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Joseph Campbell - Il mito.

 "Tu decidi qual è il significato della tua vita. La


gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse
e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo"
un grande studioso di mitologia e religioni comparate, un professore ha insegnato letteratura
Inglese al Sarah Laurence College, un profondo conoscitore di testi antichi e medioevali, uno
scrittore, uno studioso di antropologia e psicologia analitica junghiana del profondo. Attraverso i
lunghi studi sulle mitologie di tutto il mondo e di ogni epoca aveva capito che tutte
quelle leggende raccontano sempre lo stesso viaggio, quello dell’eroe . Quello che
Jung aveva chiamato Archetipi, storie primordiali che, come semi nell’animo umano, dovrebbero
germogliare e portarci verso il nostro personale viaggio. Joseph Campbell ha riconosciuto,
raccontato, e poi aiutato altri a raccontate quel viaggio eroico. Che si ripete, sempre, con gli
stessi punti fermi, indipendentemente dal luogo e dal tempo, e che lui aveva chiamato
Monomito.
Nel 1949, aveva scritto il suo primo e più importante libro, che resta ancora oggi il più famoso,
venduto e tradotto: L’eroe dai Mille Volti (Edizioni Lindau). Mentre già lavorava al Sarah Laurence
College, avrebbe intrapreso, e mai lasciato, la scrittura di circa altri 20 libri in cui ha sempre
raccontato e spiegato la mitologia, sottolineando le similitudini con la nostra vita.
Sempre, la figura mitologica dell’eroe segue una scala di eventi e di crescita che si
ripete, costantemente, per chiunque parta per il viaggio.
Nel libro Open Life. In conversation with Michael Toms (Larson 1988), Campbell racconta come, in
tutte le mitologie dell’eroe, esiste “la chiamata”, essenziale per ogni mitologia. “È la ricerca di
qualcuno che parte”, ci dice, “per seguire una nuova visione che esiste, in un modo e nell’altro, in
ogni mitologia di cui io sia a conoscenza”. L’unicità va sempre rispettata e riconosciuta. 

Non puoi chiedere a qualcuno di darti la ‘Ragione per’, ma puoi trovarla solo tu. Tu decidi qual è il
significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati, di vite
diverse, e tu devi decidere quale vuoi sia il tuo”

In momenti di crisi, ci suggerisce, “resta sulla tua traiettoria, stai attaccato ai tuoi ideali e cerca
spiriti affini. Questa è la regola della vita che sopravvive alla grande morte”.
Purtroppo, e lo ricordava sempre in ogni occasione, la mitologia e le religioni vengono a volte
prese letteralmente, non come metafore. Se non si comprende la metafora del mito e della
religione, la crescita personale si interrompe con conseguenze certamente non positive e dando
vita a posizioni scollegate con la realtà. L’Eroe è dunque chi parte per l’avventura e riesce
a portare a casa la risposta che dà nuova vitalità e consapevolezza alla comunità.
“Perché ci sono due modi per vivere una vita con basi mitologiche. Una è di vivere nella sfera della
tua gente, che è comunque una vita nobile. Ma ci sono persone, almeno quelle maggiormente
aperte a nuove esperienze, che capiscono che la vita che stanno vivendo non li rende felici. È
quindi chi crede ci sia altro, e quindi parte per cercare. “Ma per chi ha ricevuto la chiamata e sente
che c’è un’avventura ma non la segue,e rimane invece nella società in cui vive da sempre perché
sicura, la vita si rinsecchisce”. E spesso, ci diceva in questi dialoghi un Campbell ormai ottantenne,
“questa sensazione spesso arriva oltre la mezza età, quando si sa che si è arrivati in cima alla scala,
ma ci si accorge, ormai tardi, che la scala è sempre stata appoggiata al muro sbagliato”. L’invito di
Campbell resta sempre lo stesso: “se
si ha il coraggio di rischiare, allora la vita, in
qualche modo, si apre e ti viene incontro”.
Come ci ricorda Robert Walter in Finding Joe, “la cosa più importante che il mito ci insegna
è di andare oltre ciò che noi percepiamo essere i limiti delle nostre possibilità ”.
Ogni mito, anche quelli che si rifanno alla religione, sono metafore per un
processo di trasformazione. Come il concetto di Sacro Graal, che non è un oggetto concreto,
ma una metafora per un sentimento grande e intangibile.
Gli eventi ella vita dell’eroe, che si ripetono sempre e per tutti, seguono un corso molto preciso.
- L’eroe, inizialmente, vive in un mondo ordinario, ma è infelice, scontento della propria vita.
Desidera partire ma è molto combattuto, fino a che qualcosa lo convince a partire.
- A volte ha paura e torna indietro (questa è la Rinuncia alla chiamata) ma, se decide di partire –
come spesso succede – incontra un mentore, un saggio, che e lo aiuta e lo consiglia. Attraversa
un limite, una frontiera, e si ritrova in un mondo sconosciuto, dove tutto funziona seguendo
nuovi valori e regole.
- Affronta molte prove, incontra nemici e amici, dovrà affrontare sfide fino ad arrivare a
confrontarsi con la morte o con la sua paura peggiore.
- Dopo l’incontro con la morte, arriva una nuova vita.
- L’eroe riparte per tornare e portare al suo vecchio mondo il dono di ciò che ha imparato, ma
deve superare ancora gli ultimi pericoli. Sulla soglia che lo porta a casa dovrà fare l’ultimo
sacrificio per rinascere nuovamente e superare i conflitti che esistevano prima che partisse.

