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Trenta anni
Trenta anni
Giovanni Colonna Figg.:III.9, 11, 14-17, 19-20 6
Tymon de Haas 7
Barbara Heldring Disegno grafico: 8
Riemer Knoop Bregt Balk 9
Loes van der Kruijf Sanne Beeren 10
di scavi olandesi
Muriel Louwaard 11
Patricia Lulof Stampa: 12
Reno Raaymakers Peeters, Leuven 13
Conrad Stibbe 14
Jeltsje Stobbe Copertina: 15
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Redazione e traduzione: Hanno contribuito: 17
Eric Moormann Università di Amsterdam 18
Patrizia Seggi Università di Groningen 19
Loreto Solazzi Allard Pierson Museum Amsterdam 20
Comune di Latina 21 a cura di Marijke Gnade
Traduzione: De Nieuwe Kerk Amsterdam 22
Simona Bombarda Reale Istituto Neerlandese a Roma 23
Chiara Cavallo PDLighting Huizen 24
Laura de Haas-Rietveld Vereniging Vrienden van Satricum 25
Marcello Menegatti Sign. Anna Kalmeijer 26
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Disegni: ISBN: 28
M. Gnade: Figg. I.11, III.48, IV.2, 9 29
R.R. Knoop: Fig. III.6 © Università di Amsterdam 30
P.S. Lulof: Figg. III.8, 10, 12-13, 18 Amsterdams Archeologisch Centrum 31
M. Louwaard: Fig. V.1 Turfdraagsterpad 9 32
K. Peterse: Fig. III.7 1012 XT Amsterdam 33
E. Ponten: Fig. III.4 34
R. Raaymakers: Fig. VI.2 35
P. Steensma: Fig. II.5, 9, 11 36
J.A. Stobbe: Figg. I.1, II.1, III.1, 21, 28, 31-32, 37
34, 37-38 38
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Elaborazione dei disegni: 40
J.A. Stobbe 41
K.J. van Alberda 42
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51 Le Ferriere, Latina
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53 26 ottobre 2007 – 29 febbraio 2008
Comitato d’onore Indice
Egbert F. Jacobs 6 Premessa, Marijke Gnade
Ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi 7 Presentazione, Egbert F. Jacobs
Anna Maria Reggiani 8 Presentazione, Anna Maria Reggiani
Direttore Generale per i Beni Archeologici 9 Presentazione, Vincenzo Zaccheo
del Ministero per i Beni e Le Attività Culturali
Vincenzo Zaccheo Capitolo I – Introduzione
Sindaco di Latina 12 La storia degli scavi, Marijke Gnade
Aafke Hulk
Preside della Facoltà di Scienze Umane Capitolo II – L’età del Ferro
dell’Università di Amsterdam 20 L’inizio di una comunità sull’acropoli, Jeltsje Stobbe
Marina Sapelli Ragni
Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio Capitolo III – L’età arcaica
Bernard Stolte 30 Monumentalizzazione della città, Jeltsje Stobbe
Direttore del Reale Istituto Neerlandese a Roma 32 L’architettura templare, Riemer Knoop/Patricia Lulof
43 L’architettura intorno ai templi, Jeltsje Stobbe
Comitato scientifico 51 La città bassa: sviluppo della zona urbana, Marijke Gnade
Questa mostra organizzata in occasione l’Antiquario archeologico che la grande Matuta’, De Nieuwe Kerk ad Amster- Mi sento molto onorato per essere stato fotografie, ricostruzioni di diverse strut-
dei trenta anni di scavi olandesi a Satricum città latina-volsca aspetta da 110 anni da dam, Allard Pierson Museum ad scelto come membro del Comitato ture ed anche un breve filmato degli
– Le Ferriere (Latina), vuole presentare quando i primi ricercatori Henri Graillot, Amsterdam, PD Lighting a Huizen e d’Onore di questa mostra più unica che scavi attraverso gli anni. Sono convinto
i risultati del lavoro di ricerca effettuata Felice Barnabei, Adolfo Cozza e Raniero quanti hanno sostenuto in vari modi l’i- rara sull’antica Satricum. Unica poiché che grazie a questo approccio innovativo
sia in campo che nei magazzini di scavo Mengarelli portarono alla luce il tempio niziativa: dott. Alessandro Cassatella, per la prima volta dopo ben 30 anni di la mostra riuscirà ad abbattere delle bar-
ove i reperti hanno dormito per molti della Mater Matuta. arch. Giovanni Della Penna, dott. Anto- scavi, studi e analisi svolti dagli Olandesi, riere che forse, in passato, impedivano
anni. I contributi scientifici presentati Tanti i collaboratori. Questa è l’occa- nio Santarelli, prof. Loreto Solazzi e abbiamo la possibilità di esporre tutti i a molti di frequentare i musei. L’esposi-
sono frutto del lavoro dell’Istituto sione per ringraziare quanti hanno sign. Anna Kalmeijer. reperti nel luogo stesso della loro prove- zione, con le sue numerose illustrazioni,
Olandese di Roma, dell’Università di contribuito alla realizzazione di questo nienza e cioè nella restaurata fabbrica riuscirà a raggiungere un pubblico ben
Groningen, dell’Università di Nijmegen evento sia le istituzioni, il Ministero delle Ferriere. più ampio del solito. Tuttavia è necessa-
e in particolare dell’Università di per i Beni e le Attività Culturali, la I curatori sono riusciti nell’intento di rio che l’impegno sia sempre costante
Amsterdam, oggi, unica responsabile del Soprintendenza per il Lazio, il Comune presentare al pubblico un’ampia selezio- per far sì che il grande pubblico si accosti
progetto Satricum. Dei risultati del lavoro di Latina, l’Università di Amsterdam, ne di oggetti rappresentativi provenienti alla ricca gamma di offerte culturali che
di ricerca dal 1977 sono state date notizie l’Università di Groningen, Reale Istituto non solo dai depositi che si trovano sul la Regione Lazio possiede.
preliminari alle vari occasioni, ma sul Neerlandese a Roma, l’Associazione posto ma anche dal Reale Istituto Ringrazio di cuore coloro che hanno
piano scientifico ora è sembrato oppor- ‘Acropoli’, l’Associazione ‘Mater Olandese a Roma. I Paesi Bassi sono reso possibile questa mostra. In partico-
tuno presentare un consuntivo organico impegnati negli scavi di Satricum fin dal lare la mia riconoscenza va alla Prof.ssa
dei risultati recenti in rapporto alle cono- 1977 e cioè da quando il Comitato per Marijke Gnade dell’Università di
scenze già note. La storia della città l’Archeologia Laziale chiese all’Istituto Amsterdam e Direttrice degli scavi olan-
‘ricostruita’ in occasione della mostra Olandese di attivarsi in tal senso. Ancora dese di Satricum, al Signor Sindaco di
vede cinque sezioni temporali: l’età del oggi, ogni estate, vengono effettuati Latina Vincenzo Zaccheo alla Provincia
Ferro, l’età arcaica, l’età post-arcaica, degli scavi archeologi, eseguiti attual- di Latina ed alla Regione Lazio.
l’età medio-repubblicana e l’età romana. mente dall’Università di Amsterdam.
Una sesta sezione è dedicata alle iscri- A questo proposito, desidero esprimere
zioni relativi ai vari periodi. Sul piano l’auspicio che gli scavi proseguano ancora
culturale si vuole offrire il quadro di una per molti anni poiché essi non solo
città che in antichità ha visto grande rappresentano un’ottima opportunità
interazione e forti contrasti fra vari per gli studenti olandesi di fare pratica
gruppi etnici, Latini, Etruschi, Greci, nel campo dell’archeologia ma sono
Volsci e Romani dato questo che ci un’occasione per aiutarci a capire meglio
riporta alla stretta attualità. il nostro passato. Ogni anno, infatti, i
La mostra è ospitata nella vecchia progetti danno dei risultati sorprendenti.
cartiera di Le Ferriere che recentemente Gli organizzatori sono riusciti a com-
è stata restaurata come Centro di porre un panorama completo dell’antica
Documentazione Comunale, al termine Satricum e di tutta la storia dei suoi scavi.
della quale si auspica possa diventare Segnalazione di Le Ferriere negli anni Ottanta La mostra comprende anche piantine,
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Presentazione 1
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Presentazione
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Anna Maria Reggiani Vincenzo Zaccheo
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Direttore Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali 7 Sindaco di Latina
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Sono passati trenta anni da quando coordinate dai colleghi olandesi, fra le cedute hanno consentito una serie di 18 Mostra ‘Satricum. Trenta anni di scavi questi anni, quali quelli di Borgo Le Amministrazione, sempre attenta al
nell’ormai lontano 1976 gli scavi di quali va inserita la presente per celebrare importanti valutazioni scientifiche 19 olandesi’ Ferriere, del Tempio di Ercole a Tivoli, tema della promozione, della valorizza-
Satricum, dopo un lungo e colpevole trenta anni di scavi nel sito Satricum, riportate in convegni, mostre, articoli 20 dell’Istituto Olandese di Roma e del zione e della crescita culturale, la possi-
periodo di penombra, furono tratti dal- come ha messo in risalto la ricerca e monografie che l’archeologia satricana 21 Il progetto culturale denominato: Museo Comunale di Cassino. bilità di realizzare un evento di ampio
l’oblio cui si erano tristemente avviati, archeologica fu senza dubbio il centro non aveva in precedenza conosciuto. 22 ‘Satricum. Trenta anni di scavi olandesi’, Un posto di rilievo spetta, all’interno respiro, in grado di dare il giusto risalto
per merito della ripresa delle indagini da più importante della Pianura Pontina Dall’esegesi del testo dell’iscrizione con 23 di cui la mostra documentaria prevista della mostra, alle varie iscrizioni rinve- alla Città di Latina e al suo territorio nel
parte di un’autorevole équipe olandese. in età arcaica, posto all’incrocio fra due la menzione di Publio Valerio Poblicola, 24 per l’autunno 2007, viene realizzato nute durante gli scavi fra cui la più antica contesto culturale europeo.
Infatti, nel 1976, il Comitato per percorsi fondamentali per lo sviluppo che la tradizione storiografica annovera 25 dal Comune di Latina in collaborazione in latino risalente alla fine del VI secolo
l’Archeologia Laziale, aveva organizzato della cultura e dei commerci dell’intera come primo console di Roma, fu confer- 26 con il Dipartimento di Archeologia a.C., scoperta nel 1977 e un vaso votivo
la grande mostra: ‘Civiltà del Lazio zona: uno parallelo alla costa che faceva mato il forte legame fra Satricum, Roma 27 dell’Università di Amsterdam è una con dedica alla Mater Matuta, a cui è
Primitivo’, in cui fu esposto per la prima da tramite fra Etruria e Campania, l’altro e la gens Valeria. Si mise a fuoco il qua- 28 manifestazione di ampio respiro che anche dedicato il tempio dell’antica città.
volta anche una parte del materiale che da Satricum, dopo aver attraversato dro culturale in cui Satricum s’inserisce, 29 oltrepassa i confini locali. Gli oggetti della mostra sono comple-
satricano finalmente inserito nel quadro Velitrae, arrivava a Praeneste. che è quello di un centro latino che man- 30 Da oltre tre decenni l’Università olan- tati con pannelli illustrativi e una proie-
storico-topografico della cultura latina. La ripresa inaspettata fu accompagna- tiene i legami con l’etnia d’appartenenza 31 dese si occupa di tutte le attività di scavo zione con le immagini degli scavi intro-
Il Comitato, istituito nel 1974 e formato ta da inevitabili polemiche che furono e che ha sia facilità di relazione verso 32 e di studio relative al territorio dell’anti- durrà i visitatori nella realtà archeologica
da archeologi italiani del mondo univer- ben presto tacitate dal ritrovamento l’ambiente magnogreco, che aperture 33 ca città di Satricum, negli ultimi tempi del sito.
sitario, delle Soprintendenze e delle dell’iscrizione in latino arcaico di Publius verso l’influenza etrusca, nella dinamica 34 anche attraverso l’ausilio dell’associazio- Il Comitato scientifico della mostra
Accademie e degli istituti di ricerca stra- Valerius, il famoso Lapis Satricanus, degli spostamenti delle tribù italiche 35 ne culturale ‘Vereniging Vrienden van è composto di illustri archeologi tra cui
nieri che operano a Roma, aveva, infatti, a pochi centimetri dal luogo ove si erano che ha interessato l’Italia centrale nel 36 Satricum‘ – Gli Amici di Satricum, che ha la dott.ssa A.M. Reggiani (Direttore
fra i suoi scopi la riconsiderazione degli fermati gli scavi del 1898, oggi esposto periodo arcaico. È stato chiarito il ruolo 37 tra le proprie finalità statutarie quella di Generale del Ministero per i Beni e le
innumerevoli reperti dell’archeologia nel Museo Nazionale Romano – Terme emporiale favorito dalla posizione geo- 38 promuovere e divulgare, le attività ine- Attività Culturali), il prof. Giovanni
del Lazio ancora inediti, che affollavano di Diocleziano. Veniva senza ombra di grafica, che dovette permanere anche 39 renti gli scavi archeologici nel sito. Colonna (ordinario dell’Università di
i depositi dei musei. Dallo stesso equivoci dimostrata la necessità di una quando Satricum passò in mano ai Volsci. 40 Il trentennale degli scavi è l’occasione Sapienza di Roma), la prof.ssa Marijke
Comitato partì nel 1977 l’invito alla ripresa ripresa delle indagini nel luogo, anche in Tutto questo resterà per sempre, a meri- 41 per realizzare una mostra che rappresen- Gnade, direttrice degli scavi da parte
degli scavi all’Istituto Olandese a Roma, considerazione del pericolo incombente to dell’archeologia olandese. 42 ti alle istituzioni, agli enti e soprattutto al dell’Università di Amsterdam.
ricollegandosi idealmente ad un piccolo di attività clandestine. La tenace volontà 43 grande pubblico i più importanti risultati L’iniziativa intrapresa dall’ammini-
intervento, avvenuto nel 1933 e finanzia- nel ricercare la collaborazione degli stu- 44 delle attività svolte e avrà la finalità di strazione è ampiamente condivisa dalla
to dalla signora Johanna Goekoop-De diosi italiani, la pronta pubblicazione dei 45 promuovere e valorizzare l’importante Soprintendenza per i Beni Archeologici
Jongh, mecenate anche dell’archeologia materiali di scavo, lo ‘scavo nello scavo’, 46 sito archeologico a livello internazionale. del Lazio, la quale a nome del Soprinten-
greca. effettuato nei depositi del Museo Nazio- 47 La mostra, allestita all’interno delle dente Dr Marina Sapelli Ragni, ha auspi-
Da allora, le occasioni per ritornare su nale Etrusco di Villa Giulia, ove il frutto 48 sale del Centro Comunale di Documen- cato che la collaborazione intrapresa
quella che è stata considerata una delle delle prime campagne è conservato ed 49 tazione di Borgo Le Ferriere, presenta dal Comune di Latina con l’Università di
indagini archeologiche più rilevanti, fra in parte esposto, fra le collezioni laziali, 50 un’ampia panoramica di reperti e mate- Amsterdam possa proficuamente conti-
le tante avvenute nel nostro paese, non hanno confermato la bontà della scelta di 51 riali sconosciuti al grande pubblico, in nuare in futuro.
sono state numerose; fra queste sono affidare il sito all’archeologia olandese. 52 gran parte provenienti dai vari magazzini La mostra: ‘Satricum. Trenta anni di
da ricordare invece, le molte iniziative Gli scavi delle équipes che si sono suc- 53 in cui sono rimasti custoditi per tutti scavi olandesi’, rappresenta per questa
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Capitolo I
Introduzione
La storia degli scavi devastanti degli anni sessanta del secolo
scorso, è stato possibile ricostruire un
quadro abbastanza completo dell’inse-
prima, nel 1896 quando fu affondato per
la prima volta il piccone sull’altura di Le
Ferriere. I lavori intensi eseguiti in tempi
In sostanza si delineò subito l’immagine
straordinariamente evidente e completa
– quale raramente si era presentata
diamento ormai leggibile su vari livelli. straordinariamente brevi, fra il 1896 e il altrove – di una città italica vissuta
Grazie alla stessa continuità e ad uno 1898, portarono in luce i resti di un gran- dall’età del Ferro alle soglie della tarda
Marijke Gnade studio approfondito del materiale scavato de tempio con ricca decorazione di terre- repubblica romana. Dopo la scoperta
si possono definire diversi collegamenti cotte figurate e moltissime offerte votive. del sito da parte dell’archeologo france-
intercontestuali che vanno oltre il lavoro In esso si riconobbe quel santuario di se dell’Università di Bordeaux, Henri
primario di documentazione e sono, Mater Matuta che la tradizione collegava Graillot, i protagonisti di questa impresa
spesso, di carattere interdisciplinare. al nome di Satricum (Fig. I.3). Si scopri- di scavo diventarono i rappresentanti più
Ciò vale, per esempio, per lo studio dei rono inoltre tracce di precedenti fasi esperti dell’archeologia ufficiale italiana
dati archeologici a confronto con le fonti edilizie del tempio, e, intorno a questo, come Felice Bernabei, Adolfo Cozza e
letterarie che, nel caso di Satricum, muri di abitazioni, incavi di capanne Raniero Mengarelli. Le loro scoperte
dimostrano spesso una notevole corri- protostoriche (Fig. I.4); si riconobbe il non vennero mai sistematicamente e
spondenza di informazioni. tracciato di un recinto tipo aggere; più scientificamente pubblicate. La stessa
La storia degli scavi a Satricum però lontano, si esplorò una necropoli con sorte toccò ad altri scavi eseguiti in
non comincia nel 1977, ma quasi 80 anni sontuosi corredi tombali arcaici (Fig. I.5). seguito, quelli del 1907–1910 di Raniero
Quando nel 1977 l’Istituto Olandese a di Villa Giulia, ma anche la ricchezza e il restante è ancora in corso di ricerca
Roma inizia la ricerca archeologica a Le la complessità dei resti riscavati sull’acro- (Figg. I.1-2). L’archivio archeologico di
Ferriere – in quel tempo già identificata poli nei primi anni. Ora 30 anni dopo Satricum sembra inesauribile visto l’af-
con l’antica Satricum – apparve imme- l’inizio della ricerca olandese a Satricum flusso costante di nuovi reperti, spesso
diatamente che la ricerca del sito avrebbe questa osservazione vale ancora. di carattere spettacolare. Grazie alla
impegnato tempi lunghi. Ne era prova Infatti solo il 40 % dell’area attribuita continuità della ricerca archeologica e
non sola la grande massa di reperti risco- all’insediamento antico è stata sottoposta alla conservazione notevole dei resti sca-
perta nei magazzini del Museo Nazionale ad una ricerca archeologica sistematica; vati e nonostante le attività economiche
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II
I
I
III III
I.1 Carta catastale di Le Ferriere con indicazione delle zone di scavo 300 m I.2 Fotografia aerea di Le Ferriere con indicazione delle rimanenze archeologiche dell’antica Satricum
18 Capitolo I – Introduzione
che definisce un bacino scavato nella terra sistemata in forma quadrata. I buchi fuori gli stipiti verticali delle porte. In fine
L’inizio di una comunità sull’acropoli per alcuni decimetri (Fig. II.2). Invece, la
presenza di una trincea rettangolare e/
o di quattro buchi per i pali agli angoli
delle capanne sono stati visti lungamente
come sostegni per le pareti, ma ora
vengono considerati piuttosto come
incontriamo dei buchi davanti all’edificio
come elementi di un portichetto,
caratteristico in quanto presente solo
dentro la capanna permette di individua- sopporto per i tetti, il che significhereb- nel Lazio.
re le capanne di forma rettangolare. be, in alcuni casi, che le costruzioni delle La diversificazione delle capanne
Jeltsje Stobbe I buchi di pali, di regola, danno le pareti e del tetto fossero due elementi sull’acropoli possono servirci per illu-
migliori indicazioni per la ricostruzione costruttivi indipendenti, con il tetto non strare le varie possibilità di costruzione
dei muri e del tetto. I buchi dentro la interamente sostenuto dalle pareti. Nelle delle stesse. Riguardo alla capanna
capanna servivano per la costruzione del trincee di fondazione dei muri si riscon- medi0grande ovoidale VII (lunghezza
tetto: uno al centro, una fila o una serie trano altri buchi per pali, come anche per m 10,00), è stata trovata una trincea di
fondazione come nelle capanne quadra-
te, dove originariamente erano posti,
a distanze irregolari, dei piccoli pali;
all’interno vi sarebbe almeno un palo
che sosteneva il tetto, mentre all’esterno
non si trovarono tracce di pali che avreb-
X
Introduzione Questa situazione cambia, quando, a par- diamento sull’acropoli, si può tentare bero dovuto portare il tetto, ma gli sca-
tire del 1977 iniziano gli scavi sull’acro- di definire un’immagine della comunità vatori assumono che in origine dovesse-
Il catalogo della mostra ‘Civiltà del Lazio poli da parte dell’Istituto Olandese a satricana durante l’età del Ferro. ro esistere. Indicazioni di elementi di
primitivo’ del 1976 presenta alcuni feno- Roma e dell’Università di Groningen. sopporto all’interno si trovano inoltre
meni dell’età del Ferro a Satricum frutto Questa ricerca fornisce molti nuovi dati Le capanne nella capanna 2, dove al centro è stato
delle scoperte degli archeologi italiani sulla prima occupazione dell’acropoli scavato un grande buco per il palo
alla fine dell’Ottocento e l’inizio del presentati negli anni Ottanta in varie Disseminate nelle zone scavate sull’acro- rinforzato con frammenti di tufo (Fig.
