola grezza brunastra; H cons. 12,1, D fondo 13,0, D min.60,0. grigio; metà ricomposta; H 4,8, D est. 17,0.
grezza arancione-bruna; frammenti comba-
P292-2006 (PdC II, 2006); ceramica grezza circa 30,0. Labbro svasato, orlo con ingrossamento Bacino carenato, labbro leggermente conca-
pochi confronti; è frequente invece a cianti dell’orlo; H cons. 11,0, D 21,0.
rossastra; ricomposta, frammenti macanti; Fondo piatto (irregolare) con presa semi- all’esterno; due incisioni poco profonde sulla vo, bordo piatto con incisione in alto.
Veio e nell’ambito falisco. Parete verticale rientrante, orlo convesso
H 6,6, D 23,0. circolare, con cinque impresioni di dita. parte superiore dell’orlo.
ingrossato all’interno; una presa conservata,
Fondo piatto, parete bassa dritta con orlo 194 Kantharos/kyathos
fra le prese decorazione a cordone. La super-
arrotondato. SA97 S21/17/7-SL3 (PdC I, 1997); bucchero
Ceramica grezza ficie all’interna è annerita. 184 Piccola teglia 189 Dolio
SA97 S280/3/4-6 (PdC I, 1997); ceramica SA96 S287/1/3-SL1 (PdC I, 1996); ceramica grigio; parzialmente conservato; H 5,0,
164 Olla
180 Teglia grande grezza grigia; profilo completo; H 5,6, grezza arancione; frammento di orlo; H cons. D 10,0.
P166-2006 (PdC II, 2006); ceramica grezza 172 Olla
P3095 (PdC I, 1996); ceramica grezza D orlo 21,0, D fondo 20,0. 14,0, D circa 60,0. Piede ad anello, carena bassa, parete legger-
arancione; profilo completo; H 28,5, D 26,0. SA97 S46/4/3-1 (PdC I, 1997); ceramica
brunastra; ricomposta, mancante dei Fondo piatto accentuato, parete quasi Angolo nel collo all’interno, labbro svasato, mente convessa; inizio di presa verticale.
Fondo piatto, corpo ovoidale, orlo dilatante; grezza arancione-bruna; qualche frammento
due cordoni alla parte superiore e inferiore frammenti e tre prese; H 14,6, D 44,0. verticale, orlo orizzontale. orlo con ingrossamento all’esterno; due
ricomposto; H cons. 18,6, D 18,0.
con impronte di dita. Fondo piatto, parete quasi verticale, orlo incisioni larghe e poco profonde sull’orlo. 195 Brocca
Corpo ovoidale, labbro svasato, orlo conves-
ingrossato arrotondato; sulla transizione SA97 S287/1/3-SL 1 (PdC I, 1997); bucchero
so ingrossato all’esterno. 185 Dolio
della base alla parete, presa triangolare grigio mal cotto; mancante dell’ansa e parte
165 Olla Gnade 2002, 190, cat.no. 78. SA96 S273/1/1-SL6 (PdC I, 1996); ceramica 190 Dolio
semi-circolare, con impronte delle dita in dell’orlo; H 13,0, D 9,0.
SA97 S20/5/3-10 (PdC I, 1997); ceramica grezza rossa; frammento di orlo; H cons. SA96 S46/1/8 (PdC I, 1996); ceramica
basso. Fra le prese vi è una perforazione Base ad anello, corpo ovoidale, collo
grezza rossa; profilo completo, 3/4 ricompo- 14,0, D circa 60,0. grezza rossa; frammento di orlo; H cons.
173 Olla circolare, forse uno scarico del vapore. concavo, orlo.
sto; H 11,0, D orlo 11,0, D fondo 7,0. Labbro svasato, orlo con ingrossamento 14,0, D circa 50,0-60,0.
SA06 S333/12 (PdC II, 2006); ceramica Gnade 2002, 188, cat.no. 45.
all’interno ed all’esterno; due incisioni, Labbro svasato, orlo convesso con ingrossa- Gnade 2002, 192, cat.no. 106.
Fondo piatto, parete curvata, orlo breve grezza rossa; annerita; H 12,5, D orlo 10,5,
leggermente dilatante; bruciato all’interno. larghe e poco profonde che circondano la mento largo a forma di fascia al lato esterno.
D fondo 5,5.
parte superiore dell’orlo.
Fondo piatto, corpo ovoidale, labbro svasato
con orlo convesso; annerita all’interno.

126 L’età arcaica Poggio dei Cavallari 127


Ceramica depurata ad ingubbiatura Pesi di telaio/rocchetti/fuseruole 211 Rocchetto 218 Fornello 221 Frammenti di doli usati come forno? anche delle tegole bianche ed il Tempio
rossa 202 Peso di telaio SA97 S35/10/2 (PdC I, 1997); impasto di SA84 S20/1/2-SL1 (PdC I 1984); impasto P313-2004 (PdC II, 2004); L 8.5, La 7.0; II sarebbe stato coperto interamente
P142-2004 (PdC II, 2004); ceramica grezza color beige; L 5,5, La 3,5; integro, bordo grezzo rosso; L 11,5, La 9,5. P454-2006 (PdC II, 2006); L 8.0, La 8.0;
196 Scodella con esse. Tuttavia, in un forno sul lato
arancione; parte inferiore o superiore; scheggiato. Frammento di un fornello. Si è conservato P676-2005 (PdC II, 2005); L 20.0, La 16.0;
SA97 S280/9/1-1 (PdC I, 1997); argilla sud-ovest dell’acropoli sono stati scava-
H cons. 5,5, La 8,0 Rocchetto a cilindro insellato con basi piane uno degli scarichi del fumo. SA04 Ritrovamenti sporadici a-b (PdC II,
depurata ad ingubbiatura rossa; profilo
Peso a forma rettangolare con croce incisa circolari. 2004); L 13.0, La 10.0; L 13.0, La 9.0. ti dei frammenti di tegole bianche
completo; H 7,0, D orlo 21,5, D fondo 11,0.
Piede ad anello svasato, carena dolce, labbro prima della cottura. 219 Fornello accanto a tegole rosse, ne seque che
quasi verticale ingrossato, orlo arrotondato. 212 Rocchetto SA84 S6/10-SL3/V472 (PdC I 1984); impasto l’antica argilla rimaneva in uso. Le
P142-2005 (PdC II, 2005); ceramica grezza; grezzo rosso; L 13,8, La 13,0, D scariche del
Pietre di costruzione?
203 Peso di telaio o mattone imbrices seguono le tegole per quanto
P143-2004 (PdC II, 2004); ceramica grezza L 3,5, La 2,5-3; integro, bordi scheggiati. fumo 2,2. Durante lo scavo e la ricognizione del
197 Scodella riguarda l’argilla. La forma più vecchia
SA96 S51/3/2 (P3031) (PdC I, 1996); argilla arancione; frammento; H cons. 7,0, La 6,5. Rocchetto a cilindro insellato con basi piane Frammento di un fornello. Tre scarichi di terreno circostante sono stati rinvenuti
circolari. fumo conservati come anche tracce degli altri
va datata probabilmente alla fine del VII
semi-depurata ad ingubbiatura rossa; metà Angolo di oggetto rettangolare. diversi oggetti di terracotta di forma
sei scarichi. La distanza fra questi buchi va da secolo, laddove a partire del VI secolo si
preservata, piede mancante, ricomposta; rettangolare. Probabilmente si tratta di
H cons. 6,7, D 24,0. 213 Rocchetto 1,5 a 2,5 cm. Il lato inferiore è coperto con usa la forma semirotonda/ovoidale.
204 Peso di telaio uno spesso strato di augite. pietra da costruzione.
Parete convessa, orlo arrotondato. P197-2004 (PdC II, 2004); ceramica grezza SA96 S285/2/1 (PdC I, 1996); impasto
chiara; integro; H 7,5, La 5,0/3,2, D buco 0,6. bruno; quasi integro; L 4,6, La 1,8-2,0. 227 Tegola
Forma rettangolare; foro passante. Forma tozza, di spessore grossomodo 222-224 Pietre da costruzione? SA06 327/1/4 (PdC I, 2006); impasto grezzo
198 Piccola scodella Grumi SA04 Sporadico (PdC II, 2004); L 24.0,
uniforme. rosso; quasi integra, ricomposta; H max. 5,0,
SA96 S37/13/1-1 (PdC I, 1996); argilla semi
Durante gli scavi di Poggio dei Cavallari La 13.0; SA06 333/6/1 (PdC II, 2006); L 11.0, L 52,0, La 45,0-46,0.
depurata arancione; tracce di ingubbiatura 205 Peso di telaio La 7.5; SA96 S300/1/2 (PdC I, 1996); L 10.5,
rossa; metà mancante, profilo completo; 214 Fuseruola II (2004-2006) sono stati ricuperati Bordi rialzati a profilo rettangolare, angolo
P198-2004 (PdC II, 2004); ceramica grezza La 8.0; SA97 S21/14/3 (PdC I, 1997); L 11.0,
molti frammenti di argilla cruda, origi- esterno appiattito. Il bordo si riduce gradual-
H 5,5, D orlo est. 11,0. chiara; integro; H 7,5, La 5,5/2,7( sopra)/3,4 SA96 S20/4/1-2 (PdC I, 1996); impasto 9.5; SA97 S42/12/1 (PdC I, 1997); L 9.0, mente e finisce a circa 10 cm dell’estremità
Coppetta con piede a tromba, orlo arrotonda- (sotto). lucente; quasi integro; H 3,4, D 3,9, nariamente usati per la costruzione La 6.5. della parte piatta della tegola.
to esteriormente ingrossato. Forma rettangolare con lati trapezoidali; D buco 0,7. delle pareti di case che consistevano di Il lato inferiore non è, come di solito, rifinito
foro passante. Forma esagonale.
un telaio di vimini con argilla applicata. con un sottile strato di minerali/pietruzze.
Anche sull’acropoli sono stati trovati Tubi
Ceramica etrusco-corinzia 215 Fuseruola
206 Peso di telaio? tali pezzi, da dividere in due tipi. 225 Frammento di tubo 228 Tegola
199 Lydion P275-2006 (PdC II, 2006); ceramica grezza SA96 S282/1/1 (PdC I, 1996); impasto P100-2005 (PdC II, 2005); impasto grezzo
SA96 S20/1/3 (PdC I, 1996); argilla depurata I grandi pezzi d’ argilla depurata forse SA06 340/3 (PdC I, 2006); impasto grezzo
arancione; H 9,5, La 8,0/6,5. lucente; H 3,5, D 3,5, D buco 1,0. rosso; H mass. cons. 9,5, D 11,6-13,6.
bianca; ricomposto; H 10,6, D orlo 8,0, rosso; quasi integra, ricomposta; H mass. 5,0,
Forma rettangolare; su un lato sono stati Forma settagonale. sono associabili alle case; i pezzi più Tubo a forma circolare con l’estremità
D mass. 8,9, D fondo 3,0. L 52,0, La 45,0-46,0.
incisi una linea e due cerchi. porosi e ricchi di minerali forse faceva- parzialmente chiusa che lascia un’apertura a
Vedi precedente.
Base conica, corpo schiacciato, collo concavo, forma ovoidale.
orlo appiattito; pittura grigia su base, collo e
216 Fuseruola no parte delle pareti delle capanne.
207 Peso di telaio SA96 S35/4/1-SL 1 (PdC I, 1996); piombo; I pezzi di Poggio dei Cavallari II sem-
bordo (anche all’interno). Questo tipo è 229a Coppa
P357-2004 (PdC II, 2004); ceramica grezza H 2,0, D 2,2. 226 Frammento di tubo
diffuso nel Etruria durante la seconda metà brano far parte della prima categoria. SA06 316/2/1 (PdC II, 2006); impasto grezzo
chiara; H 7,5, La 5,0/3(sopra)/4(sotto), Forma conica appiattita. SA84 S54/6-SL2 (PdC I, 1984); impasto
del VI secolo a.C. rosso; parte superiore, ricomposta; L 39,5,
Gnade 2002, 192, cat.no. 97. D buco 0,8. grezzo rosso; parte superiore; L 9.0, La 12.0,
220 Grumi con impronte di rami La 15.
Forma rettangolare; foro passante D est. 16,0.
P52-2005 (PdC II, 2005); L 9,0, La 6,0; Forma ovoidale crescente in larghezza fino
eccentrico. Fornelli Tubo a forma circolare, liscio all’interno, con
200 Scodellina P55-2006 (PdC II, 2006); L 5,5, La 5,0; alla estremità finale.
Del periodo precedente conosciamo costole orizzontali all’esterno; bordo inferio-
SA96 S46/1/4 (PdC I, 1996); argilla depura- P524-2005 (PdC II, 2005); L 5,0, La 5,0; re piatto: manca la parte di attacco con l’altro
ta bianca con ingubbiatura rossa-bruna; pro- 208 Peso di telaio vari fornelli, mentre sono quasi intera- SA96 S37/18/1 (PdC I, 1996); fr. 1: L 15,0, elemento. 229b Coppa
filo completo; H 3,4, D orlo 9,4, D fondo 7,0. P405-2005 (PdC II, 2005); ceramica grezza mente sconosciuti nel VI e nel V secolo La 12,0; fr. 2: L 8,0, La 8,0. SA96 S37/17/3 (PdC II, 1996); impasto
Base ad anello, vasca bassa con parete chiara; H 7,5, La 4,5 (sopra)/5 (sotto), a Satricum. Durante gli scavi di Poggio grezzo rosso; frammento; L 12.0, La 11.0.
spreading, orlo arrotondato ingrossato. D buco 0,8.
dei Cavallari sono stati trovati una Tegole Forma semirotonda con l’orlo a taglio obliquo
Pittura all’interno ed all’esterno, l’orlo della Forma rettangolare; foro passante Frammenti di forno? sul lato interno.
base ad anello e bordo risparmiati. Databile
ventina di frammenti di fornelli del tipo Tegole del VI e del V secolo sono note
più comune che si trova no anche in Dopo l’aratura attorno al terreno di in vari colori e diverse esecuzioni. Tutti
al VI secolo a.C. 209 Peso di telaio
Gnade 2002, 195, cat.no. 148 (con numero altri posti del Lazio e dell’Italia meri- scavo, sono stati trovati pezzi sporadici i tipi hanno un bordo stante al lato
SA84 S21/6/4-2 (PdC I, 1984); impasto Bronzi
sbagliato). rosso; parte superiore conservata; H cons. dionale, il tipo IIA di Scheffer. di argilla cotta di una forma particolare. lungo, ma la forma di tale bordo può 230 Fibula ad arco ingrossato
6,5, La 4,0/4,7, D buco 0,7. La maggior parte dei resti hanno un lato differire. Si assume in generale che le B79/SA84 S46/6/2-SL1 (PdC I, 1984);
201 Piatto Forma trapezoidale, con croce incisa prima
217 Fornello liscio a profilo cancavo e un lato grezzo. tegole rosse sono quelle più vecchie. bronzo; quasi integra; L 5,1.
SA97 S21/16/8 (PdC I, 1997); argilla della cottura sul lato superiore; foro Potrebbe trattarsi di una forma chiusa a Fibula ad arco leggermente ingrossato e a
P43/P52-2004 (PdC II 2004); impasto grezzo In questa loro fase hanno una forma
depurata arancione; H cons. 5, D est. 23,0. passante. lunga staffa.
arancione; ricomposto da 10 frammenti; pareti spesse, per esempio un dolio, ‘semplice’ e sono anche riconoscibili
Bacile carenata con alto labbro estroflesso. H 19,0, La 12,0, D ca. 30. con il lato interno liscio e quell’esterno per le inclusioni di palline ferree. Forse
210 Peso di telaio Un quarto della parte superiore di un fornello
lasciato grezzo. La maggior parte dei 231 Fibula a sanguisuga
SA96 S20/3/5-2 (PdC I, 1996); impasto troncoconico, a calotta aperta, con uno dei questo tipo andrebbe datato nel tardo SA96 S286/2/1-SL1 (PdC I, 1996); bronzo;
arancione; H 12,0, La 6,0/6,0, D buco 1,0. tre sostegni. Uno degli appoggi interni si è frammenti mostrano tracce di bruciatu- VII o nella prima metà del VI secolo. A ago mancante; L 4,2, Sp 0,6.
Forma trapezoidale? con lettera A incisa conservato come anche uno scarico di fumo. ra di colore violaceo. Forse questi dolii partire dall’introduzione dell’argilla con Fibula a sanguisuga con decorazione incisa a
prima della cottura sul lato superiore. Il tipo è attribuito, in letteratura, al secondo sono stati usati come forni. zigzag.
quarto del VII secolo e dopo, ma in base
augite, questa argilla, con le inclusioni
all’argilla la datazione può essere posticipata di palline ferree, va fuori uso. Nel tardo
nel tardo VI o nel V secolo. VI o nel primo V secolo si producono

128 L’età arcaica Poggio dei Cavallari 129


L’età post-arcaica (stemmed dish) datato a partire dalla
fine del VI fino alla metà del V secolo.
Si trovano anche in una variante locale
pesi di telaio, presenti in quattro tombe.
Per ora sono quasi gli unici oggetti che
aiutano nella identificazione del sesso
Tomba 7
Tomba a fossa con quattro buchi
rettangolari negli angoli nel fondo,
con orlo leggermente rientrante: sono del defunto dove la ceramica non offre disturbata da scavi clandestini. Secondo
29 esemplari presenti più spesso in aiuto per la differenziazione sessuale e lo scavatore il corredo consisteva di
tombe di bambini, spesso in più esem- i resti dello scheletro sono spesso in un solo vaso, un kantharos tipo
plari. Tutti i vasi presenti nelle tombe cattivo stato di conservazione. Di fibule St. Valentin, e di due pesi di telaio.
del V secolo a.C. trovano confronti nel ne sono stati trovati solo 40 esemplari I buchi mostravano ancora delle tracce
deposito votivo II sull’acropoli. divisi in 31 tombe e prodotte in bronzo nere dei piedi della cassa di legno.
Oltre alle categorie di probabile e in ferro, praticamente quasi tutti mal
produzione locale, le tombe hanno conservati. 233 Kantharos vicino al tipo St. Valentin
anche vasi d’importazione come le Notevoli sono gli oggetti miniaturi- P373 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 7, 1981);
argilla ben depurata beige-rosata; ricompo-
anfore etrusche presenti in tre esem- stici in piombo fra cui accette e punte
sto, metà mancante, vernice nera sbiadita;
plari e probabilmente usate come identificate come punte di lancia in H 9,4, D 10,4.
‘gravemarker’ nei casi di gruppi di miniatura. Tali oggetti ricorrono in Piede ad anello scanalato; verniciato in nero
tombe familiari, alcuni vasi di ceramica tombe di bambini e come tali sono con decorazione sovradipinta in rosso di una
a vernice nere associati con il consumo foglia di palma in un pannello verticale.
ritenute loro offerte tipiche e fabbricati
CatSatricum 1982, 152, no. 32; Gnade 1992, 139,
Le tombe sono i doni funebri più diffusi. Quasi più in siti lungo l’itinerario nord-sud del vino e provenienti da botteghe specificatamente per il loro corredo no. 1.
ogni corredo conteneva una scodella o delle valli del Sacco e del Liri e a Frosi- operanti nella Campania, cioè kylikes, tombale. Agli stessi oggetti viene attri-
La ceramica un’olletta, talvolte presenti in due none. Gli esemplari della necropoli skyphoi e brocche, uno o due vasi attici buito un significato speciale in quanto 234-235 Due pesi di telaio a forma rettango-
Il vasellame complessivo rinvenuto esemplari e spesso insieme. In totale sono prodotti locali e imitano una dalla Grecia e un’anfora massiliana si riferivano al ‘futuro’ ruolo di guerrie- lare con foro passante longitudinale ai
nelle tombe nella Necropoli Sud-Ovest sono state trovate 103 scodelle (25 % forma in bucchero delle aree limitrofe della Francia meridionale, presente ro del bambino. Sia la presenza nella tre quarti dell’altezza.
di Satricum consiste per lo più di vasi del totale) e 70 ollette (17 %). del Lazio, valle del Volturno e la Cam- solo in frammenti. Oltre a dare un’indi- tombe infantili di questi armi che la V96 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 7, 1981);
noti dal repertorio laziale. Si tratta in Nei diversi tipi di olla destinate a pania. La particolare distribuzione di cazione sullo status sociale del defunto, presenza di vasi, spesso in quantità argilla grezza arancione e bianca; integri;
genere di ceramica d’uso comune stoccaggio rientrano quelle più grande questo tipo di vaso, con Satricum come tali vasi forniscono anche una datazio- maggiore, in confronto ai corredi di H 7,8-8,5, D 5,9-6,2.
Due pesi di telaio a forma rettangolare.
utilizzata per mangiare, bere e per lo di argilla grezza con decorazione a unica eccezione nella pianura laziale, ne alle tombe. Di regola sono stati adulti sottolineano la posizione impor- CatSatricum 1982, 154, no. 41; CatSatricum
stoccaggio. Sono realizzate secondo bugne sulla spalla. Sono presenti in 26 attribuisce all’anfora un significato trovati nelle tombe più ricche. Sono tante dei bambini nella società volsca 1985, 254; Gnade 1992, 140, no. 2.
tipologie diverse utilizzando argille che esemplari, in sette o otto casi come speciale che permette l’identificazione presenti però in un numero percentual- del V secolo a.C. a Satricum.
dopo la cottura assumono colori diver- l’unico vaso del corredo. Altri tipi di del vaso come oggetto di collegamento mente molto basso a confronto con il
si. Accanto ad esemplari realizzati in olle caratteristiche per la necropoli cosciente con il paese ancestrale dei numero di quelli locali. Tomba 8
argilla piuttosto ben depurata di colore sono le olle stamnoidi di argilla depura- defunti nella necropoli, cioè, per cosi Come detto le ollette ovoidi dimo- La Necropoli Sud-Ovest Tomba a fossa con quattro buchi
bianco, rosato o arancione (l’ultimo ta a pareti sottili con anse verticali dire, come un indizio emblematico strano spesso chiare tracce d’uso, rettangolari negli angoli nel fondo,
spesso con un’ingubbiatura rossa), (in numero 31) e le olle forate di argilla dell’identità volsca dei morti. Il vaso ha mentre alcune presentano resti di Tomba 4 disturbata da scavi clandestini.
ne figurano anche in bucchero d’imita- depurata con ingubbiatura rossa che si il suo precursore arcaico nell’entroter- carbone o uno strato nero all’interno Tomba a fossa semplice disturbata da Il corredo consisteva di cinque vasi.
zione e in ceramica grezza. Quelle di distinguono dagli altri tipi per disegno ra appenninico, più specificamente del vaso. Non è chiaro se queste tracce scavi clandestini. Il corredo consisteva
ceramica grezza sono di una argilla e qualità di esecuzione (in numero 49). nella necropoli di Alfedena. siano il risultato del loro uso nella vita in un solo vaso del tipo di grande olla 236 Scodella
bugnata (per un vaso simile vedi le P214 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 8, 1981);
con inclusi (per lo più di augite) che Hanno un labbro forato con quattro Al riguardo i vasi potori, le brocchet- quotidiana o se si tratti delle rimanenze argilla depurata arancione; ingubbiatura
varia fra il color arancione e rossastro, fori. Non è molto chiaro a quale scopo te minaturistiche sono le più numerose di un pasto funebre (l’analisi delle tombe 8, 6, 84). rossastra; ricomposta e integrata, ingubbiatu-
talvolta con ingubbiatura rossa. servivano questi fori, è stato però con 36 esemplari. Sono state trovate rimanenze non ha fornito una risposta ra sbiadita; H 5,7-6,4, D 17,0-17,4.
Le olle sono tra le forme di vaso più suggerito che servissero per la ventila- sia in tombe di bambini sia in tombe univoca). Vista però la morbida qualità 232 Olla bugnata Piede svasato con orlo ingrossato, corpo
P375 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 4, 1981); leggermente carenato, orlo arrotondato;
correnti nella necropoli. Fanno parte di zione durante un processo di fermenta- di adulti insieme con la ceramica di dell’argilla spesso anche molto polve-
argilla grezza bruna; ricomposta e integrata; ingubbiatura rossa all’interno e un nastro
una lunga tradizione etrusco-laziale e zione. L’orlo del vaso sarebbe stato dimensioni normali. Avrebbero una rosa, sembra che la maggior parte dei H 31,5-32,5, D 23,0. all’esterno sulla metà superiore.
compaiono in diversi tipi. Il più nume- coperto da una scodella tipo coperchio. funzione speciale nel rituale dell’inu- vasi sia stata prodotta specialmente per Fondo piatto, corpo ovoide con tre bugne CatSatricum 1982, 149, no. 11; CatSatricum
roso gruppo è quello dell’olletta ovoide L’olla forata non conosce confronti mazione collegato alla libagione. Le il corredo tombale. Quanto detta vale sulla spalla, labbro leggermente svasato con 1985, 144, no. 242; Gnade 1992, 142, cat.no. 4.
orlo ingrossato.
di ceramica grezza. A giudicare dalle nell’area laziale. brocche di dimensioni normali sono sicuramente per le forme in miniatura
CatSatricum 1982, 150, no. 21; CatSatricum
tracce di bruciatura sul fondo e sulla Va menzionato un vaso particolare limitate a sette esemplari, quasi tutti nelle tombe dei bambini. 237 Coppetta miniaturistica detta anche
1985, 143, no. 239; Gnade 1992, 137, no. 1.
superficie interna in alcuni esemplari che spicca sia a causa della sua consi- con una bocca trilobata e in un caso ‘saliera’
P215 (Necropli Sud-Ovest, tomba 8, 1981);
(specialmente quelli piccoli) si direbbe stente presenza (33 esemplari), sia per- solo con becco a cartoccia (un esempio Altri oggetti
argilla depurata beige-giallastra; verniciata in
che sono state usate come pentole. chè è sconosciuto nell’ambito laziale. piccolo a vernice nera). Oltre alla ceramica, i corredi presenta- nero tendente al bruno per cattiva cottura;
Insieme alle scodelle su piede ad anello Si tratta dell’anforetta a doppio baston- Un’ultima categoria ampiamente vano anche oggetti personali ma solo ricomposta; vernice sbiadita; H 3,0, D 6,4.
esistenti in varie dimensioni e colori e cello con corpo biconico-globulare ed diffusa consiste nelle coppette su piede in pochi casi. Si tratta di armi di ferro, Piede ad anello, vasca a profilo curvato.
alto labbro svasato che si trova per lo CatSatricum 1982, 153, no. 40; CatSatricum
utilizzate per mangiare, queste ollette a tromba derivate da un tipo attico presenti in 16 esemplari, e fuseruole e
1985, 145, no 248.1; Gnade 1992, 142, no. 5.

130 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 131


238 Olla bugnata CatSatricum 1982, 151, no. 27; CatSatricum CatSatricum 1982, 149, no. 17; Gnade 1992,
P219 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 8, 1981); 1985, 143, no. 238; Gnade 1992, 143, no. 1. 148, no. 5
argilla grezza brunastra-arancione, ricompo-
sta ed integrata; H 21,3-22,3, D 21,5.
242 Anforetta 245 Olletta ovoide
Fondo piatto, corpo ovoide con tre bugne
P217 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 10, 1981); P223 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 13, 1982);
sulla spalla, labbro svasato curvilineo con orlo
bucchero mal cotto; ricomposto e integrato; ceramica grezza bruna; quasi integra: manca
ingrossato.
H 8,2, D 8,0. pezzo dell’orlo; H 12,2, D 12.
CatSatricum 1982, 150, no. 22; CatSatricum
Piede svasato, corpo biconico-globulare, alta Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato
1985, 143, no. 239; Gnade 1992, 141, no. 1
labbro svasato rettilineo; due anse sormontati rettilineo, orlo arrotondato; interno nero per
a doppio bastoncello. bruciatura.
233 234-235 236
239 Scodella monoansata CatSatricum 1982, 150, no. 26; Gnade 1992, Gnade 1992, 148, no. 6 1:3 1:3 1:3
P221 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 8, 1981); 143, no. 2.
ceramica depurata biancastra a vernice nera;
246 Anforetta
ricomposta ed integrata; vernice nera
P555 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 13, 1982);
svanita; H 4,2, D 11,4. Tomba 11 argilla grezza rossa-brunastra; integra;
Piede ad anello, vasca appiattita a profilo Tomba a fossa con banchine sui lati H 15,0, D 15,2.
curvato, ansa ad anello impostata orizzontal-
mente sotto l’orlo.
lunghi, conservata per solo m 0,30 in Fondo piatto, corpo schiacciato globulare,
profondità. Sul fondo erano presenti alto collo cilindrico, orlo ripiegato verso
CatSatricum 1982, 152, no. 31; CatSatricum
l’esterno; due anse verticali a doppio baston-
1985, 144, no. 243; Gnade 1992, 141, no. 2. tracce nere della cassa di legno e resti cello impostate sulla massima espansione del
dello scheletro in posizione supina di corpo e sulla spalla.
240 Olletta un adulto di circa 17-21 anni. Il corredo CatSatricum 1982, 148, no.3; Gnade 1982, 147, 237 239
P222 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 8, 1981); consisteva in un’olla stamnoide colloca- no. 1. 1:3 1:3
argilla grezza bruna, ricomposta; H 11,5, D 11,5.
ta sulla banchina. Il morto portava una
Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato
fibula di bronzo e un oggetto di piombo 247 Olletta
rettilineo, orlo curvilineo; parzialmente nera
P556 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 13, 1982);
per bruciatura. forato a forma di un fegato interpretato
ceramica grezza bruna; integrata; H 14,5,
CatSatricum 1982, 148, no. 7; CatSatricum come amuleto (cat.no. 243). Amuleti di D 13,0.
1985, 144, no. 244; Gnade 1992, 141, no. 3.
piombo sono stati rinvenuti in due altre Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato
tombe (vedi tombe 123 e 141). rettilineo, orlo ingrossato e arrotondato;
deformata; resti di carbone all’interno.
Tomba 10 CatSatricum 1982, 148, no. 5; Gnade 1992, 147,
Tomba a fossa con banchine sui lati 243 Amuleto di piombo no. 2.
SL6 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 13, 1981);
lunghi, disturbata da scavi clandestini.
piombo; molto corroso; D 2,1, Sp 0,7.
Secondo lo scavatore il corredo consi- Oggetto di piombo a forma di fegato, con 248 Scodella
steva in 8-9 vasi posti sulla banchina foro passante. P557 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 13, 1982);
occidentale, due dei quali sono stati Gnade 1992, 145, no. 3, Pl. 12, Fig. XXXIII argilla porosa piuttosto depurata, arancione,
ingubbiatura rossa; integrata, superficie
riportati e esposti nella mostra: un abrasa; H 5,5-6,5, D 17,7-18,4.
oinochoe di bucchero, l’unico esempla- Tomba 13 Piede ad anello svasato con orlo ingrossato, 240 238 242
re della necropoli, e un’anforetta con vasca a profilo curvato. 1:3 1:3 1:3
Tomba a fossa con una banchina sul
anse a doppio bastoncello di bucchero CatSatricum 1982, 149, no. 13; Gnade 1992,
lato breve occidentale, parzialmente 147, cat. no. 3.
malcotto. L’anforetta costituisce una disturbata da scavi clandestini. Il corre-
delle forme caratteristiche della cera- do consisteva in cinque vasi che sono
mica nelle tombe del V secolo a.C. Era tutti presentati nella mostra. Fra i soliti Tomba 16
presente in almeno 30 tombe, talvolta vasi, olletta e scodella, ognuno presen- Tomba a fossa con una banchina sul
in due esemplari, ed è presente in tre te in due esemplari, si trova un’anfora lato breve occidentale. Sul fondo della
esemplari nella mostra (vedi tombe 13, con anse a doppio bastoncello di fossa tracce nere di una cassa rettango-
59, 167b). ceramica rossa-brunastra (cat.no. 246), lare di legno e resti di uno scheletro di
243
forma unica nella necropoli e senza una donna di circa 35 anni in posizione 1:1
241 Brocca di bucchero a bocca trilobata confronti nell’area laziale. supina. Il corredo consisteva in un solo
P216 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 10, 1981);
vaso, una olla stamnoide di bucchero,
bucchero; ricomposta ed integrata, mancano
parte del collo di fronte e del becco; dan- 244 Scodella collocato nell’angolo sul fondo della
negggiato il piede; H 20,2, D 12,0. P220 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 13, 1982); fossa.
Piede ad anello, corpo piriforme, alta spalla argilla depurata arancione; ingubbiatura
arrotondata, breve collo cilindrico, bocca rossa; ricomposta ed integrata; superficie
trilobata, ansa verticale a nastro leggermente abrasa e consumata; H 4,4-5,0, D 13,1.
sormontante. Piede ad anello svasato, vasca a profilo
leggermente carenato, orlo arrotondato. 244 245
1:3 1:3 246
1:3

