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Illegalità e intersezioni fra legale e illegale

L’illegalità è un fattore che incide sui processi di sviluppo economico, sui livelli di coesione sociale e
sulla qualità della democrazia. Viene spesso individuata come caratteristica peculiare del nostro
paese e come motivo della relativa modernizzazione incompiuta o bloccata.
È bene smentire questo stereotipo in quanto i delitti in Italia s sono diminuiti drasticamente negli
ultimi anni, ciò che però crea differenza fra il nostro è gli altri paesi è la qualità dei delitti causata
spesso dall’ opacità dei confini tra legale e illegale.
Ciò permette a organizzazioni criminali di prosperare nell’esercizio di alcune attività di controllo e di
insinuarsi nell’economia legale e nelle zone di contatto tra politica ed economia, essendo in grado
di adattarsi all’ambiente circostante e di condizionarlo plasmandolo a sua volta.
avviene alla base di tre processi: convivenza, compenetrazione, ibridazione.
Tutti e tre i processi sono alimentati da una crisi normativa che impedisce di riconoscere le regole,
di seguirle, o di produrne in coerenza con criteri universali. Questo si uno sfondo condiviso di
pratiche sociali ostili alle regole (scarsa credenza, moderata fiducia nella legalità, diffusa tolleranza
nei confronti di chi non segue le norme) e una certa legittimazione sul piano culturale e sociale con
un presupposto ethos degli italiani che produrrebbe una sorta di innata mancanza di disciplina.
La crisi e il conseguente aumento del debito pubblico hanno creato negli ultimi anni una situazione
di stallo a cui si aggiunge la problematicità della sfera politica e la sfiducia crescente dei cittadini.
Per questo molto osservatori ritengono che l’Italia sia interessata ad una frase di declino già in atto
di cui la crisi ne è solo uno shock esogeno che ha accelerato dinamiche già in atto ma rimaste a
lungo latenti. Per definire i rapporti tra le varie sfere della società è necessario stipulare delle regole
che sono di tipo regolativo, costitutivo, normativo. Spesso si parla dell’Italia come un paese senza
regole ma curiosamente si sente parlare altrettanto spesso di un paese sommerso dalle medesime,
ciò perché durante i processi di creazione del stato ci si preoccupò meno dello state building e più
della creazione di un mercato, meno di apparato e organi amministrativi, più dell’unificazione
economica. In assenza di una forte identità nazionale la società finisce per sovrastare e dominare lo
stato e determina la debolezza cronica degli apparati pubblici. Per regolare i rapporti fra politica ed
economia lo stato interviene continuamente per tutelare di volta in volta gli interessi dell’uno e
dell’altro centro gruppo sociale/individuo. In Italia inoltre è presente la sfiducia nelle istituzioni,
ovvero un atteggiamento di insoddisfazione e diffidenza piuttosto generale, può essere vista anche
come fiducia perversa nell’ uso distorto e particolaristico delle istituzioni.

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