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RADIAZIONI IONIZZANTI

Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni elettromagnetiche o particelle dotate di massa che hanno sufficiente
energia per ionizzare gli atomi del mezzo che attraversano.
• direttamente ionizzanti:
la ionizzazione dell’atomo avviene tramite interazione diretta e continua della particella incidente con gli
elettroni dell’atomo (particelle cariche: particelle , particelle  )
• indirettamente ionizzanti:
la ionizzazione avviene tramite l’interazione con gli atomi del mezzo delle particelle cariche secondarie
prodotte dal passaggio della radiazione primaria (fotoni di alta energia e delle particelle neutre: raggi  , raggi
X e neutroni).
Vengono generate da:
• isotopi radioattivi (radionuclidi) naturali o artificiali
• macchine radiogene
radiazioni simbolo Spettro di energia produzione
raggi 𝛼 Discreto Decadimento 𝛼
(nuclei di elio) Fino a qualche MeV
raggi  Continuo Decadimento 
(elettroni e 10 𝑘𝑒𝑉 ÷ 10𝑀𝑒𝑉
positroni)
raggi  Discreto Transizione isomerica
(fotoni) ~10 𝑘𝑒𝑉 ÷ 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑖 𝑀𝑒𝑉
raggi X (fotoni) discreto (transizione fra livelli atomici) Tubi radiogeni
e continuo (radiazione di frenamento)
1𝑘𝑒𝑉 ÷ 150 𝑘𝑒𝑉

neutroni Continuo fino a qualche 𝑀𝑒𝑉 Prodotti artificialmente


da reazioni nucleari
Decadimento 𝛼
𝐴 𝐴−4
𝑍𝑋 → 𝑍−2𝑌 + 42𝐻𝑒
Avviene per atomi con elevati numeri atomici Z>83

Nel processo si deve conservare l’energia. La massa dei due prodotti è inferiore alla massa del nucleo
originario e la differenza è andata in energia cinetica del nucleo di torio e della particella alfa. Si deve
conservare anche la quantità di moto totale del sistema.
L’energia totale rilasciata nel processo è ripartita, tenendo conto della conservazione della quantità di moto,
fra energia cinetica (di rinculo) del nucleo Y ed energia cinetica della particella α. Quest’ultima è praticamente
uguale (dell’ordine del 98%) all’energia totale. L’energia delle particelle α dipende quindi dal radionuclide ed
è, tipicamente, compresa fra 4 e 5 MeV.

Decadimento 
Decadimento 𝛽 −
Il decadimento β⁻ ha luogo quando, rispetto alla configurazione di maggiore stabilità, si ha un eccesso di
neutroni nel nucleo. Il neutrone in eccesso si trasforma in un protone con l’emissione di un antineutrino,  e ,
e di un elettrone, β⁻
𝐴 𝐴
𝑍𝑋 → 𝑍+1𝑌 + 𝑒−
1
0𝑛 → 11𝑝 + 𝑒 − + 𝜈̅𝑒
Mentre nel decadimento α la particella α ha praticamente sempre la stessa energia per un dato radionuclide,
nel decadimento β la particella β ha uno spettro di energia continuo poiché l’energia cinetica complessiva è
distribuita fra l’elettrone e il neutrino, oltreché con quella di rinculo del nucleo Y. L’energia massima dello
spettro dipende dal radionuclide ed è, nella gran parte dei casi, al di sotto dei 2 MeV.
Decadimento 𝛽 +
𝐴 𝐴
𝑍𝑋 → 𝑍−1𝑌 + 𝑒+
1
1𝑝 → 10𝑛 + 𝑒 + + 𝜈𝑒
Il neutrino ha massa molto piccola e carica nulla
Mentre i neutroni possono decadere nel decadimento 𝛽 − un protone libero non può decadere perché la
somma delle masse del neutrone e del positrone è maggiore della massa del protone

Decadimento  (transizione isomerica)


Un isomero metastabile è un radionuclide che ha lo stesso numero atomico e lo stesso numero di massa del
corrispondente nuclide stabile ma un diverso stato di energia, tipicamente uno stato eccitato nel quale può
permanere anche per un tempo relativamente lungo.
𝐴 ∗
𝑍𝑋 → 𝐴𝑍𝑋 + 𝛾
ℎ𝑐
Lunghezza d’onda del fotone emesso: 𝜆 =
𝐸

Attenuazione dei fotoni:


𝐼 (𝑥 ) = 𝐼0 𝑒 −𝜇𝑥
= coefficiente di attenuazione lineare (dipende dal materiale)

Processi di diseccitazione conseguenti al decadimento radioattivo


In tutti i tipi di decadimento si ha in generale, alla fine del processo, emissione di radiazione . La radiazione
, che nelle transizioni isomeriche viene emessa da parte del radionuclide isomero originario, negli altri tipi di
decadimento è invece emessa, come radiazione di diseccitazione, dai nuclei figli generati dalle trasformazioni
nucleari dei radionuclidi originari. I nuclei figli, che sono in genere sempre prodotti in uno stato eccitato,
passano rapidamente (entro tempi dell’ordine di 10⁻¹⁵ s) allo stato stabile o a uno stato meno instabile, con
emissione di radiazione .

