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Le avanguardie del ‘900

Con Pascoli, finisce un mondo considerato vecchio, con autori troppo lontani da noi.
Agli inizi del ‘900 si affacciarono nuove realtà e nuovi movimenti moderni.
Il periodo di trasformazione è quello delle AVANGUARDIE (termine che deriva dal gergo militare,
quando i soldati venivano mandati in guerra in esplorazione, solo i più coraggiosi); sono gruppi di
letterati che hanno il coraggio di dire del nuovo, è un rischio perché andavano contro la tradizione e
potevano essere cacciati (si lanciano contro lo status quo).
Rompono con il passato in tutti i campi del sapere (Dadaismo e Surrealismo in arte, per esempio) e
con l’ideologia passata: vogliono rinnovare una società borghese ferma e conservatrice.
Per rinnovare però, bisognava distruggere il passato e ricostruire da zero il futuro:

● professavano il mito della VELOCITÀ (svelta ed immediata) ed esaltavano la MACCHINA,


anche bellica (armi) perché la GUERRA era l’unica IGIENE del mondo;
● azzeramento della poesia tradizionale, viene eliminata la concezione di donna dantesca e
colpisce il linguaggio innovativo perché il loro intento è provocatorio (assomigliano agli
Scapigliati ma in realtà propongono delle novità) e difficile da capire e da accettare;
● gli autori si organizzano in gruppi con PROGRAMMI ovvero dei decaloghi per spiegare la
visione della letteratura.

Il Futurismo
E’ il gruppo più noto in Italia che venne però fondato a Parigi, nel giornale “Le Figaro”.
Filippo Tommaso Marinetti fu il rappresentante più importante insieme a Palazzeschi e Govoni;
trattano come tematiche la velocità, la macchina, l’industria, la guerra, il dinamismo soprattutto
nell’opera “Zang Tumb Tumb” dove il modo di scrivere ed il linguaggio diventano PAROLE IN
LIBERTÀ e la sintassi non è più tradizionale.
Rompono con la grammatica della tradizione, riprendono le onomatopee e non usano la costruzione
della frase tipica, non coniugano i verbi, non c’è grafia e vengono usati qualsiasi carattere e disegno.
Importante è il brano “Il Bombardamento” dove descrive la guerra dei bulgari contro la città turca di
Adrianopoli, nel 1912: la costruzione della frase non presenta punti, le parole stesse vengono
trascinate, le immagini della mitragliatrice sono disuguali, i suoni della natura sono lontani, quasi non
si sentono perché vengono sovrastati dalle armi e dalla guerra e anche le campane che
simboleggiano la presenza di una comunità umana
Martinetti parla anche delle vampe, i bagliori della guerra, della mitragliatrice.
Altri nomi futuristi importanti furono:

● il poeta francese Apollinaire con l’opera “La Pluie” dove scrive tutto in diagonale;
● il poeta italiano Govoni con l’opera “Il Palombaro” dove aggiunge dei disegni;
● il poeta americano Thomas Eliot, l’ispiratore del correlativo oggettivo, tecnica che poi verrà
ripresa da Montale;
● il poeta italiano Palazzeschi con l’opera “La fontana malata” (malata perché non riesce a
sgorgare l’acqua) e con il componimento “E lasciatemi divertire” dove ci sono quartine con
soli suoni ed altre dove ci sono commenti che spiegano il significato.

Il loro intento era provocatorio ma non venne capito subito perché sperimentale.
Martinetti scrisse:

● il Manifesto del Futurismo in 11 punti del 1909 dove dove il tono è veloce, battagliero, con la
macchina da corsa vs la statua di Nike al Louvre, la bellezza della lotta, si glorifica la guerra
sola igiene del mondo, l’eliminazione del vecchio (es. i musei);
● il Manifesto Tecnico in 11 punti del 1912 dove si distrugge la sintassi, il verbo è all’infinito, si
aboliscono la punteggiatura e l’io e si adottano le PAROLE IN LIBERTÀ.
Nascono nuovi gruppi dove gli autori propongono qualcosa di nuovo ma non sono innovatori perché
lo stile è vecchio; aprirono la strada alla poesia moderna per rassicurare il pubblico dell’epoca e sono:

● Vociani : sono i membri redattori della rivista fiorentina “La Voce”, sono i poeti del
“frammento”, la loro poetica è poco definita perché si svincolano dalla poesia tradizionale.
Rappresentano le inquietudini dell’uomo contemporaneo e sono gli iniziatori della poesia del
‘900; i principali esponenti furono Camillo Sbarbaro e Clemente Rebora;

