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Relazione

La bellezza della musica di Bach è la sua adattabilità ad ogni


strumento musicale.
Seppur il mio è un parere imparziale, penso che la Chitarra sia lo
strumento con il quale suonare la musica di Bach è sempre
un’esperienza bellissima, in quanto la Chitarra offre sempre
ampi spazi interpretativi ad ogni interprete della musica, ma
comunque sempre con il forte rischio di incorrere e cadere nella
banalità.
Ed è quello che, secondo me, si è verificato nella prima
esecuzione del giovane chitarrista nella masterclass di Benjamin
Zander.
La prima esecuzione del Preludio BWV 998 di Bach, secondo
me, è una interpretazione molto banale ed anche senza un filo
logico. E secondo me questo si capisce da ogni “mazzata” di
pollice senza senso della dinamica nel basso, e dai troppi
rallentando e rubati che hanno poco a che fare con la musica di
Bach.
Come cerca di spiegare il direttore Zander, Bach non si deve
suonare in modo monotono e verticale, ma deve anzi cercare di
disegnare delle linee immaginarie, dall’inizio alla fine di ogni
frase. Bisogna immaginare come se suonassero un contrabbasso,
la parte del basso, e un flauto, la parte del canto. Un “dialogo
musicale” tra un contrabbasso e un flauto, tra la voce del basso e
la voce del canto.
In realtà queste sono le osservazioni che ogni vero grande
interprete che ho conosciuto condivide, difende e consegna ai
propri allievi e studenti.
Lo spiega il mio Maestro Marco Cappelli e lo spiegava anche
Oscar Ghiglia nella Masterclass tenuta al Conservatorio di
Palermo nel 2018. Infatti, come dice Oscar Ghiglia, alla radice
di tutta la musica ci sono i modi, l’armonia ed una volta che si
comprende ciò, si è liberi; non suonano solo due mani, ma suona
tutto il corpo.
La stessa ideologia è condivisa da un altro interprete come
Adam Rudolph, che in una sua Masterclass tenuta al
Conservatorio di Palermo nel 2016 affermò una frase che mi è
rimasta impressa: “Music isn’t paper, Music is mind, heart and
body”.
È questo l’oceano di differenze che separa un musicista da un
professionista, ossia saper applicare tutta questa ideologia,
questo pensiero, alla propria esecuzione di una composizione di
Bach ed di ogni altro compositore in generale; in due parole:
Fare Musica.

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