Novecento. Gli oggetti provenienti da mostre, in Italia e nei Paesi Bassi. Nel poli sono state individuate e documenta- II.3). Le capanne ovoidali 1 (lunghezza
questi scavi sono custoditi nel Museo frattempo questa ricerca è stata integrata te almeno 47 capanne, con piante e con 6 m 7,20) e 6 (lunghezza m 5,00) hanno
della Villa Giulia di Roma. Nonostante la dallo studio dei reperti custoditi nel misure diversificate (Fig. II.1). Questo una forma diversa. Sul livello di calpestio
grande quantità dei reperti questi non Museo di Villa Giulia provenienti dalla numero altissimo rende Satricum uno dentro sono stati trovati frammenti di
sono stati utilizzati fino agli anni Settanta Necropoli Nord-Ovest in uso dalla prima degli insediamenti, finora, meglio docu- tufo, forse provenienti dalla base di fon-
per lo studio dello sviluppo dell’insedia- fase di Satricum fino alla fine del VII/ mentati dell’età del Ferro nel Lazio. 1 dazione di un muro di sostegno del tetto.
mento satricano nell’età del Ferro e nel- all’inizio del VI secolo a.C. Sulla base dei La capanna più piccola misura m 2,70; 3 Poiché mancano dei buchi di pali dentro
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2
l’Orientalizzante (datazione tradizionale: risultati della ricerca su questa necropoli, la più grande invece aveva una lunghez- 5 e fuori queste capanne, i pali, forse, non
X-primo VI secolo a.C., si veda avanti). in combinazione con le tracce dell’inse- za almeno di m 12,00. La maggior parte erano necessari per questo tipo di
delle capanne (28) furono scavate attor- costruzione. L’orlo decorativo che corre
no al 1900 e sono state rilevate le loro lungo la base dei muri nelle capanne
piante, mentre mancano purtroppo i dati miniaturistiche in terracotta usate come
di scavo. Le altre 19 capanne sono state V I contenitori di ceneri, sembra conferma-
esplorate e parzialmente pubblicate III VI re una tale modalità di fondazione.
II
durante gli anni Ottanta del secolo In fine abbiamo due strutture con una
IV
scorso dall’Istituto Olandese a Roma lunga fila di pali all’interno per sorregge-
AA
e dall’Università di Groningen. re il tetto. La struttura AA, interpretata
VII come una capanna ovoidale molto gran-
La ricostruzione de consistente di due parti, non è scavata
Come nel resto del Lazio, anche a nella terra, ma poggiava sopra il piano di
Satricum si è conservato solo il livello calpestio di allora. Nella trincea di fon-
delle fondamenta delle capanne. Il tipo dazione stavano pali a piccole distanze
ovoidale-rotondo oltre che a Satricum l’uno dall’altro per rinforzare le pareti
si riscontra anche in centri laziali come 60 m e forse anche per sorreggere il tetto.
Ardea e Lavinium (Pratica di Mare), scavate nell’Ottocento Inoltre vi è anche una serie centrale di
mentre della capanna a pianta rettangola- scavate dall’Istituto Olandese di Roma 1977-1990 pali che correva attraverso l’ambiente
re abbiamo pochi esempi, sia a Satricum scavate dall’Università di Groningen 1978-1990 per un ulteriore sostegno del tetto.
che altrove. Le capanne ovoidali o roton- scavate dall’Università di Amsterdam 1995-2002 Grazie a questi buchi è stata valutata
II.2 Coloritura nera del bacino della capanna 6 de si riconoscono per una coloritura nera II.1 Planimetria generale dell’acropoli con le tracce dell’età del Ferro la sua lunghezza, pari a ben 23 metri.
II.13 Disegni dell’Ottocento della Tomba II nella Necropoli Nord-Ovest e della capanna quadrangolare sull’acropoli (R. Mengarelli)
costituisce l’eccezione a questa regola? Satricum e la cronologia laziale attorno al 770, ma dovrebbe essere ora
Vi sono due criteri con cui si stabilisce attorno al 840-820. L’adattamento della
l’inizio della formazione proto-urbana La ricerca sull’età del Ferro, oltre lo stu- cronologia ha l’effetto che vi sia ora più
nel Lazio, cioè il momento, quando l’am- dio delle tombe, ha posta grande atten- ‘spazio’ sia nel VIII secolo per distribuire
biente dei morti viene separato da quello zione agli aspetti scientifici, soprattutto i molti eventi tradizionalmente imputati
dei vivi o quando si osserva per la prima riguardo la cronologia assoluta. La cro- ad esso.
volta la stratificazione sociale. In pratica nologia dell’età del Ferro laziale è stata Il prolungamento generale dei primi
significa fare iniziare questa formazione stabilita negli anni Settanta e largamente periodi spinge la datazione della prima
nei periodi I/II o il III. Applicando tali cri- accettata fino ad oggi (vedi Fig. II.14). In tomba satricana dal tardo IX secolo al 900.
teri a Satricum, la sua formazione si col- seguito alla ricerca recente gli archeologi Un’altra conseguenza è che le capanne
loca nel periodo IIB o III. Le interpreta- italiani ed olandesi hanno avanzate però del tardo VIII secolo ora d’improvviso
zioni divergenti dell’uso dell’acropoli nuove datazioni per i periodi laziali I, II e sono da posizionare fra la metà del IX e
come, innanzitutto, solo spazio religioso III. Sono stati analizzati quattro campioni la metà dell’VIII secolo. Prima del perio-
frequentato stagionalmente, fa sì che di carbone provenienti dalle capanne di do IV, quindi, avremmo una fase più
questi criteri non siano validi, soprattutto Satricum e di Fidene, più due da contesti lunga di attività edilizie di carattere per-
per via dei vari aspetti con i quali si tombali a Castiglione (presso Gabii) ed è manente. Dato che questo prolunga-
distingue la diversificazione delle abita- stato calcolato il grado della radioattività mento del periodo III si basa soprattutto
zioni l’una dall’altra. Verrà chiaro nel e della concentrazione del C14. I cam- su tre capanne a Satricum (II, III, VI) e su
futuro se Satricum sia stata un’eccezione pioni delle tombe sembrano confermare una a Fidene, si dilaterebbe il periodo di
alla regola laziale o se vi fossero diverse la cronologia tradizionale, ma quello da costruzione delle capanne a Satricum
velocità e diverse forme negli sviluppi Fidene cambia le datazioni dei periodi II prima della fase di costruzione in pietra.
dei centri laziali. e III. L’inizio del periodo III era calcolato
Introduzione tetti nell’Italia centrale. Nel dare una periodo. Contestualmente sono anche cre-
spiegazione per una tale monumentaliz- sciute le conoscenze del repertorio di
Nel VI secolo a.C. sia l’acropoli che zazione che si praticava in quasi tutti ceramica in uso nel VI secolo, lungamente
l’area sottostante della città hanno subito i centri allora esistenti, è inevitabile negletta per la mancanza di necropoli in
dei cambiamenti importanti. Le capanne connettere tutte queste ipotesi pur non questo periodo.
sull’acropoli furono sostituite da edifici potendo segnalare quale sia la più forte. A partire dagli anni Ottanta, la ricerca
monumentali e si costruì una rete viaria, La prima costruzione in pietra a Satri- archeologica olandese si è estesa verso
mentre l’insediamento fu dotato anche cum è stata scoperta alla fine del XIX zone fuori dell’acropoli. Gli scavi nella
di un recinto consistente di una fossa ed secolo dagli scavatori italiani: il comples- parte più bassa della città hanno dato un muri
un terrapieno. La città raggiunse le sue so templare centrale ubicato sulla collina maggiore contributo per completare l’im- Deposito votivo II
dimensioni più grandi di 40 ettari circa che conta varie fasi, nonchè alcune grandi magine formatasi sull’acropoli nel periodo Deposito votivo III
(vedi Figg. I.1-2). strutture ad ovest di esso (vedi Fig. I.4). arcaico. Sul Poggio dei Cavallari, un ter- III.1 Planimetria generale dell’acropoli con le rimanenze in pietra e la localizzazione dei depositi
L’introduzione della costruzione in Grande attenzione fu rivolta verso le dif- reno locato fra la Necropoli Nord-Ovest e votivi II e III
pietra facilitava questa edilizia monumen- ferenti fasi dei templi e gli oggetti dei l’acropoli, vennero indagati nel 1984 alcu-
tale e l’allargamento dell’infrastruttura. depositi votivi corrispondenti. Lo studio ni muri lunghi, paralleli, visti come i muri
Le prime costruzioni in pietra in Lazio si approfondito e definitivo, sia per quanto laterali di una strada arcaica. Nuovi scavi
osservano nella prima metà del VII seco- riguarda la cronologia che la ricostruzio- nel 1996-1997 e nel 2004-2006 hanno
lo, sia in Etruria che nel Lazio (Lavinio/ ne, si ebbe solo dopo la ripresa degli scavi corroborato questa ipotesi ed, hanno inol-
Pratica di Mare, Roma e Ficana/Acilia), nel 1977 da parte dell’Istituto Olandese a tre, portato alla luce alcune strade secon-
ma la maggior parte delle costruzioni in Roma e dell’Università di Groningen. darie nonché vari edifici adiacenti. La via
pietra (anche a Satricum) è alquanto più Una nuova ricostruzione ed una correzio- mostra una forte somiglianza con il trac-
recente, cioè nel VI secolo. Le opinioni ne della cronologia sono state proposte, ciato viario che corre davanti ai templi sul-
sul motivo per l’introduzione del tufo mentre anche i sistemi delle coperture l’acropoli. C’era forse una connessione tra
per le fondamenta di case nell’Italia cen- dei tetti sono stati studiati ed hanno con- le due strade. Soprattutto la scoperta di
trale divergono, tali che alcuni connetto- tributo moltissimo alla conoscenza dei edifici lungo la via è stata una grande sor-
no il dato con il fatto che si cominciava a templi nel loro complesso. Inoltre c’è presa, in quanto finora non erano state
conoscere le latomie nell’Italia meridio- un’attenzione maggiore per il terreno cir- trovate delle strutture architettoniche
nale ove questi materiali da costruzione costante, testimoniato dall’apertura di fuori dell’acropoli, ad eccezione del tem-
in pietra a partire dal VII o dal VI secolo vari scavi, per ricercare le adiacenze stes- pio ‘sud-ovest’ sulla Macchia Santa Lucia,
erano usati. È anche stato proposto che se. Tutta l’acropoli risultava occupata da scoperte nel 1908-1910 dagli scavatori ita-
la rarefazione crescente di legno durante edifici durante il VI e l’inizio del V secolo liani. La notevole rilevanza di questi nuovi
l’età del Ferro fosse il motivo per l’intro- a.C. (Figg. III.1-2). Fu immediatamente scavi non riguarda solo la conoscenza
duzione della pietra nelle costruzioni. chiaro come la ricostruzione e la successi- decisamente aumentata dell’infrastruttura
Attorno alla metà del VII secolo si osser- va interpretazione di questi edifici avreb- fuori dell’acropoli, ma anche un incre-
va anche l’introduzione delle tegole di be portato incrementi notevoli alla cono- mento delle conoscenze riguardo alla
terracotta e dell’ornamento fittile dei scenza dell’architettura laziale di questo ceramica del VI e V secolo. III.2 Edificio C sull’acropoli, da sud-est
93
ai resti degli edifici.
Tempio 0
Secondo l’ipotesi oggi comunemente
accettata l’edificio più antico, detto
Tempio 0, fu in uso tra il 640 e il 535 a.C.
La prima data viene dedotta dai reperti
più recenti ritrovati negli strati sotto- 40
stanti le sue fondamenta. Tale cronolo-
gia concorda con il dato generale che fa
risalire al 640 a.C. circa la comparsa nel-
III.5 Le fondamenta del complesso templare in blocchi di tufo dopo la pulizia nel 1978 l’area mediterranea delle prime costru- III.7 Le planimetrie dei Templi I e II con indicazione delle misure in ‘piedi’
una datazione limite per l’uso del tempio. travi inclinate del frontone erano deco- monumentale, con funzione di acroterio Tetto campano figurativi centrali presentano varie tipo-
Sembra ragionevole pensare che la rate con fregi raffiguranti arcieri a caval- centrale. Ne sono rimasti soltanto alcuni È accertato che il Tempio I, l’edificio logie, in molti casi suddivisibili in un
caduta di un fulmine sul tempio nel 207 lo e forse anche corse di bighe. I dettagli frammenti, ma probabilmente si trattava pseudo-periptero, sia stato costruito certo numero di varianti: teste femmini-
a.C., documentata nelle fonti storiche, anatomici dei rilievi sono per lo più di una coppia di figure umane, una delle dopo il 535 a.C. A questo tempio è da li, gorgoneia, palmette e buoi (Figg. III.
abbia determinato la fine del santuario. accennati mediante pittura. Sopra i fregi quali è con certezza identificabile con attribuire un completo sistema di coper- 10-12). Sia la decorazione pittorica
erano collocate sime rampanti costituite Eracle. Per la sua compagna può essere tura che solo di recente è stato ricostrui- che la plasticità dei rilievi sono ottenute
I tetti dai lati lunghi sporgenti delle tegole ter- ipotizzata una raffigurazione di Atena. to in tutti i suoi elementi figurativi mediante una lavorazione molto accurata
minali e dipinte con motivi a meandro, Tutti gli elementi del tetto denotano (Fig. III.10). e ben definita, che richiama la toreutica,
A Satricum sono stati individuati tre stelle e uccelli, e sormontate da una nei dettagli e nelle decorazioni pittori- Il lato iposcopico delle tegole di gron- o cesellatura dei metalli.
principali gruppi di terrecotte architetto- fascia a linguette verticali. Il tetto aveva che uno stile che, al pari delle tecniche da era decorato con motivi geometrici Notiamo inoltre che cadono in disuso
niche. Ogni gruppo contiene elementi un angolo d’inclinazione di 26 gradi ed usate, può essere definito etrusco-meri- in bianco e rosso-viola su fondo nero. vecchie forme e vengono introdotti
sufficienti per ricostruire un tetto, era coperto da grandi tegole dipinte in dionale. Più precisamente si tratta della La parte terminale di alcune tegole di nuovi elementi decorativi, che da quel
o piuttosto un ‘sistema di copertura’. rosso vivo. La parte iposcopica delle tradizione artistica dell’area altoteverina gronda era inclinata verso il basso: il momento in avanti saranno sempre pre-
Questo si verifica quando un gruppo di tegole di gronda era decorata con intorno all’antica Caere, dove a sua volta primo esempio di un sistema decorativo senti nella coroplastica italica. I fregi
terrecotte architettoniche possiede le sequenze di fiori di loto e palmette, si manifestava una marcata influenza III.11 Ricostruzione del tetto campano che più tardi sarà noto come ‘cortina figurati a rilievo lasciano il posto a lastre
stesse caratteristiche stilistiche e tecni- dipinte in rosso e nero su fondo bianco. artistica della Grecia orientale, l’antica pendula’. Esistono indicazioni precise su fittili fatte a matrice e decorate con moti-
che ed è inoltre fatto dello stesso mate- Le parti terminali dei coppi laterali Ionia sulle coste dell’attuale Turchia. quale fosse la pendenza di questo tetto vi floreali. Risulta che questo tetto sia il
riale. Infine deve essere individuabile un erano provviste di antefisse a forma di Lo stile ionico è maggiormente evidente sontuoso, restituitaci da una bella sima primo in Italia con figure mitologiche a
disegno complessivo, con un numero testa femminile a grandezza naturale nelle antefisse a testa femminile. La pre- rampante e da altre piccole parti del rilievo sul frontone: l’eroe greco Perseo,
sufficiente di componenti identificabili. e sporgenti oltre le tegole di gronda senza a Satricum di un tetto riferibile alla manto di copertura: era di 17 gradi. con la testa recisa di Medusa nel carnie-
(Fig. III.9). Le curve appena accennate, tradizione etrusco-meridionale è alquanto Specialmente le antefisse, rinvenute in re, che fugge davanti alle sorelle della
Tetto etrusco-ionico il mento pronunciato e altre peculiarità sorprendente, perchè se ne conoscono sette diverse tipologie figurate, a pal- vittima (Fig. III.13; cat.nn. 96-98).
Il tetto etrusco-ionico risponde ai sud- anatomiche sono riferibili allo stile ‘ioni- solo pochi esempi nelle zone circostanti. mette o decorate da un nimbo baccella- Sul columen del tetto era montato un
detti requisiti. Il gruppo di terrecotte si co’, notissimo e caratteristico dalla tradi- Stilisticamente il tetto può essere datato to, presentano un linguaggio formale acroterio raffigurante una figura femmi-
compone di tegole, antefisse, lastre di zione artistica ceretana nel VI sec. a.C. nel terzo quarto del VI secolo a.C. Tale che si discosta notevolmente da quello nile alata, alta metà della grandezza
rivestimento, sime frontonali, o rampan- Molti dettagli sono solo dipinti, come le datazione è confermata dal rinvenimen- precedente (Fig. III.12). Le forme hanno naturale, forse una Nike o Eoos.
ti, e acroterio centrale (Fig. III.8). Questi palpebre e le pupille, definite con finissi- to di alcuni frammenti sotto le fonda- una maggiore plasticità e la disposizione Non solo il soggetto ma anche il mate-
elementi hanno in comune il tipo d’argil- me tracce di pittura negli occhi appena menta del Tempio I, che, come già detto, è più razionale, essendo le antefisse ora riale e lo stile dei rilievi tradiscono la
la, di un marcato colore arancio-marro- abbozzati. Sulla parte anteriore della deve essere datato dopo il 535 a.C. montate su una base e stando ritte sul- provenienza dall’Italia meridionale.
ne, e un particolare stile decorativo che trave centrale, il columen, doveva trovar- l’orlo del tetto invece di sporgere oltre la In una decina di luoghi della Campania,
si distingue per la scarsa plasticità. Le si un gruppo di statue fittili a grandezza III.12 Antefissa a palmetta tegola di gronda (Fig. III.11). Gli elementi dove a quella epoca l’influenza greca era
5,5
(da Maaskant-Kleibrink 1987) 38 soprattutto con P. Un’eccezione di spic-
0m
C 39 co della regola è costituita dalla struttura
40 A’ a Satricum, che ha una pianta parago-
41 nabile, ma misura m 7,00 x 28,80.
