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Metodi e trattati: le vere fonti storiche da cui possiamo trarre delle evidenze storiche
Clarinetti Barocchi: 2 e 3 chiavi: le difficoltà dello strumento erano così elevate che non permettevano
l'utilizzo dello
Questo strumento è già il risultato di un evoluzione. Questa è ancora avvolta dal mistero, in
quanto non è pensabile che questo strumento sia solo un prototipo siccome è molto sviluppato.
Questo strumento è stato attribuito da Dopplemayr a Johann Cristoph Denner ma non si può
dire
Bonanni: Nel capitolo XXIII parla dell'oboe. Nella descrizione nomina la campana, la lunghezza dello
strumento e
dell'imboccatura e la presenza di un foro di intonazione che si usa col mignolo presente tra il sesto e
settimo foro.
Subito dopo nomina il clarone, uno strumento simile all'oboe, e ne nomina la lunghezza (+ lungo) e la
presenza di due chiavi che chiudono due fori opposti ma non in diametro (uno più in alto e uno più in
basso
dall'altro lato). Dice che non si sa chi lo abbia inventanto e che lo strumento è più grave dell'oboe.
Sempre nello stesso capitolo, conclude nominando lo scialumò, dicendo che è un altro strumento.
Questo è
fatto di canna, simile alla zampogna, quindi ad ancia singola. Invece il calandrone è una versione
migliorata
dello sciamulò che ha due chiavi per due buchi opposti in diametro. Quindi lo chalumeau non ha
portavoce,
a differenza del clarone. Inoltre il calandrone ha un suono rauco e segue le regole dei flauti.
Scialumò (mock trumpet) ---> calandrone
19/13/2021
parla della zampogna come strumento molto evoluto. La rappresenta simile alla cornamusa.
Ancie idioglotte (praticate nel corpo dello strumento. le ancie non sono a contatto con le labbra).
dei richiami per gli animali. La prima descrizione è di bonanni. Due chiavi opposte in diametro
Quando Bonanni descrive il clarinetto non descrive l'imboccatura ne le proprietà dello strumento.
Majer: la fonte più importante perché parla sia del clarinetto che dello chalumeau e li descrive
diversamente.
dice che Denner ha inventato un nuovo tipo di strumento: il klarinette. Il quale potrebbe essere
un'evoluzione del raketen fagotte (un cilindretto che poteva avere sia l'ancia doppia che l'ancia
singola)
La differenza madre tra clarinetto e chalumeau è la campana. Lo chalumeau è cilindrico come il flauto.
Il clarinetto termina a bocca di tromba, quindi con una campana. L'altra differenza è che lo chalumeau ha le
chiavi per due fori opposti in diametro, mentre il clarinetto ha due chiavi per due fori opposti ma non in
diam
Musicalisches Theatrum 1722 - J.C. Weigel: raffigura un clarinettista con lo strumento. Nella descrizione
dice che:
(questa descrizione combacia con quella del bonanni per quanto riguarda il suono)
Questo perché i musicisti non erano in grado di suonare correttamente i suoni gravi
e producevano facilmente la dodicesima.
Si vedono gli anelli per incernierare le chiavi (uno per la chiave di sol e una per il
portavoce).
La terza chiave è presente anche in uno dei primi clarinetti ritrovati di Denner. Hoeprich dice che questa
terza chiave non è un aggiunta, in quanto
non presenta differenza di legno. Quindi siccome Johann Denner muore nel 1707, ci dice che la terza chiave
esisteva già prima del 1707.
Differenza fonti metodologiche e organologiche: metodologica significa fonte destinata alla didattica,
Museum Musicum theoretico practicum di Majer: fonte teoretica e pratica, presenta anche la tabella delle
posizioni. Nella tabella delle posizioni scrive anche clarinetto
in quanto si sta affermando questo termine che indica uno strumento simile al
clarino.
Dice che: all'inzio di questo secolo è inventato (significa che non lo fa risalire da
nessun'altro strumento, come bonanni e a differenza di dopplemayr)
Si utilizza la chiave di tenore dal fa 2 rigo al sol un taglio in testa e poi passa in
chiave di violino dal la al la ma talvolta arrivava fino al do.
Nel disegno si vede che l'ancia è rivolta verso l'alto. Si vede perfettamente i pregi
del bocchino ampio, il barilotto con il rigonfiamento.
Lo chalumeau aveva a disposizione poco più di un ottava con le chiavi. Lo strumento poteva fare una
dodicesima
dal punto di vista fisico ma è stato scritto solo una volta nel repertorio storico.
Majer fa un'analogia tra clarientto e chalumeau quando dice che la gamma grave del
clarinetto si può chiamare chalumeau. (gamma fondamentale senza portavoce)
Eisel: Anche qui abbiamo una tabella (con le posizioni in orizzontale però)
Siccome è stato scritto 6 o 7 anni dopo, Eisel dice che lo strumento può produrre 5 o 6 note in più.
Indica meno note nel registro di chalumeau ma aggiunge la nota del sol# (fa# in tenore)
la quale era una nota critica in quanto mancava la chiave. Anche qui c'è un refuso in quanto mette la
stessa poszione tra la e sib. Non c'è il si naturale e non sbaglia le dodicesime.
