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Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

Sullo sperimentalismo come “oggetto” e come “metodo”


di storiografia filosofica (1947-1957)
di Giuliano Guzzone*
abstract
This essay deals with Galvano Della Volpe’s interpretation of Galileo Galilei between 1947 and
1957, focusing on the experimental theory of knowledge. First of all, the author shows that
this interpretation arises in the period 1947-1948, when Della Volpe had already outlined his
understanding of the Marxian anthropology as an experimental science of bourgeois society
and capitalistic economy. Furthermore, the author maintains that the same interpretation has
been enhanced by the Italian philosopher in his Logica come scienza positiva (1950), through
a critical examination of the Neo-Kantian reading of Galilei. The author also argues that the
resulting reconsideration of the Marxian thought as a generalization of Galilei’s experimentalism
to social and moral sciences has important repercussions on history of philosophy. Finally, the
author compares Della Volpe’s methodology of philosophical historiography with the results of
his work as historicist oh philosophy, in particular as interpreter of Galilei and Marx..
_ Contributo ricevuto su invito il 23/03/2019. Sottoposto a peer review, accettato il 10/05/2019..

1 _ Considerazioni introduttive1
neguaglianza (1943) e la prima edizione

U
na letteratura critica ormai di Rousseau e Marx (1957)3.
consistente, sebbene piut- D’altra parte, il pur articolato dibat-
tosto eterogenea per impo- tito sviluppatosi intorno al marxismo
stazione e intenti, concorda nel ritenere dellavolpiano pare non aver gettato luce
che la formula del «galileismo morale» sulla genesi di questa formula né sul suo
– con ciò che essa implica di peculiare: la presupposto storiografico: una determi-
centralità, storiografica e teoretica, del- nata interpretazione dell’epistemologia
lo sperimentalismo moderno – esprima, galileiana, la quale consente – a partire da
doi: 10.4399/97888255278032

compendiandone meriti e limiti, il senso un momento preciso: tra la fine del 1947
novembre 2019, pp. 43-73

della lettura di Marx proposta da Galva- e il principio del 1948 – l’accostamento


no Della Volpe (1895-1968) nell’ultimo dello scienziato pisano al Marx critico di
venticinquennio della sua biografia2, in Hegel e dei classici dell’economia politi-
particolare nel quindicennio intercorso ca. A quell’altezza, Della Volpe aveva già
tra la pubblicazione de Il discorso sull’i- fissato il carattere “storico-sperimenta-

* Fondazione Luigi Einaudi Onlus di Torino.

43
44  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

le” e “critico-pratico” dell’antropologia come una forma di relazionalità e di sin-


di Marx, a partire dall’interpretazione teticità pacifica, indifferente alla «diver-
dell’«ente generico» (Gattungswesen) – sità» e al «cangiamento» reali. A partire
unità distinta di uomo sociale e natura, da tali coordinate, Della Volpe ravvisava
sinolo di universale e particolare – come in un residuale «realismo delle cause»
«ipotesi» che è verificata negativamente la radice del «dogmatismo filosofico» di
nel presente dal classismo e dall’aliena- Galilei5: nel formulare tale giudizio si at-
zione della società capitalistica, nonché teneva, con tutta evidenza, all’interpreta-
dall’impotenza storica della sua ideologia zione neokantiana, che enfatizzava il ca-
(cristiana e giusnaturalistica), e che sarà rattere di necessità a priori della nozione
verificata positivamente nel futuro dalla galileiana di “causa” ponendola in rela-
realizzazione pratica del comunismo, os- zione con il trascendentalismo piuttosto
sia dall’emancipazione allo stesso tempo che con l’empirismo6.
economica ed etica (umana) dell’uomo e I termini di questa critica non sono
dal ricongiungimento di libertà persona- posti in discussione per oltre un decen-
le e uguaglianza sostanziale4. Ciò nondi- nio, salvo essere radicalmente rovesciati
meno, le prime opere marxiane di Della sul finire degli anni Quaranta. La tesi che
Volpe sono prive di riferimenti al meto- qui s’intende argomentare è che l’incon-
do scientifico galileiano. tro con il «Marx filosofo e moralista»
La figura e l’opera dello scienziato pi- abbia indotto Della Volpe a riconside-
sano erano state messe a fuoco in un dif- rare profondamente la figura e l’opera
ferente contesto, la monografia su David di Galilei. Di conseguenza, nelle pagine
Hume (1933-1935), in un giro di pagine a seguire, ci si propone di indagare, in
che fissava alcune fondamentali coordi- primo luogo, come il parallelismo tra
nate della posteriore ricerca dellavolpia- Galilei e Marx sia instaurato nel quadro
na: in primo luogo, la definizione della di una riflessione, già delineata nei suoi
filosofia humeana dell’esperienza quale tratti essenziali, sulle implicazioni eti-
autentica corrente “critica” del pensiero co-politiche dell’antropologia marxiana;
moderno, particolarmente sensibile alla in secondo luogo, come tale parallelismo
duplice istanza della sintesi e del molte- venga precisandosi (soprattutto nelle pa-
plice, del medesimo e dell’eterogeneo; in gine della Logica come scienza positiva)
secondo luogo, l’interpretazione del tra- in una compiuta interpretazione dell’e-
scendentalismo kantiano come «tradu- pistemologia galileiana, a partire dal-
zione razionalistica» del “criticismo” hu- la quale il marxismo si configura come
meano; in terzo luogo, la considerazione generalizzazione del metodo sperimen-
della nozione razionalistica di «causa tale introdotto da Galilei nell’ambito
meccanica» (o “a priori matematico”) scientifico-naturale; in terzo luogo, come
Giuliano Guzzone  _  45

questa estensione-generalizzazione dello teri etici. Se, dal punto di vista del con-
sperimentalismo al mondo delle scienze tenuto, esso prefigura una comunità re-
morali investa la stessa storia della filo- ale che, conseguendo la socializzazione
sofia, delineando un metodo storiogra- integrale delle condizioni di produzione,
fico “sperimentale” i cui tratti distintivi, riesca a garantire a tutti i suoi membri
enunciati da Della Volpe in dense pagine una incondizionata possibilità di svilup-
di carattere programmatico, possono es- po onnilaterale della propria personalità,
sere posti a confronto con i risultati del a conciliare il massimo dell’eguaglianza
lavoro storiografico da lui svolto come sociale col massimo di libertà personale,
interprete di Galilei e Marx. a salvaguardare l’integrità dell’insieme e
il valore delle differenze umane e morali,
dal punto di vista metodologico esso si
2 _ Marx, ovvero il «Galilei del mondo oppone radicalmente al «metodo aprio-
morale» ristico, metafisico, dell’etica tradiziona-
le»10.
1. Lo sperimentalismo come criterio socio- La peculiarità di quest’ultimo è colta
logico (1947-1949). Redigendo il saggio attraverso una «generalizzazione» della
L’originalità dell’umanismo socialista7, critica marxiana alla dialettica di Hegel:
Della Volpe procede nel suo tentativo, nello stesso modo in cui Marx aveva cri-
inaugurato nel 1945-1946, di «precisa- ticato il filosofo di Stoccarda per avere,
re il significato universale del messaggio nella sua Filosofia del diritto, invertito
etico rivoluzionario contenuto nell’ope- sistematicamente soggetto e predicato,
ra economica e politica»8 di Marx e di onde l’«universale come tale è fatto per
illustrare la specificità della sua «pro- sé sussistente esso è immediatamente
blematica filosofica e morale» rispetto confuso con l’empirica esistenza» men-
all’«apriorismo» della tradizione razio- tre il «limitato è immantinente preso, in
nalistica. guisa acritica, per la espressione dell’i-
Polemizzando, in particolare, con dea»11, Della Volpe critica l’etica cristia-
Rodolfo Mondolfo, considerato quale na e giusnaturalistica per aver postulato
rappresentante italiano della tendenza e ipostatizzato un’«eterna ed eguale natu-
a contaminare il concetto marxiano di ra umana», astraendo dai privilegi e dal-
“emancipazione” con il diritto naturale9, le disuguaglianze reali che si producono
Della Volpe argomenta che la peculia- entro determinate condizioni storiche,
rità dell’«umanismo positivo» socialista salvo poi accogliere tali privilegi e disu-
consiste non soltanto nel suo contenuto guaglianze come contenuto e manifesta-
ma anche e soprattutto nel metodo con zione dei diritti naturali «di cui è asserita
cui esso elabora i propri concetti e cri- titolare la persona-apriori» (il diritto di
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scambiare la propria capacità di lavora- complesso sempre storicamente variabi-


re al pari di qualsiasi merce; il diritto a le dei rapporti che gli uomini instaura-
una proprietà assoluta e asociale, che si no nella loro interazione con la natura15;
esplica nella disposizione autocratica dei gli altri risultano, invece, corrispettivi a
mezzi di produzione). Onde si produce, condizioni storiche determinate. Soltan-
anche in ambito etico, un rovesciamento to dalla compenetrazione e dall’intera-
«dell’empiria in speculazione e della spe- zione tra il “generale” e lo “specifico”
culazione in empiria», col duplice risul- può scaturire una conoscenza valida del
tato di sanzionare l’intangibilità di quelle “sociale” e un’efficace «azione risolven-
disuguaglianze e di tradire l’iniquità dei te» dei suoi problemi. Diviene allora
diritti12. chiaro che lo sperimentalismo marxiano
Al metodo ipostatizzante della tradi- non esclude l’idea di “natura umana” in
zione, al paradossale ma necessario ro- quanto tale, bensì quella di una «natura
vesciarsi di ogni «universale umano apri- umana immutabile», indifferente alle vi-
ori» in una giustificazione del privilegio, cissitudini storiche dell’uomo e alle for-
Della Volpe oppone convintamente il me concrete della sua socialità.
riconoscimento della reciprocità vigente Di conseguenza, esso si configura,
fra la «funzionalità» del «predicato», o per un verso, come un’unità di «antro-
elemento formale, e il controllo del sog- pologia critica» e «sociologia materiali-
getto reale, o elemento materiale-empi- stica», come una filosofia scientifica, sto-
rico, dichiarando tale riconoscimento rico-sperimentale, avente per «oggetto
affine e contiguo all’esigenza metodica specifico» quell’universale (non astratto,
galileiana di «salvare l’apparenze»13. L’u- bensì concreto, “incarnato”) che è l’uo-
no e l’altra costituiscono il fulcro del me- mo produttore in società; per un altro
todo «sperimentale» e «sociologico» di verso, come un’unità di economia critica
Marx, il quale consente di rielaborare i – ossia conoscenza di un modo di pro-
«concetti più generali, di uomo, natura, durre (quello capitalistico), delle «anti-
società, lavoro etc. […] in cui si inqua- nomie storiche» che lo attraversano (la
drano e sistemano scientificamente – os- contraddizione fra forma della produ-
sia in funzione e sotto il controllo dei dati zione e forma dell’appropriazione), delle
empirici corrispondenti – i concetti spe- ideologie e degli istituti che fanno velo
cifici di libertà, eguaglianza, persona»14. al suo funzionamento effettivo (stato di
Vale la pena di soffermarsi sulla distin- diritto e eguaglianza naturale) – ed eti-
zione, qui introdotta, tra “concetti gene- ca sperimentale – ossia formulazione,
rali” e “concetti specifici”: l’integrazio- mediante «concetti puramente funzio-
ne reticolare degli uni istituisce, infatti, nali», di un’ipotesi ideologica risolutiva
la definizione della natura umana come (l’«uomo totale socialista») che cerca la
Giuliano Guzzone  _  47