42 Accanto alla lunga struttura rettango-
43 lare con diversi ambienti, sono state
C‘ 44 ricostruite alcune piante uniche sull’acro-
45 poli. Così vi è l’edificio Q che sta sopra P
46 (Fig. III.32; vedi anche Fig. III.28), non
47 ancora completamente scavato. Si tratta
48 di un edificio monumentale di m 13,00 x
49 17,00 al minimo. Si è conservato solo il
tufo bianco 50 sottostrato dei muri, fatto di una larga
tufo lionato 51 tufo bianco struttura più antica P fascia di piccoli tufelli bianchi. Come si
ricostruzione dell’edificio P 52 tufo lionato ricostruzione di Q evince dai resti, il resto della fondazione
3.31 Planimetria dell’edificio C e dintorni 5m 53 III.32 Planimetria dell’edificio Q sopra l’edificio P 60 m consisteva di filari di blocchi in tufo
50 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 51
Lungo la base dei muri, al loro lato inter- sua larghezza può essere stabilita a circa le rimanenze del suo probabile calpestio tegole, alcune ancora complete pur se
no alla giunzione con la terra vergine, si m 7,00. Contrariamente ai muri laterali consistente di uno strato compatto a frammentate. Le tegole che si trovano di
trova spesso uno strato di tufo compatto della strada precedente, i muri laterali forma concava di piccoli pezzi di tufo solito al livello superiore dei precedenti
che probabilmente serviva da protezione sono ora meno uniformi e consistono bianco che in origine era probabilmente muri, probabilmente servivano come
del fondo dei muri dall’acqua (Figg. III.38, variamente di tratti di blocchi grandi di collegato ai muri laterali. Fu notato che strumento di drenaggio e, insieme con la
40). Il tipo e la misura dei blocchi di tufo tufo bianco e di tratti di blocchi rettan- per il rialzamento del calpestio si fossero sabbia, facevano parte di un unico strato
usati per le fondamenta della seconda golari di tufo lionato nonchè di brevi usate macerie consistenti da grandi bloc- di rialzamento. Tale tecnica costruttiva si
fase sono simili a quelli adoperati per il tratti composti da un miscuglio di blocchi chi irregolari di tufo e di grandi fram- è potuto documentare in varii posti del
secondo tempio e per gli edifici monu- di diversi tipi di tufo. I blocchi di tufo lio- menti di dolio. Anche sabbia pulita fu rinnovato tratto stradale.
mentali intorno ad esso (Figg. III.40-41). nato probabilmente sono blocchi riusati messa lungo la parte inferiore dei nuovi L’ulteriore proseguimento della
Ciò induce a pensare che tutti questi provenienti da strutture arcaiche crollate. muri laterali, talvolta anche come strato strada fu trovato nella zona centrale del-
lavori furono compiuti contemporanea- Nello spazio fra i muri laterali della di fondamento sotto di essi e quasi sem- l’area. In un primo saggio (campo 2C)
mente e che facevano parte di un vasto nuova strada sono stati messi in evidenza pre su uno strato di grandi frammenti di sono venuti fuori i due muri laterali di
progetto di sviluppo urbanistico databile contenimento ad una distanza mutua di
alla fine del VI secolo a.C. circa m 5,70. Fra di essi si trovavano
La terza fase che consiste di un lungo ancora i resti del pavimento, molto dan-
muro di blocchi di tufo bianco risale pro- neggiato dall’aratura moderna, consi-
babilmente al primo quarto del V secolo stenti di pezzi di tufo bianco e di ciottoli
a.C. Inoltre, sono state indagate sui livel- fluviali. A fianco del muro meridionale
III.40 Trincea di scavo: saggio II sul Poggio dei Cavallari I scavato nel 1997
li più alti del terreno evidenze di attività della strada, a distanza di circa m 0,40,
risalenti al IV e al III secolo a.C. si trovava un terzo muro costruito con
Nel 2004 la ricerca della strada conti- blocchi di misure più grandi. Sulla base
nuò nel terreno attiguo, dopo l’estirpa- della somiglianza con la situazione docu-
zione di un vecchio vigneto. In tre grandi mentata nel terreno del Poggio dei
saggi (1B, 2B-C, 3) è stata scoperta la Cavallari I, si tratta probabilmente di un
continuazione della strada per altri 300 muro del periodo successivo, cioè del
metri portando la lunghezza totale finora primo quarto del V secolo a.C. quando
indagata all’incirca a 440 metri (Fig. fu rialzato il livello della strada e fu
III.43). Presumibilmente andava in dire- costruito il muro bianco.
zione della porta centrale dell’antico Nella seconda trincea di scavo a m
aggere che circondava la città e in segui- 10,00 ovest (campo 2B), il calpestio della
to conduceva in direzione di Anzio. strada risultava conservato molto meglio
Potrebbe anche essere che la strada III.43 Fotografia aerea di Poggio dei Cavallari II con indicazione delle zone di scavo (Fig. III.44). Come osservato nel primo
biforcasse in direzione di Ardea, traver- campo e nell’area attigua del Poggio dei
sando la Necropoli Nord-Ovest. Gli scavi Cavallari I, il calpestio copre i muri di
nel nuovo terreno hanno portato alla contenimento che per questo motivo
luce almeno due di tali biforcazioni. non sono stati messi in vista. La massic-
Attraverso la ricerca sul nuovo terreno ciata stradale è costituita qui da uno
si sono potute verificare le varie osserva- spesso strato compatto di pezzi di tufo
zioni sulla tecnica stradale nel terreno bianco spesso smussati, pezzi di tegole
III.41 Trincea di scavo: saggio IV sul Poggio III.42 Campo di scavo IB sul Poggio dei Poggio dei Cavallari I fatte prima, non- molto consumati e ciottoli fluviali di
dei Cavallari I scavato nel 1997 Cavallari II chè approfondire la conoscenza della varie dimensioni. Sono stati individuati
composizione della massicciata stradale lunghi solchi paralleli interpretabili forse
che in vari punti risultava conservata. come tracce carrabili.
zona al sud di questa strada (vedi sotto). strada monumentale della fine del VI In un primo campo di scavo (1B), nella Nella terza trincea di scavo nell’area
Saggi trasversali sul tratto della strada secolo fu sistemata sopra muri di fonda- zona orientale del nuovo terreno, è stato centrale a sud delle precedenti indagini
antica hanno rivelato due e forse addirit- menta e sopra uno strato artificiale di individuato il proseguimento delle due furono trovate le rimanenze di una stra-
tura tre pavimentazioni successive (Figg. riempimento, composto di sabbia, argilla ultime fasi della strada. È stato individua- da laterale in direzione sud-est verso
III.38-39). La strada più antica, risalente e macerie antiche provenienti dall’inse- to il proseguimento del muro laterale l’interno della città, larga più di m 3,00 e
probabilmente all’inizio del VI secolo diamento arcaico. I muri sono alti circa m meridionale della fase più recente della documentata per una lunghezza di alme-
a.C., era una strada concava, adagiata in 1,00 e consistono in generale di due filari strada e sono state trovate le rimanenze no m 25,00 (Fig. III.45). Si trovava sotto
un fossato naturale del terreno. sovrapposti di grandi blocchi rettangola- del suo riscontro settentrionale (Fig. uno strato di sabbia e un imponente
La pavimentazione successiva della ri di tufo lionato (m 0,60 x 0,80 x 0,50). III.42). In base a questi ritrovamenti la III.44 Calpestio della strada tardo-arcaica nella zona di scavo 2B sul Poggio dei complesso di 4 filari di blocchi di tufo
Cavallari II
52 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 53
precedenti. La combinazione dei due tipi 1 nel 2006 nel vigneto collocato a sud
di muro anche in questo caso trova un 2 della strada provinciale moderna hanno I III II
V
confronto nell’area del Poggio dei 3 fornito alcune indicazioni del suggerito IV
Cavallari I. Prima di questo rialzamento 4 proseguimento. Ad una profondità di
però fu messo lungo i lati del calpestio 5 circa m 1,00 dovrebbero esserci rima-
precedente uno strato di grandi fram- 6 nenze di tufo vista la resistenza misurata
menti di tegole. Evidenze di esso sono 7 con vari metodi geofisici.
state trovate prima in due saggi in 8 Un altro esempio di una biforcazione
profondità, uno sul lato sud della struttu- 9 fu trovato nel terzo campo di scavo,
ra al interno del muro laterale orientale 10 la zona di ricerca più occidentale (Figg.
e uno sul lato ovest della struttura all’in- 11 III.48-50). Qui furono portate alla luce
terno del muro laterale occidentale. In 12 le rimanenze della strada pincipale in
ambedue i saggi è venuto fuori uno strato 13 direzione occidentale ed forse una strada
costituito da ciottoli fluviali di vari 14 laterale che come quella nell’area cen- AA
dimensioni, identificabile come un pavi- 15 trale del Poggio dei Cavallari è orientata
mento. Lo stesso pavimento è venuto 16 verso sud-est, in direzione dell’area
III.45 Fotografia aerea del campo di scavo 2A sul Poggio dei Cavallari II
fuori in un grande saggio eseguito sul 17 interna della città. Il collegamento fra
lato nord-ovest della struttura. Il pavi- 18 le due strade per ora non è chiaro. Della
mento consistente di uno strato compat- 19 strada principale è messa in vista la sua
to di pezzi di tufo smussati frammisti con 20 massicciata di carattere molto solido che
ciottoli mostra una forte somiglianza 21 sembra estendersi su una larghezza di
con quello della strada principale che fu 22 almeno 6 metri (Fig. III.51). Consiste di
accertata nei saggi 2B e 2C (Fig. III.47). 23 zone di tufo bianco frammiste e alterna-
In contrasto con quella, però, non sem- 24 te con aree consistenti di piccoli pezzi
bra sorretto da muri laterali di tufo, ma 25 di tegole e di dolio sistemati come pavi-
sembra giacere direttamente sulla terra 26 mento, specialmente lungo il lato sud.
vergine. Sembra che si adatti all’anda- 27 Qui, come al lato nord, il livello del
mento di essa visto la forte degradazione 28 calpestio sale per cui esso ha la forma
del suo livello da nord-ovest verso sud- 29 di una conca. I muri laterali della strada
est dove scompare sotto la struttura di 30 sono stati messi in evidenza solo lungo 5m
tufo. Come nel caso della strada princi- 31 il lato nord. Si tratta probabilmente della tufo lionato tegole rosse calpestio della strada
pale che giace in una fossa naturale, 32 ristrutturazione della strada risalente al tufo bianco legno I tombe del V secolo
anche la strada laterale doveva essere 33 primo quarto del V secolo a.C. III.48 Planimetria dei muri del campo di scavo 3
stata costruita in una delle tante fosse 34
che originalmente intersecavano il pae- 35
III.46 Vista generale dei quattro filari di blocchi di tufo messi in linee parallele ed saggio. Questo si è potuto verificare sul 36
interpretati come le rimanenze di un grandioso rialzamento punto dove la strada sembra finire. Qui, 37
ad un livello di circa m 1,50, sono rinve- 38
nuti diversi blocchi rettangolari di tufo 39
lionato messi in linee parallele e delimi- rimanenze consistenti di uno strato di lionato che in somiglianza con i quattro 40
tati a due lati da un muro (Fig. III.46). tufo compatto. Dei due muri che corro- muri menzionati prima, giacciono in 41
A prima vista i muri sembravano far parte no ai lati del rialzamento, il muro orien- linee parallele. In questo caso però i 42
di fondamenta di una struttura monu- tale consiste di blocchi rettangolari di blocchi giacciono ad un livello più 43
mentale. Ma presto diventò chiaro che si tufo lionato, quello occidentale di profondo. Così abbiamo una via laterale 44
trattava di un altro fenomeno di natura blocchi di tufo bianco di dimensioni che con ogni probabilità si collegava alla 45
finora non documentata. Tali blocchi diversi da quelli del muro di tufo lionato. strada principale. Il collegamento delle 46
insieme con uno spesso strato di sabbia La lunghezza totale conservata del muro due strade purtroppo rimarà sconosciuto 47
(m 0,60-0,75) facevano parte di un bianco è circa m 14,00. Il tratto curva essendo ubicato sotto il vigneto. La stessa 48
grandioso rialzamento da servire come leggermente verso l’ovest. I due muri, vale per la continuazione della strada 49
sottolivello sul quale era sistemato un anche se di costruzione diversa, sono verso sud-est. Anche se il suo prosegui- 50
altro livello di calpestio. Di quest’ultimo stati interpretati come i muri laterali mento non sia stato portato alla luce in 51
sono stati trovati, in vari punti corrispon- della stessa strada costruita con l’aiuto quest’area, è chiaro che dovesse conti- 52
denti al livello superiore dei blocchi, le di immensi rialzamenti dei livelli stradali nuare. Le ricerche geofisiche eseguite 53 III.47 Il calpestio della strada laterale III.49 Fotografia aerea del campo di scavo 3 sul Poggio dei Cavallari II
54 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 55
1
La strada verso l’interno della città, se è di ceramica frammisti con pezzi di tufo, basso in confronto del livello dentro la 2 molto più vasta delimitata da un aggere. in una grande buca circolare che si Per ora, non possiamo dire molto della
giusta la sua ricostruzione, è di un carat- ciottoli e macchie di sabbia. Lo strato che struttura. Il carattere diverso della strada 3 L’edificio meglio conservato si trova ristringe dopo quasi un metro in profon- funzione delle strutture, non essendo
tere diverso da quello finora riscontrato. giaceva contro il lato interno dei muri laterale probabilmente è collegato alla 4 ad est della strada laterale (edificio A) dità costituendo il pozzo vero e proprio ancora finito né lo scavo né lo studio del
I suoi muri laterali sono ben conservati e laterali e che sembrava essere un ele- presenza delle strutture a fianco di essa 5 (vedi Fig. III.48). I suoi muri mostrano in scavato nella terra vergine sabbiosa. materiale. È notevole però il ritrovamen-
si trovano ad una distanza mutua di m mento integrale della loro costruzione è con le quali sembra formare una unità 6 qualche posto tre filari di blocchi di tufo. Così il bordo del pozzo fu protetto e to di scorie di ferro e frammenti di forna-
3,50. Il metodo di costruzione di questa stato prudentemente interpretato come costruttiva. 7 Probabilmente c’era anche un quarto rinforzato con un rialzo in tufo. Piccoli ce nell’ambito della struttura orientale
strada è stato indagato attraverso vari un calpestio vero e proprio che si trovava 8 filare oppure un altro tipo di elevato incassi rettangolari l’una di fronte all’al- che potrebbero essere un’indicazione
saggi trasversali fra i muri di conteni- allora sotto il livello superiore del muro, L’architettura accanto alla strada 9 come si può dedurre da una serie di pic- tra, tagliate dentro i blocchi di tufo servi- dell’esistenza di attività produttive che
mento (Fig. III.52). Il riempimento fra contrario alla situazione evidenziata nella 10 coli buchi di fissaggio a distanza regolare vano come gradini, allo scopo di poter sembra trovare qualche conferma nella
essi appariva costituito da uno spesso strada principale. L’ipotesi che si tratti di Fino a poco tempo fa le rimanenze della 11 sul lato superiore di uno dei muri. Per scendere per la pulizia del pozzo (Fig. presenza del pozzo per acqua.
strato artificiale di circa m 0,50 di sabbia un vero calpestio sembra trovare qualche grande strada erano l’unica prova di 12 ora è stato messo in evidenza un lungo III.53). Il pozzo è stato scavato fino a m Sulla base di quanto detto possiamo
quasi pulita che sembra però far parte conferma in altri posti dove mancavano le un’occupazione urbanistica nell’area 13 ambiente orientato NE-SO la cui lar- 1,00 di profondità, mettendo in vista il concludere che l’insediamento di Satricum
del rialzamento eseguito nel primo quar- tegole, mentre veniva fuori un mucchio bassa della città. Tracce di altri tipi di 14 ghezza era simile a quella degli edifici bordo superiore del pozzo vero nella nel periodo tardo-arcaico era sottoposto
to del V secolo a.C. e documentato di macerie consistente di grandi pezzi di costruzioni erano assenti con eccezione 15 lunghi sull’acropoli. Lungo il suo lato terra vergine. Il suo riempimento non ad un grande sviluppo urbanistico che
anche negli altri campi di scavo sul argilla cotta, alcuni di forma rettangolari, forse di qualche tratto di muro trovato 16 nord si trovava forse un altro ambiente conteneva reperti utili per la datazione. non si limitava solo all’acropoli dove
Poggio dei Cavallari II. Sotto lo strato di possibilmente interpretabili come matto- lungo la strada orientale nel Poggio dei 17 più piccolo e mentre al lato sud si trova- Un reperto eccezionale in diretto col- avviene la ricostruzione monumentale
sabbia, specialmente lungo la parte infe- ni crudi cotti durante un incendio. Tali Cavallari I. Tale assenza, fu spiegato, 18 va una grande area aperta tipo cortile legamento della struttura è una lunga dell’edificio templare e dei grandi edifici
riore dei due muri, si trovavano macerie macerie, fra cui si trovavano anche pezzi dovevasi attribuire alle intense attività 19 interno di forma irregolare, delimitata da trave di legno di m 2,10 circa e larga m all’intorno, ma che comprendeva anche
antiche, consistenti qualche volta di di legno carbonizzati, giacciono sulle agricole moderne. Gli scavi degli anni 20 un muro. L’area aveva l’entrata probabil- 0,30, che per il momento, è stata inter- l’area bassa della città. Qui si vede come
frammenti di ceramica arcaica ma per rimanenze di uno strato di tufo bianco 2006-2007 hanno però portato alla luce 21 mente sul lato occidentale. Lungo il lato pretata come la soglia dell’ambiente i tracciati viari, che probabilmente già
lo più di grandi frammenti di tegole e allo stesso livello del presunto calpestio nuove rimanenze architettoniche lungo 22 interno del muro è stato scoperto un lungo. Il legno è di quercia e risultava esistevano come è stato verificato e che
talvolta di coppi. Una tale sistemazione primo descritto e allora interpretato il lato sud della strada che sono attribui- 23 pozzo per acqua che consiste di tre bloc- molto bene conservato benché carboniz- utilizzavano i vari fossati naturali interse-
fa pensare ad un sistema di drenaggio anche questo come calpestio. bili ad almeno due strutture delle quale 24 chi rettangolari di tufo lionato sistemati zato. Dentro l’ambiente lungo sono state canti il territorio, furono riedificati in
incontrato anche in altri posti scavati La strada laterale è tecnicamente una era provvista di un pozzo per l’acqua 25 più o meno in un cerchio e tagliati al lato trovate diverse rimanenze di calpestio, maniera monumentale. Tale riedificazio-
della strada, con l’utilizzazione prevalen- diversa dalla strada principale come (vedi Figg. III.48, 50). L’ulteriore ricerca 26 interno in forma circolare (Fig. III.52). Lo sia di forma di un battutto sia in forma di ne tendente fra l’altro alla eliminazione
te di tegole. Sotto queste macerie di documentata in altri punti nel Poggio dei nei prossimi anni porterà indicazioni sul- 27 scavo all’interno del pozzo nonchè un uno spesso strato di piccoli pezzi di tufo del problema della trasgressione delle
ceramica e di tegole, e dove esse erano Cavallari, nel senso che il suo calpestio l’estensione e sulla funzione di tali 28 saggio eseguito esteriormente hanno (Fig. III.54). acque meteoriche consisteva in un rial-
assenti, subito sotto la sabbia, si trovava combaciava con il lato del muro laterale costruzioni. È chiaro però che l’insedia- 29 rivelato che la parete del pozzo consiste Dell’edificio al lato ovest della strada zamento di circa m 0,50 del vecchio
un livello compatto, talvolta almeno m invece di essere sostenuto da quello. mento arcaico satricano non si limitava 30 di due filari di blocchi di tufo lionato laterale sono state trovate solo i muri livello mediante macerie antiche prove-
0,30, consistente di frammenti piccoli Inoltre esso si trovava ad un livello più solo all’acropoli, ma occupava un’area 31 sovrapposti. I blocchi sono stati immessi esterni che formano una pianta irregolare. nienti dall’insediamento arcaico e nella
32
33
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53
III.50 Vista generale del campo di scavo 3 da sud-est III.51 Campo di scavo 3: saggio con III.52 Saggio trasversale fra i muri di contenimento della strada laterale verso l’interno della città III.53 Pozzo per l’acqua
rimanenze del calpestio della strada
56 Capitolo III – L’età arcaica La città bassa: sviluppo della zona urbana 57
Capitolo IV
L’età post-arcaica
costruzione di alti muri di contenimento. circa m 10,00 e costruita in due fasi con-
Tutto l’insieme veniva coperto da una secutive sovrapposte, che collegava il
massicciata stradale. La nuova rete stra- porto con la città di Cerveteri. Questa
dale, come la precedente, serviva somiglia alla strada satricana sia nel tipo
senz’altro il tempio di Mater Matuta che di costruzione che nel suo aspetto
si raggiungeva attraverso la salita nord- monumentale. Un altro confronto geo-
occidentale dell’acropoli diventando, graficamente più vicino, ma di carattere
qui, una via sacra che continuava in dire- più semplice e con i muri laterali a fianco
zione sud-est lungo la fronte del tempio. della sede stradale, fu scoperta recente-
Nello stesso tempo la strada funzionava mente durante le attività per la costru-
come il tratto principale che traversava la zione della IKEA, vicino a Roma, lunga la
città da ovest ad est e dalla quale partiva- via Tuscolana. Anche qui si distinguono
no diverse vie laterali verso l’interno diverse fasi costruttive, quattro in totale,
della città, ai probabili settori abitativi e la prima risalente alla fase arcaica.
