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Primo piano • Marche
PARLANDO
di FUTURO
i
7Continua la nostra serie di interviste
intitolata “Parlando di futuro”: puntiamo
l’obiettivo sul prossimo settembre, alla vita
che ci aspetta dopo il Covid.
P Ci riprendiamo
rofessor Giorgio Calcagnini,
magnifico rettore dell’Universi-
tà di Urbino, come cambierà il
suo mondo da settembre?
«Spero in una svolta significativa
rispetto all’ultimo anno, grazie
soprattutto alla copertura dei vaccini. Mi
piacerebbe tornare a seguire soprattutto
eventi culturali, in particolare concerti, tea-
tro e cinema. Anche l’Università è pronta a
riprendere in presenza ma si dovranno at-
tendere le indicazioni ministeriali e della
Conferenza delle università della nostra Re-
gione per capire co-
me saranno orga-
nizzate le attività
del prossimo anno
accademico».
Da economista co-
sa si attende? Il
suo collega di Ma-
cerata, il rettore
Francesco Adorna-
to, ha evocato lo
spirito degli anni
della Dolce Vita e
del boom.
«I dati attuali evi-
denziano un “rim-
balzo” della nostra
economia dimen-
sionalmente mag-
giore rispetto a
quello di altri paesi,
avendo però subito
perdite significati-
ve di produzione e
reddito nell’ultimo
anno».
Questo, per il no-
stro futuro, cosa
vuol dire?
«Se gli investimen-
ti, che rappresentano uno dei principali in-
dicatori di fiducia, torneranno sui livelli del
decennio del miracolo economico, anche
grazie ai fondi europei, allora il futuro sarà
migliore»
Quali sono le difficoltà?
«Le difficoltà della nostra economia vengo-
no da lontano e richiedono scelte di lungo
periodo. La pandemia è solo un episodio li-
mitato nel tempo che non deve far distrarre
la politica dalle scelte che riguardano anche
istruzione, sanità, giustizia, infrastrutture,
energia, acqua, gestione dei rifiuti».
Qual è lo stato d’animo proiettato al futuro
che ha percepito dai suoi studenti? Usan-
do due citazioni cinematografiche dei gior-
ni nostri: più da “Volevo morì prima” o “Ri-
prendiamoci tutto quello che è nostro”?
Più pessimismo o ottimismo?
«Sicuramente è prevalso l’atteggiamento
“appena si può ci riprendiamo tutto”, fortu-
natamente! Credo che un anno e mezzo di
didattica prevalentemente a distanza li ab-
bia però spiazzati su quale modello di uni-
versità vorrebbero in futuro».
Il futuro porterà in dote mesi di rapporti
interpersonali in video o in presenza ma a
distanza, con sorrisi e bocche celate, pa-
UN ECONOMISTA
PER L’ATENEO
DI CARLO BO
7Giorgio Calcagnini è nato
a Urbino il 30 settembre
1956. Professore di
Economia politica, dal
2014 prorettore vicario
alla “Carlo Bo”, dallo
scorso 3 ottobre è stato
eletto nuovo magnifico
rettore dell’Università di
Urbino. Già autore di
importanti pubblicazioni
su riviste internazionali e
di diversi libri, è stato
anche membro del CdA
del Rossini Opera Festival
e presidente della Cassa
di Risparmio di Loreto.
«IO? VALORIZZERÒ
LE NOVITÀ: CON IL
COVID ABBIAMO
ORGANIZZATO
SEMINARI A
DISTANZA CON
PERSONALITÀ
IMPENSABILI.
SECONDO BOOM
ECONOMICO? SE
GLI INVESTIMENTI
CORRONO COME
NEGLI ANNI 60
IL FUTURO SARÀ
MIGLIORE»
«La pandemia
è stato un episodio
quel che è nostro»
Il rettore Uniurb, Calcagnini: «Serve fiducia nelle
istituzioni. Settembre? No, subito: l’Università con
la conferenza di Roma in presenza è un segnale»
di Gianluca Murgia
L
a cosa migliore del futuro è che
arriva un giorno alla volta. Lo di-
ceva Abraham Lincoln, decimo
presidente degli Stati Uniti, e lo
pensa probabilmente anche Giorgio
Calcagnini, rettore dal 2020 dell’Uni-
versità degli Studi “Carlo Bo”, in una cit-
role attutite dalle mascherine, disabitu-
dine a stare con tante persone: il contra-
rio del mondo universitario. Il rapporto
personale tra il rettore e gli altri cambie-
rà o tornerà come prima?