sua convalida storica nella realizzazione rimentale nel funzionamento effettivo


pratica del comunismo16. dei corrispondenti istituti e rapporti) e
Attraverso la discontinuità metodo- ipotesi “risolutive” (il comunismo come
logica marcata da Marx si produce, per- socializzazione dei mezzi di produzione,
tanto, uno «sviluppo rivoluzionario» sul come democrazia radicale, come etica
«piano sovrastrutturale delle ideologie» del dovere solidale, da verificarsi nel fu-
che è, al tempo stesso, etico-politico turo attraverso istituti e rapporti storica-
(dall’«uomo comune borghese» all’«uo- mente inediti).
mo comune lavoratore») e filosofico (dal- Quest’ultimo punto, ancorché delica-
la «persona originaria o uomo-apriori» to, non è tuttavia ulteriormente appro-
alla «persona storica id est sociale»): ciò fondito nelle battute finali dell’articolo
non impedisce a Della Volpe di ascrivere qui in esame, le quali fissano, invece, il
alla tradizione platonico-cristiana e giu- perfetto isomorfismo e l’identità d’«i-
snaturalistica il merito della «scoperta spirazione antidogmatica» tra la «critica
dell’universale umano […] sconosciuto marxiana dei processi di ipostatizzazione
alla città antica», lasciando intendere propri della filosofia morale hegeliana»
che il «razionalismo concreto» marxiano e la «critica galileiana dei processi ipo-
la raccoglie e la rielabora in quanto ne statici della filosofia naturale peripateti-
comprende, oltre alla forma mistificata e co-scolastica», onde
la funzione ideologica, il significato sto-
rico progressivo17. l’espressione galileiana del “cambiarci le
Ciò che queste righe non chiarisco- carte in mano”, con cui si allude ai residui
no è, invece, lo statuto delle cosiddette qualitativi o empirici astratti e surrettizi, il
«leggi economiche materialistiche» (l’«e- “su” e il “giù”, il “centro” terrestre, nella
quazione valore-lavoro», la «teoria delle deduzione peripatetica, matematico-metafisi-
crisi»): non si comprende, cioè, se esse ca, dei movimenti in natura, ci preannuncia
siano il risultato di una conoscenza pu- e illumina il “rovesciamento” del subietto o
ramente analitica ovvero di un procedi- sostrato materiale in predicato, conseguente
mento scientifico-sperimentale, nel qual al rovesciamento del predicato in subietto, e
caso si darebbe, all’interno dell’unità di insomma quel predicato del predicato ch’è
economia critica ed etica sperimentale, empiria astratta viziosa e infeconda, di cui ci
una compresenza di ipotesi “esplicative” parla Marx18.
(che spiegano l’economia capitalistica in
termini di sfruttamento, lo Stato di di- Due punti sono da evidenziare. In
ritto in termini di privilegio, l’etica cri- primo luogo, il parallelismo tra Galilei
stiana e giusnaturalistica in termini di e Marx riguarda, in queste righe, le sole
egotismo, trovando una conferma spe- istanze critico-polemiche; tale limitato
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parallelismo va tuttavia posto in relazio- stotelico e il suo inevitabile capovolger-


ne con le pagine precedenti, nelle quali si in un aposteriorismo tanto arbitrario
Della Volpe individuava nel “controllo quanto infecondo, sembra invocare un
empirico” (il «salvar l’apparenze») un nuovo “apriori” in grado di strutturare
motivo condiviso dallo scienziato pisa- e orientare l’esperienza del mondo sen-
no e dal filosofo di Treviri; in secondo sibile23.
luogo, nell’instaurare il suddetto paral- Mentre quindi il rapporto Gali-
lelismo, Della Volpe si basa essenzial- lei-Marx risulta definito nei suoi termini
mente su due testi: un passaggio estrat- essenziali, l’interpretazione dell’episte-
to dalle Considerazioni circa la opinione mologia galileiana posta a fondamento
copernicana (1615), nel quale torna il di tale rapporto sembra esigere ulteriori
motivo del «salvare l’apparenze» già ri- approfondimenti. Non a caso il punto è
chiamato in precedenza19, e una pagina risollevato nella Nota finale (dicembre
della Giornata prima del Dialogo sopra 1948) apposta alla Teoria di un umani-
i due massimi sistemi del mondo (1632), smo positivo: qui Della Volpe ribadisce
nella quale Sagredo analizza il rappor- l’irriducibilità di tale epistemologia al
to tra «architettura» e «fabbrica», tra positivismo e all’empirismo milliano24,
mondo intelligibile e mondo sensibile, ricollegandosi, oltre che alla rappresen-
imputando ad Aristotele di aver voluto tazione deweyana del metodo scienti-
«accomodar l’architettura alla fabbrica, fico-sperimentale moderno nei termini
e non costruire la fabbrica conforme a i di un «“continued to-and-from mo-
precetti dell’architettura»20. L’interpre- vement” di induzione e deduzione»25,
tazione dellavolpiana (che si avvale di all’interpretazione neokantiana, la quale
commenti infra-testuali) è, in entrambi i individuava il tratto distintivo dello spe-
casi, piuttosto audace, dal momento che, rimentalismo galileiano nel «determinar-
nelle Considerazioni, la congruenza con si reciproco del fatto singolo in funzione
le «particolari apparenze» entra, sì, nel- della legge e della legge in funzione del
la struttura del concetto del vero, ma di fatto», nella «mediazione» tra «la sfera
un vero soltanto “possibile”, il quale, per del particolare e la sfera dell’universale»,
un verso, sembra coesistere con un vero nell’«interferenza della ragione e dell’e-
“apodittico” da esso distinto (la rispon- sperienza» e nel loro mutuo e scambie-
denza alla «vera costituzione dell’uni- vole riconoscersi quali momenti ugual-
verso», da Della Volpe, per il momento, mente necessari alla costituzione del sa-
non presa in considerazione)21, mentre, pere scientifico26.
per un altro verso, sembra surrogarlo22; Ma, soprattutto, il filosofo imolese
d’altra parte, la pagina del Dialogo, pur puntualizza che
fissando l’inadeguatezza dell’apriori ari-
Giuliano Guzzone  _  49

la coincidenza nel punto di partenza polemi- 2. Lo sperimentalismo come criterio gno-


co e critico-metodico di Galilei e Marx è tan- seologico (1950-1957). La possibile fun-
to poco casuale da superare la diversità dei zionalità-validità gnoseologica del ge-
rispettivi campi di problemi non solo in tale nerale «criterio sociologico» marxiano
fase polemico-metodica ma anche nella fase della «reciprocità dei fattori storici» è
positiva e ricostruttiva della dottrina, onde esplorata e approfondita da Della Volpe
infine nella reciprocità galileiana [di fatto e a partire dalla sua Logica come scienza
legge, di materia e coscienza], quale criterio positiva (1950). La direttrice di ricerca
strettamente epistemologico, corrisponde la inaugurata negli scritti degli anni Qua-
marxiana reciprocità dei fattori storici, come ranta – la metamorfosi della filosofia in
criterio sociologico generale, e però gnoseolo- «concezione specifica di un oggetto spe-
gico, morale etcetera27. cifico», ossia in scienza – è svolta, appro-
fondita e sensibilmente complicata attra-
Si prospetta, in altri termini, quella verso l’elaborazione di una «logica filo-
dilatazione di significato delle categorie sofica o gnoseologia» che sia essa stessa,
di “struttura” e “sovrastruttura” nella in sintonia con indicazioni leniniane re-
quale è stato ravvisato uno degli aspetti centemente ribadite da Ždanov, scienza
più originali, ma anche più controversi, positiva e sperimentale, in grado di con-
del marxismo dellavolpiano28. L’engelsi- cepire storicamente, non metafisicamen-
ana «azione reciproca»29, cui Della Vol- te, il proprio oggetto, ossia il «passaggio
pe rinvia con tutta evidenza in queste dalla non-conoscenza alla conoscenza»31.
righe, è considerata come la traduzione Entro tale quadro, il rapporto Gali-
del metodo sperimentale galileiano – in lei-Marx si arricchisce di inediti signi-
ciò che esso ha di peculiare, la congiun- ficati e si precisa nei suoi termini, ma
zione delle «sensate esperienze» con le soprattutto contribuisce, a sua volta,
«necessarie dimostrazioni»30 – nel lin- a chiarire il senso di quella scientifici-
guaggio della sociologia materialistica tà-positività-sperimentalità in cui consi-
marxiana e come il raccordo fra le sue ste il carattere differenziale della logica
varie specificazioni disciplinari: se, in nuova rispetto alla logica filosofica tra-
sociologia, il metodo sperimentale si dizionale. Non a caso, tale rapporto vie-
declina come unità-reciprocità di eco- ne messo a tema da Della Volpe nei due
nomia ed etica, e in ciascuno di questi capitoli più ardui, dal punto di vista te-
ambiti come unità-reciprocità di fatto oretico e storiografico, della sua Logica,
e ipotesi, in gnoseologia si esplicherà, dedicati rispettivamente alla critica della
presumibilmente, nell’unità-reciprocità dialettica mistificata platonico-hegelia-
di senso e intelletto. na e alla delucidazione del principio di
tauto-eterologia (discorso dell’identico
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e del diverso, o dialettica diadica, in cui sospettare che la critica galileiana di un


consiste, secondo Della Volpe, il giudi- determinato “a priori”, inadeguato per-
zio scientifico)32. ché esposto all’arbitrio individuale, non
I due gruppi di pagine in cui si espli- esclude affatto la rivendicazione di un “a
ca l’indagine storico-filosofica dellavol- priori” diverso, in grado di comprende-
piana fissano le analogie strutturali fra re le «cose quali elle sono» e, quindi, di
l’epistemologia galileiana e la sociolo- orientare i «propositi» dello scienziato.
gia marxiana sotto il profilo, rispetti- Lungo la medesima direttrice si col-
vamente, della pars destruens (la critica locano, del resto, le considerazioni che
dell’apriorismo e dell’ipostatizzazione) e Della Volpe dedica al rapporto Gali-
della pars construens (la teorizzazione e lei-Marx a distanza di poche pagine, al
la messa in pratica di una metodologia termine del proprio esame della Kritik
sperimentale, con conseguente trasfor- del 1843. I punti ivi sollevati dal filosofo
mazione dei rispettivi ambiti di ricerca in imolese sono sostanzialmente tre.
discipline scientifiche). Già nel vivo del- In primo luogo, la «scoperta marxia-
la sua disamina della Kritik marxiana del na della “mistificazione” dialettica come
1843, Della Volpe pone in relazione la vero “segreto di Hegel”», mistificazione
tesi di Marx, secondo cui Hegel avrebbe che consiste nella «restaurazione sur-
dedotto il rapporto tra famiglia, società rettizia dell’empiria, conseguente alla
civile e stato politico non dalla loro «es- decomposizione filosofica dell’empiria,
senza specifica», bensì da un preconcet- ch’è l’ipo-statizzazione», mentre è nuo-
to e universale «rapporto di necessità e vamente accostata alla «critica galileiana
libertà», con la battuta che Galilei, nella dei fondamenti aprioristici della fisica
Giornata prima del suo Dialogo sopra i peripatetica» e all’«ordine di istanze cri-
due massimi sistemi del mondo, fa pro- tiche da cui nasce la scienza sperimentale
nunciare a Salviati a proposito dell’a- moderna della natura», è, in queste pagi-
stronomo e gesuita Christoph Scheiner, ne, distinta, in maniera più esplicita che
il quale, discorrendo della consistenza negli scritti precedenti, dalla «“critica”
della materia lunare, si era figurato «le kantiana della “dialettica trascendenta-
cose quali bisognerebbe ch’elle fussero le”», nella quale Della Volpe ravvisa una
per servire al suo proposito», piuttosto critica del tutto «apparente dei processi
che adeguare i «suoi propositi di mano di ipostatizzazione», risolventesi nella
in mano alle cose quali elle sono»33. An- sostituzione della «metafisica dell’esse-
che in questo caso, il testo dello scien- re» con una «metafisica del conoscere»,
ziato pisano è letto senza esitazione, e dell’«ipòstasi “anima”» con la «nuova
al pari di quello di Marx34, nell’ottica ipòstasi» dell’«io penso» quale «condi-
di uno schietto antiapriorismo, senza zione formale assoluta dell’“esperien-
Giuliano Guzzone  _  51

za”»35. Mentre il lessico impiegato in – delle apparenze o fenomeni fisici –


queste righe per definire il trascenden- nel razionale delle funzionali relazioni
talismo kantiano sembra tratto a prestito (quantitative matematiche)» e dal di-
da Calogero36, la distinzione tra trascen- segno marxiano di una filosofia che sia
dentalismo e sperimentalismo consegue innanzitutto «analisi (dialettica) dei pre-
dalla precedente critica della “sintesi a supposti di fatto», ossia, in ultima analisi,
priori”, quale soluzione affatto inade- «scienza»40; l’altra si esprime nella riven-
guata data da Kant alla giusta esigenza dicazione galileiana di un «discorso» in
di una cooperazione, entro il processo cui «la conclusione è necessariamente in
conoscitivo, tra un intelletto puramente questo modo solo»41 e nel ripensamen-
discorsivo (operante mediante categorie to marxiano dello statuto della filosofia
funzionali) e una sensibilità restituita alla (ancora la «concezione specifica di un
sua accezione e funzione positiva37. oggetto specifico»), oltre che nel rilievo
In secondo luogo, Della Volpe desume metodologico conferito da John Dewey
una “prova sperimentale” dell’analogia ai procedimenti di «eliminazione» o «ne-
fra le due critiche dell’apriorismo, quella gazione esclusiva»42.
galileiana e quella marxiana (e, per con- Mentre il primo di questi elementi non
verso, fra i due “apriorismi” criticati: pe- necessita di ulteriori delucidazioni, ridu-
ripatetico ed hegeliano), dalle pagine del- cendosi di fatto all’affermazione dell’e-
la Giornata prima del Dialogo sopra i due sperienza come punto d’avvio di qualsiasi
massimi sistemi del mondo nelle quali lo indagine scientifica o processo conosci-
scienziato pisano denuncia, per bocca di tivo, il secondo è invece senz’altro biso-
Sagredo e di Salviati, l’incapacità di Ari- gnoso di chiarimenti. Non a caso, esso è
stotele di mantenere la distinzione, da lui affrontato, e sciolto, nel secondo gruppo
stesso stabilita, tra “architettura” e “fab- di pagine che la Logica come scienza posi-
brica” del mondo, finendo con l’interpo- tiva dedica al rapporto Galilei-Marx. In
lare surrettiziamente (con un «manifesto queste pagine cruciali il filosofo imolese
paralogismo») gli elementi «empirici» e si propone «di trovar conferma […] di
«qualitativi» che il suo ragionamento do- quel principio strutturale di identità tau-
vrebbe dimostrare e dedurre38. toeterologica in cui si è espressa la reci-
In terzo luogo, Della Volpe rintraccia procità o circolarità funzionale di ragione
due elementi di consonanza nel motivo e materia (sensazione)» tanto nella meto-
del «dar ragione dei fenomeni soltanto dologia delle scienze della natura, dove si
o del come dei fatti» e nell’istanza della esplica come «reciprocità o circolarità di
«non-contraddizione»39; l’uno traspare deduzione e induzione […] ossia di idea-i-
dall’aspirazione galileiana a un’«anali- potesi e dato, o legge e fenomeno o cau-
si risolutiva del qualitativo o empirico sa e effetto», quanto nella metodologia
52  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

