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( DALLA CECA ALLA UE )

Nel 1945 si concluse la Seconda Guerra Mondiale: cresce il desiderio di ricostruire un comune
senso di pace perché la fine del conflitto segnò l’inizio di una cooperazione tra stati senza
precedenti che ha condotto all’edificazione dell’UNIONE EUROPEA, una grande istituzione
governativa basata su un sistema di adesione volontario.
La cooperazione politica ed economica ha accelerato lo sviluppo di tutti i Paesi che vi hanno
aderito.
La CECA ovvero la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio è stata la prima forma di
collaborazione tra Stati Europei; creata nel 1951, la comunità mirava allo sviluppo politico ed
economico dei suoi paesi fondatori (Francia, Germania Occidentale, Belgio, Lussemburgo,
Paesi Bassi e Italia).
Era nata per mettere in comune l’acciaio e il carbone attraverso scambi pacifici; si voleva
evitare che la ricerca di queste risorse scatenasse altre guerre.
Nel 1958 questi paesi hanno dato vita alla CEE ovvero la Comunità Economica Europea e
hanno abolito i dazi doganali: i Paesi hanno potuto risparmiare ed investire nella crescita e
nello sviluppo.
Tra il 1958 ed il 1986 l’Europa dei 6 diventa l’Europa dei 12 allargandosi a Gran Bretagna,
Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna e Portogallo (bandiera della UE con 12 stelle).
Nel 1986 la Commissione Europea ha proposto di realizzare un unico grande mercato interno
nel quale potessero circolare liberamente le merci, il capitale, le persone ed il lavoro.
Da quel momento i Paesi hanno fatto il possibile per coordinare le loro politiche economiche e
sociali nei settori agricolo, industriale, energetico, ambientale, dei trasporti e molti altri.
Nel 1993 è stato aperto il Grande Mercato che si è rivelato fondamentale per lo sviluppo della
CEE ma ogni paese possedeva ancora la sua moneta.
Nello stesso anno la CEE cambia nome e diventa una Unione Europea (UE).
Oggi conta 28 paesi e con il Trattato di Maastricht gli Stati si sono impegnati a raggiungere
l’unione economica e monetaria adottato una moneta unica.
Dal 2002 alcuni Paesi UE hanno dato vita all’Euro e oggi l’UE è diventata una potenza
economica mondiale.

LE PRIME TAPPE DELLA COMUNITÀ EUROPEA

Robert Schuman e Jean Monnet.


Nel maggio 1950 il Ministro degli esteri francese Schuman elaborò con l'economista Monnet
un progetto che offriva agli stati Europeo l'opportunità di mettere in comune le risorse di
acciaio e di carbone.
Il progetto aveva tre principali finalità: aumentare la produzione di tali materie, ridurne i costi
ed abolire i relativi dazi doganali.
La scelta del carbone dell'acciaio non fu casuale: questi prodotti erano stati gli strumenti
dell'opera di distruzione bellica; si voleva così affermare la scelta di abbandonare una realtà di
scontri di tensioni tra Stati, per costruire un'opera di pace e di solidarietà.

L'istituzione della CECA.


Il 18 aprile 1951 il progetto si concretizzò con la firma a Parigi, del Trattato istitutivo della
Comunità Europea del carbone e dell'acciaio (CECA), in cui aderirono Francia, Germania,
Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Nel 1954 fu nominato primo presidente della CECA l'italiano Alcide De Gasperi, profondo
assertore dell'unità politica europea.
L'istituzione della CECA segnò il primo passo verso la realizzazione dell'Unione Europea,
creando di fatto una solidarietà produttiva destinata e estendersi e a tradursi, più tardi, in
un'unificazione economia e sociale.

La fondazione della CEE.