produttivi, l’esistenza dei quali abbiamo Questa scoperta è di grande interesse
ora prova. Fuori il recinto, verso ovest, anche per il materiale associato che
la strada proseguiva probabilmente in somiglia a quello rinvenuto a Satricum,
direzione di Anzio oppure si biforcava specialmente par quanto riguarda gli
in direzione di Ardea traversando la strati utilizzati per un il rialzamento data-
Necropoli Nord-Ovest. Della sua conti- bile nel primo quarto del V secolo a.C.
nuazione verso est per ora non sono
state trovate evidenze.
La rete stradale satricana messa in
evidenza costituisce uno chiaro esempio
della capacità organizzativa su grande
scala dell’insediamento tardo-arcaico
che almeno dal punto di vista della atte-
stata conservazione non trova paragone
in Italia centrale. Un confronto per la
strada principale si trova in una località
a km 4 da Pyrgi dove nel 1967 durante
scavi di emergenze furono scoperte le
rimanenze di una strada arcaica larga
II
I
Verso la fine del VI e l’inizio del V secolo una necropoli attribuita ai Volsci risalente latina sopravvissuta avrebbe sepolto
a.C. la città di Satricum entra in un turbi- al V secolo a.C. (Fig. IV.1). La necropoli i suoi morti nell’ex-area urbana senza III
nio di avvenimenti storici che riguardano consisteva di oltre 200 tombe, 167 delle impedimento ideologico o religioso.
l’intera regione del Latium meridionale quali sono state scavate nel periodo Un’importante conferma di questa teoria
che cambieranno in maniera fondamen- 1980-1987 (Fig. IV.2). Poco tempo dopo, fu fornita dalla scoperta della necropoli
tale la vita nell’insediamento. Nell’ambito nel 1985, fu scoperta un’altra necropoli sull’acropoli e per via della stipe votiva
dell’espansione romana, la storiografia ci di circa 30 tombe, ugualmente risalenti al II, la presunta continuità di attività reli- IV
informa sui numerosi scontri che si svol- V secolo a.C., proprio nel cuore dell’an- giosa sull’acropoli. Da allora, la ricerca
gono fra i Romani e i Volsci dalla fine del tica città, sull’acropoli ai piedi del tempio archeologica a Satricum ha prodotto
VI secolo a.C. in poi. Questi due gruppi centrale. Nello stesso periodo fu trovato molti nuovi ritrovamenti che sono di
si combattono per almeno 150 anni, fino sull’acropoli un altro complesso impor- grande valore nel dibattito scientifico I Acropoli
alla seconda metà del IV secolo a.C. tante con una datazione tra il V e II seco- sull’attribuzione e sull’identificazione II Poggio dei Cavallari
quando i Romani riescono a liberarsi lo a.C., il cosìdetto deposito votivo II del sito post-arcaico. Questo dibattito III Macchia Santa Lucia/zona dell’aggere
definitivamente dei loro tenaci avversari. (vedi avanti e Fig. III.1). di fatto non si concentra più solamente IV Macchia Santa Lucia/zona della Necropoli Sud-Ovest 500 m
In generale, questo periodo è stato con- Con l’attribuzione della Necropoli sulla presenza o assenza dei Volsci a © fotografia aerea Provincia di Latina
siderato come una fase buia nella storia Sud-Ovest di Satricum ai Volsci, si è Satricum, che ormai sembra concluso in IV.1 Fotografia aerea di Le Ferriere con indicazione delle tombe del V secolo a.C.
dell’antico Latium caratterizzata da sviluppata una discussione fondamentale favore di una lora presenza, ma si è spo-
vicende belliche e, di conseguenza, dalla sulla possibilità di tale identificazione stato verso la definizione del carattere
decadenza e dall’abbandono dei grandi etnica e, in un quadro più ampio, sul dell’insediamento in questo periodo.
e ricchi insediamenti arcaici e da una carattere dell’insediamento di Satricum Riguardo alla presenza volsca a ed improvvisa della pianura laziale, si Ecetra e Pometia furono così descritte cominciato a sviluppare una consapevo-
forte riduzione demografica. Anche per nel periodo post-arcaico. Satricum è importante sottolineare che tratterebbe invece di un processo di come ‘città volsche’. lezza della loro propria diversa identità e
la città post-arcaica di Satricum si partiva Laddove i ricercatori della Necropoli già nel VI secolo quando Satricum era un infiltrazione pacifica e graduale di piccoli Pare legittimo supporre che il ruolo a manifestarsi sempre di più come una
da una tale immagine di decadenza: il Sud-Ovest interpretavano il dato insediamento urbano fiorente, gruppi gruppi montanari, in ricerca di nuovo dei Volsci come nemici ufficiali dei distinta entità etnico-culturale che si evi-
tempio di Mater Matuta – nonostante dell’ubicazione delle due necropoli montanari di stirpe non-latina e identifi- territorio. Inoltre, è immaginabile che Romani durante il V e IV secolo a.C., denzia anche nel dossier archeologico,
varie menzioni di Livio – sarebbe stato entro i confini della città arcaica come cati dalla storiografia romana come i questi gruppi gradualmente comincias- attribuito ad essi dagli scrittori romani, cioè, nel caso di Satricum, a forma di
distrutto e la città di Satricum sarebbe una pratica non-latina, da spiegare alla Volsci, probabilmente erano già presenti sero a superare in numero la popolazione di fatto sia stato retrodatato da loro nel necropoli proprie e un utilizzo diverso
stata ridotta solamente ad un luogo di luce della presenza storica dei Volsci, nell’area laziale nonchè nella comunità originaria. periodo precedente, perchè ciò avrebbe dell’insediamento.
pellegrinaggio. Quest’immagine, nel altri ricercatori spiegavano questo fatto satricana stessa, sia come abitanti sia Un tale sviluppo ad essi favorevole contribuito al prestigio romano una volta Fino a poco fa, si conoscevano i Volsci
frattempo, è considerabilmente rivista. come il risultato di un cambiamento come transumanti. È molto probabile fece ottenere posizioni preminenti e conquistate. solo dai fonti letterari. Niente si sapeva
È un dato di fatto che l’insediamento di fondamentale del concetto urbanistico, che, a motivo della lunga tradizione di cariche pubbliche nelle diverse comunità È inoltre molto probabile che questi ancora della loro cultura, mentre la loro
Satricum continuasse ad esistere fino al creato sotto l’influsso degli avvenimenti transumanza nell’area laziale, esistesse- latine. Tali conclusioni spiegano fra l’al- abitanti non-latini siano diventati, sotto esistenza e le leggendarie conquiste nel
periodo tardo repubblicano, pur con storici. Secondo quest’ultima ipotesi la ro già da tempo buoni rapporti fra i Lati- tro l’attribuzione di diverse città latine ai la pressione dell’espansione romana in 488 a.C. da parte di Coriolano furono
cambiamenti fondamentali nell’occupa- città di allora non esisteva più dopo la ni e i popoli dell’entroterra, forse meglio Volsci già nel VI secolo a.C. da parte degli un gioco politico raffinato fra i soci Latini interpretate nel senso di un abbellimento
zione dell’area urbana arcaica. sua leggendaria conquista da parte dei definita come gente della cultura della storici senza alcun riferimento alla loro e Romani, stranieri non desiderati per narrativo della prima storia di Roma e
Nel 1980 fu scoperta nella parte sud- Volsci nel 488 a.C. (Livio II, 39,1-5; D.H. media Valle del Liri. Contrariamente alla conquista militare da parte dei Volsci i 150 anni successivi. Nell’ambito di que- degli eventi attorno al suo sviluppo e alla
ovest dell’antica area urbana di Satricum VIII, 14-36), mentre la piccola comunità vecchia teoria di un’invasione massiccia stessi. Città come Velitrae, Antium, sto contesto va supposto che abbiano sua espansione. L’immagine che emerge
La Necropoli Sud-Ovest si estende su orientamento pressochè E-O (vedi Fig. avevano sui lati lunghi una specie di
un’area di almeno 1750 m2 di cui la mag- IV.2). Altri segni di un impianto abba- ripiano o banchina (Fig. IV.4). Dodici
gior parte è collocata entro i confini della stanza regolare sono l’ordine e la distri- tombe, quasi tutte con banchine sui
città arcaica del VI secolo a.C., su un buzione ben spaziata delle tombe nella lati lunghi, dimostravano una nicchia
pendio che declina verso sud. È costituita zona nord-est e l’allineamento di alcune (loculus) in uno di questi lati, mentre in
da semplici fosse scavate nel terreno serie di tombe. Verso sud, la densità 19 casi erano provvisti di buchi rettango-
sabbioso (Figg. IV.2-3). La disposizione delle tombe aumenta e si può notare la lari negli angoli nel fondo (Fig. IV.5).
delle tombe dimostra una certa organiz- loro intersezione, specialmente nella Nella fossa era riposta una cassa di
zazione. La maggior parte era disposta sezione sud-ovest dove è presente un legno, con fondo piatto o con piedi ret-
seguendo due orientamenti principali: largo spazio di dieci tombe che si inter- tangolari in quelle tombe con buche nel
nord-sud est-ovest centotre delle 200 tombe individuate, secano fra loro. Si tratta probabilmente fondo della fossa (Fig. IV.6). L’inuma-
nord/ovest-sud/est nord/est-sud/ovest cioè il 52%, mostrano un orientamento di gruppi familiari. zione è la sola forma di sepoltura testi-
IV.2 Planimetria della Necropoli Sud-Ovest con indicazione a colori degli orientamenti diversi più o meno N-S e 76, cioè il 38%, un Almeno 70 dalle 167 tombe scavate moniata. La maggior parte dei morti
è uno stereotipo di un popolo descritto Ovest con più di 200 tombe documenta-
da Livio come ‘ferocior ad rebellandum te (Fig. IV.2), le 30 tombe scoperte sul-
quam bellandum gens ‘ (Livio VII, 27,7), l’acropoli e il ritrovamento di altre 15
‘un popolo più selvaggio in rivolta che in tombe nell’area bassa dell’insediamento
guerra’, un popolo poco organizzato il arcaico, nella zona della strada arcaica
quale, nonostante ciò, riesce a portare recentemente messa alla luce (vedi Fig.
i Romani più volte alla sconfitta. Tale IV.1). Il ritrovamento di quest’ultime
immagine, nel frattempo, è cambiata in tombe in posti sparsi su un largo terreno
seguito alla ricerca archeologica e alle implica che esse facevano parte di una
scoperte recenti a Satricum. I Volsci necropoli molto più vasta, purtroppo
oltre ad essere stati ‘trovati’, nello stesso distrutta in tempi recenti oppure ancora
tempo si sono visti cambiare sostanzial- nascosta sotto i vigneti ivi presenti. Già
mente la loro immagine stereotipata nei resoconti degli scavi dell’Ottocento
creata dalle fonti letterarie. si fa cenno di varie tombe cosiddette
ellenistiche in quest’area. D’altra parte,
L’insediamento post-arcaico anche le due altre necropoli non sono
L’insediamento post-arcaico di Satricum ancora state completamente scavate e
molto probabilmente era occupato da probabilmente erano più grandi.
una comunità estesa testimoniata dalle
necropoli rinvenute: la Necropoli Sud- IV.3 Tombe a fossa scavate nella Necropoli Sud-Ovest IV.4 Tomba a fossa con banchine
L’età
dell’insediamento del V secolo. Appa-
rentemente la strada arcaica come tale è
veramente andata fuori funzione e dopo
un intervallo di circa un secolo che è
l’arco cronologico delle tombe, è stata
medio-repubblicana
sostituita da una nuova strada ad un
livello più alto. Con la datazione delle
tombe stabilita, abbiamo ora in mano
uno strumento per una datazione più
precisa della strada superiore post-
arcaica.
IV.16 Nucleo tombale nell’area bassa della città sul Poggio dei Cavallari II
Marijke Gnade 6
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l’edificio di età medio-repubblicano
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Muriel Louwaard
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Introduzione attività di vasai che producevano ceramica officine ceramiche attribuite alla fase 18 La continuità di occupazione ben databi- golare. Simili pavimenti sono conosciuti re inserita nel quadro generale della
per il santuario di Mater Matuta. In anteriore post-arcaica. 19 le nell’età post-arcaica e medio-repub- da Ficana e da Lavinium. ceramica locale, conosciuta per lo più dal
Nei primi decenni del IV secolo a.C. la superficie furono trovate frammenti di Come nel Poggio dei Cavallari II, 20 blicana è stata rivelata sul punto più alto Di notevole interesse è la scoperta di contesto del deposito votivo III. La stessa
vita a Satricum cambia in maniera note- fornace nonchè diverse concentrazioni i ritrovamenti della zona dell’aggere i 21 dell’acropoli di Satricum. Qui, nella zona un dolio intero trovato nella stessa zona, osservazione vale per la ceramica depu-
vole. L’insediamento si trova dopo quasi di ceramica risalenti al periodo post- llustrano chiaramente come i terreni 22 sud-est, subito sotto il livello dell’erba, lungo il bordo occidentale del presunto rata del tipo a vernice nera ampiamente
100 anni di nuovo al centro dell’attenzio- arcaico e medio-repubblicano. Nel 1898, dell’area bassa della città nascondono 23 sono stati scoperti i resti mal conservati cortile (Fig. V.3). Il dolio, completamente presente nella stessa stipe. In un quadro
ne romana come è ampiamente illustrato si ricordano vari ritrovamenti, proprio in sempre delle informazioni preziosissime 24 di un complesso costruito di blocchi di interrato, risultava riempito da molti e da più ampio la ceramica trova confronto
nelle fonti letterarie. La città più volte è questa zona, di matrici per figurine voti- per la ricostruzione della storia più 25 tufo. Come struttura risalente al periodo grandi frammenti di tegola del tipo docu- nella ceramica trovata nei contesti di età
conquistata e riconquistata e in più rice- ve in terracotta, frammenti di votivi di recente dell’insediamento che ormai si 26 arcaico oppure tardo-arcaico, questo mentato nei crolli menzionati. Sul fondo medio-repubblicana nell’Italia centrale
ve una colonia romana nel 384 (Livio VI, vari tipi sempre in terracotta e un gran pensava non più esistente. La ricerca 27 complesso dimostra un uso posteriore a del dolio, sotto il riempimento delle tego- come nell’area di abitazione della colonia
16, 6-7). La situazione rimane poco sta- numero di scarti di fornace e di bacini degli ultimi anni sull’acropoli nel frat- 28 due periodi – uno nel V/IV secolo e uno le, erano grandi pezzi di legno carboniz- romana di Cosa. Inoltre si trovano reperti
bile, fino al 341, quando si svolge l’ultimo per mescolare l’argilla. La stessa area fu tempo ha confermata questa occupazio- 29 nel III/II secolo a.C. – in una sequenza zato, all’analisi risultati essere di quercia. che indicano scambi in un contesto geo-
grande scontro fra i Romani e i Volsci indagata un’altra volta nel 1998, con lo ne recente in un’altra maniera (vedi 30 che corrisponde a quella documentata Il confronto più vicino per la struttura grafico più grande, come confermano le
nella vicinanza di Satricum dopo di che scavo di dieci lunghe trincee allo scopo avanti). Accanto ai reperti del periodo 31 nella zona della strada nella città bassa. riguardante l’ubicazione, la superficie e due monete bronzee provenienti dalla
i Volsci scompaiono dallo schermo. di individuare il presunto andamento medio-repubblicano rinvenuti nei 32 Su una superficie di m2 220 gli scavi l’architettura si trova a Lavinium. Qui Campania.
