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ABITATIVO
La disciplina sulle locazioni ad uso abitativo ha subito negli anni diversi interventi normativi. La
normativa prevista nel codice civile, nel tempo, è divenuta residuale, rispetto alla normativa
speciale (si pensi alla legge n. 392/1978, e alla legge n. 431/1998, che ha abrogato la disciplina
sull'equo canone relativamente agli immobili ad uso abitativo per le nuove locazioni; alla
Finanziaria del 2005, che ha sancito la nullità dei contratti di locazione non registrati; si pensi infine
alla cedolare secca per le locazioni non registrate).
IL PROCEDIMENTO DI CONVALIDA DI SFRATTO
Il procedimento per convalida di sfratto è un forma speciale di procedimento di cognizione
(sommario), disciplinato dagli artt. 657-669 del codice di procedura civile.
Come il procedimento per ingiunzione, è caratterizzato dall'esigenza di conseguire rapidamente il
titolo esecutivo.
Lo scopo di tale procedimento sommario è quello di far riavere al locatore la disponibilità
dell'immobile locato nel minor tempo possibile, utilizzando uno strumento processuale facilitato e
semplificato.
È sorta questione in ordine alla sopravvivenza di tale procedimento dopo l'entrata in vigore della
legge sull'equo canone. La dottrina si è espressa nel senso della sopravvivenza, poiché la legge
sull'equo canone non ha inteso disciplinare ex novo tutta la materia delle locazioni, ma si è limitata
ad interventi specifici in singoli settori.
La legge sull'equo canone (L. 27 luglio 1978, n. 392), aveva introdotto norme che erano
fortemente limitative dell'autonomia negoziale privata.
Con la legge 9 dicembre 1998, n. 431, è stato abrogato l'intero meccanismo di calcolo
dell'equo canone, liberalizzando il mercato. Inoltre, tale legge ha abrogato le norme sulla durata
delle locazioni e sulla tacita rinnovazione.
Pertanto, i nuovi contratti di locazione ad uso abitativo hanno una durata minima di quattro anni,
rinnovabili obbligatoriamente per uno stesso periodo, salvo ipotesi determinate dall'art. 3 L. 431/98
(come nel caso in cui il locatore abbia bisogno per sé o per la propria famiglia dell'immobile).
Al termine della prima scadenza, il locatore può evitare il rinnovo per il medesimo periodo se,
almeno 6 mesi prima della scadenza, provveda a comunicare tramite raccomandata con avviso di
ricevimento, disdetta motivata al conduttore, indicando uno dei motivi indicati nell'art. 3, L. n.
431/1998.
Alla seconda scadenza del contratto le parti possono attivare la procedura per il rinnovo "a nuove
condizioni", oppure possono rinunciare al rinnovo, comunicando la propria intenzione tramite
lettera raccomandata a.r., da inviare all'altra parte almeno 6 mesi prima della scadenza. La parte
interpellata dovrà dare la propria risposta entro 60 giorni dal ricevimento della raccomandata. In
mancanza di risposta o di accordo, il contratto si intende risolto.
La mancata comunicazione sulla rinuncia al rinnovo del contratto alla seconda scadenza,
comporterà il tacito rinnovo del contratto di locazione alle medesime condizioni per ulteriori 4 anni
(non rinnovabili).
In alternativa alla contrattazione libera, le parti possono stipulare contratti il cui contenuto è
stabilito dagli accordi tra le organizzazioni dei proprietari e dei conduttori ("locazioni c.d.
convenzionate" in base ad accordi territoriali).
In base agli accordi territoriali predetti, il territorio di ciascun comune viene suddiviso in cinque
zone (A-centralissima, B-centrale, C-semicentrale, D-periferica, E-agricola e frazioni) che
consentono in base anche alla presenza di elementi essenziali o non essenziali (ad es. impianto di
condizionamento) l'ammontare di canoni differenziati.