● Crepuscolari : è il gruppo più noto, scrivono prosimetri e poemetti crepuscolari dove


descrivono il crepuscolo, ovvero la prima parte della sera dove la luce inizia a spegnersi, i
temi sono spenti, grigi, monotoni e noiosi anche se sono rassicuranti per coloro che si
lasciano vivere.
Il principale esponente fu Guido Gozzano, autore de “I Colloqui” dove si possono trovare
opere come “La Signorina Felicita”, “L’amica di nonna Speranza” e “Totò Merumeni” : sono
figure di persone sbiadite che vivono nella stessa casa per sempre, dove invecchiano con i
loro averi “decadenti”, senza vita.
La vecchiaia è intesa come tarda età ovvero quella via di mezzo in cui il tempo trascorre
inutilmente.
Gli averi possono far riferimento alle Cose Semplici della quotidianità di Pascoli anche se qui
gli oggetti sono fermi e polverosi e di cui non si ha nemmeno il coraggio di sbarazzarsene.

Italo Svevo
E’ un letterato diverso perché più moderno e diverso dal tradizionale letterato nei modi di scrivere,
nelle vicende, nella condizione sociale, nella formazione, nello stile e nella forma (unico).
Il suo vero nome era Hector Schmitz e nacque a Trieste nel 1861 da una famiglia benestante di origini
ebree, il padre era un commerciante di vetrame mentre il nonno era stato funzionario presso la Corte
degli Asburgo.
Trieste è una città che a quel tempo viene considerata di intermedia cultura perché si trovano al suo
interno tanti tipi di letteratura e di lingue come ad esempio quella italiana, quella slava e quella
austriaca ed è un mondo a parte dal resto dell'Italia.
Svevo se c'è studi commerciali da autodidatta e si appassionò alla scrittura che potè praticare perché
aveva le spalle coperte economicamente.
Nel 1880 però fallisce la ditta del padre e la famiglia vive un periodo di ristrettezze economiche che
portarono Svevo alla ricerca di un lavoro (DECLASSAZIONE): divenne impiegato a Vienna nella
banca Union anche se il lavoro era opprimente, noioso, arido e monotono e l'unica salvezza era la
letteratura.
Morti i genitori incontrò Livia Veneziani con la quale ebbe una figlia, Letizia e la cui famiglia era una
famiglia di ricchi industriali di vernici: Svevo lascio così il suo lavoro ed entrò nell'alta borghesia per
risolvere i suoi problemi economici e divenne anche dirigente dell'azienda.
In questo periodo accantonò la letteratura, forse per il pregiudizio della società tradizionale del tempo
che considerava la letteratura come una perdita di tempo,ma dopo poco sentì il bisogno di riprendere
a scrivere e frequentò altri letterati come James Joyce con il quale ebbe una stretta amicizia.
Tra il 1908 e il 1910 conobbe Freud e i suoi studi sulla psicoanalisi e sull'interpretazione dei sogni
(importanti per i suoi romanzi) perché quello era il periodo dei progressi nel campo della medicina
sulla psiche ovvero l'analisi dell'interiorità.
Con l'avvento della Prima Guerra Mondiale, la ditta fallisce e Svevo si dedica finalmente solo
letteratura scrivendo tre romanzi:

● “Una Vita”
● “Senilità”
● “La Coscienza di Zeno”
Questi romanzi però non ebbero successo in Italia ma solo all'estero perché l'Italia in quel periodo
non era mai pronta ad accettare subito il nuovo perché prima lo voleva capire più a fondo.
Svevo morì infine nel 1928 a Treviso a causa di un incidente stradale.