Durante questi avvenimenti Satricum dell’aggere arcaico. Non era rimasta depositi votivi II e III, in sè, già chiare 33 del 2000 hanno portato alla luce numerosi furono trovati sulla cima della collina
sarebbe stata distrutta due volte: nel 377 nessuna traccia non solo dell’aggere, testimonianze di una continuità di culto 34 crolli di tegole lungo i muri (Fig. V.1). fuori l’area urbana antica, le rimanenze La fase anteriore
da parte dei Latini e nel 346 dai Romani. salvo un largo fossato molto profondo di e forse anche di abitazione, abbiamo ora 35 Fra e sotto le tegole si trovavano di un complesso identificato dagli ricer- Fra i muri, ad un livello poco più profon-
È in questo periodo che le necropoli probabile carattere naturale, ma neanche ulteriore evidenze di una vera presenza 36 parecchi frammenti di ceramica ellenisti- catori italiani come una villa. Come nella do, specialmente nella parte occidentale
attribuite alla popolazione volsca e ubi- delle presunte attività di vasai. Invece fu abitattiva stabile. 37 ca databile al III e II secolo a.C. Molti struttura sull’acropoli di Satricum, c’era dell’area, è stato scoperto uno strato
cate in diverse zone nell’area urbana non scoperto in una delle trincee, sotto la 38 cocci apartengono a piatti e a scodelle, un dolio sotterrato che secondo i ricerca- databile al V e IV secolo a.C. In questo
sono più utilizzate, anzi sembrano can- superficie disturbata, uno strato antico 39 fra cui esemplari attribuibili alla ceramica tori funzionava per la raccolta dell’acqua strato erano presenti diverse concentra-
cellate in alcuni posti a causa di nuove databile al III e II secolo a.C. ad una 40 di tipo ‘Campana A’. Un pezzo degno di piovana, a mò di cisterna. zioni di tegole, ad un livello alquanto più
attività costruttive. profondità di circa m 1,20-1,60. Copriva 41 nota di quest’ultima classe è il fondo di La data dell’uso dell’edificio satricano profondo degli altri crolli di tegole, con
il fossato dell’aggere che ovviamente 42 una grande scodella a vernice nera deco- può essere definito con maggiore preci- pezzi integri o quasi integri (Figg. V.4-
La zona dell’aggere non funzionava più in questo periodo 43 rata all’interno con quattro bolli di pal- sione. Insieme alla ceramica ellenistica 5). Si trovavano specialmente lungo i
come difesa ed era sigillato da uno strato 44 metta e databile alla fine del III o addirit- documentata fra i crolli di tegole, sono muri arcaici, ma con una sistemazione
Qualche conferma di un’occupazione sabbioso e uno strato carbonizzato 45 tura nel II secolo a.C. (cat.no. 550). state trovate due monete campane della diversa dai soliti crolli di tegole, cioè
dell’area urbana nel periodo medio- risalente ad attività di carbonai del 46 Nella parte occidentale dell’area, da seconda metà del terzo secolo a.C. come se fossero stati sistemati apposta e
repubblicano è stata trovata nella zona Novecento. Lo strato antico, rivelava 47 identificare come una parte interna del- (dopo il 268 a.C.) provenienti da Cales. ordinatamente. Sotto le tegole sono stati
marginale della città, nell’area del fra l’altro, frammenti di anfore e un gran 48 l’edificio, tipo cortile, sono venute alla Questa datazione trova conferma negli rinvenuti molti frammenti di ceramica in
presunto recinto arcaico (vedi Fig. I.2). numero di ceramica a vernice nera fra 49 luce parti di un pavimento composto di altri ritrovamenti, come frammenti di parte combacianti tra loro e in parte
Nel 1987 furono eseguiti ricognizioni cui frammenti appartenenti alla classe 50 piccoli pezzi di tegola sia di colore rosato anfora tipo greco-romano collocabile nel combacianti con i frammenti rinvenuti
nell’area dopo lo scasso di questi terreni delle ‘petites estampilles’ indicazione 51 sia di colore bianco sistemati sui loro lati III o II secolo a.C. e tre lucerne della stes- nello strato circostante (Fig. V.5).
rivelando evidenze di un’occupazione chiara di una continuità di attività in que- 52 nella terra (Fig. V.2). Il pavimento si sa epoca (cat.nn. 546-547, 553-554). Questo dato suggerisce che i vasi sono
post-arcaica che fu interpretata come sta zona, forse sempre collegabile ad 53 avvicina al tipo dell’opus spicatum irre- Salvo una parte, la ceramica può esse- stati volutamente frantumati sul posto.
Il deposito votivo III: una cisterna anche richiesto molto tempo, rispondere
alle domande precedenti. Fu quindi
deciso di far scavare con una ruspa una
vità degli scavi del 1896. Tutta la superfi-
cie, inclusi i bordi della fossa, erano stati
ripuliti e che in tre posti erano state
riccio scaricato dalle carriole. La seconda
fossa conteneva un ripieno simile, terric-
cio scuro con frammenti di terracotta e
stretta canaletta larga m 0,80 che attra- scavate delle buche profonde. La prima oggetti votivi. La terza fossa era piena di
78 Capitolo V – L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo 79
solo la struttura di base della cisterna. 1 muretto fu pieno, si cominciò ad usare lo che, in base alla nostra analisi stratigrafi- 1996 se ne erano trovati alcuni frammen-
Questa ha la forma di una grande buca 2 spazio a sud del muretto. Poi si continuò ca, fu presa in uso per prima. Evidente- ti nello strato disturbato riversato nella
con un diametro alla superfice, di m 3 con la parte a nord fino a riempire com- mente gli oggetti più belli e meglio con- fossa dai primi scavatori, fu rinvenuta nel
12,00 scavata nello strato sterile di sabbia 4 pletamente la fossa anche al di fuori servati furono deposti in prevalenza in 1999 la base del vaso in uno strato anco-
che ricopre la massa di tufo della collina. 5 della zona ripulita. Successivamente fu questa zona. Questi oggetti sono adesso ra indisturbato. Bello e profiguo esem-
La buca doveva essere stata recintata 6 anche riempita la zona a sud del muret- esposti a Villa Giulia. Le altre zone con- pio della abitudine dei vecchi archeologi
con un bordo di pietre, ritrovate sparse 7 to. Per ultimo fu versato un strato su tengono più che altro piccoli oggetti e di rimettere il terreno (e i reperti che a
in situ, e forse anche da una recinzione di 8 tutta la fossa fino a livellarla con la parte frammenti (Figg. V.9-10). L’analisi di loro non interessavano) nuovamente sul
pali e rami intrecciati, a giudicare dalle 9 più alta del muretto a sud. Sopra tutto questi reperti ci potrà forse dire di più su luogo da dove essi provenivano.
varie piccole discolorazioni che sono 10 questo fu deposto uno strato di terreno come furono depositate le offerte votive Il vaso è molto interessante anche
state rilevate. 11 marrone contenente quasi esclusiva- e gli altri oggetti. perchè non solo porta dipinto il nome di
La profondità è di m 1,10 a partire dal 12 mente frammenti di terracotta arcaica. L’analisi dell’ultimo strato di ricoper- Mater Matuta ma anche perchè questa
bordo superiore. Sul fondo, un pò spo- 13 È possibile che questo strato provenisse tura ci potrà fornire forse altri dati: se iscrizione è in lingua greca (cat.no. 638)!
stato rispetto al centro, c’è un’altra buca 14 dal terreno che era stato scavato per questo strato è composto da materiale
con un diametro di circa m 3,00 e una 15 ripulire la cisterna prima della costruzio- che è stato prelevato dall’interno della Conclusioni
profondità di m 0,90 a partire dal fondo 16 ne del deposito votivo. cisterna quando fu preparato il deposito La vecchia cisterna, costruita nella prima
della buca principale (Fig. V.7). Resti V.8 Vista generale del deposito votivo III dopo gli scavi 17 I tre scavi fatti nel 1896 hanno grave- votivo, significa che il riempimento del metà del VII secolo e rimasta in uso fino
di vecchi reperti indicano che questa 18 mente disturbato la stratigrafia della deposito votivo è avvenuto in un breve a circa il 480 a.C., è stata convertita in
seconda buca fa parte della prima fase, 19 stipe. Nonostante ciò sono rimasti dei periodo e non è avvenuto in fasi succes- deposito votivo nel III secolo. La cisterna
quella della cisterna, che precedeva il 20 nuclei indisturbati che ci hanno permes- sive, distanti l’una dall’altra. è servita per oltre 100 anni come punto
deposito votivo, quindi non scavata a il che pone come terminus post quem sce nel periodo di costruzione del primo 21 so di interpretare la successione dei Per quanto riguarda la datazione di raccolta per l’acqua piovana dove la
questo fine. per la datazione della costruzione della tempio (intorno al 540 a.C.) e il secondo 22 depositi, descritta qui sopra. occorre dire che gli oggetti votivi copro- gente poteva venire ad attingerla. Intorno
La buca più grande ha sul lato nord cisterna la prima metà del VII secolo. periodo di uso finisce quando il secondo 23 Si prende atto che coloro che avevano no il periodo della fine del V secolo, il all’anno 200 la buca, che evidentemente
una pendenza, quasi un basso scalino per Inoltre è stato possibile identificare tempio fu costruito (500 – 480 a.C.). Se 24 bisogno di uno spazio per depositare le IV e tutto il III secolo. La ragione per non era più usata come cisterna, fu utiliz-
formare poi un piano orizzontale che su due periodi durante i quali la cisterna fu è vero che la cisterna non fu più usata è 25 offerte votive e altro materiale di risulta preparare questo deposito votivo non zata come deposito per oggetti votivi che
tre lati dà accesso alla buca più profonda usata: il primo periodo va dall’inizio fino probabile che furono trovate altre solu- 26 abbiano pensato di utilizzare la vecchia è chiara. Forse esiste un relazione con il vi furono deposti, in gruppi, in un tempo
(Fig. V.8). alla metà del VI secolo; dopo ci furono zioni per l’approvvigionamento di acqua: 27 cisterna, svuotarono e pulirono accura- colpo di fulmine che, come fu riportato relativamente breve. Dopo di che il tutto
Il lato a sud della fossa grande ha inve- delle riparazioni e un ampliamento, pozzi o raccolta di acqua piovana tramite 28 tamente la buca centrale per poi suddivi- da Livio, ha colpito il tempio nel 207 fu ricoperto da uno strato di terriccio.
ce una pendenza ripida in direzione della seguiti poi da un secondo periodo d’ uso grondaie sui tetti delle case come dimo- 29 derla con dei muretti. Questo suddivisone a.C., distruggendolo. La localizzazione del deposito forse
buca centrale. Sul piano orizzontale del che va dalla metà del VI secolo fino al strato da ritrovamenti sull’acropoli. 30 dimostra che avevano intenzione di sarà rimasta visibile anche in seguito,
lato nord furono trovati diversi strati di 490/480 a.C. 31 depositare gli oggetti secondo una scan- Un reperto di grande importanza ma non possiamo sapere come. Questo
terra battuta con pietre e frammenti di Ulteriori ricerche riveleranno certa- I risultati dell’indagine sul periodo più 32 sione temporale o per tipo. Il famoso vaso con il nome di Mater è confermato dalla fila di sassi posti sul
terracotta, in parte ancora indisturbati. mente molto di più, forse anche dati recente del complesso: il deposito votivo 33 Lo scavo più profondo del 1896, quello Matuta è stato trovato proprio in questo lato est attorno della fossa, in un secon-
Invece, sul lato sud furono trovate varie sulla questione della copertura. Sembra Dopo un periodo sul quale non abbiamo 34 anche più proficuo, fu fatto proprio a deposito il che illustra molto bene quan- do tempo.
discolorazioni rotonde del terriccio steri- infatti probabile che sopra la terrazza ci informazioni la cisterna, ormai fuori uso 35 nord del muretto centrale, nella parte to si è scritto qui sopra. Dopo che già nel
le che potrebbero indicare dei fori per fosse una tettoia con la parte centrale fu utilizzata a partire dalla fine del terzo 36
pali. Forse in questo punto sorgeva una scoperta visto che lo scopo era di racco- secolo come deposito votivo. Gli scavi 37
terrazza o un’altra costruzione di legno gliere acqua piovana. Durante gli scavi hanno rivelato che le persone che hanno 38
di cui adesso non è possibile farne alcuna si è appurato che un acquazzone è suffi- adibito la cisterna a deposito votivo 39
ricostruzione. ciente per riempire la buca. hanno prima svotato e ripulito accurata- 40
L’asportazione dei reperti scavati nel Da recenti ricerche si è anche appura- mente l’interno della buca, compresa la 41
1896 nella cisterna ormai utilizzata solo to che il muretto di cinta, fatto di pietre parte più profonda fino al fondo di terra 42
come deposito votivo hanno fatto sì che di misure diverse e riportato nei vecchi sterile prima di riporvi le migliaia di 43
il numero dei reperti arcaici del periodo disegni, è di una data più recente e non oggetti misti alla terra scura. In secondo 44
della costruzione originaria rinvenuto fa parte della costruzione originaria della luogo divenne palese che lo spazio accu- 45
nel riscavo fosse limitato. Nonostante cisterna, ma appartiene alle costruzioni ratamente pulito fu prima dell’uso suddi- 46
ciò possiamo dare alcune informazioni più recenti dell’acropoli. viso in tre scompartimenti, divisi da 3 47
sulla datazione. È curioso come le fasi successive muretti fatti di blocchi di tufo. Il primo 48
Sul lato nord della cisterna è stato dell’uso della cisterna corrispondano muro fu posto al centro della buca cen- 49
possibile reperire frammenti di ceramica alla datazione dei tempi comunemente trale così da suddividerla in una zona a 50
sotto e tra le pietre della recinzione. accettata. La costruzione iniziale coinci- nord en una a sud del muro. Si cominciò 51
Questi frammenti sono databili alla fine de con quella del sacello (metà del VII a riempire la parte a nord fino all’altezza 52
dell’VIII secolo o all’inizio del VII secolo, secolo a.C.), il primo periodo di uso fini- del muretto. Quando lo spazio a nord del 53 V.9 Reperti votivi in situ V.10 Reperti votivi in situ
80 Capitolo V – L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo 81
Le terrecotte votive rinvenute nel 1
2
3
dell’offerta di teste votive. Nei santuari
sono state ritrovate sia teste maschili che
femminili, a volte caratterizzate da tratti
era però del tutto nuovo. Terrecotte
anatomiche erano in uso già da lungo
tempo, prima in Grecia, poi anche in
glia. Considerata l’enorme quantità di
oggetti votivi, nella società italiana del IV
secolo a.C. veniva attribuita una grande
4 personali, cosa che ha fatto supporre che Italia. Dal periodo arcaico si conoscono importanza a questo tipo di divinità.
82 Capitolo V – L’età medio-repubblicana Il deposito votivo III: una cisterna prima, un deposito votivo dopo 83
Capitolo VI
Offerte di cibo Grandi statue
Alla divinità oltre offerte di cibo reale si Un’altra categoria all’interno del deposi-
regalavano, quindi, anche dei modelli di to votivo III è costituita dai resti di statue
terracotta di cibi. Nel deposito votivo III a grandezza naturale. Tali statue sono
sono stati recuperati oggetti a forma di rinvenute in diversi santuari in Italia e di
L’età romana
mela e di melagrana in quantità relativa- regola si tratta di tipologie prodotte in
mente numerosa. Inoltre vi sono delle diversi formati. Le figure grandi fanno
statuette non modellate raffinatamente parte, in alcuni casi, della decorazione
(si presume siano delle rese di frutti), architettonica dei templi.
usati sempre come votivi. Regalando
un frutto di terracotta, si chiedeva una Altri oggetti
messe ricca sempre ma in questo caso Per finire vanno menzionati altri oggetti
è possibile un’ altra interpretazione. come pesi da telaio, rocchetti e fuseruo-
Le melagrane, grazie alla presenza dei le, doni associati con i culti di fertilità
semi, erano considerate simboli della a motivo del loro collegamento con il
fertilità e della vita eterna. Come nel mondo femminile. Le donne, infatti,
caso degli animali fittili, i frutti di terra- erano le persone che, nella società antica,
cotta sono stati trovati in combinazione si occupavano della produzione e lavora-
con figure umane, come nel caso del zione dei tessuti.
bambino che regge una mela.
L’età arcaica
acropoli
112 Strato di livellamento della zona templare
112 Rinvenimenti sporadici nella cella del tempio
114 Rinvenimenti sporadici
114 Rivestimento fittile del complesso templare
123 Rinvenimenti intorno ai templi
città bassa
124 Poggio dei Cavallari
L’età post-arcaica
131 Necropoli Sud-Ovest
148 Poggio dei Cavallari – tombe
acropoli
150 Deposito votivo II
L’età medio-repubblicana
acropoli
154 Deposito votivo III
182 Edificio di età medio-repubblicana
L’età romana
186 La villa romana
53 Bicchiere miniaturistico
P11034-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4, 60 Scodella
1995); impasto rosso con nucleo grigio; parte P11036-A95 (acropoli, buca votiva 2079/4,
della parete/dell’orlo mancante; H 3,4, D 3,6. 1995); impasto bruno; ricomposta, parte del
Fondo piano. fondo mancante; H 7,5, D 32,0, Sp 1,3.
Vasca convessa, labbro quasi verticale con
orlo assottigliato; ansa orizzontale a baston- 58 60
cello a forma circolare impostata leggermen- 1:3 1:3
te obliqua sotto l’orlo.
62
1:0,25
63
1:0,5
61
1:1
112 L’età arcaica Rinvenimenti sporadici nella cella del tempio 113
73 Aes rude all’interno; frammento; H 6,1, La 6,3, Sp 0,9. ceretana e per lo più noto solo da
B83b (acropoli, pulizia cella, 1979); aes rude Decorazione a figura rossa mostrando una frammenti ora nella Villa Giulia.
con due lati piatti: L 2,0, La 3,0, Sp 1,0; aes testa di una donna che guarda a destra con
rude con due lati piatti: L 3,0, La 1,5, Sp 1,3; espressione intensa; porta un diadema nei
aes rude piccolo: L 2,0, La 1,0; aes rude capelli. 81 Fregio con corsa di carri
piccolo: L 1,5, La 1,0. Datazione: metà del V secolo a.C. S3670 (acropoli, ‘Stoa A’, 1987); argilla 75
grezza di color tra giallo rossiccio e rosa; 1:0,5
molto abraso; H 13,4, La 15,0, Sp 1,3-4,3.
74 Scodella 78 Perla di pietra Parte centrale del lato destro di un fregio
S.N.-25 (acropoli, pulizia cella,1979); argilla V2313 (acropoli, sporadico, 1990); rampante, attribuibile alla metà sinistra del
semi-depurata con ingubbiatura; integra; pietra bruna-rosastra; H 1,2, L 1,0, La 0,7. frontone. Fregio figurato a rilievo con una
H 8,3, D orlo 24, D fondo 8,7. Segno inciso sul lato inferiore e con foro scena di un carro con cavalli diretto verso
Fondo piatto, corpo a profilo incurvato, orlo trasversale; una ‘∏’ con tre puntini al suo destra, recante due figure forse maschili
con ingrossamento largo a forma di fascia al lato destro e un puntino al suo lato superiore (conservate solo la schiena dell’uno, il carri-
lato esterno. Questo tipo di scodella conosce sinistro. sta, e la parte inferiore dell’altro, tunicato,
un’ampia diffusione nel Lazio, in Etruria con il braccio destro in giù). Carro composto
e in Campania ed esiste in due varianti: di una cassa con alta sponda anteriore
79 Kouros d’avorio miniaturistico
una piccola con un diametro di cm 10 circa, arrotondata e fiancata bassa e rettangolare
V100b (acropoli, sporadico, pulizia del tempio,
e una più grande di cm 20-25. Il tipo è in uso provvista di una maniglia curva di sostegno.
1978); avorio bruno scuro; mancante della
durante la seconda metà del VI secolo. Mancante della ruota. Fatto con l’uso di
parte inferiore; H 3,4, La 1,1, Sp 0,5.
Stibbe 1984-1985, 240, cat.no. 1353; matrice.
Faccia di forma ovale, occhi a forma di
Ginge 1987, 28. Beijer 1988, 213, fig. 3; Beijer 1993, 287-289;
mandorla sbiechi, sorriso ‘arcaico’; capelli
lunghi resi in linee diritte sulla fronte e con Maaskant-Kleibrink 1992, 87, 203, cat.no.
linee incrociate sulla nuca. Il profilo del corpo 2051.
acropoli è piatto, ma le natiche sono rigonfie. Braccia
stese lungo il corpo. Al livello dell’orecchio la
Rinvenimenti sporadici testa è stata perforata per utilizzare la figura Rivestimento fittili di fattura ‘Campana’
come pendaglio (vedi anche cat.no. 63). Un gruppo di terrecotte architettoni-
75 Frammento d’oro Datazione: prima metà del VI secolo a.C. che abbastanza numerose e variegate
B24 (acropoli, sporadico, 1982); lamina Stibbe 1980b, 172, cat.no. 2; CatAreaSacra
d’oro; L 2,1, La 0,5, Sp 0,1. 1985, 137, 139, cat.no. 54; CatSatricum 1985,
è attribuibile al Tempio I sull’acropoli. 76
È considerato un’importazione dalla 1:1
Lamina sottile d’oro tagliata a forma di 119, cat.no. 196; Ginge 1987, 29. 73
un nastro, probabilmente di una corona. Campania. Il ‘sistema tetto’ campano 1:2
CatAreaSacra 1985, 139, cat.no. 55; consiste di tegole di gronda di diverse
CatSatricum 1985, 119, cat.no. 199.
