Nel 1945 si concluse la Seconda Guerra Mondiale: cresce il desiderio di ricostruire un comune
senso di pace perché la fine del conflitto segnò l’inizio di una cooperazione tra stati senza
precedenti che ha condotto all’edificazione dell’UNIONE EUROPEA, una grande istituzione
governativa basata su un sistema di adesione volontario.
La cooperazione politica ed economica ha accelerato lo sviluppo di tutti i Paesi che vi hanno
aderito.
La CECA ovvero la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio è stata la prima forma di
collaborazione tra Stati Europei; creata nel 1951, la comunità mirava allo sviluppo politico ed
economico dei suoi paesi fondatori (Francia, Germania Occidentale, Belgio, Lussemburgo,
Paesi Bassi e Italia).
Era nata per mettere in comune l’acciaio e il carbone attraverso scambi pacifici; si voleva
evitare che la ricerca di queste risorse scatenasse altre guerre.
Nel 1958 questi paesi hanno dato vita alla CEE ovvero la Comunità Economica Europea e
hanno abolito i dazi doganali: i Paesi hanno potuto risparmiare ed investire nella crescita e
nello sviluppo.
Tra il 1958 ed il 1986 l’Europa dei 6 diventa l’Europa dei 12 allargandosi a Gran Bretagna,
Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna e Portogallo (bandiera della UE con 12 stelle).
Nel 1986 la Commissione Europea ha proposto di realizzare un unico grande mercato interno
nel quale potessero circolare liberamente le merci, il capitale, le persone ed il lavoro.
Da quel momento i Paesi hanno fatto il possibile per coordinare le loro politiche economiche e
sociali nei settori agricolo, industriale, energetico, ambientale, dei trasporti e molti altri.
Nel 1993 è stato aperto il Grande Mercato che si è rivelato fondamentale per lo sviluppo della
CEE ma ogni paese possedeva ancora la sua moneta.
Nello stesso anno la CEE cambia nome e diventa una Unione Europea (UE).
Oggi conta 28 paesi e con il Trattato di Maastricht gli Stati si sono impegnati a raggiungere
l’unione economica e monetaria adottato una moneta unica.
Dal 2002 alcuni Paesi UE hanno dato vita all’Euro e oggi l’UE è diventata una potenza
economica mondiale.
Il Trattato di Maastricht.
Il 7 febbraio 1992, nella cittadina olandese di Maastricht, venne firmato un documento
fondamentale per la costruzione dell'Europa che oggi noi tutti conosciamo: il Trattato
sull'Unione Europea.
In esso si stabilì di dare il via all'unione monetaria che avrebbe avuto il suo completamento
con l'introduzione dell'euro quale moneta unica comunitaria; all'unione politica, mediante
iniziative comuni in determinati settori come l'immigrazione, e all'unione sociale,
promuovendo condizioni di parità tra i cittadini europei.
Fu quindi abbandonata la precedente denominazione di Comunità economica europea (CEE) a
favore di quella, più idonea ai nuovi obiettivi, di Unione Europea (UE) o di Comunità Europea
(CE).
Il Trattato di Amsterdam.
La tutela dei diritti dei cittadini europei è stata al centro del Trattato di Amsterdam del 1997,
che ha previsto norme destinate alla protezione dei consumatori; ha riconosciuto a ogni
cittadino il diritto di rivolgersi direttamente alla Corte di giustizia qualora venga violata una
sua libertà, ha stabilito il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri per rendere più
sicura la circolazione delle persone.
L'allargamento dell'UE.
Nel 2007 si è realizzato l'ingresso nella Comunità di altri due Paesi, Bulgaria e Romania, e, nel
2013, quello della Croazia, portando a 28 il numero degli Stati aderenti.
L'allargamento europeo assume una particolare rilevanza per il rafforzamento della
democrazia e per il contributo che può apportare alla
stabilità internazionale e alla pace.
