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Rotazione consonantica

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Con il termine rotazione consonantica (Lautverschiebung) vengono indicati determinati fenomeni di


mutamento fonetico che possono verificarsi nel corso dello sviluppo di una lingua. Le consonanti si
trasformano così, secondo regole precise, in consonanti diverse.

Le rotazioni più importanti che si conoscono tra le lingue indoeuropee sono quelle che hanno investito la
famiglia delle lingue germaniche (prima rotazione consonantica o erste Lautverschiebung), e l'alto tedesco tra
le lingue germaniche (seconda rotazione consonantica o zweite Lautverschiebung). Per esempio il basso
tedesco (Niederdeutsch o Plattdeutsch) e inglese water ha come esito in alto tedesco wasser; il basso tedesco
eten si trasforma nell'alto tedesco essen.

Un'altra rotazione consonantica di portata simile tra le lingue indoeuropee ha investito la lingua armena
(rotazione consonantica armena).

Indice
Prima rotazione consonantica del germanico comune
Da occlusive sorde a fricative (o spiranti) sorde
Da occlusive sonore a occlusive sorde
Da occlusive sorde a fricative sorde intense se in posizione intervocalica e finale
postvocalica
Ulteriori caratteristiche della prima rotazione consonantica
Legge di Verner
Alternanza grammaticale
Modalità e cronologia della rotazione
Seconda rotazione consonantica dell'alto-tedesco
Da occlusive sonore a sorde
Da occlusive sorde a affricate/fricative sorde
Da spirante interdentale sorda ad occlusiva sonora
Cronologia della seconda rotazione
Rotazione consonantica armena
Occlusive sorde
Occlusive sonore
Occlusive sonore aspirate
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni

Prima rotazione consonantica del germanico comune


La prima rotazione consonantica, o erste Lautverschiebung è conosciuta anche come "legge di Rask-Grimm";
coinvolge la serie di consonanti occlusive delle lingue germaniche in rapporto all'indoeuropeo comune. Essa
sarebbe cominciata nel V secolo a.C. e si sarebbe conclusa fra il IV e il II secolo a.C.

Jacob Grimm, filologo tedesco, nella sua opera Deutsche Grammatik formulò la legge del mutamento fonico e
l'evoluzione del sistema consonantico indoeuropeo nelle lingue germaniche.

La scoperta delle regole sulla prima mutazione consonantica ha contribuito a definire i principi del metodo
storico comparativo, esaminando la pluralità di esiti consonantici e arrivando alla dimostrazione scientifica
delle parentele genetiche tra le lingue. La prima mutazione consonantica è:

sistematica e ineccepibile;
riguarda tutte le occlusive dell'indoeuropeo;
predocumentaria;
pangermanica;
non accetta fenomeni di ritorno (cioè non esiste alcun fonema che faccia eccezione).

Probabilmente la prima mutazione consonantica è stata causata dal sostrato celtico, finnico o retico-etrusco. È
predocumentaria e perciò non si possiedono scritti che ne siano esenti. L'unica cosa che può far supporre che
la mutazione sia avvenuta verso il I secolo a.C. è la testimonianza (né certa né univoca) dei prestiti germanici
passati in lingue storiche.

Jakob Grimm, analizzando la prima mutazione consonantica, prende spunto da Rasmus Christian Rask,
applicando i suoi criteri e ordinando il “caos” del consonantismo delle lingue di matrice indoeuropea. La sua
legge riguardava tutte le occlusive del (proto-)indoeuropeo.

Per prima cosa avviene, nel germanico comune, un'unione tra la serie palatale e quella velare, mentre le sorde
aspirate coincidono con quelle semplici.

Le occlusive sorde indoeuropee diventano fricative sorde, quelle sonore diventano sorde e quelle sonore
aspirate perdono l'aspirazione.