80 Kouros d’avorio miniaturistico
V100c (acropoli, sporadico, 1982); varianti (cat.nn. 82-83), sei o sette tipi
avorio bruno scuro; mancante della parte di antefisse contraddistinti da grandi
76 Aes signatum superiore e della parte inferiore delle gambe
B82 (acropoli, sporadico, 1980); bronzo;
nimbi baccellati (cat.nn. 84-93), una
e dei piedi; H 2,0, La 1,2.
frattura antica; L 7,5, La 6,0, Sp 2,5-3,1; Braccia stese lungo il corpo (vedi anche sima rampante e varie tipi di lastre di
Peso 660 gr. cat.no. 63). Datazione: prima metà del VI rivestimento delle parti lignee dell’edi-
Il più vecchio mezzo di pagamento coniato è secolo a.C. ficio (cat.nn. 94-98). Nella Villa Giulia
un agglomerato di bronzo ferroso a forma di CatSatricum 1985, 119, cat.no. 196.
si trovano notevoli frammenti di un
una metà o un quarto di ‘pane’, munita di un
segno, il cosiddetto aes signatum in uso dal IV geison orizzontale (cat.no. 95) e di
secolo. Secondo Plinio il Vecchio (Naturalis almeno tre lastre figurate. Quest’ulti-
Historia 18.12), sarebbe stato il re di Roma
acropoli
mi, adoperati per il columen ed i mutu- 77 78
Servius Tullius il primo a contrassegnare il Rivestimento fittile del li, raffigurano la decapitazione di 1:0,5
bronzo con un segno. Inizialmente ‘i pani’
erano segnati con semplici motivi, come una
complesso templare Medusa, la prima attestazione, finora,
spina di pesce. In seguito furono rappresenta- in Italia di rilievi frontonali figurati
ti anche delfini, ancore, aquile, scudi, spade e Rivestimento di prima fase (cat.nn. 96-98).
perfino elefanti. L’esempio di Satricum di un Tipo di rivestimento noto da Caere, L’ipotesi di importazione campana
mezzo pane di bronzo ferroso decorato su
Veii, Roma e Velletri (540-520 a.C.), si basa su argomenti di carattere tanto
due lati con segno di ‘ramo secco’ non è che
la metà dell’oggetto originario. Probabilmen- raffigurante una processione di bighe o tecnico (argilla, smagranti, pigmenti,
te è stato tagliato già durante la fase di trighe. Tipologia unica per Satricum identità di matrici) quanto stilistico
produzione. dove sono molto più frequenti le (motivi decorativi), anche se non man-
Stibbe 1981, 307, tav. 59.5; CatSatricum 1985,
attestazioni di fregi figurati di cavalli in cano aspetti unici e ovviamente locali.
119, cat.no. 201; Ginge 1987, 30.
corsa, che sono perfettamente inseribi- Il quadro cronologico per il tetto
li per tecnica, materiale, stile e motivi campano a Satricum è determinato da
77 Cratere attico 79
P827 (acropoli, sporadico, 1985); argilla decorativi in un vero e proprio tetto una parte dalla sua totale mancanza 1:0,5 80
depurata a figura rossa, vernice nera ‘ionico’, di esclusiva derivazione negli strati inferiori al primo tempio, 1:0,5
Corfù, Sicilia) e più tardi anche italiota Roma per l’egemonia dell’Italia centra- la dea Atena e il suo protetto, il semidio
(Pithecussae, Cumae, Capua, Mintur- le. Da qui l’alta energia competitiva per Eracle; il saettante dio supremo Zeus
nae, Roma), è qui la prima testimo- sottolineare la statura e il profilo della con la consorte Hera che impugna la
nianza dell’uso di scene figurate in città attraverso progetti edilizi come spada. Un buon numero di frammenti
rilievo per la decorazione fittile in quello del santuario satricano. appartiene al giovane Apollo, raffigu-
lastre frontonali, che avrebbe avuto Spiccano tra il ricchissimo materiale i rato accanto alla sorella Artemide,
tanto successo nella fase seguente della frammenti, ora ricostruiti, di un gruppo entrambi nell’atto di tendere l’arco.
decorazione fittile templare in Italia di dieci statue a grandezza quasi natu- Infine Dioniso, dio del vino e dell’eter-
centrale. rale destinate ad incoronare la trave na rinascita della vita, in compagnia di
del colmo del tetto (cat.nn. 99-118). una giovane dea bionda sontuosamen- 96-97 103 105 107
96 A165a (acropoli, deposito votivo III, 1981); Il materiale per il manto di copertura è te abbigliata, forse Ino Leucotea. 1:3 1:2 1:3 1:3
argilla grigio-rossastra, superficie ben
rappresentato da frammenti di cortine Questa era la balia di Dioniso e
conservata, pigmenti abrasi; H mass. 10,5,
Sp 3,5. pendule fissate alle tegole di gronda nell’antichità era assimilata a Mater
Parte superiore sinistra di lastra di rivesti- (cat.nn.119-124), e da vari tipi di lastre Matuta, entrambe dee dell’aurora e
mento a Gorgone, conservante la spalla e due (cat.nn. 147-153). Quelli con scene della nascita. Può anche darsi che la
trecce, la sezione superiore destra della figu- mitologiche tratte dalla Ilioupersis dea latina Mater Matuta, venerata a orizzontale funzionava da piano conservati; H mass. 8,1, Sp mass. 3,5. Parte inferiore di guancia sinistra e mento
ra inclusi il petto e il braccio destro superiore, Parte di testa maschile imberbe conservante femminile; attribuibile alla testa di Hera.
e parte di una grande ala.
sono i più noti. Le più spettacolari Satricum, sia stata qui inserita in un d’appoggio per i piedistalli ovali delle
naso, labbro superiore e parte della guancia Lulof 1996, cat.no. H1c.
fra le moltissime antefisse sono quelle mito greco. Le divinità elencate forma- coppie di statue. Una costruzione lignea
destra; attribuibile a Gigante E.
97 A391, A180, A694 (acropoli, deposito votivo a satiro e menade (cat.nn. 125-144 e no coppie fisse nella mitologia greca. assicurava l’ancoraggio dell’insieme. Lulof 1996, cat.no. E2.
III, 1989, 1981, 1990); argilla grigio-rossastra quelle a forma di arpía e di Tifone Le due figure semisdraiate sono opliti È quindi molto probabile che le statue 103 Testa maschile
A220a (acropoli, ritrovamento sporadico di
superficie ben conservata, pigmenti abrasi; (cat.nn. 145-146), applicate le une in panoplia, apparentemente feriti a fossero destinate ad essere collocate
H mass. 11,0 circa, Sp 1,6-3,2.
100 Testa maschile fronte al tempio, 1986); argilla grezza chiara,
Angolo inferiore destro di lastra di rivesti-
alternate con le altre, o forse queste morte. La circostanza che tutti i perso- sulla linea di colmo del tetto. A561 (acropoli, deposito votivo III, 1989); pigmenti parzialmente ben conservati;
ultime utilizzate come complemento naggi, nessun escluso, sono rappresen- I ritrovamenti presentati in questa argilla grezza chiara, parzialmente ben H mass. 6,6, Sp mass. 3,4.
mento a Gorgone. Tre frammenti combacian-
conservata; H mass. 9,9, Sp mass. 2,9. Parte di orecchio destro; attribuibile a
ti con parte di gamba e stivale alato. dell’opposto lato del tetto. tati in fase di combattimento, consente sede (cat.nn. 99-118) sono attribuibili
Parte di testa maschile conservante guancia, Dioniso. Orecchio perforato.
Forma non definita accanto allo stivale, forse di interpretare l’apparato figurativo alle figure già identificate precedente- orecchio sinistro, capelli e fedine; attribuibile Lulof 1996, cat.no. C2.
un’onda. Piccola parte di coda di serpente.
Statue del columen come una gigantomachia, la primordia- mente e i frammenti di queste sono a Apollo, combaciante a un frammento ora
Combacia con un frammento attualmente
nella Villa Giulia (inv.no. 10037). A partire del 1985 si è potuto ricostrui- le battaglia per il potere tra gli dèi immagazzinati ora nel Museo di Villa nella Villa Giulia con naso e bocca (inv. no.
104 Spalla maschile
re un gruppo di statue costituite da olimpici e i Giganti pre-olimpici. Giulia. Tre pezzi combaciano con tali 9988/1).
V2700 (acropoli, ritrovamento sporadico,
Lulof 1996, cat.no. B1b.
98 A303 (acropoli, deposito votivo III, 1988); almeno dieci figure policrome a gran- L’identificazione degli opliti come frammenti: uno alla testa di Apollo 1990); argilla grezza chiara, pigmenti
argilla grigio-rossastra, superficie ben dezza naturale. Il pezzo più cospicuo, Giganti è comprovata da innumerevoli (cat.no. 100), altri due a quella di Hera parzialmente ben conservati; H mass. 6,2,
conservata, abraso; H mass. 7,0, Sp 1,5-2,1. 101 Testa femminile Sp mass. 2,5.
la testa a grandezza naturale del dio esempi di raffigurazioni simili sulla (cat.nn. 101-102). Di particolare interes- A626 (acropoli, deposito votivo III, 1989); Parte di spalla destra e collo, la spalla
Parte laterale di lastra di rivestimento a
Gorgone, conservante solo il fondo centrale
supremo Zeus, era già noto da molto coeva ceramica greca a figure nere e – se è il frammento (cat.no 99) che appar- argilla grezza chiara, pigmenti ben parzialmente coperta da chlamys piegato;
e l’orlo aggettante. tempo, ma non venne mai inserito in forse l’esempio più noto – sul fregio tiene alla testa del Gigante morente. conservati; H mass. 7,1, Sp mass. 2,2. attribuibile a Eracle. Frammento costituito
Knoop 1987, 242; Lulof - Knoop 1995, 39-52; un contesto adeguato. Ai circa 400 del Tesoro dei Sifni a Delfi. Andrén 1940, CCI, 456-457, 473-474, 477; Parte di guancia femminile destra con la da due elementi separatamente formati
Lulof 1997, 90-94; Rescigno 1998, 186, 354; CatSatricum 1985, 90-94, cat.nn. 93-102; palpebra sinistra inferiore e parte della (spalla e collo), congiunti dopo.
frammenti osservati nell’Ottocento si Una decisiva ipotesi per la colloca-
Lulof 1999, 241-244; Lulof 2006, 235-243. CatRoma 1990, 241-242, cat.nn. 67-68; capigliatura accanto all’orecchio destro; Lulof 1996, cat.no. D6.
è ora aggiunto un altro centinaio di zione delle statue è stato possibile Lulof 1991, 87-101; Lulof 1993, 277-286; attribuibile alla testa di Hera, combaciante
frammenti. Sulla base di alcune regole grazie a una ventina di frammenti McDonnel - Kars - Lulof 1995; Lulof 1996; con un grande frammento ora nella Villa
105 Mano maschile
Rivestimenti fittili del tetto convenzionali, come l’usanza arcaica identificati nella Villa Giulia di recente. Lulof 1997, 85-114. Giulia (inv. nos. 9983, 9986, 9993/2).
A160 (acropoli, area dietro il tempio, 1985);
Lulof 1996, cat.no. H1b.
tardo-arcaico di contraddistinguere le donne con una Conservano parti delle grandi basi fittili argilla grezza chiara, pigmenti molto abrasi;
Per più di una ragione il complesso di carnagione bianca e gli uomini con di forma, grosso modo, quadrata. Gli H mass. 7,1, Sp 1,9.
Frammenti di statue del columen 102 Testa femminile Tre dita della mano destra di Gigante E.
terrecotte architettoniche attribuibile quella rossastra, si è potuto stabilire incavi frontali e le sagomature laterali 99 Testa maschile A703 (acropoli, deposito votivo III, 1989); Lulof 1996, cat.no. E9.
alla fase tardo-arcaica del santuario che entrambi i sessi erano presenti nel combaciano perfettamente con i coppi T127 (acropoli, deposito votivo III, 1985); argilla grezza chiara, pigmenti ben
satricano, dell’inizio del V secolo a.C., gruppo in numero pari. Un grande del columen, mentre la parte superiore argilla grezza chiara, pigmenti ben conservati; H mass. 9.5, Sp mass. 1.9.
stente in sette vasi, per lo più di dimen- delle poche armi reali rinvenute nella
sioni piccole e due oggetti miniaturistici necropoli (in totale 16 esemplari). Tomba 45
di piombo fra cui un’accetta (cat.no. Tomba a fossa semplice con vaghe
251) e una punta identificata come 252 Punta di lancia tracce di una cassa di legno e resti di
punta di lancia in miniatura. Tali ogget- V162 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 31, 1981); uno scheletro di una donna di 21-25
manca la punta, ferro molto corroso; L. 33,3,
ti di piombo ricorrono spesso in tombe anni. Si è conservata solo la parte
La 4,5, D 2.0.
di bambini per cui sono stati identificati Punta di lancia di ferro con lama foliata.
inferiore della tomba con frammenti
come offerte tipiche per bambini, fab- CatSatricum 1982, 145, no. 42; Gnade 1992, di due scodelle, una fibula di bronzo
bricati specificatamente per il corredo 170, 2. e una fuseruola (cat.no. 255), una
tombale (vedi anche le tombe 52, 57, delle due rinvenute nella Necropoli 250
70, 120, 123, 143a e 167a per simili Sud-Ovest. 1:3
Tomba 35b
oggetti miniaturistici di piombo). Tomba a fossa con quattro buchi
Avevano un significato speciale che 255 Fuseruola
rettangolari negli angoli nel fondo. Sul V167 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 45, 1982);
probabilmente si riferiva al ‘futuro’ fondo della fossa e dentro i buchi erano impasto nero; ricomposta; H 2,2, D 2,6.
ruolo di guerriero del bambino. Tra i presenti le rimanenze nerastre alquan- Fuseruola a forma biconica con foro passante.
vasi c’era una kylix a vernice nera data- to ben conservate della cassa di legno Gnade 1992, 189, no. 3, pl. 12, fig. XXXII.
bile al 475-450 a.C. Dal corredo vasco- (vedi Capitolo IV, Fig. 6). A parte la
lare è esposta una pelike in miniatura a presenza di vasi di dimensioni piccole Tomba 52a
vernice nera, forma unica nella necro- nello strato di riempimento superiore Tomba a fossa grande sovrapposta ad
poli (cat.no. 250) e probabilmente della tomba e attribuiti ad una deposi- un’altra tomba (tomba 52b). Tracce
proveniente dalle colonie greche zione infantile sul livello superiore nere della cassa di legno sono state
dell’Italia meridionale. (vedi sopra tomba 17a), la tomba con- trovate nel riempimento della tomba
teneva due grandi vasi, un’olla bugnata inferiore sottoposta. Vista la presenza
250 Pelike miniaturistica e un’anfora etrusca da trasporto.
P489 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 17a[?], nello strato superiore del riempimento
1982); argilla depurata rosata; ricomposta e
L’anfora ha un confronto nella tombe della tomba di una’accetta miniaturisti-
integrata; vernice nera abrasa; H 7,4, D 6,2. 64. Serviva forse come ‘gravemarker’ ca e una punta in piombo, reperti di
Piede ad anello, corpo globulare, collo del nucleo tombale familiare che solito associati con tombe di bambini,
concavo, labbro estroflesso; anse a nastro consisteva di tre tombe (tombe 17a e b
verticalmente impostate sulla spalla e sotto il è stato suggerito che la deposizione
labbro; vernice nera, fondo risparmiato.
e tomba 35). Il reperto più cospicuo era del livello superiore della tomba 52a
CatSatricum 1982, 152, no. 34; CatSatricum un coltello di ferro, l’unico finora nella sia infantile. Il corredo della tomba 253
1985, 145, no. 248.2; Gnade 1992, 154, no. 8 necropoli, trovato sul fondo della fossa consisteva in tre vasi posti sul fondo 1:6
(non esposto). della fossa, lungo il lato breve: una
251 Accetta miniaturistica di piombo olletta, una olla forata e una kylix a
V160 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 17a, 253 Anfora etrusca
1982); scheggiata sulla parte posteriore e sul
vernice nera di datazione 470-450 a.C.
P532 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 35b, 1982);
taglio; L 3,0; La mass. 1,2, Sp 0,4-0,8. argilla grezza rossa-brunastra-arancione;
Parte posteriore a sezione rettangolare, foro ricomposta, fondo mancante; H 60,0, D 35,0. 252 254 255
longitudinale tondo per il manico; piatta lama
1:3 1:3 1:1
Due deposizioni in una tomba a fossa anni ±17 mesi e di 4 anni ±12 mesi, sul anni. Forse insieme con questo morto o
con nicchia nella parete lunga setten- livello superiore. L’adulto (162c) giace- in una cassa separata sovrapposta (non
trionale. Sono state trovate le tracce va sul suo lato sinistro con le gambe era più distinguibile), c’era un altro
nere della cassa di legno sul fondo della leggermente rannichiate dentro una morto di 21-25 anni (167b). Sul livello
fossa e i resti dello scheletro di un cassa di legno ancora ben visibile come superiore del riempimento della fossa
sub-adulto di circa 17 anni. La tomba tracce nere sul fondo della fossa. Il sono state trovate le rimanenze di una
conteneva quattro vasi, tre dei quali, bambino nella zona superiore, di 7 deposizione di un bambino di 7 anni
un’olletta, una brocca miniaturistica e anni, era deposto dentro una cassa di ± 24 mesi (167a) consistenti di chiare
una scodella, stavano dentro la nicchia legno in una fossa piccola parzialmente tracce di una cassa di legno piccola e
e sono stati attribuiti al morto deposto sovrapposta alla fossa dell’adulto, dei suoi denti. Il suo corredo consisteva
sul livello superiore visto la presenza mentre il bambino di 4 anni probabil- di un’accetta a doppio taglio e due
di denti a metà profondità della fossa. mente era posto sul coperchio della punte di piombo (cat.nn. 303-305).
Il quarto vaso, una grande anfora di tomba dell’adulto. Il corredo dell’adul- È possibile che una piccola scodella e
bucchero malcotto, era collocato sul to e del bambino di 4 anni consisteva in una piccola coppetta trovate dentro la
coperchio della cassa, vista la sua posi- cinque vasi: due olle stamnoidi, due cassa del morto inferiore (167c; cat.nn.
zione a metà del riempimento della brocche piccole e una scodella. Stava- 301-302), chiaremente scesi dal loro
fossa. Costituisce un vaso notevole no insieme vicino alla testa, lungo la posto originale, facessero parte del suo
per il quale non esistono confronti parete lunga della fossa. La tomba corredo. Per ora sono stati attribuite
nell’area laziale. È un vaso di forma superiore conteneva un’olletta. alla deposizione intermedia (167b).
ibrida con la parte inferiore del tipo di Il corredo del morto inferiore (167c)
anfora nikostenica e la parete superiore 297 Stamnos consisteva in 6 vasi posti vicino alla
P1507 (Necropoli Sud-Ovest, tomba 162c,
con decorazione sull’orlo ancora nella testa, lungo la parete lunga occidenta-
1986); argilla depurata biancastra; ricompo-
tradizione dell’età del Ferro. Confronti sta; H 18,0, D 16,0. le. Si tratta di due olle bugnate (?),
per il vaso sono stati trovati nell’entro- Piede a disco, corpo ovoide, labbro svasato una brocca miniaturistica, un’olletta,
terra, nella necropoli di Alfedena. con orlo ingrossato, due anse piccole a forma
una scodella e un’anforetta ad anse a
triangolare poste quasi verticalmente sulla
spalla.
doppio bastoncello.