Nelle locazioni convenzionate la durata del contratto non può essere inferiore a 3 anni ed alla
prima scadenza, in mancanza di rinnovo, il contratto è prorogato di diritto per 2 anni, salva
comunque la possibilità per il locatore di dare disdetta qualora ricorrano le condizioni previste
dall'art. 3, L. 431/98.
Nelle locazioni convenzionate sono inoltre previste agevolazioni fiscali volte a favorire la
conclusione del contratto e per tutelare maggiormente i conduttori.
Il diritto che si può far valere con il procedimento di convalida di sfratto è soltanto quello del
rilascio di un immobile a favore del locatore o del concedente in forza di un contratto di locazione,
di affitto a coltivatore diretto, di mezzadria o di colonìa (art. 657), oppure in forza di un contratto di
locazione d'opera avente come corrispettivo (totale o parziale) il godimento di un immobile (art.
659, c.p.c.).
Di seguito un modello di formale messa in mora del condomino moroso e, a seguire, di atto di
intimazione di sfratto per morosità e contestuale citazione per la convalida.
……., lì…….
Il termine per il pagamento dei canoni scaduti, comunemente detto "termine di grazia", può essere
concesso dal Giudice al conduttore moroso il quale, citato in giudizio a causa del mancato
pagamento del canone di locazione, versi in comprovate condizioni di difficoltà economica.
Il Giudice, ove richiesto dal conduttore all'udienza di prima comparizione (che deve pertanto
costituirsi in giudizio e presentarsi personalmente o a mezzo del proprio procuratore), può
concedere un termine non superiore a 90 giorni per consentire al conduttore di versare, interamente:
1. l'importo dovuto per i canoni scaduti alla data di intimazione dello sfratto (e pertanto non
gli eventuali ulteriori canoni scaduti e non pagati successivamente alla data
dell'intimazione);
2. l'importo dovuto per gli oneri accessori, quali ad esempio le spese condominiali, alla data di
intimazione dello sfratto (e non quelli eventualmente scaduti e non pagati successivamente);
3. gli interessi legali sugli importi precedenti;
4. le spese legali (onorari di avvocato, marche da bollo e spese di notifica) liquidate dal
Giudice.
L'udienza viene così rinviata a non oltre 10 giorni dal termine sopra assegnato, al fine di verificare
l'esatto adempimento del conduttore. Questi, al fine di evitare la convalida dello sfratto, dovrà
versare tutte le somme indicate dal Giudice entro il termine concessogli; in mancanza di versamento
(o nel caso di versamento parziale) all'udienza successiva lo sfratto per morosità verrà convalidato
senza possibilità di eccezione e potrà così aprirsi la fase esecutiva per il rilascio dell'immobile.
Nella prassi giurisprudenziale, per ottenere il termine di grazia non occorre comprovare alcunché, in
spregio al dettato normativo; è sufficiente infatti la semplice richiesta del conduttore perché il
Giudice conceda un termine, di regola di 90 giorni, per sanare la morosità.
Peraltro il conduttore, all'interno di un quadriennio, ha la possibilità di sanare la morosità in sede
giudiziale per ben 4 volte; ciò significa che il conduttore moroso può subire 4 cause di sfratto per
morosità (saldando l'arretrato e le spese legali entro l'udienza) prima che il Giudice risolva il
contratto e disponga definitivamente il rilascio dell'immobile.
Il favor legis nei confronti del conduttore è abbastanza evidente. Il legislatore ha ritenuto che il
locatore non subisca alcun danno ove l'inquilino saldi il dovuto comprensivo di interessi e spese
legali, salvo forse il fastidio e la perdita di fiducia verso il conduttore stesso.
[21] Cass. Civ. n. 1290/1993: tale attestazione non richiede formule sacramentali, ben potendosi desumere dalle dichiarazioni o dal
contegno del locatore o del procuratore.
[22] Art. 664 c.p.c.: “Nel caso previsto nell’articolo 658, il giudice adito pronuncia separato decreto di ingiunzione per l’ammontare
dei canoni scaduti e da scadere fino all’esecuzione dello sfratto, e per le spese relative all’intimazione. Il decreto è steso in calce ad
una copia dell’atto di intimazione presentata dall’istante, da conservarsi in cancelleria. Il decreto è immediatamente esecutivo, ma
contro di esso può essere proposta opposizione a norma del capo precedente. L’opposizione non toglie efficacia all’avvenuta
risoluzione del contratto”.
