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Questa traduzione del riassunto della produzione di Ariane Weinberger (Lavori con il

livello di sonno nelle scuole del risveglio), è stata fatta per circolare tra chi vuole
partecipare alla sua presentazione virtuale del 24 aprile 2021, ore 16.30 CET, affinché la
leggano con attenzione prima di partecipare all’incontro. E’ una condizione
indispensabile definita dall’autrice stessa. Grazie.

RIASSUNTO

INTRODUZIONE

Questo studio - delimitato geograficamente alla regione indo-tibetana - è stato realizzato da un


lato nell'interesse globale di scoprire le scuole mistiche nelle quali il livello di sonno faceva
parte integrante dei lavori di ascesi, et dall'altro, nell'interesse più personale di confrontare le
esperienze e le conclusioni di questi ricercatori spirituali con le nostre proprie osservazioni in
questo campo; osservazioni che abbiamo formulato sotto forma di "7 ipotesi" che sono le
seguenti :

1. Nel contesto dell’ascesi, i sogni sono "indicatori" della nostra crescita spirituale : i sogni
psicologici diminuiscono e i sogni "significativi” aumentano;
2. È possibile e anche interessante rendere intenzionale il sonno naturale, introducendo
direzione, reversibilità, lucidità;
3. Quando il Proposito é al centro, invade tutti i livelli di coscienza, compreso il sonno ; i sogni
diventano allora "esperienze spirituali";
4. Quando l'ascesi si prolunga nel sonno, i sogni assomigliano a "pratiche di ascesi
allegorizzate" : il "treno di immagini oniriche" conduce allora al Profondo;
5. In questo caso, la scomparsa delle immagini/registri non corrisponde più allo svenimento
della coscienza, ma ad una "rottura di livello" (sospensione/ soppressione dell'io); il sonno
vegetativo, di vitalità diffusa, si converte in un'esperienza di Risveglio;
6. Molti sogni significativi sono traduzioni posteriori delle reminiscenze del contatto con il
Profondo otteute nel sonno;
7. I sogni significativi meritano di essere studiati e interpretati affinché i loro significati e
insegnamenti siano pienamente intégrati.

A continuazione, commentiamo la nostra scelta metodica e la documentazione utilizzata.

PARTE PRIMA

Nei tremila anni di spiritualità indiana e himalayana, abbiamo identificato tre periodi chiave
durante i quali i mistici hanno messo un'intenzione speciale per studiare e padroneggiare il
livello di coscienza del sonno.
Il primo periodo è durante l'epoca dell'India classica, e principalmente tra il 700 e il 500 a.n.e.,
in particolare con l'induismo, il giainismo e il buddismo antico.

Contesto. Come conseguenza di una profonda crisi della religione tradizionale (il vedismo-
brahmanesimo), la religiosità prende una nuova piega: numerosi ricercatori spirituali
abbandonarono la vita "mondana" e i rituali esterni per dedicare la loro vita alla meditazione,
ritirandosi nei "boschi" come eremiti, asceti erranti o yogi. Dai loro lavori di auto-esplorazione e
di auto-trasformazione della coscienza emergeranno le tecniche dello yoga, così come un nuovo
misticismo che sarà sviluppato nelle Upanishad.

La potente ricerca - Risveglio e Immortalità - dei saggi delle Upanishad, li incita, tra le altre
cose, a studiare il funzionamento psico-fisico del sonno così come la sua dimensione spirituale.
Cercano intenzionalmente des procedimenti per prolungare la loro ascesi anche in questo livello
di coscienza, specialmente attraverso il controllo del respiro e la preghiera mentale. La
Brihadaranyaka Upanishad - "Il Gran Libro del Bosco" - ci dà una descrizione dettagliata di
un'esperienza di risveglio mistico nel sonno. Se i sogni allegorici non sono sviluppati nelle
Upanishad, altri testi contemporanei o successivi che si riferiscono a questo periodo ne citano
diversi. Meglio ancora, ci dicono che gli specialisti li interpretavano con l'aiuto di "chiavi dei
sogni".
Anche il giainismo e il buddismo sono nati in questo periodo. I loro fondatori, il Mahavira e il
Buddha, anch'essi asceti erranti, svilupparono il proprio cammino verso l'illuminazione, che sarà
costellato da "grandi sogni". Presenteremo e commenteremo alcuni di essi, in particolare i
cinque grandi sogni del Buddha.

