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Abbiamo visto era l’ideale già dei monaci irlandesi che volevano un’autorità spirituale, che non mischiasse potere
civile e religioso, in collaborazione con quello civile, ma indipendente da quest’ultimo.
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Che ci fossero dei contatti tra questi ordini di cavalieri occidentali e orientali si
scopre ogni giorno di più e questo non stupisce perché erano organizzazioni
iniziatiche e a quel livello lì non c’è conflitto religioso, si capisce che tutte le religioni
hanno una matrice comune, quindi vi è un rispetto delle reciproche tradizioni. E i
collegamenti, gli scambi fanno capire che ad un certo livello le differenze nelle
diverse tradizioni spirituali sono sempre più superficiali e le somiglianze sempre più
profonde. Terra Santa non è quindi un pezzetto di terra da proteggere da chissà quali
pagani, è il mondo cristiano, è la Chiesa che i Templari dovevano difendere, non
dagli attacchi degli infedeli, ma da se stessa perché rimanesse fedele al suo mandato.
L’Ordine del Tempio nascerà, è vero, in Palestina per difendere le strade dei
pellegrini dai briganti, dai predoni, ma S. Bernardo li farà subito difensori e guide di
chi vuole percorrere verso il Tempio nel cammino interiore non tanto là, cioè, dove il
temporale può incontrare lo spirituale, dove Terra e cielo si incontrano, è il Tempio
dello Spirito dentro il cuore dell’uomo. Il Tempio in ogni tradizione è luogo di
incontro tra Cielo e Terra, quindi centro spirituale e custode della tradizione per
eccellenza.
Il Tempio quindi come centro spirituale è il luogo nel quale l’autorità spirituale
appoggia le regole dell’autorità temporale legate ad un unico principio.
Quindi essere “Milites Templi Salomonis” , come lo erano i Templari voleva
dire avere il compito di ricostituire tutto questo, ma anche voleva dire sottolineare la
continuità religiosa di una tradizione, perché il Tempio è contemporaneo di tutte le
età è un simbolo ( e di questa tradizione è un simbolo). Perché, come dice Michelet,
“il nome del Tempio non era sacro solo per i cristiani, se essi ci vedevano il Sacro
Sepolcro, ricordava ai Giudei e ai musulmani il Tempio di Gerusalemme, il Tempio
di Salomone”. Teniamo conto che in Islam, Salomone è venerato come un grande
profeta e l’esoterismo islamico lo considera come tipo esemplare di una certa via
spirituale di cui lui è il fondatore. Lui è il costruttore del Tempio a cui si appellarono
pio tutti i costruttori del Tempio. “L’idea di Tempio più alta e più generale di quella
di Chiesa, si librava in qualche modo al di sopra di tutte le religioni. La Chiesa
aveva una data di inizio, il Tempio no. Contemporanea di tutte le età, era come un
simbolo della perpetuità religiose”(Michelet). E Salomone è appunto il costruttore
del Tempio tradizionale, cioè del luogo di incontro con Dio, nel Medio Evo
rappresentato con il compasso in mano. Ecco perché erano guerrieri sì, ma prima
ancora monaci.2
Dal 1206, per concessione di Innocenzo III, i Templari poterono avere
cappellani regolarmente riconosciuti, reclutati non solo tra i Cistercensi, come voleva
S. Bernardo, ma anche tra chierici e preti regolari.
Il Templare doveva seguire una rigida regola monastica, che genericamente si
ispirava sia all’antica regola agostiniana, sia a quella benedettina fondata sull’”ora et
labora”. Il fratello Templare è prima monaco che soldato.
Doveva dedicare una buona parte della giornata alle pratiche spirituali,
assistendo all’ufficio divino cinque volte al giorno. Se ne fosse stato legittimamente
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Perché si inserivano in questa tradizione di costruttori del empio, dovevano costruire il luogo di incontro tra cielo e
terra.
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impedito, (per adempiere ai loro servizi militari: sorveglianza delle strade, dei preti e
non potevano recitare il breviario, dovevano recitare 13 Pater noster per le ore, 9 per i
vespri e 40 per tutto il breviario. Anche alla preghiera notturna, che interrompe il
sonno, erano obbligati; era proibito qualunque gioco e perfino la caccia (tranne quella
del leone).
Si svegliavano a mezzanotte per il mattutino. Tornavano ad alzarsi alle cinque
(o alle sei secondo le stagioni), ascoltavano Messa e dicevano subito prima, terza e
sesta; il pranzo a mezzogiorno era in silenzio; tornavano a interrompere i lavori a
nona e ai vespri. Inoltre dovevano recitare ogni giorno almeno 60 Pater noster
durante i lavori.
La preghiera che Gesù insegnò agli apostoli è una preghiera iniziatica per chi
sa dirla.
Tutti i venerdì di Quaresima (dalla festa dei morti fino a Pasqua) digiunavano.
All’inizio non potevano mangiare carne, dopo con la riforma di Onorio III, hanno
avuto il permesso di mangiarne tre volte la settimana e pesce al venerdì; gli altri pasti
erano vegetariani.
Dovevano viaggiare almeno in 2, e in 2 dovevano mangiare nello stesso piato,
e alternativamente lavarlo e appenderlo al loro chiodo, come prescriveva la Regola.
Dormivano per terra sulla paglia.
Non possedevano denaro in proprio e se gliene avessero trovato addosso dopo
la morte non sarebbero stati sotterrati in terra benedetta.
Pero sono anche dei guerrieri e il loro tempo libero era tutto dedicato alle armi.
Erano obbligati a lavorare tutto il giorno nell’incarico loro assegnato dal maresciallo
e, se non avevano incarico particolare, dovevano rigovernare le attrezzature o gli
armamenti. Tutto dovevano eseguire <<bellement et en paix>> soprattutto trattando
con i dipendenti: segno di cortesia e di eleganza morale.
S. Bernardo, nel De Laude Novae Militiate, ci da un ritratto eccezionale di
questi uomini: “Mai pettinati, raramente puliti, piuttosto ispidi per la capigliatura
incolta, coperti di polvere e anneriti dalla familiarità con le armi e con il sudore.”