«Tornerà come prima. Mi è mancato mol-
to il rapporto diretto con colleghi e studen-
ti. Diversamente da quello che si può pen-
sare, lavorare a distanza ha anche implica-
to un impegno più intenso con riunioni a
tutte le ore e anche durante i fine settima-
na».
Nessun lato positivo?
«Sono aumentate le occasioni per scam-
biare opinioni e incontrare virtualmente
tante persone».
La vita vissuta in streaming ha deconte-
stualizzato tutto. Da una parte ha affer-
mato l’opportunità del “qui e ora” che si-
curamente servirà in futuro ma dall’al-
tra parte ha reso tutto ancora più pieno e
veloce, togliendo il tempo di riflettere
sulle cose. Urbino città campus, con le
sue salite, regala da sempre attimi di di-
sconnessione naturale, mini lockdown
interiori tra passi, respiro e pensiero: le
due anime potranno convivere in futuro?
«Io preferisco la vita pre-pandemia ma ho
anche capito e apprezzato i nuovi stru-
menti e i nuovi comportamenti. Professio-
nalmente sono abituato a guardare però
avanti e a valorizzare le novità. Proprio in
questo periodo è stato possibile organizza-
re seminari a distanza con personalità di
prestigio che probabilmente non sarebbe-
ro riuscite a venire a Urbino».
La complessità di questa pandemia è
stata anche nelle contraddizioni o cer-
tezze accartocciate velocemente, di con-
tinuo: l’avanti-indietro su protocolli e
Corriere Adriatico
Domenica 23 maggio 2021
tà-campus in cui tra Palazzo Ducale e le ope-
re di De Carlo, passato e presente convivono
ospitando il futuro: gli studenti. Normalità
riguadagnate, passo dopo passo, un giorno
alla volta «come tornare ora a Roma per la
Conferenza Nazionale dei Rettori. In presen-
za, finalmente» sottolinea Calcagnini.
vaccini ma anche la ritualità del simboli-
co distorta. Un esempio su tutti: la Messa
di Mezzanotte fatta alle ore 20.
«Sinceramente non ho accusato troppo le
limitazioni determinati dalla pandemia.
Le ho accettate perché mi rendevo conto
che erano il male minore in assenza di al-
tre soluzioni. Appartengo ad una genera-
zione che ha vissuto il benessere legato al-
lo sviluppo economico ma anche le diffi-
coltà della prima crisi petrolifera, del ter-
rorismo, nazionale e internazionale. Pro-
prio in queste situazioni si deve aver fidu-
cia nelle istituzioni, anche se qualche volta
ci arrivano messaggi confusi. Ci siamo tro-
vati in una situazione nella quale qualsiasi
cosa si dicesse e facesse si rischiava di sba-
gliare. Ma siamo a un passo da uscirne e
dobbiamo ringraziare tutti quelli che si so-
no impegnati nel trovare soluzioni».
La foto del passaggio di consegne con il
suo predecessore, Vilberto Stocchi, con
quel brindisi in mascherina, resterà pro-
babilmente nella storia dell’Università di
Urbino: qual è il suo rapporto con la ma-
scherina?
«Buono, oltre a proteggermi dal Covid, mi
ha aiutato a superare il periodo critico del-
le allergie».
Quale sarà il primo viaggio che si conce-
derà in sicurezza?
«Non ho desideri particolari. Nei giorni
scorsi sono stato alla Conferenza naziona-
le dei Rettori, di nuovo in presenza, a Ro-
ma. Sono tornato nella città dove ho vissu-
to e lavorato per sette anni. Non vedevo
l’ora. Mi è sembrato un bel segnale da par-
te del sistema universitario al resto della
società. Per il momento va bene così».
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