Per finire, faremo un salto temporale per citare un estratto di un testo del II° secolo a.n.e. - un
dialogo tra il monaco Nagasena e il re greco Milanda (Meandro), in cui si sviluppa la postura
buddista dell'epoca riguardo al sonno e ai sogni, in particolare la differenza tra un sogno
ordinario e un sogno significativo, tra il sonno naturale e quello intenzionale o lucido.

PARTE SECONDA

Il secondo periodo si situa nel periodo medievale, e più particolarmente tra l'800 e il 1100
d.n.e., con l'apogeo delle correnti tantriche indù e buddiste, nell'India del Nord e poi nel Tibet.

Contesto. Il tantrismo è una metafisica e una mistica basata sul non-dualismo (unificazione
degli opposti), e un insegnamento iniziatico segreto, trasmesso oralmente da maestro a
discepolo. Se il tantrismo è fondamentalmente una via energetica, integrerà anche la
dimensione mentale del buddismo e svilupperà alcuni aspetti iconografici e morfologici, senza
dimenticare la componente devozionale. La grande novità del tantrismo è l'importanza data
all'"esperienza integrale della vita" come parte integrante dell'ascesi (sadhana); invece di
disprezzare la meccanica psicofisica, si tratta di conoscere e dominare alla perfezione il suo
funzionamento, per poi trascenderlo. La via tantrica è una disciplina complessa e impegnativa:
gli yogi praticano un'ascesi continua, giorno e notte. In questo contesto, il sonno sarà convertito
in una via di ascesi, in una "ascesi della notte".

Nei testi dello Shivaismo Kashmiri - una corrente tantrica indù - sono menzionati vari
procedimenti per provocare sogni significativi, tuttavia, la lucidità sembra prevalere sul contenuto
onirico. I kashmiri si educano alle tecniche attenzionali e alla coscienza di sé. In questo senso,
una tecnica "originale" consiste nel focalizzare l'attenzione sul -"tra due"- spazio/istante vuoto tra
due respiri, due posture, due pensieri,... - e, nel contesto dell'ascesi della notte, nella breccia tra
il dormiveglia e il sonno, per accedere a Turya (ruttura di livello). Ovviamente, l'esperienza
occasionale non sarà sufficiente, è la fissazione dello stato di risveglio che conta : passare
dall'illuminazione parziale all'illuminazione totale e definitiva. In questo senso, gli yogi
lavoravano con una "griglia" per valutare il loro progresso del risveglio, compresa la qualità della
loro esperienza onirica. Questo quadro considera gli "stati negli stati", per esempio, la veglia nel
sogno; e, anche se questo schema può sembrarci impreciso o incompleto, mostra un salto nella
conoscenza della coscienza.

Per quanto riguarda il tantrismo buddista, il Vajrayana o buddismo tibetano, i testi ci offrono
informazioni più avanzate sul lavoro con il sonno, che diventerà, con il mistico indiano Naropa,
uno yoga a tutti gli effetti. Questo insegnamento raggiunse il Tibet dove si radicò e si sviluppò,
integrando elementi della religione locale, il Bön.
Lo yoga del sogno e della Chiara Luce di Naropa hanno come obiettivo la creazione del
doppio trascendente. Si tratta di un lungo processo la cui difficoltà richiede un'applicazione 24
ore su 24. Come per gli Shiva del Kashmir, si suppone che si viva nel Proposito, giorno e notte.
Questo yoga consiste in procedimenti complessi, organizzati in Passi successivi. I lavori
preliminari (pratiche del mandala esterno) e i lavori di perfezionamento (pratiche del mandala
interno) - di cui certi Passi ricordano quelli delle nostre discipline -, tracciano un cammino di
trasformazione profonda. Se lo yogi sa riconoscere in sogno che stà sognando (maya, illusione),
e se inoltre ha acquisito l'abilità di trasformare le sue immagini oniriche a suo piacimento
(reversibilità) e di dare loro una direzione chiara (proposito), potrà sfuggire alla loro presa e
saprà trascenderle per continuare senza "supporto" (senza immagini, senza forme). Il suo sonno
sarà allora convertito in un cammino di liberazione e di illuminazione. La lucidità che lo yogi avrà
sviluppato nel suo sonno gli sarà utile anche al momento della sua morte; poiché il "bardo post-
mortem" è assimilato allo stato di sogno. Così, invece di perdersi nel proprio labirinto, lo yogi
potrà, in questa situazione, evitare le trappole delle "proiezioni della sua mente" per dirigersi
verso la Luce. Ma ci sono diversi tipi di "luci" o "vuoti" che bisogna imparare a distinguere prima
di arrivare alla Luce finale; una luce a cui si avvicinano coloro che muoiono e che spesso non
possono sopportare la sua chiarezza, e quindi non possono integrarla. Siccome è molto più
difficile realizzare questa luce dopo la morte, lo yogi ha tutto l'interesse a prepararsi ad essa
mentre è ancora in vita, in particolare scartando il treno di immagini dei sogni allegorici per
lavorare solo con il vuoto. Se ci riesce, è sicuro di entrare nel Nirvana Finale e, godrà sulla
terra, di una nuova qualità di vita, quella del "liberato vivente", che gli permetterà di aiutare tutti
gli esseri a liberarsi.
Si presenterà poi, l'universo onirico del famoso mistico tibetano Milarepa e del suo lignaggio, il
cui processo è marcato da sogni significativi: sogni premonitori, sogni condivisi, sogni di
orientamento, sogni ispirati,... Nelle sue biografie, l'aspetto intenzionale del suo lavoro con il
sonno non è sviluppato, ma i molteplici sogni descritti, interpretati e presi in considerazione nel
modo di avanzare sul cammino del risveglio, ci informano sulla loro padronanza.