Nel 1955 il ministro degli Esteri belga, Paul Henri Spaak, avanzò la proposta di allargare la
cooperazione economica europea, abolendo tutti i dazi doganali tra gli Stati membri ed
adottando tariffe doganali comuni verso i Paesi estranei alla comunità, allo scopo di costituire
un mercato europeo comune.
La sua proposta fu realizzata con la firma a Roma, avvenuta il 25 marzo 1957, dei Trattati
Istitutivi della Comunità economica europea (CEE) e della Comunità Europea per l'energia
atomica, chiamata EURATOM. Vi aderirono gli stessi Stati già uniti nella CECA, per cui si
incominciò a parlare di Europa dei sei.
La costituzione della CEE non si ispirò pienamente agli ideali federali che l'avevano preceduta,
ma si basò su un confederazione tra Stati sovrani, uniti economicamente tra loro da un
mercato comune volto a favorirne l'avvicinamento delle politiche economiche e a consentire
uno sviluppo economico equilibrato tra gli stati partecipanti.

La realizzazione del mercato comune.


Il mercato comune europeo (MEC) si realizzò pienamente solo nel 1968, quando aboliti i dazi
doganali tra i 6 Stati membri, si fissò una tariffa esterna comune per i prodotti importati dai
Paesi extraeuropei.
I primi risultati dell'accordo doganale furono positivi, considerato che gli scambi commerciali
tra gli Stati membri aumentarono di circa il 30% e che ci fu un grande miglioramento del tenore
di vita dei popoli europei, con un aumento dei consumi e un periodo di stabilità monetaria.

Il Parlamento europeo e lo SME.


Una spinta alla ripresa del processo unitario si ebbe nel 1979 con l'istituzione del Parlamento
europeo e del sistema monetario europeo (SME).
Quest'ultimo era un particolare sistema di cambi tra le monete degli Stati comunitari,
finalizzato a favorire l'equilibrio dei mercati monetari e il processo di armonizzazione e di
stabilizzazione economica dei Paesi aderenti.
Nel 1985, per favorire la libera circolazione dei cittadini europei, venne siglata a Schengen, in
Lussemburgo, una Convenzione volta a sopperire i controlli alle frontiere.
Inizialmente vi aderirono Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo; poi si
aggiunsero altri Stati, tra cui, nel 1997, l'Italia.

L'Atto unico europeo.


Nel 1986 i Paesi membri attuarono una significativa modifica del Trattato di Roma del 1957
attraverso l'Atto Unico europeo, con il quale si intese superare l'ottica esclusivamente
economica della Comunità Europea, indirizzandosi verso una serie di ulteriori obiettivi.
Tra di essi sono da ricordare: la piena libertà di circolazione e di soggiorno all'interno
dell'Europa per tutti i cittadini europei, l'unione monetaria, con l'istituzione di una sola moneta
e di una sola banca centrale, e l'unione politica tra gli Stati.

Il Trattato di Maastricht.
Il 7 febbraio 1992, nella cittadina olandese di Maastricht, venne firmato un documento
fondamentale per la costruzione dell'Europa che oggi noi tutti conosciamo: il Trattato
sull'Unione Europea.
In esso si stabilì di dare il via all'unione monetaria che avrebbe avuto il suo completamento
con l'introduzione dell'euro quale moneta unica comunitaria; all'unione politica, mediante
iniziative comuni in determinati settori come l'immigrazione, e all'unione sociale,
promuovendo condizioni di parità tra i cittadini europei.
Fu quindi abbandonata la precedente denominazione di Comunità economica europea (CEE) a
favore di quella, più idonea ai nuovi obiettivi, di Unione Europea (UE) o di Comunità Europea
(CE).

Il Mercato unico europeo.


A partire dal 1993, in ritardo rispetto a quanto stabilito dall'Atto unico europeo, si instaurò il
Mercato unico europeo mediante il quale, a superamento del MEC che era basato
esclusivamente sull abolizione dei dazi doganali, si introdusse la piena libertà di movimento
da un Paese all'altro della Comunità di prodotti, servizi, imprese, capitali e persone, senza più
ostacoli di natura fisica, fiscale e tecnica.

Il Trattato di Amsterdam.
La tutela dei diritti dei cittadini europei è stata al centro del Trattato di Amsterdam del 1997,
che ha previsto norme destinate alla protezione dei consumatori; ha riconosciuto a ogni
cittadino il diritto di rivolgersi direttamente alla Corte di giustizia qualora venga violata una
sua libertà, ha stabilito il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri per rendere più
sicura la circolazione delle persone.