La gamma si estende fino al do ma può salire ancora di una quinta o di una sesta (lo si vede nei
concerti di Molter)
C'è da dire che Eisel è stato più rigido e di impostazione classica in quanto non voleva che i
compositori usassero note poco intonate nelle loro opere.
Ci da informazioni sulle chiavi dello strumento: dice che il clarinetto si suona con la sinistra sopra e la
destra sotto: significa che poteva esserci una chiave su un lato o l'altro dello strumento e non più
16/03/21
Hereny Iperman: airs a deux chalumeaux 1720: arie per due chalumeaux o trombe etc o clarinetti
Clarinetto barocco: Di natura diversa da quelli successivi in quanto molto più simile nel suono ad una
tromba.
Quello di Denner aveva doppi fori e poteva fare tutti i semitoni. Probabilmente nella toniltà di RE
perché più piccolo e di facile costruzione. In oltre nell'orchestra era più vicino alle tonalità in
uso.
Ben presto provando ad allungare lo strumento si nota come il suono si scurisce e per questo
troviamo un
clarinetto in sol con campana a forma di pera costruita nel primissimo periodo.
Questo strumento non poteva tarare il registro centrale con quello delle dodicesime, perlopiù
suonava bene
nella gamma acuta, in quanto lo chalumeau esisteva e suonava bene nella gamma grave.
In ogni caso questo strumento presentava la possibilità di suonare in 2 se non 3 registri. (Heisel)
e pezzo unico barilotto/imboccatura. Il pezzo centrale poteva a sua volta venire diviso in 2
Siccome era fatto di Bosso lo strumento era difficile da smontare e montare
Clarinetto classico: Finalmente si applica in modo efficiente una terza chiave. Questo grazie ad un BULBO
che permise di creare
una chiave lunga, allungando lo strumento e facendolo intonare nella gamma grave.
Il nuovo clarinetto col bulbo aveva il pezzo unico bocchino/barilotto; pezzo superiore, pezzo
inferiore,
padiglione/campana o piede pezzo unico, quello più pesante con due chiavi lunghe.
Roser dice che siccome i primi clarinetti erano corti, non sostenevano questa terza chiave.
Valentin Roser: l'autore del primo trattato importante per clarinetto. è un trattato/metodo/manuale
rivolto ai compositori.
Da questo momento in poi si abbandona il classico paragone con la tromba ma con il corno (per
l'aspetto
Il primo clarinettista noto: Mr.Charles l'ungherese suonava sia il clarinetto che il corno.
Entrambi hanno una gamma simile e sono traspositori. A volte il clarinetto può avere un timbro
simile al corno.
La prima cosa che dice è che questo strumento è complicato e non può essere trattato come un
oboe o un flauto.
Ci sono 7 tipi di clarinetto in base alla tonalità (almeno 7 specie nel 1760) In Sol, La, in Si, sib
in Do, in Re, in MI e in Fa. IN questo trattato si tratteranno quelle più usate. In LA, Sib, Co e in
Re.
Questo perché in Mi e in Fa sono troppo acuti. Quello in Sol è quello più dolce ma è raro,
perché ci si può
servire di altri strumenti. (ricordiamo che il k421b di Mozart è per clarinetto di bassetto in Sol)
Poi indica l'estensione del clarinetto, di 3 ottave dal fa al fa.
Ma aggiunge che la gamma che si usa è dal do sotto il pentagramma al do sopra, anche se si
può
scrivere qualche nota più in alto. Qui fissa l'altezza della nota ma non il nome che dipende dallo
strumento
Si distinguono 3 tipi di suono sul clarinetto. Il primo nella piccola ottava (do a si chiave di basso)
il secondo nella prima ottava (fa a fa) che si chiama chalumeaux e il terza nella seconda ottava
fino a do#
che si chiama clarion perché più chiara e brillante e infine quella acuta.
Qui manca una tabella delle posizioni perché non serviva ai compositori, ma alcune note non
ottenibili
non sono scritte, infatti mancano molte note nel registro di chalumeaux.
Le note scritte le indica facendo una tabella con gli unisoni paragondando il clarinetto alla viola
o
In seguito dice che le tonalità più favorevoli sono quelle in FA in DO in RE e in SOL, eccetto per il
clarinetto
in Re, perché era troppo piccolo per mettere le due chiavi lunghe.
Inoltre parla della differenza di timbro tra gli strumenti e di tenerne conto nel caso li si volesse
sostituire tra loro.
Questo è importante perché comincia a diminuire il numero di clarinetti che si adoperano per
tonalità diverse.
In seguito fa degli esempi di note che non vanno legate per via delle posizioni.
Spiega anche che nella prima ottava solo su poche note si poteva fare il trillo di semitono.
Un altra cosa importante è che dice che il clarinetto può staccare di torace e non di lingua
siccome l'ancia è rivolta verso
l'alto. Quando dice colpo di lingua infatti intende l'articolazione, non lo staccato di lingua.
Probabilmente si suonava con l'ancia verso l'altro perché gli oboisti erano abituati così.
Infine dice che col clarinetto bisogna evitare gli intervalli ampi ed evitare il cromatismo, ovvero
cantare per il cuore e l'orecchi