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CONOSCERSI
L'arte di valorizzare se stessi
Via le zavorre dalla mente
Estratto da: Le nuove vie dell'Autostima di Raffaele Morelli Prima edizione 2001
Raffaele Morelli
Medico, psichiatra e psicoterapeuta, dirige le riviste Riza psicosomatica, Salute Naturale e
Dimagrire, pubblicate dalle Edizioni Riza. È presidente àsXL'Istituto Riza e vicepresidente della
Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Si dedica da anni alla formazione psicoterapeutica di
medici e psicologi.
Edizioni Riza S.p.a.
Via Luigi Anelli, 1-20122 Milano
Copyright' 2006 Edizioni Riza S.p.a.
Tutti i diritti riservati Questo libro è protetto da copyright. Nessuna parte di esso può essere
riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo
elettronico, meccanico, di fotocopie, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell'editore
Sommario
Introduzione
IL BAMBINO CHE È IN NOI15
La ricerca della felicità19
L'inesauribile piacere del fare 21
Ritornare nel limbo 23
Non ci resta che... ridere 27
Non esistono premi né punizioni 35
LA FELICITÀ COME VIA AL CONOSCERSI 43
Liberarsi da schemi e abitudini 47
Comprendere se stessi 51
L'abitudine alla partenza 53
Polvere di coscienza
Niente è più intero di un cuore infranto-
AUTOSTIMA E NUOVE TECNOLOGIE 61
Entrare in un mondo nuovo
Un cervello dentro lo schermo 65
E-mail, chat e altre maschere elettroniche
Attenzione alla dipendenza 67
CINQUE COSE PER CUI VALE LA PENA VIVERE E PERCHÉ 71
Un aiuto speciale 77
SENTIAMOCI BENE 83
Da che cosa nasce l'arte di valorizzare se stessi
Spogliamoci di tempi e aggettivi 85
Decalogo per sentirsi bene, utilizzando la saggezza 87
Introduzione
Quando si vuole esplorare l'autocoscienza, quando si vuole usare per davvero la parola
"conoscersi", c'è un avverbio che non deve mancare, che deve essere il compagno di viaggio di tutto
il percorso. Adesso!
Io sto guardando la mia interiorità, adesso, con gli occhi di adesso. È adesso che sto percependo il
brutto pensiero che mai vorrei avere. È adesso che sto avvertendo il dolore psichico, l'ansia, la
paura. È adesso che il panico sta salendo, crescendo dentro di me, annientandomi.
I disagi appartengono a un'altra dimensione del tempo: irrompono nello spazio interno a mia
insaputa, entrano "nella mia casa" senza il mio parere, senza che li possa controllare. Qui sta la loro
forza.
Non possono essere governati né ricacciati nel passato o rimandati a un futuro che verrà.
Le crisi di panico mi vengono al ristorante, proprio alle cene importanti, quando non vorrei far fare
brutta figura a mio marito che organizza le serate con i pezzi grossi dell'azienda».
Io adesso soffro... -, questa è la frase da ripetersi, calcando la voce sull'adesso. Adesso, non ieri,
non domani... Adesso.
Quando il grande saggio Baal Shem Tov si sente fare dall'allievo la domanda: Maestro, quando
starò bene, quando se ne andranno via i miei demoni mentali?», la risposta è inevitabile: -Quando,
se non adesso?». C'è un'idea profonda che accompagna la risposta del grande saggio. Io vengo
creato adesso: non sono stato né sarò creato. Qualsiasi idea io abbia del Signore del Mondo, del
Demiurgo o del Tao, non va separata dal fatto che la creazione è adesso.
CONOSCERSI. L'ARTE DI VALORIZZARE SE STESSI
Vengo creato adesso e sono qui per guardare quello che accade adesso. Così il grande maestro
Bakei, il sapiente maestro zen, risponde all'allievo che si lamenta dell'incapacità di scacciare
l'aggressività, di liberarsi dall'ira, dalla rabbia: Bene, mostramela ora, adesso». No, adesso non sarei
capace di farmela venire, di ripro-durla», risponde l'allievo.
Se non c'è adesso, non esiste» è la risposta definitiva di Bakei.
Il saggio del chassidismo, Baal Shem Tov, e l'uomo dello Zen sono posati sulla stessa visione del
mondo. L'Universo è creato adesso. C'è una differenza sostanziale tra "adesso" e "qui-e-ora".
