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Il nome del duo deriva da una recensione del primo lavoro del
gruppo in cui militavano, i Darlin', apparsa sulla rivista
britannica Melody Maker, in cui erano stati definiti «un
gruppetto di stupidi teppisti» («a daft punky trash»).[8][9][10]
I Daft Punk in concerto nel 2007
La Duophonics Records pubblicò nello stesso anno una cover dei The Beach Boys e un brano originale in un
EP di artisti vari. I tre ricevettero una recensione negativa da parte della rivista britannica Melody Maker, che
definì la musica del gruppo "a daft punky trash".[8] I Darlin' si sciolsero un anno più tardi, nel 1993.
Brancowitz entrò a far parte del gruppo del fratello, i Phoenix, mentre Bangalter e De Homen-Christo
formarono i Daft Punk, iniziando a sperimentare con sintetizzatori e drum machine.[11]
de Homem-Christo ha dichiarato in un'intervista resa nota al grande pubblico durante il documentario dedicato
al duo Daft Punk Unchained che il film Il fantasma del palcoscenico è stato, tanto per lui quanto per
Bangalter, essenziale per la loro infanzia e, in età adulta, d'ispirazione per l'immagine che il duo ha adottato.[12]
1993-1999: Homework
Nel settembre del 1993 i due consegnano una demo a Stuart Macmillan, co-fondatore dell'etichetta Soma
Quality Recordings. Quella registrazione divenne la base del loro singolo di debutto, The New Wave, messo in
commercio in edizione limitata nel 1994. Tornarono in studio nel maggio del 1995 per registrare Da Funk.[8]
Pubblicato nello stesso anno, il singolo divenne il primo successo commerciale del gruppo.
I Daft Punk non avevano intenzione inizialmente di pubblicare un album, ma dopo una serie di accordi con la
Virgin Records, decisero di firmare il contratto a condizione di mantenere una certa indipendenza nel controllo
della propria immagine e in quello che ne conseguiva; era il settembre del 1996. Riuscirono ad imporre le loro
regole in quanto provenienti da famiglie agiate, programmando una carriera a livello internazionale, il loro
modello d'affari fu ritenuto il migliore di sempre.[10]
Nel 1997 fu pubblicato Homework. Visto come un innovativo mix di techno, musica house, acid house e
electro,[8][13] l'album fu presto riconosciuto come uno dei più influenti album dance degli anni novanta. Tra i
singoli estratti dall'album, quello più noto fu Around the World,[8] noto anche per il suo particolare video
musicale realizzato dal regista francese Michel Gondry.
L'album fu prodotto nella camera da letto di Bangalter, riempita di apparecchiature e tastiere per l'occasione. Il
musicista leggeva le istruzioni degli strumenti una volta al mese, inoltre fu tra i primi in Francia ad avere un
computer sofisticato e lo adoperò per la realizzazione di suoni e immagini.[10]
1999-2003: Discovery
Nel 2001 uscì l'album Discovery, che segna una svolta nel sound del gruppo verso uno stile synth pop anni
ottanta.[14] Il singolo One More Time fu un grande successo in tutte le discoteche del mondo,[8] divenendo il
loro singolo più venduto in carriera, mentre i successivi singoli Digital Love e Harder, Better, Faster, Stronger
divennero altrettanto famosi. La canzone Face to Face arrivò al primo posto nelle classifiche dei club
statunitensi nonostante non fosse mai uscita come singolo.[15] Da queste canzoni fu tratto il film Interstella
5555, basato unicamente su ritmi e canzoni dei Daft Punk, che appaiono nel film giapponese.[14]
In un'intervista rilasciata a Remix Magazine Online, il gruppo affermò che il nome dell'album Discovery deriva
da un paragone da essi fatto con la fase di scoperta che si sperimenta nell'infanzia, simboleggiando la loro
nuova attitudine giocosa e aperta nei confronti della musica.[16] Va notato infatti che alcuni brani presentano
temi e campionamenti ripresi da canzoni dei tardi anni settanta e dei primi anni ottanta (e va anche notato che
alcuni, per questo stesso motivo, hanno scambiato l'ordine delle lettere del titolo interpretandolo come "Very
Disco", cioè molto influenzato dalla disco music).[14]
Nel 2001 venne pubblicato l'album dal vivo Alive 1997, che documenta in 45 minuti il concerto di
Birmingham del 1997.[8]
Il 4 aprile 2006 venne pubblicata in versione CD/DVD la raccolta Musique Vol. 1 1993-2005.[23] Sono inoltre
stati girati nuovi video per Prime Time of Your Life e Robot Rock.