132 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 133


249 Olla stamnoide trapezoidale che si allarga verso il taglio sot- Corpo ovoide, breve collo, labbro svasato
P1045 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 16, tile, un lato dritto, l’altro svasato; nella sezio- ingrossato con orlo arrotondato, due anse
1983); bucchero mal cotto; H 18,5, D 16,0. ne longitudinale si assottiglia verso il taglio. piccole a sezione circolare impostate
Piede a disco concavo al di sotto, corpo Gnade 1992, 154, no. 10. verticalmente sulla spalla.
ovoide, labbro svasato leggermente ingrossa- CatSatricum 1982, 148, no. 1; Gnade 1992, 173,
to, orlo piatto, due anse oblique a forma no. 2.
semi-circolare impostate sulla spalla. Tomba 31
CatSatricum 1985, 143, no. 240; Gnade 1992, Tomba a fossa semplice di una larghez- 254 Piccola scodella attica monoansata
152, no. 1.
za alquanto piccola (m 0,50-0,60). S.N.02 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 35a,
Solo il fondo è stato conservato. Il 1982); argilla depurata arancione; vernice
nera; ricomposta; fondo bucato; superficie
Tomba 17a-b corredo consisteva in un’anforetta ad abrasa, vernice quasi svanita; H 3,2, D 7,8.
Tomba infantile collocata sul livello anse a doppio bastoncello di bucchero Piede ad anello, vasca appiattita a profilo
superiore di due altre tombe di adulti malcotto trovata in frammenti nell’an- curvato; ansa ad anello impostata orizzontal-
(tombe 17b e 35), che insieme costitui- golo della tomba e una lancia di ferro mente sull’orlo. Pezzo d’importazione greca.
Datazione: 430-400 a.C.
scono un gruppo familiare. La tomba collocata sul fondo della fossa, a metà 247 248 249
CatSatricum 1982, 151, no. 30.
era fornita di un ricco corredo consi- lungo il lato lungo. La lancia è una 1:3 1:3 1:3

stente in sette vasi, per lo più di dimen- delle poche armi reali rinvenute nella
sioni piccole e due oggetti miniaturistici necropoli (in totale 16 esemplari). Tomba 45
di piombo fra cui un’accetta (cat.no. Tomba a fossa semplice con vaghe
251) e una punta identificata come 252 Punta di lancia tracce di una cassa di legno e resti di
punta di lancia in miniatura. Tali ogget- V162 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 31, 1981); uno scheletro di una donna di 21-25
manca la punta, ferro molto corroso; L. 33,3,
ti di piombo ricorrono spesso in tombe anni. Si è conservata solo la parte
La 4,5, D 2.0.
di bambini per cui sono stati identificati Punta di lancia di ferro con lama foliata.
inferiore della tomba con frammenti
come offerte tipiche per bambini, fab- CatSatricum 1982, 145, no. 42; Gnade 1992, di due scodelle, una fibula di bronzo
bricati specificatamente per il corredo 170, 2. e una fuseruola (cat.no. 255), una
tombale (vedi anche le tombe 52, 57, delle due rinvenute nella Necropoli 250
70, 120, 123, 143a e 167a per simili Sud-Ovest. 1:3
Tomba 35b
oggetti miniaturistici di piombo). Tomba a fossa con quattro buchi
Avevano un significato speciale che 255 Fuseruola
rettangolari negli angoli nel fondo. Sul V167 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 45, 1982);
probabilmente si riferiva al ‘futuro’ fondo della fossa e dentro i buchi erano impasto nero; ricomposta; H 2,2, D 2,6.
ruolo di guerriero del bambino. Tra i presenti le rimanenze nerastre alquan- Fuseruola a forma biconica con foro passante.
vasi c’era una kylix a vernice nera data- to ben conservate della cassa di legno Gnade 1992, 189, no. 3, pl. 12, fig. XXXII.
bile al 475-450 a.C. Dal corredo vasco- (vedi Capitolo IV, Fig. 6). A parte la
lare è esposta una pelike in miniatura a presenza di vasi di dimensioni piccole Tomba 52a
vernice nera, forma unica nella necro- nello strato di riempimento superiore Tomba a fossa grande sovrapposta ad
poli (cat.no. 250) e probabilmente della tomba e attribuiti ad una deposi- un’altra tomba (tomba 52b). Tracce
proveniente dalle colonie greche zione infantile sul livello superiore nere della cassa di legno sono state
dell’Italia meridionale. (vedi sopra tomba 17a), la tomba con- trovate nel riempimento della tomba
teneva due grandi vasi, un’olla bugnata inferiore sottoposta. Vista la presenza
250 Pelike miniaturistica e un’anfora etrusca da trasporto.
P489 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 17a[?], nello strato superiore del riempimento
1982); argilla depurata rosata; ricomposta e
L’anfora ha un confronto nella tombe della tomba di una’accetta miniaturisti-
integrata; vernice nera abrasa; H 7,4, D 6,2. 64. Serviva forse come ‘gravemarker’ ca e una punta in piombo, reperti di
Piede ad anello, corpo globulare, collo del nucleo tombale familiare che solito associati con tombe di bambini,
concavo, labbro estroflesso; anse a nastro consisteva di tre tombe (tombe 17a e b
verticalmente impostate sulla spalla e sotto il è stato suggerito che la deposizione
labbro; vernice nera, fondo risparmiato.
e tomba 35). Il reperto più cospicuo era del livello superiore della tomba 52a
CatSatricum 1982, 152, no. 34; CatSatricum un coltello di ferro, l’unico finora nella sia infantile. Il corredo della tomba 253
1985, 145, no. 248.2; Gnade 1992, 154, no. 8 necropoli, trovato sul fondo della fossa consisteva in tre vasi posti sul fondo 1:6
(non esposto). della fossa, lungo il lato breve: una
251 Accetta miniaturistica di piombo olletta, una olla forata e una kylix a
V160 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 17a, 253 Anfora etrusca
1982); scheggiata sulla parte posteriore e sul
vernice nera di datazione 470-450 a.C.
P532 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 35b, 1982);
taglio; L 3,0; La mass. 1,2, Sp 0,4-0,8. argilla grezza rossa-brunastra-arancione;
Parte posteriore a sezione rettangolare, foro ricomposta, fondo mancante; H 60,0, D 35,0. 252 254 255
longitudinale tondo per il manico; piatta lama
1:3 1:3 1:1

134 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 135


256a Accetta miniaturistica V161 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 57 o 58, tomba più ricca della necropoli con un
V137 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 52a, 1981); piombo; punta e parte dell’asta mancan- corredo di almeno 24 vasi, spesso di
1982); piombo; parte posteriore e taglio ti, parte inferiore curvata, molto corrroso;
dimensioni piccole. La tomba è la più
scheggiati, corroso; L 2,7, Sp 1,1-0,8 L 6,8, D 0,2-0,5.
Parte posteriore a sezione rettangolare, foro Asta cava con incastro circolare assottiglian- recente di un gruppo di almeno cinque
longitudinale tondo per il manico; piatta lama dosi verso la punta a sezione quadrangolare. tombe intersecate tra loro (tombe 62,
trapezoidale che si allarga verso il taglio sot- 64, 111, 125 e 126) che probabilmente
tile, un lato dritto, l’altro svasato; nella sezio-
appartenevano ad un nucleo familiare.
ne longitudinale si assottiglia verso il taglio. Tomba 59
Oltre a molte coppette con piede a
Tomba a fossa profonda con due
tromba (tre esposte) e scodelle piccole,
256b Punta di piombo banchine lungo i lati lunghi. Il corredo
V136 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 52a,
tre anforette piccole ad anse a doppio 257-258
consiste in cinque vasi collocati sulla 1:1
1982); piombo; punta mancante; corrosa; bastoncello, due brocche miniaturisti-
banchina all’angolo della tomba e di
L 8,7, D 0,3-0,8. che e una olla forata, la tomba contene-
Asta cava con incastro circolare assottiglian- una fibula di bronzo rinvenuta sul
va una brocca piccola a becco a cartoc-
dosi verso la punta a sezione quadrangolare. fondo della tomba. Fra i vasi del corre-
cia a vernice nera, l’unica esemplare
do sono due olle forate (una esposta)
della necropoli, ed una kylix a vernice 259
e un’anforetta ad anse a doppio 1:3
Tombe 57 nera con datazione di 425-400.
bastoncello, tutti e tre vasi tipici per
Tomba a fossa grande con quattro
le tombe del V secolo a.C. e senza con-
buchi rettangolari negli angoli del 262 Coppetta su piede
fronti nell’area laziale. Inoltre c’erano P1157 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62,
fondo. La tomba taglia la parte occi-
una scodella di bucchero e una brocca 1983); argilla depurata arancione; ricompo-
dentale della tomba 58 identificata sta; 4,5, D 8,6.
miniaturistica, identificabile come vaso
come una tomba di bambino per la Piede a tromba, concavo al di sotto, vasca
di libagione.
presenza di almeno 11 piccoli vasi e due larga, orlo ingrossato all’esterno..
punte di piombo, corredo asssociato CatSatricum 1985, 144, no. 247; Gnade 1992,
259 Olla forata no. 7.
sempre a defunti infantili. A causa dell’ P1110 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 59,
intersezione delle due tombe è possibi- 1983); argilla depurata arancione ad ingub-
263 Coppetta su piede
le che parte del corredo della tomba 58 biatura rossa; ricomposta, mancante della
P1164 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62,
sia andata nel riempimento della tomba parte dell’orlo; H 26,3, D 24,0.
1983); argilla semi-depurata, arancione con
Piede a disco, corpo piriforme, labbro svasato
57, fra cui le due punte di piombo rettilineo con quattro fori passanti.
ingubbiatura brunastra; ricomposta, piede
(cat.nn. 257-258). Le due tombe fanno scheggiato, consumata; H 3,8, D 9,0.
Gnade 1992, 213, no 1
Piede a tromba, vasca a profilo curvato,
parte di un gruppo più numeroso di
orlo ingrossato all’esterno.
almeno sei tombe marcate, forse, da 260 Scodella Gnade 1992, 219, no. 5.
260 261 262
1:3 1:3 1:3
una grande anfora. Questa ricostruzio- P1125 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 59,
ne si basa sulla presenza in supericie di 1983); bucchero mal cotto; ricomposta ed
integrata; H 4,5, D 12,5.
264 Brocca a becco a cartoccia
frammenti di una grande anfora massi- P1179 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62,
Piede svasato ad anello; corpo a profilo
liana (vedi anche le tombe 35 e 64 per carenato; orlo arrotondato.
1983); H 13,5, D 6,8; integra, ansa ricostruita;
una ricostruzione simile, per via della vernice nera abrasa.
CatSatricum 1985, 144, no. 242; Gnade 1992,
Fondo piatto, corpo slanciato, spalla alta,
presenza di un’anfora etrusca). La 213, no.5.
collo cilindrico leggermente concavo, becco a
tomba conteneva inoltre una grande cartoccia; ansa verticale a nastro leggermente
olla bugnata e una olla forata. 261 Anforetta sormontante.
P1141 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 59, CatSatricum 1985, 144, no. 246; Gnade 1992,
1983); bucchero malcotto; ricomposto; 220, no. 15.
257 Anfora massiliana H 10,0, D 10,0.
P346 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 57, 1981); Piede a disco svasato, corpo quasi biconico,
argilla grezza biancastra con molti inclusi; alto labbro svasato, orlo arrotondato, due
265 Kylix
frammento del fondo, ricomposto; H cons. P1184 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62,
anse a doppio bastoncello sopraelevate.
18,5, D est. 33,5. 1983); H 3,5, D 10,8; intera, anse ricomposte;
CatSatricum 1985, 143, no. 237; Gnade 1992,
Piccolo piede a disco svasato; corpo vernice molto lucida, abrasa.
213, no. 2.
probabilmente tondo ovoide. Kylix a vernice nera ad anse orizzontali a
CatSatricum 1982, 148, cat.no 2; Gnade 1992, bastoncello a forma quadrangolare, con
208, no. 1 estremità sopraelevate; a vernice nera con
Tomba 62
fondo esterno forse risparmiato. Datazione:
Tomba a fossa piccola con nicchia nella 425-400 a.C.
257-258 Punte di piombo parete lunga occidentale e con due CatSatricum 1985, 144, no. 245; Gnade 1992,
V245 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 57 o 58,
banchine lungo i lati lunghi. La tomba 220, no. 17.
1981); piombo; punta e parte dell’asta
mancanti, molto corroso; L 6,5, D 0,3-0,6. apparteneva ad un bambino ed è la 263 264 265
1:3 1:2 1:3

136 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 137


266 Coppetta su piede CatSatricum 1985, 144, no. 241; Gnade 1992, una olletta e una olla forata che forse è
P1218 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62, 222, no. 6. attribuibile alla tomba 71 che taglia la
1983); H 5,0, D 8,6.
tomba 70. La presenza di due accettine
Piede a tromba, vasca troncoconica, orlo
ingrossato all’esterno. Tomba 64a-b miniaturistiche di piombo (cat.no. 274)
Gnade 1992, 218, no. 3. Tomba a fossa alquanto grande e nello strato superiore del riempimento,
profonda con quattro buchi rettangola- reperti di solito associati con tombe di 266 268
bambini, suggerisce una deposizione 1:3 1:3
267 Piccola scodella ri negli angoli nel fondo. Sul fondo
P1219 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62, infantile dentro la stessa tomba.
della fossa c’erano tracce nere della
1983); argilla depurata bruna pallida; integra;
H 4,0, D 9,5. cassa di legno e i resti di uno scheletro
Piede ad anello svasato, vasca a profilo di un adulto di 21-25 anni. Nei vari 274 Due lamette di piombo
Sl2 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 70, 1983);
leggermente carenato, orlo arrotondato. livelli dentro il riempimento sono stati L 2,6; La mass. 0,9; L 2,2; La mass. 0,8.
Gnade 1992, 221, no. 23.
rinvenuti chiodi di ferro (15 in totale ) Due lamette probabilmente di una’accetta
usati per la costruzione della cassa. miniaturistica a doppio taglio. Parti posteriori
268 Scodella La tomba fa parte di un nucleo familia- quadrangolari in sezione con foro longitudi-
P1220 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62, nale tondo per il manico; piatte lame trape-
1983); argilla semi-depurata rossa-arancione re di almeno cinque tombe (62, 64, 111, zoidali, lati dritti che si allargono verso il
ad ingubbiatura rossa; integra; supeficie 125, 126) fra cui la più ricca tomba della taglio, in sezione longitudinale si assottiglia-
consumata; H 6,0, D 17,5. necropoli, di un bambino, con almeno no verso il taglio.
Piede ad anello con orlo ingrossato, vasca a Gnade 1992, 236, no. 5.
24 vasi (vedi sopra, tomba 62). Il ritro-
profilo curvato, orlo arrotondato.
Gnade 1992, 220, no. 16.
vamento di sette vasi piccoli nello
strato superiore del riempimento della Tomba 76 267 270 271
269 Piccola scodella tomba 64, suggerisce la presenza di Tomba a fossa semplice con corredo 1:3 1:3 1:4
P1239 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62, un’ altra deposizione infantile della consistente in almeno cinque vasi posti
1983); argilla depurata rosea ad ingubbiatura quale non sono rimaste tracce (tomba lungo il lato lungo della fossa: una
rossa; ricomposta, consumata; H 4,7, D 8,7. 64a). Oltre una grande anfora da tra-
Piede ad anello, vasca profonda a profilo grande olla stamnoide (esposta nella
sporto, usata forse come ’gravemarker’ mostra), una olla forata, una olletta,
curvato, orlo arrotondato.
Gnade 1992, 221, no. 20. del nucleo tombale (vedi le tombe 35 una scodella, un bicchiere con quattro
e 57 per una ricostruzione simile), prese e una brocca.
270 Scodella la tomba conteneva anche una grande
P1250 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 62, olla bugnata. 275 Stamnos
1983); argilla depurata arancione ad P1207 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 76, 1983);
ingubbiatura rossa; restaurata; H 5,7, D 17,5.
272 Anfora etrusca argilla grezza, rosso-bruna con nucleo grigio;
Piede ad anello, vasca alquanto profonda a mancante di una parte del labbro e di
P1205, P1345, V339 (Necropoli Sud-Ovest,
profilo curvato, orlo arrotondato. un’ansa, superficie molto abrasa; H 30,7,
tomba 64, 1983); argilla grezza arancione;
Gnade 1992, 221, no. 22 D 30,5.
parzialmente conservata; ricomposta; H 58,0,
D 46,0. Fondo piatto, corpo ovoide con alta spalla,
Corpo ovoide con fondo appuntato, alto breve labbro svasato, orlo piatto, due anse
Tomba 63 labbro svasato, romboide in sezione, due oblique a forma semi-circolare impostate
Tomba a fossa con due banchine lungo anse piccole a sezione circolare impostate sulla spalla.
i lati lunghi. Il corredo consisteva in sei verticalmente sulla spalla.
vasi collocati vicino alla testa del Gnade 1992, 224, no. 1.
Tomba 80
morto, sulla banchina, lungo il lato
273 Olla bugnata Tomba a fossa semplice con sei tegole
nord-ovest della fossa. I vasi consisto-
P1329 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 64, rosse riusate per la protezione del
no in due scodelle, due ollette, una 1984); argilla grezza; restaurata; H 35,0, morto. Originalmente erano poste
brocca piccola, un’olla forata (cat.no. D 12,5, D mass. 18,0.
a cappuccina, tre tegole per lato. Tale
271), e una punta di lancia, indicazione Fondo piatto, corpo ovoide con tre bugne
sulla spalla, labbro dritto con orlo ingrossato. tipo di protezione del morto è presente
del sesso maschile del defunto.
Gnade 1992, 224. in due altre tombe nella necropoli,
le tombe 81 e 163. La tomba 80 faceva
271 Olla forata
P1165 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 63, 1983); parte di un gruppo più grande con
Tomba 70
argilla depurata arancione ad ingubbiatura quattro tombe (tombe 80, 81, 91a-b).
rossa; ricomposta e integrata; H 25,0, D 16,4.
Tomba a fossa semplice con corredo
Piede a disco, corpo piriforma, labbro svasato consistente in tre o forse quattro vasi
rettilineo con quattro fori passanti, orlo posti sul fondo nell’angolo nord-est
ingrossato a profilo dritto. della tomba. Si tratta di due scodelle, 273
272
1:6 1:4

138 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 139


276 Tegola anse obligue a forma semi-circolare imposta- trovato nella necropoli e costituisce
A255 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 80, 1983); te sulla spalla. forse un ‘heirloom’ con un significato
ricomposta; L 58,0, La cons. 38,0 (restaurata Gnade 1992, 288.
speciale per il morto. È stato trovato
44,5).
Bordi rialzati a profilo rettangolare, insieme con altri cinque vasi del corre-
arrontondato verso l’estremità inferiore. Tomba 116 do posti sulla banchina lungo il lato
Gnade 1992, 252, no. 1. Tomba a fossa semplice con tracce lungo occidentale. Sono tutti databili
grigie della cassa di legno e resti dello nel V secolo e consistono in un’olla con
Tomba 84 scheletro di un sub-adulto di 18 anni. labbro forato, un’anforetta con anse a
Nell’angolo sud-est fu trovata un’olla doppio bastoncello, un’olla stamnoide,
Tomba a fossa semplice con corredo di
contenente frammenti di carbone. Il una brocca miniaturistica, una scodella
cinque vasi raggruppati nell’angolo
tipo di olla, schiacciata e con un risalto e una coppetta di bucchero (cat. 283).
sud-est della fossa. A parte la olla
per il coperchio, è diverso da quello di Un altro ritrovamento cospicuo è un
bugnata, il corredo consisteva di
solito trovato nei corredi della Necro- pendaglio rettangolare di pietra con
un’anforetta di bucchero malcotto
poli Sud-Ovest. un piccolo anello di ferro che probabil-
con anse a doppio bastoncello, di una
scodella, di una olla stamnoide e forse mente ornava il colllo del defunto.
di un’altra olla. Nel riempimento della 279 Olla con risalto per coperchio Inoltre il defunto portava due fibule
tomba erano presenti molti ciottoli e
P1260, P 1262, P 1328 (Necropoli Sud-Ovest di bronzo ed una di ferro.
278
tomba 116, 1983-1984); ceramica depurata 275
pietre. arancione; mancante dei piccoli frammenti 1:4 1:4
dell’orlo; H 17,6, D 21,9.
282 Stamnos
P1401 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 122,
277 Olla bugnata Piede ad anello largo svasato, corpo schiaccia-
1985); ceramica d’impasto brunastro fatta a
P1193 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 84, to globulare, risalto sotto l’orlo arrotondato.
mano; parzialmente conservato: parte supe-
1983); ceramica grezza bruna pallida, quasi Gnade 1992, 311, no. 1
riore ricomposta; H conservata 15,0, D 18,2.
intera, mancanti dei frammenti dell’orlo e del Stamnos d’impasto con collo cilindrico e due
collo; H 18,0, D 17,2. anse verticali a sezione circolare impostate
Fondo piatto, corpo ovoide con tre bugne Tomba 120a sulla spalla.
sulla spalla, labbro estroflesso con orlo Deposizione di un bambino nello strato Gnade 1992, 320, no. 3.
ingrossato. superiore di una grande tomba a fossa,
CatSatricum 1985, 143, no. 239; Gnade 1992,
tomba 120, con quattro buchi rettango- 283 Coppetta di bucchero
258, no. 2.
lari negli angoli del fondo. La presenza P1371 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 122,
della deposizione è indicata da due 1985); intera salvo una scheggia mancante al
Tomba 103 piede; H 4,9, D 9,9.
punte di piombo e da denti sull’alto
Piede a tromba, vasca a profilo curvato, orlo
Tomba a fossa profonda con quattro livello nel riempimento della tomba piatto ingrossato.
grandi buchi rettangolari negli angoli 120. La tomba faceva parte di un Gnade 1992, 322, no. 6.
nel fondo. C’erano chiare tracce nere gruppo di almeno quattro tombe
del delineamento della cassa di legno (tombe 120, 121, 122 e 132) Tomba 123-124
costruita con chiodi dei quali sono stati Tomba di un bambino parzialmente
277 279 282
ritrovati quattro esemplari. Il corredo 280-281 Due punte di piombo scavata dentro la tomba inferiore 124 di 1:4 1:4 1:3
consisteva di un vaso del tipo della V504, V505 (Necropoli Sud-Ovest, tomba un adulto. Tutte e due le tombe conte-
grande olla stamnoide posto nell’ango- 120, 1985); piombo; corroso; V504 punta
curvata, incastro rotto; L 8,3, D 0,7; V505
nevano ancora delle tracce nere della
lo sud-est della fossa. Probabilmente punta curvata; L 11,8, D 7,3. cassa di legno. Nella tomba 123 c’erano
c’era anche una punta di lancia di ferro Asta cava con incastro circolare assottiglian- i resti dello scheletro in posizione supi-
(non conservata). La presenza di una dosi verso la punta a sezione quadrangolare. na sul fondo della fossa. Mancava in
punta di piombo nello strato superiore Gnade 1992, 317, no. 6.
ambedue le tombe un corredo di vasi,
del riempimento della fossa suggerisce ma erano presenti oggetti personali:
un’altra deposizione di bambino su un Tomba 122 nella tomba 124 di bambino si trovava
livello più alto. Tomba a fossa con banchine sui lati un’accetta miniaturistica di piombo
280
lunghi. La tomba fa parte di un gruppo (cat.no. 284) e nella tomba 123 di 1:1
278 Stamnos di quattro tombe attribuibili ad un adulto, un amuleto di piombo sul petto
P1206 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 103,
nucleo familiare (tombe 120,121, 122, del morto (cat.no. 285) e una fibula di
1983); ceramica grezza; ricomposta; parte
superiore e parte inferiore non combacianti; 132). Un ritrovameno cospicuo è la ferro sulla spalla destra.
abrasa; H 30,0, D 10,4, D mass. 30,2. metà superiore di un’olla stamnoide di
Fondo piatto, corpo ovoide con alta spalla, argilla d’impasto dell’età del Ferro
breve labbro svasato, orlo arrotondato, due
(cat.no. 283). È l’unica esemplare
283
281 1:3
1:1

140 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 141


284 Accetta di piombo miniaturistico 288 Fuseruola Tomba 143a
V456 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 123); V578 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 135, Deposizione di un bambino di circa 5
piombo; orli e taglio scheggiati, corrosa, 1985); argilla semi-grezza rosso-brunastra;
anni ±16 mesi dentro la tomba (143b)
H 14,0, D 12,2. H 1,4, D 2,7; D foro 0,55.
Accetta di piombo. Fuseruola a forma conica con lato inferiore di un sub-adulto di 17-21 anni che a sua
Gnade 1992, 324, no. 1. appiattito e leggermente concavo. Foro volta era sovrapposta ad una tomba di
passante. un adulto di 21-25 anni. Sono stati
Gnade 1992, 344, no. 2.
285 Amuleto di piombo attribuiti alla deposizione infantile una
V458 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 123); spada e un’ accetta miniaturistiche di
D 2,1-2.5, Sp 0,03.
Tomba 141 piombo rinvenute nello strato superio-
Oggetto di piombo a forma di fegato con lato
inferiore concavo e lato superiore convesso; Tomba a fossa con larghe banchine sui re del riempimento della tomba. Inoltre 284 285
questa tomba conteneva una brocca 1:1 1:1
foro passante. lati lunghi con delle scarse tracce della
Gnade 1992, 324, no. 2. casa di legno sul fondo della fossa e miniaturistica e un’anforetta piccola ad 287
anse a doppio bastoncello. Il corredo 1:3
con resti dello scheletro in posizione
supina. Si tratta di un adulto di 21-25 del morto della tomba 143b consisteva
Tomba 130
anni. La tomba mancava del corredo, di due ollette, quello del morto nella
Tomba a fossa semplice con le rima-
ma il morto portava una fibula di ferro tomba 143c di un’olla forata, una kylix a
nenze alquanto ben conservate della
sulla spalla e un amuleto di piombo vernice nera, una brocca miniaturistica
cassa di legno e resti dello scheletro in
all’altezza del cuore. e una scodella.
posizione supina di un adulto di circa 25
anni. Era assente il corredo, ma furono
289 Amuleto 291 Accetta miniaturistica di piombo
trovati almeno 20 chiodi di ferro usati V554 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 143a,
V579 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 135,
per la costuzione della cassa. 1984); piombo; corroso; D 2,0-2,3. 1985); piombo; corroso; L 2,3; La lama 1,0.
Oggetto di piombo a forma di fegato con lato Parte posteriore arrotondata, quadrangolare
286 19 chiodi di ferro inferiore concavo e lato superiore convesso; in sezione, foro longitudinale tondo per il
V459-470, 480-481, 485-486, 489, 640, 647 foro passante. manico; piatta lama trapezoidale con lati
(Necropoli Sud-Ovest, tomba 130); ferro; Gnade 1992, 354, no. 3. dritti che si allargano verso il sottile taglio 288 289
tutti corrosi e mancanti dei frammenti; curvato; nella sezione longitudinale si 1:1 1:1
dimensioni variabili. assottiglia verso il taglio.
Chiodi con grosse e con piccole capocchie Tomba 142 Gnade 1992, 359, no. 3.
arrotondate con gambo a sezione rettango- Tomba a grande fossa rettangolare con
lare-quadrangolare assottigliando verso la 292 Spada miniaturistica di piombo
banchine sui tutti i lati della tomba,
punta. Il gambo è spesso situato fuori centro V555 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 143a,
della capocchia. unico esempio nella necropoli. La 1985); piombo; corroso; L 6,3; La mass. lama
Gnade 1992, 335-338, nn. 5-25. presenza di una lancia di ferro nel 0,6
corredo indica il sesso maschile del Incastro tubulare che si assottiglia verso la
morto. Il resto del corredo consisteva punta; lama lunga e stretta con un’ampia base
Tomba 135 a sezione circolare e lati dritti che si assotti-
in nove vasi posti vicino alla testa, sulla
Tomba a fossa con due banchine sui lati gliano a punta, la costa centrale visibile su
banchina orientale, lungo la parete. entrambi lati, a sezione romboidale.
lunghi. Sul fondo della fossa si trovava-
I vasi presentano il solito servizio: Gnade 1992, 359, no. 4.
no le tracce grigio-nere di una cassa di
un’ olla forata, un’ olla stamnoide,
legno e i resti di uno scheletro in posi- 290
un’anforetta con anse a doppio baston- 1:2
zione supina di un adulto di 21-25 anni. Tomba 153
cello, una scodella, due brocche minia-
La presenza di una fuseruola identifica Tomba a grande fossa con nicchia nella
turistiche e c’era anche un piccolo
il morto come una donna. Portava due parete occidentale e due banchine sui
piatto, esemplare unico nella necro-
fibule di bronzo, una su ogni spalla. lati lunghi. Il corredo consisteva in otto
poli.
L’unico vaso del corredo era una picco- vasi posti sulla banchina, dentro e fuori
la olla stamnoide che era collocata sulla la nicchia. Sono stati trovati un’ olla
290 Piatto
banchina meridionale, vicino alla testa. P1422 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 142, forata (cat.no. 293), una coppa-
1985); argilla depurata rossa-brunastra con skyphos (cat.no. 294) una brocca
287 Stamnos tracce di vernice rossastra; ricomposto, molto miniaturistica, due coppette, un’ olla
P1430 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 135, consumato; H 2,9, D 13,7.
stamnoide, un’altra olla e una scodella.
1985); ceramica depurata rosata con tracce di Fondo piatto leggermente elevato, largo
vernice nera ricomposta; H 14,0, D 12,2. labbro distinto, a profilo convesso.
La coppa-skyphos a vernice nera è
Piede a disco, corpo ovoide, orlo piatto Gnade 1992, 356, no. 7. databile al 480 a.C.
ingrossato, due anse piccole a forma
triangolare poste obliquamente sulla spalla. 291-292 293
Gnade 1992, 344, no. 1. 1:1 1:3