Il quadro non è dei più attraenti, e nonostante ciò il successo fu immenso.
Insomma veri guerrieri. Non è che i Templari non fossero puliti, ma l’immagine
doveva essere di guerrieri terribili. E la gente li temeva perché non guardavano in
faccia a nessuno quando vi erano ingiustizie da punire: “Non lasciano impunita la
parola insolente, il lavoro inutile, la risata smodata o anche la più lieve
mormorazione. Vivono in comunità in ambiente povero e sobrio, e senza mogli e
senza figli; vanno e vengono al cenno di chi li comanda senza pretendere da altri
cibo o vestiti… per cui è chiaro che tutta questa folla è un cuor solo e un’anima
sola”.
S. Bernardo prevedeva la diffusione che avrebbe avuto l’ordine e, per
l’importanza che avrebbe dovuto avere, traccia un piano ideale, prendendo lo spunto
dal simbolismo delle località più celebri della Terra Santa, che il Templare doveva
difendere.
- Gerusalemme è la città pura che non deve essere contaminata dal
paganesimo;
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- Betlemme fa cercare il pane spirituale e corporale che deve nutrire il fedele;
- Nazaret è lo stimolo ad approfondire la conoscenza delle cose;
- il Monte degli Ulivi spinge alla confessione delle colpe;
- il Calvario alla purificazione dell’anima;
- il Santo Sepolcro è l’ideale che dà forza al vivere e al morire;
- Betanìa la scuola della contemplazione non disgiunta dal lavoro obbediente.
Questa Terra Santa non è più allora la Palestina, ma è proprio la civiltà
cristiana di cui i Templari devono difendere i percorsi e le mete.
Vestivano di bianco, il mantello bianco sopra la corazza e la famosa croce
rossa sulla spalla sinistra al di sopra del cuore (la croce celtica). Sappiamo che il voto
di crociata è accompagnato dall’assunzione della croce, portarla in permanenza
simboleggiava quindi continuità del voto di crociata dei Templari. Questa crociata
permanente che loro non svolgevano tanto in Palestina, ma piuttosto nelle contrade
d’Europa a difesa del cammino della civiltà cristiana. E il loro moto era: “Non nobis,
non nobis” (Non a noi Signore, non a noi). La bandiera templare, la Baussant, è
simbolicamente ripartita: bianco e nero. Una milizia tutta particolare, S. Bernardo
dice che dovevano agire sempre con cortesia e con calma con una certa eleganza
morale, che li doveva distinguere da qualsiasi altro soldato. E loro che sono stati
la forza finanziaria d’Europa in quell’epoca per le ricchezze che venivano date in
custodia da principi e nobili quando partivano per la guerra o per molti lasciti che
beneficiava l’Ordine e la sua attività. Loro personalmente non potevano possedere
denaro. Erano estremamente poveri. Avevano solo una bella dotte di vestiti, armature,
armi e cavalli (ogni fratello cavaliere aveva diritto a 3 cavalli più uno scudiero; il
Gran Maestro aveva diritto a 4 cavalli). E non potevano usare mai dei soldi che aveva
la loro cassa: ben tre Gran Maestri sono caduti prigionieri in mano ai mussulmani, i
quali hanno chiesto il riscatto dagli infiniti soldi che avevano. Perchè tutti vedessero
che di quei soldi a loro non spettava niente: erano i soldi del popolo di Dio che loro
utilizzavano per i bisogni, nel suo interesse.
Di fatto i Templari divennero i difensori e propagatori della civiltà del loro
tempo. In un’epoca di guerre, di carestie, di banditismo, le loro Commanderies
diventavano punti fermi di sicurezza, di espansione, di civiltà. Si mossero
programmaticamente su quattro direzioni: nutrire, proteggere, sviluppare arti e
mestieri e liberare i servi della gleba.
1. Nutrire. Con un programma di bonifiche terriere, prosciugavano acquitrini,
fecondavano territori sterili, disboscavano zone intere per potenziare l’agricoltura, per
donare terre fertili ai nulla tenenti, conservando sementi e derrate per gli anni di crisi
e riservandosi, come carità spicciola, di dispensare tre volte alla settimana cibi e
vestiti. Le loro coltivazioni hanno contribuito notevolmente a liberare l’umanità da
quelle carestie che costituivano il flagello del Medioevo. Ma era soprattutto con la
difesa delle strade che avevano notevolmente contribuito al benessere della gente.
In quell’epoca le lotte continue tra i principi avevano ridotta la gente ad una
economia chiusa: ogni fattoria doveva pensare a tutto dai vestiti al pane perché non
era possibile commerciare tanta era l’insicurezza delle strade per il banditismo di
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certi cavalieri, i figli cadetti che non avevano altro passatempo che la guerra, oppure
per sbandati dell’esercito.
Ed ecco che dopo 50 anni di vita templare, le frontiere finalmente si aprono, i
commerci ricominciano, le strade sono libere e protette.
2. Proteggere. Come proteggevano le strade i Templari?
Con le loro fortezze, Commanderies e grange fortificate garantivano ai
commercianti un luogo sicuro per passare la notte alla distanza massima di un giorno
di cammino. Vigilavano le strade con continue cavalcate di coppie di cavalieri,
costruivano e difendevano ponti e si prestavano a custodire i tesori delle famiglie
private, e perfino dei principi nelle loro fortificazioni.
Lungo le strade che spesso passavano nelle terre di loro proprietà: loro
tentarono di permutare con le terre che gli regalavano, i terreni che si trovavano sui
loro tracciati. E su questi tracciati loro costruivano le loro case a distanza una
giornata di cammino l’una dall’altra. E in quelle loro case ospitavano qualunque
pellegrino la domandasse: l’ospitalità era un altro dei loro doveri. Chi trasportavano
merci, o preziosi, facendo certe strade sapeva che alla notte poteva dormire in una
casa templare ben protetta. E durante la giornata tra una casa e l’altra c’erano sempre
due Templari che andavano su e giù per garantire la sicurezza delle strade.
