Sei sulla pagina 1di 100
ATTENTION! / ATENCAO! aoe lls e ae M une [el iteler WA t-f210) 197-1 ; nl emcees rt | | Mea ay i} ee ae ON NOnKen ot COO arene Francesco La Mantia «Sul lessico della linguistica di Culioli» EN 7B. 15. 259102 ° wm i 253 ISBN 978-88-15-25342-2 Edizione originale: Antoine Culioli, Pour une linguistique de I énon ciation. ‘Tome 1, 2, 3, Editions Ophrys, 1991, 2000. Seritti, sce Copyright © 2014 by Societaeditrice il Mulino, Bologna. Traduzione jtahana di Francesco La Mantia, Tutti dirt sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione pud essere fotocopiata, riprodotta, archi ‘ata, memorizzatao trasmessa in qualsiasi forma o mezzo ~ elettronico, mmeccanica, reprosrafico, digitale — se non nei termini previsti dalla Tegue che tutela il Diritto d'Aurore. Per altre informazioni si veda i sito www.mulino,it/edizioni/fotocopie INDICE Nota del traduttore Prefazione, di Tullio De Mauro Pare PRIMA: LINGUE E ATTIVITA DI LINGUAGGIO 1. Teoria del linguaggio e teoria delle lingue IL. La linguistica: dall’empirico al formale PARTE SECONDA: SINTASSI E METALINGUAGGT III. Ruolo delle rappresentazioni metalingui- stiche in sintassi PAaRre TERZA: NOZIONI E DOMINI NOZIONALT IV. Strutturazione di una nozione ¢ tipologia iessicale, A proposito della distinzione Denso, Disereto, Compatto V. Tl concetto di dominio nozionale VL. La frontiera Pakre Quanta: FORME SCHEMATICHE E DEFORMA- ZION VII, Stabilita ¢ deformabilita in linguistica VIII. Forme schematiche ¢ dominio 31 79 13 123 ii 153 163 Pagre QUINTA: SITUAZIONE DI ENUNCIAZIONE, NEGA ZIONE... E NOSTALGIA DELLE ORIGINI IX, La negazione: marcatori e operazioni X. _ Esiste un’uniti della negazione? XI. A proposito degli enunciati esclamativi in corso Panre sesta: SUL LESSICO DELLA LINGUISTICA DI Cuuiouy, di Francesco La Mantia Riferimenti bibliografict 181 2u Dl 243 393 NOTA DEL TRADUTTORE I saggi di Antoine Culioli raccolti in questo volume sono contenuti nei tre tomi di Pour une linguistique de l'énon- ciation (PLE) pubblicati presso l’editore parigino Ophrys. Nella scelta, sono stati privilegiati quei lavori ritenuti utili per un'introduzione graduale ai temi e alle question cruciali della linguistica culiolian ‘Ogni testo tradotto & stato sottoposto all'attenzione dell’ Autore che ha letto versioni differenti di questo lavoro e che si preoccupato di suggerire alcune scelte terminologiche al fine di migliorare la resa in lingua italiana dei testi. In particolare, sempre su suggerimento dell’ Autore, pet evitare malintesi interpretativi si @ scelto di riportare in originale buona parte degli esempi esaminati (accompagnandoli in nota con una semplice traduzione di servizio) e di tradurre direttamente nel testo solo quelli dallinterpretazione inequi- voca. Ogni testo @ stato munito di un apparato di note che rimandano alle voei di un lessico base alla fine del volume. Sophie Fisher ha seguito con generosita le varie fasi di claborazione del lavoro. Senza la fiducia che ha avuto la bonta di concedermi questo libro difficilmente avrebbe visto la luce, Antonino Pennisi ha offerto un aiuto fondamentale per la collocazione editoriale di questo saggio. Tullio De Mauro, Franco Lo Piparo ¢ Sebastiano Vecchio hanno migliorato, con osservazioni accorte ¢ puntuali, la stesura definitiva del volume. A tutti va il mio ringraziamento, ELM PREFAZIONE “Antoine Culioli nei suoi serittia volte fa ricorso a para- goni tratti dalla meccanica. E cosi non gli dispiacera troppo se, per cominciare, a chi legge diciamo che Culioli con la sua opera e il suo pensiero realizza un regime di coppia massima: massima profonditi e originalita del suo contributo alla linguistica teotica e pero, rispetto ad altri studiosi assai meno profondi c originali, pit: modesta limitata notorieta nel panorama 0, come forse bisogna dire pitt crudamente, nel mercara e snpermercato degli studi. E ancora: massima adesione e talvolta vera devozione di quanti ne hanno pa Zientemente penetrato il pensiero e massimo distacco tea chi, scorsa qualche sua pagina, se ne & poi tenuto lontano, ‘Qualcuno ha chiamato in causa la sua personalita schiva. Ma la spicgazione psicologica regge poco. Un tratto schivo pud solo facilitare i rapporti, almeno per persone dabbene. Cosi del resto fu per un gruppo di giovani linguisti e aspi- ranti linguisti italiani che, giungendo per vie diverse, si era raccolto a Salerno dove insegnavo nei primi anni Settanta: Piero Caracciolo, Daniele Gambarara, Giorgio Graffi, Franco Lo Piparo, Anna Ludovico, Lucio Melazzo, Carmela No- cera, Raffaele Simone. Sollecitato da qualcuno di loro che ne aveva seguito le lezioni a Parigi e spinto dallinteresse per alcuni lavori che avevo potuto leggere, chiesi a Culioli di venire a tenere alcuni seminari, Culioli accett® di buon grado e comincid a introdurci ai misteri ¢ piaceri della teori: dellenunciazione. Allora Antoine Culioli ci affascind anche per il suo tratto umano, che accompagnd e rafforzé in noi attenzione ¢ interesse per le sue teorie. E la sua collocazione scientifica e culturale, sono le sue inclinazioni di studioso che determinano adesioni ¢ incontti ‘mancati o rifiutati. Forse anche perch¢ inizialmente auratwo dalle lezioni di Emile Benveniste, Culioli ha orientato la sua 9 ricerca nell'esplorazione dello spazio che sta tra la langue, il sistema linguistico con le sue potenzialita di generazione di uuna quantita infinita di frasi e testi ¢ la parole, Vesprimersi individuale in citcostanze determinate. Ancora a met No- vecento era un’atea poco esplorata della realta linguistica. Saussute, nel cammino tormentato ¢ insoddisfatto delle sue riflessioni, vi aveva gettato uno sguardo, Da una parte egli scongeva ¢ individuava il piano della Zengue come sistema dei segni di una lingua: unita minime di significante e significato (monemi come poi saranno chiamate) e aggregati funzionali, di unita minime, i sintagori. Dall atra parte scorgeva il piano mareggiante, indefinito delle paroles di cui sono capaci i parlanti di una comunita linguistica. Tra questi due piani che polatizzarono la sua attenzione Saussure ha accennato talora allesistenza delle frasi potenzialmente infinite producibili e comprensibil con le unita minime e i sintayunt dell lingua. Le frasi gli apparivano entita di incerto statuto: sintagmi come gli alii e dunque entita potenzialmente appartenenti alla langue; ma, allo stesso tempo, sintagmi non interamente automatici, petché nel loro organizzarsi sottoposti, tranne poche espressioni di routine, alle scelte e dunque alla vo. fonta occasionale dei locutori e perci6, infine, appartenenti al piano della parole. Delle due opzioni saussuri Cinquanta del Novecento la Linguistica teorica ignata a essere rigorosa ha scelto la prima: la frase come entita potenziale della lingua @ stata al centro delle elabo- razioni teoriche di Louis Hjelmslev (che ha allargato la sua attenzione anche ai testi) ¢, poi, di Noam Chomsky © di Luis Prieto. Intomo alla seconda opzione si sono affollati linguisti di diverso indirizzo: teorici degli atti linguistic, pragmalinguisti, semanticisti transfughi dal. chomskismo, studiosi di linguistica testuale. Culioli ha verso tutti un atteggiamento irenico, ma non si confonde con nessuna delle due grandi scelte. In prima approssimazione pud dirsi che ha scelto una via interme- dia, La materia delle sue analisi 2 data dagli enunciati e questo lo pud far parere simile a chi ha seguito la seconda opzione saussuriana, ma l'analisi dei casi singoli & svolta 10 con un rigote definitorio ¢ una ricerca di cocrenza che lo favvicinano a teorici come Hjelmslev e Chomsky. In pia, il suo impegno va ben oltre i singoli casi analizzati: rimpegno 2 costruire gli strumenti analitici adeguati a cogliere negli ‘enunciati le tracce di operazioni linguistiche che intessono la facolta universalmente umana del linguaggio. Nel fluire delle analisi Y'obiettivo permanente & elaborare una Teoria delle Operazioni Enunciative e Predicative, TOPE secondo tun acronimo frequente. ‘Su questa via limpegno di Culioli @ instancabile ed & pera continuo lo sforzo, socratico si direbbe, di coinvolgere Mettore nella ricerca senza acquetarsi ai risultati raggiunti Le messe in guardia sono continue: I grande pericolo sarebbe quello di considerare quel che precede come unn maniera di fissare una comice prestabilita the non debba subite trasformazioni. Si comprendera allora che dobbiamo rimboccarci le maniche ¢ immergerci nella real cui si trovano tanti tesori nascosti. Ma sopratturto non si vada a pensare che nozioni c unita lessicali coincidono come se la prassi tumana non esistesse (p. 121) Continua @ la manifestazione motivata di insoddisfazione. Se esprime qualche riserva verso altti approcci, si affretta a precisare: Che questo non sia preso come una condanna ~ abbiamo tutti bisogno di una morale provvisoria — bensi come la testimonianza di una insoddisfazione che ci piacerebbe far condividere e che desidereremmo che fosse incitatrice. Detto altrimenti: cid signi- fica che losservazione stessa dei fenomeni linguistici ci costringe ‘a prendere in conto la complessita dei fart, la loro diversi, la loro abbondanza ¢ la loro cterogeneiti. Questa constatazione ci impedisee di accontentarci di una concezionc semplificata della ‘comunicazione dove quest'ultima riguarderebbe unicamente la trasmissione lineare di ualinformazione calibrata entro un con- testo neutro € omogenco. Dobbiamo porre al centro dell attvita Mi Tinguaggio (che si tratti di rappresentazione regolazione), Pagaiustamento, il che comporta contemporaneamente le sabilica la deformabilita di oggetti presi entro relazioni dinamiche, la " costruzione di domini, di spazi e di campi in cui i soggetti avranno il gioco necessario per la loro attivith di linguaggio di enunciatori- locutori (pp. 154-155). Culioli rende evidente la complessita del compito cui si dedica e cui vuole chiamare i linguist: Definird la linguistica come la scienza che ha Vobiettivo di copliere il