Tuttavia nel giugno 2016 il Regno Unito ha scelto, tramite referendum popolare, di uscire
dall'Unione Europea (Brexit).
La data dell'uscita è il 31 gennaio 2020.
Nel 2007 è stato firmato il Trattato di Lisbona che ha aggiornato i contenuti dei trattati
precedenti predisponendo un'ampia modernizzazione delle istituzioni comunitarie, il
rafforzamento della politica sociale ed il riconoscimento del carattere vincolante dei diritti
umani.
STRATEGIE DI AMPLIAMENTO
Il rinnovato consenso sull’allargamento raggiunto durante il Consiglio europeo del dicembre
2006 continua a guidare la politica di allargamento dell’UE.
I leader dell’Unione Europea hanno convenuto di perseguire una strategia fondata su:
➔ maggiore prosperità per tutti gli Stati membri : scambi commerciali tre volte superiori
tra i nuovi e i vecchi Stati membri, cinque volte superiori tra i nuovi Stati membri;
➔ maggiore stabilità in Europa;
➔ maggiore peso dell’UE sulla scena mondiale.
SITUAZIONE AD OGGI :
EUROPEANA : è la biblioteca, in rete dal 2009, che mette a disposizione una serie vastissima
di testi e risorse audiovisive (es. British Library e Louvre).
LA CITTADINANZA
CHI È IL CITTADINO?
un significato profondo
➔ CITTADINO : colui che partecipa alla vita della città, intesa come insieme di persone;
Il cittadino partecipa attivamente alla vita politica e ne è consapevole perché dotato di requisiti
essenziali :
CITTADINI E NON:
➔ APOLIDI : individui privi di qualsiasi cittadinanza e lo sono tutti coloro che nascono da
un apolide, chi fugge o in seguito ad uno smembramento di uno Stato (ad es. ex
Jugoslavia)
➔ RIFUGIATI POLITICI : individui privi di libertà democratiche che hanno diritto di asilo
APOLIDI:
➔ IUS SANGUINIS : diritto del suolo che si ottiene perché si risiede o si nasce in quello
Stato
➔ PER NASCITA :
➔ chi nasce da padre o madre italiani, qualunque sia il luogo di nascita
➔ chi nasce in Italia da genitori che non possono trasmettergli alcuna cittadinanza
(ignoti, apolidi)
➔ PER LEGGE :
➔ minore di 18 anni adottato da cittadini italiani
➔ il figlio minore di 18 anni quando uno dei due genitori acquisisce la cittadinanza
italiana
➔ SU RICHIESTA :
➔ al coniuge straniero o apolide di cittadino italiano, quando dopo il matrimonio risieda
da almeno 2 anni nel territorio italiano o 3 se residente all'estero
➔ cittadino dell'UE che risieda da almeno 4 anni
➔ all'apolide che risieda in Italia da almeno 5 anni
➔ allo straniero extracomunitario che risieda in Italia da almeno 10 anni
IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA
E’ necessario distinguere tra UGUAGLIANZA ovvero l’opposizione ad ingiustizie e a disparità
economico-sociali e l’UGUAGLIANZA ASSOLUTA ovvero tipica dei regimi totalitari, che
reprimono le libertà individuali però è l’UGUAGLIANZA FORMALE di fronte alla legge
(isonomia).
Esistono però disuguaglianze profonde in termini di distribuzione di ricchezza che generano
privilegi per pochi e emarginazione e discriminazione per molti.
Nel 1948 venne emanato un principio per l’uguaglianza formale e sostanziale: tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge senza distinzioni di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
Allo stesso modo venne emanata la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO:
● ART 1 : tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti;
● ART 2 : ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella
Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di
lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale,
di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Nel 2000 venne emanata la DIRETTIVA 2000/43/CE in merito alla discriminazione DIRETTA ed
INDIRETTA :
● sussiste discriminazione diretta quando, a causa della sua razza od origine etnica, una
persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe stata trattata
in una situazione analoga;