Il 2006 ha segnato inoltre la prima esibizione dal vivo del gruppo a distanza di nove anni, precisamente al
Coachella Valley Music and Arts Festival.[24] A tale evento è seguita una tournée in America del Nord, Europa
e Giappone svoltasi tra il 2006 e il 2007; dalla data tenuta a Parigi è stato estratto l'album dal vivo Alive 2007,
uscito il 20 novembre 2007 e accolto positivamente dalla critica specializzata, che ne ha elogiato lo spettacolo
scenografico.[25] Il disco vantò un discreto successo commerciale in Francia e vinse un Grammy Award al
miglior album dance/elettronico in occasione della 51ª edizione della manifestazione.[26][27]
Il 20 ottobre 2010 i Daft Punk sono apparsi a sorpresa sul palco del Madison Square Garden durante
l'esibizione dei Phoenix, con i quali hanno eseguito If I Ever Feel Better.[28]
Durante il 2010 il duo è stato chiamato dalla Disney per produrre la colonna sonora del film Tron: Legacy,
uscito il 29 dicembre, in cui hanno anche un piccolo cameo.[29] La colonna sonora è stata pubblicata il 22
dicembre, mentre il 5 aprile 2011 è uscito l'album contenente i remix della colonna sonora, Tron: Legacy
Reconfigured.[30]
La Soma Records, casa discografica scozzese che lanciò il primo album dei Daft Punk Homework e i loro
primi singoli, ha annunciato per il 19 settembre 2011 l'uscita di un CD con una canzone di tutti gli artisti che
hanno fatto parte della casa discografica, tra cui i Daft Punk. Nella lista tracce figura un inedito del gruppo,
intitolato Daft Drive.[31]
Nell'ottobre del 2011, la rivista DJ Magazine li ha posizionati alla posizione 28 nella classifica dei 100 migliori
DJ, salendo di 16 posizioni rispetto al piazzamento dell'anno precedente.[32]
L'11 marzo 2013 il duo australiano di musica elettronica Empire of the Sun, per ufficializzare il loro secondo
album Ice on the Dune, ha pubblicato un trailer intitolato Discovery in onore dell'album dei Daft Punk, da cui
hanno preso in parte lo stile.[33]
2011-2016: Random Access Memories
Nei primi mesi del 2012 musicisti e artisti famosi come Nile Rodgers, Giorgio Moroder e Paul Williams hanno
annunciato la loro collaborazione con i Daft Punk riguardo al progetto di un loro quarto album in uscita verso
la primavera 2013.
Il 26 febbraio 2013 il duo ha rivelato l'uscita del disco per il successivo 21 maggio e nella notte tra il 2 e il 3
marzo, durante il Saturday Night Live, ha lanciato la prima pubblicità inerente all'album, confermando la data
di pubblicazione.[34] Il 23 marzo 2013 è stato rivelato il titolo, Random Access Memories,[35] e il 19 aprile è
stato presentato il primo singolo Get Lucky, realizzato con Pharrell Williams alla voce e Nile Rodgers alla
chitarra.[36]
Il 15 luglio 2016 durante un'intervista per Billboard, il vicepresidente della Republic Records Wendy
Goldstein ha rilasciato alcune informazioni riguardanti la collaborazione tra il duo e il cantante R&B The
Weeknd per l'incisione di due brani per l'album di quest'ultimo, Starboy.[37] I brani in questione, Starboy e I
Feel It Coming, sono stati pubblicati come singoli rispettivamente il 22 settembre e il 17 novembre 2016. In
occasione dei Grammy Awards 2017, il duo e The Weeknd hanno eseguito dal vivo I Feel It Coming.[38]
L'ultima produzione ufficiale del duo è il brano Overnight dei Parcels, pubblicato nel 2017 da Kitsuné
Musique e Daft Trax.[39]
Il 22 febbraio 2021 il duo ha annunciato lo scioglimento attraverso un video pubblicato sul proprio canale
YouTube, intitolato Epilogue e mostrante la scena conclusiva del loro film Daft Punk's Electroma.[40]
Stile musicale
Lo stile eterogeneo dei Daft Punk ha sempre spaziato fra diverse