[23] Art. 666 c.p.c.: “Se è intimato lo sfratto per mancato pagamento del canone, e il convenuto nega la propria morosità
contestando l’ammontare della somma pretesa, il giudice può disporre con ordinanza il pagamento della somma non controversa e
concedere all’uopo al convenuto un termine non superiore a venti giorni. Se il conduttore non ottempera all’ordine di pagamento, il
giudice convalida l’intimazione di sfratto e, nel caso previsto nell’articolo 658, pronuncia decreto ingiuntivo per il pagamento dei
canoni”.
[25] Essa non è modificabile o revocabile dal giudice che l’ha pronunciata, ha natura di provvedimento di condanna poiché dispone il
rilascio dell’immobile ed ha carattere costitutivo poiché risolve un rapporto locatizio. Contro di essa non è ammessa alcuna
impugnazione; inoltre, non è suscettibile di passare in giudicato, avendo carattere provvisorio e non essendo idonea a pregiudicare la
decisione di merito con cui viene definito il giudizio di opposizione.
[26] Art. 608 c.p.c.: “L’esecuzione inizia con la notifica dell’avviso con il quale l’ufficiale giudiziario comunica almeno dieci giorni
prima alla parte, che è tenuta a rilasciare l’immobile, il giorno e l’ora in cui procederà. Nel giorno e nell’ora stabiliti, l’ufficiale
giudiziario, munito del titolo esecutivo e del precetto, si reca sul luogo dell’esecuzione e, facendo uso, quando occorre, dei poteri a
lui consentiti dall’articolo 513, immette la parte istante o una persona da lei designata nel possesso dell’immobile, del quale le
consegna le chiavi, ingiungendo agli eventuali detentori di riconoscere il nuovo possessore”.
[27] Va segnatala la maggior tutela prevista dal Legislatore per i documenti relativi allo svolgimento di attività imprenditoriale o
professionali, essendo comunque stabilito, per questi, un obbligo di custodia di almeno due anni.
[28] Art. 4, comma I, D.Lgs. n. 28/2010: “Chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa ad una controversia in materia di
condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del
danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con
altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, è tenuto preliminarmente a esperire il procedimento di
mediazione […]. L’esperimento del procedimento di mediazione è condizione di procedibilità della domanda giudiziale.
L’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice, non oltre la prima
udienza […]”.
[29] Art. 55, L. n. 392/1978: “La morosità del conduttore nel pagamento dei canoni o degli oneri di cui all’articolo 5 può essere
sanata in sede giudiziale per non più di tre volte nel corso di un quadriennio se il conduttore alla prima udienza versa l’importo
dovuto per tutti i canoni scaduti e per gli oneri accessori maturati sino a tale data, maggiorato degli interessi legali e delle spese
processuali liquidate in tale sede dal giudice. Ove il pagamento non avvenga in udienza, il giudice, dinanzi a comprovate condizioni
di difficoltà del conduttore, può assegnare un termine non superiore a giorni novanta. In tal caso rinvia l’udienza a non oltre dieci
giorni dalla scadenza del termine assegnato. La morosità può essere sanata, per non più di quattro volte complessivamente nel corso
di un quadriennio, ed il termine di cui al secondo comma è di centoventi giorni, se l’inadempienza, protrattasi per non oltre due
mesi, è conseguente alle precarie condizioni economiche del conduttore, insorte dopo la stipulazione del contratto e dipendenti da
disoccupazione, malattie o gravi, comprovate condizioni di difficoltà”.
[30] La nullità per mancata registrazione è sanabile con effetto ex nunc dalla data di avvenuta registrazione, rendendosi cioè da quel
momento valido il contratto ed esigibili i canoni di locazione maturati successivamente alla regolarizzazione fiscale.