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L'Harlem Stride Piano o Stride Piano (comunemente abbreviato a stride) è uno stile piano jazz che è stato
sviluppato nelle grandi città della East Coast degli Stati Uniti, soprattutto New York, durante gli anni 1920 e
1930. La mano sinistra suona tipicamente un quattro/quarti con una singola nota di chiave di basso, con
intervalli di nona, settima e decima sul primo e terzo battito e un accordo sul secondo e quarto battito. Di tanto
in tanto questo schema è invertito ponendo l'accordo sul battere e la nota di basso sul levare.
Indice
Storia
Tecnica
Stile
Praticanti notevoli
Note
Bibliografia
Storia
Fu una caratteristica principale della musica suonata ad Harlem negli anni '20. Grandi esponenti di questa
tecnica furono Scott Joplin e James P. Johnson e venne apprezzata da giovani musicisti come Fats Waller e
Duke Ellington in seguito diventati grandi jazzisti. Nasce dalla mescolanza del Blues di New Orleans con il
ragtime.
Tecnica
Questo modo di suonare il piano era caratterizzato dall'uso della mano sinistra in salti repentini tra il basso
(solitamente note singole suonate in battere) e gli accordi al centro della tastiera (solitamente suonati in levare).
La mano destra invece è destinata di solito a fraseggi melodici, ma potrebbe anche suonare parti armoniche
(secondi accordi o ottave).[1]
Lo stride piano è fortemente ritmico a causa dell'alternanza della nota di basso nota con l'accordo data dalla
mano sinistra. Con questa mano il pianista di solito suona una singola nota di basso o l'ottava/decima nota della
scala, seguita dall'accordo; mentre con la mano destra suona linee melodiche sincopate con abbellimenti
armonici e riff e motivi di riempimento.
A differenza di pianisti ragtime, i pianisti stride suonavano canzoni pop in stile stride. Mentre è stata composta
musica ragtime originale, molti pianisti stride possedevano capacità di improvvisazione impressionanti e non si
sono affidati alla carta stampata per tramandare la propria musica.
Stile
Lo stile stride piano, (che venne anche chiamato talvolta Harlem piano) che Fats Waller e James P. Johnson
crearono poco dopo il 1920, si basava sul modo di rendere consistenti le armonie e di estendere la forza
emotiva del ragtime attraverso un idioma altamente formale, anche se piuttosto fragile ma che tuttavia
riprendeva qualcosa dell'espressività che si trova normalmente nei blues. Lo stridestyle emerse dalla Costa
orientale e risultava molto più potente del normale piano ragtime. Si mostrava notevolmente esibizionistico,
raffinato, difficile e molto provocatorio.[2]
Praticanti notevoli
Tra gli altri importanti pianisti jazz del 20º secolo e ispirati al passo con gli altri, Clarence Profit, Johnny
Guarnieri, Donald Lambert, Cliff Jackson, Hank Duncan, Pat Flowers, Duke Ellington, Erroll Garner, Count
Basie, Earl Hines, Mary Lou Williams, Don Ewell, Joe Turner, Claude Hopkins, Ralph Sutton, Dick
Wellstood, Dick Hyman, Judy Carmichael, Dave Brubeck, Thelonious Monk, Jaki Byard e George Winston.
Note
1. ^ Jazz di Arrigo Polillo :La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana.
2. ^ Gildo De Stefano, Ragtime, Jazz & dintorni, Sugarco Edizioni, Milano, 2007 - Capitolo: Le
associazioni manageriali
Bibliografia
Gildo De Stefano, Ragtime, Jazz & dintorni: la musica sincopata da Scott Joplin al Terzo
Millennio, prefazione di Amiri Baraka, postfazione di Renzo Arbore, Sugarco Edizioni, Milano,
2007 ISBN 887198532X
Jazz di Arrigo Polillo :La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana.
The Jazz Piano Book di Mark Levine: un libro "come fare per" sull'argomento.
Metaphors For The Musician di Randy Halberstadt: introspezioni su quasi ogni aspetto del jazz
piano.
Stylistic II/V7/I Voicings For Keyboardists di Luke Gillespie: copre tutti gli stili di comping, dagli
approcci basilari e fondamentali a quelli moderni.
Forward Motion di Hal Galper: un approccio al fraseggio jazz.
Jazz Piano: The Left Hand di Riccardo Scivales (Bedford Hills, New York, Ekay Music, 2005):
un metodo che copre tutte le tecniche usate nel jazz piano (e anche uno studio della storia
della mano sinistra nel jazz piano), con centinaia di esempi musicali.
The Jazz Musician's Guide to Creative Practicing di David Berkman: copre i problemi della
pratica improvvisatoria del jazz con un'attenzione al pianoforte, ma per tutti gli strumenti.
(Inoltre, è avvincente e umoristico.)
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