dell’economia politica, dove si manifesta Questa puntualizzazione è da inten-


invece come circolo di astratto e concre- dersi polemicamente rivolta a Banfi e a
to43. Riferendosi ai Discorsi intorno a due Cassirer, i quali avevano caratterizzato il
nuove scienze (1638), in particolare alla metodo galileiano nei termini di un «de-
Giornata terza, nella quale sono illustrate terminarsi reciproco» di fatto e legge, di
la legge della caduta dei gravi e l’esperien- un’«interferenza» continua di deduzione
za sperimentale del piano inclinato, Della e induzione, di un «riconoscersi» scam-
Volpe puntualizza che la «deduzione» o bievole della ragione e dell’esperienza
«ragione» galileiana quali fattori specifici ed egualmente ne-
cessari ai fini della conoscenza, entro un
ha la prova della verità della sua ipotesi, che quadro interpretativo dominato dalla
diventa perciò legge causale, non già in forza transizione dal concetto di “sostanza” al
propria ossia della sostituzione del concetto concetto di “funzione” e dall’affermazio-
matematico di funzione al concetto fisi- ne dell’universalità e della necessità del
co-metafisico di causa-essenza, sostituzione nuovo “apriori” matematico45. Precisare
per cui parrebbe che gli antecedenti di ogni che l’ipotesi diventa legge soltanto dopo
conseguente si risolvessero pacificamente essere stata verificata dall’esperimento –
nell’assieme delle relazioni quantitative di qui definito anche «modello», nel solco
quest’ultimo, onde poi si dovrebbe superare di Giulio Preti46 – significa innanzitutto
la difficolta fondamentale di antecedenti o scongiurare quel «razionalismo eccessi-
cause diverse del medesimo effetto (pluralità vo»47 che si esprime nella postulazione di
delle cause) attraverso la pacifica unità dell’i- una forma di relazionalità-sinteticità ec-
potesi; ma specificamente ne ha la || prova in cessivamente «pacifica», ossia ribadire,
forza dell’esperimento col «modello», che, implicitamente ma inequivocabilmente,
in quanto fornisce la disprova e eliminazione la distinzione tra sperimentalismo gali-
– da parte di un fatto modello – di altri fatti leiano e trascendentalismo kantiano. Ma
concorrenti, come antecedenti di un conse- significa anche chiarire l’importanza dei
guente, alla spiegazione ipotetica di quest’ul- procedimenti di «eliminazione» o «nega-
timo, con questa disprova permette alla zione esclusiva» descritti da Dewey nella
ragione di superare realmente la difficoltà | sua Logica: accostando tali procedimen-
fondamentale di cui sopra, o in altri termini ti alla definizione galileiana del discorso
le evita la cosiddetta fallacia del conseguente apodittico e al ripensamento marxiano
[…]. Con la conclusione, dunque, || che dello statuto della filosofia, Della Volpe
Galileo pone già l’istanza che la ragione o è intende mostrare che, nella prospettiva
funzionale o non è ragione: ossia non è pro- inaugurata dallo scienziato pisano e dal
duttiva di verità44. filosofo di Treviri, non può esservi dimo-
strazione, né dunque verità o necessità,
Giuliano Guzzone  _  53

senza il ricorso a un criterio pratico in vo metodo sperimentale, onde la logica


grado di confutare spiegazioni alterna- positiva o gnoseologia scientifica viene a
tive e concorrenti48. Pertanto, la funzio- coincidere, senza residui, con la generaliz-
nalità della ragione è destinata a restare zazione di quel metodo a ogni conoscenza
solo congetturale qualora non interven- possibile50; in secondo luogo, l’estensione
ga quella «istanza dirimente» che è del metodo sperimentale anche alla filo-
sofia, la quale si riconfigura, scrive Della
l’esperimento in quanto è sempre esperimento Volpe facendo suo un concetto banfia-
di una idea ipotesi e cioè disprova o negazione no, come un’«ontologia materiale», ossia
(o contraddizione) da parte di un fatto (-tipo) come un «discorso sull’essere», dove il
di altri fatti più o meno ipotizzati, e quindi “discorso” ha la forma di un dialettismo
negazione o discretezza o analisi in funzione «disgiuntivo» e «diadico» (la «dialettica
dell’affermazione o unità o sintesi (ipotesi); senza idealismo», che afferma un fatto
donde quella affermazione-negazione o affer- escludendone altri con esso incompatibili
matività esclusiva o identità-non contraddi- per mezzo dell’«esperimento verifican-
zione ch’è lo aspetto proprio […] della legge te») mentre l’“essere” è inteso come ma-
galileiana ossia dell’ipotesi ch’è vera e però teria sensibile, sostrato o soggetto reale di
è forma solo in quanto sperimentalmente ogni giudizio possibile51.
verificabile […]: in quanto insomma […] è Quest’ultimo punto suscita un du-
[…] mediata con l’esperienza, poiché è in plice interrogativo: assumendo, infatti,
funzionalità reciproca con questa, essendosi che ogni sapere o conoscenza diventi
testé mostrato che anche il fatto o dato empi- scienza (ossia “ontologia materiale”) in
rico o è funzionale ossia fatto-tipo o non è un conseguenza dell’assunzione del metodo
fatto, ossia non è produttivo di effettualità o sperimentale, rimane da stabilire cosa
realtà49. distingua la filosofia strettamente intesa,
per un verso, dalla scienza della natura e,
Da questa duplice ridefinizione della per un altro, verso, dalla logica positiva
ragione come ragione funzionale, ossia o gnoseologia scientifica. Per quanto ri-
produttrice di ipotesi, e dell’esperienza guarda il primo di questi quesiti, Della
come esperienza funzionale, ossia come Volpe sembra identificare, nello stesso
costruzione intenzionale e cosciente di giro di pagine, le «scienze strettamente
“modelli” e “fatti-tipo”, derivano due filosofiche» con le «scienze morali»52, la
conseguenze di rilievo: in primo luogo, il sociologia dello Stato e la scienza del di-
riconoscimento, attraverso una rilettura ritto, l’etica sperimentale e la stessa criti-
antiteologica e antimetafisica della battu- ca dell’economia politica, onde la filoso-
ta di Salviati sul conoscere «intensive» ed fia viene a costituire l’“ontologia mate-
«extensive», dell’«universalità» del nuo- riale” di quella “regione ontologica” che
54  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

è l’essere storico-sociale53. La filosofia za” (rapporto tra filosofia e scienza, fra


così intesa si distingue dalla logica posi- teoria e pratica)54.
tiva o gnoseologia scientifica in quanto Venendo, invece, alla prima delle
questa è teoria del giudizio, ossia teoriz- due conseguenze enunciate in prece-
zazione della coessenzialità di ragione ed denza, l’universalizzazione-generaliz-
esperienza, e ciò risponde al secondo dei zazione del metodo sperimentale, da
due quesiti poc’anzi sollevati. cui deriva l’identità di conoscenza e
La metamorforsi della filosofia e scienza (e, di conseguenza, l’altra di
della scienza della natura in altrettante gnoseologia ed epistemologia), esso è
«concezioni specifiche di oggetti speci- stato considerato come uno dei tratti
fici» esige, in altri termini, un piano del- più caratterizzanti, e allo stesso tempo
la teoria avente per oggetto l’analogia più controversi, del marxismo della-
che si produce tra le due attraverso la volpiano; esso sembra infatti esporsi
loro rispettiva specificità, purché que- alla medesima critica rivolta da Marx a
sto “piano della teoria” sia esso stesso Proudhon: di non aver potuto o saputo
ipotetico-sperimentale, ossia funzionale abbandonare il terreno della filosofia
e verificabile. Di questa auto-sperimen- intesa come discorso di un metodo “in
talità della nuova logica si dirà più avan- assoluto” e “in abstracto”55. Non v’è
ti. Per il momento conta rilevare che il dubbio, a questo riguardo, che Marx
rapporto logica-filosofia ripropone l’in- non ha esplicitamente prospettato, nel-
treccio tra “generale” e “specifico” già le sue opere, la possibilità di una “lo-
emerso in ambito sociologico: come, gica scientifica”; né si può negare che,
infatti, la sociologia materialistica mar- in scritti come l’Ideologia tedesca e la
xiana rielabora i concetti generalissimi Miseria della filosofia, la critica dell’a-
dell’antropologia tradizionale in fun- priorismo e dell’ipostizzazione sembri
zione della conoscenza critica di una dar luogo a un rifiuto della filosofia
società determinata e dell’enunciazione tout court56. Resta però da stabilire se
di un’ipotesi risolutiva congruente con la riflessione di Marx, nel suo ulteriore
tale critica, analogamente la logica po- sviluppo, non implichi piuttosto un ri-
sitiva rielabora i concetti generalissimi pensamento del concetto di “filosofia”;
della gnoseologia tradizionale (ragione e se, per contro, il disegno dellavolpia-
ed esperienza, intelletto e senso, dialet- no di una «logica come scienza posi-
tica e ontologia) in funzione dell’indivi- tiva», congiungendosi, per l’appunto a
duazione e della risoluzione dei proble- un mutamento di statuto della “teoria”,
mi che caratterizzano quella stessa de- riesca a evitare la ricaduta nell’assolu-
terminata società sul piano, si potrebbe tizzazione/ipostatizzazione del metodo
dire, dei “rapporti sociali di conoscen- (o della logica).
Giuliano Guzzone  _  55

Almeno due diversi ordini di conside- conclude il proprio esame del paragra-
razioni possono contribuire a sciogliere, fo della Einleitung del 1857 sul «meto-
in parte, questo nodo. do dell’economia politica». In queste
Innanzitutto, l’universalizzazione del righe, il filosofo imolese stabilisce che il
metodo sperimentale non esclude un mo- «circolo metodico di concreto, astratto
vimento interno di differenziazione-speci- e concreto» (di «dato problematizzato»
ficazione che rispecchi le peculiarità degli o «istanza storico-materiale», ipotesi ri-
ambiti di realtà volta a volta indagati. Ciò solutiva o «istanza storico-razionale» e
sembra trasparire dalle pagine che Della «pratica che convalida, ossia verifica»)
Volpe dedica, nella sua Logica come scien- – in cui si compendia, a suo avviso, il
za positiva, all’applicazione marxiana del metodo che Marx definisce «scientifica-
metodo scientifico negli ambiti della «so- mente corretto»59 – rinvia alla medesima
ciologia dello Stato» e della critica dell’e- «istanza ultima della reciproca funziona-
conomia politica: queste pagine fissano, lità storica di dato e ipotesi, materia e ra-
non senza implicazioni problematiche, gione, induzione e deduzione» espressa
quella distinzione tra ipotesi “risolutive” dalla «scienza sperimentale galileiana»,
(la «democrazia radicale» come ipotesi ri- la cui «logica materialistica» deve esse-
solutiva dei problemi dello stato moderno re tuttavia separata dal «guscio misti-
rappresentativo, da verificarsi attraverso co» di un «sottinteso platonismo più o
un «esperimento storico», il comunismo, meno matematizzante»60. Uno, dunque,
che si concreti in «azioni e istituti specifici, è il «metodo», identica è la logica-gno-
esclusivi») e ipotesi “esplicative” (l’«ipo- seologia (positiva, scientifica, sperimen-
tizzata connessione basilare di valore-la- tale), la quale può avvalersi di molteplici
voro e plusvalore», in quanto permette «tecniche» (come le matematiche o la lo-
di ricondurre la crisi alla contraddizione gica simbolica) a seconda del segmento
fra produzione sociale e appropriazione d’esperienza indagato; onde all’istanza
privata ed è verificata dalla «pratica espe- gnoseologica unitaria (in cui consiste, in
rienza storico-economica del capitalismo ultima analisi, la lezione del «galileismo
di monopolio», dallo «sviluppo avvenuto morale» marxiano) fa riscontro la pre-
in tutti paesi capitalistici»)57; distinzione servazione delle distinzioni disciplinari e
che invano si cercherebbe nella sfera delle delle relative epistemologie speciali61.
scienze naturali e che consente di recupe- Ma l’argomento veramente decisivo
rare, almeno in una certa misura, quella contro un eventuale ritorcersi dell’accu-
che è stata definita la «prammaticità spe- sa di apriorismo e indeterminatezza nei
cifica delle categorie marxiane»58. riguardi dei risultati conseguiti da Della
Ma ancor più traspare tale differen- Volpe deve desumersi dalle pagine con-
ziazione dalle righe con cui Della Volpe clusive della sua Logica come scienza po-
56  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