linguaggio attraverso la diversita delle lingue natural, Questa definizione @ un programma di ricerca dal momento che pone un obiettivo ¢ influenza pertanto la tcorizzazione e la metodo- Jogia, Tuttavia, essa non esclude altri obiettivi che possono variare in riferimento alle finalita di un programma dato, al proprio campo i applicazione e ai vincoli tecnici. I! linguaggio, che & un’ativita rappresentazionale, ¢ accessible solo attraverso i testi, cio’ attray configurazioni di marcatori che sono essi stess traccia di operarioni soxsiacemt, Ora, anche le forme pitt rudimencall di oservacione classificazione mostrano che, oltre alla diversita delle categorie e delle caratteristiche di superficie, esistono proprieta analogiche stabil. Insomma, le lingue non sono irriducibilmente specifiche. Troppo spesso perd il riferimento al «linguagsio» ha indotto i linguisti a credere di pote ware una metalingun univer di calcolo sia in termini di formalismo logico sia in termini di linguagaio-genotipo. Ebene, ifine noo td costrite una grmmatica univer, bens di ri-costruite, attraverso tin processo teorico e formale di tipo fon- dazionale, le nozioni primitive, le operazioni elementan, le regole ‘eali schemi che generano le categorie grammatical c le configura- zioni specifiche di ciascuna lingua. In breve, lo scopo & di trovare degli invarianti su cui & fondata e regolata Vartivita di linguaegio in quanto attivita che manifesta se stessa attraverso configurazioni significanti di ingue differenti. Per realizzare quest obiettivo, biso- ‘gna andare oltre le mere proprieta classificatorie o Vetichertatura, liberarsi dallintuizione costruendo un sistema di rappresentazione metalinguistico, costruire una teoria dei fenomeni osservabili, for mulare problemi e costruire procedure di ragionamento basate su classi di fenomeni (in particolare, costruendo famiglie di enunciati legate da relazioni di tipo parafrastico). Naturalmente, un compito simile & complesso (pp. 129-130). La percezione e coscienza della complessita dell’oggetto linguaggio é alla radice di quello che pili su abbiamo detto R tun atteggiamento irenico, La coscienza della complessita esclude che, chi la condivide, possa disprezzare indirizzi di ricerca diversi dal proprio magari battezzando come ‘epretcoricae la ricerca linguistica che non gli aggrada. E al contratio spinge a sottolineare che nel campo della linguistica deve valere, come in ogni altro campo maturo del sapere, Ja cumulativita dei risultati della ricerca — purché ricerca vi sia e vi siano anche risultati nuovi da cumulare. ‘Ogni lavoro di Culioli @ denso di richiami soggiacenti alle sue claborazioni generali e complessive. Francesco La Mantia con le sue note cil suo lessio finale ci aiuta a meglio intendere tali richiami e a coordinarli e integratli. Grazic a lui abbiamo un prezioso quadro d’insieme della teoria delle operazioni predicative ed enunciative. E un onore per me ¢ una gioia poter salutare in limtine la tinnavata fortnna, anche in Italia, dell’opera profonda ea mio vedere preziosa di Antoine Culioli, antico amico di pitt giovani anni e grande maestro della lingua temporanea, 14 luglio 2014 ‘Tuut10 De Mauro PARTE PRIMA LINGUE E ATTIVITA DI LINGUAGGIO. CaPrroLo PRIMO TEORIA DEL LINGUAGGIO E TEORIA DELLE LINGUE. LLe osservazioni che seguono devono essere conside- rate non come un articolo definitivo nel senso di un testo compiuto © portato a tetmine, bensi come un contributo precario alla rflessione collettiva, che questo Convegno fa voluto condurre sull'opera di E. Benveniste. Precario, perché mi trovo doppiamente in una cattiva posizione: da tin lato, pottei avere la tentazione di presentarmi come un Continuatore — siamo tutti alla ricerea di predecessori che, al bisogno, fungano da garanti o anche da base teorica ~ e, ‘come si @ visto, mi st potra sempre accusare di tivorrere a Benveniste a modo mio. Tuttavia, potrei anche, procedendo ‘a una sostituzione apparentemente legittima, presentarvi la ymia concezione teotica dei problemi, sotto pretesto di ‘commento, Lloperazione sarebbe tanto pitt facile in quanto hho sepuito i corsi di linguistica di Benveniste e in quanto ho assimilato le sue ricerche tramite il mio lavoro di teorizza- ‘one. Ogni rilettura @ per forza una tiappropriazione, una sorta di elaborazione secondaria, troppo compromettente per avere un valore che non sia quello della testimonianza. Tosomma, il pericolo & quello di rifare la storia attraverso mio cammino, colmare i vuoti, che sono numerosi, pro- lungare la riflessione quando si pensa che essa non soddisti le aspettative, annunciare quel che sarebbe accaduto se la sorte fosse stata diversa, 0 ancora trattare Benveniste come se fosse un nostro contemporaneo, Il rimedio a questi pericoli, sisa,¢ di fare, da buoni professionisti, la storia dei concetti linguistic. Nondimeno, anche in questo caso sono nuova~ mente in tna eattiva posizione: bisognerebbe studiare le note Gi lavoro di Benveniste, conoscere la sua biblioteca, le sue ‘Tit, orig «Théorie du langage et theorie des langues», in PLE, t. Th Formalisaton et operations de repérage>, Pars, Oph, 2000, pp. 115-123. a letture, comparare le sue opinioni con quelle di Jakobson e di Kurylowicz', per considerare solo alcuni esempi evidenti. E chiaro che un tale lavoro presupporrebbe una competenza che non possiedo, ma anche un accesso ai documenti che al momento non sarebbe possibile. Non essendo né un testimone troppo coinvolto, né uno storico, non mi restava che rileggere i testi (essenzialmente, i Problem di linguistica generale), controllando attentamente le parole rivelatrici, sovrapponendo i frammenti che trattano di un dato argomento al fine di far apparite le proposizioni fondamentali, ma anche i concetti mancanti, i termini di troppo, insomma, quei tenui segni che l'ermeneuta conosce bene, attraverso i quali cerchiamo di individuare le imper- fezioni, le deformazioni che fanno si che un discorso fin troppo ben architettato si indebolisca ¢ che permettono di riscoprire le esitazioni di una teoria in divenire, Metodo modesto certamente € non particolarmente brillante, esso @ perd unica via che sia la pits obiertiva possibile e che costringa il conferenziere a limitarsi al massimo. Queste precauzioni liminari sono tanto pit importanti giacché i testi di Benveniste mal si prestano, malgeado le apparenze, a una lettura critica. Come sappiamo, ogni articolo & come un'opera arte retta da una propria necessita interna, omogenea € racchiusa in se stessa. Benveniste cita raramente le sue fontie xoi non sappiamo granché delle sue relazioni effettive con la filosofia, la logica o la psicoanalisi; inoltre, egli forgia le sue riflessioni in una forma retorica meticolosamente controllata, in uno stile di discorso distaccato, da uomo colto, dove la qualita stessa dell'espressione intralcia Panalisi ¢ in cui la vernice delle parole (cosi come l'allusione che si vorrebbe poco enfatica) nasconde, all’occasione, la rapidita sbrigativa di una riflessione che resta breve o incompiuta. Aggiungiamo che Benveniste aveva una maniera di utilizzare la tipografia con fini diacritici (virgolette, corsivi, stampatelli) che non & sempre stata coerente e che non ha permesso di individuare le cause di queste modulazioni: rimaniamo dunque con un ' Jeray Kuiplowica (1899-1978), linguista polacco noto per alcunt contd cedieetell Aa wick ats a 18 surplus morfologico senza un chiaro significato, il che & proprio imbarazzante sul piano teorico. Ecco dunque un'impresa rischiosa in cui, per aiutare Pascoltatore, annuncer® gli obiettivi che mi sono prefissato fe che, tutto sommato, non ho nessuna speranza di rageiun- sere in modo soddisfacente, ma che fungeranno da comodo punto di riferimento nel corso dell’esposizione. Da un lato, ed @ il titolo stesso che mi invita a farlo, mostrerd che, nel ddefinire in maniera esplicita la linguistica come scienza del linguaggio e delle ingue, Benveniste ha contribuito al’ avven- to dalla linguistiatericacome ogi #conosciuta, Vedremo di passaggio che Benveniste ha, se non costruito, almeno annunciato, gli sviluppi formali della ingustia, In secondo luogo, sotrolineerd il ruolo di Benveniste nella trasforma- ione della linguistica che da classificatoria diverra teoria dei processi e degli atti (per riprendere gli stessi termini del hostro autore) all opera nell artvita di linguaggio*. Infine, constateremo quanto questo procedimento sia nello stesso tempo innovative ¢ tuttavia separato a mala pena dai modi di ragionamento antichi, in contraddizione dunque con se stesso; da qui, limpressione di essere bloccato a meta strada in un groviglio di idee male assortire. 