Gnade 1992, 392, no. 1. 298 299
297
1:3 1:3 1:3
resti dello scheletro in posizione supina P324-2004 (PdC II, tomba I, 2004); labbro leggermente rientrante, orlo ingrossa-
argilla quasi depurata di color arancione ad to ed arrotondato.
di una ragazza di 15-18 anni. Aveva ingubbiatura rossa, contiene ancora la terra
nel suo corredo una scodella ed una del riempimento della tomba; (da restaura-
Tomba III 323 Brocca miniaturistica vasi: un bicchiere con quattro prese,
319 Olletta Tomba a fossa adiacente al lato ovest P271-2006 (PdC II, tomba III, 2006); argilla una olletta, una scodella e una brocca
olla stamnoide (cat.no. 311) trovate re); ingubbiatura quasi svanita; H 5,8, D 18,5.
P559-2005 (PdC II, tomba II, 2005); ceramica depurata biancastra; ricomposta ed integrata;
nell’angolo della cassa vicino alla testa. Piede svasato ad anello; corpo a profilo
grezza nerastra; integra; piena di terra;
della tomba II, ugualmente orientata di figulina.
superficie consumata; H 7,2, D 3,0.
curvato; orlo arrotondato. est-ovest, però con la testa del morto
Sulla spalla destra portava una fibula di H 13,0, D 12,0. Fondo piatto distinto, corpo globulare, breve
Gnade 2006, 259, no. 3, Fig. 8.
bronzo. Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato, ubicata al lato est. Il morto aveva ≤17- collo concavo, orlo arrotondato, ansa vertica- 325 Olletta
orlo dritto. 25 anni. Anche in questo caso solo la le a nastro, sormontante. P268-2006 (PdC II, tomba IV, 2006); cerami-
ca grezza di colore arancione; ricomposta ed
311 Stamnos Tomba II metà della tomba è stata scavata. La
integrata; lacunosa; H 8,2, D 7,0.
SA97 S20-SL2 (PdC I, tomba ST 2, 1997); Si tratta di una tomba orientata est- 320 Anforetta piccola parte scavata conteneva sei vasi: due 324 Scodella Fondo piatto, corpo ovoide, labbro svasato,
argilla depurata biancastra; mancante di P561-2005 (PdC II, tomba II, 2005); bucchero P562-2005 (PdC II, tomba III, 2005); argilla
ovest sul livello inferiore di un gruppo olle forate, un’olletta, la metà di una orlo arrotondato; quattro prese sul cordone
un’ansa e di parte dell’orlo; H cons. 12,7, mal cotto; ricomposto; piena di terra; H 8,9, quasi depurata di color arancione ad ingubbia-
di tombe. I resti di un cranio e la parte grande olla bugnata che fu probabil- fine.
D 9,2. 6,8. tura rossa; integra; superficie consumata;
Piede a disco, corpo rotondo, labbro svasato superiore dello scheletro erano pre- Piede svasato a disco, sotto concavo, corpo mente tagliata durante la costruzione H 5,0, D 13,5.
con orlo ingrossato, due anse piccole a forma senti nella parte ovest della tomba. La ovoide, alto labbro svasato, orlo arrotondato, della tomba superiore I, una scodella Piede ad anello svasato, corpo a profilo 326 Olletta
triangolare poste quasi verticalmente sulla due anse a doppio bastoncello sopraelevate. leggermente carenato, orlo arrotondato. P328-2006 (PdC II, tomba IV, 2006);
parte orientale della tomba è ancora da e una brocchetta miniaturistica. Inoltre
spalla. ceramica grezza brunastro-arancione;
scavare. Il corredo consisteva in alme- c’erano tre piccoli chiodi di ferro indi- ricomposta, mancante dei frammenti del
Gnade 2002, 94; 97, Pl. 48; 229, Fig. 20. 321 Fuseruola
no sei vasi e una fuseruola. La ceramica canti la presenza originaria di una cassa Tomba IV corpo e dell’orlo; H 10,1, D 8,8.
P563-2005 (PdC II tomba 2, 2005); impasto
del corredo consiste in una piccola olla levigato bruno-nerastro; integro; H 1,4, di legno. Nel 2006 sono state trovate due altre Fondo piatto, corpo ovoide.
Tomba I forata, in una scodella monoansata, in D 2,9. tombe (IV e V) del nucleo familiare del
Il corredo di questa tomba consiste in una coppetta miniaturistica su piede a Forma biconica con lato inferiore appiattito 322 Olla forata Poggio dei Cavallari II, l’una adiacente 327 Scodella
otto vasi, uno accanto all’altro; fra que- P267-2006 (PdC II, tomba III, 2006); ceramica P331-2006 (PdC II, tomba IV, 2006); argilla
tromba, in un’olletta, in una olla forata all’altra con orientamento est-ovest,
grezza, bruna pallida; mancante dell’orlo quasi depurata di color arancione ad ingub-
sti c’è uno skyphos databile alla metà ed in una anforetta piccola ad anse a ad un livello più alto di quello delle
(da restaurare); H cons. 20,4, D 19,2. biatura rossa; ricomposta e incompleta;
del V secolo. È la più ricca tomba finora doppio bastoncello. Inoltre sono state Piede a disco, corpo piriforme, labbro svasato tombe I-III. Erano conservati alcuni superficie molto consumata; H 5,0, D 13,0.
trovata fuori della Necropoli Sud- trovate le rimanenze mal conservate di rettilineo con quattro fori passanti. resti dei denti al lato ovest della tomba Piede ad anello svasato, vasca a profilo
Ovest. La tomba si trovava nel livello una fibula di bronzo sulla spalla sinistra leggermente carenato, orlo arrotondato.
IV. Il corredo consisteva in quattro
acropoli una faccia ovale e capigliatura divisa al centro 363 Statuetta femminile
che cade lungo la faccia. Veste un velo. Un T795 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
Il deposito votivo III himation è avvolto attorno alla spalla sinistra, argilla depurata arancione; interno cavo;
lasciando la spalla destra e il seno destro rotta sopra la vita; tratti logori: orbite e naso
Le terrecotte scoperti. preservati; H 8,8, La 5,0, Sp parete 0,3-0,6. 360 361 362 363
1:2 1:2 1:2 1:1
Nella mostra viene presentata un’am- Parte superiore di una statuetta raffigurante
una donna velata (velo stretto attorno la testa
pia scelta dei numerosi oggetti di terre- 361 Statuetta femminile
e il collo). Collo allungato, testa leggermente
cotte votive rinvenute nel deposito T1161, T1103 (acropoli, deposito votivo III,
sulla destra, braccio sinistro piegato. Tiene in
1985); argilla grezza rossa scura, superficie
votivo III. Questi mettono in luce una mano qualcosa (oggetto indefinito).
con macchie nere; solida; ricomposta da due
grande diversità di questi tipi di offerte frammenti; rotta all’altezza delle spalle;
costituiti da figure umane stanti e sedu- consumata; L 13,7, L base 1,7, La 4,8. 364 Statuetta femminile
te, singoli o gruppi, statue in grandezza La donna è posta su una bassa base. Ha il T1682 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
peso sulla gamba sinistra. Il braccio destro è argilla depurata arancione pallido/grigia;
naturale, frutta, animali, parte anato-
steso lungo il corpo; la mano sinistra è posta interno cavo; rotta sopra la vita; il braccio
miche, oggetti tessili, edifici templari sul fianco. La donna ha viso ovale e capelli sinistro è rotto; consumata; H 6,4, La 4,5,
e cibo. ripartiti al centro che cadono lungo la faccia. Sp parete 0,4-1,0.
Fra le statuette si distinguono net- Veste un velo. Un himation è avvolto attorno Parte superiore di una donna in posizione
tamente due gruppi: le statuette locali alla spalla sinistra, lasciando la spalla destra eretta, vestita. Veste un chitone e un hima-
nuda. Il retro della statuetta è lisciato. tion, questo avvolto attorno al braccio destro. 367
di donne riconoscibili per il loro colore Come cat.no. 360, probabilmente dallo Lo stesso braccio è poggiato sul 1:2
rosso cupo, quasi viola e per l’argilla stesso stampo. fianco. Testa ovale. I capelli sono ripartiti
poco depurata e le statuette importate al centro e annodati alla nuca. Porta una
del tipo Tanagra-Myrina, fatte con decorazione floreale in testa.
362 Statuetta femminile
un’argilla più chiara e più depurata. T354 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
La tecnica di lavorazione per entrambi argilla grezza rossa scura; interno cavo; 365 Statuetta maschile
H 8,6, La 4,0, Sp parete 0,4-0,8. T1041, T633, T641 (acropoli, deposito votivo
gruppi è a stampo.
Parte inferiore di statuetta femminile – di III, 1985, 1988); argilla grezza rossa, nucleo
donna pesantemente drappeggiata in stile grigio; solida; ricomposta da tre frammenti;
greco. Rotta sopra la vita. Fronte e retro H 13,4, La 5,0, La base 3,0.
Gruppo di figure stanti, di produzione modellati, lato ritoccato con incisioni. Figura Una statuetta completa di giovane posta su
locale eretta in contrapposizione esagerata con il una bassa base rettangolare, il peso sulla 364 365 366
360 Statuetta femminile ginocchio sinistro che ruota verso l’esterno. gamba destra. Piccola testa, viso ovale, occhi 1:1 1:2 1:2
T62 (acropoli, deposito votivo III, 1985); Lungo chitone coperto alla vita da altri capi dalle palpebre pesanti, corona di capelli ricci
argilla grezza rossa scura, superficie con legati e retti dalla mano sinistra. Eccezionale acconciati sulla fronte che cadono lungo il
macchie nere; solida; integra; consumata; qualità. viso. Veste velo e himation, in parte avvolto
H 17,0, La 5,0, L base 1,7. attorno alla vita e il braccio sinistro, in parte
La donna sta su una bassa base semi-circola- pendente sulle caviglie e un’estremità avvolta
re. Ha il peso sulla gamba sinistra, il ginoc- sulla spalla sinistra. La parte superiore del
chio destro è leggermente piegato in avanti. corpo è svestita. La mano sinistra posta sul
Il braccio destro è steso lungo il corpo; la fianco, la destra stesa lungo il corpo tiene una
mano sinistra poggia sul fianco. La donna ha patera.
368
1:2
433 Testa di donna con diadema Il deposito votivo III contiene alcune argilla depurata rosa-arancione; cava; testa,
T745 (acropoli, deposito votivo III, 1989); statuette da collegare con il teatro gambe e la mano destra sono mancanti;
argilla depurata marrone pallido; una foglia antico. Le maschere trovate a Satricum H 5,3, La 4,3, Sp parete 0,3-0,5.
d’edera sulla destra è persa; H 3,3, La 2,6. Frammento di una giovinetta nuda.Tiene nel
conoscono raramente paralleli in depo- braccio destro contro il petto un cigno o
La donna ha un viso ovale con profonde
cavità oculari. I capelli sono raccolti in una siti votivi sia in Etruria che nel Lazio. un’anatra. Sullo stesso braccio pende verso il
treccia o coda di cavallo che cade sul collo. basso un drappo.
Collo con due grinze. Porta un diadema con 438 Attore
due foglie d’edera ad entrambe le estremità. S.N.-2 (acropoli, deposito votivo III); argilla 443 Ragazze che giocano
La testa è leggermente inclinata a sinistra. grezza arancione-marrone; cava; conservato T433 (acropoli, deposito votivo III, 1988);
Espressione infantile. dalla testa fino a otto la vita; H 8,3; La 3,9; argilla depurata marrone chiaro, grigio scuro
Sp parete 0,7-1,2. all’interno; rotta lungo la vita, la parte fronta-
434 Testa di donna con diadema Statuetta di attore del teatro comico che rap- le di una donna posta più in basso è mancan-
T798 (acropoli, deposito votivo III, 1989); presenta un’uomo anziano. Veste un himation te; estremamente consumata e danneggiata;
argilla depurata marrone pallido; lineamenti e porta una maschera con forti sopracciglia, L 6,3, La 5,5, Sp 1,7.
molto consumati; H 5,4, La spalla 3,2, grandi occhi sporgenti e una bocca molto Parte superiore di statuetta o placca in rilievo
La testa 2,5. larga. All’interno della bocca della maschera di scena di efedrismo. La ragazza, che è sedu-
La donna ha un piccolo viso ovale con è visibile la bocca dell’attore. ta sulla schiena di un’altra ragazza, tiene una
profonde cavità oculari. I capelli sono legati palla sulla mano destra (sollevata). I capelli
in un nodo (o corta treccia) dietro il collo. 439 Maschera di attore sono corti, appena sotto la linea del mento. 435 436 437 442
Porta un diadema con due foglie d’edera ad T223 (acropoli, deposito votivo III, 1985); 1:1 1:1 1:1 1:1
entrambe le estremità. Le foglie sono poste argilla grezza rossa scura; parte del bordo
su entrambi i lati del diadema. La testa è attorno la bocca è danneggiata; H 3,6. Idoletti votivi primitivi
leggermente inclinata a sinistra. Testa di figura del teatro comico che porta una In diverse località dell’Italia compaiono
maschera. La figura ha viso ovale con forti esempi di arte plastica primitiva. Il
435 Testa di donna con diadema sopracciglia, grandi occhi sporgenti e una
bocca molto larga. All’interno della larga bocca
termine ‘primitivo’ in questo caso non
T845 (acropoli, deposito votivo III, 1989);
della maschera è visibile la bocca dell’attore. vuole dire ‘preistorico/antico’ bensì
argilla depurata arancione-marrone pallido;
larga parte del diadema e delle foglie d’edera Ha grandi orecchie. I capelli non sono elaborati ‘originale italico, assente cioè da influs-
sono mancanti; lineamenti consumati; H 3,6, o fatti alla maniera della maschera. si orientali o ellenici’. Caratteristica
La 2,1. peculiare della plastica primitiva è
Collo allungato. Parte del diadema è visibile 440 Danzatore l’assenza di naturalismo nella raffigura-
sul lato destro. T88 (acropoli, deposito votivo III, 1985);
zione del corpo nonché nella semplicità
argilla grezza arancione, grigia all’interno;
acefala, la parte inferiore delle gambe è degli dettagli anatomici: naso, orec-
436 Testa di donna con diadema
T80 (acropoli, deposito votivo III, 1985); mancante; H 6,3, La 3,2. chie, mento, seni e organi genitali sono
argilla depurata marrone pallido; lineamenti La figura maschile ha un drappeggio sulle spesso indicati con piccole protuberan-
molto consumati; H 4,4. spalle che lascia le gambe nude. Le incisioni
ze, mentre occhi e bocca non sono più
Il lungo (cm 2,0) collo termina al punto di sulla superficie dell’argilla suggeriscono il
movimento. Il braccio destro è sul petto, il
di due buchi e una linea graffita.
inserzione. Vi sono quelli che possono essere
orecchini piatti o foglie d’edera delle estre- sinistro è dietro. La gamba sinistra è solleva- Idoletti di terracotta come questi
ta, l’altra è dritta. Un piccolo foro nella parte compaiono già nel X-VIII secolo a.C. in 439
mità del diadema. Attorno alla testa c’è una
posteriore della statuetta. 1:1
corona semplice con un diadema sulla som- contesti sepolcrali. Come doni votivi li
mità e probabilmente foglie alle estremità. troviamo per la prima volta in depositi
La capigliatura è semplice, senza dettagli,
riferibili al VII e VI secolo a.C. Gli
ma è legata al collo in un nodo che ne rende
la forma ‘a farfalla’. idoletti satricani nell’epoca in cui vanno
datati (IV-II secolo a.C.) avevano fino
a poco tempo fa pochi riscontri. Di 438 440 443
1:1 1:1 1:1
mesi. A questo scopo fu tagliata la (nucleus) è composto di frammenti di sono stati adoperati soprattutto per le
parte bassa del recipiente, per essere ceramica macinati e calce. Sopra il crustae e possono esser serviti nel pavi-
chiuso dopo l’interramento con due terzo strato è sistemato il mosaico con- mento in opus scutulatum come nell’a-
blocchetti di tufo. Il feto di circa tre sistente di tesserae bianche con un orlo trio (cat.no. 573), ma non va scartata
mesi fu seppellito lungo il lato sud del esterno in tesserae nere. Sono state l’alternativa di un pavimento marmo-
muro sud dell’ambiente 21 (vedi Fig. inserite delle placche marmoree a reo in opus sectile. Vi sono anche
VI.2). È probabile che anche le altre forma di rettangoli, triangoli ed esago- placche molto sottili che servivano per
due tombe infantili siano collegabili ni. Questa combinazione di mosaico e l’incrostazione marmorea delle pareti.
con questo seppellimento. frammenti marmorei è chiamata opus
scutulatum e pavimenti del genere sono 576-587 Crustae rettangolari (PdC I,
570 Anfora africana datati al I secolo a.C. ed al I secolo d.C. villa romana, 1984).
P2002 (PdC I, villa romana, 1984); argilla La regolarità delle inserzioni è un’indi- V19/1/118; marmo bianco; L 18,3, La 6,3,
arancione con sedimenti bianchi sul lato cazione per una produzione nel I seco- Sp 2,2. V19/4/3; portasanta (?); L 8,5,
esterno; ricomposta mancante della parte La 3,6, Sp 1,0. V21/4/2; onice; L 4,4, La 3,5,
lo d.C. Se ammettiamo una realizzazio- 570a 572a
inferiore; H 72,0, D 25,0. Sp 1,2. V28/1; onice; L 5,5, La 4,5, Sp 1,3.
L’anfora era stata importata dall’Africa
ne del mosaico nella fase edilizia V34/2/2; granito; L 11,3, La 7,2, Sp 1,4.
1:5 1:2
settentrionale. Tipo: Africana piccola. iniziale della villa, possiamo precisare V28/4/; granito; L 15,0, La 8,2, Sp 1,9.
Tardo III o IV secolo d.C. la cronologia al primo quarto del I V37/5/49; marmo lunense bianco; L 11,9,
CatSatricum 1985, 174, cat.no. 334. secolo d.C. e, anche se il pavimento si è La 7,3, Sp 1,1. V39/1/6; breccia; L 7,7, La 2,0,
Sp 1,1. V43/4/24; pavonazzetto; L 8,0,
conservato solo in uno stato frammen- La 4,0, Sp 0,9. V44/2/50; breccia di Sciro;
Bolli di tegole tario, rivela abbastanza la ricchezza L 10,2, La 5,2, Sp 1,3. V45/4; breccia; L 7,5,
Una parte delle tegole e dei mattoni della villa e dei suoi abitanti. La 3,0, Sp 1,8. V88/4; pavonazzetto; L 5,3,
romani recano bolli con il nome o La 2,1, Sp 0,4.
l’emblema del produttore. Nella villa 573 Frammento di un pavimento in opus
satricana abbiamo due frammenti di scutulatum 588-595Crustae triangolari (PdC I, villa
tegole bollate. Il primo bollo mostra S.N.-06 (PdC I, villa romana, 1984); romana, 1984).
un rettangolo con dentro un cane in tesserae nere e bianche; frammenti marmorei V20/4/35; marmo bianco lunense (?); L 5,0,
in giallo antico; L 120,0, La 60,0. La 3,5, Sp 1,2. V30/2/15; pavonazzetto (?);
corsa, l’altro ha le lettere L(?)VI in
CatSatricum 1985, 173. L 6,0, La 3,6, Sp 0,9. V39/4; marmo bianco
un rettangolo. lunense; L 7,0, La 4,2, Sp 1,1. V43/3/5; pavo-
nazzetto (?); L 3,5, La 2,7, Sp 0,8. V44/2/51;
574 Frammenti di un mosaico bianco
571 Tegola con bollo V37/4/20a (PdC I, villa romana, 1984);
portasanta (?); L 9,8, La 3,0, Sp 1,2.
