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Titolo

le artiste tiolo
delle titolo titolo
avanguardie
russe
Alla fine del ’91 – la prima guerra in Iraq Mariella Pasinati
arte visiva

sullo scenario internazionale; in Italia lo


squasso dei partiti, e il PCI che cambia
volto, e nome; al comune di Palermo una
giunta democristsullo stile “altalenante”
Per circa un ventennio sino alla fine degli
anni ’20 del ’900, l’arte russa attraversò un
periodo felice, caratterizzato dall’eccezio- a confrontarsi con la soggettività femminile
nale talento creativo di tante artiste – Ekster, non avrebbe impedito, però, che sulla scena
Gončarova, Popova, Rozanova, Stepanova artistica venisse riconosciuta l’autorevolezza
ed altre – che quel tempo riuscirono a se- di queste donne sulla cui determinazione
gnare della propria impronta. Lo si è eviden- Exter avrebbe scritto “creare arte ed esporla
ziato durante il convegno organizzato a in un mondo di uomini richiede una certa
latere della mostra Avanguardie russe (fino a dose di coraggio … specialmente se sei una
marzo all’Albergo delle Povere di Palermo), giovane artista, schiacciata fra due rivoluzioni
proprio per mettere a fuoco il contributo di russe!”. Donne coraggiose, dunque, che ri-
queste artiste esemplari. Per definirle, il spetto alle artiste delle avanguardie occiden-
poeta loro contemporaneo – e amico – Be- tali godettero di una posizione di rilievo:
nedikt Livsic usò una locuzione suggestiva molto diversi furono il rapporto con i propri
ma limitante: “vere Amazzoni, cavallerizze compagni d’arte (e di vita) e la posizione –
scite”, forse anch’egli vittima, in una cultura di primo piano – all’interno dei movimenti
segnata dal maschile, dell’incapacità di tro- che contribuirono a creare: il Neoprimitivi-
vare parole adeguate a rendere conto di smo, il Raggismo, il Cubo-futurismo, il Su-
quelle straordinarie esperienze estetiche. prematismo, il Costruttivismo, esperienze
Non a caso il critico d’arte Tugendkhold, linguistiche diverse che le artiste praticarono
sincero estimatore di Gončarova, così diceva passando liberamente dall’una all’altra,
dell’artista: “la caratteristica basilare … è la senza aderire ad un unico gruppo organiz-
sua espressività mascolina, aspra, energica … zato. Le accomunava l’attrazione per le ma-
il suo occhio maschile domina la sua poeticità trici originarie dell’arte orientale, per le
femminile” e non a caso a Gončarova fu in- antiche icone, le stampe popolari, l’arte ap-
tentato nel 1910 un processo per pornogra- plicata e la creatività delle donne -pizzi, tes-
fia sulla base di un articolo nel quale i suoi suti, abiti- e soprattutto quello sguardo che
nudi furono giudicati “decadenti …. imma- rimanda ad un’altra visione del mondo e che
gini di disturbante perversità … ancor più di- ci restituisce, di quei movimenti, quanto
sturbante perché il pittore è una donna”. In senza di loro non avrebbe trovato espres-
entrambi i casi siamo di fronte alla difficoltà sione. Per tutte fu centrale la continuità di
a confrontarsi con la differenza sessuale: es- ricerca formale fra il linguaggio della pittura
sere donna e creatrice di immagini poteva ri- e quello delle realizzazioni teatrali e della
sultare inconciliabile, specie se si sovvertiva progettazione di tessuti ed abiti, nonché
la visione maschile del femminile. Fra i nudi l’estrema attenzione alla vita quotidiana,
incriminati era, infatti, la Kamennaia baba persino in Rozanova che, mentre cercava
(1908) che reinterpretava le Donne di pietra una “pittura di colore transfigurato, lontano
(XI-XIII sec.) delle popolazioni nomadi da scopi utilitari”, puntava a “presentare al
delle steppe russe, immagine di un femmi- mondo una nuova bellezza” costruendo, con
nile con una forte carica fisica ma non legata i suoi disegni suprematisti di moda, borsette
alla seduzione e all’erotismo, che assumeva e ricami, un “ambiente vivente per l’arte”.
invece valore universale, in una visione ma- Così l’artista più astratta compensava la di-
triarcale del mondo. Con il corpo nudo de- mensione spirituale e mentale del Suprema-
sessualizzato, deformato, quasi in posizione tismo con quella emozionale e sensibile,
fetale, la Kamennaia baba sfidava la rappre- traducendo la non-oggettività in oggetti
sentazione della modella e ne ridefiniva il d’arte. Purtroppo non sono stati in mostra
ruolo: con i pennelli accanto e le tele alle né i disegni di stoffe e abiti, né i lavori spe-
spalle, quasi doppio dell’artista, da oggetto rimentali per il teatro che rivoluzionarono le
passivo si faceva soggetto attivo, ribaltando scenografie e i costumi: quelli di Exter che
i canoni del nudo occidentale. La difficoltà definivano uno spazio scenico totale e vi-

