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Le fate

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Le fate (Die Feen) è la prima opera completa di Richard


Le fate
Wagner. Stilisticamente si colloca nel filone dell'opera
romantica tedesca e risente fortemente dell'influenza dei
modelli del giovane Wagner, Carl Maria von Weber e
Heinrich Marschner. Sebbene sia stata scritta nel 1833,
quando Wagner aveva 20 anni, la prima rappresentazione
assoluta, diretta da Franz Fischer e preparata dal giovane
Richard Strauss, ebbe luogo solo dopo la morte del
compositore (avvenuta il 13 febbraio 1883), il 29 giugno 1888
all'Hof- und Nationaltheater di Monaco. Lo stesso Wagner,
infatti, considerava Le fate un malriuscito esperimento
giovanile e, come per Il divieto d'amare, non includeva
quest'ultima nel corpus di opere degne di essere portate in
scena a Bayreuth. L'esecuzione fu un successo. L'opera venne
rappresentata anche in altri teatri, ma alla fine non riuscì a
entrare in repertorio. Oggi questo lavoro è quasi dimenticato e
viene rappresentato solo raramente.

Titolo Die Feen


originale
Indice Lingua tedesco
La genesi originale
Trama Musica Richard Wagner
Gli antefatti Libretto Richard Wagner
Atto I
Prima scena: Il giardino delle fate (libretto online (http://o
Seconda scena: Un deserto desolato e pera.stanford.edu/Wag
roccioso ner/DieFeen/libretto.ht
ml))
Terza scena: Giardino delle Fate con Palazzo
splendente
Fonti La donna serpente
Atto II
letterarie (1763) e Il corvo (1762)
Scena: Atrio di un palazzo nella città di
Arindal di Carlo Gozzi
Atto III Atti tre
Prima scena: Sala delle feste Epoca di 1833
Seconda scena: Il terribile abisso dell'impero composizione
sotterraneo Prima rappr. 29 giugno 1888
Terza scena: Palazzo delle fate, circondato
dalle nuvole Teatro Hof- und
Nationaltheater, Monaco
Organico orchestrale
Prima rappr. 13 gennaio 1998
Fonti italiana
Discografia Teatro Teatro Lirico, Cagliari
Altri progetti Personaggi
Collegamenti esterni Il re delle fate (basso)
Ada, una fata (soprano)
Zemina e Farzana, fate (soprani)
La genesi
Arindal, re di Tramond (tenore)
Le fate è già il quarto lavoro teatrale di Wagner. Del suo Lora, sua sorella (soprano)
lavoro di debutto però, la "grande tragedia" Leutbald, Wagner Morald, amico di Arindal e amante di
completò solamente il testo, mentre probabilmente non ne
Lora (baritono)
iniziò mai la composizione. Della sua seconda opera,
"un'opera pastorale", non è rimasto nemmeno il titolo. L'opera Gernot, servitore di Arindal (basso)
"d'orrore" Le nozze venne interrotta da Wagner tra il 1832 e il Drolla, compagna di Lora (soprano)
'34, dopo che la sorella Rosalie, la principale finanziatrice e Gunther, cortigiano di Tramond (tenore)
matriarca della famiglia, trovò la trama ripugnante. Nel 1833
venne eseguita la prima composizione drammatica di Wagner, Il mago Groma (basso)
un'aria che egli scrisse per l'opera Il vampiro di Marschner. Harald, suo generale (basso)
All'inizio del 1833 si dedica alle Fate. Il soggetto di Un messo (baritono)
quest'opera deriva da La donna serpente (1763) e Il corvo
(1762) di Carlo Gozzi. Alcuni personaggi di Le nozze si I due figli di Arindal e Ada, Compagni di
ritrovano anche nelle Fate, per esempio Ada e Arindal, che Morald, Fate, Popolo, Guerrieri, Spiriti
anche qui sono una coppia, in questo caso però da anni terrestri, Uomini di bronzo, Spiriti
felicemente sposata. Wagner concluse la partitura nel gennaio invisibili di Groma (coro)
del 1834. Il tentativo di rappresentare l'opera a Lipsia fallì
Autografo non è stato rintracciato
nonostante le buone conoscenze di Wagner nell'ambiente
editoriale e culturale (la sorella Luise era sposata dal 1828 con
l'editore Friedrich Arnold Brockhaus, curatore dell'enciclopedia eponima, mentre la sorella Rosalie era una
nota attrice del teatro di Lipsia). Dopo che i sovrintendenti, pur avendo promesso di rappresentare l'opera nei
loro teatri, rimandavano continuamente la data della prima, nell'autunno del 1835 Wagner distolse
definitivamente le sue attenzioni dalla sua creazione. Da questo momento in poi Le fate non gioca più alcun
ruolo nella vita del compositore.
A Natale del 1865 Wagner donò al suo mecenate, il re Luigi II di Baviera, la partitura originale dell'opera. Nel
1939 questa partitura, insieme a quelle de Il divieto d'amare, Rienzi, L'oro del Reno e La Valchiria, venne
regalata ad Adolf Hitler in occasione del suo 50º compleanno. Dal 1945 questi manoscritti sono spariti.