L'Europa dei quindici.


Dal 1957 a oggi è proseguito, in tappe successive, il processo di allargamento dell'Unione.
L'Europa dei sei del Trattato di Roma si allargò nei decenni successivi ad altri nove membri
divenendo nel 1995 l'Europa dei quindici: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia,
Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo,
Spagna e Svezia.
Nel frattempo altri paesi dell'area europea avevano introdotto la richiesta di aderire all'Unione,
soprattutto dopo il crollo del muro di Berlino (1989) e la caduta del regime comunista negli
stati dell'Europa dell'Est.
Nel 1993 il Consiglio di Copenaghen aveva stabilito i criteri necessari perchè tali Paesi
potessero essere ammessi a far parte dell'Unione europea.
I requisiti sono essenzialmente:
● il rispetto dei diritti umani
● la garanzia della struttura democratica dello Stato
● la tutela delle minoranze
● l'efficienza dell'economia
● la ricezione dell'acquis comunitario, intendendo con questo termine l'insieme di tutte le
regole proprie dell'Unione e ai contenuti di tutti i Trattati.

L'Europa dei venticinque.


Il Consiglio europeo di Madrid del 1995 stabilì poi che ciascun Paese richiedente dovesse
adeguare le proprie strutture amministrative e giudiziarie a quelle degli Stati comunitari,
condizione ritenuta indispensabile per consentire un rapporto di fiducia reciproca.
Nel 1999 il consiglio di Helsinki dispose che i Paesi candidati risolvessero le controversie in
materia di confini e garantissero nei loro territori la sicurezza nucleare.
Il Consiglio di Nizza del 2000 invitò gli Stati ad accelerare le riforme necessarie per prepararsi
all'adesione.
Il 1° maggio 2004 in seguito a specifici negoziati, fecero il loro ingresso nell'UE dieci nuovi
Paesi: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia,
Slovenia, Ungheria.
Dall'Europa dei quindici si giunse così all'Europa dei venticinque.
Il Trattato istitutivo della Costituzione Europea.
Nell'ottobre del 2004 i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri si riunirono a Roma per
firmare il Trattato istitutivo di una Costituzione per l'Europa, redatto sulla base di una bozza di
Costituzione Europea, predisposta da uno specifico organismo denominato Convenzione
Europea.
La firma del Trattato non era però sufficiente al fine dell'applicazione della Costituzione;
occorreva infatti da parte di ogni Stato membro la ratifica.

La Carta dei diritti fondamentali.


I contenuti della Costituzione europea si riferiscono agli obiettivi dell'Unione, alla cittadinanza
comune, alle competenze dell'UE e al loro esercizio, alle istituzioni comunitarie, alle finanze,
alla tutela dell'ambiente.
In particolare la Costituzione europea ha recepito i principi della Carta dei Diritti Fondamentali
dell'Unione Europea, documento approvato a Nizza in occasione del Consiglio Europeo.
Nella Carta dei diritti sono affermati i valori portanti dei Paesi comunitari in materia di tutela
dei diritti umani, tra cui la dignità umana, il diritto alla vita e la libertà dei suoi molteplici
aspetti.
Vengono affermati i principi di uguaglianza e di solidarietà, con particolare attenzione ai diritti
delle donne, dei bambini, degli anziani e dei disabili.

L'allargamento dell'UE.
Nel 2007 si è realizzato l'ingresso nella Comunità di altri due Paesi, Bulgaria e Romania, e, nel
2013, quello della Croazia, portando a 28 il numero degli Stati aderenti.
L'allargamento europeo assume una particolare rilevanza per il rafforzamento della
democrazia e per il contributo che può apportare alla
stabilità internazionale e alla pace.
Tuttavia nel giugno 2016 il Regno Unito ha scelto, tramite referendum popolare, di uscire
dall'Unione Europea (Brexit).
La data dell'uscita è il 31 gennaio 2020.
Nel 2007 è stato firmato il Trattato di Lisbona che ha aggiornato i contenuti dei trattati
precedenti predisponendo un'ampia modernizzazione delle istituzioni comunitarie, il
rafforzamento della politica sociale ed il riconoscimento del carattere vincolante dei diritti
umani.