varianti della musica da ballo elettronica, focalizzandosi
principalmente sulla french house, di cui sono considerati esponenti di
punta.[1][2][4][5] Hanno sovente fatto un largo uso di campionamenti
tratti da brani pubblicati negli anni settanta e ottanta,[41] riprendendo
inoltre le sonorità "robotiche" dei Kraftwerk e quelle "kitsch" del funk
e della disco music.[42][43][44]
Nonostante questa premessa, la musica dei Daft Punk è cambiata di I Daft Punk nel 2010
album in album. Se l'esordio Homework (1997) presenta un repertorio
techno, acid house e funky,[45] il seguente Discovery (2001) si
caratterizza per i brani più melodici e accessibili,[8][43][46] che grazie al contributo estetico di Interstella 5555,
film d'animazione che funge da videoclip dell'intero l'album, ispirerà la nascita di una corrente estetica e
musicale che prende il nome di future Funk, un sottogenere della vaporwave nato intorno al 2014.[47] Human
After All (2005), dalle sonorità più rock, ha ricevuto giudizi controversi per l'ostentata ripetitività dei brani.[43]
Nel quarto album Random Access Memories (2013) i Daft Punk rinunciano quasi del tutto ai campionamenti
omaggiando vari stili musicali diffusi negli anni settanta quali il funk e la disco music, nonché il pop
progressivo e il soul.[44][46] Gli altri lavori includono Alive 2007, che presenta mash-up di loro brani pubblicati
nei primi tre album in studio,[48] e la colonna sonora di TRON: Legacy (2010), i cui brani sono stati definiti
«metà Jean-Michel Jarre e metà Drexciya, o situazioni inverosimili tipo gli Stars of the Lid che suonano a una
festa Disney».[49]
Sono stati inoltre classificati esponenti di varie espressioni di musica dance quali la techno,[8] l'electro[50][51] e la
progressive house.[6][52]
Uso di componenti visive
I Daft Punk sono famosi per l'uso di componenti visive abbinate alle loro canzoni: alcuni dei video musicali ad
esse legati sono stati diretti da registi di culto fra cui Spike Jonze e Michel Gondry. L'intero album Discovery
inoltre ha fatto da colonna sonora al film d'animazione Interstella 5555, realizzato da Leiji Matsumoto autore
del celebre Capitan Harlock, protagonista dell'omonimo anime giapponese del 1978.
I due musicisti appaiono quasi sempre vestiti da robot. Bangalter ha spiegato: «Ci fu un incidente nel nostro
studio. Stavamo lavorando con il campionatore e questo, esattamente alle 9:09 del 9 settembre 1999, esplose.
Quando riprendemmo conoscenza, ci accorgemmo che eravamo diventati dei robot». Sono rarissime le
fotografie che ritraggono i volti dei due musicisti, sebbene in precedenza non si vestissero da robot.
I Daft Punk hanno anche diretto e prodotto un film, Daft Punk's Electroma, presentato in anteprima al Festival
di Cannes 2006. La trama è incentrata su due robot (rappresentanti i Daft Punk stessi) che in questa avventura
tenteranno in tutti i modi di diventare esseri umani.[53]
Riconoscimenti
Questa voce o sezione sull'argomento gruppi musicali è ritenuta da
controllare.
Motivo: Ci sono informazioni parziali e da fontare: stando a quello che è riportato
sul AllMusic (http://www.allmusic.com/artist/daft-punk-mn0000667669/awards), i
premi vinti dalla formazione sono molto più numerosi
Grammy Award
Discografia
1997 – Homework
2001 – Discovery
2005 – Human After All
2013 – Random Access Memories
Filmografia
D.A.F.T.: A Story About Dogs, Androids, Firemen and Tomatoes (1999)
Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem (2003)
Daft Punk's Electroma (2006)
Tron: Legacy (cameo) (2010)[54]
Daft Punk Unchained (2015)
Note
1. (EN) Listverse Com, The Ultimate Book of Top 10 Lists, Ulysses Press, 2009, p. 438.