1, Linguaggio e lingue Vi & sempre un che di profondamente ingiusto nella richiesta di fornire definizioni drastiche dei fenomeni Ciononostante, per tagliar corto e con una brutaliti: molto soggettiva, dird che Benveniste mi pare il linguista che ha posto, in maniera esplicita e parzialmente teorizzata, il fatto the oggetto della linguistica fosse lo studio della relazione tra il inguaggio © le lingue, A partire dalla Premessa dei Problemi di inguistica generale dora in poi, PLG, rispettiva- mente [ e II), Paccento posto sulla «grande problematica 2 Ck Ant dina. > Bet pus dt LG rat oe esto, segue raduziont ipecate in Probl ds nguttic generat, el, Nan, I aggre 190 19 del linguaggio» e sul fatto che «il linguaggio & proprio un ‘oggett dilficlen, Vi si parla della relazione del linguageio con tutti i sistemi semioticie «di ricerche recenti sulla teoria del linguaggio». Il termine /e ingue appare in due occasioni in alcuni punti caratteristici: sa De tao, ae necessuio peruadersi di questa vit le Fiflessione sul linguaggio & fruttuosa solo se ha per oggetto in primo luogo le lingue ral. Lo studio di quegl organismi empiric, ay he sono le ingue, unica via possible per accedere all comprensione dei meccanismi generali e del funzionamento linguasgio (PLG,1,p.3). ae (qui posto il problema fondamentale della teoria dei fe- nomeni osservabili); 4) La noatone dt struttura © quella di funzione costituiscono Pargomento dei saggi ultetiori che trattano successivamente delle variazioni di struttura nelle lingue ¢ delle manifestazioni intralin ‘uistiche di alcune funzioni (PLG, I, p. 4). (qui é posto il problema della generalizzazione e dell'inva- tianza dietro le variazioni). Infine, in due occasioni (una di queste occorrenze quella dell'ultima citazione) appare Vaggettivo qualificativo intralinguistico che mostra chiara- mente ilcarattere complesso di un procedimento che articola domini eterogenei, poiché da un lato abbiamo «!'analisi intralinguistica», «le manifestazioni intralinguistiche di al- cune funzionin e, dall'altro, con il linguaggio, «telazioni tra il campo biologico ¢ quello culturale, tra la soggettivita e la socialiti tra il segno e Voggetto, ta il simbolo e il pensiero». Non é necessario riprendere capitolo per capitolo i testi dei PLG in cui & affrontata questa stessa questione. Ogni Passagzio contribuisce alla costruzione teorica cosi ben pi gettata nella Premessa. Diamo semplicemente alcune citazioni ‘complementari che mostrano la coerenza del progetto. Cosi in Uno sguardo allo sviluppo della linguistica (PLG 1), si pails, dull'inizio, di «studi che riguardano il linguaggio ¢ le lingue»; poi si precisa: 20 Cominciamo con Vosservare che la linguistica ha un duplice coggetto: & scienza del linguaggio ¢ scienaa delle lingue. Questa dlistinzione, che non sempre viene faita, & necessaria: i linguaggio, facolta umana, caratteristica universale e immutabile dell uomo, @ tuna cosa diversa dalle lingue, sempre particolari e varabili, nelle Gua si artua. E delle lingue che i occupa i linguist, ela lingustica 2 anzituto la teoria delle lingue. Ma, nella prospettiva in cui ci po: hniamo qui, vedremo che queste vie differenti spesso si intreeciano e alla fine si confondono, poiché i problemi infinitamente diversi delle lingue hanno in comune il fatto che, a un certo grado di xeneraliti, chiamano sempre in causa il linguaggio (PLG, I, p. 28). Il pubblico avr notato la formulazione complessa, per non dire poco chiara, del paso. Benveniste afferma dap: prima il duplice oggetto della linguistica: questa distinzione & necessaria perché si connettono oggetti appartenenti a ordint eterogenet («e cosa diversa dam). Poi, auiayersu una brusca giustapposizione, Benveniste sembra ricredersi di chiarando che la linguistica & in primo luogo la teoria delle lingue (si notera la parola feoria, qui essenziale, e non un termine come descrizione). La sequenza mostra pero che il termine in primo luogo non sottolinea alcuna preminenza, bensi semplicemente I'anteriorita. Si pud trattare il linguag- gio solo attraverso «la teoria delle lingue>; ogni volta che generalizziamo a partire dai «problemi infinitamente diversi delle lingue», chiamiamo «sempre in causa il linguaggio». In altri termini, Benveniste stabilisce che il linguaggio non & un oggetto teotico accessibile all’osservazione e coestin sivo a quelle realizzazioni particolari che sono le lingue. II linguaggio pud essere colto solo attraverso la diversita delle lingue, grazie a una teoria dell’osservazione ¢ della generalizzazione. Tale @ la posizione fondamentale e pro- fondamente innovatrice di Benveniste. Certo, egli potra csitare nelle sue formulazioni, parlare della «scienza del linguaggio» a pid riprese dando l'impressione di omettere Valtro oggetto. Tuttavia, salvo errore di letrura, egli non parla della linguistica come della la scienza delle lingue perché questa proposizione non avrebbe senso. Egli scri- ye ancora: «Da quel momento, infatti, Saussure ha visto a bib etuciignd: wieeilin gual pSkemincetnsbelms eccigies @UGeIan polnBontetiocetad cco Noi crediamo di poter raggiungere direttamente i i liga come a eh ong oe eee secondo un certo punto di vista, che deve essere prima defi Dabbiamo smeree di credeve che nella lingo i olga un oxgeto semi, ssente pe stesso e che pd ester oto totalmente primo compito @ di mostrare al linguista «che cosa fa», quali operazioni preliminari egli compie inconsciamente quando atfror i dati linguistici (PLG, I, p. 50). Bi rai Dalla lettura di questi passi com é F sprendiamo perché Ben: veniste parla di feorte delle lingue nel passo menzionato pit sopra I feimenta al forico percorte quest est di ingu stica generale c, ecbbene il termine non sin capli definito,un'altractazione ci permete di cogliere signi di questa parola: in iad ___Seallona noi crediamo di avere in mano una sostanza, iilladiamo: @ appunto soltanto con un'operazione di astrazione e di generalizza zione che possiamo delimitare un simile oggetto di studio. Saussure vi insist; sohanto il punto di vista crea quella sostanza, Tati gi aspetti del lingueggio che noi consideriamo dati sono il rsultato di ‘openazioni logiche che facciamo inconsciamente (PLG, I, pp. 52-53), Esplicitare operazioni che noi facciamo inconsciamente € ricostruire queste operazioni soggiacenti grazie a un'ope- razione di astrazione © genetalizeazione, ecco che cosa &, per Benveniste, la caratteristca del lavoro tearico in cui «la nozione positivistica del fata linguistico sostituita da quella di relazione» (PLG, I, p. 31). Certo, pottemmo non essere soddisfatsi da queste generat, interrogarc sulla costruzione diipotesi, su citer di coerenaa, sulle procedure di convalida. Mai equivarebhe a pote un fals problema, perce una imile critica non terrebbe conto: lic logico degli ambient linguistici Steen mtb shu ‘Tanto pid. che Benveniste sa ¢ dice che non esiste teoria senza tecniche (di ossetvazione, di tappresentazione, di 22 manipolazione): da qui la ricorrenza notevole delle parole fornale e formalizzazione nei suoi articoli. ‘Un semplice esame delle concordanze sorprenderebbe, sia perché esso rivela, in maniera indiscutibile, un concetto- chiave, ¢ sia perché, al di la degli equivoci semantici, ess0 mette in luce una grande perseveranza nel proposito. Certo, capita che formale sembsirinviare alla morfologia osservabile (Wale a dire che essa diventera sempre pitt “formale”, per To meno nel senso che il linguaggio consisterd nella totaliti delle sue “forme” ossetvabili», PLG, I, p. 15), ma non vi 2 i miei occhi, aleun dubbio sul fatto che Benveniste inten- esse forma (da cui formale ¢ formalizzazione) nel senso di forma astratta, vale a dire come un costrutto teorico. Egli si ribella contro la «formalizzazione» atomizzante cosi come Iasiritrova nellanalisi distribuzionale, dice della linguistica che ema non 2 ccienza dei fatti empitici, ma scienza delle Telazioni e delle deduzioni; parla diana formalizzazione rigorosa e di una metalingua distinta: Si considera anche possibile uno studio del linguaggio in quanto bbranca di‘ una semiotica generale che ablracei nello stesso tempo Ia vita mentale e Ia vita sociale. Il linguista dovri allora definire la natura propria dei simboli linguistici servendosi di una forma- Iizaazione rigorosa e di una metalingua distinta» (PLG, I, p. 25); cali dichiara inoltre che ‘Se la scienza del linguaggio deve scegliersi dei modelli li sce- sliera nelle discipline matematiche o deduttive che razionalizzano Completamente il loro oggetto riconducendole aun insieme di pro- prieta oggettive dotate di definizioni costanti (PLG, I, pp. 14-15). Certo, queste proposizioni fondamentali che anmunciano Ja costituzione di una linguistica scientifica, erica ¢ formale non risolvono il problema della complessa articolazione tra teoria del linguaggio (sintagma che non compare in Benveniste) e teoria delle lingue. Inoltre, seguendo in cid Saussure, Benveniste introduce un terzo termine, la lan- due, dalFincerto statuto, perché esso & nello stesso tempo B distinto dal linguaggio, ma ne & anche il sostituto, per uno slittamento incessante ben evidente nei seguenti passi (tra i molti esempi): Labitudine ci rende facilmente insensibli alla. profonda dliffercnza tra il linguaggio come sistema di segni e il linguaggio assunto come setsco dallindividuo. Quando Tindividuo se ne appropria, il linguaggio si trasforma in situazioni di discorso Gi hp.305). nes a Ora, due pagine piti avanti Benveniste scrive: Un'analisi, anche a grandi linee, delle forme classificate indi , porta quindi a ticonoscervi delle ura completamente different, , di conseguenza, « Porre una distinzione tra la lingua come repertorio di segni e See eae ee nee ere aes ‘come attiviti. manifestata in situazioni di discorso caratterizzate come tali da propri indici (PLG, I, pp. 307-308). Esitazione senza importanza? Certamente no, dal mo- mento che essa conduce a un'alterazione dell'oggetto stesso della linguistica © a delle contraddizioni. Cosi si legger’s successivamente «Cid fa del discorso lo strumento stesso della comunicazione intersoggettiva» (PLG, I, p. 35), € poi In reali, il paragone del linguagaio con uno strumento ~ € perché il paragone sia appena intelligibile si deve trattare di uno strumento materiale ~ deve riempirci di diffidenza, come ogni affermazione semplicistica nei confronti del inguaggio, Parlare di strumento vuol dire contrapporre lomo alla natura. (...) ‘Tutti i caratteri del linguaggio, la sua natura non materiale, il fanzionamento simbolico, Passetto articolat, il fatto che ha un contenuto, sono gid sufficienti a rendere sospetta questa sua as- similazione a uno strumento, che tende a distociare dall' uomo la proprieti del linguaggio, Senza dubbio, nella prassi quotidiana il eva ¢ vieni» della parola suggetisce uno scambio, e quindi una « Cle: Rappresentazione: Marcatore: 29.2. + Chr Coremncictore: 10.2. * Chi Referenziazione 34 di obicttivi definiti, in cui la temporalita sari semplificata, Paspettualita scomparira, le modalita* non avranno granché a vedere con i fenomeni che possiamo ritrovare nelle lingue. Ci comporteremo come se esistessero categorie grammaticali pure e stabil, mentre dobbiamo impegnarci in una teoria del deformabile’ e del trans-categoriale. Se passiamo allinformatica, ci