sitiva, le quali enunciano le condizioni della presente ricerca. Per ora conta rile-
di coerenza scientifica della «nuova logi- vare che la genesi di una logica positiva o
ca». Il filosofo imolese argomenta, in so- gnoseologia scientifica è essa stessa stori-
stanza, che il disegno una logica positiva camente determinata: presuppone, cioè,
o gnoseologia scientifica in tanto risulta un certo stadio dello sviluppo del pen-
possibile, fondato e non contraddittorio siero e una certa accumulazione di apo-
in quanto scaturisce da un’estensione del rie che erompono nel presente. Ma, nella
metodo sperimentale alla storia della fi- misura in cui la risoluzione di tali aporie
losofia, ossia da una considerazione dei coincide con l’«autocritica del sistema
sistemi filosofici come «fatti storici», e ideologico cristiano-moderno o cristiano
in quanto esprime la «mente dell’umani- borghese», con la dissoluzione di quelle
tà», non la mente astratta di un soggetto «categorie filosofiche» che costituisco-
aprioristico e presupposto, indifferente no la «sovrastruttura» del capitalismo
agli antagonismi reali, bensì la «mente nella sua fase «estrema» e con la virtua-
storica, concreta» di un soggetto in fieri, le ricomposizione di pensiero comune,
«in atto». La nuova logica-gnoseologia pensiero scientifico e pensiero filosofico
si presenta a sua volta, allora, come una sotto il segno dello sperimentalismo (che
«media solo sperimentalmente vera», prefigura e anticipa, sul versante ideolo-
come un’ipotesi che, da un lato, sorge gico, l’unificazione concreta del genere
da una preliminare discriminazione, at- umano), essa deve trovare riscontro nel
traverso gli strumenti di una «filologia processo pratico di superamento del-
critica», delle istanze progressive e degli la società borghese e di realizzazione di
elementi unilaterali o caduchi presenti una società senza classi63. Il fatto che
nei trascorsi sistemi filosofici; dall’altro, questo riscontro non abbia avuto luogo,
unifica e rielabora tali istanze in funzione e che la logica positiva abbia esplicato
dell’«attuale esperienza culturale (filoso- i suoi effetti prevalentemente, se non
fica, gnoseologica e logica)», di «interro- esclusivamente, sul piano della storia
gativi e quesiti» che interessano l’umani- delle idee, dimostra, in qualche modo,
tà nel suo sviluppo presente62. che l’efficacia risolutiva di una possibile
Dei caratteri della storiografia filoso- filosofia-scienza scaturisce non soltan-
fica sperimentale qui prospettata, e del to dal suo carattere ipotetico e, per così
grado di concordanza fra le indicazio- dire, auto-sperimentale, ma anche e so-
ni metodologiche disseminate da Della prattutto dalla sua capacità di riformare
Volpe nella Logica come scienza positi- attivamente i modi di pensare diffusi, di
va e il lavoro storiografico da lui effet- radicare in un “senso comune” di massa
tivamente svolto negli anni Quaranta e una concezione della storia come situa-
Cinquanta, si dirà nella parte conclusiva zione data ma problematizzabile e aper-
Giuliano Guzzone  _  57

ta a possibilità operative potenzialmente pensiero occidentale dall’apparire del-


risolventi, di contribuire al fieri di quel la filosofia marxista; per un altro verso,
soggetto storico da cui essa pure dipen- aveva riconosciuto, nel solco di Engels,
de per l’esecuzione dell’esperimento e che ogni «negazione racchiude in sé una
per la verifica dei risultati64. successione, significa assorbimento, rie-
laborazione critica, e unione, in una nuo-
va, più elevata sintesi, di tutto ciò che di
3 _ Continuità e inversione nella storio- progressivo e di avanzato è stato rag-
grafia filosofica “sperimentale” di Della giunto nella storia del pensiero umano»;
Volpe aveva, infine, assegnato alla «storia della
filosofia» il compito di districare tale in-
Per chiudere il cerchio della presente treccio di continuità e discontinuità ri-
ricerca, non resta che prendere breve- percorrendo «la storia della preparazio-
mente in esame i tratti distintivi della ne» del metodo dialettico e ricostruendo
metodologia storiografica sperimentale «le condizioni del suo sorgere»65.
di Della Volpe e porli a confronto con Benché le indicazioni di Ždanov con-
i risultati del lavoro storiografico da lui ducessero, di fatto, a una concezione an-
svolto come interprete di Galilei e Marx, cillare e subalterna della storia della filo-
al fine di stabilire se sia soddisfatta la se- sofia, Della Volpe vi rintraccia l’abbozzo
conda delle due condizioni della coeren- di una soluzione non teleologica, quasi
za scientifica della «nuova logica» prece- pragmatista, al problema dello sviluppo
dentemente enunciate (ossia il suo porsi storico delle idee, compatibile con una
in un rapporto sperimentale-risolutivo critica intrinseca dei sistemi filosofici e
coi sistemi filosofici del passato). Se ci si con un’appropriazione creativa delle po-
attiene alle pagine metodologiche della sitività presenti in ciascuno di essi. Ed è
Logica come scienza positiva, tali tratti in quest’ottica che il filosofo imolese ad-
distintivi sembrano potersi riassumere duce quelle indicazioni a giustificazione
nei due criteri della “continuità critica” dell’«accezione non del tutto negativa»
e dell’“inversione temporale”. da lui attribuita al «trascendentale» kan-
Il primo di essi è messo a fuoco attra- tiano, riconosciuto come uno di quegli
verso un confronto critico con le consi- «elementi storico-ideologici» da riela-
derazioni che Andrej Ždanov aveva for- borare criticamente in una «media ide-
mulato nel giugno 1947, commentando ologica progressiva» (nella fattispecie, la
un recente manuale sovietico di storia funzionalità della «categoria», opportu-
della filosofia: l’ideologo sovietico, per namente separata dalla soluzione inade-
un verso, aveva enfatizzato la cesura pro- guata, e dunque caduca, della “sintesi a
dotta nel continuum della tradizione del priori”) che, a sua volta, coopererà alla
58  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

formulazione del «concetto gnoseolo- scrive Della Volpe, soltanto a una «filolo-
gico storico-scientifico conclusivo della gia generica» e a una «storia dialettizzata
funzionalità reciproca di materia e co- dei sistemi filosofici». Conseguenza di
scienza»66. tale affermata “funzionalità” della storia
Il termine-chiave di queste righe è della filosofia sembrerebbe essere la sua
quello di “media”, che rinvia al lessico pluralizzazione: nel senso che essa si spe-
delle scienze esatte e designa, nella me- cificherà (come storia della logica-gno-
todologia storiografica di Della Volpe, seologia, dell’etica, dell’antropologia) in
il momento della “traduzione” di un funzione dei caratteri della ricerca volta
concetto filosofico preesistente nei ter- per volta data.
mini di una nuova problematica, di una Ma se l’elaborazione delle “medie
nuova ricerca e, dunque, di una nuova ideologiche” avviene sempre in funzio-
ipotesi risolutiva. Esso riaffiora, non a ne di un’istanza problematica presente,
caso, nel vivo della ricerca dellavolpiana, quale criterio interno consente, invece, il
al momento del passaggio dalla pars de- riconoscimento degli «apporti positivi»
struens alla pars construens della Logica dei sistemi del passato e la loro discrimi-
come scienza positiva: Della Volpe pun- nazione da quelli caduchi? Della Volpe
tualizza, in primo luogo, che la ricerca ritiene che le «istanze storico-raziona-
storico-filosofica si avvale di una «filolo- li» assunte come «antecedenti» di una
gia critica dei sistemi» ai fini dell’indivi- «dinamica media» siano tali in quanto
duazione degli «apporti positivi» in essi estendono «la loro funzionale capacità
presenti; e, in secondo luogo, che la rie- risolutiva, o unificativa, fino alle istan-
laborazione di tali apporti in una «sorta ze problematiche o difficoltà del tempo
di media» – sulla cui base sia possibile della attuale ricerca e oltre»69. In altre
formulare «delle ipotesi risolutive aventi parole, la razionalità delle soluzioni fi-
la verità funzionale assicurata loro dalla losofiche del passato, la loro potenziale
chiarificante congruenza con le istan- capacità di proiettare e dispiegare effetti
ze problematiche del tempo in cui si risolutivi su un tempo diverso da quello
svolge la ricerca» – istituisce un’«unità che ne ha determinato la genesi, si espri-
storica, temporale, della problematica me attraverso la loro funzionalità e con-
filosofica»67. Un’unità storica perché de- gruenza alle istanze problematiche della
terminata da (e conforme a) le esigenze rispettiva epoca, ossia attraverso quella
filosofiche del presente, e dunque, a sua «applicazione al particolare» di cui, se-
volta, non definitiva, bensì congetturale condo Hegel, «i concetti fondamentali
e funzionale, non assimilabile e non ri- dei sistemi che apparvero nella storia
ducibile al presupposto hegeliano del- della filosofia» dovrebbero essere spo-
la «verità eterna»68, che può dar luogo, gliati e depurati, affinché sia possibile
Giuliano Guzzone  _  59

riconoscervi i «diversi gradi della deter- sull’astrazione determinata e sul circolo


minazione dell’Idea»70. concreto-astratto-concreto, ossia l’esten-
Delucidato il motivo della “continu- sione dello sperimentalismo alla scienza
ità critica” attraverso il confronto con della società, comporta la disposizio-
il metodo hegeliano, resta da chiedersi ne delle categorie in un ordine diverso
quale ruolo svolga, nella metodologia dall’ordine cronologico della loro ge-
storiografica dellavolpiana, l’aspetto del- nesi: un ordine «esattamente inverso»,
la “successione”. Il fatto che ogni solu- puntualizza il filosofo imolese attenen-
zione filosofica nuova sia determinata da dosi alla lettera del testo marxiano. Due
(e corrispettiva a) istanze problematiche diverse motivazioni sembrano essere
presenti non esclude infatti che la “me- addotte a sostegno di questa discrepan-
dia” assunta a suo fondamento rispecchi za tra cronologicità e storicità delle cate-
l’ordine cronologico degli antecedenti, gorie: da un lato, in sede di commento
e quindi si presenti come semplice ri- della Einleitung, la disposizione inversa
sultato, o condensazione, dei progressi delle categorie sembra essere “imposta”
accumulatisi linearmente nella storia del dalla specificità dell’oggetto indagato (è,
pensiero. infatti, l’assunzione del capitale come
A scanso di tale equivoco, Della Vol- «punto di partenza» a determinare l’or-
pe congiunge il motivo della “continu- dine espositivo delle categorie economi-
ità critica” con quello dell’“inversione che), onde un certo ordinamento siste-
temporale”, desunto dalla Einleitung matico risulta razionale soltanto nella
marxiana, in particolare dalle pagine de- misura in cui è funzionale al dato-istan-
dicate all’esame delle categorie di “lavo- za e congruente con esso72; dall’altro, al
ro in generale” e di “rendita fondiaria”. momento di estendere il metodo scien-
Intrecciando e sviluppando due distinte tifico-sperimentale (assimilato al metodo
conclusioni di Marx, quella secondo cui dell’astrazione determinata, o circolo
l’«anatomia dell’uomo è una chiave per concreto-astratto-concreto) alla storia
l’anatomia della scimmia» e l’altra se- della filosofia, Della Volpe lascia inten-
condo cui la «successione» delle «cate- dere che l’ordine «esattamente inverso»
gorie economiche» è «determinata dalla delle categorie soddisfa l’istanza compo-
relazione in cui esse si trovano l’una con sitivo-sintetica della ragione (nello stesso
l’altra nella moderna società borghese e modo in cui la loro successione cronolo-
che è esattamente l’inversa di quella che gica rispecchia l’istanza analitica dell’e-
si presenta come loro relazione natura- sperienza) a prescindere dalla specificità
le o corrisponde alla successione dello dell’oggetto indagato (l’assetto presente,
sviluppo storico»,71 Della Volpe sostie- e problematico, della teoria della cono-
ne che l’adozione del metodo basato scenza)73. Nel primo caso la generaliz-
60  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