2. (EN) Suzanne Ely, Return of the Cybermen, in Mixmag, luglio 2006.
3. ^ French Touch: il tocco magico del suono "stiloso"., La Repubblica XL. URL consultato il 4 maggio
2013.
4. (FR) Humains après tout, su nonfiction.fr. URL consultato il 4 maggio 2013.
5. (EN) Jonathan Cohen, One More Time, in Billboard, settembre 2007.
6. (EN) Daft Punk, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 31 ottobre 2017.
7. ^ Daft Punk page (http://www.thedjlist.com/djs/DAFT_PUNK/) at thedjlist.com. Retrieved on
December 24, 2006.
8. Federico Guglielmi, Grande enciclopedia rock, Giunti Editore, 2002, p. 193.
9. ^ (EN) Disco!, Nicolas Hidiroglou, in SPIN, pag.88-90, marzo 1998.
10. (EN) Daft Punk Unmasked - 30 Facts You Didn't Know, New Musical Express, 10 maggio 2013.
URL consultato il 21 novembre 2016.
11. ^ Federico Guglielmi, Grande enciclopedia rock, Giunti Editore, 2002, p. 193.
12. ^ How Phantom of the Paradise is the Daft Punk Story, in Hazlitt, 2 luglio 2013. URL consultato il
24 gennaio 2018.
13. ^ (EN) Nick Sylvester, Daft Punk - Alive 2007, in Vibe, dicembre 2007, p. 110.
14. Daft Punk - Discovery :: Le pietre miliari di OndaRock, su ondarock.it. URL consultato il 14 febbraio
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15. ^ (EN) Daft Punk – Chart history (Billboard Hot Dance Club Songs), Billboard. URL consultato il 14
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21. ^ Antonio Foglio, Il marketing comunicativo business to business, FrancoAngeli, 2014, p. 170.
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27. ^ (EN) Daft Punk, in The Recording Academy, 14 maggio 2017. URL consultato il 12 giugno 2017.
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33. ^ Secondo album per Empire of the sun, su ansa.it. URL consultato il 2 aprile 2013.
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35. ^ Daft Punk: Nuovo album in uscita a maggio, su loudvision.it. URL consultato il 2 aprile 2013.
36. ^ DAFT PUNK: ARRIVA IL SINGOLO, su newsic.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url
originale il 6 marzo 2014).
37. ^ Lars Brandle, The Weeknd and Daft Punk Actually Collaborated on Two Songs for 'Starboy',
Billboard, 11 aprile 2016. URL consultato il 6 dicembre 2016.
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41. ^ (EN) Daft Punk, WhoSampledWho. URL consultato il 20 luglio 2015.
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43. Daft Punk, Ondarock. URL consultato il 20 luglio 2015.
44. (EN) Random Access Memories, Pitchfork. URL consultato il 20 luglio 2015.
45. ^ Enzo Gentile, Il dizionario del pop-rock, Zanichelli, 2014, p. 417.
46. Daft Punk, Scaruffi. URL consultato il 20 luglio 2015.
47. ^ (EN) Margaret Cataldi, Classical composer explains future funk, su The Prospector, 12
novembre 2019. URL consultato il 18 marzo 2021.
48. ^ (EN) Barry Walters, Save the Robots, in Spin, dicembre 2007.
49. ^ Pier Vigevani, Daft Punk - TRON: Legacy, in Rumore Magazine, dicembre 2010.
50. ^ Daft Punk, MTV. URL consultato il 20 luglio 2015.
51. ^ Discovery, Ondarock. URL consultato il 29 ottobre 2009.
52. ^ (EN) Scott Sayare, Electro Music Ambassador's French Touch, The New York Times, 26
gennaio 2012. URL consultato il 10 ottobre 2015.
53. ^ Michele Boroni, Biografia estetica dei Daft Punk per elaborare l'addio, su Elle Decor, 23
febbraio 2021. URL consultato il 18 marzo 2021.
54. ^ (EN) Details of Daft Punk's Tron: Legacy Cameo, Pitchfork. URL consultato il 21 gennaio 2017.
Bibliografia
Marco Braggion, Daft Punk - Icons After All, Odoya, 2010, ISBN 978-88-6288-092-3.
Altri progetti
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o altri file su Daft Punk (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Daft_Punk?uselan
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