Indice
1 Classificazione ed eziologia
2 Linee guida ESC 2012
2.1 Alterazioni pressorie capillari
3 Quadro clinico
3.1 Pressione Arteriosa
3.2 Ischemia miocardica
3.3 Insufficienza renale
4 Profilo diagnostico
5 Terapia
5.1 Trattamenti specifici
6 Prognosi
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Classificazione ed eziologia
L'edema polmonare può essere conseguente ad uno squilibrio delle forze di Starling
che trattengono i liquidi plasmatici all'interno del letto capillare o ad
un'alterazione delle membrane alveolocapillari.[4] In base ad un criterio di tipo
eziologico l'edema polmonare viene diviso in:
Aumento della pressione capillare polmonare; essa può aumentare perché aumenta:
la pressione venosa polmonare in seguito ad un'insufficienza ventricolare sinistra
o ad una stenosi mitralica
la pressione arteriosa polmonare (edema polmonare da iperafflusso come avviene
negli shunt da difetto interatriale, difetto interventricolare, pervietà del dotto
di Botallo, canale atrioventricolare)
Diminuzione della pressione oncotica del plasma (iponchia)
Diminuzione della pressione interstiziale polmonare (rapida espansione di polmone
collassato a causa di pneumotorace)
Eccessiva diminuzione della pressione endopleurica (aumento del volume di fine
espirazione in corso di asma)
2) Alterazione della membrane alveolocapillari
Polmonite
Inalazione di sostanze irritanti o tossiche
Inalazione di vapori
Intossicazione sistemica (veleni, tossine batteriche)
Effetto di sostanze endogene come l'istamina (anafilassi, allergie)
Polmonite da radiazioni (radioterapia)
Pancreatite acuta emorragica
Malattie autoimmuni
Aspirazione del contenuto acido dello stomaco
Sindrome da shock (traumi non toracici)
Coagulazione intravascolare disseminata
3) Insufficiente drenaggio linfatico
Trapianto polmonare
Carcinomi
Silicosi, Berilliosi, Asbestosi
4) Altri meccanismi
Eclampsia
Reazione all'anestesia
Embolia polmonare
Assunzione di farmaci narcotici
Edema polmonare da altitudine
Edema polmonare neurogeno
Linee guida ESC 2012
La definizione di scompenso cardiaco acuto è estremamente variabile, ma le linee
guida 2012 della Società Europea di Cardiologia (ESC) specificano quanto segue:
"Con il termine scompenso cardiaco acuto si indica la rapida insorgenza o la
modificazione di sintomi e segni di scompenso cardiaco. Si tratta di una condizione
potenzialmente pericolosa per la sopravvivenza che richiede un intervento medico
immediato e in genere conduce a un ricovero ospedaliero in urgenza. Nella maggior
parte dei casi, deriva da un peggioramento in pazienti con diagnosi di
insufficienza cardiaca con frazione di eiezione sia ridotta che conservata...
L'acuzie può variare: alcuni pazienti descrivono un periodo di alcuni giorni o
anche settimane di peggioramento (con aumento della dispnea e dell'edema), mentre
altri riferiscono una condizione di scompenso che evolve in ore o minuti (per
esempio in concomitanza di un infarto miocardico acuto)... La diagnosi e il
trattamento sono in genere condotti in parallelo, specie nei pazienti
particolarmente compromessi, e gli interventi devono essere tempestivi...Il
trattamento pre- e post-dimissione deve seguire le raccomandazioni delle linee
guida, quando applicabili"[5]