3. Sviluppare arti e mestieri. Soprattutto nelle grange educavano squadre di
tecnici in tutte le specialità necessarie all’agricoltura e all’architettura. Organizzavano
consorterie e scuole artigianali e finanziavano imprese edilizie, come le cattedrali
gotiche, per le quali anticipavano le somme per le spese generali con un tasso di
interesse molto favorevole.
Rieducavano la gente alle arti e ai mestieri, a capirne tutto il valore umano e
spirituale. Ce ne accorgiamo quando guardiamo certe cattedrali gotiche: si capisce
che non è opera di semplici operai ma di veri artisti. Era comunque quello che già
facevano i monasteri e loro la potenziavano. Accanto ai castelli Templari c’erano
sempre i monasteri cistercensi che erano la loro geniale spiritualità.
E le officine che non potevano sorgere all’interno dei monasteri, trovavano
spazio nel castello dei Templari. Lì avevano scuole, organizzavano consorterie e
soprattutto finanziavano le imprese edilizie. Rieducavano la gente alle arti e mestieri,
che poi troviamo santificati nelle rappresentazioni dei bassorilievi sui portoni delle
cattedrali gotiche. Le famose cattedrali gotiche, quelle incredibili costruzioni che
veramente sono state imprese ciclopiche (75 m. h. Charter): vi lavoravano migliaia di
persone, divise nelle diverse consorterie: scalpellini, carpentieri ecc. tecnici di diversi
settori. E vi lavoravano anche per decine di anni, dai 25-50 anni per fare una chiesa.
E questo voleva dire lavoro per tutti.
Una delle benemerenze più grandi dei Templari fu di aver garantito la
costruzione delle cattedrali gotiche: simbolo della vitalità religiosa di quel
tempo. Nel 1300 in Francia si contarono contemporaneamente 200 cantieri di
cattedrali, che portarono la Francia a un eccezionale momento di vitalità economica.
Gli ingenti capitali necessari a quelle straordinarie costruzioni li forniva la
popolazione e la munificenza dei vescovi e dei principi. La popolazione pagava
lentamente attraverso collette e industrie varie; chi garantiva le paghe a quell’esercito
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di operai e i fondi per cavar pietra dalle cave erano spesso i Templari, che
anticipavano i fondi.
Era un modo per
4. Liberare i servi della gleba. Rendevano autonomi i nulla tenenti
trasformando le terre ricavate dalle opere di bonifica in altrettante mezzadrie, che
facevano capo alle loro grange centrali.
Una così capillare rete di trasformazioni sociali non poteva non ottenere in
breve tempo una trasformazione generale di tutto il volto economico della Francia.
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E si sa che per calcolare e realizzare quelle enormi cattedrali con quelli archi
incredibili in modo che pochi punti essenziali possano reggere tanto peso con
quell’impressione di leggerezza: tutto sembra spingersi verso l’altro in queste chiese.
Per far questo dovevano conoscere matematica e algebra molto più di quella che era
nota a quei tempi a meno che non avessero una matematica segreta.
Il connubio tra Templari e Cistercensi ha un’enorme importanza per lo
sviluppo che diede alla cultura e alla tecnica in tutto il periodo Templare. I
Benedettini, lo sappiamo avevano raccolto, conservato e potenziato tutti i tesori della
cultura del tempo, anche con gesti avveniristici. Per esempio Gerberto d’Aurillac, il
futuro papa Silvestro II, ebbe il permesso di iscriversi ad un’università araba in
Spagna, per importare nei conventi benedettini le nuove scoperte della matematica e
forse anche dell’algebra, oltre all’astronomia e all’alchimia. Sembra che a lui si
debbono i numeri arabi e lo zero che non era conosciuto dai numeri romani.
Questo fa pensare che ci fossero rapporti con gli arabi, i quali hanno portato la
matematica, l’algebra in Europa. Oggi sempre più storici sottolineano che ci sono
stati rapporti profondi tra cristianesimo e islamismo. Se i cristiani andavano a
studiare nell’Università araba evidentemente c’era un rapporto culturale, non
solo, ma esisteva anche un certo rispetto di Tradizioni.
I TEMPLARI
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Michelet, grande storico, dice che la caduta dei Templari fu il più grave
cataclisma della civiltà occidentale. È una farse in bocca a un laico che lascia
abbastanza perplessi. D’altronde noi sappiamo che è stata la morte dei Templari, la
fine di un periodo favoloso della storia della Chiesa cattolica, forse il periodo più
bello , più grande, più formidabile: il periodo delle cattedrali gotiche. E anche se
qualche storico nega la causalità immediata tra la cessazione dei grandi cantieri delle
cattedrali gotiche con la fine dei Templari, tuttavia coincide – e la condanna a morte
del gran maestro dei Templari ha determinato il termine della Vita Nova di Dante e il
proposito di creare il progetto della Divina Commedia. Quindi la loro fine ha dato
inizio ad altre cose che sono vive ancora oggi. I Templari hanno vita dal 1114-1314,
quindi 200 anni. Sono nati e spariti in 200 anni. Nel 1119 Ugo di Payns, il primo
Gran Maestro, con altri otto cavalieri, fanno i voti nelle mani del Patriarca di
Gerusalemme (Germont de Pichignì) dopo di che si riportano in Europa, fanno
grande pubblicità al loro Ordine e accettano dovunque e dappertutto doni, beni ecc.
Nel 1128 il Concilio di Troys li istituisce canonicamente sotto la spinta di S.
Bernardo che era nipote di uno di questi cavalieri – e appunto il Concilio invita S.
Bernardo a dettare le Regole di questo nuovo Ordine.
Nell 1307 Filippo il Bello li fa arrestare. Nel 1312 il Papa, senza attendere il
Concilio li sopprime con Bolla Pontificia e nel 1314, l’ultimo Gran Maestro, con i
suoi segretari, venne arso vivo nell’Isola degli Ebrei a Parigi.