DIVENTARE CITTADINI EUROPEI

QUALI SONO I CRITERI PER ADERIRE ALL’UNIONE EUROPEA?


Vengono definiti come Criteri di Copenaghen del 1993 e gli Stati che vogliono partecipare alla
UE devono:

➔ essere ISTITUZIONI STABILI : ovvero devono garantire la democrazia al popolo,


devono essere stato di diritto, garantire i diritti umani ed il rispetto e la tutela delle
minoranza;

➔ assumere OBBLIGHI : ovvero la capacità di assumere gli obblighi risultanti


dall’adesione, in particolare l’adesione agli obiettivi dell’Unione politica, economica e
monetaria e darvi seguito in modo efficace;
l’unione non annulla le nazionalità e le individualità, al contrario il motto dell'UE è
“Unità nella diversità” = garantire l’identità di ogni nazione in un contesto unitario in
cui l’unità e la somma di tutte le differenze crea l’unità europea;
➔ avere un’ECONOMIA DI MERCATO : un’economia di mercato funzionante e la capacità
di far fronte alla concorrenza e alle forze di mercato all’interno della UE.

STRATEGIE DI AMPLIAMENTO
Il rinnovato consenso sull’allargamento raggiunto durante il Consiglio europeo del dicembre
2006 continua a guidare la politica di allargamento dell’UE.
I leader dell’Unione Europea hanno convenuto di perseguire una strategia fondata su:

1. consolidamento degli impegni dell’UE riguardo ai negoziati di adesione in corso;


2. un’equa e rigorosa condizionalità in tutte le fasi dei negoziati con i paesi candidati;
3. capacità dell’UE di integrare nuovi membri.

COME AVVIENE IL PROCESSO DI ALLARGAMENTO?


La formazione “Affari generali” del Consiglio definisce e sorveglia il processo di allargamento
dell’UE e i negoziati di adesione.
Quando un paese presenta domanda di adesione all’UE, il Consiglio invita la Commissione
europea a trasmettere il proprio parere su tale candidatura in merito a:

➔ soddisfazione di tutti i criteri necessari per essere considerato un candidato ufficiale


all’adesione all’UE;
➔ avvio dei negoziati ufficiali di adesione e la loro conclusione in modo positivo;
➔ il paese candidato può aderire all’UE.

PERCHE’ ADERIRE ALL’UE?

➔ maggiore prosperità per tutti gli Stati membri : scambi commerciali tre volte superiori
tra i nuovi e i vecchi Stati membri, cinque volte superiori tra i nuovi Stati membri;
➔ maggiore stabilità in Europa;
➔ maggiore peso dell’UE sulla scena mondiale.

SITUAZIONE AD OGGI :

➔ negoziati di adesione in corso : Serbia - gennaio 2004, Montenegro - giugno 2012,


Turchia - ottobre 2005
➔ decisioni relative all’avvio dei negoziati di adesione : Albania - paese candidato da
giugno 2014, Repubblica di Macedonia del Nord - paese candidato da dicembre 2005
➔ potenziali candidati : Bosnia - Erzegovina domanda di adesione presentata nel febbraio
2016, Kosovo - accordo di stabilizzazione di associazione entrato in vigore nell’aprile
2016

EUROPEANA : è la biblioteca, in rete dal 2009, che mette a disposizione una serie vastissima
di testi e risorse audiovisive (es. British Library e Louvre).
LA CITTADINANZA

QUANTE CITTADINANZE ESISTONO ?

3 : ITALIANA, EUROPEA, DIGITALE

CHI È IL CITTADINO?
un significato profondo

Il significato letterale del sostantivo cittadino è "abitante della città".