È un autore diverso dagli altri perché nacque a Trieste, una città molto più moderna, fu il primo a
compiere degli studi commerciali e a non ottenere successo in Italia, nella sua letteratura si parla di
una realtà parallela alla vita pratica e diverso è soprattutto il suo ROMANZO.
Nella coscienza di Zeno, ad esempio, il protagonista fa un bilancio della sua vita su consiglio del
Dottor S. perché si ritiene malato di nevrosi a causa dell'inettitudine e quindi il protagonista va avanti
e indietro nel tempo per raccontare la sua storia.
Il protagonista stesso scrisse un memoriale con episodi salienti per risolvere una malattia che
probabilmente aveva avuto da sempre senza però un ordine cronologico, senza raccontare una
vicenda e senza un finale.
La rottura tra Zeno e il Dottor S. si verificò quando il Dottor S. decise di pubblicare il memoriale per
denaro ad insaputa di Zeno che successivamente guarì grazie alla società ovvero a quella realtà che
era riuscito a creare insieme ad un suo parente che però funzionava non per merito di Zena ma per
merito del suo parente.
Per Zeno la questione si risolve con un’esplosione della Terra che diventa un corpo celeste che vaga
nell'Universo.
Per scrivere questo romanzo Zeno si ispirò non solo a filosofi come Schopenhauer, Nice (contro il suo
superuomo), Marx e Freud ma si ispirò anche ad autori francesi come Balzac, Stendhal, Flaubert (con
l’opera Mme Bovary che è l'incarnazione dell'aspirazione raggiungere i propri sogni perché vorrebbe
frequentare l'alta società) e ad autori inglesi come Swift e Dickens.

Centrale nella poetica di Svevo è la FIGURA DELL’INETTO (considerato come una malattia): l'inetto è
colui che non si trova a suo agio nella società dove vive perché gli altri sono diversi da lui e lui quindi
si sente diverso ed inadeguato.
Il suo è un vero e proprio disagio esistenziale anche se l’inetto non è in realtà malato ma lo sono gli
altri (ovvero i “sani”) perché l’inetto si integra solo in un gruppo che la pensa come lui.
Purtroppo l'inetto ha sempre a che fare con un vincente e l'unica via di fuga rimane la letteratura che
però rimane lì per una sorta di indolenza che porta alla non realizzazione.

L’opera “UNA VITA” (1892) affronta la figura dell’inetto con il personaggio Alfonso Nitti che si
relaziona solo con personaggi come lui e si intravede anche l’analisi dell’IO che non riesce ad
integrarsi nemmeno con le donne ed è sempre in contrasto con il suo opposto, il vincente.

L’opera “SENILITÀ” (1898) affronta la figura dell’inetto con il personaggio di Emilio Brentani, un
impiegato in assicurazione in banca a Trieste (esistenza mediocre) che vuole imitare la vita
spregiudicata dell'amico Valli (suo opposto, più spigliato e conoscitore della vita).
Emilio conosce Angiolina, una donna che ha tanti amanti e con cui vuole avere una relazione
avventurosa come un Don Giovanni (per vivere la vita spregiudicata che vive l'amico).
Angiolina però si trova meglio con Valli, l'antagonista che farà innamorare anche la sorella di Emilio,
Amalia (malata).
Emilio diventa geloso di Angiolina e dopo la morte della sorella è deluso ed insoddisfatto e quindi si
chiude in se stesso fino alla sua vecchiaia ripensando alla sua gioventù sprecata.
Ripensa in particolare ad Angiolina e alla sorella e le fonde insieme, unendo la parte onesta ed
affettiva alla parte spregiudicata con introspezione psicologica.

L'amicizia con Joyce lo porterà a sviluppare la tecnica del monologo interiore, simile alla tecnica usata
da Joyce ovvero il flusso di coscienza.
● flusso di coscienza : tecnica che consiste nell'esporre i pensieri della mente senza un ordine
logico e con una stessa sovrapposizione dei pensieri;

● monologo interiore : tecnica che espone i pensieri della mente in successione logica (come
nel soliloquio degli attori del teatro).

Dal punto di vista del romanzo è importante la prospettiva del protagonista e dei suoi pensieri perché
è soggettiva e cerca di convincere con la bontà delle sue azioni anche se in realtà non sono tutte
buone.
È una FALSA COSCIENZA perché l'inetto si giustifica con il suo modo di comportarsi che lui crede
giusto.
Il narratore non è onnisciente ma nemmeno impersonale perché a volte interviene nella narrazione.
Il tempo è alterato perché non c'è né un inizio né una fine (il personaggio va avanti ed indietro nel
tempo per raccontare i suoi pensieri).
Lo spazio è paragonabile agli spazi della mente con la presenza del ricordo dell'interiorità.
Il finale è chiuso, ad esempio nella Coscienza di Zeno è in sospeso perché si conclude con
un'esplosione cosmica nucleare che porta la Terra a diventare una nebulosa che vaga nell'Universo.
In questo romanzo è presente anche il tema del "gusto per il fumo" ovvero Zeno dice di essere malato
di nevrosi anche perché da ragazzino fumava e vengono descritti tutti i suoi tentativi fallimentari nello
smettere di fumare.

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