Uno dei fondatori a cui è attribuita un po’ l’idea e l’inizio è questo strano lego
de Champagne de Bloys, il quale nel 1104 viaggia per tre anni in Terra Santa e
sembra che abbia trovato qualche cosa di attinente alla civiltà araba perché invita tutti
i monaci di Citeaux, con il loro abate, a studiare arabo. Dieci anni dopo torna in
Palestina e ritornato a Parigi, regala il terreno per l’Abbazia di Clairveaux. E nel 1225
sistemati i figli, e lasciata la moglie in convento, torna a Gerusalemme e si fa monaco
combattente.
I Templari, difensori del Tempio di Salomone, guardiani della Terra Santa, non
vanno confusi con i difensori di un pezzo di terra. Terra Santa è il luogo dove
prosperano le anime dei giusti; è il luogo dei cristiani, ma questo detto è stato tolto,
pari pari dalla tradizione araba, che aveva già questi difensori della Terra Santa, che
non era certamente la Palestina.
Ed erano lo stesso monaci combattenti. Leggete tutta “L’immagine del
Tempio” che è stata pubblicata da Boringhieri per dire quale lontana tradizione ci
fosse tra gli arabi di questi difensori del tempio. E il tempio non è tanto un tempio,
quanto il entro spirituale nel quale l’autorità spirituale appoggia le regole dell’autorità
temporale legate ad un unico principio. Quindi la difesa della Terra Santa, almeno
dagli scritti di S. Bernardo e dalla concezione appunto tradizionale non era tanto la
difesa di un piccolo territorio, quanto la difesa della Santa Società, quindi la difesa
del mondo cattolico, la difesa della Chiesa – perché resti fedele al suo mandato. Dice
ancora Michelet, che capiva le cose, questo nome di Tempio non era sacro solo per i
cristiani; se essi ci vedevano il Santo Sepolcro, ricordava ai Giudei e ai Musulmani, il
tempio di Gerusalemme. Lìidea del Tempio è più ampia e più generale di quella di
Chiesa. Si pone sopra ogni religione: la Chiesa ha un età; il Tempio no. Quindi è
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contemporaneo di tutte le età e simbolo di una continuità religiosa. E Salomone è
appunto il costruttore del Tempio tradizionale, cioè del luogo di incontro con Dio.
E tutto l’esoterismo islamico considera Salomone esemplare di una particolare
vita spirituale di cui lui è il fondatore. Lui è il costruttore del Tempio a cui si
appelleranno poi tutti i costruttori del Tempio.
Il primo titolo dei Templari è appunto Milites templi Salomonis. Che ci fosse
un rapporto tra cristianesimo e mussulmano è ormai studiatissimo, e tutti gli storici,
soprattutto francesi del medio evo, continuano a scoprirne e a sottolineare aspetti
sempre più profondi.
Sappiamo che Silvestro II, il papa dell’anno 1000, era benedettino ed è stato
fatto Papa sotto pressione di S. Bernardo da Ottone III. Era quel Gerberto d’Aurillac
che fu inviato dai suoi confratelli a studiare all’Università araba di Spagna; e portò in
Francia la prima matematica spagnola! Sembra che dobbiamo a lui i numeri arabi e lo
zero, che non era conosciuto dai numeri romani. Era matematica , astronomia, e a lui
è attribuita anche un trattato di alchimia. Quindi se i cristiani andavano a studiare
nella Università araba, evidentemente c’era un rapporto culturale non solo, ma c’era
anche un rispetto di tradizioni. Questi rapporti sempre in atto attraverso i benedettini:
i quali in Francia si erano già appoggiati alle tradizioni celtiche e ne sono stati i
difensori.
Nel 910 Bernon, che viene dalla Abbazia di Gigny fonda Cluny. Ora sapendo
che Gigny è la filiazione di Mitizza di Anian in Provenza, che ancora esiste e Anion
era una fondazione di monaci irlandesi quali avevano accettato la Regola di S.
Benedetto, evidentemente da Anion viene fuori Gigny e da Gigny, Cluny.
Tra 1100-1300 qualcosa come un migliaio di monasteri accettano la regola di
Cluny e la riconoscono come la loro Abbazia primaziale. Nel 1096 Piene de
Molatone fonda, partendo da Cluny, Citeau e fa la riforma povera, dei benedettini
poveri, perché sembrava che Cluny fosse troppo ricca, che l’abate spendesse troppi
soldi per il monastero anche se lui diceva che li spendeva per abbellire la Chiesa e per
addobbare il culto sacro a Dio. E loro dicevano: Dio non ha bisogno dei nostri ori,
anzi vuole la nostra povertà. E nasce così la grande riforma di Citeau che in poco
tempo acquista più della metà di conventi benedettini.
Nel 1115 l’abate di Citeau manda Bernardo a fndare Clarveaux. S. Bernardo è
l’anima un po’ di tutto: è il grande profeta del Medioevo: è l’uomo che veramente
valeva più dei papi e degli imperatori; è quello che veniva chiamato a dirimere le
questioni, a mettere pace tra i principi, a creare situazioni nuove. È lui che inventò i
Templari. Nel 1092 lui, figlio di Conti, parente dei grandi di Borgogna e di
Champagne, addirittura figlio di contesse di Batius Lenne? – studia con i canonici di
Chatillon e poi si approfondisce nei misteri della preghiera – e vuole educare appunto
dei giovanni, dei suoi compagni a questa esperienza di preghiera.
Nel 1112 a soli 20 anni, si presenta con trenta compagni della sua età a bussare
all’Abbazia di Citeau, chiedendo ospitalità, chiedendo di entrare in noviziato. L’abate
che capisce che non potrà essere lui maestro di preghiera, ma è già Bernardo maestro
di preghiera, li accetta, li tiene un anno, dopo di che appena un cavaliere regala il
bosco a Clairvaux, lo manda con i trenta compagni a fondare una nuova Abbazia; che
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appunto prosperare nel giro della vita di S. Bernardo avrà 61 filiali, fra cui
Chiaravalle. S. Bernardo andrà molto spesso, lui stesso a fondare queste Abbazie.