Questo è quello che viene raccontato da Campbell in altri 4 volumi: Mitologia Primitiva, Mitologia
Orientale, Mitologia Occidentale e Mitologia Creativa (Oscar Mondadori Saggi).
Lo ha detto e scritto molte vote, ed è rimasto il suo marchio distintivo: “Follow Your Bliss”, segui
la tua gioia. Del resto ricordava sempre che, se mai dovesse andare male, alla fine avremo
vissuto davvero facendo quello che ti ha reso felice. Mai, raccomandava, scegliere cosa fare nella
vita pensando solo ai soldi perché, se perdi, in questo caso non ti resterebbe davvero niente. La
gioia a cui si aspira, si raggiunge sempre rischiando e non avendo certezze. Attraverso il viaggio.
Ma c’è anche chi la chiamata non la vuole vedere o seguire. Perché spesso, troppo spesso,
soprattutto oggi, ci blocchiamo nella sicurezza del nostro piccolo mondo, delle nostre idee, delle
nostre convinzioni, e non vogliamo proprio vederle cambiare.
Ogni uomo può essere un eroe, se riesce a capire quali sono i propri talenti e le proprie
aspirazioni. L’importante è seguire il proprio “bliss”, e non importa se è nelle arti, nell’economia,
in qualsiasi altra cosa che abbia la capacità di svegliare il nostro interesse e la nostra creatività.
Sicuramente, come in tutte le leggende mitologiche degli eroi, non si ha idea di come raggiungere
l’obiettivo, sicuramente si attraversano momenti bui in cui non si sa come proseguire. Sicuramente
c’è un senso di pericolo, perché nessuno ha mai preso quella strada… Ma, poco alla volta, piccole
cose cominciano a succedere, e si deve allora essere in grado di poter vedere i segnali che ci
possono aiutare a proseguire. E, dove si inciampa e a volte si cade, si può trovare una risposta e un
tesoro inatteso.

Luke Skywalker, protagonista della doppia trilogia di George Lucas Star Wars. aveva da subito
parlato di come il primo libro di Joseph Campbell, L’eroe dai Mille Volti, lo avesse ispirato per la
creazione del primo film di questa lunga serie. Già, perché l’eroe di Star Wars, come quello
di ogni mitologia, diventa un simbolo universale, un archetipo presente in tutte le
culture del mondo, indipendentemente da tempo, cultura e luogo. È sempre
quello che va alla ricerca, che cresce spiritualmente mentre affronta molte
avventure e che, alla fine, raggiunge il suo scopo.

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