La parola cittadino è strettamente connessa ai concetti di città e cittadinanza.
La città deve essere intesa non in senso letterale ma nel senso di civitas, dalla cui parola latina
deriva il termine italiano.
Civitas = insieme di persone che vive in un agglomerato urbano (urbs).
E' il vivere in comunità, il condividere spazi e regole (con-vivere)
CITTADINO = NON E’ COLUI CHE ABITA MA COLUI CHE PARTECIPA ALLA VITA DELLA CITTÀ
La civitas può essere rispettivamente:
➔ CITTA’ : insieme di persone che convive e che condivide vantaggi e responsabilità
della vita comune;

➔ CITTADINO : colui che partecipa alla vita della città, intesa come insieme di persone;

➔ CITTADINANZA : consapevolezza di far parte di una comunità, di condividere regole


rispetto alle quali si è tutti uguali

CHE COS’E’ LA CITTADINANZA?

Indica il rapporto di appartenenza di un individuo ad uno Stato e si traduce in un insieme di


diritti e di doveri.

Il cittadino partecipa attivamente alla vita politica e ne è consapevole perché dotato di requisiti
essenziali :

➔ IDENTITÀ : si acquisisce con la registrazione all’anagrafe con cui si ha capacità


giuridica con nome e cognome e si acquisiscono anche diritti come libertà
d’espressione, diritto alla vita, tutela dell’individuo e doveri verso l’educazione del
minore (questi diritti vengono riconosciuti ancor prima della nascita);

➔ LEGISLAZIONE : il cittadino è titolare di diritti e ha capacità di agire al compimento


della maggiore età ed è penalmente responsabile per lo Stato anche ai 14 anni di età
con eventuale riduzione della pena e l’inserimento presso istituti di reinserimento; la
pena è strettamente personale (i genitori intervengono solo per risarcimenti).

CITTADINI E NON:

➔ APOLIDI : individui privi di qualsiasi cittadinanza e lo sono tutti coloro che nascono da
un apolide, chi fugge o in seguito ad uno smembramento di uno Stato (ad es. ex
Jugoslavia)

➔ STRANIERI : cittadini di un altro Stato


➔ MIGRANTI REGOLARI : straniero che entra in uno Stato diverso dal suo ma nel pieno
rispetto delle norme di immigrazione

➔ MIGRANTI IRREGOLARI : clandestini

➔ RIFUGIATI POLITICI : individui privi di libertà democratiche che hanno diritto di asilo

APOLIDI:

● Se si è figli di apolidi o se si è impossibilitati a ereditare la cittadinanza dei genitori;


● Se si è parte di un gruppo sociale cui è negata la cittadinanza sulla base di una
discriminazione;
● Se si è profughi a seguito di guerre o occupazioni militari;
● Per motivi burocratici, se lo Stato di cui si era cittadini si è dissolto e ha dato vita a
nuove entità nazionali (è questo il caso dell’ex Urss o della ex Jugoslavia);
● Per incongruenze e lacune nelle leggi sulla cittadinanza dei diversi Stati.
LO STATO NON E’ LA STESSA COSA DI NAZIONE : lo Stato è un’organizzazione politica che
tutela l’individuo e, nel caso dei Curdi, ad esempio, manca ed è per questo che questo piccolo
popolo richiede l’autonomia per costruire una PROPRIA NAZIONE.

CRITERI DI ATTRIBUZIONE DELLA CITTADINANZA ITALIANA:

➔ IUS SOLIS : diritto di sangue che si ottiene per discendenza da cittadini

➔ IUS SANGUINIS : diritto del suolo che si ottiene perché si risiede o si nasce in quello
Stato

COME SI DIVENTA CITTADINI ITALIANI?