Fonda questa Abbazia in un monastero e diventa immediatamente il centro di
spiritualità dell’Europa. Tanto che quando il papa vuole predicare la seconda crociata
ne incarica S. Bernardo perché S. Bernardo è la voce della cristianità, senza farsi
vedere e senza avere alcun potere se non quello carismatico. Non quindi una carica
che viene caricata dalla schiena (perché uno si nota così), ma un potere carismatico
che viene dall’interno e cioè scende dall’alto.
E tutti lo riconoscono il grande spiritualista del suo tempo, tanto che
l’arcivescovo di Arena d’Irlanda, S. Malachia, dopo aver fatto il pellegrinaggio a
Roma per farsi benedire da un pontefice che era discepolo spirituale di S. Bernardo,
viene a sapere che chi aveva dato quella luce al papa per fare quelle riforme, era un
benedettino di Francia e allora lui va in pellegrinaggio da S. Bernardo e S. Bernardo
appena lo vede, gli profetizza che avrà poco tempo di vita e che si fermi nel suo
convento. E Malachia resta lì e S. Bernardo gli dice: prima di morire lasciami una
profezia per la Chiesa. E in una notte di dolori e di visioni Malachia scrive quei 111
motti latini e li attribuisce ciascuno a un papa fino alla fine del mondo (l’attuale è de
labore onis) dopo di che ce ne sono solo due. E Malachia muore tra le braccia di S:
Bernardo riconoscendolo il grande maestro del suo tempo.
S. Bernardo è cistercense, è cluniacense; noi sappiamo che Cluny – come tutti i
monasteri cluniacensi – sono la grande fabbrica della civiltà occidentale.
Oggi si riconosce che il rinascimento è il 1300 è l’epoca delle grandi Abbazie
perché sono le grandi abbazie che conservano e sviluppano la civiltà e il benessere
della gente. Sono le abbazie che fanno le bonifiche: le abbazie che sono la speranza
dell’Europa.
S. Bernardo capisce che questo modo di realizzare la civiltà è anche un
modo di fare ricchezze. Se queste ricchezze restano i mano ai monaci, rovinano
la povertà dell’ideale monastico e creano nell’abate un potere pari a quello
civile, difatti i grandi abati poi fanno invidia ai principi i quali li fanno loro
vassalli. Poi le lotte per le investiture…, il modo di secolarizzare la Chiesa e sarà la
rovina. D’altronde se questi beni cascano in mano ai re, i re per loro natura sono
anche fatti per fare soltanto le guerre e questi beni sono fatti per gonfiare un egoismo
che finisce sempre in un grande disastro per la cristianità. Allora Bernardo sogna una
utopia. Se questi beni potrebbero essere sottratti alla Chiesa e non lasciati in mano ai
principi, si potrebbe credere che questi beni potrebbero ipoteticamente essere
utilizzati soltanto unicamente per il bene. Allora ecco l’idea: creare i Templari per far
si che possano utilizzare questi beni soltanto per il bene degli altri, senza utilizzarli
per sé. È possibile un terzo potere al di là del potere religioso, del potere militare, un
potere finanziario che garantisca il bene della Chiesa e della Terra Santa, cioè la
terra dei cristiani, al di là degli egoismi da una parte e dall’altra?
Viene a sapere, da suo zio, che gli arabi avevano già inventato qualche cosa di
analogo. Allora dice: perché non proviamo a farlo anche noi? Dei cavalieri, monaci,
che abbiano questa duplice vocazione – apparentemente contraddittoria – di monaci e
soldati. Ma monaci perché poveri assolutamente. Soldati per difendere il bene della
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Chiesa, il bene dei poveri. Che non utilizzino per sé questi beni, ma soltanto per il
bene degli altri.
Quindi i Templari hanno una precisa Regola. Il Templare prima monaco e poi
soldato. E il Gran Maestro è eletto dai cavalieri, però non è un principe che possa
comandare su tutto; tanto meno utilizzare i beni del suo Ordine. Ma soltanto
organizzare i beni del suo Ordine. Ma soltanto organizzare i suoi per far questa
precisa difesa. Quando lui muore, i sontuosi abiti da Gran Maestro, con cui deve
presentarsi in pubblico per l’autorità che porta, vanno regalati ai lebbrosi. I Templari
hanno un orario come i monaci: devono alzarsi a mezzanotte – per dire il mattutino
come i benedettini. E poi devono rialzarsi alle 5 d’estate e alle 6 d’inverno per sentire
la Messa, perché non sono preti; e poi recitare terza e sesta; e poi interrompere i
lavori a mezzogiorno con nona e poi interrompere alla sera con il vespro. A
mezzogiorno devono consumare il pasto in silenzio. Tutti i venerdì di quaresima
devono fare il digiuno e dopo cena, devono raccogliersi in silenzio, e preparasi alla
notte di preghiera. Però devono essere anche guerrieri, e in un modo tutto particolare.
Guerrieri non azzimati; guerrieri con barba ; le scarpe però devono essere senza
punta; non devono acconsentire a giochi, alla caccia - a meno che non sia da cacciare
il leone. Il leone è l’unico animale che loro possono cacciare. Lontani dalle donne,
nei loro conventi e soltanto nella tarda loro storia accettano delle donne come oblate,
ma solo di una certa età e solo per i lavori di cucina. Il loro tempo libero deve essere
tutto dedicato alle armi e quindi otto ore al giorno do esercizi militari. Tanto da fare
quei muscolacci, enormi, che permetteva loro non solo di alzare con una mano sola
queli spadoni che adesso noi riusciamo ad alzare con due mani, ma soprattutto
muoversi dentro quelle corazze che per noi sono una cosa da morto ?
Loro ci si muovevano dentro non solo, ma potevano combattere; quindi dei
giganti, veramente dei culturisti. E se per questi loro servizi militari cioè sorveglianza
delle strade, dei porti etc. erano impediti dalla recita del breviario, dovevano recitare
13 Pater Noster per le ore, 9 Pater Noster per i Vespri e 40 Pater Noster per tutto il
Breviario. E il Padre Nostro, noi sappiamo è una preghiera iniziatica per chi sa dirla.