142 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 143


293 Olla forata 295 Anfora 298 Stamnos
P1453 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 153, P1427 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 157b, P1508 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 162c,
1986); argilla depurata arancione con nucleo 1985); bucchero malcotto; H 24,6, D 18,5; 1986); argilla depurata rosata-arancione;
grigio; ricomposta ed integrata; H 25,6, ricomposta e integrata. ricomposta e integrata; H 16,5, D 13,0.
D 24,4. Alto piede conico con orlo ingrossato a Olla a due anse orizzontali. Fondo piatto, alto
Piede ad anello svasato, corpo piriforma, profilo obliquo, corpo piriforme, alto labbro corpo ovoide, breve collo cilindrico distinto,
largo labbro orizzontale con quattro fori svasato, due anse a doppio bastoncello labbro svasato, ingrossato e smussato verso
passanti, orlo ingrossato arrotondato sopraelevate. Sull’orlo decorazione a quattro l’interno, due anse piccole a forma triangola-
Gnade 1992, 371, no. 1. triangoli; sul corpo sotto le anse due cordoni re poste quasi verticalmente sulla spalla.
orizzontali. Gnade 1992, 394, no. 2
QuadAEI 14 (1987), 293, Fig. 12; Gnade 1992, 294
294 Coppa-skyphos
379-80, no. 4. 1:3
P1461 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 153, 299 Brocca miniaturistica
1986); argilla depurata rosata-arancione; P1512 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 162(b),
vernice nera parzialmente svanita; 296 Brocca miniaturistica 1986); ceramica depurata biancastra;
ricomposta e integrata; H 6,8, D 10,6. P1440 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 157a, ricomposta; H 7,0, D 6,0.
Piede ad anello svasato, vasca alquanto 1985); ceramica ben depurata beige; integra; Base elevata, corpo schiacciato, breve collo
profonda a profilo curvato, labbro distinto H 8,5, D 6,5. concavo, labbro estroflesso, ansa a nastra
svasato rettilineo con orlo appiattito; due Piede a disco, corpo ovoide, breve collo con- sormontante.
anse rettangolare a sezione circolare, impo- cavo, labbro estroflesso, ansa sormontante a Gnade 1992, 394, no. 4.
state in maniera oblique sulla spalla. Vernice sezione ovoidale, alquanto grossa.
nera sul labbro, all’interno e all’esterno, due Gnade 1992, 378, no. 2.
nastri orizzontali sulla parte inferiore del Tomba 167a-c
corpo e probabilmente nella zona delle anse. La tomba 167 è l’unica fossa singolare
Datazione: circa 480 a.C. Tomba 162a-c nella necropoli che conteneva tre
Gnade 1992, 371, no. 2. Tomba a fossa semplice che conteneva morti: sul fondo giaceva un adulto in
tre morti, un adulto di circa 35 anni sul 296 295
posizione supina dentro le tracce chia- 1:3
Tomba 157a-b fondo della fossa, e due bambini, di 7 re di una cassa di legno. Aveva 17-21
1:3

Due deposizioni in una tomba a fossa anni ±17 mesi e di 4 anni ±12 mesi, sul anni. Forse insieme con questo morto o
con nicchia nella parete lunga setten- livello superiore. L’adulto (162c) giace- in una cassa separata sovrapposta (non
trionale. Sono state trovate le tracce va sul suo lato sinistro con le gambe era più distinguibile), c’era un altro
nere della cassa di legno sul fondo della leggermente rannichiate dentro una morto di 21-25 anni (167b). Sul livello
fossa e i resti dello scheletro di un cassa di legno ancora ben visibile come superiore del riempimento della fossa
sub-adulto di circa 17 anni. La tomba tracce nere sul fondo della fossa. Il sono state trovate le rimanenze di una
conteneva quattro vasi, tre dei quali, bambino nella zona superiore, di 7 deposizione di un bambino di 7 anni
un’olletta, una brocca miniaturistica e anni, era deposto dentro una cassa di ± 24 mesi (167a) consistenti di chiare
una scodella, stavano dentro la nicchia legno in una fossa piccola parzialmente tracce di una cassa di legno piccola e
e sono stati attribuiti al morto deposto sovrapposta alla fossa dell’adulto, dei suoi denti. Il suo corredo consisteva
sul livello superiore visto la presenza mentre il bambino di 4 anni probabil- di un’accetta a doppio taglio e due
di denti a metà profondità della fossa. mente era posto sul coperchio della punte di piombo (cat.nn. 303-305).
Il quarto vaso, una grande anfora di tomba dell’adulto. Il corredo dell’adul- È possibile che una piccola scodella e
bucchero malcotto, era collocato sul to e del bambino di 4 anni consisteva in una piccola coppetta trovate dentro la
coperchio della cassa, vista la sua posi- cinque vasi: due olle stamnoidi, due cassa del morto inferiore (167c; cat.nn.
zione a metà del riempimento della brocche piccole e una scodella. Stava- 301-302), chiaremente scesi dal loro
fossa. Costituisce un vaso notevole no insieme vicino alla testa, lungo la posto originale, facessero parte del suo
per il quale non esistono confronti parete lunga della fossa. La tomba corredo. Per ora sono stati attribuite
nell’area laziale. È un vaso di forma superiore conteneva un’olletta. alla deposizione intermedia (167b).
ibrida con la parte inferiore del tipo di Il corredo del morto inferiore (167c)
anfora nikostenica e la parete superiore 297 Stamnos consisteva in 6 vasi posti vicino alla
P1507 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 162c,
con decorazione sull’orlo ancora nella testa, lungo la parete lunga occidenta-
1986); argilla depurata biancastra; ricompo-
tradizione dell’età del Ferro. Confronti sta; H 18,0, D 16,0. le. Si tratta di due olle bugnate (?),
per il vaso sono stati trovati nell’entro- Piede a disco, corpo ovoide, labbro svasato una brocca miniaturistica, un’olletta,
terra, nella necropoli di Alfedena. con orlo ingrossato, due anse piccole a forma
una scodella e un’anforetta ad anse a
triangolare poste quasi verticalmente sulla
spalla.
doppio bastoncello.
Gnade 1992, 392, no. 1. 298 299
297
1:3 1:3 1:3

144 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 145


300 Anforetta longitudinale entrambe le lame si assottiglia- Tomba 177a-b
P1568 (Necropoli Sud-Ovest; tomba 167c, no verso il taglio, un lato dritto ed un lato Tomba a fossa profonda con nicchia
1986); bucchero mal cotto; ricomposto; svasato; un foro tondo per il manico attraver-
nella parete lunga sul livello del fondo.
H 10,5, D 7,4. sa il punte d’incontro delle lame.
Piede svasato a disco, sotto concavo, corpo Gnade 1992, 405, mo, 3. Nel riempimento della fossa erano
ovoide, alto labbro svasato, orlo arrotondato, ancora visibili scarse tracce della cassa
due anse a doppio bastoncello sopraelevate. di legno; sul fondo fu trovata una parte
Gnade 1992, 406, no. 11. Tomba 169 del femore del morto. Il corredo era
Tomba a fossa semplice con banchine ricco e consisteva di 11 vasi rinvenuti
301a Scodella sui lati lunghi. Sul fondo della fossa a vari livelli dentro la tomba e nella 301
P1571 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 167c, 301b 302
tracce grigie della cassa di legno e resti nicchia. Tre di questi, due anforette 1:3 1:3 1:3
1986); argilla depurata arancione ad ingub-
dei denti del morto sub-adulto di 17-21 piccole di bucchero malcotto ad anse
biatura rossa; mancante di un frammento
dell’orlo; H 6,0, D 18,5. anni. Il corredo consisteva di sei vasi a doppio bastoncello ed una brocca,
Piede ad anello con orlo ingrossato, vasca a raggruppati sulla banchina, nell’angolo sono stati attribuite ad una deposizione
profilo curvato, orlo assottigliato arrotonda- sud-est, vicino alla testa del morto. Fra infantile sul livello superiore vista la
to.
i vasi una olla stamnoide, una olla fora- loro posizione alta e separata dentro
Gnade 1992, 406, no. 10.
ta, un’altra olla(?), una scodella, una il riempimento della fossa (177a). Tre
brocca miniaturistica e uno kotyle di altri vasi sono stati trovati a metà livello
301b Brocca miniaturistica
P1573 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 167c, bucchero databile al 450 a.C., l’unico del riempimento: sono due olle bugna-
1986); argilla depurata bigia, intera; H 9,3, esemplare della necropoli. te, una coppa-skyphos databile al 500-
D 5,3.
475 a.C. e una brocca miniaturistica.
Piede a disco, leggermente concavo al di 306 Kotyle
sotto, corpo ovoide, collo concavo, labbro Il resto del corredo consistente di una
P1389 (Necropoli Sud-Ovest tomba 169,
estroflesso, ansa a nastro sormontante. 1985); bucchero; ricomposta ed integrata;
brocca miniaturistica, una coppetta,
Gnade 1992, 405, no. 8. H 7,0-7,5, D 9,7. un’olletta e una scodella, furono trova-
Piede ad anello con orlo rialzato, coppa te sul fondo della fossa, lunga la parete
302 Piccola scodella profonda alquanto larga, orlo assottigliato e dentro la nicchia.
P1575 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 167a arrotondato, due anse rettangolari a sezione
o 167b, 1986); argilla depurata biancastra, circolare impostate orizzontalmente sul corpo, 303 305 306
ricomposta; H 5,0, D 12,0-12,5. curvate verso l’orlo. Datazione: circa 450 a.C. 308 Brocca a bocca trilobata 1:3 1:1 1:3
Gnade 1992, 411, no. 5 P1458 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 177a,
Piede ad anello svasato, vasca a profilo
1986); argilla depurata ad ingubbiatura rossa;
leggermente carenato, orlo piatto.
ricomposta; superficie abrasa; H 16,5, D 9,7.
Gnade 1992, 405, no. 4.
Fondo piatto, corpo ovoide con alta spalla,
Tomba 171
bocca trilobata con becco alto, ansa a nastro
303 Coppetta Tomba a fossa con due banchine sui lati sopraelevata.
P1576 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 167a lunghi. Il corredo consisteva di sette Gnade 1992, 420, no. 3
o 167b, 1986); restaurata, orlo scheggiato; vasi posti sulla banchina, in linea lungo
argilla arancione con tracce d’ingubbiatura
la parete, vicino alla testa del morto. 309 Brocca
brunastra; H 3,0, D 9,5.
Fondo piatto leggermente elevato, vasca a Erano presenti due olle bugnate, due P1520 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 177c(?);
ollette, due scodelle e un’anfora ad argilla depurata rosata; integra; superficie
parete svasata leggermente convessa, labbro
consumata; H 14,0, D 5,8.
piatto. anse a doppio bastoncello. Dentro il Fondo piatto leggermente elevato, corpo
Gnade 1992, 405, no. 5.
riempimento della fossa stavano ancora ovoide, stretto collo concavo, labbro svasato,
quattro chiodi di ferro in posti originali orlo ingrossato, ansa a nastro leggermente
304 Due punte di piombo sul lato breve della cassa di legno non sopraelevata.
V676; V677 (Necropoli Sud-Ovest, tomba Gnade 1992, 420, no. 9.
167a, 1986); punte e parti dell’asta mancanti;
più visibile.
corrosi; L 4,8, D mass. 0,6; L 5,9, D mass. 0,9.
Aste cave con incastro a sezione circolare 307 Quattro chiodi di ferro 310 Coppetta
P1459 (Necropoli sud-ovest, tomba 177c(?),
assottigliandosi verso la punta a sezione V602-604, 606 (Necropoli Sud-Ovest,
1986); argilla depurata biancastra; tracce di
quadrangolare. tomba 171); ferro; tutti corrosi e mancanti
ingubbiatura brunastra; H 11,5, D 9,5; intera
Gnade 1992, 405, nos. 1-2. dei frammenti; dimensioni variabili.
salvo per il frammento mancante al piede;
Chiodi con capocchie arrotondate con
superficie abrasa.
gambo a sezione rettangolare-quadrangolare
305 Accetta a doppio taglio Alto piede a tromba, conico al di sotto, vasca
assottigliando verso la punta. Questo è spes-
V613 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 167a, a profilo curvato, orlo rientrante.
so situato fuori centro della cappocchia.
1986); corroso; L 4,7; La mass. lama 1,5. Gnade 1992, 420, 10, fig. XXIV.
Gnade 1992, 414.
Due lame a forma trapezoidale unite insieme 308 309 310
in corrispondenza delle rispettive parti poste- 1:3 1:3 1:3
riori, tagli leggermente ricurvi; nella sezione

146 L’età post-arcaica La Necropoli Sud-Ovest 147


Le tombe del Poggio intermedio in un nucleo di almeno cin- del morto. La fuseruola indica il sesso
que tombe con una loro delimitazione femminile del morto.
dei Cavallari (PdC I e II)
incerta. Si sono conservati i resti dello
scheletro. 315 Scodella
Oltre le 200 tombe trovate nella P123-2006 (PdC II, tomba II, 2006); argilla
Necropoli Sud-Ovest, sono state trova- 312 Skyphos quasi depurata, arancione con nucleo
te altre 15 tombe del V secolo a.C. grigio; ingubbiatura rossa; ricomposta,
P317-2004 (PdC II, tomba I, 2004); argilla
ingubbiatura quasi svanita; H 5,2, D 14,0.
nell’area bassa dell’insediamento arcai- depurata biancastra, porosa; tracce di
Piede svasato ad anello; corpo a profilo
co, nella zona della strada arcaica sul vernice rossa; ricomposto ed integrato;
curvato; orlo arrotondato.
H 8,0, D 12,3.
Poggio dei Cavallari (vedi Fig. IV.1).
Piede ad anello, corpo a profilo continuo con 311 312 317
Durante gli scavi del 1996-1997 furono vaga carena esterna sotto l’attaco delle anse, 316 Olla forata 1:3 ? 1:3
già individuate sette tombe nell’area breve labbro rettilineo svasato, distinto dal P555- 2006 (PdC II, tomba II, 2006);
denominata Poggio dei Cavallari I. Sia corpo, due anse orizzontali a forma quadran- ceramica depurata arancione; ricomposta ed
golare curvate in alto. Tracce di vernice rossa integrata; H circa 28,0; D piede 9,3; D orlo
riguardo al tipo che al corredo le tombe
all’esterno del corpo nella zona sotto le anse circa 13,0.
assomigliano a quelle della Necropoli fino all’anello del piede; sul fondo un cerchio Piede a disco, corpo piriforme, labbro svasato
Sud-Ovest. Durante indagini eseguite rosso di forma irregolare. Datazione: metà rettilineo con quattro fori passanti.
nel terreno adiacente (Poggio del del V secolo a.C.
Cavallari II), nel campo di scavo 3, Gnade 2006, 260, no. 5, Fig. 8.
317 Scodella monoansata
furono trovati i resti di almeno cinque P557-2005 (PdC II, tomba II, 2005); argilla
tombe (I-V) che probabilmente appar- 313 Olla bugnata depurata biancastra; ricomposta ed integrata;
P 323-2004 (PdC II, tomba I, 2004); H 5,3, D 11,4.
tenevano ad un solo nucleo familiare ceramica grezza arancione con nucleo grigio; Piede ad anello, vasca appiattita a profilo
(vedi Fig. IV.16). ricomposta ed integrata; H cons. 25,0, D 22,3. curvato, ansa ad anello impostata orizzontal-
Fondo piatto, corpo ovoide con tre bugne mente sull’orlo.
sulla spalla, labbro estroflesso con orlo
Tomba 2 ingrossato.
318 Coppetta
Si tratta di una tomba a fossa con ban- Gnade 2006, 259, no. 2, Fig. 8.
P558-2005 (PdC II, tomba II, 2005); argilla 320
chine sui quattro lati. Erano presenti depurata biancastra; ricomposta; H 4,5, D 8,1. 318 319 1:3
tracce nere della cassa di legno e i 314 Scodella Piede a tromba, vasca a pareti convesse, 1:3 1:3

resti dello scheletro in posizione supina P324-2004 (PdC II, tomba I, 2004); labbro leggermente rientrante, orlo ingrossa-
argilla quasi depurata di color arancione ad to ed arrotondato.
di una ragazza di 15-18 anni. Aveva ingubbiatura rossa, contiene ancora la terra
nel suo corredo una scodella ed una del riempimento della tomba; (da restaura-
Tomba III 323 Brocca miniaturistica vasi: un bicchiere con quattro prese,
319 Olletta Tomba a fossa adiacente al lato ovest P271-2006 (PdC II, tomba III, 2006); argilla una olletta, una scodella e una brocca
olla stamnoide (cat.no. 311) trovate re); ingubbiatura quasi svanita; H 5,8, D 18,5.
P559-2005 (PdC II, tomba II, 2005); ceramica depurata biancastra; ricomposta ed integrata;
nell’angolo della cassa vicino alla testa. Piede svasato ad anello; corpo a profilo
grezza nerastra; integra; piena di terra;
della tomba II, ugualmente orientata di figulina.
superficie consumata; H 7,2, D 3,0.
curvato; orlo arrotondato. est-ovest, però con la testa del morto
Sulla spalla destra portava una fibula di H 13,0, D 12,0. Fondo piatto distinto, corpo globulare, breve
Gnade 2006, 259, no. 3, Fig. 8.
bronzo. Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato, ubicata al lato est. Il morto aveva ≤17- collo concavo, orlo arrotondato, ansa vertica- 325 Olletta
orlo dritto. 25 anni. Anche in questo caso solo la le a nastro, sormontante. P268-2006 (PdC II, tomba IV, 2006); cerami-
ca grezza di colore arancione; ricomposta ed
311 Stamnos Tomba II metà della tomba è stata scavata. La
integrata; lacunosa; H 8,2, D 7,0.
SA97 S20-SL2 (PdC I, tomba ST 2, 1997); Si tratta di una tomba orientata est- 320 Anforetta piccola parte scavata conteneva sei vasi: due 324 Scodella Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato,
argilla depurata biancastra; mancante di P561-2005 (PdC II, tomba II, 2005); bucchero P562-2005 (PdC II, tomba III, 2005); argilla
ovest sul livello inferiore di un gruppo olle forate, un’olletta, la metà di una orlo arrotondato; quattro prese sul cordone
un’ansa e di parte dell’orlo; H cons. 12,7, mal cotto; ricomposto; piena di terra; H 8,9, quasi depurata di color arancione ad ingubbia-
di tombe. I resti di un cranio e la parte grande olla bugnata che fu probabil- fine.
D 9,2. 6,8. tura rossa; integra; superficie consumata;
Piede a disco, corpo rotondo, labbro svasato superiore dello scheletro erano pre- Piede svasato a disco, sotto concavo, corpo mente tagliata durante la costruzione H 5,0, D 13,5.
con orlo ingrossato, due anse piccole a forma senti nella parte ovest della tomba. La ovoide, alto labbro svasato, orlo arrotondato, della tomba superiore I, una scodella Piede ad anello svasato, corpo a profilo 326 Olletta
triangolare poste quasi verticalmente sulla due anse a doppio bastoncello sopraelevate. leggermente carenato, orlo arrotondato. P328-2006 (PdC II, tomba IV, 2006);
parte orientale della tomba è ancora da e una brocchetta miniaturistica. Inoltre
spalla. ceramica grezza brunastro-arancione;
scavare. Il corredo consisteva in alme- c’erano tre piccoli chiodi di ferro indi- ricomposta, mancante dei frammenti del
Gnade 2002, 94; 97, Pl. 48; 229, Fig. 20. 321 Fuseruola
no sei vasi e una fuseruola. La ceramica canti la presenza originaria di una cassa Tomba IV corpo e dell’orlo; H 10,1, D 8,8.
P563-2005 (PdC II tomba 2, 2005); impasto
del corredo consiste in una piccola olla levigato bruno-nerastro; integro; H 1,4, di legno. Nel 2006 sono state trovate due altre Fondo piatto, corpo ovoide.
Tomba I forata, in una scodella monoansata, in D 2,9. tombe (IV e V) del nucleo familiare del
Il corredo di questa tomba consiste in una coppetta miniaturistica su piede a Forma biconica con lato inferiore appiattito 322 Olla forata Poggio dei Cavallari II, l’una adiacente 327 Scodella
otto vasi, uno accanto all’altro; fra que- P267-2006 (PdC II, tomba III, 2006); ceramica P331-2006 (PdC II, tomba IV, 2006); argilla
tromba, in un’olletta, in una olla forata all’altra con orientamento est-ovest,
grezza, bruna pallida; mancante dell’orlo quasi depurata di color arancione ad ingub-
sti c’è uno skyphos databile alla metà ed in una anforetta piccola ad anse a ad un livello più alto di quello delle
(da restaurare); H cons. 20,4, D 19,2. biatura rossa; ricomposta e incompleta;
del V secolo. È la più ricca tomba finora doppio bastoncello. Inoltre sono state Piede a disco, corpo piriforme, labbro svasato tombe I-III. Erano conservati alcuni superficie molto consumata; H 5,0, D 13,0.
trovata fuori della Necropoli Sud- trovate le rimanenze mal conservate di rettilineo con quattro fori passanti. resti dei denti al lato ovest della tomba Piede ad anello svasato, vasca a profilo
Ovest. La tomba si trovava nel livello una fibula di bronzo sulla spalla sinistra leggermente carenato, orlo arrotondato.
IV. Il corredo consisteva in quattro

148 L’età post-arcaica Poggi dei Cavallari 149


Tomba V per un frammento di antefissa a sileno 337 Olla
Il corredo della tomba V consisteva in trovato in quest’assemblaggio). S5015/52 e 5009/43/55 (acropoli, deposito
votivo II, 1991); impasto chiaro sabbioso;
tre vasi: una olletta, una anforetta di
ricomposto; H 17,0, D 15,5.
bucchero ad anse a doppio bastoncello 330 Dolio Fondo leggermente concavo, all’interno
ed una brocchetta. Erano conservati S5186/18 (acropoli, deposito votivo II, 1991); concavo, labbro svasato, orlo leggermente
impasto chiaro sabbioso; frammento; arrotondato e ingrossato all’esterno con
alcuni resti dei denti al lato est della
D 41,0-43,0. taglio.
tomba e parte delle gambe e delle Labbro svasato, orlo arrotondato e ingrossato Bouma 1996, 211, cat.no. J397.
braccia. all’esterno. 321
Bouma 1996, 176, cat.no. St11. 1:1
338 Olla
328 Olletta S5094/13/39/77/97 (acropoli, deposito
323 324
P272-2006 (PdC II, tomba V, 2006); ceramica 331 Olla 1:3 1:3
votivo II, 1991); impasto chiaro sabbioso;
grezza nera; quasi intera, orlo scheggiato; S5094/226/227/228 (acropoli, deposito frammento, ricomposto; D 12,0.
piena di terra; H 8,6, D 8,3. votivo II, 1991); impasto chiaro sabbioso; Labbro svasato, orlo arrotondato e ingrossato
Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato frammento, ricomposto; D 12,0. all’esterno e ricurvo.
rettilineo, orlo curvilineo. Fondo piano con decorazione a cordone. Bouma 1996, 212, cat.no. J430.
Bouma 1996, 202, cat.no. J54.
329 Anforetta 339 Olla
P330-2006 (PdC II, tomba V, 2006); bucche- 332 Olla S5094/243 (acropoli, deposito votivo II,
ro mal cotto; intero; H 10,5, (11,1 con anse), S5094/44/174/203/206/207/209/210 1991); impasto chiaro sabbioso; frammento;
D 6,9. (acropoli, deposito votivo II, 1991); impasto D 16,0.
Piede svasato a disco, sotto concavo, corpo chiaro sabbioso; ricomposto; H 18,5, D 13,0. Labbro fortemente svasato, orlo leggermente
ovoide, alto labbro svasato, orlo arrotondato, Fondo piatto, all’interno concavo, labbro arrotondato e ingrossato con taglio.
due anse a doppio bastoncello sopraelevate. svasato, orlo leggermente arrotondato e Bouma 1996, 216, cat.no. J596.
ingrossato all’esterno.
Bouma 1996, 204, cat.no. J136.
340 Scodella
acropoli S5189/187/244/249 (acropoli, deposito
333 Olla
Il deposito votivo II S5094/239 (acropoli, deposito votivo II, 1991);
votivo II, 1991); ceramica depurata;
frammento, ricomposto; D 19,0.
impasto chiaro sabbioso; frammento; D 20,0. Vasca carenata, piede ad anello con bordo
Assemblaggio votivo Labbro svasato, orlo leggermente arrotonda- piano, orlo leggermente arrotondato.
Negli scavi del deposito votivo II sono to e ingrossato all’esterno e con leggera Bouma 1996, 178, cat.no. B25.
scanalatura.
stati trovati reperti in vari assemblaggi.
Bouma 1996, 211, cat.no. J392.
Gran parte degli assemblaggi contene- 341 Teglia
vano, oltre a reperti ceramici come olle, S5189/85 + S 5094/12/18/231 (acropoli,
334 Olla deposito votivo II, 1991); impasto chiaro
teglie e altre forme vascolari, anche ter- S5094/224/131/72 (acropoli, deposito
325 328 329
sabbioso; ricomposto; H 11,0, D 38,0. 1:3 1:3 1:3
recotte architettoniche. Alcuni assem- votivo II, 1991); impasto chiaro sabbioso; Vasca cilindrica, fondo piatto concavo
blaggi avevano votivi anatomici, oggetti frammento, ricomposto; D 17,5. all’interno, labbro dritto, orlo leggermente
Labbro svasato, orlo arrotondato e ingrossato
di filatura e tessitura e oggetti di metallo arrotondato e ingrossato con taglio
all’esterno con taglio. all’interno. Presa orizzontale e di forma
(monete, figurine in lamina di bronzo, Bouma 1996, 213, cat.no. J478. triangolare con impronta di dita sul fondo.
armi, gioielli). In certi vasi erano pre- Bouma 1996, 235, cat.no. T8.
senti materiali organici e resti di ossa, 335 Olla
resti che indicano sacrifici con offerte S5094/nr.4 (acropoli, deposito votivo II, 342 Anforetta
di cibo. 1991); impasto chiaro sabbioso; H 16,0, S5094/233 and S 5189/9/10 (acropoli,
Suddetti assemblaggi, spesso D 14,0. deposito votivo II, 1991); ceramica depurata;
Piede concavo ad anello, all’interno ricomposto; H 9,0, D 9,0.
circondati da frammenti di tufo e di convesso, labbro svasato, orlo arrotondato Corpo lenticolare, piede a tromba, labbro
resti architettonici riusati, erano e ingrossato all’esterno con taglio. fortemente svasato con aggiunta dell’ansa a
chiaramente separati l’uno dall’altro. Bouma 1996, 211, cat.no. J382. bastoncello.
Gli scavatori sono dell’opinione che Bouma 1996, 238, cat.no. A9.
questi assemblaggi costituiscono 336 Olla
gruppi di reperti deposti insieme in S5094/20/211-219/226 (acropoli, deposito
votivo II, 1991); impasto chiaro sabbioso;
un cosiddetto deposito votivo aperto
ricomposto; H 19,0, D 16,0.
durante un’occasione rituale specifica. Fondo piano, all’interno concavo, labbro
Un esempio è l’assemblaggio ‘south 14’ svasato, orlo leggermente arrotondato e
trovato in strato 8 e datato nel periodo ingrossato all’esterno.
Bouma 1996, 211, cat.no. J389.
440/430 - 375 a.C. (vedi cat.no. 144 358 359
1:3 1:2

150 L’età post-arcaica Il deposito votivo II 151


343 Coperchio 351 Scodella Alcune terrecotte dal deposito del petto, sono ancora ben visibili. Il lato
S5015/186/138 (acropoli, deposito votivo II, S5094/202 (acropoli, deposito votivo II, votivo II posteriore è senza decorazione. La parte
1991); impasto chiaro sabbioso; ricomposto; 1991); ceramica depurata; H 4,6, D 10,0. inferiore ha una cavità di forma trapezoidale.
Dal deposito votivo II provengono più
H 6,5, D 10,0-14,0. Piede ad anello, corpo troncoconico, labbro Maaskant-Kleibrink 1992, copertina;
Vasca troncoconica, piede a tromba, labbro rientrante, orlo arrotondato con ansa di un centinaio di terrecotte. Parte delle Bouma 1996, 263, cat.no. Misc 19.
dritto e orlo arrotondato. orizzontale a staffa. terrecotte, talvolta intere, erano manu-
Bouma 1996, 239-240, cat.no. L12. Bouma 1996, 265, cat.no. B63. fatti specificatamente votivi, parte sono 359 Utero votivo
(frammenti) di terrecotte architettoni- S5290/A (acropoli, deposito votivo II, 1991);
344 Coperchio 352 Brocca che riusate. Benché alcuni sono attri- impasto chiaro sabbioso; L 8,5; La 6,7.
S5015/64 (acropoli, deposito votivo II, 1991); S5015/101 (acropoli, deposito votivo II, 1991); Utero intero su una base bassa. Vagina e
buibili ad assemblaggi, la maggior parte
impasto chiaro sabbioso; frammento; D 5,0. ceramica depurata; frammento, ricomposto; utero sono rappresentati. Sull’ utero 14 coste
Vasca troncoconica, piede a tromba. H 8,60, D 6,0-8,0.
però sono state trovati fuori di essi. Le parallele. Il collo dell’utero ha due coste lar-
Bouma 1996, 240, cat.no. L35. Fondo piano profilato con omphalos, orlo terrecotte, dei tipi laziali ben conosciuti ghe, perpendicolari alle coste dell’utero stes-
arrotondato; ansa verticale. come i tipi Giunone Sospita (cat.no. so. Nel parte inferiore l’utero appare legger-
Bouma 1996, 268, cat.no. Ju56. 154) e satiro e menade danzante mente convesso e ha una perforazione
345 Coperchio
circolare (foro per la cottura). L’oggetto è
S5189/280 e 36 (acropoli, deposito votivo II, (cat.no. 125) provengono dalla decora- cavo.
1991); internal slip ware; ricomposto; H 6,5, 353 Brocca zione del tetto del Tempio II (intorno Bouma 1996, 162, cat.no. 285.
D 16,0. S5189/291+292+293+289 (acropoli, deposito
Vasca troncoconica, piede a tromba, labbro votivo II, 1991); ceramica depurata;
al 500 a.C.) (vedi sopra, presentazione
dritto e orlo arrotondato. frammento, ricomposto; D 6,0. del rivestimento fittile del complesso
Bouma 1996, 240, cat.no. L111. Fondo concavo. templare; anche cat.no. 155).
Bouma 1996, 269, cat.no. Ju85. Parte delle terrecotte sono votivi
346 Vasetto miniaturistico anatomici (gambe, piedi, mani, mam-
S5015/94 (acropoli, deposito votivo II, 1991); 354 Scodella melle, uteri (cat.no. 359) e falli. Votivi
impasto rosso-bruno; H 1,8, D 2,5. S5189/253-257+283+285-287+190 (acropoli,
anatomici si rinvengono in molti conte-
Corpo troncoconico, fondo piano, labbro deposito votivo II, 1991); ceramica a vernice
dritto, orlo assottigliato, ansa verticale dal nera; ricomposto; H 6,7, D 16,0-18,0. sti votivi in Italia centrale e a Satrico dal
fondo all’orlo, perforato con bastone. Piede a tromba, labbro dritto, orlo 400 a.C. Durante le ricerche nella parte
Bouma 1996, 250, cat.no. Min32. leggermente arrotondato e ingrossato. ovest di Satrico sono stati trovati resti
Bouma 1996, 276, cat.no. B17.
di fornaci, con cotti e votivi anatomici e
347 Scodella anche una matrice di un piede votivo.
S5189/164-168 (acropoli, deposito votivo II, 355 Skyphos Sulla base di questi ritrovamenti si può
1991); ceramica depurata; ricomposto; H 4,8, S5009/12+14+24 e S 5015/84 (acropoli,
D 13,5. deposito votivo II, 1991); ceramica a vernice
concludere che questi votivi anatomici
Piede a tromba, labbro dritto, orlo arrotondato. nera; frammento, ricomposto; H 14,0, D 14,0. siano stati prodotti sul posto. Un reper-
Bouma 1996, 179, cat.no. B57. Piede ad anello, labbro rientrante, orlo to unico, trovato nel pavimento della
arrotondato; tracce di vernice nera con strada a nord del deposito II, è il piccolo
illustrazione di una testa.
348 Scodella altare di terracotta (cat.no. 358). Si può
Bouma 1996, 282, cat.no. S40.
S5189/224 e S 5293/6 (acropoli, deposito pensare che questi altari fossero doni
votivo II, 1991); ceramica depurata; ricompo-
sto; H 8,3, D 17,0. 356 Peso di telaio votivi, ma anche supporti per deporvi
Piede a tromba, labbro dritto, orlo arrotondato. S5009/56 (acropoli, deposito votivo II, sopra piccoli doni votivi o per bruciare
Bouma 1996, 181, cat.no. B121. 1991); impasto chiaro sabbioso; H 9,2, L 4,8, incenso.
La 4,8.
Corpo trapezoidale con perforazione
349 Scodella 358 Piccolo altare
orizzontale.
S5189/279 (acropoli, deposito votivo II, S4822/S4827 (acropoli, nei pressi della
Bouma 1996, 249, cat.no. Lw10.
1991); ceramica depurata; H 5,o, D 14,0. deposito votivo II, 1989); impasto chiaro
Piede a tromba con scanalatura al bordo, sabbioso; ricomposto; H 13,5, L 12,6, La 10,1.
labbro rientrante, orlo assottigliato. 357 Tegola Piccolo altare a forma di clessidra a sabbia
Bouma 1996, 182, cat.no. B166. S5094/02 (acropoli, deposito votivo II, avente una figura con quattro ali sul lato ante-
1991); impasto chiaro sabbioso; frammento; riore. La figura si muove in Knielauf a destra,
H 5,4, L 12,4, La 11,3. il braccio di sinistra incurvato e il braccio di
350 Scodella
Bordo rialzato, profilo rettangolare, angolo destra in alto. La figura mascolina ha i capelli
S5293/2+3 e S 5189/261 (acropoli, deposito
interno convesso, angolo esterno a taglio lunghi che cadono in una treccia a destra,
votivo II, 1991); ceramica depurata;
obliquo. mentre l’uomo stesso guarda indietro, verso
frammento, ricomposto; D 8,0.
Bouma 1996, 255, cat.no. AE 3. sinistra. Le ali si distendono verso gli angoli
Parete carenata, labbro dritto, orlo piano
estremi del fronte dell’altare. L’immagine,
e ingrossato all’esterno.
realizzata in bassorilievo, è interpretata come
Bouma 1996, 266, cat.no. B41.
una divinità eolica. Il rilievo è parzialmente
consumato, ma certi dettagli, come i muscoli