accorgiamo che le mac- chine hanno imposto dei vincoli che per molto tempo hanno limitato l'orizzonte teorico; direi anche che hanno bloccato il lavoro teotico. Invece di un’informatica raffinata che sapesse interagire con la linguistica, si cercato con tutti i mezzi di cevitare la complessita dei fattilinguisticiricorrendo a sempli procedure classficatorie o a manipolazioni riduttrici. In nome di una efficacia miope e di corto respiro, si éspesso creduto e si ctede ancora di poter risparmiarsi le analisi raffinate e il lavoro teorico, Questo @ cid che ogi si pud constatare in campi come la traduzione automatica o l’intelligenza artificiale, Ugualmente, un termine come «cognizione» si é rivelato di un‘ambiguita pericolosa dal momento che é stato adoperato per rinviarc all'attivita mentale, alla simulazione, con tutta una serie di riduzioni incontrollate dell'att mentale di rappresentazione all’attivita neuronale ~ tanto per citare qualche esempio, In relazione a un altro settore menzionato pitt sopra, la sociolinguistica, si pud sostenere che spesso la sociologia del linguaggio é stata confusa con la sociolinguistica (per tagioni di tempo non potrd entrare nei dettagli della questione). Si potrebbero addurre degli esempi anche per settori come la filosofia del linguagaio, la pragmatica, V'analisi del discorso, etc. dove certi progetti il cui valore non & qui chiamato in causa, sono stati articolati senza nessuna precauzione su diversi domini che hanno in comune solo il linguaggio. Da qui una diluizione semantica del termine «linguistica» ¢ un indebolimento dellimportanza cruciale che ha la rclazione tra il linguaggio e le lingue. © Cie. Modalita * Per il concetto di deform a, che. Forma schematica: 21.6. 35 Questo quadro, un po’ mostruoso agli occhi di alcuni che lo troveranno forse caricaturale, & stato aggravato ul- teriormente dalla pressione sociologica cui alludevo poco piii sopra. Sono trascorsi i tempi in cui diffidavamo di una linguistica che fosse utile, Non so se @ stato A, Meillet a dire ~ a chi gli chiedeva a cosa serve la linguistica - che «la linguistica non serve a nulla», ma @ certo che in questa affermazione vi @ Ia sintesi di un atteggiamento mentale molto diffuso tra quei linguisti che guardavano con sospetto a qualsiasi orientamento utilitaristico. La nostra epoca ha petd reso difficile P'appartenza a una comunita che rivendi- casse una ricerca gratuita. Tanto pit che gli obiettivi sono cambiati: adesso sono in gioco cattedre, borse di studio, missioni di viaggio ¢ geavose infrastrutture scientifiche (informatica, fonetica). Da qui una variazione di tendenza dovuta a pressioni diffuse: verra sempre pitt privilegiato il breve termine, la finalita commerciale o industriale (anche se illusoria) © un impatto sociale visibile: saranno. messi in rilievo termini come «comunicazione» che, insieme a cognizione», giocheranno il ruolo di parole chiave nei rapporti che, scandendo la vita istituzionale, tischiano di lsc ddowooe ecendfins ncane gnecraln ate een rinviano a domini malstrutturati in cui si @ venuto a creare tun gioco di forze favorevole a certi tipi di discipline ¢ a detrimento di altre. Con cid non sto alludendo a dibattti ben noti sulle neuroscienze o informatica in relazione, per esempio, alla linguistica o alla psicologia. La conseguenza & che si rischia di aumentare la confusione allontanandoci ancor di pitt dal confronto necessario tra la teorizzazione delV’attivita ci linguaggio e la teorizzazione dell analisi delle lingue. Rischiamo cosi di vedere la linguistica assorbita da altre discipline a detrimento della propria specificita, ‘Altermine di questa panoramica, mi rendo conto di aver dato un'impressione di effervescenza ed abbondanza tali che il pubblico avra forse difficolta a raccapezzarsi. Spero perd di aver descritto le cause molteplici della situazione che fa della linguistica una disciplina contesa e schiacciata tra diversi domini con metodologie che non sono congruenti. Da qui Vimpressione, espressa frequentemente, di una disciplina 36 smal centrata, di una comuniti divisa ~ impressione, questa, fondata ¢ tuttavia nello stesso tempo ingiusta, giacché non prende in considerazione la complessita del dominio, la storia recente della disciplina e lo shock teorico € tecnico che si sta verificando allinsaputa del pubblico, ma anche, occorre sottolinearlo, della maggior parte dei protagonist. Veniamo dunque all’oggetto della linguistica e a una descrizione schematica dei suoi metodi. Dird che la lingui- stica ha per oggetto Pattivita di linguaggio colta attraverso la diversita delle lingue naturali (e attraverso la diversita dei testi, orali o scritti), Vorrei insistere molto su questi due punti: da un lato, dico che loggetto della linguistica 2 Vattivita di linguaggio* (qui definita come operazioni di rappresentazione, relerenziazione e regolazione)’; dal’altro, dio che possiamo cogliere quest att al fine di studiame iV funzinnamenta, nln attraueren cen che © coneatenamenti in una lingua data. Lattivita di linguag- gio rinvia a un’attivita di produzione e riconoscimento di forme®, ebbene, queste forme non possono essere studiate indipendentemente dai testi"! ¢ i testi non possono essere indipendenti dalle lingue Quisi apre una questione obbligata: parlare della diversita delle lingue implica chiedersi se questa diversita rinvia a una specificita riducibile o irriducibile. Esaminerei abbastanza rapidamente questo punto giacché si tratta di un interrogativo ben noto: se la specificta di ciascuna lingua fosse stretta mente irriducibile, cid solleverebbe delle difficolta teoriche riferite all’oggetto finguagg’o in quanto attivita della specie tumana (sappiamo di poter apprendere pitt lingue, passare da tuna lingua allaltra, ete.). Vi é bisogno dunque di un certo numero di proprieta comuni al fine di poter acquisire sistemi linguistici equivalenti. Supporremo che, tra gli insiemi che poco pitt sopra ho chiamato . E ig le ho risposto: «Ma tutti abbiamo una schienal». Al che lei ha risposto: «lo, non ne how. Tutto cid & interessante perché pone il problema della simmetria e della assenza di simmetria nell organizzazione del nostro spazio rispetto al nostro corpo. Noi fon vediamo la nostra schiense immagine sles allo pecs rivilegia il volto. Questa stessa bambina, molto piccola, desi Uerava dite cose molto complicate perd si confondeva ¢ diceva: © Che Linguaggero «Non posso, la mia bocca non vuole». Tutto questo per dire che quando si studiano i bambini, bisogna disporre di una pazienza € di una sottigliezza eccezionali: soltanto cosi sari. possibile mettere a fuoco i fenomeni rivelatori. Questo naturalmente & un modo di risponderle senza risponderle. In primo luogo, non vi @ nessuna tcoria distribuzionale — almeno nel senso che bisogna dare a questo termine; esistono teeniche distribuzionali, ma non vedo sulla base di che cosa l'analisi distribuzionale permetta di fondare una teoria dell acquisizione linguistica. Per quel che riguarda la grammatica generativa, malgrado diverse ricerche, possiamo dire, mi pare, che il quadro teorico non si sia rivelato pertinente, Con una prudente modestia tenderei a sostenere che la teoria delle operazioni predicative ed enunciative sié rivelata fruttuosa permettendo di connettere le ricerche sul’ ontogencsi delle rappresentazioni in psicologia cognitiva con lo studio dei fenomeni linguistici. Conosciamo degli studi come quelli di Eayol su tempo. aspetto nel racconto dei bambini francofoni, Ed esistono anche numerore ricerche ou bambiai molte piceol. Ciononostante, malgrado la presenza di lavori di grande qualita in tutto il mondo, non mi pare che disponiamo di une teo! unificata soddisfacente, Part: Lei ha parlato di una lingua in cui ogni parola, ogni termine giocano un ruolo hanno un posto e una funzione, Non & questo perd quel che si osserva nel linguaggio eorrente, Piutto- sto, osserviamo che solo tre 0 quattro parole importanti ~ quelle che, quando prendiamo un testo, sottolineiamo a matita ~ sono effettivamente portatrici di significato mentre il esto costituisce tun rivestimento totalmente superfluo che perd permette a queste parole di garantire un esercizio interpretativo. Ad ogni modo, selle si isola, esse non sono percepite dalla scatola nera che sta di fronte, Segno questo che vi @ un modo di comprensione al di la della parola stessa A.C.: Quel che mi crea qualche problema é la parola «rive- stimento», giacché ¢’é il rischio di ritornare a una teoria orna- mentale in cui vi sono parole-concetti (ossia parole che rinviano a un pensiero essenziale) che sono «vestite». Cominciamo da una considerazione banale: esistono senz'altro parole chiave, si possono inviare telegrammi, scrivere riassunti e un'unita lessicale ud attivare un reticala di rappresentazioni. Per fare solo due esempi molto semplici:soluzione & legata a problema, diffcolta, 4 cercare, trovare, risultato, questione, etc:; incontro comporta la rappresentazione di partners (umani oppure no) che entrano in contatto (intenzionale oppure no, vialento oppure no), ossia che si muovono in modo tale che il contatto (con le modalita del contatto) abbia luogo in un punto ¢ in un istante dati Rimane da esaminare quel che ei ha chiamato «tivestimento» la sovrabbondanza. Si tratta di un problema classico che & stato studiato negli anni 50 a proposito, in particolare, di teoria, dell'informazione: le configurazioni testuali sono costruite sulla base di schemi canonici in maniera da poter essere apprese, ti: conosciute ¢ interpretate. Visono pertanto sistemi pre-correttori di errori; cid significa che vi @ ottimizzazione tra la ridondanza e Feconomia, tra la stabilita la plasticita, tra V'inserimento di marcatori che rimandano a operazioni multiple (relazioni.pri- mitive, relazioni predicative, tematizzazione, modalizzazione, modulazione affettiva, ec.) la linearizzazione. Da qui quel che Iei ha chiamato rivestimento, dato che lei pensa net termini di seiplicd dutaciun! seasautiche {senaneésnre) di tipo informative. I1rtivestimento sarebbe costituito dai tratti prosodici, le anafore, Ja costruzione di un termine distinto che serve da punto di tifer ‘mento al resto della relazione, ma cosi anche dalle regolarita che scandiscono la catena, che permettono alla memoria di funzionare all'attenzione di non operare costituente per costituente, bens! ccostruendo buone forme per mezzo di percorsi pitt complessi di una sequenza totalmente ordinata (su questo aspetto della questione, vedi pitt sopra) ‘Connessa a questa nozione di sistema pre-correttore & una propricta fondamentale dell’attivita degli enunciatori che con siste, da un lato, nel riprendere un discorso mediante parafrasi, dallaltro, nel riprenderlo dis-asserendo (sto semplificando) ¢ infine, nel riprenderlo in due tempi. (Primo caso: «Verrd venerdi. ~ «Vuoi dire che arrivera tra due giorni'y; secondo caso: «Verrd venerdi» — «Perché dict che verrd venerdi?» 