Se un frate morirà, un povero doveva essere nutrito per 40 giorni al posto del
defunto. All’inizio non potevano mangiare carne, dopo, con la riforma di Onorio III
potevano mangiare carne tre volte alla settimana e pesce possibilmente allevato nelle
loro pescherie.
Per capire l’ideale dei Templari, come lo aveva sognato S. Bernardo, leggiamo
il “De Laaude Novae Militiate” “Liber ad Milites Templi” richiesto da Ugo di
Payns, uno dei fondatori e che S. Bernardo ha scritto tra il 1130 –1136, con il suo
stupendo latino, e comincia la Regola templare:“vai e vieni al cenno del
comandante… e passa in rassegna tutti”. E alla fine fa quel terribile ritratto: “non
dovevano essere turbolenti né impetuosi, mai precipitati per leggerezza, ma sempre
con ogni cautela e previdenza devono ordinare se stessi e disporsi alla loro guerra
quotidiana”. Non dovevano guardare spettacoli, la televisione. Non dovevano
coltivare la capigliatura. Mai pettinati, raramente puliti… ecc. E cioè dei veri
guerrieri. Non è che i Templari non fossero puliti, ma l’immagine doveva essere di
guerrieri terribili. Infatti, quando si presentano, la gente scappava via. Ed era
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inevitabile, perché non perdonavano a nessuno; non guardavano in faccia a nessuno.
E questo sarà uno dei punti per cui molti potenti li odiavano. Ma continuando la
lettura del De Laude Novae Militiate” vediamo che S. Bernardo studia le virtù dei
Templari nell’idea toponomastica dei luoghi palestinesi. E prendendo lo spunto da
Gerusalemme dice appunto che i Templari devono stare attenti ai contagi dei pagani,
ma non gli arabi, i pagani cioè quelli che non sono cristiani. Beltemme dà lo spunto
per dire che devono nutrirsi del pane spirituale, corporale. Nazareth, che devono
conoscere le cose a fondo. Il Monte degli Ulivi, che devono pensare seriamente alla
confessione. E il Calvario è la loro purificazione, e il sepolcro, nel vivere e morire
(fatto iniziatico). E tante altre cose che si vede chiaramente hanno una traccia
iniziatica evidente. La loro Regola li fa veramente difensori del popolo cristiano.
Devono viaggiare almeno in due ( sempre in due come oggi i carabinieri). Devono
mangiare due nello stesso piato e alternativamente lavarlo e appenderlo al loro
chiodo, come dice la Regola. Dormivano per terra sulla paglia, quindi abituati a tutte
le fatiche della guerra. Vestivano di bianco sopra la corazza con la famosa croce sulla
spalla sinistra. E la croce era la croce celtica e il loro motto “non nobis Domine, non
nobis”. Dovevano agire dice S. Bernardo sempre “bellement et en paix” cioè con
cortesia e con calma quindi con una certa eleganza morale, che li doveva distinguere
da qualunque altro soldato. Quindi una milizia tutta particolare. E non potevano
possedere denaro: se veniva trovato un baiocco addosso ad un templare morto, non
poteva essere sotterrato in terra benedetta, perché diventava maledetta. E non
potevano usare mai dei soldi degli infiniti soldi che aveva la loro cassa, tanto che
quando il re di Francia, Luigi IX e poi il suo predecessore Luigi VII della quinta
Crociata, ritrova a mal partito senza più esercito perché disobbedendo ai consigli del
Capo Templare si era messo in Turchia per strade sbagliate, era caduto in una
imboscata e si è ritrovato senza esercito, ha chiesto un prestito al Maestro Templare.
E lui dice: soldi non ne ho, bisogna che io convochi il mio Consiglio Supremo e se
quello crederà bene, ti potrò dare i soldi, ma non la posso fare se non entro un
mesetto.
E tre maestri templari sono caduti prigionieri in mano dei mussulmani e quali
hanno chiesto il riscatto e hanno dovuto morire in prigionia perché non sono stati
riscattati. E nessun cavaliere templare poteva essere riscattato dai soldi infiniti che
avevano nelle loro casse. Perché tutti dovevano vedere che di quei soldi loro non
toccavano niente: erano i soldi del popolo di Dio. Dovevano invece completare
quanto i monasteri non riuscivano a fare nel compito di difendere e sviluppare le
capacità del popolo cristiano; come liberatori del popolo cristiano e organizzatori.
Ecco le quattro direttive del tempio: nutrire, proteggere, sviluppare e liberare. Nutrire
la povera gente: siamo in epoca tristissima. Pestilenze, carestie, lotte continue tra
principi, avevano ridotto la gente a quella famosa economia curtense, che
praticamente voleva dire che ogni fattoria doveva pensare a tutto dalla tessitura al
pane ecc., perché non era possibile fare commerci fra una città e l’altra tanto era il
banditismo di questi cavalieri, di questi sbandati dell’esercito, che razziava
continuamente. Non era più possibile far niente . Le cronache del tempo, prima del
1000 o del 1000, cosa descrivono: delle cose terribili! A un certo momento, dopo 50
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anni di vita templare si vedono i panni di Francia arrivare ad Assisi, gli argenti
italiani arrivare nelle Fiandre e il vino delle Fiandre arrivare a Chieri. Le strade sono
protette e libere, come facevano? I Templari proteggevano le strade: lungo le strade a
distanza di una giornata di cammino l’una dall’altra esistevano case templari che
ospitavano qualunque pellegrino bussasse alla porta. Chi trasportavano delle merci, o
preziosi, faceva certe strade e sapeva che alla notte poteva dormire in una casa
templare ben difesa. E durante la giornata tra una casa e l’altra c’erano sempre due
templari a cavallo che andavano su e giù come le camionette della polizia per
garantire, assolutamente, da qualunque sorpresa.
Vigilavano sui ponti, per esempio a Torino, il Ponte di Moncalieri, il famoso
Ponte che attraversava il Po che era l’unico passaggio dal Piemonte Est al Piemonte
Ovest, era vigilato dai templari che avevano il loro castello. Quindi garantivano i
commerci, non solo, ma le loro case custodivano tesori e in epoca di guerra sappiamo
che addirittura dei re hanno affidato ai templari tutti i loro averi. Queste strade come
venivano in possesso dei Templari?