PARTE TERZA

Il terzo periodo corrisponde all'India moderna del XX secolo, dove alcune scuole "sincretiche"
hanno fatto rivivere pratiche ancestrali di diverse tradizioni adattandole ai bisogni dell'epoca
attuale.

Contesto. Nonostante un transfondo inalterabile, la spiritualità indiana è stata influenzata da


una grande varietà di influenze straniere, il che ha avuto anche ripercussioni sul paesaggio
onirico già esistente in modo mescolato (hindu-buddista-tantrico-shamanico). Con il tempo,
questo sincretismo si é accentuato con l'integrazione di elementi presi, tra l'altro, dalla psicologia
occidentale, in particolare da C.G. Jung, che a sua volta si era ispirato da concetti indiani
precedenti.

Lo Yoga-Nidra, o lo yoga del sonno lucido, è stato "creato" da Swami Satyananda


Saraswati che si è ispirato da diverse tradizioni. Più precisamente, ha rivisitato nozioni e
tecniche ancestrali per adattarle e renderle accessibili al grande pubblico. Dopo di lui, altre
scuole hanno apportato le loro varianti e sviluppi. Lo svolgimento delle sessioni preparatorie
varia a seconda delle scuole e delle influenze ricevute. Questa preparazione, con l'aiuto di
meditazioni guidate (con un istruttore o una cassetta audio), mira ad allenare il praticante al
rilassamento profondo, al controllo della respirazione, ad attraversare e superare gli stati di
trance che fanno parte del cammino, a familiarizzarsi con l'universo allegorico-simbolico dei
sogni, ad educare la coscienza di sé sopratutto al momento di addormentarsi. Perché se non si
riesce a rimanere coscienti durante i "piccoli passaggi", come si potrà essere coscienti al
momento del Gran Passaggio? Quando il praticante è autonomo, adatterà gli elementi
incorporati per costruire il proprio procedimento. Come sempre, lo scopo finale è quello di
raggiungere il samadhi che permette il Risveglio finale.

Sri Aurobindo e la sua compagna spirituale, la Madre, sono figure chiave della "scuola della
notte". Come i loro predecessori, esortano alla coscienza di sé, al risveglio vero, ad una
trasformazione irrevocabile (la conquista del "Supramentale" e il suo stabilimento sulla terra, la
divinizzazione dell'essere umano e della sua vita). Ma, pur appartenendo alla lunga tradizione
della conquista della Realtà irrappresentabile, non trascureranno lo studio del sonno
paradossale che permette di esplorare ed integrare tutti i "piani dell'essere", purché si sappia
attraversarli lucidamente. I sogni sono "ponti" con il piano non rappresentabile e/o "trascrizioni
posteriori" di questo piano non rappresentabile. La vera ragione del sonno è di ritornare alla
Fonte, di bere da essa, di rigenerarsi e di ritornare cresciuti e trasformati. Ma anche per agirci !
Infatti, se i piani trascendenti agiscono su di noi, noi a nostra volta agiamo in/su questi piani
superiori. Nell'abbondante corrispondenza intrattenuta con i rispettivi discepoli, Aurobindo e la
Madre forniranno molte spiegazioni chiarificatrici alle demande che gli sono fatte, delle
considerazioni teoriche sul significato e il funzionamento del sonno e dei sogni, daranno una
quantità di precisazioni, consigli, esempi, testimonianze che coprono tutti gli aspetti del
fenomeno onirico, per esempio, come distinguerli dai sogni "ordinari", come indurli, come
ricordarli, come interpretarli,... Se nelle scuole precedenti abbiamo trovato diversi punti in
comune con le nostre esperienze, qui troviamo confermate tutte le nostre " ipotesi ".