0 ancora ‘ Che. Slacone di onumciacione. Chr. Notione. senza dubbio una delle ultime tappe nella categorizeazione dei fenomeni empirici. Quando ci occupiamo di operazioni (sempre dilivello 1), la produzione di teoremi distingue, trale operazioni di linguaggio, certischemi che giocheranno un gioco privileg to. Ma resta una seconda domanda di grande valore: esiste una transizione tra la logica matematica c la logiea naturale? Esiste nella nostra attivita di linguaggio (ordinaria, direi) una cogni- zione senza affetivita, rappresentazioni ideali senza sfumature metaforiche, categorie ben definite senza effetti di bordo, etc.? Univociti dunque ma conquistata con fatica. L'univocita non & ‘mai immediata, non & mai fondativa (de fondation). Questa discus sione sui teoremi meriterebbe che noi affrontassimo la questione della veriti o piuttosto del predicato modale «@ vero». Quando pproduciamo un enunciato, costruiamo una relazione predicativa” che designa una rappresentazione. Questa relazione predicativa non & né vera né falsa; per divenire un enunciato di cui poter dire che & vero 0 falso (asserzione), sari necessario che questa telazione predicativa sia sizuafa in uno spaaio enunciativo munito i un sistema di coordinate parametrizzato (mi scuso per queste allusioni tecniche). La relazione predicativa @ situata rispetto a tun soggetto enunciatore che prendera in carico Vasserzione ¢ si impegnera presentandosi come garante™. In un'asserzione, nel senso stretto del termine, vi una presa di posizione che possiamo caratterizzare nel modo seguente: «tengo a dite che s0 (credo) che p & vero». Qui non discuterd della relazione tra «sapere» € «credere»; tuttavia, quel che mostra questa caratterizzazione @ che vi & impegno, dichiarazione, costruzione di un modo di convalida, conformita tra un designatore ela rappresentazione di tno stato di cose. Se noi rappresentassimo la conformita come tun gradiente” dal centro (conformita steetta) alla fronticra (non vveramente conforme, non veramente difforme), ci accorgeremmo che «essere vero» pud rappresentarsi come un ciclo, mentre «il nientaffattom introduce una distanza tra il valore «vero» © il valore approssimativo. Allo stesso modo possiamo rappresen: tare la certezza come una distanza rispetto al valore centrato. ‘Quando le leg della razionalia logica, ald fuori di citcostanze ‘contigenti o di ogni altra causa di riconoscimento convalidato, implicano il certo, Passerzione non dit luogo a nessuna esitazione. 2 Chr Lei ™ Che Presa in carico, ” Cte. Gradiente. R il valore centrato ed esclude qualsiasi altro valore possibile”, La distanza dal convalidato al convalidabile & nulla; non vi & cche un «convalidabile convalidaton. F allora che vi & univocita. Se non siamo sicuri, se crediamo (nel senso di «mi sembra»), ipotizzeremo che accanto al valore proposto vi & un altro valore che potrebbe essere proprio quello buono. Abbiamo dunque tuna biforeavione con pit di un cammino, sebbene uno dei due & quello privilegiato”. Cosi non vi @ coincidenza tra quel che & convalidato e quel che & da convalidare, Se i cammini possibili sono equiponderati, avremo equivocita, Se adesso ritorniamo su quel che ho detto a proposito dell’univocita, vedremo che nel caso di un teorema abbiamo effettivamente univocita in virta di ragioni che si spiegano peril percorso stesso della costruzione ‘matematica ~ senza che vi sia contraddizione con la teoria ge- nerale dellattivita di linguagaio che ho abbozzato pi in alto. Part: Il percorso che tu hai descritto nel processo di co- stituzione della linguistica mi fa pensare a quel che & successo, tra la fine del diciannovesimo secolo e L'inizio del ventesimo secolo, con i problemi posti dalla teoria degli insiemi in mate- matica — scienza malgrado tutto estremamente elaborata e in perfetta evoluzione. Siamo stati in grado di «uscirne fuori» solo costruendo una logica. Detto altrimenti: uscendo dal linguaggio specificamente matematico al fine di poter parlare di questo lin- guaggio matematico. II che si lega all osservazione che tu faccvi a proposito del modo in cui una fisica intuitiva, pregalileiana si rivela contro-intuitiva ~ pid esattamente quando si tratta di ‘comprendere i contenuti e di applicarli allo studio degli effetti ‘concreti. Nel percorso che tu hai descritto mi sembra che ci sia il distacco.progressivo da una certa logica particolare che non satebbe la logica dei predicate che permetterebbe allanalisi dele lingue di divenire non intuitiva 0 comungue molto pit formale I che renderebbe tutto molto pitt adatto al calcolo, all'anal cd eventualmente a un'applicazione nel dominio dell intelligenza antficiale. Che ne pensi A.C. E proprio questo Vobiettivo; tuttavia ¢ molto difficile lottare contro diversi pericoli: il primo @ costituito dal crederci % Gfe. Biforeazione ” Ct. Biforcazione. linguisti perché si locutori; da qui un ricorso mal regolamentato all'intuizione ~ che sia di origine ermeneutica o fenomenologi- cca. Un altro pericolo & quello di concentrarci su insiemi molto ristretti di fenomeni di cui si titiene arbitrariamente che essi contengano una forza esplicativa universale, Da qui Vindifferenza togticatigeatdo mani difenesbet (eomenel cass dello eudhons di sintassi strutturale che ignora bellamente la determinazione, Vaspetto 0 le modalita), O ancora: il pericolo che vi siano ~ ne ho gia parlato ~ steumenti da impiegare gid costituiti senza preoccuparsi della specifita del linguistico, Quando ho detto < Cle Ateivté di lingnagaio, + Gfe Kappresentaione’ Che Forme rbematcs 80 localmente omogenei che possono essere reciprocamente connessi. Per questo sostengo che si puo offrire una teoria unificata che integri fenomeni attualmente ripartiti in set- tori separati, Vero @ che un tale obiettivo esige che siano moltiplicate le precauzioni, ma esige anche che un dominio di ricerca sia limitato solo se si esplicitano le giustficazioni teoriche o tecniche per una tale decisione, Di conseguenza, mi impegno a favore di una sintassi definita come ipersintassi ‘Tuttavia,s/impone anche una certa cautela: studi minuzio- sie dettagliati in una lingua data, poi, attraverso procedure formalizzate, ricerca di cid che & generalizzabile; rifiuto di confondere frase ed enunciato, obbligo di lavorare a into nazione costante ¢ di tener conto delle glosse dei locutori quando si chiede loro di lavorare a contesto esplicito; rifiuto di qualsiasi confusione tra i problemi logico-filosofici del riferimento (valore di verita. riferimento esterna, statute, ‘entologico degli individui)e la costeuzione (non simmetrica) da parte degli interlocutor di valori refcrenziali® assegnati agli enunciati attraverso la produzione e il riconoscimento di forme, Da qui la necessiti di non limitarsi a un universo rigido, strettamente estensionale, da cui siano state elimi- nate lattivita dei soggetti enunciatori"' la deformabilita? caratteristica dei fenomeni linguistici. ‘Autonomia della sintassi, dunque, se con cid s'intende il fatto che esistono forme generate da sistemi strutturati di operazioni di cui possiamo fornire una rappresentazione e un trattamento ~ 0 se vogliamo dire che & possibile lavorare sullattivita di produzione e riconoscimento degli enunciatori cosi come sul calcolo dei valori referenziali degli enunciati senza impegnarsi sulla semantica del riferimento. Nessuna autonomia, invece, se cid comporta una riduzione, certo inevitabile in qualsiasi progetto scientifico, ma che nel caso considerato snaturerebbe Foggetto stesso della ricerca, Ad § Che Locutore ® Gl. Golocutore/Interlocutore. Che Referenziaxtone "Che. Emunciatore Per il concetto di deformabilit, et. Forma schematica. ‘ogni modo, non & questo Vessenziale: il tipo di ricerca qui descritto non & granché interessato a dibattiti del genere in cui termini, obiettivi e metodi di confronto sono raramente definiti con la chiarezza auspicabile. Descrizione di alcune operazioni 1) Loperazione di ancoraggio (repérage) Si @ visto che produrre e riconoscere un enunciato si- gnifica costruire 0 ri-costruire configurazioni di marcatori che sono la traccia di operazioni cui non abbiamo accesso. Se chiamiamo livello I» il livello delle operazioni a noi inaccessibili, chiameremo «livello II» le configurazioni di marcatori che sono i rappresentanti delle aperaviani di livello 1. Di conseguenza, occorre costruire, grazie a un sistema di rappresentazione metalinguistica, operazioni di livello ILI (avremo cosi rappresentanti di ppresentant), Ne consegue che non possiamo accontentarci di lavorare su relazioni gia costituite; piuttosto, dobbiamo rappresentare le tappe della costituzione stessa delle relazioni ¢ delle categorie gram- maticali per mezzo di una concatenazione di operazioni”. Losservazione delle lingue pit: disparate e la teotizza- zione di fenomeni all/apparenza lontani mi hanno condotto porre una relazione fondamentale chiamata «relazione di ancoraggiom e costruita attraverso un’operazione primitiva clementare detta operazione di ancoraggio". Il concetto di