La gente regalava ai Templari, e loro si facevano regalare volentieri acquitrini,
zone spopolate da contadino e le loro bonificavano e rendevano fertilissime
dopodiché se era nei loro tracciati, se la tenevano, se no la permutavano con altre
terre, magari meno buone, che erano sui loro tracciati, in modo tale che le loro strade
diventavano veramente di loro proprietà. Tre volte alla settimana dovevano
dispensare gratuitamente cibo e vestiti ai poveri. Quindi dovevano ammassare
costantemente dei beni, per poter distribuire al momento opportuno. E nei loro
castelli e nei monasteri attigui dei cistercensi dovevano sviluppare le arti e i mestieri.
Quindi quello che già facevano questi monaci, loro la potenziavano. E senza
trasformare i monasteri in grandi officine, la facevano nei loro castelli. Allora vedete
sempre che accanto al monastero Cistercense c’è sempre il castello templare. Qualche
volta addirittura contemporaneamente, per cui se voi andate a Mont San Michel, vi
diranno che era dei benedettini e certamente era dei monaci benedettini: questo è
chiarissimo da tutti i documenti. Era una fortezza. E chi difendeva la fortezza erano
i templari, ma di questi non si parla più. Perché sono stati maledetti, sono stati
soppressi, sono stati scomunicati. Non se ne vuol più ricordare la presenza. Però si
vede sempre accanto all’Abbazia cistercense il castello templare. (Sant’Apollinare
che voi conoscete, c’è ancora). Quindi dovevano finanziare queste imprese di
rieducare la gente alle arti e mestieri. E sono stati loro che nelle cattedrali gotiche
hanno voluto che sui portoni apparissero queste arti e mestieri santificati all’ingresso
del Tempio di Dio. Era un modo di servire il popolo cristiano. Quindi preparazione di
tecnici, organizzazione di consorterie ecc. E quando si trattava di dare uno sfogo al
surplus di benessere che c’era nell’Europa, dovuto anche a loro, mettono in moto
quella ruota, che volano di benessere che è la costruzione di fabbricati, le cave, gli
scalpellini, i carpentieri, e la mano d’opera per le grandi costruzioni ed hanno
inventato quell’assurdo che è la costruzione delle cattedrali gotiche. In cui lavorano
per 50 anni migliaia di persone a tirar su degli assurdi di chiese alte 75 metri in
paesetti piccolissimi come ad esempio Ch’atre, di 3000 abitanti, che ha una cattedrale
per 15000 persone. Volute e finanziate dai Templari, per liberare i servi della gleba,
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renderli autonomi, non più mezzadri e le loro terre venivano così lentamente
riscattate dai contadini, i quali pagando la decima, in pochi anni diventavano padroni
delle terre. E loro ne avevano sempre di nuove, perché le bonifiche non erano mai
finite. Per cui tutta la Francia è stata segnata nella direttrice Nord-Sud e Est-Ovest da
un incrocio di strade templari. Basta indovinare un paese o due, sulla stessa direttrice
dei Templari, poi potete proseguire, come abbiamo fatto già tre anni, in Francia e in
Spagna, potete incrociare sempre in quella direttrice tutte chiese templari,
caratterizzate dalle teste celtiche sulla base degli archetti.
Ogni centro provinciale dei Templari doveva costruire varie Balìe Regionali,
ogni Balìa doveva costruire coppie di Commende; ogni Commenda doveva costruire
Grange agricole, in mano ad una quantità di Templari o di appaltatori o di affittuari
dei Templari. E quando trovate il nome Grangia, trovate sempre la presenza dei
Templari, allora vedete tra Asti e Parma, sulla direttrice Moncalieri – Asti, la cascina
di S. Bernardo, il Castel Merlino, la Baussanta, e la grangia di Chieri. Tutte cose
templari: un percorso nettissimo in cui vedete le presenza dei templari con dighe, con
bonifiche, monasteri, chiese ecc. Tutte queste cose, alla distanza di una giornata l’una
dall’altra.
Perché coppie di commende, perché coppie di grange? Perché ogni grangia e
ogni commenda era collegata con la commenda gemella da un sotterraneo, per cui
quando una commenda era attaccata i cavalieri sparivano dall’altra parte; oppure se
una era assediata, avevano aiuti dall’altra parte. E sempre la Commenda dove c’è un
corso d’acqua.
Avevano anche una marina e l’hanno concentrata nel porto de La Rrochelle
che era un forte a cui non potevano accedere se non i templari, esclusivamente gli
uomini dell’ordine. Perché? Perché certamente c’era qualche cosa che nessun altro
doveva vedere.
Delle navi che arrivavano cariche d’argento. Da dove? Non sappiamo. Le
ipotesi sono due. La più assurda e quella di Jean de la Varold, che è una storico serio,
il quale dice che arrivavano navi cariche d’argento dall’America del Sud (300 anni
prima di Cristo foro Colombo). Non sappiamo. Certamente battevano tutta la
Baussanta, la bandiera bianca e nera, non quella della iuve. (erano due triangoli)
Baussanta, non sappiamo cosa voglia dire: la beata. La benedetta, non
sappiamo. Comunque nero e bianco era il loro colore ed era obbligo morale di ogni
cavaliere di non abbandonare il campo di battaglia, finchè la Baussanta sventolava.
Obbligo di morire piuttosto, e Baussanta” è anche il loro grido di guerra. Avevano
una stretta gerarchia – formidabile – capitanata dal Gran Maestro – soggetta però al
Capitolo Generale, il quale non può far tutto ma deve ascoltare il capitolo generale.
Accanto a lui, ha il suo vice il siniscalco. Quando il Gran Maestro è a Gerusalemme,
il Siniscalco governa l’Europa e viceversa. E sapere che in Oriente c’era l’esercito
che difendeva la terra santa propriamente detta, che era meno di 1/3 dei cavalieri di
tutta l’Europa. Quindi evidentemente l’Ordine aveva questi due aspetti: la facciata, la
difesa della Terra Santa; la sostanza invece la difesa della terra santa del popolo di
Dio. Infatti quando hanno perso la terra santa loro non si sono sentiti frustrati e senza
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scopo nella loro vita, ma continuavano a difendere la terra di Dio, con quell’altro
sistema.