Da occlusive sorde a fricative (o spiranti) sorde


/p/ > /f/
/t/ > /θ/ (pronunciato come <th> dell'inglese)
/k/ > /x/ (come <ach> del tedesco)

Per cui:

indoeuropeo *ph₂tḗr ‘padre’ > gotico fáðar; greco πατήρ patḕr, latino pater → alto tedesco
Vater, basso tedesco Vadder, inglese father, danese far
greco τρεῖς trēs, latino tres > gotico þreis → inglese three
indoeuropeo *dekṃ ‘dieci’ > greco δέκα dèka, latino decem (pron. /'dɛkɛm/) > gotico taihun,
inglese ten → tedesco zehn
indoeuropeo *ḱerd- > latino cor (tema cord-), greco καρδία/κῆρ kardìa/kḕr→ tedesco Herz,
basso tedesco Hart, inglese heart, islandese hjarta

Da occlusive sonore a occlusive sorde


/b/ → /p/
/d/ → /t/
/g/ → /k/

Per cui:

latino labium → inglese lip


latino decem → inglese ten, basso tedesco teihn, nederlandese tien /ti:n/, danese ti
latino gula → alto tedesco Kehle

Da occlusive sorde a fricative sorde intense se in posizione intervocalica e


finale postvocalica
/ph/ → /ff/
/th/ → /ss/
/kh/ → /xx/

Ulteriori caratteristiche della prima rotazione consonantica

Esistono alcune sotto-regole che governano i cambiamenti della legge di Grimm, tra cui la legge di Verner
sull'accento, per cui la rotazione consonantica prende il nome completo di legge di Grimm-Verner:

le occlusive sorde non passano a fricative se precedute da /s/, /k/ e /f/

latino piscis (pronuncia /piskis/) → antico norreno fiskr, antico inglese fisc

l'occlusiva dentale sorda /t/ non cambia se preceduta anche da /k/ e /p/

latino noctem → tedesco Nacht, inglese 'night'

i prestiti posteriori alla rotazione naturalmente non risentono di essa.

Legge di Verner

Il linguista danese Karl Verner formulò questa legge appurando delle condizioni particolari in cui la prima
rotazione consonantica non s'attiva come dovrebbe.

Il mutamento descritto da Verner perfeziona la legge di Grimm e si realizza nei fonemi già trasformati in
fricativi. Riguarda il trattamento delle occlusive sorde per le quali, accanto alla mutazione in fricativa sorda, è
attestato anche il passaggio in fricativa o occlusiva sonora. La legge è stata formulata in modo da mettere in
evidenza che alla sonorizzazione della sorda interna concorrono sia la sonorità dell'ambiente circostante sia
l'atonia della sillaba precedente il fonema. Ciò è legato alla cronologia delle innovazioni del germanico
comune: al momento della realizzazione della legge di Verner non s'era ancora conclusa l'innovazione
riguardante l'accentro protosillabico germanico.

Le occlusive sorde dell'indoeuropeo, in contesto sonoro (a meno che non siano precedute dall'accento
indoeuropeo) e quando sono precedute dalla fricativa alveolare sorda /s/, la fricativa labiodentale sorda /f/ e la
fricativa velare sorda /x/, non passano a fricative sorde ma a fricative sonore ed eventualmente a occlusive
sonore. Il cambiamento che subivano era:

/p/ → /ƀ/ → (/b/)


/t/ → /đ/ → (/d/)
/k/ → /ǥ/ → (/g/)

Questo fenomeno è una sorta d'indebolimento delle occlusive sorde, riflesso dalla posizione dell'accento
originario. Il cambiamento dev'essere avvenuto prima della I rotazione consonantica in modo da sottrarre le
occlusive sorde al processo che le avrebbe portate a esser fricative. Oppure, cosa molto più probabile i due
fenomeni, relativi alla prima mutazione consonantica e alla Legge di Verner potrebbero essersi svolti in
contemporanea, portando alla formazione di allofoni (fricative sorde e sonore) a seconda della posizione
dell'accento, che solo in un secondo momento si sarebbero trasformati in fonemi.