ancoraggio & legato al concetto di localizzazione relativa ocatisation relative) e a quello di determinazione. Dire che x @ ancorato (repéré) a y wuol dire che x é localizzato (nel senso astratto del termine), situato rispetto ay ~ li dove quest ultimo, che funge da ancora (repére), & ancorato a un‘altra ancora, a un'ancora-origine (repére origine) oppure " Chr Poli-operazione Pe dinirong ra srlrione bina) di ancargton operazione (unaria) di ancoraggion, eft, Ancoraggio, relacione. di, Ancorasgio, operatore di 82 a sua volta un'origine™. Nulla impedisce che un termine sia ancorato a se stesso, che un termine che funge da ancora in una prima relazione divenga in seguito termine ancorato, che i due termini siano in una relazione reciproca di co- ancoraggio, Quando all’interno di un sistema di riferimento un termine x é ancorato a un termine y, l’operazione fornisce Nal orginal login se ce dee gen epi (poine de referee) [J Per tate Is lttura questo saggio, bo breeso trdurre repre con dncorte ignore quanto compres, tn areata fone, Ho sdonaio qneta tltcione dope on aucune lavoro Sears alt can = acini 8 oh ‘The cones of nothonal domain, in Language Univeral, Pape from tin Conlprees held st Gurernersbach/ Cologne, Gamay Octsber 33 186, Tobingen, Gunter Nate Verlag 1978 c A. Gull, Representation, Potualen ee md renee Paqegeetoetoe tater dnd recognition in), Montagenero © At Tiyphon (acura dil Language sha Cginon: Geile Reaouon atehive fea Paar Cabcer {69 acon! lvor i iplnrone ellen, ts Ga] Desc Gwiazdectae A. Mentes Reodon, Tenands npersunMecwings of Spatial Pron and Psy Pa 2, Nelo cy ane fcopplacon un acoidotemine, epee om con a orm sett del partiipio passat del verbo reper de termi sono rs in A Call, The coneep of motional conan cit A. Calta, Representation referential proses, and roaltion.Leguage ecto as frm production land recopaiton, ie, rispetuvamentecon locator ociliszator) actu Mocalizat) 1B Descla, E. Gwiazdccka eA. Montes Rendon, Tenands Incorant Meanings of Spatial Prepontions and Preverb, cit, optano Ieecy pec tn ive eins Fopdre'8 tego on alr aire) @ repent Gan anchored entity (enti ancorte. Ln pm souaione ai 8 mito insite, quella wb eat la covpla loelistere/loodiato Ee iinerite i constvarefomogeneia il gioco di simmetrie evosto, sel originale, dla coppia repere/repere. Una seconda lettra del pass internat i ha indotes pert ad leatasutnt da questo wegernnets bsnl « serine co pestle, Pursconrecendo le prefeace ie eee ern tear repre con laaiszatone~e, di conseauctzn, repre con lovato wcaulasse slcune specifics costtutve del resto frances, Ta quests, J fato che ers diinguesse chinrsment, sul plano lessical, tra mpere «eit Dv gia cl dopa pet sci shone: a copret cecil oncbored ently, clos» tapttiare isi oh onogence nunmetra impos Sarge li i waa on acura furan alcune dstincion che linen andeebbeo perdu. Ren eee ate to mre Aureaiermemerinienies ferle poche capri dl ocaliceardcinne ncsrne Per alicia Epprolondimens, ce. Ancora, opentored, Ancoeggo, relaione d 83 4x un valore referenziale'* (determinazione di una proprieta) che prima non possedeva. Aggiungo che termine deve essere inteso in senso ampio, ossia qualsiasi oggetto costruito nel sistema e integrato in una qualche relazione — che si trati di nozioni, di relazioni (vi sari cosi una relazione tra relazioni), di coordinate enunciative...” Operazioni come la costruzione di relative, la topicalizzazione, lerelazioni interproposizion: le operazioni di anafora, le relazioni di deissi, di «punto vista» comportano operazioni di ancoraggio, In effet, sitratta di un'operazione fondamentale che ritroviamo nei fenomeni piit disparati, Lintroduzione di questo concetto permette luna costruzione teorica unificata, un lavoro trans-categoriale (peresempio, connettere determinazione, modalita e aspetto). Liidea fondamentale & che un oggetto acquisisce un valore determinato solo grazie a un sistema di ancoraggio. La relazione di ancorasaio'* & sempre binatia e se vi seno per esempio tre termini, é possibile ottenere una seconda rela. zione (binaria) sulla prima relazione, Per costruire una relazione binavia, utilizzeremo un operatore unatio del tipo «® ancorato ® oppure «ha come jincora»". Lloperatore di ancoraggio sara denotato con & (che si legge: «epsilon» o nel linguaggio ordinario: «@ ancorato a»). Cosi significa che x & il termine ancorato a una relazione in corso di costruzione, A partire da : < x & () >, verra costruita un’ncora, diciamo y. Da quila relazione : ossia «x2 ancorato a y». Notiamo dunque che quando parliamo di ancoraggio tinviamo contem. Poraneamente alla costituzione di una relazione e alla relazione ¢7 2 x>. Per ‘esempio: «x € posseduto da y» — «y possiede x»; «x @ sopra » Chr denicrvone Fe ens i ico pico dé 8 Ch: Difetisione. oper d By et ee ran i wip oh de of nctonal dome Gnchoo ela presese tion. Beta roca eal coat cnet tise arava al da pesizzaion la ove nel ee del 197 ey Gina generics xccone predicairen predicate lations teste dela eaione prenatal congresso Tokio dl T982' po precio, Gocchs quali Tastes tlc cote crete, 5 rg aptamer lvl iain fo ac), come ercite Geppesta oa com del alone mito see, eoetosesats Sorin Citar Penivere! ppb ce Reins operant GF ella operator dh Cte Ancorasio. opertore dual di 9p» la superficie diy contiene 2» etc. Si tratta di fenomeni linguistic! ben conosciuti che sono diventati oggetto di analisi dettagliate: V'interessante @ costruire una rappresentazione sunita di propricta formali al fine di effettuare un calcolo, Per completare queste note di lavoro, segnalo un'impor- tante proprieti dell'operazione di ancorageio connessa alla categoria di determinazione, Sia dato un termine x di cui dico che é ancorato: . Siintroduca adesso ancora 3: Ho costituito una relazione : < x & y > dove, a meno di mie spie- gazioni («mie> di me enunciatore), y @ costruito come ancora di x senza dire niente di pit di «e’® un’ancora e quest’ancora & ym. Questo non significa né che vi sono alti valori possibili per «ancora di 2 né che non ve ne sono altri, benst che, in un contesto di riferimento dato, per una determinazione data, Voperazione ha costruito un cammino unico tra enti ancorata e incora. Diremo che <'3 semplicomente sn eingolo valore per y 0, se si prefetisce, un valore «debolmente unico» («strettamente unico» si direbbe di «y e solo y»). Non chiaritd i fondamentiteorici di questa proprieta perché cid ci porterebbe troppo lontano. Quanto al duale 3, esso ha delle proprieta che variano in base ala storia della reazione’, Semplificando, si possono distinguere due casi: 1. da un lato, posso ricavare da , per dualita, . Avro a disposizione allora due formulazioni cquivalenti (attenzione perd a non confondere equivalenza ¢ identita). Se Paolo ha il bro, allora tl libro si trova da Paolo. Se Paolo ba un libro allora cn libro da Paolo, ete; 2. al di fuori di questo caso, € salvo spiegazioni sempre possibili, 'operatore 2 non costruira un cammino necessario Ita y e soltanto x, bensi tra P'ancora y ¢ il dominio di oggetti ancorati a y cui chiaramente x appartiene. Cosi in < y 3 x > non & necessariamente unico. _ Compatiamo qui € ¢ 2: il primo pud essere ricostruito in una relazione come: Di chi il cappello? (Sto cercando il padrone del cappello). Allo stesso modo, se dico: La casa 2 Neti come ugg spr nl 17 ian ‘aqui intesa come sstoria erirzsonlen. Per maggion apprefanciment cht. Ancoraggio, relazione duale di: 43. ae 86 appartiene a Paolo, escludo altsi proprietari. O ancora in: libro é sulla tavola, tavola 8 il localizaatore di libro Tuttavia, da Paolo ha wn cappello non concluderd che gli possiede solo un cappello (il buon senso qui non c'entra nulla); né da c'é wn libro sulle tavola posso inferite che sulla zavola c'8 solo un libro (non insisto su questi fenomeni ben conosciuti). Cosi < 7 3 x > pud essere letto, a seconda dei casi, 0 come ey funge in ogni caso da ancora di x»; oppure ‘ey funge tra Paltro da ancora di x». Queste interpretazioni mostrano che 3 é in questi casi non determinista”. 2) Operazioné costitutive di un enunciato 2) Relazione ordinata o relazione primitiva. Chiameremo noztone® un sistema complesso dt rappreseniazione che struttura proprictafisico-culturali di ordine cognitivo: nozioni lessicali, nozioni grammatical (aspettualita, etc.) ein generale ‘ogni relazione tra nozioni”. Una nozione @ anteriore alla categorizzazione tra «nome», «verbo», etc. Essa @ definita sotto il profilo intensionale e hon & quantifieabile™, A partire da una nozione si definisee un dominio nozionale’ munito di proprieta formali (costruzione della classe", costruzione del complementare linguistico”, etc.) Ogni termine costitutivo di una relazione predicativa appartiene a un dominio nozionale, Cosi ogni relazione predicativa presuppone una relazione tra domini, ovvero, in ultima istanza, rai fasei di proprieta costitutive delle nozioni. Una simile relazione si chiameri relazione primtiva (parte/ tutto; interno/esterno,... pet ctare solo alcune proprieta). La relazione primitiva @ ordinata e parleremo a tal proposito di una fonte e di una meta (senza connotazioni di tipo casuale).. 2 Cle: Ancoraggio, relazione duale dic 4.1 ® Chr. Noxione. Le ee ula ala © Cir Quatfieszione » Gtr. Domino nozsonale. © Clr Nozione. » Cir Dominio nozionale. Dato che non ci stiamo occupando di semantica generale, ama di basi cognitive filtrate attraverso le culture e le condi zioni di enunciazione* non avrebbe alcun senso compilare una lista di «fonti»! Ciononostante, esistono relazioni stabili tra cui quella di agentivita (dove Pagente @ forte e Pagito & meta). § dite il vero, la relazione di agentivita & complessa ed & organizzata su pitt domini reciprocamente composti: 1. nozione di /animato/: umano, animato, adulto, bambino, animale domestico, inanimato, forze della natura, etc. 2. nozione di /determinato/: individuabile, massivo, insecabile, etc. 3. /teleonomia/: processo finalizeato, iniziatore, con sciente 0 non cosciente, accidentale, erron¢o, condizionato, forza, strumento.. 