Trama
L'opera lirica "Le fate" si svolge a Lyon, in Francia

Gli antefatti

Arindal e il suo servitore Gernot sono a caccia. Avvistano una magnifica cerva, e si lanciano all'inseguimento,
senza però riuscire a catturarla; seguendo la cerva, giungono per una via misteriosa nel regno delle fate. Là,
Arindal vede la fata Ada, e i due si innamorano a prima vista l'uno dell'altra. Sfidando la volontà del re delle
fate, Ada è intenzionata a sposare il suo amante. Il re, alla fine, acconsente, ma ad una condizione: per otto
anni Arindal non dovrà mai chiedere ad Ada chi ella sia. Arindal accetta. Passano gli anni, la coppia ha due
bambini. Ma Arindal, proprio poco prima della fine del tempo, viene meno al giuramento e rivolge la fatale
domanda alla sua sposa. Di conseguenza, Arindal e Gernot vengono cacciati dal regno delle fate e mandati in
una landa desolata e selvaggia. Ada allora, decisa a ritrovare il consorte, rinuncia alla propria immortalità e
lascia il regno alla ricerca dell'amato.
Atto I

Prima scena: Il giardino delle fate

Zemina e Farzana sono alla ricerca di Ada, per convincerla a non rinunciare all'immortalità: pregano tutte le
fate e tutti gli spiriti di aiutarle.

Seconda scena: Un deserto desolato e roccioso

Dopo la morte del padre di Arindal, Morald e Gunther si sono avviati, per cercare il figlio smarrito, visto che
Tramond è minacciato dal re Murold. Incontrano Gernot che racconta loro cosa è successo negli otto anni
passati. Con l'aiuto del mago Groma vogliono convincere Arindal a tornare a Tramond. Arindal è ancora alla
ricerca di Ada (Wo find ich dich, wo wird mir Trost, Dove ti trovo, dov'è la mia consolazione) e si imbatte di
nuovo in Gernot. Quest'ultimo cerca di farlo uscire dalla sua disperazione, parlando male di Ada e
paragonandola alla strega Dilnovaz. Entra in scena in quel momento Gunther, travestito da sacerdote santo (O
König du bist übel dran, von einem bösen Weib umstrickt, o re tu sei crudelmente circuito da una donna
cattiva) e, una volta svelata questa finzione, Morald, camuffato da fantasma del defunto padre di Arindal e
dicendo di essere morto dal dispiacere per la vicenda di suo figlio. Proprio in quel momento il re Murold
scende sulla Terra devastandola. Soltanto una città è difesa valorosamente da Lora, sorella di Arindal. Quando
questi vuole avviarsi verso casa, anche il secondo travestimento è svelato, ma Morald lo assicura che tutto ciò
che ha detto è la verità e che lui deve venire subito a casa. Arindal acconsente. Con ansia vuole partire (Oh
Grausame leb ewig wohl, zum Kampfe zieh ich für mein Vaterland), ma improvvisamente lo prende la
stanchezza e si distende su una pietra.

Terza scena: Giardino delle Fate con Palazzo splendente

Quando Arindal si sveglia, tutto d'un tratto vede Ada davanti a lui. Grande è la sua gioia, ma lei gli rivela che
possono rimanere insieme ancora per poco tempo.
Quando Gernot e i compagni ritornano, non capiscono subito dove si trovano. Poi vedono la bellissima Ada e
Gernot racconta loro che lei è la moglie di Arindal. Ora diventano pian piano dubbiosi, sul fatto che Arindal
sia ancora convinto di tornare a casa.
Ada rassicura Arindal di rivederlo il giorno seguente, tuttavia egli deve giurarle di non maledirla qualsiasi cosa
succeda. Dopo il giuramento gli permette di lasciare, insieme ai suoi compagni, il regno delle fate, perché si
occupi della giustizia e dell'ordine nella sua patria (Auf komm mit uns nach deinem Lande, Orsù, vieni con noi
verso la tua terra).