Quando dico "qui-e-ora", restringo, quando dico "adesso" è invece un appello alla presenza
interiore. Qualsiasi cosa accada, tu devi essere presente, devi inondare il cervello di
consapevolezza. Se il brutto pensiero arriva adesso, io adesso lo guardo. Lo so che è venuto altre
volte, ma io adesso lo vedo per la prima volta. Sì, è la prima volta che guardo la mia tristezza, il mio
dolore, la mia infelicità, la mia paura, la mia ansia. Guardarlo adesso vuol dire far entrare gli occhi,
lo sguardo nel cervello, vuole dire essere presenti all'azione che mi turba, vuol dire non cercare di
mandare via il disagio, arrendersi, non giudicare.
Il potere dello sguardo sconfigge i disturbi, i mali dell'anima?'Tutte le Tradizioni di Occidente e di
Oriente ritengono di sì, ed è per questo che un uomo o una donna, quando hanno voluto innalzarsi,
hanno praticato la contemplazione, vale a dire si sono guardati dentro senza commentare quello che
vedevano.
Contemplare è allargare lo sguardo sempre di più, è
guardare il panorama nell'insieme e non le singole cose,
i dettagli come le colline, l'erba, gli oggetti.
È guardare e rendersi conto che si sta guardando.
La cosa importante non è ciò che vediamo, ma l'esercizio
Introduzione
dello sguardo, del vedere, del contemplare. Adesso. Gli occhi che guardano adesso sono capaci di
secernere sostanze sottili, potenti, come il seme - il cervello è per l'alchimista il seme del mondo - e
quindi in grado di liberare la coscienza dai demoni che la invadono. Conoscersi è guardare ciò che
vedo dentro, e liberare la mia casa, la mia interiorità, da tutto ciò che la pervade... adesso. L'occhio
che guarda libero da pensieri, da schemi, da convinzioni, da giudizi rigenera, rifeconda lo spazio
interno, lo libera dai demoni interiori.
L'Illuminazione, per gli antichi, è uno sguardo libero da ogni pensiero, è uno sguardo che vede, che
percepisce la suprema ampiezza del vuoto, lontano dal passato che è popolato di cose morte, che
non sono più, se non perché io le richiamo alla memoria, facendole cosi rivivere e fissandole al mio
interno.
Non sono i miei pensieri a scandire la mia identità, e neppure le emozioni, i sentimenti, ma la mia
capacità di accogliere il vuoto, il nulla, che abita la casa del Sé, dell'essenza.
Allora arriva la tanta agognata e desiderata pace, che viene regalata solo a chi si abbandona al mare,
all'oceano del Nulla, dove riposa quell'essenza che crea l'essere unico che ciascuno di noi incarna.
Quando mi viene un disagio, l'unica cosa da non fare è spiegarlo, capirlo, giudicarlo o ancor di più
tentare di scacciarlo. L'essenza - che ce lo manda per farci scoprire chi siamo, per dirci che non è
contenta della vita che viviamo - si offenderebbe e ci farebbe ancora più male... No, i disagi vanno
guardati, proprio come un panorama, e allora l'essenza, cosi cara ai nostri occhi, e loro a lei,
immetterà in noi l'energia riparatrice, l'elisir della cura, le gocce salutari dell'anima.
Questa è la consapevolezza, la vera sostanza dell'adesso. Conoscersi è riempire di sguardo quello
che arriva adesso, solo adesso... senza pensare... Penetreremo senza saperlo nell'intelligenza
embrionaria, quella che ci ha
creati e che ci crea, dove non esistono i pensieri, i problemi, le domande... dove tutto avviene in un
altro orizzonte e in un altro campo d'azione. Si entra in un altro piano della coscienza., in un'altra
dimensione dell'essere dove le cose esistono senza causa, senza motivo, senza ragionamenti.
Conoscersi è sedersi, almeno ogni tanto, in questo luogo dove la consapevolezza, fa da padrona di
casa e le cose avvengono senza il mio Io.
Di più è impossibile chiedere. Solo da questo lungo silenzio arrivano la felicità, la pace, la
tranquillità, senza motivo e senza sforzo. Capita a chi riposa nell'adesso...
IL BAMBINO CHE È IN NOI
1. Conoscere se stessi
Conoscere se stessi vuol dire andare al nucleo, al centro o almeno avvicinarsi. Via via che andiamo
verso il nucleo perdono di significato le nostre illusioni, i nostri attaccamenti, i nostri disagi. Qui
comincia il vero benessere, non quello legato agli eventi esteriori.
. Conoscere l'Universo
Noi siamo l'Universo e quindi le sue leggi sono riflesse in noi. Conoscere le leggi vuoi dire essere
partecipi della vi-
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CINQUE COSE PER CUI VALE LA PENA VIVERE E PERCHÉ
ta, della materia, del nulla: vuoi dire incominciare a esistere coscientemente. Il saggio non
pronuncia frasi del tipo: Perché Dio mi ha creato se devo soffrire?». L'alchimista invece conosce la
legge, trova l'eternità dentro di sé e danza con lei. Senza esprimere giudizi di valore.