4. /valutativo/: benefico (per sé ¢ per gli altri) nocivo (per sé e per gli altri), indifierente. luc alla relucioue ordinata tra fonte e meta, fisseremo un predicato a due posti. Per le relazioni intransitive, si veda pitt avanti, ) Relazione predicativa (relazione orientata). Sia data, da un lato, una relazione primitiva specificata da un predicato ¢, dalPaltro, uno schema detto schema di lexis”. Quest ul timo & denotato da: < EE, x > dove & ¢ & sono variabili dargomento e x una variabile di operatore di predicazione. A partite dalla relazione predicativa e dallo schema saranno costruit il predicato e gli argomenti distinguendo un primo argomento (di ordine 0) e un secondo argomento (di ordine 1), Cosi una lexis risulta dalla istanziazione di uno schema er mezzo di termini a loro volta costruitia partie da nozioni. ‘Questa operuzione é in prado di produrre una configurazione complessa, che non é il risultato di una semplice operazione seghamento per mezzo della quale si sostituirebbero alle variabili dello schema termini categorizzati (in predicato € 1ento, in verbo ¢ nome). Di conseguenza, la costruzione comporta, come vedremo pitt avanti, la costi- M Chr. Enunciasione ” Chr Schema di lexis Che Lexis, 88 tuzione di un pacchetto di relazioni tra i costituenti della relazione predicativa. Una lexis non @ un enunciato”: essa non é né asserita, né non-asserita, giacché non @ ancora situata (localizzata) in uno spazio enunciativo™ dotato di una rete referenziale (un sistema di coordinate enunciative)”. Se designamo con 4 una lexis ¢ con Sit (situazione di cnunciazione) il sistema di ancoraggio enunciativo, possiamo vedere che un enunciato & il prodotto dell’operazione : < 2 € Sif >. Di conseguenza, una lexis &nello stesso tempo cid che di solito 2 chiamato «contenuto proposizionale» (in tal senso, essa & molto vicina al le&rén degli Stoici) e una forma generatrice di altre forme derivate: famiglia di relazioni predicative da cui la costituzione eventuale di una famiglia paratrastica di enunciati, Ogni relazione che ha questa proprieta @ una lexis, che essa divenga un sintagma 0 una frase. Cosi: II libro di Piero Piero, il suo libro Piero, lui, i suo libro allo stesso modo di: Piero ha un libro Piero, lui, ba un libro appartengono alla stessa famiglia. Di o la forma finita ha sono le tracce di operazioni derivazionali. Aggiungiamo che tuna lexis pud essere composta con un'alzra lexis ¢ si pud costruire una relazione di ancoraggio tra lexis. Quando avremo a che fare con pit di due argomenti, i terzo argomento sari necessariamente introdotto a partire dalla lexis elementare e verranno cosi costruite pitt relazioni » Ce Emuncito, > Inf Call The concep ofetional do 79.3 » In, Guliol The concept of notional domain. ct... 79. silegeein corispondenas dao seso puntonaano azo cwuncativa deft Guna fete celerensiale (an enuncative space defined by a referential netorkm 89 in cui esso risultera intricato. La nozione di inttica (intri= cation) mi era sembrata indispensabile per trattare alcuni problemi linguistici in cui le arborescenze erano manife- stamente inadeguate, perché si costituivano due relazioni in parallelo e un termine risultava cosi appartenere a due relazioni. Questo si riscontra per esempio nello studio delle ‘causative o nella tematizzazione come: fo, mio fratello, la sua casa, il tetto, é lui che I'ba riparato. JP. Desclés, in maniera del tutto indipendente, aveva scoperto l'utilita di una tale ‘operazione nel trattamento formale: ¢ grazie a lui che adesso disponiamo di una definizione matematica dell’operazione astratta di intrico (in Opérateurs, Opérations: méthodes in- trinseques en informatique fondamentale et application a la linguistique et aus: bases donées, Paris, 1980). Restiamo nel discorso intuitivo: siano dati due termini x € ye la relazione . Quando agginngo un tere termine z, costruird, in virti di cid, una relazione tra x € z (per esempio, < x € z> ), tra y ez (per esempio, < y > z>) cosi come tra e< x & z>. Per come l'ho appena descritta, questa schematizzazione ci fornisce la rappresentazione di-un predicato del tipo donaer (dare): ha x, y stabilisce una relazione con z in maniera tale che x abbia z per localizzatore. Insomma, abbiamo costruito: 1. una relazione inter-soggettiva" (per considerare un caso privilegiato) tra chi da e chi riceves 2. una relazione tra chi di e cid che & dato; 3. una relazione tra destinatario (beneficiario) e cid che & dato (ricevuto); 4. una relazione della transizione tra 2 € 3. Vediamo che 1 fornira un eventuale valore modale inter soggettivo"’ mentre 4 combina modalita e temporalita, Compa: rando la forma (astratta)® di donner lo schema della relazione causativa (cfr pid avanti), appare la similariti e comprendiamo che donner ® impiegato come predicato di una causativa (Jeait fi. Covemuncatore; Regolazione; Che, Modalita: 30.1.2. © Che: Forma scbematicn donne le champ a labourer @ Paul). Comprendiamo anche i valori soggettivi dellalternanza a/par nelle causative in francese, il declassamento del complemento oggetto a oggettoindiretto,¢ si pud inolire formulare meplio la domanda relativa all esistenza possibile di 2 oggetti, ete. Tutavia, per mancanza di spazio, non affronterd questi problemi. Se ricerchiamo gli schemi privilegiati d'intrico del terzo argomento, arriviamo a 4 relazioni tra un terzo termine € Ja lexis elementare: 1. la relazione di cui si & appena detto (poco importa Ja sua designazione); 2. al’applicativon (x fa y per 2); 3. alo strumentale» (x ha w e fa x con w); 4. il locativo che fornisce Vancora spaziale di un evento, che in definitiva & una delle relazioni fondamentali. Gene- ralizzandes ogni termine che patra giacare il ruala di laca- lizzatore (localisateur) astratto, al di la della localizzazione spaziale che & un caso privilegiato. Tnoltre, possiamo avere meno di due argomenti assegn: bili (verbi detti intransitivi, processi con un solo attant conserveremo i due posti e avremo una relazione riflessiva (2 posti distinti identificabili un con Valtro) o ciclica (2 posti che coincidono). Dopo queste generalita sulla costruzione di una lexis, passiamo al problema dell’orientazione ossia della sclezione del primo argomento (0 complemento di rango zero). Per orientate, occorre un punto iniziale: questo & fornito dalla costruzione del primo argomento. In una relazione di dia- tesi attiva, il primo argomento sar costruito selezionando il termine fonte nella relazione primitiva per istanziare il posto & dello schema di lexis. Designamo la fonte con la lettera a; B denotera la meta e < () r() > il predicato. La posizione delle parentesi é senza importanza; per comodita di serittura, possiamo anche metterle a sinistra 0 a destra in base alla lingua studiata. L’essenziale @ rispettare le regole di trattamento. Una volta selezionato a, costruiamo una relazione di ancoraggio: © Jean daa Paul il eampo da ara, @ € ancorato al secondo membro. Da qui la relazione non saturata < () rb > da cuis > w Ora, < () rb > proviene a sua volta da un’operazione di ancoraggio attraverso la quale 4, meta nella relazione primitiva, & ancorato al predicato <()r () > che <6 &<()() >> (non do la formula duale). (2) Da (1) ¢ (2) ricaviamo: >> 6) ‘Tuteavia, da un altro lato, la relazione primitiva tra a eb una relazione non riflessiva ¢ non-simmetrica che possiamo rappresentare in questo modo: . Questo permette di costruire un concatenamento in- tricato che la rappresentazione lineare pud rendere solo in modo decisamente inadeguato: Sy aa EG b>OESOFI PPS 4 Possiamo fare tre constatazioni: 1. questo concatenamento di operazioni produce un pacchetto di relazioni: act; a-b; ab-r; bear; ber; ar, Questo gioco di relazioni svolge un ruolo importante nella topicalizzazione. 92 2. il termine 6 & doppiamente ancorato, 5. esso fa parte del membro della relazione predicativa che serve da ancora per a: @ il termine indispensabile in- tomo al quale si organizza il concantenamento predicativo, almeno in quelle lingue in cui € marcata esplicitamente la non-simmetria della relazione primitiva tra ae b, vale a dire 1e ergative. Cosi la costruzione conferma la posizione di chi vede nell'assolutivo il termine di cui non si pud fare a meno (mentre l'ergativo pus essere cancellato). Vedremo pitt avanti che la formula (4) ci permette di comprendere la derivazi ne delle relazioni predicative in basco. D’altra parte, & la formula (1), in cui selezioniamo il primo argomento senza marcare la non-simmetria della relazione primitiva, che ci fornisce la relazione predicativa con orientazione attiva di uuna lingua come il francese. ©) Costruzione del termine di partenza, Nella relazione orientata che abbiamo costruito distingueremo un termine a partire dal quale verra organizaata Ia relazione predica- tiva. Questa costruzione dell’ancora predicativa (da non confondere con il primo argomento, sebbene di solito essi coincidono © non sono distinti) pud, semplificando le cose, essere ricondotta ai tre casi seguenti: # Tl termine di partenza (termine distinto) il primo argomento. Questo verri denotato con: <4 3 >>. Per fissare le idee, scelgo la formula che rappresenta la relazione con orientazione attiva in francese. Tale schema pone tun termine a partire del quale si strutcura la relazione orientata (ritomneremo piit avanti sulle operazioni di assorbimento). Se il termine di partenza @ complesso, nulla impedisce che esso sia ricomposto per derivazione (cosi: le pére de Jean est a Paris (il padre di Jean @ a Parigi ha per equivalente Jean, son pore, (il) est d Paris Jean, suo padre, & a Parigi. 