LEGGE DEL DECADIMENTO RADIOATTIVO


Il numero di particelle emesse in un intervallo di tempo è direttamente proporzionale al numero di particelle
presenti

𝑑𝑛
= −𝑘𝑛
𝑑𝑡
1
𝑑𝑛 = −𝑘𝑑𝑡
𝑛
𝑁 𝑡
𝑑𝑛
∫ = −𝑘 ∫ 𝑑𝑡
𝑛
𝑁0 0

[ln (𝑛)]𝑁
𝑁0 = −𝑘𝑡

𝑙𝑛𝑁 − 𝑙𝑛𝑁0 = −𝑘𝑡

𝑁
𝑙𝑛 ( ) = −𝑘𝑡
𝑁0
𝑁
= 𝑒 −𝑘𝑡
𝑁0
𝑁(𝑡) = 𝑁0 𝑒 −𝑘𝑡
1
𝜏 = = 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎
𝑘
𝑡

𝑁(𝑡) = 𝑁0 𝑒 𝜏
 è il tempo in cui il numero di particelle si riduce di 1/e

𝑁(𝜏) = 𝑁0 𝑒 −1
Tempo di dimezzamento: tempo nel quale il numero di particelle diventa la metà di quello iniziale:

1 𝑡1⁄2

𝑁0 = 𝑁0 𝑒 𝜏
2
1 𝑡1⁄2

=𝑒 𝜏
2
𝑡1⁄2 1
− = 𝑙𝑛 = −𝑙𝑛2
𝜏 2
𝑡1⁄2 = 𝜏𝑙𝑛2
SERIE RADIOATTIVE
GRANDEZZE RADIOMETRICHE E DOSIMETRICHE
1. Attività R
Numero di decadimenti nell’unità di tempo
Δ𝑁
𝑅=− = 𝑘𝑁
Δ𝑡

𝑡 1 −
𝑡
𝑅 = 𝑘𝑁0 𝑒 𝜏 = 𝑁0 𝑒 𝜏
𝜏
Unità di misura: becquerel
1𝐵𝑞 = 1𝑑𝑒𝑐𝑎𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜/1𝑠

2. Attività specifica
𝑅
𝑅𝑠 =
𝑚
3. Dose assorbita
𝜀̅
𝐷 = lim
𝑚→0 𝑚
Dove 𝜀̅ è l’energia media assorbita dalla massa m
Unità di misura: gray
1𝐽
1𝐺𝑦 =
1𝑘𝑔
4. Equivalente di dose
Uguali dosi assorbite non determinano necessariamente lo stesso effetto biologico; questo è dovuto in
parte al fatto che tipi diversi di radiazione, a parità di energia rilasciata per unità di massa, provocano
differenti danni alle cellule in dipendenza dal valore diverso del LET. Poiché per la protezione e controllo
della radiazione ci si occupa del danno biologico e del rischio per le persone, si utilizza la dose equivalente
per valutare il rischio biologico su una scala comune a tutti i tipi di radiazione ionizzante. Essa è definita
come prodotto della dose assorbita per una costante chiamata fattore di qualità (F.Q.) che dipende dal
tipo di radiazione. L’unità di misura nel SI è il sievert (Sv): una dose equivalente (o dose biologica effettiva)
di 1 Sv è prodotta da una dose assorbita di 1 Gy di radiazione con F.Q.=1
Come simbolo del fattore di qualità si usa anche We
Equivalente di dose (Sv)=dose assorbita (Gy)⋅ We
I valori per i fattori di qualità sono:
Raggi X e gamma 1
beta 1
Neutroni 2 ÷ 10 (varia perché il danno dipende dall’energia)
Alfa 20

5. Equivalente di dose efficace


L’equivalente di dose efficace esprime il rischio derivato da una dose assorbita da un singolo organo o da
parte del corpo, che avrebbe lo stesso effetto di una dose al corpo intero. L’unità di misura è il sievert.
6. L.E.T.
𝐸
Energia ceduta dalla radiazione per unità di percorso=
𝑙