152 L’età post-arcaica Il deposito votivo II 153


L’età medio-repubblicana

acropoli una faccia ovale e capigliatura divisa al centro 363 Statuetta femminile
che cade lungo la faccia. Veste un velo. Un T795 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
Il deposito votivo III himation è avvolto attorno alla spalla sinistra, argilla depurata arancione; interno cavo;
lasciando la spalla destra e il seno destro rotta sopra la vita; tratti logori: orbite e naso
Le terrecotte scoperti. preservati; H 8,8, La 5,0, Sp parete 0,3-0,6. 360 361 362 363
1:2 1:2 1:2 1:1
Nella mostra viene presentata un’am- Parte superiore di una statuetta raffigurante
una donna velata (velo stretto attorno la testa
pia scelta dei numerosi oggetti di terre- 361 Statuetta femminile
e il collo). Collo allungato, testa leggermente
cotte votive rinvenute nel deposito T1161, T1103 (acropoli, deposito votivo III,
sulla destra, braccio sinistro piegato. Tiene in
1985); argilla grezza rossa scura, superficie
votivo III. Questi mettono in luce una mano qualcosa (oggetto indefinito).
con macchie nere; solida; ricomposta da due
grande diversità di questi tipi di offerte frammenti; rotta all’altezza delle spalle;
costituiti da figure umane stanti e sedu- consumata; L 13,7, L base 1,7, La 4,8. 364 Statuetta femminile
te, singoli o gruppi, statue in grandezza La donna è posta su una bassa base. Ha il T1682 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
peso sulla gamba sinistra. Il braccio destro è argilla depurata arancione pallido/grigia;
naturale, frutta, animali, parte anato-
steso lungo il corpo; la mano sinistra è posta interno cavo; rotta sopra la vita; il braccio
miche, oggetti tessili, edifici templari sul fianco. La donna ha viso ovale e capelli sinistro è rotto; consumata; H 6,4, La 4,5,
e cibo. ripartiti al centro che cadono lungo la faccia. Sp parete 0,4-1,0.
Fra le statuette si distinguono net- Veste un velo. Un himation è avvolto attorno Parte superiore di una donna in posizione
tamente due gruppi: le statuette locali alla spalla sinistra, lasciando la spalla destra eretta, vestita. Veste un chitone e un hima-
nuda. Il retro della statuetta è lisciato. tion, questo avvolto attorno al braccio destro. 367
di donne riconoscibili per il loro colore Come cat.no. 360, probabilmente dallo Lo stesso braccio è poggiato sul 1:2
rosso cupo, quasi viola e per l’argilla stesso stampo. fianco. Testa ovale. I capelli sono ripartiti
poco depurata e le statuette importate al centro e annodati alla nuca. Porta una
del tipo Tanagra-Myrina, fatte con decorazione floreale in testa.
362 Statuetta femminile
un’argilla più chiara e più depurata. T354 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
La tecnica di lavorazione per entrambi argilla grezza rossa scura; interno cavo; 365 Statuetta maschile
H 8,6, La 4,0, Sp parete 0,4-0,8. T1041, T633, T641 (acropoli, deposito votivo
gruppi è a stampo.
Parte inferiore di statuetta femminile – di III, 1985, 1988); argilla grezza rossa, nucleo
donna pesantemente drappeggiata in stile grigio; solida; ricomposta da tre frammenti;
greco. Rotta sopra la vita. Fronte e retro H 13,4, La 5,0, La base 3,0.
Gruppo di figure stanti, di produzione modellati, lato ritoccato con incisioni. Figura Una statuetta completa di giovane posta su
locale eretta in contrapposizione esagerata con il una bassa base rettangolare, il peso sulla 364 365 366
360 Statuetta femminile ginocchio sinistro che ruota verso l’esterno. gamba destra. Piccola testa, viso ovale, occhi 1:1 1:2 1:2
T62 (acropoli, deposito votivo III, 1985); Lungo chitone coperto alla vita da altri capi dalle palpebre pesanti, corona di capelli ricci
argilla grezza rossa scura, superficie con legati e retti dalla mano sinistra. Eccezionale acconciati sulla fronte che cadono lungo il
macchie nere; solida; integra; consumata; qualità. viso. Veste velo e himation, in parte avvolto
H 17,0, La 5,0, L base 1,7. attorno alla vita e il braccio sinistro, in parte
La donna sta su una bassa base semi-circola- pendente sulle caviglie e un’estremità avvolta
re. Ha il peso sulla gamba sinistra, il ginoc- sulla spalla sinistra. La parte superiore del
chio destro è leggermente piegato in avanti. corpo è svestita. La mano sinistra posta sul
Il braccio destro è steso lungo il corpo; la fianco, la destra stesa lungo il corpo tiene una
mano sinistra poggia sul fianco. La donna ha patera.
368
1:2

154 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 155


366 Statuetta maschile la parte inferiore del braccio sinistro, per poi quella destra leggermente piegata, posta in
T501, T858 (acropoli, deposito votivo III, cadere lungo il corpo. Sul dorso forse parte di avanti. La mano sinistra è poggiata sul fianco
1986); argilla grezza rossa; solida; ricompo- una treccia danneggiata. sinistro. La mano sinistra, adesso persa, era
sta da due frammenti; testa mancante; consu- stata attaccata dopo il modellamento. La
mato; H 15,0, La 7,3, L base 7,5. parte retrostante della mano destra è poggia-
370 Statuetta femminile
L’uomo è stato posizionato su una base ta contro il fianco. La mano destra è tenuta a
T1147 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
tonda. Ha il peso sulla gamba destra. Il suo mezza altezza verso l’alto per tenere su il
argilla depurata arancione; cava; rotta al collo
braccio destro è piegato e la mano è posta sul drappeggio, che cade dalla spalla destra.
e appena sopra le ginocchia; dorso mancante;
fianco. Nella mano sinistra porta un uccello, Il braccio sinistro e le spalle sono coperte
consumata; L 6,2, La 5,7, Sp parete 0,4-0,8.
vicino al suo corpo. Veste un himation, che da un manto. Molte pieghe (incise) del
Parte centrale di figura eretta femminile
cade dalla spalla sinistra in pieghe verticali ed manto stesso si dipanano dal braccio sinistro.
vestita. Veste un chitone e un himation.
avvolge la vita lasciando la spalla destra e la Il dorso della statuetta ha superficie liscia. 370 371
L’ himation è avvolto attorno alla spalla
parte superiore del corpo nude. Ha piedi 369 1:2 1:2
destra. La mano destra è poggiata sul fianco.
nudi. 1:2
Come cat.no. 369, probabilmente dallo stesso 375 Ragazzo nudo in piedi 372
stampo. T53, T1804 (acropoli, deposito votivo III, 1:2
1985); argilla depurata crema; ricomposto da
Gruppo di figure stanti, tipo due frammenti; il braccio destro inferiore,
Tanagra-Myrina 371 Statuetta femminile
l’intera gamba sinistra e il piede destro sono
T665 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
367 Statuetta femminile con pendaglio a argilla grezza marrone chiaro; cava; rotta al
mancanti; L 13,3.
testa di leone fra i seni Statuetta di un ragazzo in piedi, coperto
collo e poco sopra le ginocchia; consumata;
T130 (acropoli, deposito votivo III, 1985); in parte da un mantello sulla spalla e sul
L 7,5, La 5,5.
argilla depurata rossa scura; tracce di vernice braccio sinistro. L’estremità dei suoi capelli
Parte centrale di figura eretta femminile
nera; interno cavo; la parte superiore del è arrotolata. Espressione infantile.
vestita. Parte di un foro sul dorso. La mano
corpo è preservata, la testa è mancante (parte destra è poggiata sul fianco. Veste chitone
del collo è ancora visibile), così come è man- con alta cintura e mantello. Il mantello è 376 Eros
cante il corpo dal fianco fino all’avambraccio avvolto attorno alla spalla destra e al braccio. T435 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
destro; consumata; H 6,8; La 7,0. Il braccio sinistro è disteso lungo il corpo. argilla depurata marrone chiaro-arancione;
Frammento di figura femminile che veste un cava; la testa, i piedi, la parte inferiore destra
chitone. Il braccio destro verso il basso, il sini- e la parte laterale del dorso con le ali sono
stro poggia sul fianco. Il braccio destro è
372 Statuetta femminile
mancanti; consumata; L 11,0, La 4,6, Sp 3,6.
T432, T332 (acropoli, deposito votivo III,
abbassato, il sinistro è coperto da parte di un Eros alato frammentato in posizione contrap-
1985); argilla depurata marrone pallido; cava;
chitone. Sul petto c’è un pendaglio, forse un posta, un manto che copre la parte inferiore
ricomposta da due frammenti; testa e collo,
leone. Incisioni precise sull’argilla suggeri- delle braccia è disegnato lungo il dorso e
braccio destro, lato sinistro e gambe mancan-
scono pieghe di un chitone. Il dorso è piatto. cade verso i piedi. Un foro nel retro.
ti; L 10,6, La 7,0, Sp parete 0,5, D 3,0.
Parte centrale di una larga statuetta di figura
368 Statuetta femminile femminile vestita. Eccellente realizzazione 377 Eros disteso
T1548 (acropoli, deposito votivo III, 1985); delle pieghe, sembrano pieghe di ‘drappeggi T701 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
argilla arancione pallido/crema; ricomposta bagnati’ di un chitone sotto il drappeggio argilla depurata arancione; solido; molto
da tre frammenti; dorso e testa danneggiato/ diagonale di un pesante himation dall’altro consumata; L. mass. 9,0, La 2,5. 373 374 375 376
mancante; lato destro danneggiato; visibile il lato della vita. Tracce di lavorazione a mano. Piccola figura di Eros disteso coperto, sdraia- 1:2 1:2 1:2 1:2
foro di collegamento per la testa; consumata; to sul lato sinistro con la testa poggiata sul
H 11,0, La 4,0, Sp parete 0,6. gomito sinistro. Le ali sono staccate dalle
La figura è in piedi con il peso sulla gamba Figure maschili nudi spalle. La mano destra sta dando sostegno al
destra. Il corpo è avvolto da un mantello, gomito sinistro. Le gambe sono incrociate.
373 Uomo nudo in piedi
che circonda il collo. Il drappeggio aderisce al Ha un corpo grasso e i capelli ricci sono siste-
T362 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
corpo. Con la mano sinistra la figura tira su mati attorno al viso. Il capo è rivolto alla sua
argilla grezza rossa scura; cava; testa e gran
una piega del mantello. Entrambi i piedi sono destra verso l’alto. I ricci sono ottenuti con
parte del braccio destro sono mancanti; con-
visibili sotto il vestito. una piccola incisione. Probabilmente la figura
sumata e danneggiata; L 9,7, La 4,2, Sp 3,7.
Eros nudo, appoggiato, mostrante orgoglio- è servita da decorazione di un coperchio.
369 Statuetta femminile samente il ventre grasso. Arti e parte superio-
T443 (acropoli, deposito votivo III, 1986); re del torso molto snelli. Un drappo copre il 378 Scatolina a forma di culla con Eros che
argilla depurata marrone pallido/arancione sostegno. Foro nella parte posteriore della
dorme
chiaro; cavo; rotta al collo e sopra le statuetta.
T133 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
ginocchia; consumata; L 7,0, La 6,2, D 3,2, argilla depurata arancione pallido, grigio sulla
Sp parete 0,4-0,8.
374 Uomo nudo in piedi parte centrale; cavo; scatolina danneggiata e
Parte centrale e superiore di una statuetta ricomposta da tre frammenti; parte del diade-
T76 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
eretta, leggermente colorata, rappresentante ma è mancante; H 2,5-4,5, L 8,5, La 3,8,
argilla grezza arancione-marrone chiaro;
una figura femminile, acefala. Traccia di foro D 4,6.
solida; la testa, la parte inferiore delle gambe
sul dorso. La mano destra è appoggiata al Sul lato inferiore c’è un anello (rotto a metà).
e il braccio destro sono mancanti; ben
fianco. Veste un chitone con alta cintura e Sulla culla si trova Eros con ali distese e le
conservata; L 12,1, La 8,0.
mantello che cade dalla spalla destra, poi braccia sotto la testa che è poggiata su un
Figura maschile nuda, in piedi con il peso
avvolto attorno la vita, la parte retrostante e cuscino. Le gambe sono incrociate. Indossa 377 378
interamente poggiato sulla gamba sinistra,
1:1 1:1

156 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 157


un diadema. Un piccolo foro sul fondo. to verso il petto; la capigliatura è ripartita al stringendo qualcosa. Il sinistro (ora mancan-
È stato usato come sonaglio. centro e legata dietro sotto un velo. Porta un te), probabilmente era piegato verso l’alto ed
Heldring 1987a, 287, fig. 5. bambino di grandi dimensioni sul braccio afferrava il velo in un gesto nuziale. Ha un
sinistro, che nutre. Con la mano destra tiene viso ovale, bocca definita, naso e palpebre
il seno sinistro. Indossa un himation le cui pie- ben definite con occhi a mandorla. Indossa
Figure sedute ghe a ‘V’ cadono tra le gambe. Testa verso il orecchini circolari. I capelli, corti, sono ripar-
La categoria delle figure sedute è com- bimbo. Il retro della statuetta è liscio. titi al centro e legati sotto il velo; la corda è
indicata da un’incisione. Porta un diadema ed
posta di donne con o senza bambino o una collana con tre pendagli, dei quali i due
bambini, uomini (solo poche statuette) 381 Donna seduta con bambino
esterni sono globulari; quello al centro sem-
T1105, T1076 (acropoli, deposito votivo III,
e gruppi di figure con e senza bambino 1985); argilla grezza rossa scura; la parte
bra essere a bolla. Veste un chitone stretto
o bambini. Questi gruppi hanno delle in vita, con maniche fino ai gomiti. Un manto
inferiore è cava; ricomposta da due frammen-
è drappeggiato sulla testa come un velo,
combinazioni differenti: un uomo con ti; danneggiata all’altezza della spalla sini-
svolazzante verso sinistra, stretto nella mano
una donna, un uomo con una donna e stra; consumata; H 15,0, L base 1,8, La 6,1.
sinistra. In seguito è avvolto attorno alla
La donna siede su un trono a forma di ‘T’ con 382
uno o più bambini, una donna con due vita in un largo rotolo piatto e pende verso
base quadrata e fondo circolare. Porta un 1:2
uomini, cinque donne, due uomini. il basso. Si nota il chitone sotto il manto.
bambino nel braccio sinistro. Le sue mani,
Un gruppo di pieghe cade dalla parte sinistra
Gruppi di più di cinque adulti sono che stringono strettamente il bimbo, si tocca-
del corpo. Il retro della statuetta è liscio.
relativamente rari in Italia, noti solo no l’una con l’altra poggianti sul grembo.
Ha un viso ovale, magro. La capigliatura è
da Satricum e da Lavinio. Anche le
indicata a forma di una corda che cade lungo 385 Donna seduta con infante 379 380 381
statuette di un uomo ed una donna la faccia. Veste un chitone, le cui pieghe a ‘V’ T1249 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
1:2 1:2 1:2
sono rare fuori Satricum. I bambini cadono tra le gambe, e un manto le cui argilla grezza rossa. La parte inferiore del
sono sempre lattanti tenuti in grembo, pieghe drappeggiate avvolgono il neonato frammento è cava. Il sedile è cavo, la statua
talvolta allattati e talvolta fasciati, e quindi scendono lungo il corpo. I piedi è solida; mancante la testa e la spalla destra;
sono posti su uno sgabello. H 8,3, La 4,2, Sp 5,0.
come i bimbi di terracotta più grandi. Nel grembo è un infante. Il drappeggio è
Le donne sono spesso velate. molto elaborato, qualche incisione suggerisce
382 Donna
Riguardo all’arredamento si distin- T220 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
le pieghe. La sedia è semplice, senza decora-
guono seggiole ordinarie e troni. Sono zioni, separata dalle gambe solo grazie a delle
argilla grezza rossa; solida; parte inferiore
incisioni. L’infante è avvolto in fasce. Il retro
stati trovati vari troni singoli pronti per mancante; H 9,5, La 5,7, D base 4,5.
è piano e liscio.
accogliere statuette di figure sedute. La testa è in parte coperta da un nimbo, che si
sviluppa in un drappeggio. Nelle pieghe di
questo c’è il suo braccio piegato, col quale
regge un bimbo, avvolto con un panno.
Gruppi di figure sedute di terracotta di
Terrecotte raffiguranti donna con
produzione locale
bambino, di produzione locale
383 Donna seduta su trono 386 Coppia seduta con bambino
379 Donna seduta con bimbo T702, T196 (acropoli, deposito votivo III, 383
T249 (acropoli, deposito votivo III, 1985); T1142 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
1985); argilla grezza rossa scura; cava; 1:2
argilla grezza rossa scura; cava; integrata; argilla depurata marrone pallido; cava; rotta
ricomposta; lineamenti consumati; H 15,0;
consumata; H 13,5, L base 1,6, La 5. all’altezza della vita, la parte sinistra (spalla, 384 385 386
Sp parete 1,2.
Statuetta di donna seduta, intatta. Come il parte superiore del braccio destro) è danneg- 1:2 1:2 1:2
Una donna ed un uomo seduti. L’uomo strin-
cat.no. 380, ad eccezione dei capelli, che non giata; lineamenti logori; H 7,1, La 6,1.
ge il seno della donna. Entrambi sono velati.
sono propriamente ripartiti al centro, e il Donna in trono. Viso ovale, naso allargato.
La donna porta una larga collana. Vicino il
velo, che è posto più verso il dorso. I piedi Veste un indumento sul capo, probabilmente
sedile, sulla sinistra del trono, si trova un
sono posti su di uno sgabello. Il trono è stret- un velo. Siede su un trono a forma di ‘T’. Il
piccolo giovane, che potrebbe essere un
to, non chiaramente distinguibile. Viso trian- retro della statuetta è liscio.
servo o il loro bambino. Nessun dettaglio
golare con il velo usato come fondo del trono può essere rilevato. È possibile che dietro
stesso. I dettagli del viso non sono distinti. La 384 Donna seduta su trono il bambino possa esserci un’altra donna che
donna regge col braccio sinistro un infante, T969, T437 (acropoli, deposito votivo III, poggia la mano sulla spalla di quest’ultimo.
che allatta aiutandosi con la mano destra. 1985); argilla depurata arancione chiaro; Sono preservati solo frammenti. Il retro è
tracce di ingubbiatura bianca; fratturata al piatto e liscio.
380 Donna seduta con bambino collo e rotta obliquamente dalla parte sinistra
T1687 (acropoli, deposito votivo III, 1985); della vita al gomito destro; parte del poste-
argilla grezza rossastra, superficie con riore mancante; H 12,4, La 6,2.
macchie nere; cava; pressoché completa, Parte centrale. La parte inferiore del fram-
restaurata nella parte inferiore; consumata; mento (le gambe) è perduta: i piedi sono stati
H 15,2, La 5,6. posti su un basso ma elaborato sgabello con il
La donna siede su in piccolo trono, non chia- bordo superiore decorato (decorazione con
ramente indicato ma con una alta base qua- incisioni verticali paralleli).
drata, con la parte posteriore tondeggiante. La testa della donna è leggermente inclinata
La testa è leggermente piegata verso il basso. verso il basso. Il braccio destro poggia sul
Ha un viso ovale e pieno, lievemente reclina- ginocchio con le dita piegate come se stesse
387 388 389
1:2 1:2 1:2

158 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 159


387 Due donne sedute con neonati Viso ovale. Capelli plasticamente striati attor- 397 Testa di donna con velo
T1689 (acropoli, deposito votivo III, 1985); no alla faccia. Larghi orecchini ovali. Diadema T530 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
argilla grezza rossa scura, macchie nere sul a forma di cappuccio o ampio diadema con argilla bianca; solida; H 6,1, La 5,5, Sp 2,4.
lato frontale e posteriore; solida; rotta al una scanalatura al centro. Viso di forma ovale. Veste un velo.
collo; acefala; consumata; H 11,3, L 9,1,
L base trono 3,7.
391 Testa di donna con velo 398 Testa di donna con velo
Le donne sono identiche. Siedono su un trono
T1598 (acropoli, deposito votivo III, 1985); T589 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
con base quadrata e retro arrotondato. I loro
argilla grezza rossa scura; rotta da una figura argilla grezza rossa scura; tratti consumati;
piedi poggiano su uno sgabello. Entrambe por-
sopra la linea del petto; solida; H 5,4. H 3,5, La 2,0.
tano un neonato poggiato sul loro braccio sini-
La capigliatura è resa da incisioni parallele. La donna ha un viso ovale allungato con
stro. Le braccia poggiano sul grembo. Vestono
Parte del trono è parzialmente visibile dietro profonde cavità oculari e palpebre pronuncia-
un manto le cui pieghe cadono lungo il corpo.
la testa e/o il velo. La parte posteriore della te, lungo collo. La sua testa, in posizione
statuetta è liscia e piatta, i lineamenti consu- obliqua, è coperta da un velo piatto che cade 391
388 Due donne sedute mati. lungo il suo collo. Le pieghe sulla parte supe- 1:2
T549, T478 (acropoli, deposito votivo III, riore e sulla parte destra sono rese da incisio- 390
1985); argilla grezza arancione scuro; il trono ni. 1:1
392 Testa di donna con velo
è cavo, le figure piene; la parte inferiore della
T1543 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
statua è cava; dalla vita in sù: solida; rotta
argilla fine crema-beige pallido/arancione; 399 Testa di donna con velo
sulla parte destra, suggerisce che altre figure
tratti consumati; H 5,3. T789 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
sedute dovevano essere contigue; della
I capelli sono resi con incisioni. argilla depurata arancione chiaro, grigia scura
figura a sinistra manca la testa; consumata;
nel centro; cava; la parte posteriore è
H 12,5, La 8,9, Sp 6,5, L base trono 1,5-1,8,
mancante; H 5,5; La 4,0.
Sp parete 1,0-1,6. 393 Testa di donna con velo
La statuetta richiama la Tyche di Antiochia,
Le donne sono identiche. Siedono su un T857 (acropoli, deposito votivo III, 1989); 393
il collo spiccato, la testa tende alla sua sini-
trono tondo, con un basso schienale. I piedi argilla grezza rossa scura; solida; H 8,3, La 5,5. 1:1
stra. Capelli formati da numerose ciocche
sono posti su uno sgabello. Il viso della donna Pettinatura elaborata con numerose e distinte
ondulate, ripartite nel centro, sormontate da
di destra è ovale e con palpebre accentuate; ciocche sulla fronte. Si irradiano da un nodo
un diadema decorato in rilievo. Qualità 392 394
la corona di capelli cade sul suo fianco. Inci- centrale. Ornamenti floreali sopra le orec-
straordinaria. 1:2 1:2
sioni parallele suggeriscono le legature dei chie. Alta qualità.
capelli. Veste un velo. Probabilmente
entrambe le donne avevano la parte superiore 394 Testa di donna con velo 400 Testa di donna con velo
del corpo nuda. Vestono un manto che cade T600 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
T567 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
dalla spalla sinistra e avvolge la loro vita, argilla depurata marrone pallida; H 4,1.
argilla grezza bianca-crema; cava; tratti
cadendo poi verso il basso. La donna ha viso ovale con profonde cavità
consumati; H 6,5, La 5,0, Sp 3,0.
oculari e palpebre pronunciate, collo molto
Viso allungato. Mento molto pronunciato.
lungo. La testa è coperta da un velo. Il velo
389 Due donne sedute Larghi orecchini ovali. Grande massa di
presenta pieghe parallele sopra la fronte.
T134 (acropoli, deposito votivo III, 1985); capelli, ripartiti al centro, sotto un alto
La testa è inclinata obliquamente a sinistra.
argilla grezza arancione; rotta dalla spalla diadema diviso in due.
Il collo termina nel punto di inserimento.
destra della donna a sinistra all’arto superiore
sinistro della donna di destra; superficie 395 Testa di donna con velo
consumata; H 9,9, La 7,6, Sp parete 0,7-1,3. T1651 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
401 Testa di donna con copricapo
La donna a destra ha un bimbo sul grembo. T681 (acropoli, deposito votivo III, 1989); 395 396 397 398
argilla grezza arancione scuro; solida; il naso
La statua consiste di due lastre di argilla che argilla depurata arancione; H 4,2, La 2,4. 1:2 1:2 1:2 1:1
e l’orecchio destro sono mancanti; il velo sul
formano lo sfondo e una che forma il rilievo La donna porta un copricapo simile ad un
lato destro è danneggiato; consumata; H 6,0,
frontale. turbante. Lungo collo con due scanalature
La 5,5, Sp 3,5.
parallele ed orizzontali. Viso ovale, profonde
La figura ha collo lungo, viso ovale, profonde
cavità oculari. Larghi orecchini. Un pomello
cavità oculari, palpebre pronunciate e labbra
Teste di donne in terracotta centrale regge le spire del copricapo, forato
e orecchie nette. I capelli ricci sono divisi in
sulla cima.
Queste piccole teste di terracotta face- otto trecce, che sono legate sotto il velo e il
vano parte originariamente di statuet- diadema. Il velo svolazza verso sinistra,
te. Nella mostra sono raggruppate in mostrando alcune pieghe. La testa è inclinata 402 Testa di donna avvolta da manto
a sinistra. T192 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
base alla presenza o assenza di un velo argilla depurata arancione; parte del naso è
o di un tipo particolare di capigliatura. scheggiata; lineamenti consumati; H 3,5-3,7.
396 Testa di donna con velo
Queste terrecotte sono state tutte fatte T1707 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
La donna ha un viso ovale con profonde
a stampo. Alcune di esse sono state cavità oculari. Un’estremità del manto è
argilla semi-grezza rosa chiara; cava;
avvolto attorno la testa e chiuso sotto il
successivamente elaborati a mano. H 5,8, La 5,0.
mento. La faccia ha un espressione abbastan-
Ha viso ovale, profonde cavità oculari e
za naive e infantile.
mento pronunciato. I capelli sono resi da inci-
390 Testa di donna con velo sioni. La testa è leggermente inclinata sulla
T698 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
sinistra.
argilla grezza bianca-crema-marrone chiaro;
399 400 401 402
tratti consumati; H 5,1, La 4,2. 1:1 1:1 1:1 1:1