Poi c’era il Maresciallo, che era il supremo capo militare, responsabile della
disciplina e della strategia. Questi titoli poi resteranno nell’esercito francese e
passeranno anche agli eserciti europei. Poi c’era il Commendatore della terra di
Gerusalemme che era il tesoriere dell’Ordine, il quale generalmente non era a
Gerusalemme, ma in Europa, anzi a Parigi, dove appunto il Tempio aveva il massimo
dei beni dei Templari. Poi c’era il commendatore della città di Gerusalemme che è
uno dei Grandi Elettori; poi c’è il comandante dei cavalieri.
Ogni fratello cavaliere aveva diritto a 3 cavalli e 1 scudiero; quindi un esercito
di 100 cavalieri templari era un esercito di 300 cavalli e 300 scudieri più tutto quello
che portavano con se. Soltanto il Gran Maestro aveva diritto a tre cavalcature, più un
diacono scrivano, e un saraceno come aiutante. I Templari non erano sacerdoti,
dovevano avere come padri spirituali i cistercensi. Soltanto molto tardi nel 1206,
Innocenzo III, concederà a qualche templare di diventare sacerdote, per essere
autonomi anche da quello. Avevano una stretta disciplina che dovevano osservare
sino all’estremo perché abbiano avuto tra i traditori dell’ordine, qualcuno che era
stato espulso dall’ordine per aver violato uno di questi punti. Le punizioni erano: la
meno grave la perdita della casa (dovevano cambiar casa o andare in qualche
convento); la simonia, tradire il segreto, il complotto contro fratello, la fuga nella
battaglia per paura, latrocinio in casa, ecc.; la perdita dell’abito cioè esser buttati fuori
dall’ordine, far torto a un cristiano, avere un rapporto con una donna, la menzogna,
l’accusa falsa di un fratello, uccidere per rabbia una bestia.
Le punizioni leggere erano passate in qualche grangia di lavori forzati; le
punizioni più gravi addirittura venivano chiusi dentro un convento benedettino o
agostiniano.
Erano estremamente poveri: avevano dei beni incredibili, ma nonostante
questo, loro non hanno mai posseduto niente. Avevano una bella dotte di vestiti, di
armature, spade, cavalli ecc. quello si sempre abbondante, mangiavano bene e pare
che bevessero anche meglio e si dice in francese buvè comme un templier e non bua –
buvè che era proprio il detto medievale. E i templari nonostante la loro povertà,
potevano accettare tutto, mentre i benedettini non potevano accettare se non i beni per
la Chiesa, non per il Convento perché dovevano mantenersi da soli con il lavoro della
terra, i Templari potevano accettare tutto, pero dovevano mantenere questo esercito.
Erano banchieri, accettavano depositi di beni, anche denaro e davano degli
interessi. Prestavano denaro per i re e per i papi, per le crociate. Garantivano il
trasporto di denaro con un conto corrente che era già stato usato dai veneziani, le così
dette lettere di cambio o la firma del Maestro dei Templari faceva fede fino in
estremo Oriente. Il centro di tutte le operazioni era il centro di Parigi. Pensate che
qualcuno li faceva esecutori testamentari e Luigi IX affidò loro il tesoro della
nazione, quando è andato due volte in Crociata e addirittura la riscossione di tutte le
tasse in Francia. E non si ha memoria di nessuna lamentela durante questo periodo in
Francia.
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Cosa ne facevano di tutti questi beni? Hanno per esempio finanziato le
cattedrali gotiche. Sviluppavano l’agricoltura e a quel tempo l’agricoltura era il
massimo dei beni. Possedevano miniere d’oro in Spagna, miniere d’argento in
Francia e in Spagna, miniere di ferro in Borgogna. Commerciavano in spezie, in
argento, in cotoni ecc. Però la loro grande forza era nel costruire, erano costruttori del
Tempio di Dio. L’architettura ha fatto dei passi da gigante nella trasformazione tra
romanico e gotico e si sa che per sostenere e per calcolare certi rampanti bisognava
sapere matematica e algebra molto di più di quanto era nota in quei tempi, a meno
che loro non avessero anche una matematica segreta. Di fatto sappiamo che qualche
architetto, purtroppo siccome erano quasi tutte anonime queste costruzioni, abbiamo
pochissimi documenti, ad esempio Guglielmo da Volpino sappiamo che è stato
educato a Cluny e sarà l’architetto di San Benigno di Dijon, di Fecamp, di Bernòy, e
sappiamo che queste due abbazie hanno influenzato Oan e Jumiege e queste sono
state il modello per tutte le cattedrali del primo gotico in Inghilterra. Tra 1000 e 1300
furono costruite più di 1000 chiese abbaziali, 326 nel secolo decimo primo e 702 nel
decimo secondo. Sapendo che ogni chiesa veniva costruita in circa 25/50 anni pensate
quanti operai, in queste migliaia di cantieri, per 50 anni di seguito.
Chi anticipava tutti i soldi che erano necessari per pagare le cave, per pagare
tutti gli scalpellini, prima che la gente lentamente filando alla domenica, raccogliendo
le decime sul frumento, sul granoturco, sul riso ecc., pagassero le loro cattedrali
gotiche? Chi anticipava tutta quella quantità di soldi arano i templari. Questa è la loro
realtà e in 50 anni hanno creato una civiltà cristiana di una ricchezza, di una
floridezza di cui le cattedrali gotiche sono soltanto l’aspetto più vistoso. Noi
sappiamo che in quella epoca, sec. XI-XIII è epoca dei grandi santi, di grande
sviluppo del cristianesimo, della fede del popolo. Purtroppo è stato un breve sogno.
Morto S. Bernardo, lentamente i Templari sono stati sempre di più in mano del potere
temporale e del potere secolarizzato della Chiesa, che in collaborazione li distruggerà.
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