zazione del criterio dell’inversione non della sua applicazione, dal momento che
appare sufficientemente giustificata; nel esse sono dedicate al rinvenimento degli
secondo, consegue dall’affermazione antecedenti destinati a confluire, pre-
della sua razionalità “a priori”, ossia da via trasposizione in una “media”, nella
una limitazione di fatto del criterio del- sua ipotesi risolutiva: lo sperimentali-
la funzionalità reciproca di ragione ed smo galileiano, innanzitutto, ma anche
esperienza74. la “non-contraddizione” aristotelica (in
Questo dilemma non è sciolto da Del- quanto veicola un’istanza materialistica),
la Volpe75. Egli si limita a rilevare che l’e- la “diairesi” platonica (in quanto costitu-
stensione del metodo sperimentale alla isce una forma di dialetticità, per l’appun-
storiografia filosofica permette la «coor- to, diadica), il “trascendentale” kantiano
dinazione» di questo sapere, elevatosi al (in quanto implica la funzionalità delle
livello della scienza, con le altre scienze categorie e la positività del senso). Que-
morali e, dunque, la verifica, anch’es- sti elementi storico-ideologici progressivi
sa sperimentale e scientifica, ossia «non sono discriminati dagli aspetti regressivi
empirica e non estrinseca», di un’«in- e caduchi: il «platonismo matematizzan-
terdipendenza» (o reciprocità) tra i fatti te» di Galilei, l’anamnesi platonica (qua-
della “struttura” (economico-sociale) e le forma di apriorismo), la adialetticità
le rispettive “sovrastrutture” (culturali o dell’ontologia e della logica aristoteliche,
morali in senso largo). Ne consegue che la teoria kantiana dell’appercezione e
la “metafora architettonica” ha senso e della sintesi a priori (in quanto compor-
valore scientifico come criterio storio- ta l’assolutizzazione e l’ipostatizzazione
grafico generale nella misura in cui tra- delle categorie)76. Tale critica interna dei
duce l’«istanza gnoseologica generale sistemi filosofici sa avvalersi, sul piano
della funzionalità reciproca di ragione filologico, di un uso “strategico” della
e materia» e registra la sua estensione a citazione (sussidiato da commenti infra-
ogni ambito particolare di storiografia. testuali), nonché di traduzioni talvolta
profondamente “interpretanti”77. Se in-
vece ci si volge a un esame della struttura
4 _ Considerazioni conclusive espositiva dell’opera, si osserva che gli
argomenti vi sono disposti in un ordine
Il metodo storiografico sperimentale di che, pur non aderendo alla cronologia,
Della Volpe, basato sul nesso continui- nemmeno la inverte.
tà-inversione, trova un certo riscontro Ciò nondimeno, è proprio il motivo
nella sua attività storiografica concreta. dell’“inversione temporale” a riassumere,
Le prime due sezioni della Logica come più ancora della “continuità critica” (pie-
scienza positiva costituiscono un saggio namente comprensibile solo alla luce del
Giuliano Guzzone  _  61

primo), il senso dell’attività storiografica 2 _ Cfr. D. Antiseri, S. Tagliagambe, Gal-


di Della Volpe. Due evidenze paiono av- vano Della Volpe, in Filosofi italiani del Nove-
valorare tale conclusione: in primo luogo, cento, Bompiani, Milano 2008, pp. 278-291:
l’interpretazione dellavolpiana di Galilei 284; G. Bedeschi, La parabola del marxismo in
muta sostanzialmente d’accento a partire Italia. 1945-1983, Laterza, Roma-Bari 1983, pp.
dalla “scoperta” di Marx come “moralista 79-95: 82; M.A. Bondanese, Galilei nell’opera
e filosofo”; ma, in secondo luogo, la stessa di Husserl, Banfi, Della Volpe, «Giornale critico
interpretazione di Marx si complica e si della filosofia italiana», quarta serie, 7 (1976) 3,
perfeziona – facendo emergere, accanto pp. 416-455: 447-455; C. Corradi, Della Volpe:
all’etica more scientifico demonstrata, il di- l’incontro con il giovane Marx, in Ead., Storia dei
scorso de methodo; accanto all’applicazio- marxismi in Italia, manifestolibri, Roma 2005,
ne dello sperimentalismo al mondo mora- pp. 95-105: 102-103; Ead., Forme teoriche del
le, la teorizzazione di esso – a partire dal marxismo italiano (1945-79), in Storia del mar-
disegno di una logica-gnoseologia scien- xismo, a cura di S. Petrucciani, Carocci, Roma
tifico-sperimentale all’altezza dello stato 2015, vol. II, pp. 11-42: 19; B. De Giovanni,
problematico attuale della teoria della co- L’intellettuale comunista (analisi di alcune vicen-
noscenza. Onde la stessa raffigurazione di de teoriche legate alla crisi degli anni ’60), in Il
Marx come metodologo, come scienziato marxismo italiano degli anni Sessanta e la for-
del mondo morale, come moralista con- mazione teorico-politica delle nuove generazioni,
creto in quanto scienziato autentico, può Editori Riuniti, Roma 1972, pp. 535-553: 536-
essere considerata, a sua volta, come una 538; M. Ferrari, Mezzo secolo di filosofia italia-
“media ideologica”, funzionale e confor- na. Dal secondo dopoguerra al nuovo millennio,
me alla soluzione che Della Volpe ha inte- il Mulino, Bologna 2016, p. 61; R. Finelli, Un
so fornire ai problemi culturali, scientifici parricidio compiuto. Il confronto finale di Marx
e filosofici, del proprio tempo. con Hegel, Jaca Book, Milano 2014, pp. 334-
336; G. Giannantoni, Il marxismo di Galvano
Della Volpe, Editori Riuniti, Roma 1976, p. 62;
_NOTE L. Gruppi, Note sul dibattito teorico marxista in
1  _  Ringrazio Michele Ciliberto, Mattia Di Italia, in Id., Storicità e marxismo, Editori Riu-
Pierro, Giuseppe Moro, Marcello Mustè, Bruno niti, Roma 1976, pp. 121-172: 133-134; F. Izzo,
Settis, Giuseppe Vacca, Elia Zaru e un anonimo Il marxismo dal 1945 al 1989, in Il contributo
referee per la generosità, la propositività e l’acu- italiano alla storia del pensiero, Filosofia, Istitu-
tezza con cui hanno letto e postillato le prime to della Enciclopedia Italiana, Roma 2012, pp.
versioni di questo lavoro di ricerca. Io solo sono 695-705: 699; N. Merker, Della Volpe, Galvano,
responsabile del modo in cui i loro commenti e in Dizionario biografico degli italiani, vol. XXX-
suggerimenti sono stati accolti in questa defini- VIII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma
tiva stesura. 1990, pp. 1-7: 4; J.-P. Potier, Lectures italiennes
62  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

de Marx 1883-1983, Presses Universitaires, Lyon Roma 1973, pp. 307-375: 333-334, 336-347; Id.,
1986, pp. 271-295: 281; C. Romeo, Galvano Del- La libertà comunista. Saggio di una critica del-
la Volpe e la tradizione del marxismo italiano, la ragion «pura» pratica [1946], in Id., Opere,
in Le avanguardie della filosofia italiana nel XX a cura di I. Ambrogio, vol. IV, Editori Riuniti,
secolo, a cura di P. Di Giovanni, FrancoAngeli, Roma 1973, pp. 9-132: 23-24, 48-53; Id., Studi
Milano 2002, pp. 250-266: 265; S. Wright, Stor- sulla dialettica mistificata, I. Marx e lo Stato mo-
ming Heaven. Class composition and struggle in derno rappresentativo, Zuffi, Bologna 1947, pp.
Italian Autonomist Marxism, Pluto Press, Lon- 15-17. Un primo accenno a Marx si rintraccia
don 2002, pp. 25-31: 26. nel Discorso sull’ineguaglianza [1943], in Id.,
3 _ La peculiarità delle opere dellavolpia- Opere, vol. III, cit., pp. 267-306: 286-287, ma, a
ne degli anni Sessanta, che riabilitano il motivo quest’altezza, Della Volpe sostiene che «il difetto
della “contraddizione reale” (o “opposizione”) della critica marxistica della teologia è di esser
come “chiave” di una “dialettica storica” proce- stata in funzione di un obiettivo filosofico trop-
dente per violazioni e ristabilimenti del principio po limitato, cioè di una filosofia dell’economico
di non contraddizione, è stata evidenziata, e di- puramente e di un’etica economica quindi (inve-
versamente interpretata, da N. Badaloni, Il mar- ce che di un’etica senza aggettivo), col risultato
xismo italiano degli anni Sessanta, Editori Riuniti ultimo che l’“umanismo reale” – o umanismo a
– Istituto Gramsci, Roma 1972, p. 35; L. Col- tendenza veramente critica – di M. si è espresso
letti, Dalle radici mistiche della dialettica hege- in un’etica-politica imperniata su quel concet-
liana al marxismo come scienza, in Galvano Della to negativo dell’“abolizione delle classi” che,
Volpe. Un altro marxismo, a cura di G. Liguori, non essendo integrato da alcun altro concet-
Fahrenheit 451, Roma 2001, pp. 23-28: 27-28; to di differenziazioni o distinzioni sociali […],
C. Corradi, Della Volpe, cit., p. 130; J. Fraser, doveva condurre M. alla conclusione romantica
Il pensiero di Galvano Della Volpe, Liguori, Na- […] dello “scambio di amore contro amore, di
poli 1979, pp. 56-60; N. Merker, Galvano Della confidenza contro confidenza” da parte degli
Volpe teorico del marxismo, in Id., Marxismo e individui umani affrancati ormai dalle “condi-
storia delle idee, Editori Riuniti, Roma 1974, pp. zioni” che li rendevano gli uni agli altri estranei
271-299: 287-292. Cfr. G. Della Volpe, Chiave […]». Questa lettura in chiave organicistica ed
della dialettica storica, Samonà e Savelli, Roma economicistica risulta abbandonata già nel 1945,
1964, pp. 27-37; Id., Scorcio della dialettica mate- quando Della Volpe (La teoria marxista dell’e-
rialistico-storica, «La città futura», 14 (1965), pp. mancipazione umana, cit., p. 342) scrive invece
8-10. Tali opere risultano prive di riferimenti di che la «riduzione veramente innovatrice e fecon-
rilievo a Galilei, il che giustifica la delimitazione da del concetto di società (e di quello di storia) al
temporale operata nel presente saggio. concetto di industria (e di produzione materia-
4 _ Cfr. G. Della Volpe, La teoria marxista le, economica, in genere) ossia al concetto del-
dell’emancipazione umana [1945], in Id., Opere, la socialità essenziale del lavoro […] in Marx è
a cura di I. Ambrogio, vol. III, Editori Riuniti, ben lungi dal significare una riduzione astratta,
Giuliano Guzzone  _  63

dogmatica, dell’etica (o universale) all’economia sofia e nella scienza dall’Umanesimo alla scuola
(o particolare), ma è bensì una conversione cri- cartesiana, Einaudi, Torino 1952, pp. 421-462:
tica, conversione dell’universale nel particolare 428, 433-440.
e viceversa, in quanto espressione concreta del 7 _ G. Della Volpe, L’originalità dell’uma-
principio generale, visto sopra, dell’unità di uni- nismo socialista, «Studi filosofici», 9 (1948) 1,
versale e particolare, di pensiero ed esistenza, pp. 49-71 (per il riferimento a Galilei si vedano,
come unità di distinti: non come astratta unità di in particolare, le pp. 69-70); ripubblicato con un
opposti». Trovano in ciò conferma sia la colloca- diverso incipit e col titolo L’«uomo astratto» del
zione dell’incontro di Della Volpe con Marx tra cristianesimo e l’«umanesimo positivo» (Saggio di
il 1942 e il 1945, al termine di un decennio di in- una generalizzazione della critica marxiana della
tenso lavorio filosofico avviato con la monografia dialettica mistificata), in Id., Per la teoria di un
humeana, sia l’indicazione relativa alla fecondità umanismo positivo. Studi e documenti sulla dia-
di una considerazione diacronica, ma non teleo- lettica materialista, Zuffi, Bologna 1949, pp. 133-
logica, dell’opera dellavolpiana, particolarmente 161 [da cui si cita nel prosieguo].
attenta agli scarti e alle fratture che l’attraversa- 8 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» del
no: per l’una e per l’altra si veda G. Giannan- cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., pp.
toni, Il marxismo di Galvano Della Volpe, cit., 133-134.
pp. 14-15, 31-32. L’affinità fra la dellavolpiana 9  _  Si veda, a titolo di esempio, R. Mondol-
unità-distinzione di economia ed etica (di par- fo, Dalla «Dichiarazione dei diritti» al «Manife-