1 Ml termine di partenza @ il secondo membro della relazione. Da qui la notazione: <<<()rb> Ba>E<()rb>> 93 __ Sappiamo che in francese vie o un marcatore prosodico di questa operazione 0 un marcatore morfematico: sostitu- vione anaforica sia pet identificazione stretta (dunque un valore assegnato per un posto da istanziare) sia per identi- ficazione globale, ossia costruzione del dominio dei valori Si pud mostrare facilmente che nel primo caso si arriva all’assegnamento necessario del valore a: nel secondo caso, @@ un valore tra altri valori possibili, Nel primo caso, abbiamo il verbo étre e lanaforico ce (cest a qu; nel secondo caso, abbiamo il verbo avoir e il localizzatore ¥ (if y @ a qui)®, ossia un’ancora non determinista. itt) Non distinguiamo nessun termine, Questa equipon- derazione comporta l'ancoraggio in blocco della relazione all’ancora situazionale Sit. Questo sara denotato con: Sit 3. Si tratta di enunciati di prediicazione esistenziale con va- lore di sorpresa, messa in guardia, brusca trasformazione, ete. The baby's crying; Il y a Paul qui mange un gateau!* In francese esiste un'altra possibilita derivata dall’an- coraggio situazionale": impiego di un termine al di fuori della relazione predicativa come ancora situazionale. Per esempio: J'ai ma saeur qui a quitté Paris? accanto a: Iky a moa sceur qui a quitté Paris” i bambino sta piangendo! @. Ce Pel Ge api un cel Per il concerto di ancoragio sitwazionale, cr; Oceorenta come risultato di openzion’ li anconagae, “to mia sella che ha facto Pai Ce mia sorella che ba lasciato Pari Infatti, abbiamo un intrico di due relazioni: (ai ma soeur)”! © (ma soeur qui a quitté Paris)® 4) Costruzione dell'incora costitutiva, Costruire "anco- ra costitutiva equivale a costruire il campo organizzatore dell'enunciato, In certi casi, primo argomento, termine di partenza e ancora costitutiva vengono a coincidere, ma cid non si verifica necessariamente. Liancora costitutiva non & obbligatoriamente composta da un solo termine (eft. giap- onese, coreano, arabo, francese). Inoltre, si pud mostrare che Pancora costitutiva ha tutte le proprieta formali di un dominio nozionale’. Da qui i valori ben noti di contrasto di en tout cas, entre autres (si pud costruite la frontiera®, che fa parte del dominio dei valori assegnabil...). Anche in questo caso la cosa interessante & che si possa ritrovare attraverso un certo percorso teorico un insieme di problemi ben conosciuti, Il vantaggio consiste nel fatto che una meto- dologia costruttvista di la possibilita di eseguire ragionamenti in cui la lingua usuale & controllata dalle rappresentazioni metalinguistiche. Infine, sappiamo che l'ancora costitutiva {il topic o il tema, in base al tipo di linguistica) deve essere identificata e deve quindi essere stabile (si tratta di cid che talvolta chiamiamo «il dato» o «l'informazione antica»). Di conseguenza, avremo sia un nome proprio (nel senso ampro del termine) sia uno generico (qualsiasi occorrenza nella classe identificabile con qualsiasialtra occorrenza). O ancora: una partizione sulla classe o una ripresa, ©) Ancoraggio al sistema di coordinate enunciative. Una lexis @ ancorata a un sistema complesso che comprende un'origine situazionale, Sit, un’ancora dell’evento di locu- zione, Sit, un'ancora dell’evento cui si fa riferimento, Sit,”. 2% Ho mia sorella, ® Mia sorella che ha lasciato Pat » Chr. Dominio nezionale % Chr Intemno, Esterno, Frontiers Yn particolare: 195; 1937 Che Situacione di enunciarione. Ogni ancora comprende due parametri (S per «soggetto enunciatorer, «locutore»; T per le ancore spazio-temporali dell origine enunciativa, dellatto di locuzione, dell'evento cui ci si riferisce). Il sistema @ minimale e pud essere arricchito in modo regolato tramite la costruzione di altte ancore. La formula di ancoraggio situazionale @ dunque: 2 & < Sits (Ss, T.) € Sit, (S,, T,) Site (Sy, Ts) D'ahra parte, esiste un insieme strutturato di operazioni che permette di costruire la categoria della determinazione ein particolare di trattare la quantificazione™ ¢ la qualifica- zione” di termini che entrano in una relazione di ancoraggio counciativo. Questo permette di ricondurte le categorie, attraverso i loro marcatori, a operazioni fondamentali: pos siama ene lavorare all analisi di fenomeni epecifiel enteo un quadro comune e darci, in virti di cid, qualche possibilita, di successo supplementare nella ricerca degli invarianti di linguaggio (invariants langagiers). Questo permette anche di lavorare in modo modulare ¢ di costruire una classe di problemi. Infine, risultano integrati numerosi fenomeni detti ‘«pragmatici» che spesso forniscono un punto di partenza per la soluzione di certi problemi sintattici, Studio di un caso Derivazione di relazioni predicative che formano una famiglia di cnunciati in francese. 4@) Tre osservazioni preliminari = Mi sono limitato deliberatamente a una sola lingua per mancanza di spazio e per portare a termine un insieme sistematico di procedure, senza disseminare lanalisi di trop- pe allusioni (esatte, ma non giustificate dal ragionamento); * Che Quenifcnione 2 ie elfen % ~ mi sono limitato a un solo problema entro una lingua data che non tratto perd con lesaustivita desiderabile. Si tenga bene a mente che si tratta solo di un frammento illustrativo; = non discuto esplicitamente le posizioni di correnti differenti, in quanto, ancora una volta, non c@ nessuna ragione per un confronto allusivo. Ciononostante, questo silenzio non indica né il rifiuto della discussione né T'isola- mento al tiparo di una protezione tecnica. I! percorso che ho adottato ha mostrato in maniera indipendente e tanto pid probante, giacché sortoposta a vincoli formal, la giustezza delle posizioni di questo © quel particolare studioso, Si uo mostrare che S. Kuno ha ragione quando sostiene che Ja costruzione di una relativa implica una tematizzazione; sono d'accordo con Dik su molte analisi; potrei mostrare che la Grammatica Relazionale ha posto questioni: molto buone © proposto un quadro tcutiee atiuwlaute, Con un po’ di spazio, potrei riprendere questo o quell'argomento € potrei mostrare la convergenza di queste ticerche. 4) Considerazioni tecniche sul sistema di rappresentazione 1. In cid che segue adotto, malgrado la sua inadeguatezza, tuna rappresentazione lineare. Rispettando i vincoli del for ‘malismo, dispongo le formule in maniera tale da avvicinarmi alla disposizione del francese. I! che dovrebbe facilitate la ettura certamente faticosa di questa suecessione di formule. 2. Le parentesi angolari_ sono utilizzate per delimitare un’espressione e gli indici sono introdotti in maniera non sistematica al fine di facilitare la lettura e ricordare la storia di un concatenamento intricato. 3. Le parentesi vuote sono impiegate in tre casi: ) in un’espressione non saturata per rappresentare un posto da istanziare, Per esempio: < () rb > 0 ancora per riprendere due esempi gia menzionati; ii) marcare un posto vuoto per spostamento di un ter- mine che istanzia il posto. Per esempio: sb E600 e Pra Sas0rOer 2b>5 7 iii), per marcare dei domini di valoti legati. Cosi, se costruisco la classe astratta™ ( )k di valori che convalidano la relazione < () r 4 > mediante istanziazione del posto ( ), dotengo l'espressione: aT < Oket)rb> in cui i legame indica che per ogni valore i,j appartenente alla classe la relazione sara convalidata, 4, Regola di extraposizione. Sia data una relazione «x @ ancorato a p> Non solo posso ricavare per dualita «y@ ancora dix; y ha x come entiti ancorata», ma posso, per mezzo di un'operazione di extra-posizione, costruire i derivati Aeon sinc tat Oe Gaga oD E95 KE<()Eyri 2x (questo non & esaustivo). 5. Regola di contrazione. Quando la composizione di due espressioni comporta Vistanziazione di parentesi vuote o la contiguita di due ter- mini identici, si potra contrarre il risultato, Cosi a partire daeda ottengo: <>— ‘Turtavia, quando una parentesi marea un pesto in un’e- spressione ¢anonica, essa non pud essere cancellata. Cosi nella rappresentazione del predicato () r (); non posso cancellare per contrazione nessuna parent: Nell’esempio citato pitt sopra <() k € () rb >, non posso effettuare alcun assorbimento, poiché ciascun simbolo marca una tappa delPoperazione costitutiva della classe. E solo alla fine del percorso (cioe alla fine della catena di ‘operazioni) che potrd eventualmente applicare la regola di contrazione. % Pee Voperuzione di costraione di una classe asteatta di valori (0 ‘occorrenze), ef Frammentazione. 98. 6. Infine, e questo @ un punto cruciale, non dobbiamo considerare i simboli come etichette, una sorta di traduzione uno-a-uno da una lingua a una metalingua ¢ viceversa. Si tratta, ¢ bene ricordarlo, di costituire, attraverso procedure regolate ¢ indipendenti, relazioni in cui le posizioni, i ter- mini costituiti ¢ le configurazioni valgono solo per Ia loro storia e per le relazioni di ancoraggio che sono costruite a mano a mano dalle operazioni. Cosi i marcatori di superficie deriveranno da un calcolo: Je non sari il rappresentante di S (ancora di locuzione) ma il marcatore dell identificazione di §, eS), Allo stesso modo, quando introduco il relativo qui (per esempio in>, Jean a son rove; qui a acheté une voiture” per c= Jean; a = son frére; <()rb>-=() a acheté une voiture), questo é solo il risultato di un calcolo: termine @ ancorato a una proprieta <() rh >: identifieazione di a come valore assegnato al posto da istanziare. In un altro caso, l'operazione potra portare all’anaforico #l. A rigor di termini, bisognerebbe fissare le regole di trasferimento e giustificare le decisioni; questo perd rendercbbe sproporzionato il commento. Allo stesso modo, mi servird sempre delle stesse regole, sebbe- ne il testo francese dato a scopo illustrativo pressuponga formule molto pidi complicate. Infine, ho eliminato ogni rappresentazione di operazioni costitutive dell’aspetto o della modaliti®® © ho messo semplicemente Sit li dove invece bisognerebbe essere pitt espliciti. ©) Formulario commentato 1 nostro punto di partenza sara la formula: > costruita pitt sopra, che da, per il fran- cese, la relazione predicativa di diatesi attiva orientata per un predicato a due posti istanziati. ® Jean ha suo fratello che ha comprato un'automobile © Che Modalit

Potrebbero piacerti anche