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Lavorare per competenze : quali le sfide dell’insegnamento?

Significato delle competenze:

Competenza in ambito formativo una buona sintesi ci viene fornita dai pellery il quale
propone una definizione di competenza che consente di riconoscere tre elementi qualificanti questo
concetto in anzi tutto la capacità di far fronte ad un compito che la propria esperienza di vita pone
attraverso lo sviluppo di una strategie d’azione da parte del soggetto nel affrontare il compito stesso.
Il secondo luogo la integrazione e orchestrazione delle risorse che il soggetto a disposizione per
affrontare il compito stesso infine l’attenzione non solo alle risorse interne ma anche alle risorse
esterne che il contesto azione mette a disposizione pensare l’apprendimento in questa prospettiva
comporta e un cambiamento rilevante in rapporto ad episodi dell’apprendimento tradizionale
diffuse in ambito scolastico. Il cambiato può essere sintetizzato in tre elementi di valore aggiunti
innanzitutto il passare da una visione più statica dell’apprendimento che termini come conoscenze o
abilità ci richiamano a una visione più dinamica in cui l’attenzione si sposta sulla capacità del
soggetto di mobilitare le risorse cognitive.
In secondo luogo il passare da un approccio analitico parcellizzato dell’apprendimento che
viene scomposto nei suoi elementi appunto di conoscenza di abilitati atteggiamenti a una
prospettiva più integrata che olistica in cui è il compito del soggetto è quello di integrare e
mobilitare questi elementi nella loro interdipendenza infine il passaggio da un’idea più astratta più
decontestualizzata di apprendimento che ci viene regolata da appunto termini come conoscenze
abilità a una visione più situata più contestualizzata di apprendimento che la prospettiva delle
competenze e porta con sé nel riferimento appunto a compiti di realtà a situazioni reali da affrontare
attenzione verso la competenza tende a richiamare le differenze che caratterizzano il modo di
apprendere dentro la scuola rispetto alla modalità di apprendimento più informali più naturali
presenti nel mondo reale una buona sintesi di queste differenze ci viene proposto da una nutrice
statunitense laura resnick la quale e sintetizza e queste discontinuità in quattro punti innanzitutto
evidenza come la scuola tenda a privilegiare un apprendimento individuale mentre il
l’apprendimento in contesti reali è un apprendimento che si inserisce sempre all’interno della rete di
relazioni sociali, in secondo luogo evidenza come la scuola teta privilegiare una sorte di pensiero
puro pensiero ideale mentre nei contesti esterni risulta naturale appoggiare il proprio sapere agli
strumenti e ai materiali che il contesto di realtà in cui ci si trova mette a disposizione.

In terzo luogo viene evidenziato come la scuola coltivi un pensiero di tipo simbolico
essenzialmente astratto mentre nei fuori dalla scuola la mente è sempre alle prese con contesti di
realtà con oggetti situazioni concrete infine si evidenzia come a scuola vengano proposti
apprendimenti a valenza generale appunto non riferita contesti specifici laddove nei contesti reali
siamo sempre alle prese con apprendimenti tipo specifici situato legato appunto alle situazioni in
cui ci si trova ad operare questo tipo di discontinuità evidenziano una sfida per la didattica per
l’insegnamento legata al passaggio da una logica di separazione ha una logica di integrazione tra gli
apprendimenti scolastici e i contesti di realtà possiamo rappresentare questo passaggio attraverso
due metafore da un lato la metafora del muro che ci richiama appunto la separazione tra il
sapere scolastico sapere reale tra l’altro lato la metafora del ponte come immagine di
integrazione tra questi elementi si tratta di due metafore che riflettono due bisogni
dell’insediamento profondamente diverse che si manifestano attraverso un insieme di
comportamenti e di caratteristiche dell’insegnamento stesso per richiamare alcune l’insegnamento
muro dente ad essere centrato sul il libro di testo come strumento principe intorno al cui organizzare
il lavoro didattico laddove d’insegnamento porte ci riporta a un lavoro didattico sostenuto da una
pluralità di strumenti da mettere in gioco nel lavoro che apprendimento l’insegnamento muro e
organizzato intorno ai contenuti tende ad essere pensato come una sequenza di attività centrate sulla
scansione e lo sviluppo di un insieme di contenuti laddove l’insegnamento ponte ci riporta a
un’organizzazione del lavoro didattico centrato su problemi che è problemi per riferirci appunto a
situazioni di realtà che vengono problematizza half assunte come appunto re spunto per il lavoro di
apprendimento nell’insegnamento bullo studente tende ad essere visto come riproduttore della
conoscenza una conoscenza che è esterna allo studente stesso e che richiede di essere assimilata è
riprodotta appunto laddove l’insediamento e ponte ci riporta a una visione dello studente come
produttore della sua conoscenza come costruttore attivo del suo sapere infine l’insegnamento muro
tende a vedere l’insegnante come protagonista unico del momento valutativo là dove
l’insegnamento ponte tende a richiamare una pluralità di modalità valutative in cui accanto
l’insegnante possono essere pensate modalità di autovalutazione modalità di valutazione tra pari ed
altre modalità in questo passaggio dall’insediamento mura l’insegnamento ponte ci riporta può
essere declinato attraverso un insieme di sfide a cui l’insegnante è chiamato sfide ben sintetizzate
da autore francese terreno disse: proprio costruire competenza a partire dalla scuola.

Il primo luogo Considerare i saperi come risorse da mobilitare: Un’idea inerte auto referenziata
del sapere e pensarlo appunto come risorsa da mettere in gioco in rapporto ai compiti che devono
essere affrontati.

In secondo luogo lavorare per situazioni- problema quindi centrare il lavoro didattico su
situazioni di realtà che vengono appunto problematizzate diventano motore e orizzonte di senso per
i percorsi formativi.

Il terzo luogo condividere progetti formativi con i propri allievi: Prestare attenzione appunto ha
il senso del rispetto all’apprendimento che non deve essere posseduto e conosciuto solo
dall’insegnate ma ritiene di essere appunto condiviso con della classe.

Il quarto luogo adottare una pianificazione flessibile quindi pensare il progetto come una sorta di
canovaccio che venga poi adattato e definito in corso d’opera.

Il quinto luogo praticare una valutazione non solo come strumento di controllo
dell’apprendimento di rendicontazione dell’apprendimento ma come risorsa formativa un’idea di
valutazione non solo dell’apprendimento ma anche per l’apprendimento inoltre è andare oltre una
chiusura disciplinare puntare in una prospettiva di competenze a integrare i diversi saperi in
rapporto al contesto in realtà in cui sono utilizzati infine è convincere gli allievi a cambiare mestiere
è nuovo si tratta di qualche modo di un’affermazione provocatoria che vuole evidenziare come in
gioco non ci sia solo il mestiere dell’insegnante ma anche il mestiere dell’allievo oltre un stereotipo
di allievo dell’apprendimento in ambito scolastico che richieda di mettersi in gioco terreno
sintetizza le sfide che sono state richiamate con queste parole cioè si cambiano solo i programmi
che figurano i documenti senza scalfire l’approccio per competenze.

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