CONCLUSIONE - SINTESI

In conclusione, lo studio delle varie fonti che abbiamo incontrato ci ha permesso di confermare
tutte le nostre "ipotesi", anche se in modo disuguale a secondo delle scuole. Ma invece di
riprenderle una per una per "provare" la loro validità, preferiamo evidenziare e commentare gli
aspetti che ci sembrano più significativi e ispiratori per la nostra Ascesi.

Irriverenza mentale. I mistici che hanno lavorato con il sonno come via di ascesi o sviluppano il
loro lavoro ai margini della religione ufficiale, o rifiutano di sottomettersi alle regole degli ordini
monastici esistenti, oppure si ispirano degli elementi dottrinali e da tecniche provenienti da
diverse correnti (non solo la loro) per tracciare il proprio cammino. Sono tutti spiriti
particolarmente indipendenti, liberi e audaci. E a giusta ragione: pretendere di produrre il
risveglio nel sonno, non è forse irriverenza mentale?

La doppia postura. La "doppia natura" della coscienza - condizionata e allo stesso tempo
intenzionale - si tradurrà in una "doppia postura" mentale nei confronti del fenomeno onirico.
Questa doppia postura non è contraddittoria, è "paradossale". Ora, il "pensare paradossale" a
questo punto non sarebbe l'indicatore di una forma mentale diversa, superiore, al di là dei
dualismi, delle opposizioni e delle contraddizioni?

L'Ascesi continua. Il Proposito del Risveglio assoluto implica un livello di coscienza di sé


consolidato, uno stato di coscienza ispirata permanente, un centro di gravità interno che
sostituisce la vecchia identità. Raggiungere questo cambiamento profondo e irrevocabile
richiede un'ascesi integrale e continua, giorno e notte. Non è sorprendente che il sonno diventi
una "ascesi di nottte". Ora, produrre il risveglio dal sonno profondo, equivale a trionfare, ancora
una volta, su una legge naturale, a liberarsi di un condizionamento in più, a superare un limite in
più, ad amplificare il campo della libertà. E, andando contro natura, il praticante supererà la sua
natura umana e realizzerà la sua vera natura: "pienamente umana" o, se si preferisce, "divina" !

Addomesticare la morte. Nel sonno quando perdiamo ogni nozione di noi stessi, entriamo
nella morte o nel Profondo ? Il sonno serve a prepararci alla morte o alla trascendenza ? Se si
stabiliranno delle equivalenze tra "sonno-meditazione-risveglio", lo si farà anche per la terna
"sonno-morte-trascendenza"; il punto di congiunzione essendo la coscienza di sé ! Senza
coscienza di sé non c'è centro di gravità interno, e senza questo centro di gravità, non c'è
trascendenza. E... quando i sogni ci condurranno, sempre più spesso, nella più bella delle Luci,
o quando i sogni saranno le traduzioni a posteriori delle nostre incursioni, sempre più frequenti,
nella Città Nascosta che è diventata la nostra "casa", sapremo di essere immortali. Allora ogni
notte sarà un ritorno alla Fonte e ogni nuovo giorno una "proiezione" dei suoi significati profondi
nel mondo.

ALLEGATO

Nel allegato presentiamo alcune analogie tra alcuni punti commentati nella letteratura tibetana e
la nostra esperienza personale. Queste similitudini ci hanno reso più credibile la dimensione
"straordinaria" del buddismo tibetano, ci hanno permesso di cogliere meglio il confine tra la
coscienza magica e quella ispirata, tra fantasia e fantastico, tra l'occultismo e il misterioso, o di
accettare con più serenità l'"inspiegabile"... Infine, il fatto di aver sperimentato le pratiche
tibetane, più di mille anni dopo, senza nemmeno conoscerne l'esistenza, dimostra che sono
ancora vive e operanti.

ALLEGATO 2
Nell'allegato 2 presentiamo la sintesi dei diversi gruppi di studio che avevamo formato - con un
totale di 25 Maestri - tra il 2011 e il 2017. Eravamo interessati a indagare la relazione tra sogni
significativi e Ascesi.

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