Unità di misura: 𝑒𝑉⁄𝜇𝑚


7. Esposizione
E’ definita solo per i fotoni e solo per l’aria come mezzo di interazione. Dato un volume infinitesimo di aria dV
di massa dm centrato nel punto P in aria e attraversato da fotoni, si definisce l’esposizione X nel punto P il
rapporto
𝑑𝑞
𝑋=
𝑑𝑚
dove dq è la carica di un solo segno prodotta in aria secca dagli elettroni e dai positroni liberati o creati nella
massa d’aria dm dai fotoni
ESPOSIZIONE DA RADIAZIONI
Radiazione .
Per il loro scarso potere di penetrazione, le sorgenti alfa esse non riescono ad attraversare lo strato corneo
della pelle e non raggiungono i tessuti sottostanti. Non sussiste pertanto il rischio di irradiazione esterna per
gli organi interni del corpo, ma è elevato il rischio in caso di esposizione a contatto o in prossimità degli occhi.
Radiazione 
Le radiazioni beta hanno più potere penetrante e possono quindi superare lo strato corneo della pelle (E > 70
KeV). Il rischio da esposizione a radiazione beta è quindi elevato per contatto diretto o a distanza ridotta
dall’organismo.
Radiazione X e 
Le radiazioni X e gamma sono le più penetranti, e il rischio è presente anche a distanza dalla sorgente; in
questo caso sono soggetti a rischio anche gli organi interni del corpo, in particolare le gonadi e gli organi
ematopoietici (midollo osseo).
CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA
“Contaminazione di una matrice, di una superficie, di un ambiente di vita o di lavoro o di un individuo,
prodotta da sostanze radioattive. Nel caso particolare del corpo umano, la contaminazione radioattiva
include tanto la contaminazione esterna quanto la contaminazione interna, per qualsiasi via si sia prodotta.”
(D.Lgs.230/95, art.5)
Si ha rischio di contaminazione radioattiva quando si utilizzano sorgenti non sigillate. Per la contaminazione
interna le sorgenti alfa sono quelle maggiormente dannose: per il loro basso potere di penetrazione,
associato alla notevole capacità di ionizzazione, l’energia rilasciata viene assorbita in elementi di volume
estremamente piccoli, per cui l’organo interessato subisce un danno elevato. Per le radiazioni beta, gamma e
X, invece, l’energia viene rilasciata in un volume maggiore.

EFFETTI SUI TESSUTI BIOLOGICI: DETERMINISTICI E STOCASTICI


EFFETTI DETERMINISTICI
• Si manifestano solo se viene superato un determinato valore di dose assorbita.
• Colpiscono tutti gli individui esposti a dosi superiori a quella soglia, salvo modeste differenze di
suscettibilità individuale.
• La gravità delle manifestazioni cliniche è proporzionale alla dose assorbita: relazione dose-effetto
(all’aumentare della dose assorbita aumenta la gravità degli effetti)
• Compaiono dopo un periodo di latenza che è inversamente proporzionale alla dose assorbita e
dipendono dal tipo di irradiazione (globale o parziale)

EFFETTI STOCASTICI
• Per manifestarsi non richiedono il superamento di un valore soglia di dose assorbita.
• Sono rappresentati da leucemie e tumori solidi.
• Sono a carattere probabilistico.
• La probabilità di eventi dannosi sull’individuo irradiato o la frequenza di eventi dannosi sulla popolazione
esposta sono rispettivamente direttamente proporzionali alla dose individuale assorbita e alla dose media
ricevuta pro-capite. Sono caratterizzati da una relazione del tipo dose-risposta (all’aumentare della dose
assorbita aumenta il numero dei soggetti della popolazione irradiata in cui compare l’effetto)
• La gravità degli effetti non è proporzionale alla dose in quanto sono manifestazioni del tipo si/no (tutto o
niente)
• Il periodo di latenza è del tutto indipendente dalla dose
• Esiste una mancanza di azione sinergica nell’esposizione di varie parti o organi dell’organismo irradiato.
La reazione alla radiazione di una parte del corpo non è influenzata in modo determinante
dall’irradiazione di altre parti del corpo. Il rischio di comparsa di effetti stocastici tardivi, conseguente
all’irradiazione di tutto il corpo, è la somma dei rischi dovuti all’irradiazione dei singoli organi e tessuti
costitutivi.
• Sono caratterizzati dalla irrilevanza della distribuzione temporale della dose assorbita. Una certa dose
comporta una determinata probabilità di comparsa dell’effetto, sia che venga somministrata in una sola
volta, sia che venga suddivisa in più volte. Occorre ricordare che in merito a questa caratteristica esiste
ancora necessità di conferme.
• Sono caratterizzati dalla irrilevanza della distribuzione spaziale a livello macroscopico della dose
somministrata. Per dosi locali di alcuni gray, il rischio (probabilità) di effetti tardivi è correlato alla dose
media all’organo e non alla distribuzione della dose ricevuta zona per zona nell’organo sensibile.

EFFETTI SOMATICI
• Sono gli effetti che interessano i soli individui irradiati e quindi le loro manifestazioni si limitano alla
generazione colpita. Possono essere stocastici e non stocastici.
EFFETTI GENETICI
• Sono gli effetti che si manifestano nella progenie e sono solo stocastici. Sono rappresentati dalle
aberrazioni cromosomiche e dalle mutazioni genetiche.
EFFETTI TERATOGENI
• Si manifestano sul prodotto del concepimento degli individui irradiati e possono essere non stocastici e
stocastici in relazione al momento della gravidanza in cui è avvenuta l’irradiazione

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