V318 (PdC I, villa romana, 1984); V44/2/81; giallo antico; L 7,0, La 3,3, Sp 1,3.
tesserae bianche; L 48,0/23,0/16,0, La
argilla beige; L 11,0, La 11,5, Sp 3,6. V63/8a; marmo africano; L 5,2, La 4,0, Sp
21,0/16,0/10,0 Sp 16,5/12,0/8,0.
Bollo oblungo con cane in corsa. 1,3. V63/8b; breccia; L 5,2, La 2,2, Sp 1,1.
CatSatricum 1985, 174, cat.no. 335.
575 Frammento di un mosaico bianco
V45/3/3 (PdC I, villa romana, 1984);
tesserae bianche; L 0,60, La 0,30, Sp 17,5.
600 Placca con orlo recesso e orlo stante bianco, rosso e bianco/rosso, di varie vesuviane, per esempio dalla Casa del
V44/2/3 (PdC I, villa romana, 1984); larghezze. Pochi frammenti mostrano Rilievo di Telefo ad Ercolano e dalla 619 615a
breccia di Sciro; L 10,0, La 7,4, Sp 0,6. 1:3 1:3
un colore ceruleo o rosso cupo. In nes- Casa degli Amorini dorati a Pompei. 609a
suna parte s’incontrarono degli affre- Data l’assenza di tracce del trapano e 1:3
601 Placca con orlo stante per plinto schi in situ, ma il materiale ci offre vista la scarsa profondità del rilievo
(come il plinto no. 602) tuttavia un’immagine della varietà pare che l’oggetto appartenga alla
V44/2/24 (PdC I, villa romana, 1984);
marmo bianco lunense; L 16,0, La 15,5, Sp 1,9.
coloristica delle pitture murali negli prima metà del I secolo d.C., per cui
ambienti delle terme. potrebbe far parte dell’allestimento 613
originario della villa. L’ubicazione ori- 1:3
Plinti 615 Frammento di affresco ginale non è nota, ma potrebbe essere
Fra i frammenti della decorazione pavi- S.N.-19 (PdC I, villa romana, 1984); L 13,0, La attributa ad un ambiente di primo 618 617 616a
mentale e murale in pietra sono speciali 10,2. 1:3 1:3 1:3
rango o ad una parete di un portico.
Piani giallo ocra e grigio-azzurro separati da
soprattutto i plinti marmorei che sono
una fascia bianca (cm 1,7) e rossa (cm 0,5). Il
per la maggior parte fatti in rosso anti- giallo e la maggior parte del bianco sono stati 620 Rilievo marmoreo 604
co ed hanno un orlo modanato elegan- applicati su un fondo rosso a secco, il grigio- V1-2004 (PdC I, annesso della villa romana, 1:3
te. Le misure e la forma dei vari fram- azzurro e la fascia rossa invece direttamente 2004); marmo bianco lunense (?); H mass.
sull’intonaco. cons. 14,0, La mass. cons. 22,5, Sp mass.
menti sono differenti per cui dobbiamo
(parte destra) 6,0, Sp min. 3,4-4,4 (corpo
constatare che solo una frazione del nudo maschile).
materiale originario si è conservato, 616 Frammento di affresco Due pezzi combacianti mostrano due figure
S.N.-20 (PdC I, villa romana, 1984); L 4,5,
quando ammettiamo la presenza dello maschili e la coda di un animale marino. A
La 3,5.
sinistra si erge un uomo, di cui si è conservato
stesso plinto in un solo ambiente. I È stato trovato un solo frammento in ceruleo.
il torso fino al collo, inginocchiato e che, a
plinti fungevano da zoccolo per l’incro- quanto pare, si muove all’indietro. A destra
stazione marmorea nella zona inferiore 617 Frammento di affresco sono visibili parti delle cosce di un altro uomo
delle pareti. S.N.-21 (PdC I, villa romana, 1984); L 4,5, che ha la sua mano sinistra sopra un pezzo
La 4,0. tortile di, sempre a quanto pare, una coda
È stato trovato un solo frammento in rosso di un pesce. Il tutto è in uno stato deplorevole
602-614 Plinti (PdC I, villa romana, 1984). cupo. e non può essere interpretato; comunque si
V20/1/12; marmo bianco lunense; H 2,9,
potrebbe pensare a due Giganti in lotta:
L 17,5, La 2,2. V44/1; basalto; H 5,5, L 14,0,
tema mitologico non del tutto improbabile
La 5,0. V20/4b; rosso antico; H 3,3, L 9,3, 618 Frammento di affresco
visto l’ambiente di lusso nella villa.
La 2,0. V21/1; rosso antico; H 3,5, L 17,1, S.N.-22 (PdC I, villa romana, 1984);
Gnade 2006b, Fig. 12.
La 5,7. V26/3/1; marmo bianco lunense; L 5,0, La 7,5, Sp 1,9.
H. 2,9, L 8,2, La 4,8. V29/4; pavonazzetto Piano grigio-azzurro con fascia bianca di
(?); H. 3,2, L 6,0, La 2,5. V29/4b; rosso anti- cm 0,5.
Medioevo
co; H 3,1, L 11,2, La 4,0. V44/5b; rosso antico;
H 3,4, L 15,6, La 3,3. V54/4/519; basalto; Negli anni recenti si è dedicato un
619 Frammento di affresco
H 2,8, L 14,0, La 5,0. V55/4; marmo bianco S.N.-23 (PdC I, villa romana, 1984);
maggiore interesse all’archeologia
lunense (nucleo) e rosso antico (strato ester- ricomposto; L 16,5, La 11,5. medievale, anche nel Lazio, per cui gli
no); H. 4,0, L 12,0, La 4,2. V66/1; marmo; Giallo ocra sopra uno strato rosso. archeologi sono meglio disposti a rico-
H 4,4, L 9,2, La 4,3. V88/2; rosso antico;
H 3,1, L 15,4, La 4,7. V104/5/66; marmo noscere e datare dei cocci di ceramica
bianco; H 1,8, L 9,7, La 3,1. medioevale. Sulla base di alcune cate-
Scultura
gorie di ceramica cospicue nella Villa di
Abbiamo un solo frammento di scultu-
Satricum, possiamo stabilire una fase
Affreschi ra di marmo recuperato dagli scavi
abitativa della Villa in quest’epoca. Si
Le pareti di quasi tutti i vani erano nella villa. Si tratta di un rilievo di
tratta qui della presenza di frammenti
coperti con un intonaco bianco e sono marmo bianco di cui si sono conservati
Forum ware, Sparse glaze e delle anfo-
stati trovati dei pezzi in situ. Solo nelle due frammenti. La lastra sottile potreb-
re globulari tipiche che collocano l’oc-
terme invece si ritrovarono dei fram- be far parte della decorazione parieta-
cupazione medievale nella seconda 620
menti d’intonaco colorati, cioè di affre- le, nel senso che può essere servita 1:1
624 Brocca
V54/3 (PdC I, villa romana, 1984); Sparse 629 Coppa
glaze; frammento del fondo; L 4,5, La 5,1, SA.VL.91.9 (Villa Lombardi, 1990);
D 12,0. African red slip; frammento dell’orlo/parete;
Datazione: IX – metà del XI secolo d.C. L 19,6, La 8,0, D 20,2.
Datazione: II secolo d.C.
625 Anfora
SA83-SurveyGnade 1 (PdC I, Survey villa 630 Coperchio
romana, 1983); argilla depurata rossastra/ SA.VL.40 (Villa Lombardi, 1990); orlo
giallastra (5Y/R 7/6); frammento del collo annerito; completo; D 23,0.
con manico; L 9,8, La 5,0, D 9,7. Datazione: II – metà III secolo d.C.
Datazione: tardo VIII - XI secolo d.C.
631 Casseruola
626 Anfora globulare SA.VL.91.15 (Villa Lombardi, 1990); African
V90/1/149 (PdC I, villa romana, 1984); argil- red slip; frammento dell’orlo; L 20,0, La 5,9,
la depurata rossastra/giallastra (10Y/R 7/4); D 32,0.
frammento del collo con manico; Datazione: inizio II – fine IV o inizio V secolo
L 5,5, La 7,7. d.C.
Datazione: tardo VIII – XI secolo d.C.
632a
632 Anforetta con iscrizione Iscrizione etrusca di dono graffita dopo la 635 Dolio con iscrizione
S4607/1 (acropoli, strati sotto struttura A’, cottura all’interno dell’orlo, in direzione P863-A2002 (acropoli, edificio V, 2002);
1987); impasto bruno; H 5,6, D 4,3. destrorsa e scrittura continua, integrabile argilla porosa di colore rosso; faccia posterio-
633a
Frammento di parete, con esiguo resto della perchè ripetuta su un esemplare dello stesso re mancante; H 5.0, La 4,5, Sp 3,1.
base, di un vaso d’impasto di colore bruno di vaso proveniente dalla necropoli di Caere Frammento della spalla dello stesso o di altro
forma chiusa, probabilmente un’anforetta del (Rix 1992, 39, Cr 3.10). dolio di uguale forma e dimensione. Rinvenu-
tipo a spirali. to assieme al precedente. Stessa datazione.
Rinvenuto nel 1990 dall’équipe dell’Univer- mi mu[lu larisal]e. vel ainasi Iscrizione latina (firma ?) impressa prima
sità di Groningen in un contesto abitativo “io (sono stato) donato da parte di Laris Vel- della cottura orizzontalmente in direzione
disturbato dell’acropoli. VII secolo, probabil- chainas”. destrorsa, apparentemente in scrittura conti-
mente intorno alla metà. nua, mal conservata.
Iscrizione latina di possesso (?) graffita Colonna 1976, 374 sg., n.128, tav. C.c, con
dopo la cottura intorno alla base del vaso in bibl.; Colonna in CatSatricum 1985, 176, [- ? -] loucios x[- - -]
posizione capovolta, in direzione destrorsa e n. 342; Rix 1992, 18, La 3.1; CIE II, 2 (1996), 8, “ . . . Lucio . . .”.
scrittura continua, ad andamento leggermen- n. 8613, tav. III (M. Pandolfini Angeletti);
te ondeggiante. Notevoli le due occorrenze Bagnasco Gianni 1996, 306-308, nn. 298-299. Gnade 2003b, 1-4, fig. 2a-b; Colonna 2003,
di a con traversa ascendente del tipo etrusco 13, 18.
ceretano, non comune nel Lazio.
634 Dolio con iscrizione
P862-A2002 (acropoli, edificio V, 2002); 636 Lastrone di tufo con iscrizione 635a
[- - -]adeua[-?-]
. vel [- - -]a deua. [-?-] 1:2
argilla porosa di colore rosso; ricomposto da Lastrone di tufo compatto grigio-chiaro
sei frammenti combacianti; H 27,0, La 19,0, (‘cappellaccio’) in tre frammenti, mancante
Maaskant-Kleibrink 1992, 205, 318, cat.no. 634a
Sp 3,0-3,5. dello spigolo anteriore sinistro, H m 0,150/
2080; Colonna 1992a, 107; Colonna - Beijer 1:3
Parte della spalla di un dolio di impasto rosso 0,165 (ma la faccia inferiore e due terzi della
1992, 316-320; De Simone 1993, 285-288
a quattro prese, ricomposta da sei frammenti. superiore appaiono ritagliati), L m 0,865/
(legge x invece di u, dando immeritato credi-
Rinvenuti nel 2002 dall’équipe dell’Università 0,870 (ma la faccia sinistra appare ritagliata),
to a slittamenti dello stilo, che ritornano nelle
di Amsterdam sull’acropoli in giacitura La m 0,625/0,632). Ricavato al momento
traverse e nell’asta troppo lunga della e;
secondaria, in un edificio monumentale porti- della posa in opera da un grande monolite in
quanto alla posizione, che sarebbe troppo
cato della zona a nord-est del tempio. Data- cui sembra fosse stata scolpita, assieme al
alta per una u, è dovuta al ‘salire’ della scritta,
zione: 575-550/525 a.C. plinto di base, una statua (l’ampia sezione
confermata dalla seconda a).
Iscrizione latina di genere acclamatorio, farebbe pensare a un leone giacente), i cui
impressa prima della cottura a ridosso di una resti furono completamente scalpellati nel-
633 Kylix di bucchero con iscrizione presa, in due righe oblique ad andamento l’occasione, avendo cura di rispettare l’iscri-
Rinvenuti nei pressi del tempio; l’uno nel bustrofedico, con partenza sinistrorsa e scrit- zione.
1934 (perduto con la guerra), l’altro nel 1958 tura continua. Integrazione proposta : [e]ia. Rinvenuto nel 1977 dall’équipe dell’Istituto
(Museo di Villa Giulia, inv. 126126). Olandese a Roma, reimpiegato con due altri
Due frammenti di una kylix di bucchero di [. ]ia conci dello stesso monumento nella fonda-
. mamarc/om placiom
forma speciale, con vasca bipartita in due set- «evviva il buon Mamarco ! » zione della peristasi orientale del Tempio II,
tori comunicanti attraverso tubicini e canali- nei pressi dell’angolo nord-est. Datazione
coli con due beccucci dai quali i liquidi della Gnade 2003b, 1-12, figg.1, 5; Colonna 2003 (epigrafica): 525-500 a.C.
vasca fuoriuscivano tra loro mescolati. 13-21, figg.11-15; Gnade 2004, 268 sg.,figg. Iscrizione latina scolpita sulla faccia ante-
Produzione ceretana. Datazione: 625-600 6-7. riore in due righe destrorse leggermente
a.C. discendenti, di cui la seconda, più breve della
636a
?
198 Elenco dei termini tecnici Elenco dei termini tecnici 199
kouros tipo della statua virile nuda, stante pars urbana sezione di villa o fattoria romana arco snodabile fissato ai due lati della
krotala castagnette destinata all’abitazione del padrone bocca, e con il fondo generalmente
kyathos ciato o ciotola, provvista di lungo parte iposcopica lato sottostante di un oggetto piatto
manico, per travasare il vino dal cratere tridimensionale visto d’obliquo skyphos vedi kotyle
nelle brocche patera tazza bassa e larga senza piedi né anse,
kylix larga tazza per bere il vino, con piede usata soprattutto per le libagioni nei stamnos tipo di vaso dal corpo globulare,
più o meno alto e due anse laterali leg- sacrifici (greco: phiále) con collo molto basso e due manici
germente ricurve pelike tipo di vaso caratterizzato da un collo orizzontali
tozzo e da un corpo inferiormente suggrundarium (latino: tettoia) la sepoltura, all’interno
lampadion stile di acconciatura in forma di una molto espanso di un contenitore fittile, di un feto, un
fiaccola accesa periptero o perittero: tempio con la cella nato prematuro o, nella Roma antica,
loculus nicchia laterale nella parete di una circondata da una fila di colonne su un bimbo morto prima di aver compiu-
tomba tutti i quattro lati to quaranta giorni
lydion piccolo vaso, contenitore per profumi peristylium cortile circondato da un porticato a
colonne,presente spesso nella parte Tanagra/tanagrini antica città della Grecia; classe di
massiliana proprio dell’antica colonia greca centrale delle case private statuette in terracotta ivi prodotte in
Massilia, l’odierna Marseille petites estampilles ‘piccole stampiglie’: specie di tazza età, eseguite con più matrici e raffigu-
Medusa vedi gorgo, gorgone contraddistinta da varie impronti ranti donne elegantemente panneggia-
monoansata con una sola ansa circolari nel centro della vasca te e danzatrici
mutulus, mutuli le due travi longitudinali laterali del pilae piccole colonne di mattoni nel tempio in antis forma di tempio con due colonne sul
tetto che insieme al columen (v.) hypocaustum che sostenevano il solaio davanti, poste fra le due ante laterali
sorreggono la capriata del tetto del vano riscaldato tepidarium zona degli impianti termali riscaldata
polos copricapo di forma cilindrica e di da una corrente d’aria tiepida
oikos (greco: casa) piccolo edificio quadrato altezza variabile tipico di divinità terra sigillata tipo di ceramica di lusso lucida di color
o rettangolare privo di colonne soprattutto femminili rosso, spesso decorata a rilievo
oinochoe vaso usato per versare e attingere il post-dedalico detto dello stile plastico susseguente al tomba a cappuccina tomba costruita da grandi lastroni o
vino periodo orientalizzante, con riferimen- tegole piatte a mo’ di tetto
olla bugnata vaso di forma chiusa provvista di tre to alla tradizione antica che ricorda una torus (latino: cordone) in architettura,
bugne sulle spalle scuola di scultori legati alla mitica modanatura convessa ad arco di cer-
omphalos, onfalo parte centrale elevato di un piatto o figura di Dedalo chio, usata soprattutto nelle basi di
scodella princeps principe colonne o nelle zoccolature
opus incertum sistema di struttura muraria con rivesti- pseudo-periptero quasi o falso periptero: tempio con la transumance migrazione stagionale delle greggi
mento in blocchetti di tufo o pietra a cella circondata da file di colonne solo dalle zone collinari e montane verso
forma di piramide con la base quadran- su tre lati i litorali pianeggianti e viceversa
golare squadrata molto irregolarmente trilobata a tre lobi
opus latericium sistema di struttura muraria con rivesti- rex sacrorum re dei sacrifici: titolo di un sacerdote tufo lionato specie di tufo proveniente dall’area
mento in blocchetti di tufo o pietra e dell’antica Roma cui spettavano le laziale molto compatto, con un colore
mattoni di laterizi collocati per piano e incombenze sacrali che aveva il re in tipico, fulvo, che ricordava ai primi
legati da malta di calce epoca monarchica cavatori la criniera del leone
opus reticulatum sistema di struttura muraria con rivesti- Tyche (latino: Fortuna) dea greca della
mento in blocchetti di tufo o pietra che sacellum piccolo santuario, tempietto, origina- fortuna, specialmente in età ellenistica
hanno una base quadrangolare e sono riamente all’aria aperta
disposti in modo da formare un retico- sima nell’architettura etrusco-italica, mem- villa rustica in età repubblicana, centro dell’azien-
lo diagonale bro del rivestimento fittile di un tetto; da agricola, spesso difesa da torri come
opus scutulatum specie di pavimento a fondo di tessere sima laterale: che decora l’orlo del un fortilizio
bianche disposte irregolarmente nelle tetto sui fianchi, aggettante e attaccato
quali sono inserite schegge di pietre alle tegole di gronda; sima frontonale
colorate (scutulae) o rampante: che decora l’orlo del tetto
opus spicatum specie di pavimento a mattoncini sulla fronte ed il retro, aggettante e
disposti a spina di pesce attaccato alle tegole terminali
pars rustica sezione di villa o fattoria romana dedi- situla secchio: recipiente metallico di forma
cata ai lavori agricoli cilindrica o troncoconica con manico ad
200 Elenco dei termini tecnici Elenco dei termini tecnici 201
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