ticolare e universale) nell’ente generico e la cro- sto dei comunisti» [1906], in Tra teoria sociale
ciana unità-distinzione delle forme dello spirito e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete
è stata colta da C. Corradi, Della Volpe, cit., p. della coscienza moderna. Scritti 1903-1931, a cura
104. La differenza risiede nel ruolo di mediazio- di R. Medici, Clueb, Bologna 1991, pp. 29-53.
ne assegnato al lavoro-praxis. Analogamente, il 10 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» del
ricorso al lessico “critico-pratico” presuppone cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., pp.
una concezione dell’eticità del marxismo toto 137-139.
coelo diversa da quella di Mondolfo, in cui è tan- 11 _ Cfr. K. Marx, Critica della filosofia he-
gibile l’influenza della tradizione giusnaturalisti- geliana del diritto pubblico (§§ 261-313) [1843],
ca: cfr. R. Mondolfo, Il materialismo storico in in Id., Opere filosofiche giovanili, traduzione di
Federico Engels, La Nuova Italia, Firenze 1952, G. Della Volpe, Editori Riuniti, Roma 1963, pp.
pp. 107-201. 13-142: 54-55 (ma il medesimo motivo è pro-
5 _ Cfr. G. Della Volpe, La filosofia dell’e- spettato nelle pp. 18-19, 34-35, 48, 51).
sperienza di David Hume [1933-1935], in Id., 12 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto»
Opere, a cura di I. Ambrogio, vol. II, Editori Ri- del cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit.,
uniti, Roma 1972, pp. 165-166. pp. 148-153. Sull’insostenibilità di una lettura
6 _ Cfr. E. Cassirer, Storia della filosofia mo- materialistica ed empirizzante dei due motivi
derna, I. Il problema della conoscenza nella filo- marxiani del «vero soggetto» e del «rovesciarsi
64  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

dell’empiria in speculazione», in ragione della mio); Id., Considerazioni circa l’opinione coper-
peculiare ontologia organicistica ed essenziali- nicana [1615], in Id., Scienza e religione: scritti
stica a essi sottesa, cfr. R. Finelli, F.S. Trincia, copernicani, a cura di M. Bucciantini e M. Ca-
Commentario, in K. Marx, Critica del diritto merota, Donzelli, Roma 2009, pp. 85-110: 108:
statuale hegeliano, Edizioni dell’Ateneo, Roma «È vero che non è istesso il mostrare che con la
1983, pp. 241-695: 328-355, 423-434; R. Finel- mobilità della Terra e stabilità del Sole si salva-
li, Della Volpe e la «Kritik» del 1843 di Marx, no l’apparenze, e ‘l dimostrare che tali ipotesi in
in Galvano Della Volpe. Un altro marxismo, cit., natura sien realmente vere; ma è ben altrettanto
pp. 59-70; Id., Un parricidio mancato. Il giovane e più vero che con l’altro sistema comunemente
Marx e Hegel, Bollati Boringhieri, Torino 2004, ricevuto non si può render ragion di tali appa-
pp. 235-286. renze. Quello è indubitabilmente falso, sì come
13 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» è chiaro che questo, che si accomoda benissimo,
del cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., può essere vero: né altra maggior verità si può o si
p. 152. Cfr. G. Galilei, Lettere copernicane, deve ricercare in una posizione che il rispondere a
III. A monsignor Piero Dini in Roma [1615], in tutte le particolari apparenze» (corsivo mio).
Opere di Galileo Galilei, a cura di F. Brunetti, 14 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» del
Utet, Torino 1980, vol. I, pp. 540-550: 540-541: cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., pp.
«Quanto al primo particolare che ella mi tocca, 155-156.
che al più che potesse esser deliberato circa il 15  _  Per la quale Della Volpe fa riferimento
libro del Copernico, sarebbe il mettervi qualche a K. Marx, Manoscritti economico-filosofici del
postilla, che la sua dottrina fusse introdotta per 1844, in Id., Opere filosofiche giovanili, cit., pp.
salvar l’apparenze, nel modo ch’altri introdusse- 143-278: 198-200; Id., Tesi su Feuerbach [1845],
ro gli eccentrici e gli epicicli, senza poi credere in F. Engels, Ludwig Feuerbach e il punto d’ap-
che veramente e’ sieno in natura, gli dico […] prodo della filosofia classica tedesca, introduzione,
che quanto a salvar l’apparenze il medesimo Co- traduzione e note di G. Sgro’, La Città del Sole,
pernico aveva già per avanti fatta la fatica, e sati- Napoli 2009, pp. 119-122; K. Marx, F. Engels,
sfatto alla parte de gli astrologi secondo la con- L’ideologia tedesca. Critica della più recente filo-
sueta e ricevuta maniera di Tolomeo; ma che poi, sofia tedesca nei suoi rappresentanti Feuerbach, B.
vestendosi l’abito di filosofo, e considerando se Bauer e Stirner, e del socialismo tedesco nei suoi
tal costituzione delle parti dell’universo poteva vari profeti, introduzione di C. Luporini, Editori
realmente sussistere in rerum natura, e veduto Riuniti, Roma 1967, pp. 8-9, 12-14, 26-66.
che no, e parendogli pure che il problema della 16 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» del
vera costituzione fusse degno d’esser ricercato, si cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., pp.
messe all’investigazione di tal costituzione, cono- 157-158. La definizione della filosofia-scienza
scendo che se una disposizione di parti finta non come «concezione specifica di un oggetto speci-
vera poteva satisfar all’apparenze, molto più ciò si fico» ricalca imperfettamente la «logica specifica
arebbe ottenuto dalla vera e reale […]» (corsivo dell’oggetto specifico» contrapposta al «com-
Giuliano Guzzone  _  65

prendere» hegeliano da K. Marx, Critica della fi- 3-39: 6; G. Della Volpe, Fondamenti di una te-
losofia hegeliana del diritto pubblico, cit., p. 105. oria dell’espressione [1936], in Id., Opere, vol.
17 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» del III, cit., pp. 9-53: 52. È il caso di osservare che
cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., pp. la stessa locuzione è adottata, come sinonimo di
147-148, 158. Pur convenendo che Della Volpe «storicismo», da B. Croce, La storiografia sen-
non sciolga in modo soddisfacente il nodo filo- za problema storico, «La critica» 35 (1937), pp.
sofia-ideologia, ritengo non gli si possa imputare 328-343: 330 (ripreso in Id., La storia come pen-
di aver ridotto l’ideologia al solo aspetto apolo- siero e come azione, Laterza, Bari 1938, p. 55).
getico (e la critica dell’ideologia alla sola demi- Della Volpe concorda con Croce nel negare la
stificazione), trascurando totalmente l’effetto di separatezza e la trascendenza dell’universale, ma
conoscenza che essa in certi casi produce; cfr. si discosta da lui nel rifiutare il carattere assolu-
in proposito G. Vacca, Scienza, stato e critica to, intemporale e “a priori” delle categorie.
di classe. Galvano Della Volpe e il marxismo, De 18 _ G. Della Volpe, L’«uomo astratto» del
Donato, Bari 1970, pp. 56-57. Una semplificazio- cristianesimo e l’«umanesimo positivo», cit., p.
ne del nodo scienza-ideologia si avverte in alcuni 159.
posteriori sviluppi del “paradigma dellavolpia- 19 _ Cfr. supra, nota 13.
no” ed è del tutto evidente in una rievocazione 20 _ G. Galilei, Dialogo sopra i due massi-
recente, a tratti mitologica, della «rottura episte- mi sistemi del mondo [1632], in Opere di Galileo
mologica del ’56»: cfr. M. Tronti, Noi operaisti, Galilei, cit., vol. II, pp. 13-552: 30-32.
in L’operaismo degli anni Sessanta. Da «Quaderni 21  _  Le cose cambiano nella Logica, le cui
rossi» a «Classe operaia», a cura di G. Trotta e pagine documentano, non a caso, anche una
F. Milana, DeriveApprodi, Roma 2008, pp. 5-58: maggiore attenzione al nodo del “platonismo”
12: «Scienza contro ideologia, questo il paradig- galileiano: cfr. infra, note 40 e 60. Per la distin-
ma. Marx contro Hegel, come Galilei e Aristote- zione fra l’«investigare» la «vera costituzione
le contro i platonici». La caratterizzazione della dell’universo» e il «salvar in qualunque modo
filosofia-scienza di Marx come un «razionalismo l’apparenze» si veda, oltre alla lettera a Piero
concreto», antitetico al razionalismo astratto Dini già citata (cfr. supra, nota 13), G. Galilei,
della tradizione platonico-cristiana e giusnatu- Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari
ralistica, riaffiora in G. Della Volpe, Rousseau e loro accidenti [1612], in Opere di Galileo Gali-
e Marx, in Id., Rousseau e Marx e altri saggi di lei, cit., vol. I, pp. 327-408: 335-336.
critica materialistica, Editori Riuniti, Roma 1957, 22  _  Legge il passo delle Considerazioni alla
pp. 13-67: 42. In precedenza, tale locuzione era luce dell’alternativa tra un concetto tradizionale,
stata impiegata per designare il punto di vista dogmatico e apodittico di verità e uno moderno,
banfiano in estetica, in particolare il suo disegno problematico e ipotetico (il vero scientifico come
di una ragione che non trascenda l’esperienza; “certo”), G. Morpurgo Tagliabue, I processi di
cfr. A. Banfi, Problemi di una estetica filosofica, Galilei e l’epistemologia, I. Gli equivoci della que-
a cura di L. Anceschi, Parenti, Milano 1961, pp. stione galileiana, «Rivista di storia della filosofia»
66  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

1 (1946) 2, pp. 129-162: 155-156. Nel suo stu- cit., pp. 15-21: 18-19; G. Vacca, Scienza, stato e
dio, Morpurgo Tagliabue si propone di restituire critica di classe, cit., p. 23.
il fieri dell’epistemologia di Galilei attraverso la 29 _ Friedrich Engels a Joseph Bloch, 21
ricostruzione del suo confronto-scontro con Ro- settembre 1890, in K. Marx, F. Engels, Ope-
berto Bellarmino, con il Sant’Uffizio, con i diver- re complete, vol. XLVIII (Lettere 1888-1890),
si avversari del copernicanesimo; diversamente, a cura di A.A. Santucci, Editori Riuniti, Roma
Della Volpe astrae il contrasto epistemologico e 1983, pp. 491-494: 492.
metodologico (scienza sperimentale della natura 30 _ Cfr. G. Galilei, Lettere copernicane,
contro filosofia aprioristica della natura) dalla vi- IV. A madama Cristina di Lorena Granduchessa
cenda processuale dello scienziato pisano. di Toscana [1615], in Opere di Galileo Galilei,
23 _ Cfr. G. Galilei, Dialogo sopra i due cit., vol. I, pp. 551-593: 560.
massimi sistemi, cit., p. 34: «non sarà forse se 31 _ G. Della Volpe, Logica come scienza
non ben fatto, prima che si accresca il cumulo positiva, D’Anna, Messina 1956, pp. ix-x. Cfr.
de i dubbi, vedere se […] con precetti d’archi- V.I. Lenin, Karl Marx [1915], in Id., Opere scelte,
tettura meglio considerati potessimo stabilire i in sei volumi, vol. I, Editori Riuniti – Progress,
primi fondamenti». Sul senso di queste pagine Roma-Mosca 1973, pp. 5-33: 12-13; A.A. Ždan-
galileiane, cfr. E. Cassirer, Storia della filosofia ov, Intervento nella discussione sulla storia della

moderna, I, cit., pp. 456-457. filosofia dell’Europa occidentale di G.F. Alexan-


24 _ G. Della Volpe, Nota finale [1948], in drov [1947], in Id., Politica e ideologia, Edizioni
Id., Per la teoria di un umanismo positivo, cit., Rinascita, Roma 1949, pp. 85-115: 87, 90-92.
pp. 197-208: 206-207. 32  _  Le considerazioni tracciate da Della Vol-
25 _ Cfr. J. Dewey, Logica, teoria dell’inda- pe in queste pagine sono riprese, senza variazioni
gine, Einaudi, Torino 1949, pp. 544-571: 554 sostanziali, in un’Appendice (Galileo e il principio
26 _ Cfr. A. Banfi, Introduzione a G. Ga- di non-contraddizione) aggiunta alla seconda edi-
lilei, Antologia, pagine scelte ordinate e anno- zione (1956) della Logica come scienza positiva (cit.,
tate, La Nuova Italia, Firenze 1941, pp. 9-44: pp. 223-229), nel Breve sommario di un metodo,
37; E. Cassirer, Storia della filosofia moder- in Id., Rousseau e Marx e altri saggi, cit., pp. 137-
na, I, cit., pp. 456-457. È singolare e degno 150: 139-146, nello Schema del mio materialismo,
di nota che Della Volpe adduca una citazione in La filosofia contemporanea in Italia, Arethusa
estratta dalle stesse pagine in cui Cassirer so- Asti; Società filosofica italiana – Istituto di filosofia
stiene un’opposta interpretazione della battu- della Università, Roma 1958, vol. II, pp. 195-204:
ta di Sagredo su “architettura” e “fabbrica” 196. Esse non subiscono modificazioni nel passag-
(cfr. supra, nota 23). gio dalla prima alla seconda edizione della Logica
27 _ G. Della Volpe, Nota finale, cit., p. come scienza positiva (dalla quale si cita), salvo lievi
207. aggiustamenti di carattere formale e sporadiche va-
28 _ Cfr. N. Merker, Un filosofo materiali- rianti a carattere instaurativo, delle quali si dirà nel
sta, in Galvano Della Volpe. Un altro marxismo, prosieguo (cfr. infra, nota 46).
Giuliano Guzzone  _  67