3- Essere coscienti
Essere coscienti vuoi dire rischiarare il buio che è dentro di noi. L'uomo consapevole è presente a
ciò che accade, illumina con lo sguardo le forze caotiche della natura. Si pone in questo stato
contemplativo in cui rigenera continuamente sé stesso. L'illuminazione di cui parlano i mistici è la
coscienza che si è allargata a un punto tale da diventare il mondo. Ecco perché Lao Tze diceva che
II saggio non fa nulla, eppure cambia il mondo».
4. Cercare la libertà
Vivere senza libertà vuoi dire asservire la coscienza alla schiavitù. Ma non esiste soltanto la libertà
da conquistare contro le tirannie; c'è anche quella da conquistare nei confronti di noi stessi. Libertà
dalle identificazioni, da tutte le cose in cui crediamo, dalle religioni che ci vogliono trasformare in
gregge, dalle ideologie, dalle tradizioni, dai pregiudizi, da tutto ciò che oscura la coscienza. Libertà
dalle passioni, dalle emozioni, dai sentimenti e più di tutto dall'orgoglio del nostro Io che ci
impedisce di vedere l'Universo da cui incessantemente veniamo generati.
5. Essere creativi e trovare il proprio talento
Le persone creative non sono violente, non sono mai distruttive. Ci dimentichiamo troppo spesso
che ognuno di
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Va aiuto speciale
istante.
SENTIAMOCI BENE
Da che cosa nasce
l'arte di valorizzare se stessi
•Se avessimo ali
per sfuggire al ricordo,
molti volerebbero
abituati a cose più lente,
gli uccelli sgomenti
scruterebbero l'interminabile schiera
di uomini in fuga
dalla mente dell'uomo-.
Emily Dickinson'
domanda del giorno
Che cos'è l'arte di valorizzare se stessi? Esistono alcune situazioni "tipiche" in cui possiamo
esercitarla: quando siamo cedevoli e non abbiamo certezze; quando non giudichiamo e siamo aperti
al nuovo; quando ci appassioniamo e riusciamo a stare in silenzio; quando sappiamo che cos'è la
compassione; quando non abbiamo obiettivi rigidi e prefissati; quando riusciamo a galleggiare nelle
cose senza cercare di modificarle a tutti i costi;
quando consentiamo alla tristezza di fluire dentro di noi come un'energia purificante; quando non
ripetiamo sempre le stesse cose e non abusiamo della facoltà di giudizio; quando ci siamo liberati
della nostra storia.
Un uomo antico che vive nel presente
L'arte di valorizzare se stessi - l'autostima - nasce dalla nostra capacità di vivere nel presente. Una
capacità che
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SENTIAMOCI BENE
era particolarmente connaturata all'essenza dell'uomo antico. Noi ci sentiamo molto contemporanei,
molto tecnologici, estremamente veloci. Abbiamo perso il piacere della lentezza e il gusto della
contemplazione; invece l'uomo "antico" non agiva sulla scorta dei giudizi, ma si lasciava andare,
sapeva come abbandonarsi dolcemente nel ventre del mondo.
È questo l'atteggiamento che dovremmo re-imparare da lui: perché l'uomo antico non cerca di
cambiare se stesso o gli altri, ma vive nel presente e non si proietta nel futuro né si aggancia al
passato; l'uomo antico non si schiera, non si arrocca sulle proprie convinzioni, non sposa dogmi o
ideali, ma agisce in maniera del tutto naturale e preferisce l'essere all'avere.
Il raggiungimento di questo stato di "presenza energetica" richiede un lungo percorso, che ci porta
ben al di là della nostra esistenza quotidiana, e ci fa comprendere che noi, in realtà, non abbiamo
nessuna forma di potere su noi stessi e sul mondo che ci circonda. Perché noi siamo generati a ogni
respiro da una forza immanente, che è la stessa che forma L'Universo: non c'è bisogno di fare sforzi,
è sufficiente essere.
L'Universo, del resto, è stato creato per l'uomo, è come un grande embrione che cresce con l'uomo.
In questa immensa entità caotica e intelligente, la coscienza esisteva fin dall'inizio, ma era oscurata
dal suo stesso vortice di creazione.
In maniera speculare anche noi, per ripercorrere quell'iter creativo, dobbiamo cercare di non
oscurarci con false credenze e opinioni preformate, lasciando che anche la nostra coscienza affiori e
generi un uomo nuovo, libero da maschere e abiti consunti.