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30 mezzocielo aprile-maggio 2012
brante dai colori fervidi e le dinamiche linee zione di massa, ma Popova, in particolare,
futuriste; quelli di Popova che, con le forme era ben consapevole della necessità di bilan-
squadrate, gli ingranaggi e i macchinari del ciare le istanze dell’economia socialista e le
palcoscenico, incarnavano la biomeccanica leggi della progettazione con “il gusto miste-
di Mejerchol’d e costituivano una straordi- rioso della contadina di Tula”; i suoi abiti co-
naria applicazione delle idee costruttiviste. stituirono la risposta, per la produzione di
Il teatro diveniva, così, banco di prova della massa, alla moda occidentale con modi più
traslazione dei linguaggi artistici verso semplici e meno eleganti ma che combina-
l’“utile”, nella pretesa rivoluzionaria di tra- vano il desiderio della consumatrice e la tra-
sformare un’intera civiltà. Per questo artiste sparenza costruttivista, trasmettendo
ed artisti furono in prima fila, insegnando l’immagine di una figura vitale e di un corpo
(all’INKhUK, l’Istituto di cultura artistica e libero. Nel suo testo del 1928, Il compito del-
al Vchutemas, la scuola superiore d’arte e l’artista nell’industria tessile, anche Stepa-
tecnica) e progettando un’arte “produttiva” nova avrebbe riconosciuto la funzione
che per Popova e Stepanova significò dise- positiva che aveva avuto la moda, il suo va-
gnare tessuti di cotone stampato per la lore nell’esprimere e produrre libertà dalle
Prima Fabbrica di Stato. I disegni, rigorosa- gerarchie di genere: “L’aspetto delle donne
mente geometrici per attenuare il “tocco” negli ultimi 10 anni mostra una fotografia ec-
dell’artista e conferire una sensibilità “indu- cezionale della loro emancipazione … l’abito
striale”, mostravano pattern dai sorpren- femminile è stato tanto razionalizzato da rap-
denti effetti cinetici, precocemente optical. presentare quasi la più grande acquisizione
Ma il test più impegnativo – e contradditto- della contemporanea vita quotidiana nella
rio – sarebbe stato la progettazione dell’abito città”. Sia pure in modi diversi, le due artiste
che, come ogni altro oggetto socialista, do- contribuivano, così, a rendere visibile la dif-
veva mostrare i nuovi valori costruttivisti: ferenza costruttivista.
trasparenza di metodi
e materiali, conve-
nienza, praticità, co-
modità. Ma come il
socialismo avrebbe
potuto trasformare la
moda, indirizzare il
desiderio individuale
in una direzione più
collettiva? Nel 1923
Stepanova non ha
dubbi, critica la moda
e dà forma all’abbi-
gliamento costruttivi-
sta con la prozodezhda
che, da costume tea-
trale, diventa abito da
lavoro da indossare
quotidianamente, spe-
cializzato a seconda
dei mestieri. A propo-
sito di questi abiti,
conformati secondo
un ordine astratto che
li rendeva inconcilia-
bili con i corpi con-
creti, si è parlato di
rimozione del corpo e
cancellazione della
differenza sessuale da
parte delle artiste, pro-
iettate a costruire, con
la rivoluzione, una so-
cietà di “pari”. In re-
altà, non solo quelle
forme non sarebbero
mai diventate produ-
Ljubov Popova, Ritratto Futurista, 1914
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