33 _ G. Della Volpe, Logica come scienza 44  _  Ivi, pp. 163-166. Cfr. G. Galilei, Di-
positiva, cit., p. 115, nota 47. Cfr. G. Galilei, scorsi intorno a due nuove scienze [1638], in Ope-
Dialogo sopra i due massimi sistemi, cit., p. 125; re di Galileo Galilei, cit., vol. II, pp. 561-839:
K. Marx, Critica della filosofia hegeliana del di- 338-497; Id., Dialogo sopra i due massimi sistemi,
ritto pubblico, cit., p. 20. Questa è, con tutta cit., pp. 178-179.
probabilità, la prima occorrenza della formu- 45 _ Cfr. A. Banfi, Introduzione, cit., pp.
la del «galileismo morale» nell’opera di Della 35, 83, nota 7; Id., Galileo Galilei, Ambrosiana,
Volpe. Milano 1949, pp. 292, 349, 351, 352-353, 355;
34  _  Nel quale gli interpreti più recenti han- E. Cassirer, Storia della filosofia moderna, I, cit.,
no rintracciato soltanto un’incomprensione e un pp. 440, 446. Si veda anche L. Lombardo Radi-
impoverimento dell’idealismo hegeliano: cfr. ce, Galileo Galilei e la disputa dei massimi siste-

R. Finelli, F.S. Trincia, Commentario, cit., pp. mi, «Rinascita» 6 (1949) 5, pp. 222-227: 226.
270-274. 46 _ Cfr. G. Preti, Il problema logico dell’in-
35 _ G. Della Volpe, Logica come scienza duzione sperimentale nella fisica, «Studi filosofi-
positiva, cit., pp. 122-124. ci» 5 (1944) 3, pp. 83-96: 91-92; Id., Linguaggio
36 _ Cfr. G. Calogero, Filosofie della filo- comune e linguaggi scientifici [1953], in Id., Saggi
sofia nel pensiero italiano contemporaneo [1933], filosofici, La Nuova Italia, Firenze 1976, pp. 127-
in Id., La conclusione della filosofia del conoscere, 220: 204. Questo riferimento al «fatto modello»
Le Monnier, Firenze 1938, pp. 77-101: 80-81. o «fatto-tipo» costituisce una variante rispetto
37 _ G. Della Volpe, Logica come scienza alla prima edizione (che vi accennava soltanto
positiva, cit., pp. 8-9, 14. nella nota 58). Attraverso tale riferimento, Del-
38  _  Ivi, p. 125. Cfr. G. Galilei, Dialogo so- la Volpe cerca di rintracciare nell’ambito prati-
pra i due massimi sistemi, cit., pp. 30-32, 54-55. co-operativo una mediazione possibile tra unità
39 _ G. Della Volpe, Logica come scienza e molteplicità, la cui difficile convivenza, entro
positiva, cit., pp. 126-127. la riflessione logico-metodologica dellavolpiana,
40 _ In questa “risoluzione” quantitativa è stata evidenziata da D. Antiseri, S. Taglia-
del qualitativo Della Volpe intende probabil- gambe, Galvano Della Volpe, cit., pp. 285-286, e

mente riassorbire il motivo galileiano della «vera da F.S. Trincia, Galvano Della Volpe, Giovanni
costituzione dell’universo», in quanto distinto Gentile e il pensamento del molteplice, in Galva-
dall’istanza del «salvar l’apparenze»; cfr. supra, no Della Volpe. Un altro marxismo, cit., pp. 119-
note 13,19 e 21. 130: 129-130.
41 _ Cfr. G. Galilei, Dialogo sopra i due 47 _ G. Della Volpe, Logica come scien-
massimi sistemi, cit., p. 235. za positiva, cit., p. 163, nota 58. È stato peral-
42 _ Cfr. J. Dewey, Logica, cit., pp. 353- tro osservato che l’enfasi posta da Della Volpe
354, 559. sull’efficacia dirimente dell’esperimento non lo
43 _ G. Della Volpe, Logica come scienza allontana da un uso «trascendentale» del meto-
positiva, cit., p. 163. do galileiano, e quindi dall’interpretazione ne-
68  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

okantiana, in quanto tale enfasi comporta l’im- Mondolfo «premier maître» di Della Volpe, cfr.
plicito operare, non il venir meno, del «principio J.-P. Potier, Lectures italiennes de Marx, cit.,
a priori di totalità» (inteso come fondamento di pp. 272-273, 276; sul pensiero pastoriano, cfr.
«apoditticità e dogmaticità scientifica»); cfr. G. L. Basile, Valentino Annibale Pastore, “filosofo
Morpurgo Tagliabue, Un trascendentalismo di frontiera”, «Quaderni di storia dell’Universi-
sperimentale, «Rivista critica di storia della filo- tà di Torino» 9 (2008), pp. 179-204; G. Polizzi,
sofia» 7 (1952) 2, pp. 104-119: 114-115 e nota 4. Pastore, Valentino Annibale, in Dizionario bio-
48 _ Non si può escludere che, nell’affer- grafico degli italiani, vol. LXXXI, Istituto della
mare il ruolo dell’esperimento nella validazione Enciclopedia Italiana, Roma 2014, pp. 691-694;
dell’ipotesi e quindi nel passaggio dalla contin- sullo “sperimentalismo” in Labriola, cfr. M. Mu-
genza dell’osservazione alla necessità della dimo- stè, Marxismo e filosofia della praxis. Da Labriola

strazione, Della Volpe fosse influenzato anche da a Gramsci, Viella, Roma 2018, pp. 37-39.
R. Mondolfo, Il pensiero di Galileo e i suoi rap- 49 _ G. Della Volpe, Logica come scienza
porti con l’antichità e con il Rinascimento [1944], positiva, cit., pp. 166-168.
in Figure e idee della filosofia del Rinascimento, 50  _  Ivi, p. 170. Cfr. G. Galilei, Dialogo so-
La Nuova Italia, Firenze 1963, pp. 117-157: 124- pra i due massimi sistemi, cit., p. 135.
125, 137. Mondolfo, a sua volta, aveva desunto 51 _ Cfr. G. Della Volpe, Logica come
la funzione realizzatrice e dimostrativa dell’e- scienza positiva, cit., pp. 169-170, nota 62, 171.
sperimento galileiano da Valentino Annibale Pa- Sul concetto di «ontologia scientifica» in Galilei,
store, senza tuttavia fare riferimento all’identità cfr. A. Banfi, Galileo Galilei, cit., pp. 334, 356.
di esperimento e deduzione e alla concezione 52 _ G. Della Volpe, Logica come scienza
della deduzione stessa come «forma dell’essere positiva, cit., p. 170.
e del conoscere» che, nel quadro della peculiare 53 _ Sulla filosofia come «scienza positi-
“gnoseontologia” pastoriana, ne costituivano il va unitaria della società» che è specificazione
fondamento; cfr. V.A. Pastore, Il problema della dell’«unica scienza positiva» del «mondo ogget-
causalità con particolare riguardo alla teoria del tivo (natura e società)» e che, a sua volta, inclu-
metodo sperimentale, Bocca, Torino 1921, vol. de, come parti o sezioni, la «scienza giuridica
1, pp. 119-140: 122, 131, 133-134. È plausibile, normativa» e l’«economia politica», l’etica e la
inoltre, che, attraverso Mondolfo, Della Volpe scienza della politica, cfr. U. Cerroni, Gramsci
abbia recepito, quanto meno nei suoi termini e il superamento della separazione tra società e
generali, il nesso fra sperimentalismo moderno e stato, in Studi gramsciani, Editori Riuniti, Roma
praxis marxiana stabilito, e adottato come chia- 1958, pp. 105-114: 105-106.
ve di lettura della modernità, da A. Labriola, Di- 54 _ Che nella compenetrazione virtuosa e
scorrendo di socialismo e di filosofia [1897-1898], rigorosa tra il “generale” e lo “specifico” risieda
in Id., Saggi sul materialismo storico, a cura di il significato epistemologico-metodologico della
V. Gerratana e A. Guerra, Editori Riuniti, Roma marxiana «astrazione determinata» è stato intuito
pp. 169-279: 196, 207-211, 213-214, 218. Su dallo stesso Della Volpe in passaggi particolar-
Giuliano Guzzone  _  69

mente fortunati della sua esegesi della Einleitung particolare»). Sono da vedere, a tal proposito, le
del 1857. Commentando, in particolare, il capi- precisazioni operate nello Schema del mio mate-
tolo sulla categoria economica di “produzione” rialismo (cit., pp. 198-199), da cui si evince come
Della Volpe (Logica come scienza positiva, cit., il mancato riferimento alla categoria di “forza-la-
p. 186; cfr. K. Marx, Lineamenti fondamentali voro” impedisca a Della Volpe di cogliere il carat-
della critica dell’economia politica (1857-1858), a tere “praticamente vero”, “reale”, dell’astrazione.
cura di E. Grillo, vol. I, Firenze, La Nuova Ita- Un’impostazione del tutto analoga si ravvisa in N.
lia, 1968, pp. 3-40: 3-11) scrive: «Marx ci indica Merker, Per una storiografia filosofica marxista, in
qui come solo una analisi gnoseologica rigorosa, Id., Marxismo e storia delle idee, cit., pp. 13-47:
scientifica, del generale e del particolare, cioè il 30-33. Si distingue invece per il maggiore rilievo
“tener a parte” le caratteristiche generali e non dato alla categoria di “forza-lavoro” G. Pietra-
confonderle con quelle specifiche, può impedire nera, La struttura logica del «Capitale» (II), «So-

quella “dimenticanza” delle seconde in ragione, cietà» 12 (1956) 4, pp. 649-687: 654-655. La “sco-
ossia a favore, delle prime, e insomma quel pre- perta” del nesso fra astrazione reale, feticismo e
valere delle prime sulle seconde, che costituisce contraddizione, nonché dell’intreccio fra “gene-
l’abito astrattamente sintetico dell’apriorista o rale” e “specifico”, coincide invece con la critica
abito delle ipòstasi». A distanza di poche pagine, e con il ripudio del “metodologismo” dellavolpia-
concludendo l’esame delle riflessioni marxiane no in L. Colletti, Bernstein e il marxismo della
su moneta e “lavoro in generale” (cfr. K. Marx, Seconda Internazionale [1968], in Id., Ideologia e
Lineamenti fondamentali, I, cit., pp. 29, 30-32), società, Laterza, Bari 1969, pp. 61-147: 103-124;
aggiunge tuttavia che «la verità di queste [catego- Id., Il marxismo e Hegel, Laterza, Bari 1969, pp.
rie economiche] è in rapporto inverso alla sem- 147-170, 357-434. Sul contributo decisivo recato
plificazione o astrazione unilaterale o forzata del da Della Volpe alla “riscoperta” della Einleitung,
loro contenuto», dando a intendere che il “più cfr. G. Giannantoni, Il marxismo di Galvano Del-
semplice” sia necessariamente “indeterminato” la Volpe, cit., p. 65.
e quindi povero di verità. L’esempio del “lavo- 55 _ G. Mastroianni, Antonio Labriola e la
ro in generale” mostra esattamente il contrario, filosofia in Italia, Argalìa, Urbino 1976, pp. 152-
e cioè che il massimo di “semplificazione” e di 153. G. Vacca, Scienza, stato e critica di classe,
“generalità” può coincidere con il massimo di cit., pp. 48-55.
“determinatezza” e con il «più ricco sviluppo 56 _ Cfr. K. Marx, F. Engels, L’ideologia te-
del concreto», onde la categoria di «lavoro sans desca, cit., p. 14; K. Marx, Miseria della filosofia.
phrase» è «praticamente vera» nella misura in cui Risposta alla «Filosofia della miseria» del signor
si “incarna” nella forza-lavoro capitalistica (e nel Proudhon, Editori Riuniti, Roma 1971, pp. 90-93.
lavoro astratto, da essa erogato), sebbene proietti Non è di tale avviso, pur non sposando in toto la
i propri effetti conoscitivi sulle anteriori forme di lettura dellavolpiana della Miseria della filosofia,
produzione (nelle quali l’«attività produttrice di G. Barletta, Marxismo e teoria della scienza. Ma-
ricchezza» si presenta sempre «in una dimensione teriali di analisi, Dedalo, Bari 1978, pp. 117-118.
70  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

