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Emanuele Casale

Breve analisi di Aquatisme di Bernard Parmegiani

Il titolo del presente lavoro sembra indicare l’evidente sonorità colorita e


complessa dei vari gesti conduttori in esso contenuti. Essi sembrano infatti alludere,
in un certo qual modo a suoni di tipo vagamente “acquatico”.
Il brano consta di diverse stratificazioni alquanto omogenee dal punto di vista
timbrico. Le tipologie di materiali sonori in esso contenuti tendono ad articolarsi
secondo la seguente dicotomia:

Materiali del Substrato (fasce sonore)  staticità

Materiali in rilievo  gestualità

Si indicheranno qui di seguito le caratteristiche essenziali dei materiali sonori che


sono state individuati come maggiormente rilevanti

A(s) = nodale 1 lievi scansioni percussive iterate ma non periodiche

A2 (s) = nodale 2 simile ad A(s), ma con fattore percussivo lievemente più


enfatizzato a tendente altezze più gravi

B = tonica, funge, in un certo qual modo, da “basso” grave e prolungato, il cui nucleo
principale è il sol# che spesso tocca anche la quarta sopra
do#

C = inarmonico, il suo timbro è abbastanza chiaro e tende al rumore bianco

D = inarmonico sibilo (ovviamente acuto) stridente

F = nodale acuto e tendenzialmente granulare

Per ciò che concerne i materiali di maggior rilievo e tendenzialmente


gestuali la selezione è stata la seguente

A (g) Inarmonico tendenzialmente granulare ma non in maniera periodica


B(g) = nodale, una sorta di “Jeté” acquatico con attacco e iterazioni tendenzialmente
percussivi

B2 (g) = delicate iterazioni “acquatiche”

A2 (g) = più presente di A(g), più marcatamente granulare e periodico ma esso poco
a poco tende a trasformarsi in velocissimi gruppetti
articolati, come vedremo tra poco, in diverse altezze.
Probabilmente il presente suono, caratterizzato da coloriture così
repentine e vivaci, sia per certi versi il “modello gestuale” conduttore di tutto il
brano.

C(g) = nodale, iterativo periodico (le scansioni iterative sono di natura percussiva);
questo suono sembrerebbe avere la stessa “genesi” dei nodali presenti nei materiali
del substrato.

D(g) = tonico semplice, anch’esso lievemente granulare e in strettissima relazione


con il “modello gestuale” A2(g).

E(g) = altra iterazione percussiva, nodale e periodica non così veloce da tendere alla
granulazione e con attacco in evidente rilievo

F(g) = tonico ricco, è costituito da fasce con attacco percussivo

F2(g) = Attacco percussivo e suono tonico prolungato (insiste sulla medesima nota,
intorno a un mib), è meno intenso di F ma ha un attacco più pronunciato.

H(g) = Suono percussivo e nodale che glissa in giù con lievi residui granulari

MACROSTRUTTURA
La morfologia di tutto il brano sembra articolarsi in un lungo unico respiro. Non vi
sono variazioni improvvise e sostanziali tali da portare a sezioni radicalmente
distinte. Il suo decorso strutturale è, per così dire, “mono-tematico” (si notino le
virgolette). Ma qui per “tema” o, meglio “tematicità”, s’intende più che altro un
modello di articolazione timbrica (non tanto melodica) ravvisabile, come è stato
prima accennato, nel materiale sonoro A2(g) (che fa la sua prima comparsa a 30
secondi circa dall’inizio del brano), esso è in realtà una sorta di cellula gestuale che si
ripete con modalità sempre differenti e con variegate coloriture timbriche e idee
gestuali.
Si riporta qui di seguito un semplice schema inerente la macro struttura del brano
ponendo l’enfasi sui percorsi di tensione-distensione dinamica:
Fase 1
0---------------------------- 4’00’’ ----------------------------6’00’’
distensione intensificazione dinamica
generale

6’10’’----------------------- 7’10’’ ------------------------------


Distensione dei materiali del intensificazione dinamica
Substrato ed micro-esplosioni dei dei materiali del substrato
Gesti conduttori A2(g)

7’30’’-------------------- 7’50’’------------fine
“esplosione” finale residui (coda)
dei gesti conduttori

Considerazioni generali sui “ruoli” dei materiali sonori e sulla forma

Durante i primi 30 sec. Ha luogo una sorta di introduzione. Qui i materiali presenti
sono A(g), B(g) e le leggere iterazioni “acquatiche”, di cui si è già parlato, di B2(g).
Probabilmente queste ultime potrebbero rientrare nella categoria dei materiali del
substrato, ma credo che essi, in un certo senso, accompagnino il materiale B(g),
seguendolo o precedendolo. Il suono nodale A2(s) predomina in questa introduzione
come substrato.

A 30 secondi circa fa la sua comparsa il più volte citato “gesto conduttore A2(g),
dapprima esso è un semplice suono granulare che si articola su diverse frequenze. A
partire da 50’’ iniziano i micro-gesti melodici sempre differenti che vanno
proliferando. Il materiale A2(g) cessa temporaneamente di suonare (sospensione) da
3’10’’ a 4’00’’. Quando ricomincia esso appare leggermente rafforzato dal punto di
vista dinamico e lievemente più percussivo. D’ora in poi il succitato materiale porrà
fine alla sua esistenza con un’esplosione finale a 7’30’’ circa. Occorre oltremodo
aggiungere che il materiale D(g) ( che entra a 2’20’’) ha strettissima relazione con
A2(g) poiché interagisce con quest'ultimo come sua “conseguenza” o “anticipazione”
sino a 3’00’’ circa.

Durante l’anzidetto percorso gestuale del materiale conduttore, il substrato si evolve


con le seguenti modalità: a partire da 40’’, sino a 3’50’’, subentra un lunghissimo
bordone basso sul sol# che spesso scandisce l’intervallo melodico di quarta giusta
sol#- do#. Il materiale C(s) (da 3’30’’ a 6’00’’ ca.) tende a mettersi gradualmente in
rilievo (qui il confine tra “substrato” e “rilievo” tenderebbe dunque a rompersi), in
ciò sembra sposarsi perfettamente con lo stridente D(s) (3’50’’ – 5’30’’).
Tutto ciò cederà il posto (6’20’’ – fine) al materiale F(s) con la sua granulosità
“percussiva” e “metallica” (mi si perdoni quest’ultimo termine di comodo).

Tra restanti materiali in rilievo è da segnalare H(g) da cui sembra derivare un evento
sonoro ottenuto – apparentemente – introdotto a 4’10’’ e 6’10’’. Esso sembra avere il
ruolo di introdurre il materiale F2(g) di cui si è già parlato.

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