Si avranno, quindi, in sequenza:

Legge di Grimm
Legge di Verner
Accento protosillabico

Alternanza grammaticale

Grimm si accorse che alcuni esempi non trovavano riscontro nella prima mutazione, così parlò di alternanza
grammaticale e la spiegazione è fornita da Verner. “Alternanza grammaticale” è una definizione di Grimm: si
accorse che alcuni esempi non trovavano una perfetta identificazione con la prima mutazione consonantica e
parlò, perciò, di alternanza grammaticale, senza però fornirne una spiegazione. Verner, al contrario, prima si
rese conto del fenomeno dell'alternanza, mentre solo in seguito capì la mutazione. Per riuscire a capire
l'alternanza grammaticale, bisogna dire che nei verbi forti la coniugazione è in qualche modo definita da 4
diverse forme paradigmatiche, che definiscono la fisionomia di un verbo forte (apofonico):

Infinito (e forme derivate dal presente)


Preterito singolare (1ª e 3ª persona singolare)
Preterito plurale
Participio preterito

Se il verbo ha una radice terminante in sorda, le prime due forme presentano un esito in sorda, le altre due in
sonora. Grimm intuì solamente che questa diversità si legava in qualche modo alla morfologia. Verner, sapendo
che il preterito dei verbi forti germanici è uguale al perfetto indoeuropeo, confronta i verbi germanici con i loro
corrispondenti in altre lingue indoeuropee (in particolare sanscrito e greco). Il mutamento di Grimm si ferma
nelle voci paradigmatiche accentate in radice (cioè con accento protosillabico), in quelle con suffisso tonico si
determina la sonorizzazione (legge di Verner).

wért-o, 1ª persona presente indicativo (“diventare”), latino verto (“volgo”). La radice termina in
sorda, la <t> è in posizione interna, intersonantica ma è in posizione post-tonica, perciò subirà
solo la legge di Grimm: *t > *t (thorn)
(we-) wòrta, → *t > *t (thorn)
(we-) wrt-amé, → *t > ð
wrt-o-nòs, → *t > ð

Modalità e cronologia della rotazione

La prima rotazione consonantica (erste Lautverschiebung), che investì tutte le lingue germaniche, dev'essere
cominciata quando esse costituivano solo dialetti di un'unica lingua, il proto-germanico. Essa viene datata in un
periodo compreso fra il V secolo a.C. e il IV e il II secolo a.C. Il luogo dove cominciò non è chiaro, come non
è chiara la sede dei primi Germani (probabilmente i territori sul mar Baltico, lo Jutland e la Scandinava).
Secondo le ipotesi più accreditate sarebbe avvenuta nella Germania settentrionale o in Danimarca. Antiche
iscrizioni runiche del II-IV secolo d.C. mostrano ancora comunanze linguistiche fra i Germani settentrionali e i
Germani occidentali.

La rotazione come descritta sopra non può tuttavia essere avvenuta contemporaneamente, altrimenti si sarebbe
avuto come risultato finale solo fricative sorde. Quindi, probabilmente, il primo mutamento sarebbe stato il
passaggio occlusive sonore aspirate → occlusive sonore; solamente in seguito, per evitare omofonie, si
sarebbero attivati gli altri mutamenti. L'innesco della rotazione con molta probabilità deriverebbe sempre
dall'accento, un forte accento di intensità che avrebbe costretto le aspirate a ruotare.

Seconda rotazione consonantica dell'alto-tedesco


Anche la cosiddetta seconda rotazione consonantica (zweite Lautverschiebung) fu identificata da Jakob
Grimm. Essa investe esclusivamente i dialetti alto-tedeschi, così chiamati perché parlati nella zona montuosa
nel sud della Germania[1], e cioè in Germania meridionale, Svizzera e Austria. Grimm la identificò con questo
nome, ma in realtà non si tratta di una vera e propria "rotazione" incondizionata: è in gran parte una
trasformazione di fonemi occlusivi sordi condizionata dalla loro posizione all'interno della parola: posizione
iniziale, o finale dopo consonante; posizione intervocalica, o finale dopo vocale; posizione interna quando in
germanico la consonante era rappresentata da un fonema rafforzato (raddoppiato).