57 _ Cfr. G. Della Volpe, Logica come tenute all’Istituto Gramsci nel 1954-1955, cfr. I.
scienza positiva, cit., pp. 183-184, 194. Sul ruolo Ambrogio, Nota, in G. Della Volpe, Opere, vol.
del “criterio della pratica” nella verificazione del- IV, cit., p. 552.
la «teoria economica e sociale» di Marx, cfr. V.I. 58 _ G. Vacca, Scienza, stato e critica di clas-
Lenin, Materialismo ed empiriocriticismo [1908], se, cit., p. 47.
in Id., Opere scelte, vol. III, Editori Riuniti – 59 _ G. Della Volpe, Logica come scienza
Progress, Roma-Mosca 1973, pp. 5-299: 114. positiva, cit., p. 197. Sul «metodo scientifica-
La dicotomia tra “ipotesi esplicative” e “ipotesi mente corretto», cfr. K. Marx, Lineamenti fon-
risolutive” è stata rilevata da De Giovanni, nei damentali, I, cit., p. 27. Sulla debolezza filologica
termini di un «dualismo fra “materialismo” del- e teorica di tale interpretazione, cfr. R. Fineschi,
la scienza e istanza storico-materialistica della Il rapporto Marx-Hegel e il concetto di «storia»
teoria della storia», e da Fraser, nei termini di fra Della Volpe e Luporini, in Da Marx a Marx?
un’oscillazione fra una «teoria materialistica del Un bilancio dei marxismi italiani del Novecento, a
conoscere» e una «teoria della semanticità de- cura di R. Bellofiore, manifestolibri, Roma 2007,
terminata»: cfr. B. De Giovanni, L’intellettuale pp. 109-124: 113; C. Luporini, Il circolo concre-
comunista, cit., p. 539; J. Fraser, Il pensiero di to-astratto-concreto, in F. Cassano, Marxismo e
Galvano Della Volpe, cit., pp. 84-92. Secondo filosofia in Italia (1958-1971). I dibattiti e le in-
quest’ultimo interprete, tale dualismo si riflette chieste su «Rinascita» e «Il contemporaneo», De
nelle diverse formulazioni che Della Volpe dà del Donato, Bari 1973, pp. 226-239: 235-236, 238;
«circolo metodico di concreto, astratto e concre- J.-P. Potier, Lectures italiennes de Marx, cit., pp.
to» nella prima (1950, pp. 269-273) e nella se- 293-294. Sull’ammissibilità di una lettura empi-
conda edizione (1956, pp. 185-198) della Logica: ristica del circolo concreto-astratto-concreto, ma
come «circolo chiuso di materia, o esperienza, anche sulla non rispondenza di esso all’autentica
e ragione» e come «circolo aperto» di ipotesi e epistemologia del Capitale, cfr. R. Finelli, Un
verificazioni pratiche. Concordo con lui sul fat- parricidio compiuto, cit., pp. 204-205.
to che Della Volpe, parlando di «dato proble- 60 _ G. Della Volpe, Logica come scien-
matizzato» invece che di «dato problematico» za positiva, cit., p. 198. La critica dellavolpiana
e di «criterio della pratica che convalida, ossia deve intendersi riferita al noto passaggio del Sag-
verifica» piuttosto che di «esperimento» come giatore sul libro della natura scritto in caratteri
«pura e semplice saldatura», offra nel 1956 una matematici, frequentemente addotto come una
versione del «circolo metodico» più aperta alla riprova del platonismo galileiano: cfr. G. Ga-
possibilità operativa e all’intervento nella storia lilei, Il Saggiatore [1623], in Opere di Galileo

e meno vincolata al presupposto empiristico, ma Galilei, cit., vol. I, pp. 603-837: 631-632: «La
ritengo che le differenze fra le due edizioni atte- filosofia è scritta in questo grandissimo libro che
stino la persistenza del dilemma, piuttosto che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi
la prevalenza dell’uno o dell’altro dei suoi ter- (io dico l’universo), ma non si può intendere se
mini. Sul legame fra queste varianti e le lezioni prima non s’impara a intender la lingua, e cono-
Giuliano Guzzone  _  71

scer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto «tecnica del ragionamento scientifico fisico»;
in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, in secondo luogo, Gramsci non contempla una
cerchi, e altre figure geometriche, senza i qua- gnoseologia e una metodologia generali basate
li mezi è impossibile a intenderne umanamente sulla generalizzazione del metodo delle scienze
parola; senza questi è un aggirarsi vanamente esatte. Cfr. G. Della Volpe, Critica del Positivi-
per un oscuro laberinto»; A. Banfi, Galileo Ga- smo logico, in Id., Logica come scienza positiva,
lilei, cit., p. 356; E. Cassirer, Storia della filosofia cit., pp. 249-270: 268-269; Id., Dialettica senza
moderna, I, cit., p. 433; Id., Individuo e cosmo idealismo, in Id., Rousseau e Marx e altri saggi,
nella filosofia del Rinascimento, La Nuova Italia, cit., pp. 71-77: 74-75; A. Gramsci, Il materiali-
Firenze 1935, p. 265. Non si può escludere che smo storico e la filosofia di Benedetto Croce, Ei-
Della Volpe conoscesse, pur non citandoli, gli naudi, Torino 1948, pp. 58-62. Su queste pagine
Études Galiléennes di Alexandre Koyré (1939). gramsciane, mi permetto di rinviare a G. Guz-
Cfr. A. Koyré, Studi galileiani, Einaudi, Torino zone, Gli «strumenti logici del pensiero» e la fun-

1976, pp. 139-158. Si colloca esplicitamente nel zione del «filosofo individuale» nei Quaderni del
solco della lettura dellavolpiana L. Geymonat, carcere di Gramsci, «Rivista di storia della filoso-
Galileo Galilei, Einaudi, Torino 1957, pp. 66-67, fia» (2019) 1, pp. 77-102. I rapporti tra il marxi-
227, 232. Su questa continuità, cfr. M. Ferrari, smo dellavolpiano e la gramsciana filosofia della
Mezzo secolo di filosofia italiana, cit., pp. 97, 119. praxis appaiono molto più complessi di quanto
61 _ G. Della Volpe, Logica come scienza lasci intendere l’ormai classica lettura centrata
positiva, cit., pp. 180-181, 198-200. Il concetto sull’opposizione tra un marxismo scientifico,
di “tecnica” è al centro della strategia argomen- «erede […] di Galileo e dell’illuminismo», e un
tativa con cui Della Volpe difende la progressivi- marxismo filosofico, subalterno all’idealismo e
tà della logica simbolica rispetto alla logica for- compromesso da un «distacco sospetto nei con-
male aristotelica, riaffermando, nel contempo, fronti della “scienza”»; cfr. L. Geymonat, Esi-
la specificità della propria logica positiva, quale genza critica e resistenze dogmatiche, «Nuovi ar-
autentica logica-gnoseologia, rispetto al neopo- gomenti» 6 (1954), pp. 22-29: 26-27; Id., Troppo
sitivismo logico: l’una sta all’altro come l’unico idealismo, «Il contemporaneo» 3 (1956) 14, p. 7;
«metodo» sta a una delle sue «tecniche». Nel M. Tronti, Alcune questioni intorno al marxismo
trattare la logica simbolica come tecnica Della di Gramsci, in Studi gramsciani, Editori Riuniti,
Volpe sembra convenire con le pagine dei Qua- Roma 1958, pp. 305-321: 312, 315; Id., Tra mate-
derni del carcere dedicate agli «strumenti logici rialismo dialettico e filosofia della prassi. Gramsci
del pensiero», fatte salve le differenze: in primo e Labriola, in La città futura. Saggi sulla figura
luogo, Gramsci considera la logica (formale e e il pensiero di Antonio Gramsci, a cura di A.
simbolica) anche come una possibile tecnica Caracciolo, G. Scalia, Feltrinelli, Milano 1959,
del pensiero comune, in un’ottica pedagogica pp. 139-162: 159-161. In sede polemica lo stesso
ed educativa, mentre Della Volpe la considera Della Volpe indulge talvolta a una considerazio-
prevalentemente, se non esclusivamente, come ne di Gramsci come «politico per vocazione»,
72  _  Il «galileismo morale» di Galvano Della Volpe

filosoficamente subalterno all’idealismo: cfr. ad 67  _  Ivi, p. 139.


esempio G. Della Volpe, Critica dell’ideologia 68 _ Cfr. G.W.F. Hegel, Introduzione alla
contemporanea [1967], in Id., Opere, a cura di I. storia della filosofia, prefazione e conclusione di
Ambrogio, vol. VI, Editori Riuniti, Roma 1973, L. Pareyson, traduzione e note di A. Plebe, La-
pp. 301-407: 328, nota 1. terza, Bari 1969, p. 43.
62 _ G. Della Volpe, Logica come scienza 69 _ G. Della Volpe, Logica come scienza
positiva, cit., pp. 211-212, 216-217. positiva, cit., p. 182.
63 _ Ivi, pp. 217, 219. Sull’imperialismo 70 _ Cfr. G.W.F. Hegel, Introduzione alla
come «capitalismo di transizione», cfr. V.I. Le- storia della filosofia, cit., p. 82.
nin, L’imperialismo, fase suprema del capitalismo 71 _ K. Marx, Lineamenti fondamentali, I,
[1917], in Id., Opere scelte, vol. II, Editori Riuniti cit., pp. 33, 35.
– Progress, Roma-Mosca 1973, pp. 451-549: 548. 72 _ G. Della Volpe, Logica come scienza
64 _ Questo aspetto sembra essere avver- positiva, cit., pp. 194-196.
tito da Della Volpe quando, nel 1962, instaura 73  _  Ivi, p. 216.
una relazione fra il processo teorico-pratico che 74 _  La generalizzazione dellavolpiana
conduce alla formulazione di ipotesi operative/ dell’“inversione temporale” è stata ritenuta, non
risolutive e il «criterio gramsciano dell’“egemo- senza ragioni, problematica da B. De Giovanni,
nia”». Cfr. G. Della Volpe, Sulla dialettica (Una L’intellettuale comunista, cit., pp. 541-542; J.
risposta ai compagni e agli altri), «Rinascita» 19 Fraser, Il pensiero di Galvano Della Volpe, cit.,
(1962) 19, pp. 27-29: 29; A. Gramsci, Il materia- p. 53; J.-P. Potier, Lectures italiennes de Marx,
lismo storico, cit., pp. 3-20, 21-23. cit., p. 294.
65 _ A.A. Ždanov, Intervento, cit., p. 92. Il 75 _ Tende anzi a ripresentarsi nella sua
riferimento a Ždanov, regista della politica cul- “scuola”: cfr. N. Merker, Per una storiografia fi-
turale sovietica tra il 1946 e il 1948, può essere losofica marxista, cit., p. 41. Da questo punto di
contestualizzato tenendo presente l’orientamen- vista non sembra del tutto immotivata la critica
to che Emilio Sereni, nella sua veste di responsa- di “kantismo astratto” mossa a Della Volpe da
bile della commissione culturale del PCI (1948- P.A. Rovatti, Critica e scientificità in Marx: per
1951), aveva impresso alla “battaglia delle idee”, una lettura fenomenologica di Marx e una criti-
invitando gli intellettuali italiani a reperire nella ca del marxismo di Althusser, Feltrinelli, Milano
produzione culturale sovietica gli strumenti del- 1973, p. 105. Ritiene invece che Della Volpe
la lotta per la soluzione progressiva dei problemi risolva univocamente il nodo della “inversione
della cultura nazionale. Cfr. A. Vittoria, Togliat- temporale” nel senso della sua “funzionalità pra-
ti e gli intellettuali. La politica culturale dei comu- tica” G. Barletta, Marxismo e teoria della scien-
nisti italiani (1944-1964), Carocci, Roma 2014, za, cit., pp. 122-127.
pp. 53-67. 76 _ Un discorso analogo può svolgersi
66 _ G. Della Volpe, Logica come scienza intorno alla “scoperta” dellavolpiana di un
positiva, cit., p. X. «Rousseau vivo», del teorico della «demo-
Giuliano Guzzone  _  73

crazia egualitaria» a latere del filosofo dell’in- carattere «romantico e mistico» della dialetti-
dividualismo astratto; cfr. G. Della Volpe, ca hegeliana, raggiunte sin dalla seconda metà
Rousseau e Marx, cit., pp. 43-56. D’altra parte, degli anni Venti nel solco di Wilhelm Dilthey;
la metodologia storiografica sin qui illustrata cfr. G. Della Volpe, Le origini e la formazione
non ha consentito a Della Volpe di cogliere gli della dialettica hegeliana, I. Hegel romantico e
elementi di metafisica essenzialista e organi- mistico (1793-1800) [1929], in Id., Opere, cit.,
cista assorbiti dal giovane Marx attraverso (e vol. I, pp. 39-210: 199.
non malgrado) la sua adesione al “materiali- 77  _  Un esempio è stato segnalato da R. Fi-
smo” feuerbachiano (cfr. supra, nota 12), né nelli, F.S. Trincia, Commentario, cit., p. 517,

di correggere o attenuare le conclusioni sul nota 2.

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