160 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 161


403 Testa di donna con elmetto che formano la pettinatura ‘a melone’ e sono ma comunque sufficientemente conservati, è
T267 (acropoli, deposito votivo III, 1986); allungate in un nodo alla base della nuca. coperto da un orlo di capelli ricci, rappresen-
argilla depurata arancione-marrone; cava; Le ciocche sulla fronte sono rese con incisio- tati sistematicamente da cerchi vuoti. Sulla
H 5,9, La 4,6. ni. Tra i capelli porta un ramoscello d’edera testa ha una specie di copricapo o acconciatu-
Grande mento e naso. La cresta dell’elmetto arrotolato. Porta orecchini globulari. ra, reso visibile da incisioni reticolate. Il tutto
è persa. Lineamenti ben conservati. La donna appare indubbitabilmente orientale. La testa
ha viso ovale con profonde cavità oculari e è rotta sotto il mento, alla fine dei suoi ricci,
408 Testa di donna con pettinatura
palpebre pronunciate. La capigliatura si dipa- consistenti, come già descritto, di cerchi
na dalla fronte in due trecce spostate sui lati e ‘a melone’ molto regolari.
probabilmente legate sotto l’elmetto. Indossa T131 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
un elmetto con una cresta, attaccata dopo la argilla depurata marrone pallida-rosa; tracce
di ingubbiatura bianca tra gli occhi e sotto il 413 Testa di donna
fusione. La testa è di eccellente qualità.
naso, tracce di vernice rosso-marrone sui T522 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
capelli; H 5,6, La 3,3. argilla rossa; tracce di ingubbiatura bianca sul
404 Testa di donna con polos Rotta dalla figura. La donna ha viso ovale viso; solida; H 7,0, La 4,8, Sp 4,5.
T1724 (acropoli, deposito votivo III, 1985); con profonde cavità oculari e palpebre pro- Testa e viso di forma ovale. Veste un velo, 403 404 405 406
argilla depurata arancione; lineamenti nunciate. I capelli sono legati all’indietro in due foglie d’edera sopra l’orecchio destro. 1:1 1:1 1:1 1:1
consumati; H 5,1. sei scriminature che formano la pettinatura Sull’orecchio sinistro un orecchino circolare
La donna ha viso ovale con profonde cavità ‘a melone’ e sono allungate in un nodo dietro con un piccolo foro al centro. Sulla guancia
oculari e lungo collo. La capigliatura è riparti- la nuca. I capelli sono resi tramite incisioni. destra è visibile un bulbo, forse una scoria
ta e legata in una treccia dietro al collo. Porta un piccolo diadema con un nodo della fusione.
Le ciocche sono rese da incisioni. Sulla testa centrale e larghi orecchini globulari. La testa
porta polos e larghi orecchini globulari. è leggermente inclinata a destra. Dettagli 414 Testa di donna
La testa è inclinata sulla destra. ben conservati. T54B (acropoli, deposito votivo III); argilla
depurata bianca; H 4,4, La 2,4.
405 Testa di donna in stile ‘lampadion’ 409 Testa di uomo La testa è leggermente girata a sinistra,
T349 (acropoli, deposito votivo III, 1988); T424 (acropoli, deposito votivo III, 1986); profonde cavità oculari. I capelli sono tirati
argilla grezza rossa scura; nodo danneggiato; argilla depurata arancione chiaro; legger- indietro alla base della nuca, in sei scrimina-
H 3,7, La 2,3. mente danneggiati gli occhi e la bocca; H 3,5. ture decorate con incisioni. Forse un orecchi-
La donna ha viso ovale e profonde cavità Un viso sbarbato con corona sulla fronte no all’orecchio sinistro.
oculari, palpebre pronunciate e collo conico. sotto la quale sono visibili capelli in linee
I capelli sono accostati sul capo e legati con 410 412
abbastanza dritte. Capigliatura visibile anche
un fiocco, così che le estremità si dipanano Teste di donne con corona di foglie 1:2 1:2
dietro la testa.
come fiamme. Le trecce sopra la fronte, d’edera 407 408
tirate dietro alla testa, formano una cornice 1:1 1:1
410 Testa di donna (?) 415 Testa di donna con corona di foglie
decorativa. Porta grandi orecchini globulari.
T771 (acropoli, deposito votivo III, 1989); d’edera
argilla grezza arancione marrone; cava; T54A (acropoli, deposito votivo III, 1985);
406 Testa di donna con pettinatura H 6,5, La 6,0, Sp 3,5. argilla depurata arancione pallido; H 4,3, La 2,5.
‘a melone’ La testa è circondata da un frammento largo e Lineamenti ben conservati. Come cat.no. 416;
T428 (acropoli, deposito votivo III, 1986); lievemente concavo, che potrebbe essere un probabilmente dallo stesso stampo. Accon-
argilla depurata bianca-crema; lineamenti velo. Tratti ben definiti, capelli in numerosi ciatura ‘a melone’, foglie d’edera aggiunte a
consumati; H 4,1. ciuffi, ripartiti al centro. Corti ai lati (forse è mano.
La donna ha un viso ovale con profonde un uomo).
cavità oculari. La testa è sollevata e inclinata
416 Testa di donna con corona di foglie
all’indietro e a sinistra, in posa patetica.
411 Testa di donna d’edera
Acconciatura elaborata: i capelli sono legati
T251 (acropoli, deposito votivo III, 1985); T453 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
all’indietro in sei scriminature che formano la
argilla grezza gialla tenue-rosa; cava; H 7,3, argilla depurata arancione pallido-marrone
pettinatura ‘a melone’ e sono allungate in un 409 411 413 414
La 4,5. chiaro; H 4,1-4,3, La 3,0.
nodo alla base della nuca. I capelli sono resi 1:1 1:2 1:2 1:1
La testa mostra solo il viso, con tratti ben La testa è girata a destra, le caratteristiche
con incisioni. Porta larghi orecchini globulari.
conservati e l’inizio dell’acconciatura. La sono ben conservate. La donna ha viso ovale
La testa è lievemente inclinata a destra.
parte posteriore della testa mostra due frattu- con profonde cavità oculari e palpebre pro-
re, ma la testa era probabilmente parte di una nunciate. Acconciatura elaborata: ripartita e
407 Testa di donna con pettinatura mezza statuetta. I capelli sono ricci e le legata dietro in scriminature e intrecciata. Le
‘a melone’ orecchie adornate con gocce. ciocche sono rese attraverso incisioni, anche
T1260 (acropoli, deposito votivo III, 1989); sulla treccia. Sulla testa porta una corona di
argilla depurata bianca-crema; parte della 412 Testa di donna sei foglie d’edera (tre foglie triangolari per
corona di foglie d’edera sulla parte sinistra è T225 (acropoli, deposito votivo III, 1985); entrambi i lati del pomo centrale). Porta
mancante; caratteristiche consumate; argilla grezza bianca; parte superiore orecchini globulari. Tutte le decorazioni sono
H 4,8-5,2. dell’aureola rotta; H 8,1, La 8,4, Sp 4,5. state aggiunte dopo la fusione in stampo.
La donna ha un lungo collo e viso ovale con La testa ha stile e dimensioni inusuali. È inse- La testa è leggermente inclinata a sinistra.
lineamenti ben definiti: profonde cavità rita in un’ampia aureola semicircolare. Il viso, Il collo termina nel punto di inserzione.
oculari e palpebre pronunciate. I capelli i cui tratti sono abbastanza consumati,
sono legati all’indietro in sei scriminature
415 416
1:1 1:1

162 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 163


417 Testa di donna con corona di foglie tro in un nodo alla base della nuca. Qualità ne a palline. Poche tracce di capelli plastici.
d’edera estremamente buona, ben conservata. I suoi capelli sono legati in un nodo o treccia
T79 (acropoli, deposito votivo III, 1985); alla base della nuca.
argilla grezza rossa scura; una foglia d’edera 422 Testa di donna (o giovane uomo) con
e due pomi mancanti; H 3,35. 427 Testa di donna con diadema
diadema
La donna ha viso ovale, lineamenti in buone T55A (acropoli, deposito votivo III, 1985);
T675 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
condizioni: profonde cavità oculari e palpe- argilla depurata crema-arancione pallido;
argilla depurata marrone chiaro-arancione
bre pronunciate. I capelli sono legati dietro e tracce di vernice rossa sulla capigliatura; una
pallido; due foglie d’edera mancanti;
l’acconciatura è resa con incisioni, divisa in foglia d’edera è rotta; H 4,1.
caratteristiche consumate; H 3,6.
tratti grazie all’utilizzo di incisioni più marca- La donna ha viso ovale con profonde cavità
Il giovane uomo o donna ha un piccolo viso
te. La corona consiste di tre pomi e quattro oculari e palpebre pronunciate. I capelli sono
ovale con profonde cavità oculari e palpebre
foglie d’edera, alcune sono rotte. La testa è ripartiti e legati dietro con un nodo. Le cioc-
pronunciate. La capigliatura è ripartita e le
lievemente inclinata a sinistra. che sono rese da incisioni. Porta un diadema 417 418 419 420
ciocche attorno alla faccia sono rese grazie ad
(decorazione: incisioni) con un pomo centra- 1:1 1:1 1:1
incisioni. La figura porta un ampio diadema 1:1
418 Testa di donna con corona di foglie con un pomo centrale due foglie d’edera su le e tre foglie d’edera per ciascun lato. Collo
entrambi i lati. con due grinze. La testa è inclinata a destra.
d’edera
T891 (acropoli/deposito votivo, 1989);
argilla depurata arancione; due foglie d’edera 423 Testa di donna con diadema 428 Testa di donna con diadema
danneggiate; H 4,3, La 3,5. T67 (acropoli, deposito votivo III, 1985); S.N.-3 (acropoli, deposito votivo III); argilla
Lungo collo con incisioni orizzontali, viso argilla depurata arancione-marrone pallido; rossa; H 5,7, La 3,6.
ovale con profonde cavità oculari, palpebre il tutto presenta tracce di vernice rossastra; Testa leggermente girata a sinistra. Profonde
pronunciate e mento tondeggiante. La capi- H 4,7. cavità oculari, lineamenti ben conservati;
gliatura è legata dietro in un nodo alla base La testa è leggermente piegata a destra. palpebre. Diadema, su entrambe le estremità
della nuca. La corona consiste di sei foglie I capelli sulla fronte sono divisi in due parti, la decorazione è ben conservata; parte di
d’edera e un pomo centrale sulla fronte (tre una pettinata a sinistra, l’altra a destra. Sul foglia d’edera. Capelli legati al collo in un
foglie per entrambi i lati del pomo). La testa è capo ci sono piccoli bulbi che sembrano esse- nodo o treccia. Orecchini circolari.
leggermente inclinata a sinistra. Le due inci- re parte del diadema. Alla sommità della testa
sioni sul collo sono forse rughe. Lineamenti è presente un elaborato diadema, ma potreb- 429 Testa di donna con diadema
conservati. be anche essere un’intricata acconciatura. La T1590 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 421 423 424 425
parte posteriore della testa non sembra rifini- argilla depurata giallo-marrone pallido; una 1:1 1:1 1:1 1:1
ta. La parte frontale è in condizioni molto foglia d’edera a destra è mancante; H 4,0,
Teste di donne con diadema buone, quella posteriore è un po’consumata. La 2,0.
419 Testa di donna con diadema Porta un diadema con decorazioni floreali su
T55 (acropoli, deposito votivo III, 1985); argilla 424 Testa di donna con diadema entrambe le estremità. I capelli sono legati
depurata marrone pallido; H 4,0, La 3,0. T1094 (acropoli, deposito votivo III, 1985); dietro in una lunga treccia (cm 2,0 conserva-
La donna porta un diadema con un pomo argilla depurata bianca crema; tracce di ta). Lineamenti molto consumati. Come
nella parte centrale. Due grinze sul collo. Una vernice rossa sulla capigliatura; orecchino cat.no. 430, ad eccezione del collo, che è più
foglia d’edera conservata nella parte poste- sinistro mancante; fattezze consumate; spesso ed ha due incisioni orizzontali.
riore destra della testa. H 2,6, La 2,4.
La donna ha viso ovale/tondeggiante, la 430 Testa di donna
420 Testa di donna con diadema parte destra della faccia è ben conservata; S.N.-4 (acropoli, deposito votivo III); argilla
T1091 (acropoli, deposito votivo III, 1985); profonde cavità oculari e palpebre pronuncia- fine arancione chiaro; tracce di vernice rossa;
argilla depurata arancione pallido; tracce di te. I capelli sono legati in un nodo sulla cima H 3,4, La 2,7.
ingubbiatura bianca, tracce di vernice blu della testa. Il diadema è senza decorazione. Testa e collo conservati con orecchini fatti a
nella parte posteriore del diadema; H 4,5, Porta larghi orecchini globulari. mano, viso tondo. Veste un copricapo con un 426 427 428 429
La 3,2. 1:1 1:1 1:1 1:1
bordo raccolto all’indietro, due foglie d’edera
Testa inclinata, profonde cavità oculari. 425 Testa di donna con diadema fatte a mano.
Orecchini globulari. Capelli ripartiti e legati T1262 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
in una treccia o coda all’altezza del collo. argilla depurata marrone pallido-grigio;
Porta un diadema con un pomo centrale e
431 Testa di donna con diadema
il diadema è perso; consumata; H 3,4. T699 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
decorazioni su entrambi i lati. Lungo collo Il viso è ovale con profonde cavità oculari, argilla depurata bianca-crema; il diadema e
con incisioni orizzontali. palpebre pronunciate e mento tondeggiante. una foglia d’edera sono mancanti; lineamenti
La testa è inclinata verso sinistra. consumati; H 5,1, La 2,5.
421 Testa di donna con diadema La donna ha un lungo collo e viso ovale con
T914 (acropoli, deposito votivo III, 1986); 426 Testa di donna con diadema profonde cavità oculari. I capelli sono legati
argilla depurata crema-marrone chiaro; T659 (acropoli, deposito votivo III, 1988); con un nodo dietro al collo. Le tracce del
H 4,2. argilla fine marrone chiaro; consumata; diadema possono essere rilevate insieme a
Viso ovale, profonde cavità oculari, mento H 3,4, La 2,7. due foglie d’edera ad entrambe le estremità
arrotondato. Larghi orecchini globulari. Cicche Viso ovale, lungo collo, fattezze consumate: del diadema stesso. La testa è leggermente
ondulate tutto intorno la faccia. Porta un dia- profonde cavità oculari, mento tondeggiante. inclinata a sinistra. Il collo termina col punto
dema tra i capelli e acconciatura a corona con Porta un diadema o copricapo con decorazio- di inserimento.
430 431
dei fori. I capelli sono ripartiti, legati all’indie-
1:1 1:1

164 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 165


432 Testa di donna con diadema 437 Testa di donna con diadema 441 Menade
T361 (acropoli, deposito votivo III, 1988); T452 (acropoli, deposito votivo III, 1985); T315 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
argilla depurata marrone chiaro-rosso, grigia argilla depurata arancione; le foglie d’edera argilla depurata bianca; braccia sono mancan-
al centro; H 4,0, La 3,6, Sp 2,6. sulla destra sono mancanti; lineamenti consu- ti, il frammento è rotto appena sotto il petto;
Rotta dalla figura. Il diadema è mancante. mati; H 3,3. H 5,5, La 3,8.
La donna ha viso ovale con profonde cavità Collo spesso, con una grinza, viso tondo, Metà superiore di una statuetta rappresen-
oculari e palpebre pronunciate, la testa è testa girata a sinistra. Diadema con un pomo tante una menade estatica. Mento e guance
leggermente girata a sinistra. I capelli sono centrale. Sulla sinistra la foglia (doppia foglia tondeggianti, grinza sul collo. Acconciatura
legati con un nodo dietro al collo. Porta un e due foglie d’edera) cade sopra l’orecchio elaborata. Testa spinta all’indietro verso
diadema con due larghe foglie d’edera ad sinistro. destra. Eccezionale qualità.
entrambi i lati. La testa è inclinata a destra.
Ha un’incisione sul lungo e spesso collo. 432 433 434 441
442 Donna con uccello
Figure teatrali T208 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
1:1 1:1 1:1 1:1

433 Testa di donna con diadema Il deposito votivo III contiene alcune argilla depurata rosa-arancione; cava; testa,
T745 (acropoli, deposito votivo III, 1989); statuette da collegare con il teatro gambe e la mano destra sono mancanti;
argilla depurata marrone pallido; una foglia antico. Le maschere trovate a Satricum H 5,3, La 4,3, Sp parete 0,3-0,5.
d’edera sulla destra è persa; H 3,3, La 2,6. Frammento di una giovinetta nuda.Tiene nel
conoscono raramente paralleli in depo- braccio destro contro il petto un cigno o
La donna ha un viso ovale con profonde
cavità oculari. I capelli sono raccolti in una siti votivi sia in Etruria che nel Lazio. un’anatra. Sullo stesso braccio pende verso il
treccia o coda di cavallo che cade sul collo. basso un drappo.
Collo con due grinze. Porta un diadema con 438 Attore
due foglie d’edera ad entrambe le estremità. S.N.-2 (acropoli, deposito votivo III); argilla 443 Ragazze che giocano
La testa è leggermente inclinata a sinistra. grezza arancione-marrone; cava; conservato T433 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
Espressione infantile. dalla testa fino a otto la vita; H 8,3; La 3,9; argilla depurata marrone chiaro, grigio scuro
Sp parete 0,7-1,2. all’interno; rotta lungo la vita, la parte fronta-
434 Testa di donna con diadema Statuetta di attore del teatro comico che rap- le di una donna posta più in basso è mancan-
T798 (acropoli, deposito votivo III, 1989); presenta un’uomo anziano. Veste un himation te; estremamente consumata e danneggiata;
argilla depurata marrone pallido; lineamenti e porta una maschera con forti sopracciglia, L 6,3, La 5,5, Sp 1,7.
molto consumati; H 5,4, La spalla 3,2, grandi occhi sporgenti e una bocca molto Parte superiore di statuetta o placca in rilievo
La testa 2,5. larga. All’interno della bocca della maschera di scena di efedrismo. La ragazza, che è sedu-
La donna ha un piccolo viso ovale con è visibile la bocca dell’attore. ta sulla schiena di un’altra ragazza, tiene una
profonde cavità oculari. I capelli sono legati palla sulla mano destra (sollevata). I capelli
in un nodo (o corta treccia) dietro il collo. 439 Maschera di attore sono corti, appena sotto la linea del mento. 435 436 437 442
Porta un diadema con due foglie d’edera ad T223 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 1:1 1:1 1:1 1:1
entrambe le estremità. Le foglie sono poste argilla grezza rossa scura; parte del bordo
su entrambi i lati del diadema. La testa è attorno la bocca è danneggiata; H 3,6. Idoletti votivi primitivi
leggermente inclinata a sinistra. Testa di figura del teatro comico che porta una In diverse località dell’Italia compaiono
maschera. La figura ha viso ovale con forti esempi di arte plastica primitiva. Il
435 Testa di donna con diadema sopracciglia, grandi occhi sporgenti e una
bocca molto larga. All’interno della larga bocca
termine ‘primitivo’ in questo caso non
T845 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
della maschera è visibile la bocca dell’attore. vuole dire ‘preistorico/antico’ bensì
argilla depurata arancione-marrone pallido;
larga parte del diadema e delle foglie d’edera Ha grandi orecchie. I capelli non sono elaborati ‘originale italico, assente cioè da influs-
sono mancanti; lineamenti consumati; H 3,6, o fatti alla maniera della maschera. si orientali o ellenici’. Caratteristica
La 2,1. peculiare della plastica primitiva è
Collo allungato. Parte del diadema è visibile 440 Danzatore l’assenza di naturalismo nella raffigura-
sul lato destro. T88 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
zione del corpo nonché nella semplicità
argilla grezza arancione, grigia all’interno;
acefala, la parte inferiore delle gambe è degli dettagli anatomici: naso, orec-
436 Testa di donna con diadema
T80 (acropoli, deposito votivo III, 1985); mancante; H 6,3, La 3,2. chie, mento, seni e organi genitali sono
argilla depurata marrone pallido; lineamenti La figura maschile ha un drappeggio sulle spesso indicati con piccole protuberan-
molto consumati; H 4,4. spalle che lascia le gambe nude. Le incisioni
ze, mentre occhi e bocca non sono più
Il lungo (cm 2,0) collo termina al punto di sulla superficie dell’argilla suggeriscono il
movimento. Il braccio destro è sul petto, il
di due buchi e una linea graffita.
inserzione. Vi sono quelli che possono essere
orecchini piatti o foglie d’edera delle estre- sinistro è dietro. La gamba sinistra è solleva- Idoletti di terracotta come questi
ta, l’altra è dritta. Un piccolo foro nella parte compaiono già nel X-VIII secolo a.C. in 439
mità del diadema. Attorno alla testa c’è una
posteriore della statuetta. 1:1
corona semplice con un diadema sulla som- contesti sepolcrali. Come doni votivi li
mità e probabilmente foglie alle estremità. troviamo per la prima volta in depositi
La capigliatura è semplice, senza dettagli,
riferibili al VII e VI secolo a.C. Gli
ma è legata al collo in un nodo che ne rende
la forma ‘a farfalla’. idoletti satricani nell’epoca in cui vanno
datati (IV-II secolo a.C.) avevano fino
a poco tempo fa pochi riscontri. Di 438 440 443
1:1 1:1 1:1

166 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 167


recente è stata rinvenuta una serie di 447 Idolo femminile Votivi anatomici
teste votive primitive, somiglianti a T855 (acropoli, deposito votivo III, 1989); Teste, piedi e mani sono i votivi anato-
argilla depurata marrone chiaro arancione,
quelle degli idoletti satricani, in un mici più frequenti nel deposito votivo
grigia all’interno; solida; acefala; base
deposito votivo nel Santuario di Casale ricomposta, scheggiata; consumata; III. Gambe e piedi fittili sono stati colle-
Pescarole, nella valle di Cominio, al H 6.2-6,5, La 3,6, Sp 2,0, D base 4,1. gati ad espressioni di gratitudine per
confine con Abruzzo e Molise. Piccola statuetta femminile fatta a mano. l’esito felice di un viaggio o di un pelle-
Braccia aderenti al corpo, che non è modella-
grinaggio. Vi sono anche dei genitali
to ad eccezione del seno. L’ellisse del corpo
444 Idolo maschile è ampia, ma piuttosto piatta. Mani sui fianchi,
maschili e femminili. La donazione di
T259 (acropoli, deposito votivo III, 1986); la mano destra è appiattita. La base è uteri è interpretata come intercessione
argilla depurata con alcuni inclusi, marrone circolare. per ottenere un bambino o come segno 444 445 446
chiaro, grigia all’interno; tracce di pittura 1:2 1:2 1:1
arancione sulla superfice liscia; solida; rotto al di gratitudine dopo un parto felice.
collo, al fianco sinistro e al ginocchio destro; 448 Idolo femminile
superficie consumata; molti dettagli sono per- T887 (acropoli, deposito votivo III, 1989); 451 Piede sinistro
duti; H (spalla destra-ginocchio destro) 9,6, argilla grezza rossa scura; solida; la parte B45 (Nei pressi dell’aggere, 1978); argilla
La 4,0, Sp spalla 0,9, Sp fianco 2,2. inferiore del corpo, la parte superiore del rosata; integro; interno cavo; H 14,0, L 25,5,
Statuetta maschile fatta a mano. Le braccia braccio destro e il braccio sinistro mancano; La 9,5.
appena modellate aderiscono ad un corpo H 7,9, La anca 2,0, La torso 3,0, Sp 1,0. Piede su una suola arrotondata in corrispon-
molto piatto. Le mani sembrano essere infila- Fatto a mano. Testa ovale, indossa un velo. denza del piede.
te in tasche. Una piccola protuberanza consu- Mento pronunciato. Il naso è rotto. Senza
mata come indicazione dei genitali maschili. bocca, occhi ed orecchie. Corpo a forma di
L’esile torso primitivo è in contrasto con la ‘V’, piatto, con seno. Le braccia sono rotte, 452 Viso di donna
tranne la parte inferiore del braccio destro, T1546, T1377 (acropoli, deposito votivo III,
parte posteriore naturalistica e pronunciata e
schiacciato al suo fianco, piccolo frammento 1985); argilla grezza rosso scuro-marrone
con i fianchi e la coscia destra bene realizzati.
della mano destra, anch’esso schiacciato al violaceo, marrone-grigio scuro all’interno;
La gamba destra era posizionata in avanti.
fianco. La parte posteriore è piatta, senza restaurata; L 10,5, La 4,4, Sp 1,4-3,0.
Dodici frammenti di viso/testa femminile. 449
alcun modellamento, tranne per la parte
445 Idolo maschile finale, che è stata aggiunta. Larghe, recenti La parte destra del viso è preservata, ha forti 1:2
T1373 (acropoli, deposito votivo III, 1990); ‘ferite’ tra i seni. Piuttosto consumata. caratteristiche classiche, viso stretto ed allun-
argilla grezza rossa-marrone scuro, scurita in gato, mento e zigomi carnosi, bocca forte e
alcune parti, arancione e marrone chiaro ben modellata, non sorridente, larghi occhi
all’interno; solido; testa, braccio destro e Maschere votive sporgenti, palpebre spesse, naso mozzo.
spalla, ed entrambe le gambe dal bacino sono 449 Maschera votiva
mancanti; H 6,6, La 3,5, Sp busto 0,9, Sp base T261 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
2,0. argilla grezza rossa scura; mancante parte
453 Utero
T242 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
Fatto a mano. Il braccio sinistro, appena destra; H 4,7, L 8,5, Sp 1,8-0,3.
argilla grezza arancione-marrone, grigio-
modellato è aderente al corpo, il braccio La parte inferiore potrebbe essere servita
marrone all’interno; cavo; la parte superiore
destro deve aver avuto la stessa posizione. La come una base. Le caratteristiche facciali 447 448 450 452
è mancante; L 8,3, La 8,2, Sp 0,6-1,4.
mano destra è ancora conservata. Entrambe sono eseguite in rilievo. Naso molto semplice 1:2 1:2 1:2 1:2
Frammento di un utero quasi rettangolare
le mani appaiono come se ‘fossero nelle ma accuratamente modellato. Orbite profon-
su un sottile piedistallo o placca. Il collo e
tasche dei pantaloni’. Un rigonfiamento sul de circondate da un bordo poco accentuato
l’apertura dell’organo sono presenti. I detta-
lato frontale piatto indica i genitali maschili. dal naso alle sopracciglia. Occhi modellati in
gli anatomici sono definiti in maniera
Sottile, torso primitivo in contraddizione alla rilievo molto plastico, senza pupilla. Proba-
morbida; Larghe dimensioni.
parte inferiore fortemente naturalistica. La bilmente rappresenta un’offerta votiva per
sua gamba destra era posizionata in avanti, ottenere una vista migliore?
come suggerisce la linea di frattura. Eretto 454 Viso di un giovane
quasi in un contraposto. T933, T1547 (acropoli, deposito votivo III,
450 Maschera votiva
1986); argilla grezza; superficie rosso-
T95 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
arancione scuro, nella parte intera marrone-
446 Idolo femminile argilla grezza bruna pallida; mancante parte
arancione; cavo; rotta appena sotto il collo;
T810 (acropoli, deposito votivo III, 1988); destra fratturata attraverso l’occhio sinistro e
mancano la parte superiore e parte di quella
argilla grezza con inclusi, marrone – arancio- fra il naso e l’occhio destro; H 5,0, L 4,6,
inferiore; restaurato; L 15,5, La 8,0,
ne in superficie, grigio scuro all’interno; Sp 1,2.
Sp 1,8-2,8.
rotto appena sotto il busto; H 4,6-4,8, Pezzo tagliato orizzontalmente nella parte
Tre frammenti di una testa maschile, velata.
La 3,4-3,6. inferiore subito sotto il naso e nella parte
Appartenente ad una statua o testa votiva.
Statuetta femminila fatta a mano. Testa superiore all’altezza della fronte.
Frammento di viso e collo di un giovane
piuttosto tondeggiante. Occhi, narici ed
senza barba ben modellato; metà delle
orecchie rese con piccoli fori, bocca incisa
dimensioni naturali; mento carnoso, bocca
ma consumata. Collo ampio, spalle strette.
debole, occhi affossati nel viso. I capelli scen-
Due protuberanze sul busto ad indicare il
dono dal velo in corti ciuffi ricurvi. Il piccolo
seno. Un’impronta di unghia appena sopra
orecchio destro è consumato. Superficie liscia
l’orecchio sinistro.
e ben conservata. I segni dei colpi delle dita
sono visibili nella parte interna.
451 453 454
1:3 1:2 1:2

168 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 169


Votivi a forma di animali 458 Colomba Statue di grandi dimensioni
Sono stati trovati diversi animali in T520 (acropoli, deposito votivo III, 1988); Le statue rappresentano per la maggior
argilla fino arancione pallido; beige nella
terracotta nel deposito votivo III, in parte figure femminili sedute e sono di
parte interna, macchie nere sulla superficie;
gran parte custoditi nel Museo di Villa tracce di vernice rossa/marrone conservate; dimensioni monumentali, a volte di
Giulia, ora presentati anche nella interno cavo; zampe e piccole parti della coda grandezza inferiore a quella naturale a
mostra. Va sottolineato che il rapporto e della parte finale delle ali mancanti; H 7,1, volte di dimensioni maggiori. Nel
L 10,0, La 5,0.
quantitativo fra i tipi visibili nella Museo di Villa Giulia si trovano circa
Fori nella pancia per le zampe. La base delle
mostra non corrisponde con quello nel zampe è leggermente appuntita. Coda piatta.
44 frammenti scoperti nell’Ottocento. 455 457 459
deposito stesso. Mucche, qualche Quelli qui presentati sono descritti 1:1 1:1 1:2
Le ali sono indicate in maniera naturale alle
vitello ed un toro, sono le bestie più estremità più basse sulle punte (una punta è separatamente. La loro attribuzione ad
frequenti nel deposito, seguite da persino curvata verso l’alto). Meno rifinita una statua specifica è incerta.
nella parte posteriore. Corpo abbastanza
galli e piccioni. Inoltre abbiamo delle largo. Collo corto che emerge dal corpo in
statuette di un leone, di un cane, di un maniera delicata. Testa molto elegante e 462 Statua femminile: parte della faccia
centauro, di una gallina, di una pecora, naturale, senza caratteristiche dettagliate. T230 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
Becco corto appuntito. Esecuzione naturali- argilla grezza rosata arancione; fatta a mano;
di una civetta, di un’anatra (?), di
stica, sebbene non dettagliata. cavo; ricomposto; molto danneggiato; L 7,4,
cavalli e di maiali. Numerosi sono i La 10,4. 456 458 460
frammenti per i quali è difficile definire 1:1 1:2 1:2
Parte sinistra della faccia di una statua di
459 Gallo grandezza più grande del naturale; collo,
la loro appartenenza ad una specie.
T791A (acropoli, deposito votivo III, 1989); mente, naso e palpebra inferiore.
argilla grezza marrone scuro/rosso, macchie
455 Testa, probabilmente di capra nere sulla superficie; solido; larga parte della
T1298 (acropoli, deposito votivo III, 1989); coda rotta; zampe mancanti, becco rotto, 463 Statua femminile: frammento del collo
argilla grezza arancione chiara, grigia nella cresta danneggiata; H 6,2, L 5,1 (dalla testa T279 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
parte interna; tracce di pittura rossa preser- alla coda circa 8,0); La 3,2. argilla grezza rosata arancione; ricomposto;
vate; solida; il corno destro è mancante, il Due piccoli fori presenti nella parte sotto- parte della collana rotta; H 10,2, La 13,7,
sinistro è rotto a metà; H 2,2, L 3,4, La 2,1. stante per l’inserimento delle zampe. Coda Sp 1,9.
Testa e collo molto piatti. Il corno e le appuntita, petto ampio. Ali non indicate. Frammento di collo con collana di una statua
orecchie realizzati in maniera naturale. Muso Morbida curvatura verso l’alto dal corpo al di grandezza più grande del naturale, forse
lungo con bocca e narici incise. Narici forate. collo.Guance paffute. Cresta con scanalature. attribuibile alla stessa statua del frammento
Realizzazione molto semplice ma vivida. Realizzazione approssimata ma vivida. della faccia cat.no. 462. Collana composta di
elementi lenticolari e pendenti, coronati da
piccoli perline rotonde. La collana è stato
456 Colomba o similare 460 Gallo eseguita a parte ed applicata in un secondo
T224 (acropoli, deposito votivo III, 1985); T791B (acropoli, deposito votivo III, 1985); momento. Alla parte sinistra inizia una veste.
dalla testa alla coda 3,5; argilla depurata argilla grezza marrone scuro/rosso, macchie
beige-bianca; solida; parte posteriore destra nere sulla superficie; ingubbiatura rossa;
mancante; la parte finale della coda è rotta; solido; coda rotta, zampe mancanti, cresta 464 Statua femminile: frammento dei
H 2,7-3,0, L 2,4, La 1,4. rotta; H 6,1, L 5,0 (dalla testa alla coda circa capelli
Malamente raffigurata. Il corpo più naturale 7,5), La 3,2. T180 (acropoli, deposito votivo III, 1986)
delle altre parti. Ali attaccate al corpo. Collo Fori nella parte sottostante di diametro diver- argilla grezza rosata arancione; ricomposta; 461 462
piegato verso sinistra, probabilmente non so. Parte finale appuntita, petto largo. Non vi L 16,5, La 9,4. 1:2 1:3
intenzionalmente. La testa è ruotata verso sono ali. Morbida curvatura verso l’alto dal Frammento di capelli forse attribuibile alla
sinistra. Il becco è rivolto verso l’alto. corpo al collo. Becco corto appuntito, guance stessa statua suggerita dai frammenti prece-
Approssimativo ma vivido. paffute. Molto simile a cat.no 459. denti (cat.nn. 462-463). I capelli consistono
in ciocche ondulate, separate da solchi
profondi.
457 Uccello, probabilmente una colomba 461 Mucca
T246 (acropoli, deposito votivo III, 1985); T997 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
argilla grezza con molti inclusi beige chiaro; argilla grezza marrone scuro/rosso, macchie 465 Statua femminile: frammenti dei
solida; coda danneggiata; H 5,0, L 4,0, La 2,5, nere su tutta la statua; base solida, gambe capelli
La dalla testa alla coda 6,6. solide, corpo cavo; ricomposta da sei pezzi e T994-T1114; T616-T617-T655; T612-T668
Zampe ritte, il becco si potrebbe essere rotto integrata; parti di braccia, corpo, collo e corna (acropoli, deposito votivo III, 1986); argilla
o non essere stato realizzato per niente. La mancanti; testa non collegabile (possibilmente grezza rossa scura; trecce solide fatte separa-
base delle zampe è massiccia. Le ali appena non appartenente); H 14,5, L 23,5, La 6,4. tamente a mano e in seguito collegate;
indicate. L’ala destra è rigonfia, quindi la La mucca è posizionata su una base rettango- ricomposti; L 13,3, Sp 2,1; L 15,2, La 3,6;
figura non è simmetrica. Il collo si solleva lare con le estremità concave. Le gambe L 10,5, La 4,6.
delicatamente dal corpo. La testa è senza sono indicate da placche verticali realizzate Tre frammenti di capigliatura a trecce di una
lineamenti, leggermente appuntita al posto in un singolo pezzo con la base; grossolana statua di grandezza naturale. Cinque trecce di
del becco. Esecuzione molto approssimativa. realizzazione di gambe sulle estremità delle lunghezza diversa indicate da solchi attorci-
placche. I quarti posteriori sono realizzati in gliati e separate da solchi profondi.
maniera superficiale. Realizzazione grossola- 463 464 465
na; corpo e testa vividi. 1:3 1:3 1:3