➔ PER NASCITA :
➔ chi nasce da padre o madre italiani, qualunque sia il luogo di nascita
➔ chi nasce in Italia da genitori che non possono trasmettergli alcuna cittadinanza
(ignoti, apolidi)

➔ PER LEGGE :
➔ minore di 18 anni adottato da cittadini italiani
➔ il figlio minore di 18 anni quando uno dei due genitori acquisisce la cittadinanza
italiana

➔ SU RICHIESTA :
➔ al coniuge straniero o apolide di cittadino italiano, quando dopo il matrimonio risieda
da almeno 2 anni nel territorio italiano o 3 se residente all'estero
➔ cittadino dell'UE che risieda da almeno 4 anni
➔ all'apolide che risieda in Italia da almeno 5 anni
➔ allo straniero extracomunitario che risieda in Italia da almeno 10 anni

CITTADINANZA EUROPEA (garantisce il diritto di circolazione, l’elettorato attivo e passivo, la


tutela diplomatica, il diritto di petizione)
Non sostituisce ma integra la cittadinanza italiana ed è riconosciuta dal trattato di Maastricht
NON vi è contraddizione tra l'essere cittadini di uno Stato sovrano ed essere cittadini europei.

QUALI DIRITTI AD ESSERE CITTADINO EUROPEO?

➔ DIRITTO DI CIRCOLAZIONE : DI SOGGIORNARE E LAVORARE LIBERAMENTE IN


TUTTO IL TERRITORIO DELL'UE

➔ ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO : alle elezioni del Parlamento Europeo

➔ TUTELA DIPLOMATICA : garantito da ogni Stato membro al cittadino dell'UE che si


trovi in un Paese nel quale lo Stato di cui ha la cittadinanza non sia rappresentata da
un'ambasciata o consolato

➔ DIRITTO DI PETIZIONE rivolgere al Parlamento Europeo richieste nelle materie di


competenza dell'UE; il Trattato di Lisbona ha introdotto il diritto di iniziativa, ossia il
diritto di presentare una petizione firmata da almeno 1 milione di abitanti appartenenti
ad almeno 1/4 degli Stati membri

CITTADINANZA DIGITALE: La “cittadinanza digitale” è quell’insieme di diritti/doveri che, grazie


al supporto di una serie di strumenti (l’identità, il domicilio, le firme digitali) e servizi, mira a
semplificare il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione tramite le tecnologie
digitali.

IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
E’ necessario distinguere tra UGUAGLIANZA ovvero l’opposizione ad ingiustizie e a disparità
economico-sociali e l’UGUAGLIANZA ASSOLUTA ovvero tipica dei regimi totalitari, che
reprimono le libertà individuali però è l’UGUAGLIANZA FORMALE di fronte alla legge
(isonomia).
Esistono però disuguaglianze profonde in termini di distribuzione di ricchezza che generano
privilegi per pochi e emarginazione e discriminazione per molti.
Nel 1948 venne emanato un principio per l’uguaglianza formale e sostanziale: tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge senza distinzioni di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
Allo stesso modo venne emanata la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO:

● ART 1 : tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti;

● ART 2 : ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella
Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di
lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale,
di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Nel 2000 venne emanata la DIRETTIVA 2000/43/CE in merito alla discriminazione DIRETTA ed
INDIRETTA :

● sussiste discriminazione diretta quando, a causa della sua razza od origine etnica, una
persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe stata trattata
in una situazione analoga;

● sussiste discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio o una prassi


apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata razza od origine
etnica in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone.

L’uguaglianza comprende anche differenze giuste da garantire che si oppone alle


discriminazioni che sono sempre differenze ingiuste da eliminare.

ALAN TURING : matematico brillante, anticonformista solitario, dotato di un graffiante senso


dell'umorismo, Alan Turing è uno dei principali artefici della vittoria degli Alleati sulla
Germania nazista. Sviluppando le idee di Turing - che utilizzano una tecnologia relativamente
nuova, l'elettronica - nel 1943 i crittografi inglesi riuniti nella "Stazione X" di Bletchley Park,
riescono a svelare i piani segreti della Germania.
Il successo di Turing nel decifrare i codici tedeschi creati dalla macchina "Enigma" gioca un
ruolo fondamentale per le sorti della guerra e getta le basi dell'informatica moderna.
Arrestato e condannato per omosessualità, nel 1952 sfugge al carcere soltanto accettando di
essere sottoposto a un pesante castrazione chimica e privazione della libertà - e morirà
suicida nel 1954.

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