Come "rotazione" è meno sistematica della prima, poiché non coinvolge tutti i fonemi né tutte le parole del
tedesco standard.[2] Nonostante infatti questa lingua si basi sul dialetto meridionale bavarese non tutte le parole
risentono di questo cambiamento. Esempio:

inglese apple (mela) → tedesco standard Apfel, ha subito la rotazione


inglese give (dare) → tedesco standard geben /ˈge:bən/, non ha subito la rotazione (esiste
nei dialetti meridionali il verbo kepan (dare) in cui la rotazione ha avuto pieno effetto)

La seconda rotazione muta le consonanti occlusive sorde in affricate o fricative sorde raddoppiate (che in
certi casi si semplificano) e le occlusive sonore in occlusive sorde. Meno sistematicamente le fricative sorde
diventano occlusive sonore e le fricative sonore nate per la legge di Verner diventano occlusive sorde.

Da occlusive sonore a sorde


/b/ → /p/
/d/ → /t/
/g/ → /k/ (molto attestato nel tedesco superiore)

per cui:
inglese blare, olandese bleren, basso
tedesco blarren → tedesco plärren ‘squillare
(di tromba); strombazzare (di clacson)’
ingl./b. ted. deep, oland. diep → ted. tief
‘profondo’
ingl. dish ‘piatto’ (dal latino discus ‘disco’),
oland. dis, b. ted. Disch → ted. Tisch ‘tavolo’
ingl. bridge, oland. brug, b. ted. Brügg → ted.
Brücke ‘ponte’

Da occlusive sorde a affricate/fricative


sorde
/p/ → /pf/-, -/f/-, -/f/
/t/ → /ʦ/-, -/s/-, -/s/
/k/ → /χ/ L'alto-tedesco si suddivide in tedesco superiore (blu)
e tedesco centrale (verde) ed è distinto dal
continuum basso tedesco-olandese (giallo) dalla
per cui:
presenza della seconda mutazione consonantica. Le
maggiori isoglosse, la Benrath e la Speyer sono
inglese pepper, olandese peper, basso
evidenziate in rosso.
tedesco Peper → tedesco Pfeffer ‘pepe’
ingl. ten, oland. tien, b. ted. taihn → ted. zehn
‘dieci’
ingl. eat, oland./b. ted. eten → ted. essen ‘mangiare’
ingl. make, oland./b. ted. maken → ted. machen /maχn̩ / ‘fare’

Da spirante interdentale sorda ad occlusiva sonora


/θ/ → /d/

per cui:

inglese think → tedesco denken «pensare»


ingl. three → ted. drei «tre»

Da notare che questo tratto è l'unico ad aver influenzato anche il basso tedesco e il nederlandese:

ingl. think → b. ted., nederl. denken «pensare»


ingl. three → b. ted. drei, dree, nederl. drie «tre»

Cronologia della seconda rotazione

La seconda rotazione dev'essere avvenuta non prima del V secolo d.C., ed esclusivamente nella Germania
meridionale, Svizzera e Austria (vedi sopra). La data del mutamento è testimoniata dai prestiti latini entrati nel
tedesco. Pochi sono entrati prima della mutazione e l'hanno subita, molti invece sono entrati dopo e in tal modo
si può stimare una data per il cambiamento. Paradigmatico è il caso della parola latina palatium (palazzo).
Questa parola è entrata nell'altotedesco due volte, una prima e una dopo la rotazione:
da palatium viene il nome Palatinato, una zona della Germania meridionale, il cui nome
tedesco è Pfalz, in cui si vede l'azione della rotazione
il termine palatium entra in seguito direttamente nell'altotedesco per designare l'edificio, e non
subisce la rotazione → Palast

Rotazione consonantica armena


Il consonantismo armeno si dimostra profondamente innovativo all'interno del sistema delle occlusive rispetto
all'indoeuropeo comune. La rotazione consonantica armena sconvolge radicalmente tutto l'apparato delle
occlusive in maniera simile alle rotazioni consonantiche germaniche, ma presentando notevoli differenze, tra
cui le consonanti risultanti, diverse da quelle germaniche e di diverso tipo.