170 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 171


466 Statua femminile: frammenti dei 474 Dita 482 Presa di coperchio
capelli T297 (acropoli, deposito votivo III, 1986); P4303 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
T547 (acropoli, deposito votivo III, 1986); argilla grezza rossa scura; solida; L 6,2, D 1,4. impasto bruno-rossastro; levigato all’interno;
argilla grezza rossa scura; trecce solide fatte Dito di grandezza quasi naturale, leggermen- H cons. 4,1, D presa 7,4.
separatamente a mano e in seguito collegate; te curvato, con indicazione dell’unghia. Presa di coperchio tronco-conica irregolare,
ricomposte; L 12,1, La 4,5, Sp 2,6. concava all’interno e con decorazione di
Due frammenti di capelli a due trecce indicate impronte a stecca e a dito sul bordo.
475 Pollice
con solchi brevi a V. T1652 (acropoli, deposito votivo III, 1986); 466 467 468 469
argilla grezza rossa arancione; solida; L 5,0, 483 Presa di coperchio 1:3 1:3 1:3 1:3
D 2,0. P4638 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
467-470 Frammenti di quattro capigliature Pollice di grandezza quasi naturale con impasto bruno-rossatro; levigato all’interno;
diverse di statue di grandezza naturale unghia ed altri dettagli anatomici indicati. presa nera per bruciatura; H cons. 4,3, D
presa 5,3.
Alta presa tronco-conica, concava all’interno;
467 Ciocche intrecciate 476 Pollice
grosso orlo con impronte profonde a stecca.
T187 (acropoli, deposito votivo III, 1986); T417(acropoli, deposito votivo III, 1986);
argilla depurata arancione; H 6,7, La 4,8, argilla grezza rossa; solida; L 5,6, D 1,8.
Sp 2,3. Pollice di grandezza naturale, senza 484 Presa di coperchio
indicazione dei dettagli anatomici; forse P8717 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
da una mano votiva. impasto bruno-rossatro; levigato all’interno;
468 Capelli dritti indicati da incisioni fini H cons. 3,0, D presa 6,2.
T328 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
Presa di coperchio tronco-conica, concava
argilla grezza rosata; H 5,5; La 4,5; Sp 1,5.
La ceramica all’interno con decorazione di leggere
impronte a stecca e a dito sul bordo.
469 Riccioli piccoli
La ceramica comune
T255 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
477 Dolio 485 Presa di coperchio 471 474 475 478
argilla arancione; H 6,0, La 4,7, Sp 1,4.
P4654 (acropoli, deposito votivo III, 1986); P341 (acropoli, deposito votivo III, 1988); 1:3 1:2 1:2 1:3
impasto bruno-giallastro levigato, con impasto bruno-rossatro; levigato all’interno;
470 Capelli dritti indicati da incisioni fini macchie nere; ricomposta ed integrata; H cons. 3,7, D presa 5,5. 477
T128 (acropoli, deposito votivo III, 1986); Presa tronco-conica irregolare di coperchio, 1:5
H 26,5, La 34,0.
argilla depurata biancastra; H 7,5, La 10,3, Grande frammento di dolio con labbro concava all’interno e con decorazione di
Sp 1,4. svasato ed ingrossato, orlo arrotondato, impronte a stecca sul bordo.
pareti convesse. Datazione: VIII secolo a.C.
471 Mano 486 Coperchio
T87 (acropoli, deposito votivo III, 1986); 478 Olletta SN-17 (acropoli, deposito votivo III);
argilla grezza rossa; solida; conservata dalla P4651, P4633 (acropoli, deposito votivo ceramica grezza rossa scura; integro,
metà superiore del palmo fino all’inizio delle III,1986); impasto grezzo bruno; ricomposta, ma scheggiata alla presa; H 3,1, D 5,5.
dita; pollice mancante; L 8,2, La 7,2, Sp dita metà conservata; H 8,6, D 10,0. Piccolo coperchio con presa bassa a forma
1,2, Sp mano 2,0. Corpo con parete leggermente curvata, breve conica.
Frammento di una mano, forse parte di una labbro svasato ed ingrossato; cm circa 1.
statua o una mano votiva. Sul dito indice sono Sotto il labbro una bugna. Fatto a mano. 487 Coperchio
visibili tracce di un anello dopo il quale il dito
P4474 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
è rotto. La mano è in una posizione piegata,
479 Olletta ceramica grezza arancione; scheggiato sul
come per elemosinare qualcosa.
P4368 (acropoli, deposito votivo III, 1985); bordo; H 3,1, D 7,0. 479 480 481 485
Coperchio conico con presa a forma conica. 1:3 1:3 1:3 1:1
ceramica grezza bruno-rossastra; H 11,2,
472 Piede D 9,0.
T387(acropoli, deposito votivo III, 1986); Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato. 488 Coperchio
argilla grezza rossa arancione; ricomposto;
P4595 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
H 6,7, La 7,2.
480 Olletta ceramica grezza arancione-brunastra;
L’esterno di un piede destro con scarpa di
P4545 (acropoli, deposito votivo III,1986); scheggiato sul bordo; H 4,0, D 8,0.
una statua grande su un plinto.
ceramica grezza arancione con nucleo grigio; Coperchio conico con presa bassa a forma
parte del orlo/corpo mancante; H 5,2, D 6,0. conica.
473 Piede Fondo piatto, corpo globulare, labbro svasato.
T293 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
489 Coperchio
argilla grezza rossa; L 6,7, Sp 1.2.
481 Olletta P4672 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
Tre dita del piede sul plinto con indicazione
P4384 (acropoli, deposito votivo III, 1985); ceramica grezza bruna pallida; scheggiato sul
vaga delle unghie.
ceramica grezza rossa; parte dell’orlo/parete bordo; H 7,0, D 20,0.
mancante; H 5,9, D 5,5. Coperchio conico frammentato a presa bassa
Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato. conica; sul lato esterno graffito LN (L inverso).

482 483 484


1:1 1:1 1:1

172 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 173


490 Coperchio 496 Due scodelle miniaturistiche Rocchetti di dimensioni varibili con la
P5215 (acropoli, deposito votivo III, 1988); P4549, P4480 (acropoli, deposito votivo III, parte centrale concavo con estremità
ceramica bruna pallida; 3/4 conservata; H 7,2, 1986); argilla depurata/impasto rosso; H 1,8, 489
ingrossate emisferiche o appiattite. Un 487
D 15,0. D 2,8; H 2,0, D 4,5. 1:4
esemplare ha la forma quasi tubulare. 1:3 486
Coperchio conico frammentato a presa bassa Vasca a a pareti svasate; fondo con due fori.
1:3
conica.
Strumenti per la filatura e la tessitura 497 Sei rocchetti
491 Coperchio P5430, V678, V774, V2043, V2240, V2253
Un riferimento preciso alla filatura e di (acropoli, deposito votivo III, 1986); impasto;
P6225 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
consequenza al mondo femminile è L 5,2-6,0, D 2,3-2,7.
ceramica grezza bruna pallida; scheggiato sul
bordo; H 7,5, D cons. 17,0. fornito dalle fuseruole e dai rocchetti. Rochetti di dimensioni variabili con la parte
Coperchio conico frammentato a presa bassa Il fuso, appesantito ad un’estremità da centrale concava con estremità ingrossate
conica. emisferiche o appiattite. Un esemplare ha la
una fuseruola per mantenere costante
forma quasi tubulare.
la rotazione, veniva impiegata per
tendere e ritorcere le fibre allo scopo di 488 490
Vasetti miniaturistici 498 Sei fuseruole 1:3 1:4
Sotto questa definizione si raggruppa- ottenere un filo continuo da tessere. T1236, V575, V576, V629, V1020, V2099,
no quei vasi che riproducono in I rocchetti furono adoperati per V2161 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
avvolgere il filo per via della loro forma impasto; H 1,5-1,6, D 2,4-3,3.
proporzione ridotte oggetti di uso Quattro fuseruole a forma arrotondata e due
comune. I tipi sono molteplici e imitano cilindrica concava. È da rilevare come
fuseruole biconiche a contorno esagonale e 491
questi rocchetti siano spesso rinvenuti,
gli oggetti della vita quotidiana. pentagonale con foro passante 1:4
assieme a fuseruole, in abitazioni e in
tombe anteriori al VI secolo a.C., Piccolo peso da telaio
492 Dieci tazze-attingitoio miniaturistiche 499
P842, P4263, P4505, P4547, P6173, P6302, mentre dal V secolo in poi si trovano V596 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
P6771, P6885, P6983, P7505 (acropoli, sempre di meno. Dopo il 500 a.C. circa argilla grezza biancastra; mancante l’angolo
deposito votivo III, 1985); impasto rosso- vicino alle fuseruole si trovano sempre inferiore; H 5,7, La 3,3.
bruno; H 2,2-2,6, D circa 2,5. Forma piramidale con foro passante trasver-
dei pesi da telaio di forma piramidale o sale; segno circolare sul lato superiore.
Fondo piatto, vasca cilindrica o a tronco di
cono con pareti leggermente svasate, ansa rettangolare. È quindi probabile che
laterale originata dalla pressione di due dita prima dell’introduzione di questo 500 Peso da telaio
sull’argilla, talvolta a nastro. nuovo tipo di peso, al posto suo, venis- V2231a (acropoli, deposito votivo III, 1989);
se usato il rocchetto. In alcune tombe argilla grezza biancastra; H 8,8, La 5,6.
493 Ventidue piatti miniaturistici ne sono stati trovati fino a 30-40 esem- Forma rettangolare con foro passante 494
P466, P4040, P4260, P4367, P4409, P4471, trasversale. ?
plari, senz’altro sufficienti come dota-
P4494, P4495, P4504, P4548, P4931, P5598,
P5790, P5837, P5862, P5908, P6507, P6541, zione di un unico telaio.
Fra i pesi di telaio si distinguono tre 501 Peso da telaio 492
P6634, P7018, P8359, P9082 (acropoli,
V2231b (acropoli, deposito votivo III, 1989); 1:2
deposito votivo III, 1985); impasto rosso- forme: piramidale, rettangolare e una argilla grezza biancastra; H 9,6, La 6,4.
bruno; H circa 1,0, D circa 2,0-3,0.
intermedia tra queste due. La parte Forma rettangolare con foro passante
Forma a calotta sferica o emisferica.
superiore dei pesi è perforata trasver- trasversale; un’incisione rettilinea sul lato
superiore.
salmente. La maggior parte dei pesi
494 Otto bicchieri miniaturistici
P4199, P4479, P4506, P4609, P7341, P7616a, hanno sul lato superiore un’incisione
rettilinea e talvolta a una a croce. I 502 Peso da telaio
P8262, V8078 (acropoli, deposito votivo III,
V1022 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
1985); impasto; H circa 2,5, D circa 2,5. primi pesi sono spesso forma piramida- argilla grezza rossastra, levigata; H 7,8,
Fondo piatto, corpo cilindrico, orlo dritto o le e sono fatti con un’argilla tipo impa- 493
La 3,8.
leggermente rientrante. 1:1
sto levigato. Esemplari di argilla bianca Forma trapezoidale con foro passante
grezza si datano al V secolo a.C. e trasversale; segno a croce sul lato superiore.
495 Tre olle miniaturistiche con prese o
hanno una forma per lo più rettangola-
bugne
P4334, P6961, P9970 (acropoli, deposito
re. Come indica il nome questi oggetti La ceramica attica
votivo III, 1985); impasto; H 3,1, D 4,3; H 1,7, erano usati per la tessitura. Si ritrovano Il deposito votivo III ha restituito una
D 3,0; H 2,9, D 2,3. spesso anche in contesti votivi e fune- modesta quantità di ceramica attica,
Fondo piatto, corpo cilindrico o emisferico, rari dove probabilmente avevano una
orlo dritto; in due casi con bugne, nell’altro
per lo più in frammenti piccoli di cui
funzione simbolica. A Satricum sono 496
caso con quattro prese verticali. sono presenti nella mostra tre 1:2
stati ritrovati pesi di telaio nella Necro- esemplari.
poli Sud-Ovest, nei depositi votivi sul-
l’acropoli e nella struttura di età medio-
repubblicana (vedi avanti). 495
1:2 499-502
1:3

174 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 175


503 Frammento di un kantharos (?) attico principali centri di produzione sono diluita. Questo veniva o disteso sul vaso
plastico stati localizzati a Falerii Veteres, dove con un pennello o il vaso stesso veniva
P4318, P4666 (acropoli, deposito votivo III, inizia la produzione, e, in seguito, a immerso nell’argilla diluita. La qualità
1985); H cons. 4,0, La cons.6,2.
Cerveteri. Il periodo di produzione della ’vernice’ e il processo di cottura
Frammento ricomposto di una forma aperta
attica plastica, forse un kantharos: occhio della classe di Genucilia cade grosso determinavano la lucentezza della ver-
destro e capelli raffigurati come piccole modo nella seconda metà del IV e la nice, che poteva variare dal nero opaco
protuberanze in una striscia purpurea. prima metà del III secolo a.C. al nero metallico. Da qui il nome verni-
Circa 500-475 a.C.
ce nera dato alla ceramica. La ceramica
507 Piatto tipo Genucilia veniva decorata secondo il gusto (loca-
504 Fiaschetta per profumo SN-18 (acropoli, deposito votivo III, 1989); le) con stampigli, incisioni o decorazio-
P4524, P4235, P4236 (acropoli, deposito argilla depurata, da beige a rosata; vernice
votivo III, 1986); incompleta, ricomposta ed
ni colorate.
nera; parti dell’orlo e del medaglione man-
integrata; H cons. 9,7, D 5,7. canti; ricomposto; superficie molto abrasa; Nel V secolo la produzione comincia
Fiaschetta attica per profumo a forma di H 5,0, D 13,2. su piccola scala, ma già nel IV secolo
mandorla. IV secolo a.C. Il fregio del bordo è costituito dal motivo questo tipo di ceramica viene prodotto 503
a sei onde incorniciati da una risega. Nel 1:1
in grande quantità intorno alle grandi
505 Frammento della parete di uno medaglione centrale è visibile una stella
a quattro punte e una rosetta a tre punte
città dell’Italia centrale, quali Caere e
skyphos (?) attico a figure nere in ogni riquadro. Tarquinia nell’Etruria meridionale, 504
P4050 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 1:1
H cons. 3,2, La cons. 3,9.
Falerii in territorio falisco, e Vulci nel-
Quattro linee orizzontali fanno da base alla 508 Piatto tipo Genucilia l’Etruria settentrionale. La ceramica a
scena centrale: uno sgabello pieghevole e P9772 (acropoli, deposito votivo III, 1989); vernice nera di questo periodo è rite-
la parte inferiore di una figura umana seduta argilla depurata, da beige a rosata; vernice nuta ‘semi-lussuosa’. È ceramica di alta
vestita in himation lungo a strisce nere e nera a arancione; piede e parti dell’orlo e del
medaglione mancanti; H 5,2, D 13,4.
qualità in quanto l’argilla è depurata, lo
purpuree: forse il dio Dioniso. Una linea
verticale con punti laterali dietro lo sgabello Il fregio del bordo è costituito dal motivo a strato di vernice argilloso è spesso e di
rappresenta la fine di una frasca lunga di cinque onde delimitato all’interno da una colore nero profondo. È rappresentata
edera. Fine del VI secolo a.C. risega. Nel medaglione centrale è visibile da una grande varietà di forme. Oltre a
una stella a quattro punte e due punti in ogni
servizi da tavola erano prodotti anche
riquadro.
506 Kantharos altri oggetti. Questi avevano per lo più
P4622 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
una funzione rituale, per le offerte
H cons. 4,1, La 3,9. 509 Piatto tipo Genucilia
Frammento di orlo di un kantharos a figure P4452 (acropoli, deposito votivo III, 1985); funerarie e votive.
rosse con scena di simposio: uomo barbato argilla depurata giallastra pallida; vernice Dal III secolo si osservano cambia-
reclinante su guanciale sul materasso. Accan- nera ad arancione diluita; mancante del piede menti nella produzione. La produzione
to alla testa del primo uomo sono visibili due e due grandi frammenti dell’orlo; H 5,2, D 14.
locale si intensifica e il processo di 505 506
lettere di una iscrizione dipinta in viola, la Il fregio del bordo è costituito dal motivo a 1:1 1:1
cinque onde delimitato da un incisione con-
produzione diventa standardizzato.
seconda è una N. È visibile parte di un
canestro. Circa 450 a.C. centrica. Nel medaglione sono raffigurati La quantità di ceramica a vernice nera 507
motivi vegetali, disposti a croce, che dividono rinvenuta nei siti archeologici del III 1:3
il piatto in quattro quadranti, ognuno decora- secolo è di gran lunga maggiore rispet-
Piatti tipo Genucilia to da un altro motivo vegetale; la superficie
esterna del corpo presenta due linee concen-
to a quella dei periodi precedenti. Inol-
Si tratta di una classe di ceramica molto tre viene esportata dall’Italia in altre
triche a vernice nera diluita. La parte verticale
omogenea, costituita da piattelli su alto dell’orlo è a vernice nera. aree del Mediterrraneo occidentale.
piede, caratterizzati sul bordo da un Si tratta in particolare di vasi che erano
motivo ad onde che incornicia un prodotti nei dintorni di Roma (Atelier
medaglione centrale in cui è raffigurato Ceramica a vernice nera
des petites estampilles). Vi era inoltre
un profilo femminile visto da sinistra o Nel vasellame del deposito votivo III
una chiara preferenza per forme aper-
una stella. Il nome deriva da un esem- prevalgono i prodotti di ceramica a
te, quali piatti, bacini e scodelle. Forme
plare, di provenienza ignota, conserva- vernice nera. Questa classe è tipica
chiuse, quali brocche, erano meno
to a Providence (Stati Uniti), sul cui del periodo ellenistico/repubblicano
frequenti. Molto probabilmente queste
fondo è graffito il nome P(opli) Genu- dell’Italia centrale. Non era solo impor-
forme si prestavano di meno per una
cilia, forse un riferimento alla donna tata dalla Grecia e dall’Italia medidionale,
produzione di massa. Se nel V e IV
che acquistò l’oggetto. Sulla base dei ma veniva anche prodotta localmente.
secolo la ceramica a vernice era ancora
contesti di rinvenimento dei piattelli La produzione locale si data dal V secolo
abbastanza esclusiva, dal III secolo que-
essi dovevano presumibilmente essere al I secolo a.C.
sta diventa di uso comune in ogni casa 508 509
legati a sfere cultuali e funerarie. I due Il vaso era ricoperto prima della cot- 1:3 1:3
romana. La qualità della produzione dal
tura da un sottile strato di argilla molto

176 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 177


III secolo poteva variare enormemente, tirso con nastri. Sta su una linea bianca con vernice nera opaca; H 2,7, D 5,5.
ma l’intensificazione della produzione due piante a fianco. Sul bordo edere alter- (521) P4385 (acropoli, deposito votivo III,
nanti. Sul fondo interno sono impressi asim- 1985); argilla depurata con vernice nera;
porta ad un generale diminuzione della
metricamente quattro stampigli circolari raf- integra; H 2,3, D 4,8.
qualità. figuranti rosette composte di 8 petali. (522) P4011 (acropoli, deposito votivo III,
Insieme all’enorme aumento della 1985); H 1,5, D 2,9, Sp 0,3.
produzione di ceramica locale, si osser- 514 Piatto
va una forte riduzione di oggetti P6071, P4239, P5174 (acropoli, deposito voti- 523 Coppetta miniaturistica con alta ansa
importati dalla Grecia e dall’Italia meri- vo III, 1988); argilla arancione con vernice verticale
argentata; ricomposta e lacunosa; H 3, 0, P4634 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
dionale. La produzione campana si
D 15. argilla pallida depurata con vernice nera
diffonde soprattuto dalla metà del II Piatto su piede ad anello con largo labbro opaca di qualità minore; H 2,0, La 3,5,
secolo nell’Italia centrale, dove si svi- estroflesso; nel centro stampiglio a rosetta D base 2,0, D. orlo 2,5.
510
luppano diverse varianti locali (vedi composta da 8 petali. 1:2

più avanti a proposito della ceramica 524 Coppetta miniaturistica


Campana A). 515 Piatto P4989 ((acropoli, deposito votivo III,1986);
La produzione a vernice nera finisce P4498, P4459, P5514, P9775, P10010, P5657 argilla bruna pallida; vernice nera lucida, 512 513
(acropoli, deposito votivo III, 1988); argilla all’interno e all’esterno; H 0,9, D orlo 2,5. 1:2 1:3
nel I secolo a.C. perchè viene sostituita arancione dura, vernice nera lucida; ricompo-
gradualmente da un nuovo tipo di sta, fondo e piede mancanti; H. cons. 2,0, D
ceramica ancora più idonea ad una 17,5. 525 Olla miniaturistica bugnata
Grande piatto con largo labbro estroflesso P4108 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
produzione su larga scala, la cosidetta argilla depurata, vernice nera opaca sull’orlo
con decorazione.
ceramica aretina e sigillata. e parte del collo; tre piccole bugne sulla
spalla; H 2,85, D base 2,5, D orlo 3,25.
516-518 Tre scodelle a vernice nera
510 Coperchio
P4541, P8038, SN-1 (acropoli, deposito
P8740 (acropoli, deposito votivo III,1989); 526 Olla miniaturistica bugnata
votivo III, 1986, 1989); H 4,8, D 8,8; H 5,0,
H 6,3, D 12,0-13,0. P4237 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
D 9,1; H 5,4, D 10,2.
Coperchio probabilmente del kantharos con argilla depurata, vernice nera opaca sull’orlo
Scodelle a profilo completo.
iscrizione (cat.no. 638): stesso impasto, stes- e parte del collo; tre piccole bugne sulla
sa vernice nera, stessa decorazione di spigoli spalla; vernice nera parzialmente svanita;
verticali, mancante della parte superiore della H 2,3, D orlo 3,0, D base 2,3.
presa e dell’orlo.
Gruppo di 13 vasetti miniaturistici
a vernice nera
Vasetti miniaturistici presentati nella 527 Olla miniaturistica
511 Piatto tipo Pocula a vernice nera sovra- P4619 (acropoli, deposito votivo III, 1986);
dipinta mostra riproducono forme ben note argilla depurate bruna pallida; trace di verni-
P4061a, P5824b, P6608, P9228 (acropoli, nella ceramica a vernice nera presenti ce nera; H 2,5, D orlo 2,8, D base 2,7.
deposito votivo III, 1985); H cons. 5,2, in quantità grande nel deposito votivo
D cons. 36. 511
III. Come tali i vasetti danno un’impres- 528 Cratere a calice miniaturistico 1:4
Piatto frammentario parzialmente ricompo-
sto. Nel tondo, delineata da una striscia rossa,
sione della varietà di questa ceramica P4220 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
argilla gialla pallida, vernice nera opaca; 516-518
due eros volanti sovradipinti in bianco sopra presente nel deposito, per lo più scava- 1:3
anse mancanti, scheggiata sull’orlo; H 3,5,
una linea di erba, l’uno con una oinochoe e ta nell’Ottocento e ora nel Museo di D orlo 4,6, D base 1,8.
una corona, l’altro con una situla. Bordo piat- Villa Giulia. Anche gli scavi recenti
to decorato con foglie d’edera. Fra il bordo e
olandesi hanno portato alla luce un 529 Cratere a calice miniaturistico
la linea rossa freggio con edere alternanti.
grande numero di oggetti a vernice P7284 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
nera, per lo più in stato frammentato. argilla rosata pallida, vernice nera opaca;
512 Scodella con decorazione a stampigli anse mancanti; H 3,1, D orlo 4,5, D piede 2,4.
P4146, P5028 (acropoli, deposito votivo III, Si tratta di forme assai diffuse quali
1985); ricomposta; H 3,7, D 12,0. piatti, scodelle, coppette, ollette e
Scodella a bordo piatto decorato con impron- brocchette. 530 Cratere a calice miniaturistico (?)
te di piccolo sigillo intorno ad un cerchio P4372 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
centrale sul fondo e sul bordo. argilla rosata pallida, vernice nera opaca;
519 Piatto minaturistico anse mancanti, superficie ad un lato scrosta-
P4088 (acropoli, deposito votivo III, 1985); ta; H 3,4, D base 2,2, D orlo 4,2.
513 Scodella a vernice nera sovradipinta e argilla depurata con vernice nera poco lucida;
con stampigli integra; H 2,0, D base 2,7.
P4253, P6846, P6930 (acropoli, deposito 531 Oinochoe a cartoccia miniaturistico
votivo III, 1985); ricomposta, lacunosa; H 5,8, P4350 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
520-522 Tre scodelle miniaturistiche con orlo argilla depurata rosata pallida; vernice nera
D 15,0.
Nel tondo, delineato da una striscia rossa, un
rientrante opaca, all’interno fino al 2,0 sotto l’orlo, base
(520) P4776 (acropoli, deposito votivo III, risparmiata; ansa mancante; H 7,8, D base
genio alato sovradipinto in bianco tiene un 519-531 532
1988); argilla depurata, bruna pallida con 2,2, D corpo 4,5. ? 1:2

178 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 179


532 Askos miniaturistico del panneggio sono rese mediante scanalatu- nile, analoga al cat.nn. 533-534. Tiene il
P6168 (acropoli, deposito votivo III; 1988); re, di fronte abbastanze fini ed elaborate, sul braccio destro, musculoso, steso verso destra
argilla arancione con vernice argentata; scro- retro invece piuttosto rigide. La testa, relati- a reggere una patera. Il braccio sinistra è
stata; integro; collo e ansa restaturati; H 7,6, vamente grande e rotonda, è coronata da un abbassato e ripiegato sul fianco. A differenza
D 5,6. diadema. I tratti del volto sono sommaria- del no. 1 e 2 indossa, sul lungo chitone alto-
Askos miniaturistico in ‘ceramica d’argento’ mente indicati, mentre l’acconciatura è resa cinto con apoptygma, un mantello (himation),
a corpo arrotondato su piede ad anello e con con spesse ciocche regolari. che, scendendo dalla spalla destra e conti-
ansa a sezione circolare. Per l’impianto generale si può confrontare nuando sul fronte, ivi delimita una zona
con dei rari esemplari di bronzetti simili nel rettangolare con pieghe angolari. Un diadema
Lazio, trovati a Palestrina e pubblicati nel copre i capelli ondulati che, sul retro, sono
Bronzetti CatPalestrina 2002, 85, no. 15,1. Più puntuale raccolti in una specie di treccia che scende
Le statuette appartengono alla grande però è il confronto, particolarmente per il lungo le spalle. I tratti del volto sono minuti
tipo del panneggio, con le statuine di terra- e schematici.
massa dei doni votivi nella nel deposito cotta provenienti dalla stessa deposito votivo Esiste una serie di statuette simili di bron-
votivo III, scavato nell’Ottocento. Que- III di Satricum. Queste statuine di terracotta, zo e di terracotta. Il tratto caratteristico in
sti esemplari ‘sfuggiti all’attenzione dei ispirate al tipo greco, sono datate al III e II questo caso, cioè l’himation, si ritrova nella
primi scavatori’sono importanti. Tutti e secolo a.C. statuaria greca monumentale, per esempio
CatSatricum 1982, 115, cat.no. 20, 116, cat.no. nella Themis di Rhamnous, databile intorna al
quattro furono scoperti durante un
21; CatSatricum 1985, cat.no. 270. Heldring 300 a.C. (Stewart 1990, fig. 602). Un analogo
riscavo da parte dell’équipe olandese 1987a, 287, 291, Fig. 4. schema iconografico (ma con il braccio destro
nella terra di risulta degli scavi ottocen- sollevato all’altezza della testa) è riconoscibi-
teschi. L’importanza relativa di questi le in diverse statue monumentali di marmo
534 Bonzetto votivo di personaggio
raffiguranti la dea Iuno, come la ‘Giunone
bronzetti deriva dal fatto che nel Lazio femminile Farnese’ nel Museo Nazionale di Napoli, una
meridionale sono rari. Inoltre viene S.N.-9 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 533a-b 534a-b
copia di età imperiale da originale greco dei 1:1 1:1
osservato che la variazione nei vestiti bronzo, patina di colore verde; mancante la primi decenni del IV secolo a.C. (LIMC V, 1,
mano sinistra e la base; H 7,4.
delle figurine femminili ci offre un’in- 1990, 840, no. 195).
Statuina raffigurante un personaggio femmi-
dicazione non solo del gusto delle nile, analogo al cat.no. 533. Regge con la
donne nel III e II secolo a.C. in genera- mano destra protesa in avanti una patera, 536 Bronzetto votivo di guerriero
le, ma anche della rapida diffusione mentre il braccio sinistro è abbassato. Indossa B123 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
un lungo chitone altocinto, senza maniche, bronzo, patina di colore verde; intatto, solo
dei prototipi greci nell’Italia centrale alla base un po’deformato ed in superficie in
che le arriva sino ai piedi, con apoptygma che
all’epoca. Dato che i prototipi sono scende sino ai fianchi. Le abbondanti pieghe parte danneggiato; H 8,0.
delle statue monumentali greche raffi- del panneggio sono rese in modo raffinato di Statuina di un personaggio maschile armato
guranti una dea, questi possono indivi- fronte ed abbastanza rigido sul retro, come con elmo, corazza, lancia e scudo. Lancia e
nel cat.no. 533. scudo forse non gli appartengono; furono
duare divinità. Questo vale pure per il
Differenti dal no. 533 invece sono i tratti trovati però non lontano dal guerriero.
guerriero, nel quale possiamo ricono- Gamba sinistra lievemente avanzata. Braccio
del volto, che, nonostante una certa disgrega-
scere il dio Marte, si tratterebbe cioè di zione, risultano finemente elaborati, con gli destro alzato a reggere una lancia, mentre il
un’ex voto di uno guerriero locale a occhi infossati nelle orbite. Un diadema coro- braccio sinistro disteso in avanti regge uno
na la testa, mentre le bande di capelli laterali scudo rotondo. Indossa una corazza con
Mater Matuta, la dea principale della
e sul retro sono ondulati. A differenza dal bordo inferiore plasticamente rifinito, mentre
sua città. il bordo del collo si distingue con due linee
nos. 533 e 535 si nota anche il collo abbastanza
lungo e magro. incise. Sotto la corazza un chitone corto che
533 Bronzetto votivo di personaggio Un confronto puntuale si può istituire con scende sino ai fianchi. Sulla testa un elmo di
femminile un bronzetto da Palestrina. Il confronto con un tipo largamente diffuso in Italia (il tipo
B105 (acropoli, deposito votivo III, 1985); la statuetta di Palestrina si spinge all’impianto ‘italo-calchidese’ Pflug 1988, 137-150, fig. 17).
bronzo, patina di colore verde; mancante generale, al braccio destro proteso in avanti e Abbiamo dagli scavi ottocenteschi di Satri-
oggetto nella mano sinistra; diadema scheg- alle pieghe del vestito che sono trattati nello cum un altro bronzetto raffigurante un guer-
giato; H 6,5. stesso modo, con l’apoptygma che scende riero, ma di un tipo stilisticamente diverso e
Statuina raffigurante un personaggio femmi- sino ai fianchi. Il tipo come tale viene inter- molto più raffinato, databile nel primo quarto
nile stante sulla gamba destra, con la gamba pretato come riflesso di un tipo statuario del V secolo a.C. (Colonna 1970, 31, no. 2;
sinistra lievemente flessa, la testa leggermen- monumentale greco, come l’Artemide di CatSatricum 1985, 166, cat.no. 164). Il nostro
te ruotata verso destra. Tiene il braccio bronzo del Piraeus, databile circa al 330-320 guerriero invece si trova nello stesso livello
destro proteso in avanti a reggere un attribu- a.C. artistico e cronologico delle statuine cat.nn.
to scomparso, forse una patera, mentre il 533-535. Viene collegato con l’ultima fase di
sinistro è abbassato e lievemente piegato a una lunga tradizione soprattutto etrusca che
535 Bronzetto votivo di personaggio si distingue per un impianto generale piutto-
reggere un altro attributo ugualmente scom-
parso. Non sono visibili i piedi completamen-
femminile sto fragile e per una vita sottile (Richardson
S.N.-10 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 1983, 185-191).
te coperti dal vestito. La statuina termina con
bronzo, patina di colore verde; intatto, Heldring 1987a, 291.
un perno rettangolare di piombo (?) per
conservato con parte del perno in piombo (?)
l‘inserimento in una basetta. Indossa un lungo
per l’inserimento in una base; H 6,0.
chitone altocinto, senza maniche. Le pieghe
Statuina raffigurante un personaggio femmi-
535a-b 536a-b
1:1 1:1

