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Introduzione

Devo segnalarti anche il (bequadro) che serve per annullare l’effetto di precedenti BEQUADRO E
diesis o bemolli. Secondo alcuni teorici il bequadro annulla anche i doppi diesis e i doppi DOPPIO BEQUADRO

bemolli, secondo altri invece, per annullare questi ultimi due simboli occorre il (doppio
bequadro). Tutti questi simboli appena introdotti vengono chiamati alterazioni o
accidenti.

Avremo quindi:

RE MI SOL LA SI RE MI SOL LA SI

DO RE FA SOL LA DO RE FA SOL LA

DO RE MI FA SOL LA SI DO RE MI FA SOL LA SI DO

Abbiamo dunque già una piccola “complicazione”: un suono corrispondente ad un tasto nero
del pianoforte può essere identificato con due nomi diversi. In realtà la situazione è anche
peggiore: a causa delle definizioni delle alterazioni che ho appena dato, anche un tasto bianco
può infatti avere più nomi. Per esempio il DO può essere chiamato anche SI (perché no? In
fondo se dal SI salgo di un semitono arrivo proprio al DO!) o anche, esagerando, RE !
Vedrai comunque più avanti come nella maggior parte delle situazioni musicali in cui verrai
a trovarti, ci saranno motivi più che validi per identificare un suono con un certo nome anziché
con un altro.

E S E R C I Z I O
1. Esercitati a riconoscere i nomi delle note sulla tastiera di un pianoforte.

N O T E E P E N T A G R A M M A
Fin qui abbiamo visto come vengono chiamati i vari suoni; vediamo ora qual è il metodo
usato per trascrivere questi suoni su uno spartito.
I suoni si indicano graficamente per mezzo di segni convenzionali chiamati note che LE NOTE
vengono scritti ad altezze diverse (più in alto se sono più acuti e più in basso se sono più gravi)
sul pentagramma, che è quell’insieme di 5 linee e 4 spazi (che avrai visto migliaia di volte) che IL PENTAGRAMMA
riporto di seguito.

linee spazi

XIX

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