Occlusive sorde
/p/ → /h-/ o /∅-/; /-w-, -v-/
/t/ → /t'-/ (e dopo *-aw-, -ow-); /-d/ (dopo consonanti nasali e e liquide); /-∅-/; /-w-/ davanti ad /o/
/k/ → /k'/; /-g/ (dopo nasali e liquide)
/k'/ → /s/
/kʷ/ → /k'-/; /-g/ (dopo nasali e liquide); /-č'-/ (davanti -e, -i)

Per cui:

latino pater, greco antico patḗr ↔ armeno hayr (padre), o greco antico póda ↔ armeno otn
(piede); greco antico epí, vedico ápi ↔ armeno ew (e, anche)
greco antico artýs ↔ armeno ard (ordine)
greco antico akís ↔ armeno asełn (ago)
latino arceo, greco antico arkéō ↔ armeno argel (impedimento)
indoeuropeo *kʷetores → proto-armeno *č´eyork´ → armeno č´ork´ (quattro)

Occlusive sonore
/b/ → /p/
/d/ → /t/
/g/ → /c/ (/t/)
/g'/ → /k/
/gʷ/ → /k/

Per cui:

greco antico dōron → armeno tur (dono)


latino ago, greco antico ágō → armeno acem (conduco)
latino grus → armeno krunk (gru)

Occlusive sonore aspirate


/bʰ/ → /b-/; /-w-, -v-/
/dʰ/ → /d-/
/gʰ/ → /j-/; /-z-/
/g'ʰ/ → /g-/
/gʷʰ/ → /g-/; /j-/ (davanti ad -e, -i); /-ʒ-/

Per cui

vedico bhárāmi, greco antico phérō ↔ armeno berem (porto)


sanscrito thýrā ↔ armeno durn (porta)
greco antico khiṓn ↔ armeno jiwn (neve); greco antico leíkhō ↔ armeno lizem
indoeuropeo *gʷon- ↔ armeno gan

Note
1. ^ La parte "alta" e la parte "bassa" di un paese si riferiscono alla discesa dei fiumi dalle
montagne (alto paese) alle pianure (basso paese) verso il mare.
2. ^ Sul consonantismo del tedesco standard si veda Fausto Cercignani, The Consonants of
German: Synchrony and Diachrony, Milano, Cisalpino, 1979.

Bibliografia
John C. Waterman, A History of the German Language, Revised edition 1976, Long Grove IL,
Waveland Press Inc. (by arrangement with University of Washington Press), 1991 [1966],
p. 284, ISBN 0-88133-590-8.
Robert S. P. Beekes, Vergelijkende taalwetenschap. Een inleiding in de vergelijkende Indo-
europese taalwetenschap, Amsterdam, Het Spectrum, 1990.
Fausto Cercignani, The Consonants of German. Synchrony and Diachrony, Milano, Cisalpino,
1979.
Philippe Marcq, Thérèse Robin, Linguistique historique de l'allemand, Parigi, 1997.
H. Meyer, Über den Ursprung der germanischen Lautverschiebung, in «Zeitschrift für
deutsches Altertum und deutsche Literatur», 45, 1901, pp. 101-128.
Paul, Wiehl, Grosse, Mittelhochdeutsche Grammatik, 23ª ed, Tubinga, 1989, pp. 114–122.
Wolfgang Pfeifer (a cura di), Etymologisches Wörterbuch des Deutschen, 7ª ed., Monaco di
Bavaria, dtv, 2004.
Paolo Ramat, Introduzione alla linguistica germanica, Bologna, Il Mulino, 1986.
Judith Schwerdt, Die zweite Lautverschiebung. Wege zu ihrer Erforschung, Heidelberg, Carl
Winter, 2000.
Elmar Seebold (a cura di), Kluge. Etymologisches Wörterbuch der deutschen Sprache, 25ª ed.
riv., fondato da Friedrich Kluge, Berlino, de Gruyter, 2011.

Voci correlate
Legge di Grimm
Legge di Verner
Linguistica comparativa

Collegamenti esterni
(EN) Rotazione consonantica, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di
GND (DE) 4160088-5 (https://d-nb.info/gnd/4160088-5)
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