180 L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III 181


Altri reperti ti verso Italia centrale, come lo skyphos 543 Peso da telaio
537 Scarabeo di ambra di Satricum. P186 (acropoli, edificio medio-repubblicano,
V550 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 2000); argilla grezza bianca; L 8,3, La base
Il vaso è da considere un oggetto
H 0,6, L 1,2, La 0,9. 7,1, La parte superiore 3,1.
prezioso grazie alle sue grandi dimen- Peso da telaio di forma piramidale.
Scarabeo di ambra trapanato con piano
inferiore inciso: animale fabuloso (?) tra sioni (altezza cm 14,0) nonché al fatto
tracce oblique. che era stato restaurato già in antichità, 544 Peso da telaio
visto gli antichi fori di restauro ancora P187-2000 (acropoli, edificio medio-repubbli-
538-539 Due coppette di faenza egizia presenti. Questi contenevano una volta cano, 2000); argilla grezza bianca; L 7,6,
La 9,2, Sp 3,4.
turchese ganci di piombo che tenevano insieme i
Forma rettangolare, con incisione sul lato
V549, V1064; V736, V1048, V2085 (acropoli, frammenti superiore e con foro passante nella parte
deposito votivo III, 1985, 1989); mancante dei 537 538-539
superiore.
frammenti dell’orlo; ricomposte; H 2,4, 1:2
D 8,4; H 2,5, D 8,0-9,0.
540 Grande skyphos a vernice nera 1:0,5
P46-2000 (acropoli, edificio medio-repubbli-
Coppette votive quasi intere di faenza con
orlo orizzontale con decorazione a ‘guilloche’
cano, 2000); argilla depurata arancione, Olla con alto labbro
nucleo grigio; vernice nera brunastra Una delle forme più caratteristiche
corrente; piccolo piede ad anello. ‘Mitrahi-
all’interno ed all’esterno, esteriormente
neh’ faenza da Memphis, III secolo a.C. della ceramica grezza ellenistica/
applicata in uno strato più grasso; impronte
di dita presso il piede; fondo a vernice rossa repubblicana è l’olla con alto labbro.
con due cerchi neri e un punto nero al centro; Questo tipo fu prodotto dalla metà
acropoli ricomposto ed integrato; ansa mancante; dell’IV secolo fino al II secolo a.C.
L’edifico di età medio- H 14,5, D orlo 19,3, D piede 12,o, Sp parete
I primi esemplari probabilmente sono
0,4-0,8, Sp fondo 0,3.
repubblicana Piede ad anello ingrossato, bacile profondo
già stati prodotti nel tardo V secolo
con pareti convesse leggermente incurvate; a.C. a Veio. L’argilla di questo tipo di
Ritrovamenti rinvenuti nello strato del orlo arrotondato; ansa orizzontale a forma di ceramica è di cottura dura e ha dello
ferro di cavallo a sezione circolare attaccata al smagrante sabbioso. Spesso la parete è
V secolo a.C. bordo; buchi dell’antico restauro in sei posti.
Nell’edificio sull’acropoli di età medio- Gnade 2003, 217, fig. 10.
(molto) sottile e l’alto labbro è legger-
repubblicana sono state trovate a mente meno svasato di quello delle
distanza di m circa 4 tra loro due grandi 541 Scodella a vernice nera altre olle. L’olla ha una carena pronun-
concentrazioni di frammenti di cerami- P45 (acropoli, edificio medio-repubblicano, ciata sulla parte di transizione fra
ca databili al V secolo a.C. I frammenti 2000); argilla depurata, beige-giallastra; labbro e corpo del vaso. Il labbro ha
tracce di vernice nera all’esterno di color un profilo concavo all’interno e un
erano posti lungo i lati interni dei muri
bruno scuro, opaca e diluita; impronte di dita
di uno degli ambienti, sotto uno strato ingrossamento a forma di nastro o di
dovute all’immersione nella vernice; manca la
di tegole sistemato intenzionalmente. metà; H 5,0, D est. orlo 12,0, D est. piede 5,0. mandorla. Spesso la superficie è stata
In alcuni casi i frammenti provenienti Piede ad anello svasato; pareti convesse, orlo lisciata. L’olla con labbro alto è spesso
arrotondato, leggermente rientrante. arricchita da una decorazione a corda,
separatemente dalle due concentrazio- 540 541
ni di ceramica appartenevano allo stes- che veniva già usata nell’età del Ferro. 1:3 1:3
so vaso indicando così che i vasi sono 542 Coppa miniaturistica A Satricum olle con labbro alto sono
P167-2000 (acropoli, edificio medio-repubbli-
stati frantumati sul posto. Sono venuti state rinvenute nel deposito votivo III e
cano, 2000); argilla semidepurata con inclu-
alla luce frammenti di vasi con caratte- sioni di mica, rossa-giallastra; tracce di nell’edificio medio-repubblicano sul-
ristiche pienamente confrontabili con i ingubbiatura rossa all’esterno; H 3,1, D orlo l’acropoli. La maggior parte delle olle è
vasi della Necropoli Sud-Ovest nonché 5,0, D base 4,0. priva di decorazione. Un esemplare
Coppetta ad ingubbiatura rossa. La coppetta particolare rinvenuto in questa concen-
con quelli del deposito II sull’acropoli. fa parte di un gruppo di piccole coppette con
Un ritrovamento speciale è costituito orlo svasato ingrossato sulla parte posteriore
trazione di ceramica è un’olla con una
da un grande skyphos a vernice nera del e spesso con un alto piede a tromba. Questo raffinata decorazione a corda (cat.no.
tipo attico A. Caratteristico per questo tipo si ritrova a Satricum dalla seconda metà 545). Questo vaso è stato trovato in
del V secolo a.C. Sono stati rinvenuti esem- molti frammenti ed è stato possibile
tipo è la forma a torus del piede ad
plari nelle tombe sull’acropoli, nel santuario
anello, il profilo leggermente a ‘S’ e le ricostruirlo solo per la metà.
di Santa Lucia e nel deposito votivo III. Fuori
anse a forma di ferro di cavallo. Sulla Satricum sono stati rinvenuti esemplari nei
base di questi aspetti il vaso è ben data- contesti votivi e funerari databili dalla metà
del VI fino al IV secolo a.C.
bile nel terzo quarto del V secolo a.C.
Imitazioni di questo tipo di skyphos
sono stati trovati spesso nell’Italia
meridionale da dove sono stati esporta- 542 543 544
1:3 1:3 1:3

182 L’età medio-repubblicana L’edifico di età medio-repubblicana 183


545 Olla con decorazione a corda digitata 547 Lucerna 551 Scodella a vernice nera con
P178-2000 (acropoli, edificio medio-repubbli- P20 (acropoli, edificio medio-repubblicano, decorazione a stampiglia
cano, 2000); argilla grezza rossastra; ricom- 2000); argilla depurata, rosso-giallastra; P2-A2000 (acropoli, edificio medio-repubbli-
posta; H conservata 16,6, D orlo 30,0, vernice nera opaca, all’interno e all’esterno; cano, 2000); argilla depurata e dura; vernice
D mass. 32,4. metà conservata; L 7,9, La 5,1. nera lucida; lato inferiore del piede rispar-
Frammenti di parete/orlo di un’olla (circa un Beccuccio a forma di spatola, grande buco per miato; lacunosa; D piede 5,2.
quarto della parte superiore). Alto labbro l’olio. Piede e parte della parete; all’interno sul
svasato, orlo all’esterno ingrossato; sotto il fondo tracce di due stampiglie a rosetta.
collo decorazione plastica a corda digitata. Forma: Morel seria 2780; III secolo a.C. 546
Ceramica a vernice nera tipo 1:3
Campana A 552 Scodella a vernice nera con decorazio-
Ritrovamenti di età medio- Nella struttura medio-repubblicana
repubblicana ne a stampiglia
sono rinvenuti frammenti di ceramica a P9-2000 (acropoli, edificio medio-repubbli-
vernice nera o della classe di ceramica cano, 2000); argilla depurata rosata a
Lucerne Campana A o di imitazione (cat.nn. vernice nera opaca; ricomposta e lacunosa;
Nel contesto dell’edificio medio- 550-552). Si tratta di una categoria
D (piede) 7,0.
repubblicano sono state rinvenute tre Due frammenti del fondo combacianti di
prodotta in officine della Campania, una scodella a vernice nera. Piede ad anello
lucerne a vernice nera, due delle quali soprattutto a Napoli. Il periodo di svasato, lato inferiore del piede e cerchio al
sono qui esposte. Lucerne a vernice maggiore produzione va dal II alla fine centro del fondo risparmiati. Al centro del 545
nera sono oggetti frequenti nel periodo fondo una decorazione a stampiglia. Forma: 1:3
del I secolo a.C. In questo periodo la
repubblicano. I primi esemplari si data- Morel serie 2820, tipo 2821; Morel serie 220 547
ceramica campana viene esportata in (piede ad anello) 1:3
no al IV secolo a.C. L’aspetto caratteri- grande quantità in tutta l’area mediter-
stico di queste lucerne è la forma ranea occidentale. La produzione e la
conica oppure conico-globulare della diffusione di questa classe di ceramica Anfore di tipo greco-italico
vasca. Alcuni hanno un fondo a forma è successiva a quella delle scodelle Questo tipo di anfora che deve il suo
di disco. Il buco per l’olio è di solito romane con stampigli e testimoniereb- nome alla somiglianza con anfore pro-
relativamente grande. Hanno inoltre be l’espansione romana nell’area veniente dalla Grecia, è prodotta dal III
un beccuccio tipico a forma di spatola. mediterranea. La forma della ceramica secolo alla metà del II secolo nell’Italia
I beccucci delle prime lucerne sono è robusta e semplice. Esistono solo centrale. La forma probabilmente deri-
larghi (un grande buco per la miccia) forme aperte, specialmente piatte, e va dalla Magna Grecia, in particolare
e profondi con l’estremità appiattita. grandi bacili, forse un’indicazione dalla Sicilia. Le anfore erano soprattut-
L’altezza del beccucio è uguale dell’enorme e crescente produzione to utilizzate come contenitori per
all’altezza della vasca. Alcune lucerne di ceramica a vernice nera in questo l’esportazione di vino romano verso
hanno su entrambi i lati della vasca una periodo. I piatti e i bacili sono spesso l’area occidentale del Mediterraneo.
specie di bugna, che probabilmente decorati all’interno con stampiglie
facilitava la presa. Le lucerne sono state oppure con una decorazione concentri- 553 Anfora
rinvenute in tutti i tipi di contesti. Oltre ca a rotella. L’argilla è spesso di tessitu-
P413 (acropoli, edificio medio-repubblicano, 551
ad una funzione pratica nella vita quo- 2000); argilla grezza rosata; L,19,0, La 4,0, 1:3
ra granulosa di color rosso-viola e Sp 2,5.
tidiana, le lucerne facevano parte dei rosso-bruno. La qualità e il colore della Ansa verticale a nastro con rilievo longitudi-
corredi funerari con lo scopo di ‘illumi- vernice possono variare; la vernice ha nale asimmetrico.
nare’ il morto. Le lucerne di Satricum, spesso una lucentezza metallica.
esposte nella mostra, presentano le
suddette caratteristiche e si datano al 550 Grande scodella a vernice nera con
III secolo a.C. decorazione a stampiglie
P13-2000 (acropoli, edificio medio-repubblica- 550
546 Lucerna no, 2000); argilla depurata, rosata; all’interno 1:3
P38-2000 (acropoli, edificio medio-repubbli- e all’esterno tracce di vernice nera opaca;
cano, 2000); argilla depurata, tracce di verni- lacunosa; misura mass. conservata 17,
ce nera; ansa mancante e parte finale del D piede 9,7.
beccuccio; D orlo 2,0, D fondo 4,5. Piede ad anello; sul fondo internamente
Lucerna a vernice nera con vasca conica- quattro stampiglie con palmetta circondati da 552
globulare e grande buco per l’olio. un doppio cerchio a rotella entro un cerchio a 1:3
linea incisa. Tipo Morel series 2230; ceramica
di tipo Campana A. Fine III/inizio II secolo
a.C.

184 L’età medio-repubblicana L’edifico di età medio-repubblicana 185


L’età romana

563a 564a 565a


1:1 1:1 1:1

la villa romana 556 Coppa Monete


V44/5/14+15 (PdC I, villa romana, 1984); Sono state trovate nella villa sette
terra sigillata italica; frammento dell’orlo;
Ceramica monete di bronzo, cinque delle quali
L 5,6, La 2,5, D 20,0. Datazione: 10 a.C.-
La maggior parte dei reperti della villa 3 d.C. sono ben databili. Le due monete più
romana è costituito da ceramica, ciono- antiche si collocano nel II secolo d.C.:
nostante, a motivo della frammenta- 557 Piatto l’una mostra Adriano (117-138 d.C.),
rietà dei pezzi, se ne mostrano solo V43/3/23 (PdC I, villa romana, 1984); terra l’altra l’imperatrice Faustina Minore
alcuni esempi che sono importanti per sigillata italica; frammento dell’orlo; L 2,1, (161-175 d.C.) che era la moglie di 566a 567a 568a 569a
La 2,0, D 17,0. Datazione: tardo I secolo a.C. 1:1 1:1 1:1 1:1
la datazione. Il materiale fittile consta Marco Aurelio. Le altre tre monete
– inizio II secolo d.C.
prima di tutto di cocci di ceramica grez- sono coniate nel IV secolo d.C.; due
za, pochi invece sono i fine wares, monete hanno il ritratto dell’imperato-
558 Coppa
che comunque comprendono tutte le V44/5 (PdC I, villa romana, 1984);
re, cioè Costantino II (316-340 d.C.) e
categorie rilevanti. I pezzi più antichi, terra sigillata italica; frammento del orlo; Costanzo II (337-361 d.C.). L’ultima 564 Moneta di Faustina Minore 566 Moneta di Costanzo II (337-361 d.C.) La legenda sulla croce è usata da Costante I
dell’inizio del I secolo d.C., sono a L 2,4, La 2,0, D 10,0. Datazione: I – inizio II moneta databile ha sul retro un testo (161-175 d.C.) B69 (PdC I, villa romana, 1984); bronzo; (337-350 d.C.) fino a Graziano (367-383 d.C.).
secolo d.C. B720 (PdC I, villa romana, edificio annex, D. 1,8; peso gr 1,9. CatSatricum 1985, 175, cat.no. 341.
vernice nera e terra sigillata, forme che la data negli anni 337-375 d.C.
1996); bronzo; D 2,9. Dritto: D N (—-)TIVS P F(—-) (Dominus
importanti per la cronologia della Finalmente, le due monete mal databili Noster Constantinus Pius Felix). Ritratto verso
Dritto: FAVSTINA AVGVSTA 568 Moneta
costruzione della villa. Si tratta soprat- 559 Piatto sono in ogni caso tardo-antiche (III-V destra; doppia corona a perle, toga e corazza.
Ritratta verso destra con corona di perle, B66 (PdC I, villa romana, 1984); bronzo;
V90/4-23 (PdC I, villa romana, 1984); African
tutto del cosiddetto African red slip, un secolo d.C.). Complessivamente, le crocchia sulla nuca. Rovescio: (—-)MP(—-) (Felicium Temporum
red slip; frammento del fondo; L 5,9, La 3,2. D. 2,5; peso gr 1,9.
Rovescio: HILARITAS Testa verso sinistra, Reparatio). Soldato in piedi verso sinistra, con
tipo di ceramica importata dall’Africa Il centro del piatto è decorato con incisioni e monete confermano l’immagine storica Dritto: (—-) P F AVG (… Pius Felix Augu-
palma nella destra, cornucopia nella sinistra. scudo nella sinistra e una spada nella destra
settentrionale a partire dal tardo I seco- palmette dello stampo Hayes 9c. che emerge dalla ceramica: la villa ha stus). Ritratto verso destra. Imperatore con
Ai lati S C (Senatus Consulto). con la quale attacca un nemico a cavallo che
Datazione: 350-400 d.C. doppia corona di perle, purtroppo non
lo d.C. e le cui forme più recenti sono avuto due periodi di fioritura, nel I-II Datazione: 161-175 d.C. sta per cadere ed alza la sinistra.
riconoscibile con certezza.
della metà del V secolo, importanti secolo e nel IV secolo. Pare che la villa Datazione: 337-361 d.C.
Rovescio: (—-) Vittoria?
per avere un’indicazione della fine 560 Coppa sia stata abbandonata alla metà del V CatSatricum 1985, 175, cat.no. 339.
Datazione: Fine III o inizio IV secolo d.C.
V78/35 (PdC I, villa romana, 1984);
565 Moneta di Costantino II (316-340 d.C.)
dell’abitazione del complesso. secolo. B67 (PdC I, villa romana, 1984); bronzo; CatSatricum 1985, 174, cat.no. 336.
African red slip; frammento del orlo;
D 1,8; Peso gr. 2,7. 567 Moneta
L 3,0, La 2,0. Datazione: 420-475 d.C.
Dritto: CONSTANTINVS IVN NOB C B72 (PdC I, villa romana, 1984); bronzo;
554 Piatto 563 Moneta di Adriano (117-138 d.C.) 569 Moneta
(Constantinus Iunior Nobilissimus Caesar). D 1,8; peso gr 3,1.
V92/3/173 (PdC I, villa romana, 1984); B68 (PdC I, villa romana, 1984); bronzo; B71 (PdC I, villa romana 1984); bronzo;
561 Scodella D. 1,5; peso gr 11,0. Ritratto verso sinistra; corona di lauro e Dritto: (—-)AN(—-). Ritratto verso destra.
D 1,1; peso gr 1,1.
argilla depurata a vernice nera; frammento
V91/1/1093 (PdC I, villa romana, 1984); corazza. Imperatore con doppia corona a perle e
dell’orlo; L 3,4, La, 2,2, D 32,0. Dritto: (—-) NVS AVG. Da completare come La corrosione impedisce una determinazione
African red slip; frammento del orlo; L 4,0, Rovescio: PROVIDENT- I A E CEASS barba.
Tardo I secolo a.C. – inizio I secolo d.C. il titolo ufficiale dell’imperatore: Imperator della moneta. Tali monete piccole appaiono
La 2,3, D 24,0. Datazione: 420-475 d.C. (Providentiae Caesarum). Porta di città con Rovescio: FEL TEMP RE(—-) (Felicium
Tipo Morel 2276d1. Caesar Traianus Hadrianus Augustus. Ritratto solo nel tardo Antico.
due torri e una stella al centro. Temporum Reparatio). Soldato in piedi verso
verso destra; corona di lauro. Punto a sinistra. Datazione: probabilmente fine del IV o inizio
Dalla legenda sulla testa possiamo sapere che sinistra con uno scudo nella sinistra e una
562 Coppa Rovescio: (—-). Imperatore stante, con roto- del V secolo.
555 Coppa la moneta è stata coniata prima che Costanti- lancia nella destra, con la quale colpisce un
CatSatricum 1985, 175, cat.no. 340.
V91/1/259 (PdC I, villa romana, 1984); lo nella mano sinistra. Ai lati S C (Senatus
V92/8/32 (PdC I, villa romana, 1984); no fosse elevato come Augusto nel 337. cavaliere sulla spalla. Il cavallo piega le sue
African red slip; frammento del fondo; rotel- Consulto). Nel segmento sotto l’imperatore
argilla depurata a vernice nera; frammento Datazione: 317-337 d.C. gambe anteriori. Anche il cavaliere si piega.
lature concentriche al centro nell’interno; VOT (Votum/a). Datazione: 117-138 d.C.
dell’orlo; L 2,5, La 1,5. CatSatricum 1985, 174, cat.no. 337. A destra giace un altro scudo.
L 4,0, La 1,2, D 9,0. Datazione: 450-530 d.C. CatSatricum 1985, 174, cat.no. 338.
Tardo I secolo a.C. – primo I secolo d.C.

186 L’età romana La villa romana 187


Inumazione infantile 572 Tegola con bollo Pietra
Nell’epoca romana si seppellivano feti V321 (PdC I, villa romana, 1984); Nella pars urbana della villa romana
argilla beige; L 7,0, La 7,0, Sp 2,4-2,9.
ed infanti spesso presso la casa, per sono stati trovati numerosi frammenti
Bollo rettangolare con L(?)VI.
esempio sotto la soglia. Nella tarda CatSatricum 1985, 174, cat.no. 335. di pietra, soprattutto di marmo e grani-
Antichità invece vediamo come alcune to. La maggior parte dei frammenti
parti della villa funzionano proprio da sono di marmo lunense (da Carrara),
cimiteri infantili. Un caso cospicuo è Mosaico ma abbiamo anche tipi più preziosi
quello della villa di Poggio Gramig- Alcuni vani della pars urbana e delle quali giallo antico, rosso antico e pavo-
nano. A Satricum sono state trovate tre terme sono stati decorati con un pavi- nazzetto. In parte appartengono a
tombe infantili. Uno dei bambini era mento a mosaico, ma solo lungo il tavole grandi sistemate sul pavimento o
sepolto in un’anfora che ci ha permesso muro ovest dell’atrio è stato trovato un sopra un plinto sul muro (cat.nn. 612-
di datare la tomba nel tardo III o nel IV frammento in situ. Il mosaico giace su 614), in tal caso quasi sempre di marmo
secolo d.C. L’anfora, prima utilizzata un sottosuolo che consiste di tre strati: lunense o di granito. Inoltre vi sono dei
per il trasporto e lo stoccaggio di vino il primo (statumen) è composto di frammenti marmorei tagliati (crustae),
od olio, è dopo stata riusata per siste- pezzi di macerie, il secondo (rudus) è a forma di un rettangolo, triangolo, 571a
mare il corpicciolo di un feto di circa tre di frantumi misti con calce, il terzo esagono o trapezio. I marmi pregiati 1:2

mesi. A questo scopo fu tagliata la (nucleus) è composto di frammenti di sono stati adoperati soprattutto per le
parte bassa del recipiente, per essere ceramica macinati e calce. Sopra il crustae e possono esser serviti nel pavi-
chiuso dopo l’interramento con due terzo strato è sistemato il mosaico con- mento in opus scutulatum come nell’a-
blocchetti di tufo. Il feto di circa tre sistente di tesserae bianche con un orlo trio (cat.no. 573), ma non va scartata
mesi fu seppellito lungo il lato sud del esterno in tesserae nere. Sono state l’alternativa di un pavimento marmo-
muro sud dell’ambiente 21 (vedi Fig. inserite delle placche marmoree a reo in opus sectile. Vi sono anche
VI.2). È probabile che anche le altre forma di rettangoli, triangoli ed esago- placche molto sottili che servivano per
due tombe infantili siano collegabili ni. Questa combinazione di mosaico e l’incrostazione marmorea delle pareti.
con questo seppellimento. frammenti marmorei è chiamata opus
scutulatum e pavimenti del genere sono 576-587 Crustae rettangolari (PdC I,
570 Anfora africana datati al I secolo a.C. ed al I secolo d.C. villa romana, 1984).
P2002 (PdC I, villa romana, 1984); argilla La regolarità delle inserzioni è un’indi- V19/1/118; marmo bianco; L 18,3, La 6,3,
arancione con sedimenti bianchi sul lato cazione per una produzione nel I seco- Sp 2,2. V19/4/3; portasanta (?); L 8,5,
esterno; ricomposta mancante della parte La 3,6, Sp 1,0. V21/4/2; onice; L 4,4, La 3,5,
lo d.C. Se ammettiamo una realizzazio- 570a 572a
inferiore; H 72,0, D 25,0. Sp 1,2. V28/1; onice; L 5,5, La 4,5, Sp 1,3.
L’anfora era stata importata dall’Africa
ne del mosaico nella fase edilizia V34/2/2; granito; L 11,3, La 7,2, Sp 1,4.
1:5 1:2
settentrionale. Tipo: Africana piccola. iniziale della villa, possiamo precisare V28/4/; granito; L 15,0, La 8,2, Sp 1,9.
Tardo III o IV secolo d.C. la cronologia al primo quarto del I V37/5/49; marmo lunense bianco; L 11,9,
CatSatricum 1985, 174, cat.no. 334. secolo d.C. e, anche se il pavimento si è La 7,3, Sp 1,1. V39/1/6; breccia; L 7,7, La 2,0,
Sp 1,1. V43/4/24; pavonazzetto; L 8,0,
conservato solo in uno stato frammen- La 4,0, Sp 0,9. V44/2/50; breccia di Sciro;
Bolli di tegole tario, rivela abbastanza la ricchezza L 10,2, La 5,2, Sp 1,3. V45/4; breccia; L 7,5,
Una parte delle tegole e dei mattoni della villa e dei suoi abitanti. La 3,0, Sp 1,8. V88/4; pavonazzetto; L 5,3,
romani recano bolli con il nome o La 2,1, Sp 0,4.
l’emblema del produttore. Nella villa 573 Frammento di un pavimento in opus
satricana abbiamo due frammenti di scutulatum 588-595Crustae triangolari (PdC I, villa
tegole bollate. Il primo bollo mostra S.N.-06 (PdC I, villa romana, 1984); romana, 1984).
un rettangolo con dentro un cane in tesserae nere e bianche; frammenti marmorei V20/4/35; marmo bianco lunense (?); L 5,0,
in giallo antico; L 120,0, La 60,0. La 3,5, Sp 1,2. V30/2/15; pavonazzetto (?);
corsa, l’altro ha le lettere L(?)VI in
CatSatricum 1985, 173. L 6,0, La 3,6, Sp 0,9. V39/4; marmo bianco
un rettangolo. lunense; L 7,0, La 4,2, Sp 1,1. V43/3/5; pavo-
nazzetto (?); L 3,5, La 2,7, Sp 0,8. V44/2/51;
574 Frammenti di un mosaico bianco
571 Tegola con bollo V37/4/20a (PdC I, villa romana, 1984);
portasanta (?); L 9,8, La 3,0, Sp 1,2.
V318 (PdC I, villa romana, 1984); V44/2/81; giallo antico; L 7,0, La 3,3, Sp 1,3.
tesserae bianche; L 48,0/23,0/16,0, La
argilla beige; L 11,0, La 11,5, Sp 3,6. V63/8a; marmo africano; L 5,2, La 4,0, Sp
21,0/16,0/10,0 Sp 16,5/12,0/8,0.
Bollo oblungo con cane in corsa. 1,3. V63/8b; breccia; L 5,2, La 2,2, Sp 1,1.
CatSatricum 1985, 174, cat.no. 335.
575 Frammento di un mosaico bianco
V45/3/3 (PdC I, villa romana, 1984);
tesserae bianche; L 0,60, La 0,30, Sp 17,5.