Un uomo leggero, capace di volare in alto, finalmente privo di zavorre che lo ancorano a vecchi
paradigmi.
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Spogliamoci di tempi e aggettivi
Di solito noi tendiamo ad avere una visione quantitativa, se vogliamo "consumistica", dell'autostima
e della felicità. Ci domandiamo per esempio: Quanto sono felice?», ci chiediamo quali e quanti
siano stati in passato i momenti in cui abbiamo immagazzinato più benessere.
di rado ci poniamo invece la domanda: Come sono felice?». E ci dimentichiamo che è la qualità di
un sentimento che lo rende unico, non la sua consistenza quantitativa ne, tantomeno, la sua
visibilità.
:>lo la qualità della felicità la rende un flusso creativo, riproducibile all'infinito: una sorta di pietra
filosofale allemica che trasforma in benessere tutta la materia con la quale viene messa a contatto.
consapevolezza è la pietra filosofale di noi stessi: non chiediamoci quanta ne abbiamo,
consentiamole semplicemente di agire. I recenti studi di neurofisiologia hanno infatti messo in luce
che la struttura biologica del nostro cervello viene modificata non soltanto dalle emozioni e i
sentimenti, ma anche dalla normale attività di pensieri.
Tutto ciò in cui noi crediamo, le nostre convinzioni, la nostra visione del mondo, diventano nel
cervello "abitudimi" che si materializzano, che si fissano sulla coscienza escludendone molte altre.
Il cervello trasferisce al corpo queste abitudini: per cui non soltanto i mali dell'anima dipendono
dalla nostra filosofia di vita, ma anche le patologie somatiche discendono da una distorta attività
cerebrale. Molto di questo inutile lavorio della mente, che si affanna ad agganciarsi alle abitudini, è
determinato anche da
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SENTIAMOCI BENE
una frequente e pericolosa tendenza a vivere nel passato: ciò che è trascorso e compiuto spesso è
visto come un porto sicuro, un punto di riferimento, un patrimonio prezioso da tenersi ben stretto.
In realtà non si pensa che il cervello, questa macchina meravigliosa composta da miliardi di neuroni
capace di spazzar via memorie anche molto recenti, può trattenere ricordi invece lontanissimi.
Se noi continuiamo a stimolarlo e incitarlo a questo pesante lavoro di "ripescaggio", sollecitando la
mente a lavorare "all'indietro" e non nel presente, corriamo il rischio di uscire dal presente e di
vivere un'esistenza sbilanciata, in cui le energie psicofisiche sono frenate dalle griglie della
memoria.
E lo stesso vale per il futuro: come avviene col passato, anche la tendenza a guardare sempre avanti,
a fare progetti a lunga scadenza, a porsi obiettivi di lunga durata, ci impedisce di godere della carica
energetica dell'oggi.
Per questo dobbiamo ricorrere al pensiero dei saggi e dei maestri che sembrano aver conosciuto
meglio di altri il modo migliore per far funzionare il cervello secondo le sue naturali attitudini, e
non in base a quelle che assorbiamo dall'ambiente, dalla cultura, dalle mode, dalla psicologia di
massa.
E questi insegnamenti si rivelano particolarmente utili anche in psicoterapia.
Decalogo per sentirsi bene, utilizzando la saggezza
A questo punto, possiamo riassumere i consigli da tenere presenti per proseguire sulla via
dell'autostima. Sono considerazioni di vari maestri, antichi e contemporanei che, come vedremo,
hanno come finalità quella di ripulire la coscienza dal giogo dei pensieri dominanti, dal pesante
fardello dei ricordi e dall'ansia insinuante del futuro, dagli schemi e dalle false credenze.
Cerchiamo di farne dei punti di riferimento della nostra quotidianità, trasformiamoli in suggestioni
da ricordare ogni giorno: funzioneranno come "fluidificanti" lungo il cammino che abbiamo iniziato
insieme...
/. Più lontano tu vai meno conosci. Senza peregrinare il Saggio apprende». (LaoTze, saggio cinese)
Il grande saggio cinese indica che la conoscenza, la gioia di vivere, la felicità non dipendono dal
nostro immergerci nell'esteriorità. La conoscenza è tanto più salutare quanto più ci immergiamo
dolcemente dentro noi stessi. Insegnamento tanto più valido in quest'epoca, in cui corriamo da un
viaggio all'altro, da un'informazione all'altra. In psicoterapia i pazienti stanno meglio quando
smettono di cercare fuori di sé, cioè negli altri, la soluzione dei loro problemi.