Atto II

Scena: Atrio di un palazzo nella città di Arindal

Affranti perché destinati alla sconfitta, Lora e gli abitanti di Tramond si radunano davanti al palazzo. Là appare
un messaggero che annuncia l'imminente arrivo di Arindal e i suoi compagni. Quando questi giungono vedono
lo stato miserevole in cui è ridotto il loro paese (Von Feinden alles voll, kaum noch ein Fußbreit gehöret uns,
Pieno di nemici, non ci appartiene quasi più nulla). Ciò nonostante Gernot e Drolla festeggiano il ritorno dopo
otto anni di Arindal (Du bist's! Oh welche Freude!, Sei tu! Oh quale gioia!). Quando i combattenti ingaggiano
battaglia, Arindal rimane indietro. Ada gli appare nella sala del palazzo. (Weh mir, so nah die fürchterliche
Stunde, Che dolore, così vicina la tremenda ora). Ad un suo gesto appaiono i loro figli che abbracciano
Arindal. Improvvisamente Ada glieli strappa e li getta in un abisso infuocato. Nello stesso momento ritornano i
guerrieri, messi in fuga che annunciano che tutto è perduto e Morald è scomparso. Quando arriva il generale
Harald e racconta che una donna soldato di nome Ada ha disperso le sue armate ovunque, Arindal maledice
sua moglie.
Dopo la rottura del giuramento, si manifesta Ada. Ciò che era appena successo era stata in realtà solo
un'allucinazione: lei ha imprigionato Harald, che lo aveva tradito e annientato i suoi compagni, Morald sta
vincendo la battaglia grazie all'appoggio della fata e i bambini tornano e riabbracciano il padre. Ma Ada viene
trasformata in statua e così rimarrà per cento anni.

Atto III

Prima scena: Sala delle feste

Morald e Lora vengono acclamati re e regina. Morald non è contento perché Arindal, re legittimo è diventato
pazzo.
Nella sua pazzia Arindal cerca sua moglie Ada. Il mago Groma, di cui spesso ode la voce, lo esorta a
continuare la sua ricerca (Auf Arindal, was zauderst du, Su Arindal, cosa aspetti). A questo punto lui incontra
le fate Zemina e Farzana. Loro gli indicano il modo con cui riportare in vita Ada, ma in realtà vogliono la sua
rovina. (Wir leiten gern ihn hin zu ihr, denn uns erfreut sein Untergang, Lo conduciamo volentieri a lei, perché
ci rallegra la sua caduta). Il mago Groma consiglia ad Arindal di seguire le fate ma di portare con sé scudo,
spada e lira.

Seconda scena: Il terribile abisso dell'impero sotterraneo

Le fate lo conducono nel mondo sotterraneo, dove Arindal deve sostenere due prove contro gli spiriti. Con
l'aiuto di Groma, e delle armi vince lo scontro quasi disperato contro questi spiriti e trova la moglie trasformata
in statua. Disperato vorrebbe rassegnarsi al destino, perché non può rompere l'incantesimo ma sente di nuovo
la voce di Groma, che gli dice di prendere la lira. Arindal obbedisce e, suonando, riporta in vita Ada. Farzana
e Zemina, sconfitte, spariscono.

Terza scena: Palazzo delle fate, circondato dalle nuvole

Ad Arindal viene concessa l'immortalità dal re delle fate, per il suo coraggio e le sue azioni eroiche. Potrà
rimanere per sempre con Ada nel regno delle fate. Ai festeggiamenti per l'incoronazione possono partecipare
anche dei mortali: Morald, Lora, Drolla, Gernot e Gunther. Morald e Lora vengono ufficialmente dichiarati da
Arindal signori di Tramond (Euch beiden geb ich jetzt mein Erdenland, A voi due, io do ora la mia terra).
Arindal viene condotto al trono da Ada tra la grande partecipazione delle fate (Ein hohes Los hat er errungen,
Una grande sorte ha conquistato)

Organico orchestrale
La partitura di Wagner prevede l'utilizzo di:

ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti


4 corni, 2 trombe, 3 tromboni
timpani
arpa
archi

Da suonare internamente:
2 flauti, 2 clarinetti, 2 trombe, 4 tromboni

Fonti
Orfeo GmbH, München; Aufnahme und Textbuch Die Feen von 1984 Egon Voss; Nachwort zu Richard
Wagners Rienzi; Reclam 5645 von 1983 Kultur Bibliothek; Band II; Opern- und Operettenführer

Discografia
Die Feen - BBC Northern Symphony Orchestra, Sir Edward Downes, John Mitchinson
(Arindal), April Cantelo (Ada), 1974, Deutsche Grammophon
Die Feen - Coro e Orchestra della Radio Bavarese, Wolfgang Sawallisch, John Alexander
(Arindal), Linda Ester Gray (Ada), 1983, Orfeo
Die Feen - Coro e Orchestra del Teatro Comunale di Cagliari, Gabor Ötvös, Raimö Sirkia
(Arindal), Sue Patchell (Ada), 1998, Dynamic

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Textbuch und Szenenübersicht zu den Feen, su richard-wagner-werkstatt.com. URL consultato il
21 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2016).
VIAF (EN ) 175038680 (https://viaf.org/viaf/175038680) · LCCN (EN ) n86856320 (http://
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