573a 574a 575a


1:10 1:10 1:10

188 L’età romana La villa romana 189


596-599 Crustae trapezoidali (PdC I, villa schi, poiché la decorazione era stata come elemento decorativo allo stesso
romana, 1984). eseguita nell’intonaco ancora umido, modo di un quadro dipinto, inserito in
V20/4; bardiglio scuro (?); L 15,0, La 7,0, ‘al fresco’. Lo strato d’intonaco di cm un incasso risparmiato nel muro. Il
Sp 1,6. V28/1/33; marmo bianco lunense;
circa 0,5 è stato sistemato sopra uno pezzo è troppo sottile per essere un
L 8,5, La 8,5, Sp 0,9. V37/4/16; bianco
carrara; L 6,5, La 5,5, Sp 2,1. V63/5; marmo strato di malta di cm circa 0,2. La pittu- oggetto a se stante quale un oscillum o
africano; L 7,0, La 3,5, Sp 1,4. ra ha come colore base il giallo ocra e il un rilievo supportato da un’erma in un 605
grigio-azzurro, con sopra delle fasce in giardino. Confronti sono noti dalle città 1:3

600 Placca con orlo recesso e orlo stante bianco, rosso e bianco/rosso, di varie vesuviane, per esempio dalla Casa del
V44/2/3 (PdC I, villa romana, 1984); larghezze. Pochi frammenti mostrano Rilievo di Telefo ad Ercolano e dalla 619 615a
breccia di Sciro; L 10,0, La 7,4, Sp 0,6. 1:3 1:3
un colore ceruleo o rosso cupo. In nes- Casa degli Amorini dorati a Pompei. 609a
suna parte s’incontrarono degli affre- Data l’assenza di tracce del trapano e 1:3
601 Placca con orlo stante per plinto schi in situ, ma il materiale ci offre vista la scarsa profondità del rilievo
(come il plinto no. 602) tuttavia un’immagine della varietà pare che l’oggetto appartenga alla
V44/2/24 (PdC I, villa romana, 1984);
marmo bianco lunense; L 16,0, La 15,5, Sp 1,9.
coloristica delle pitture murali negli prima metà del I secolo d.C., per cui
ambienti delle terme. potrebbe far parte dell’allestimento 613
originario della villa. L’ubicazione ori- 1:3
Plinti 615 Frammento di affresco ginale non è nota, ma potrebbe essere
Fra i frammenti della decorazione pavi- S.N.-19 (PdC I, villa romana, 1984); L 13,0, La attributa ad un ambiente di primo 618 617 616a
mentale e murale in pietra sono speciali 10,2. 1:3 1:3 1:3
rango o ad una parete di un portico.
Piani giallo ocra e grigio-azzurro separati da
soprattutto i plinti marmorei che sono
una fascia bianca (cm 1,7) e rossa (cm 0,5). Il
per la maggior parte fatti in rosso anti- giallo e la maggior parte del bianco sono stati 620 Rilievo marmoreo 604
co ed hanno un orlo modanato elegan- applicati su un fondo rosso a secco, il grigio- V1-2004 (PdC I, annesso della villa romana, 1:3
te. Le misure e la forma dei vari fram- azzurro e la fascia rossa invece direttamente 2004); marmo bianco lunense (?); H mass.
sull’intonaco. cons. 14,0, La mass. cons. 22,5, Sp mass.
menti sono differenti per cui dobbiamo
(parte destra) 6,0, Sp min. 3,4-4,4 (corpo
constatare che solo una frazione del nudo maschile).
materiale originario si è conservato, 616 Frammento di affresco Due pezzi combacianti mostrano due figure
S.N.-20 (PdC I, villa romana, 1984); L 4,5,
quando ammettiamo la presenza dello maschili e la coda di un animale marino. A
La 3,5.
sinistra si erge un uomo, di cui si è conservato
stesso plinto in un solo ambiente. I È stato trovato un solo frammento in ceruleo.
il torso fino al collo, inginocchiato e che, a
plinti fungevano da zoccolo per l’incro- quanto pare, si muove all’indietro. A destra
stazione marmorea nella zona inferiore 617 Frammento di affresco sono visibili parti delle cosce di un altro uomo
delle pareti. S.N.-21 (PdC I, villa romana, 1984); L 4,5, che ha la sua mano sinistra sopra un pezzo
La 4,0. tortile di, sempre a quanto pare, una coda
È stato trovato un solo frammento in rosso di un pesce. Il tutto è in uno stato deplorevole
602-614 Plinti (PdC I, villa romana, 1984). cupo. e non può essere interpretato; comunque si
V20/1/12; marmo bianco lunense; H 2,9,
potrebbe pensare a due Giganti in lotta:
L 17,5, La 2,2. V44/1; basalto; H 5,5, L 14,0,
tema mitologico non del tutto improbabile
La 5,0. V20/4b; rosso antico; H 3,3, L 9,3, 618 Frammento di affresco
visto l’ambiente di lusso nella villa.
La 2,0. V21/1; rosso antico; H 3,5, L 17,1, S.N.-22 (PdC I, villa romana, 1984);
Gnade 2006b, Fig. 12.
La 5,7. V26/3/1; marmo bianco lunense; L 5,0, La 7,5, Sp 1,9.
H. 2,9, L 8,2, La 4,8. V29/4; pavonazzetto Piano grigio-azzurro con fascia bianca di
(?); H. 3,2, L 6,0, La 2,5. V29/4b; rosso anti- cm 0,5.
Medioevo
co; H 3,1, L 11,2, La 4,0. V44/5b; rosso antico;
H 3,4, L 15,6, La 3,3. V54/4/519; basalto; Negli anni recenti si è dedicato un
619 Frammento di affresco
H 2,8, L 14,0, La 5,0. V55/4; marmo bianco S.N.-23 (PdC I, villa romana, 1984);
maggiore interesse all’archeologia
lunense (nucleo) e rosso antico (strato ester- ricomposto; L 16,5, La 11,5. medievale, anche nel Lazio, per cui gli
no); H. 4,0, L 12,0, La 4,2. V66/1; marmo; Giallo ocra sopra uno strato rosso. archeologi sono meglio disposti a rico-
H 4,4, L 9,2, La 4,3. V88/2; rosso antico;
H 3,1, L 15,4, La 4,7. V104/5/66; marmo noscere e datare dei cocci di ceramica
bianco; H 1,8, L 9,7, La 3,1. medioevale. Sulla base di alcune cate-
Scultura
gorie di ceramica cospicue nella Villa di
Abbiamo un solo frammento di scultu-
Satricum, possiamo stabilire una fase
Affreschi ra di marmo recuperato dagli scavi
abitativa della Villa in quest’epoca. Si
Le pareti di quasi tutti i vani erano nella villa. Si tratta di un rilievo di
tratta qui della presenza di frammenti
coperti con un intonaco bianco e sono marmo bianco di cui si sono conservati
Forum ware, Sparse glaze e delle anfo-
stati trovati dei pezzi in situ. Solo nelle due frammenti. La lastra sottile potreb-
re globulari tipiche che collocano l’oc-
terme invece si ritrovarono dei fram- be far parte della decorazione parieta-
cupazione medievale nella seconda 620
menti d’intonaco colorati, cioè di affre- le, nel senso che può essere servita 1:1

190 L’età romana La villa romana 191


metà del IX o nel X secolo d.C. I fram- La Villa Lombardi
menti sono stati trovati negli strati più Nel 1990 si trovarono durante dei
alti disturbati dove manca una netta lavori di livellamento ad ovest della
stratigrafia. Si può sottolineare la strada da Borgo Le Ferriere a Campo
presenza particolare all’interno Verde, i resti di una villa romana,
dell’Agro Pontino di tali frammenti e ubicata presso il fiume Astura, poco a
per tanto inserire Satricum, in modo nord della città. I lavori causarono la
modesto, nel grande solco degli studi distruzione pressoché completa di
per la conoscenza del Medioevo laziale. questo complesso, ma sono stati
raccolti dei materiali che offrono una
621 Brocca datazione indicativa della villa. La villa
V89/4-25/7 (PdC I, villa romana, 1984); fu probabilmente costruita nel tardo I
Forum ware; frammento del becco; L 3,0,
secolo a.C. o l’inizio del I secolo d.C.,
La 1,3.
Datazione: tardo VIII – X secolo d.C. Cfr. il ma gran parte del materiale andrebbe
materiale trovato nella Crypta Balbi a Roma. datata nel II secolo. Alcuni cocci del
IV secolo chiariscono che la villa era
622 Brocca ancora occupata nel tardo-Antico,
V90/4-25/7 (PdC I, villa romana, 1984); per essere abbandonata probabilmente
Forum ware; frammento del fondo; L 8,0,
attorno al 400. In linea di massima,
La 3,2, D 10,0.
Cfr. Crypta Balbi; Tardo VIII - X secolo d.C.
la storia somiglia a quella della villa
scavata a Satricum nel 1984.
623 Brocca
V89/4-26/7 (PdC I, villa romana, 1984); 628 Coppa
Forum ware; frammento del becco; SA.VL.91.7 (Villa Lombardi, 1990);
L 3,0, La 1,6, D 3,0. African red slip; completa; L 21,0, La 12,0,
Cfr. Crypta Balbi; Tardo VIII - X secolo d.C. D 26,0.
Datazione: tardo I - II secolo d.C.

624 Brocca
V54/3 (PdC I, villa romana, 1984); Sparse 629 Coppa
glaze; frammento del fondo; L 4,5, La 5,1, SA.VL.91.9 (Villa Lombardi, 1990);
D 12,0. African red slip; frammento dell’orlo/parete;
Datazione: IX – metà del XI secolo d.C. L 19,6, La 8,0, D 20,2.
Datazione: II secolo d.C.

625 Anfora
SA83-SurveyGnade 1 (PdC I, Survey villa 630 Coperchio
romana, 1983); argilla depurata rossastra/ SA.VL.40 (Villa Lombardi, 1990); orlo
giallastra (5Y/R 7/6); frammento del collo annerito; completo; D 23,0.
con manico; L 9,8, La 5,0, D 9,7. Datazione: II – metà III secolo d.C.
Datazione: tardo VIII - XI secolo d.C.
631 Casseruola
626 Anfora globulare SA.VL.91.15 (Villa Lombardi, 1990); African
V90/1/149 (PdC I, villa romana, 1984); argil- red slip; frammento dell’orlo; L 20,0, La 5,9,
la depurata rossastra/giallastra (10Y/R 7/4); D 32,0.
frammento del collo con manico; Datazione: inizio II – fine IV o inizio V secolo
L 5,5, La 7,7. d.C.
Datazione: tardo VIII – XI secolo d.C.

627 Anfora globulare


V91/5 (PdC I, villa romana, 1984); argilla
depurata rossastra/giallastra (10YR 8/4-
7/6); frammento del fondo e della parete;
L 23,0, La 22,0, D max 35,0.
Datazione: tardo VIII – XI secolo d.C.

192 L’età romana


Le iscrizione di Satricum

632a

632 Anforetta con iscrizione Iscrizione etrusca di dono graffita dopo la 635 Dolio con iscrizione
S4607/1 (acropoli, strati sotto struttura A’, cottura all’interno dell’orlo, in direzione P863-A2002 (acropoli, edificio V, 2002);
1987); impasto bruno; H 5,6, D 4,3. destrorsa e scrittura continua, integrabile argilla porosa di colore rosso; faccia posterio-
633a
Frammento di parete, con esiguo resto della perchè ripetuta su un esemplare dello stesso re mancante; H 5.0, La 4,5, Sp 3,1.
base, di un vaso d’impasto di colore bruno di vaso proveniente dalla necropoli di Caere Frammento della spalla dello stesso o di altro
forma chiusa, probabilmente un’anforetta del (Rix 1992, 39, Cr 3.10). dolio di uguale forma e dimensione. Rinvenu-
tipo a spirali. to assieme al precedente. Stessa datazione.
Rinvenuto nel 1990 dall’équipe dell’Univer- mi mu[lu larisal]e. vel ainasi Iscrizione latina (firma ?) impressa prima
sità di Groningen in un contesto abitativo “io (sono stato) donato da parte di Laris Vel- della cottura orizzontalmente in direzione
disturbato dell’acropoli. VII secolo, probabil- chainas”. destrorsa, apparentemente in scrittura conti-
mente intorno alla metà. nua, mal conservata.
Iscrizione latina di possesso (?) graffita Colonna 1976, 374 sg., n.128, tav. C.c, con
dopo la cottura intorno alla base del vaso in bibl.; Colonna in CatSatricum 1985, 176, [- ? -] loucios x[- - -]
posizione capovolta, in direzione destrorsa e n. 342; Rix 1992, 18, La 3.1; CIE II, 2 (1996), 8, “ . . . Lucio . . .”.
scrittura continua, ad andamento leggermen- n. 8613, tav. III (M. Pandolfini Angeletti);
te ondeggiante. Notevoli le due occorrenze Bagnasco Gianni 1996, 306-308, nn. 298-299. Gnade 2003b, 1-4, fig. 2a-b; Colonna 2003,
di a con traversa ascendente del tipo etrusco 13, 18.
ceretano, non comune nel Lazio.
634 Dolio con iscrizione
P862-A2002 (acropoli, edificio V, 2002); 636 Lastrone di tufo con iscrizione 635a
[- - -]adeua[-?-]
. vel [- - -]a deua. [-?-] 1:2
argilla porosa di colore rosso; ricomposto da Lastrone di tufo compatto grigio-chiaro
sei frammenti combacianti; H 27,0, La 19,0, (‘cappellaccio’) in tre frammenti, mancante
Maaskant-Kleibrink 1992, 205, 318, cat.no. 634a
Sp 3,0-3,5. dello spigolo anteriore sinistro, H m 0,150/
2080; Colonna 1992a, 107; Colonna - Beijer 1:3
Parte della spalla di un dolio di impasto rosso 0,165 (ma la faccia inferiore e due terzi della
1992, 316-320; De Simone 1993, 285-288
a quattro prese, ricomposta da sei frammenti. superiore appaiono ritagliati), L m 0,865/
(legge x invece di u, dando immeritato credi-
Rinvenuti nel 2002 dall’équipe dell’Università 0,870 (ma la faccia sinistra appare ritagliata),
to a slittamenti dello stilo, che ritornano nelle
di Amsterdam sull’acropoli in giacitura La m 0,625/0,632). Ricavato al momento
traverse e nell’asta troppo lunga della e;
secondaria, in un edificio monumentale porti- della posa in opera da un grande monolite in
quanto alla posizione, che sarebbe troppo
cato della zona a nord-est del tempio. Data- cui sembra fosse stata scolpita, assieme al
alta per una u, è dovuta al ‘salire’ della scritta,
zione: 575-550/525 a.C. plinto di base, una statua (l’ampia sezione
confermata dalla seconda a).
Iscrizione latina di genere acclamatorio, farebbe pensare a un leone giacente), i cui
impressa prima della cottura a ridosso di una resti furono completamente scalpellati nel-
633 Kylix di bucchero con iscrizione presa, in due righe oblique ad andamento l’occasione, avendo cura di rispettare l’iscri-
Rinvenuti nei pressi del tempio; l’uno nel bustrofedico, con partenza sinistrorsa e scrit- zione.
1934 (perduto con la guerra), l’altro nel 1958 tura continua. Integrazione proposta : [e]ia. Rinvenuto nel 1977 dall’équipe dell’Istituto
(Museo di Villa Giulia, inv. 126126). Olandese a Roma, reimpiegato con due altri
Due frammenti di una kylix di bucchero di [. ]ia conci dello stesso monumento nella fonda-
. mamarc/om placiom
forma speciale, con vasca bipartita in due set- «evviva il buon Mamarco ! » zione della peristasi orientale del Tempio II,
tori comunicanti attraverso tubicini e canali- nei pressi dell’angolo nord-est. Datazione
coli con due beccucci dai quali i liquidi della Gnade 2003b, 1-12, figg.1, 5; Colonna 2003 (epigrafica): 525-500 a.C.
vasca fuoriuscivano tra loro mescolati. 13-21, figg.11-15; Gnade 2004, 268 sg.,figg. Iscrizione latina scolpita sulla faccia ante-
Produzione ceretana. Datazione: 625-600 6-7. riore in due righe destrorse leggermente
a.C. discendenti, di cui la seconda, più breve della
636a
?

194 Le iscrizione di Satricum Le iscrizione di Satricum 195


prima, in posizione centrale, entrambe in H fascia centrale con iscrizione 1,8. 641 Frammento di lastra scorniciata di
scrittura continua. L’entità della lacuna inizia- Grande skyphos in ceramica a vernice nera marmo bianco con iscrizione
le è correlata a quella del ritaglio della faccia con tracce di decorazione suddipinta e scana- V2-2004 (PdC II, nei pressi della villa roma-
sinistra della pietra in occasione della posa in lature verticali (tipo Gnathia). Parzialmente na, 2004); H mass. conservata 19,0: La mass.
opera. La prima lettera conservata, nota solo ricomposto da sette frammenti rinvenuti tra il conservata 15,5, H bordo profilato 6,0, Sp
da una foto del 1977 eseguita in situ, non può 1985 e il 1989 dall’équipe dell’Istituto Olan- lastra 4,7, Sp bordo rialzato 6,7, H delle lette-
essere che una V o una N. Improbabile l’esi- dese a Roma nella cavità circolare antistante re 4,0, La. 2,0-2,5.
stenza di una prima riga scritta sulla statua al tempio, già in parte scavata nel 1896, utiliz- Iscrizione funeraria latina, di cui restano
scalpellata. zata in età ellenistica come deposito votivo. poche lettere apicate assai corrose. Datazio-
Datazione: 320-280 a.C. ne: 50-100 d.C.
[3-5 lettere]xiei steterai popliosio ualesiosio / Iscrizione votiva in lingua e caratteri greci,
suodales mamartei suddipinta in bianco in un apposito spazio
[- - -] / Pam[philus ?] / px[-
. - -]
“(i Tali) posero, di Poplio Valesio sodali in risparmiato intorno al vaso a metà altezza 637a
Marte (o marziali)”. della vasca. 1:1
Gnade 2006, 259 sg, n. 10, fig.10.

Stibbe - Colonna - De Simone - Versnel


1980; CatAreaSacra 1985, 79 sg., con bibl.; “a Mater Matuta . . (il Tale) . . in dono dà”.
Colonna in CatSatricum 1985, 176, n. 343; CIL 638a-d
I, 2, 4 (1986), 856 sg., n.2832a, con bibl. Heldring - Stibbe 1990, 232 sg.; Nonnis 1991- 1:3
(J.Kummrey); Wachter 1987, 75-80; Stibbe 1992, 225-234; SEG XLIII, 1993, n. 670; Cifa-
1991, 26 sg., fig.7; Prosdocimi 1994, 365-377; relli - Ambrosini - Nonnis 2002-2003,
Colonna 1996, 350, sg.; Waarsenburg 1996, p. 284, app. I, n. 13.
5-9, 27-45; Versnel 1996, 46-61; Urbanová
1999, 481; Hermon 1999, 847-881; Antonini
639 Oletta (probabilmente) con iscrizione
2004, 282-284; Hartmann 2005, 138-142.
P7492 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
ceramica grezza di colore bruno chiaro;
637 Accetta miniaturistica di piombo con H 3,7, La 3,4, Sp 0,5.
iscrizione. Frammento di parete probabilmente di un’ol-
V229a (Necropoli Sud-Ovest, tomba 94a, letta. Datazione: 300-275 a.C. Iscrizione lati-
1983); L 5,2, La mass. 2,5. na impressa prima della cottura in direzione
Accetta miniaturistica di piombo, usata come orizzontale. Esile traccia di una lettera a
pendaglio. Rinvenuta nel 1983 dall’équipe ridosso del limite sinistro di frattura, proba-
dell’Istituto Olandese a Roma nella mano- bilmente da riferire a una ‘M’.
messa tomba 94a della Necropoli Sud-Ovest
pertinente per le sue dimensioni ad un adulto [- - -]ma . · ded[e
. vel ed]
inumato. Datazione: 475-450 a.C. “ . . . la Tale ha dato”. 639a
Iscrizione di possesso in lingua e scrittura 1:1
nazionale volsca, in direzione destrorsa e con
640 Cippo con iscrizione
interpunzione verbale a 4 punti, finale a 5
VG10186 (acropoli, area antistante il tempio,
punti. F = ú, samek = í (dopo velare), · = o,
.. = f, asta angolata = í (dopo palatale). Proba- 1896); peperino; parzialmente ricomposto da
due frammenti; H 0,79, La 0,48, Sp 0,28.
bile legatura tra una l capovolta e la seconda
Cippo parallelepipedo di peperino, privo di
e. Il possesso è espresso in dativo, come nel
cornice. Datazione epigrafica: 150-100 a.C.
venetico e nell’elimo.
Datazione storica: 90 a.C.
Iscrizione votiva latina su tre righe.
iúkúí ..: ko :.. efieí :.. vel iúkúí :.. ko :.. efileí :..
(

“di Luco (figlio) di Co(- - -) Efio” vel potius


[Matr]e. · Mat[uta]
. / [- Cor]nelius [- -] /
“di Luco (figlio) di Co(- - -), edile“.
[duom]viru[m]
.
“a Mater Matuta (.) Cornelio (. .) (uno) dei
Colonna 1984b, 104-106; Colonna in
duoviri”.
CatSatricum 1985, 176, n.344; Rix 1992, 38
sg.; Gnade 1992, 274-276, n.1; Colonna
Barnabei - Mengarelli 1896, 194 sgg., fig. 2;
1992a, 125-128; Rocca 1995, 194-196;
Della Seta 1918, 274, con bibl.; CIL I2 1552;
Colonna 1995, 11 sg.; Rix 2002, 66, VM 1.
CatSatricum 1982, 65, fig. a; Heldring 1985,
70, 143; Colonna in CatSatricum 1985, 176 sg.,
638 Grande skyphos in ceramica a vernice n. 345; Heldring 1987b, 25; Bouma 1996, 264,
nera con dedica suddipinta fig. 2.
P4142, P4292, P4544, P4869, P5055 (acropo-
li, deposito votivo III, 1985, 1986, 1988);
ricomposta da sette frammenti; profilo com-
pleto, mancanti della parte superiore e delle
due anse; H. 18,7, D mass. 15,0, D piede 7,5, 640a
? 641a
1:2

196 Le iscrizione di Satricum Le iscrizione di Satricum 197


columen colmareccio, nel tempio etrusco: trave gorgo / gorgone nell’antica mitologia: mostri femminili
Elenco dei termini tecnici longitudinale alla sommità del tetto, che pietrificavano chiunque le fissasse;
dalla quale si dipartivano le due falde di esse solo Medusa era mortale e
inclinate venne uccisa da Perseo
coroplastica arte e tecnica di modellare la terracotta gorgoneion raffigurazione della testa di Medusa,
(dal greco koroplástès, modellatore di usata come maschera apotropaica
bambole) grifone creatura leggendaria con il corpo di
cratere vaso a bocca larga in per mescolare leone e la testa d’aquila
l’acqua e il vino da servire nei banchetti guilloche motivo ornamentale continuo, costitui-
crusta rivestimento di materiale vario to dal ripetersi di piccoli cerchi racchiu-
(marmo, metalli, ecc.) da applicare su si entro fasce ad andamento ondulato
oggetti di oreficeria, suppellettili o
pareti himation, imation specie di antico mantello greco, porta-
ctonico referente agli déi e agli spiriti degli to spesso sopra il chitone
Inferi, dal sottoterra (dal greco ‘perti- holmos vaso aperto a forma quasi sferica su un
nente alla terra’) piedistallo alto
hydria vaso chiuso, con tre maniglie, conteni-
à jour a giorno, che lascia passare la luce breve collo cilindrico, in cui un’ansa diphros okladia sedia pieghevole tore per acqua
acroterio l’ornamento posto alla sommità del arcuata collega la bocca a un’estremità duoviri in latino: duoviri erano magistrati eletti hypocaustum impianto sotterraneo di riscaldamento
tetto e alle estremità del frontone di un del corpo. in coppia per ragioni di reciproco con-
tempio atrium cortile centrale della casa romana trollo e consiglio, allo scopo di soprin- Ilioupersis poema del ciclo epico, che raccontava
aedilis magistrato romano incaricato della cura tendere a pubblici uffici o delicati inca- la distruzione di Troia
dei templi e degli edifici pubblici, dei beccuccio appendice a un vaso, sporgente a forma richi politici e amministrativi imation vedi himation
ludi, della polizia urbana e di cannello ricurvo che facilita il versa- imbrex, imbrices tegola piana in terracotta, embrice
dell’annona mento del liquido faenza impasto di sostanza argillosa vetrosa di ingobbio, ingobbiatura rivestimento decorativo di ceramica,
aes rude precursore della moneta: rame fuso bucchero ceramica etrusca di colore nero, color blu – verde, originario dell’antica formato da un impasto liquido di argil-
(il valore coincideva col peso) in frattura e in superficie, ottenuta Egitto la, applicato su biscotti ceramici per
aes signatum precursore della moneta: pane di rame attraverso un particolare processo di falisco proveniente dall’ager Faliscus nascondere il colore della pasta e dimi-
fuso a peso con una rozza impronta e cottura entro forni privi di ossigeno fauces entrata della domus romana nuire la porosità superficiale del pezzo
successivamente coniato bulla sorta di capsula bivalve racchiudente un foedus cassianum alleanza e trattato, nel 493 a.C., tra la ingot pezzo di metallo (bronzo) grezzo a
ager faliscus l’antico territorio dell’odierna Civita amuleto che Etruschi e Romani Repubblica Romana e la Lega Latina forma di pelle di bue
Castellana portavano al collo come ornamento dopo la Battaglia al Lago Regillo instrumentum
aggere fortificazione campale consistente in un frigidarium stanza fredda con una vasca per bagni domesticum oggetti personali, di uso giornaliero
muro eretto con assi e tronchi d’albero, calceoli repandi scarpe a punta freddi, usata in un complesso di bagno ionico proprio degli Ioni e dell’antica Ionia, il
ispessito e protetto con terra e sassi, caldarium stanza calda con un bagno caldo di romano territorio degli Greci orientali sulla
a difesa di accampamenti o di città. immersione, usato in un complesso fuseruola utensile in terracotta o in metallo di costa occidentale dell’odierna Turchia
ansa bifora ansa di vaso a due fori romano del bagno forma sferica o biconica, con foro cen-
antepagmentum termine generale per lastra di terracotta ceretano da Caere oggi Cerveteri trale per ospitare un fuso da lana kalypter hegemon coppo di colmo
che ornava le porte, le testate delle travi calice bicchiere a forma di cono rovesciato kantharos vaso potorio provvisto di due anse ver-
dei tetti e le trabeazioni degli con piede allungato garum salsa di pesce destinata al condimento ticali (manici) più alte dell’orlo e della
edifici etrusco-italici e romani chitone tunica di vivande vasca, destinato al consumo di vino
antefissa elemento ornamentale che copre la chlamys corto mantello maschile, costituito da geison nella trabeazione degli edifici antichi, kefaloforia l’atto di Perseo che porta via la testa
parte anteriore dell’ultimo coppo lungo un lungo rettangolo di lana, con un la cornice terminale, spesso aggettante della Medusa (v.) uccisa
la gronda di un tetto angolo arrotondato, che veniva appog- sopra il fregio kibisis sacca, spec. quella contenente la testa
anthemion elemento decorativo floreale (palma, giato sulla spalla sinistra e fermato sulla gens nucleo sociale della Roma arcaica di Medusa
loto, foglie di acanto), per lo più destra o sul petto per mezzo di una costituito da famiglie discendenti da Knielauf corsa in ginocchio, specie di rappre-
stilizzato, usato sia in architettura sia fibula uno stesso antenato, con culti comuni e sentazione greca del attodi volare
nella decorazione pittorica clara oppida ‘splendide città’ forme comuni di difesa kotyle vaso greco a forma di tazza piuttosto
apoptygma il risvolto che il peplo delle donne cocciopesto miscela compatta ottenuta impastando giallo antico specie di marmo dalla Tunisia profonda, a pareti non molto ricurve,
greche formava all’altezza del collo, con calce minuti cocci di anfore, tegole (‘numidicum’) con due anse orizzontali impostate
scendendo dalla spalla verso la vita e simili, usata dai Romani per rivestire gigantomachia nell’antica mitologia: guerra dei gigan- subito sotto l’orlo; il piede è assai
askos vaso a corpo schiacciato o allungato e pavimenti ti contro gli déi basso.

198 Elenco dei termini tecnici Elenco dei termini tecnici 199
kouros tipo della statua virile nuda, stante pars urbana sezione di villa o fattoria romana arco snodabile fissato ai due lati della
krotala castagnette destinata all’abitazione del padrone bocca, e con il fondo generalmente
kyathos ciato o ciotola, provvista di lungo parte iposcopica lato sottostante di un oggetto piatto
manico, per travasare il vino dal cratere tridimensionale visto d’obliquo skyphos vedi kotyle
nelle brocche patera tazza bassa e larga senza piedi né anse,
kylix larga tazza per bere il vino, con piede usata soprattutto per le libagioni nei stamnos tipo di vaso dal corpo globulare,
più o meno alto e due anse laterali leg- sacrifici (greco: phiále) con collo molto basso e due manici
germente ricurve pelike tipo di vaso caratterizzato da un collo orizzontali
tozzo e da un corpo inferiormente suggrundarium (latino: tettoia) la sepoltura, all’interno
lampadion stile di acconciatura in forma di una molto espanso di un contenitore fittile, di un feto, un
fiaccola accesa periptero o perittero: tempio con la cella nato prematuro o, nella Roma antica,
loculus nicchia laterale nella parete di una circondata da una fila di colonne su un bimbo morto prima di aver compiu-
tomba tutti i quattro lati to quaranta giorni
lydion piccolo vaso, contenitore per profumi peristylium cortile circondato da un porticato a
colonne,presente spesso nella parte Tanagra/tanagrini antica città della Grecia; classe di
massiliana proprio dell’antica colonia greca centrale delle case private statuette in terracotta ivi prodotte in
Massilia, l’odierna Marseille petites estampilles ‘piccole stampiglie’: specie di tazza età, eseguite con più matrici e raffigu-
Medusa vedi gorgo, gorgone contraddistinta da varie impronti ranti donne elegantemente panneggia-
monoansata con una sola ansa circolari nel centro della vasca te e danzatrici
mutulus, mutuli le due travi longitudinali laterali del pilae piccole colonne di mattoni nel tempio in antis forma di tempio con due colonne sul
tetto che insieme al columen (v.) hypocaustum che sostenevano il solaio davanti, poste fra le due ante laterali
sorreggono la capriata del tetto del vano riscaldato tepidarium zona degli impianti termali riscaldata
polos copricapo di forma cilindrica e di da una corrente d’aria tiepida
oikos (greco: casa) piccolo edificio quadrato altezza variabile tipico di divinità terra sigillata tipo di ceramica di lusso lucida di color
o rettangolare privo di colonne soprattutto femminili rosso, spesso decorata a rilievo
oinochoe vaso usato per versare e attingere il post-dedalico detto dello stile plastico susseguente al tomba a cappuccina tomba costruita da grandi lastroni o
vino periodo orientalizzante, con riferimen- tegole piatte a mo’ di tetto
olla bugnata vaso di forma chiusa provvista di tre to alla tradizione antica che ricorda una torus (latino: cordone) in architettura,
bugne sulle spalle scuola di scultori legati alla mitica modanatura convessa ad arco di cer-
omphalos, onfalo parte centrale elevato di un piatto o figura di Dedalo chio, usata soprattutto nelle basi di
scodella princeps principe colonne o nelle zoccolature
opus incertum sistema di struttura muraria con rivesti- pseudo-periptero quasi o falso periptero: tempio con la transumance migrazione stagionale delle greggi
mento in blocchetti di tufo o pietra a cella circondata da file di colonne solo dalle zone collinari e montane verso
forma di piramide con la base quadran- su tre lati i litorali pianeggianti e viceversa
golare squadrata molto irregolarmente trilobata a tre lobi
opus latericium sistema di struttura muraria con rivesti- rex sacrorum re dei sacrifici: titolo di un sacerdote tufo lionato specie di tufo proveniente dall’area
mento in blocchetti di tufo o pietra e dell’antica Roma cui spettavano le laziale molto compatto, con un colore
mattoni di laterizi collocati per piano e incombenze sacrali che aveva il re in tipico, fulvo, che ricordava ai primi
legati da malta di calce epoca monarchica cavatori la criniera del leone
opus reticulatum sistema di struttura muraria con rivesti- Tyche (latino: Fortuna) dea greca della
mento in blocchetti di tufo o pietra che sacellum piccolo santuario, tempietto, origina- fortuna, specialmente in età ellenistica
hanno una base quadrangolare e sono riamente all’aria aperta
disposti in modo da formare un retico- sima nell’architettura etrusco-italica, mem- villa rustica in età repubblicana, centro dell’azien-
lo diagonale bro del rivestimento fittile di un tetto; da agricola, spesso difesa da torri come
opus scutulatum specie di pavimento a fondo di tessere sima laterale: che decora l’orlo del un fortilizio
bianche disposte irregolarmente nelle tetto sui fianchi, aggettante e attaccato
quali sono inserite schegge di pietre alle tegole di gronda; sima frontonale
colorate (scutulae) o rampante: che decora l’orlo del tetto
opus spicatum specie di pavimento a mattoncini sulla fronte ed il retro, aggettante e
disposti a spina di pesce attaccato alle tegole terminali
pars rustica sezione di villa o fattoria romana dedi- situla secchio: recipiente metallico di forma
cata ai lavori agricoli cilindrica o troncoconica con manico ad

200 Elenco dei termini tecnici Elenco dei termini tecnici 201
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