aedes = casa
+ Edificazione è l'insieme delle tecniche e delle pratiche
edificare necessarie a rendere i luoghi della terra abitabili
facere = fare
Architetto è chi sa orientare una pluralità di tecniche verso uno scopo che va al di là delle tecniche stesse
Urbanista è chi sa orientare una pluralità di tecniche e saperi allo scopo di urbanizzare un luogo
La parola urbanistica, al contrario di architettura, è una parola recente, coniata poco più di un secolo fa.
Un ingegnere spagnolo, Ildefonso Cerdà, contribuì in maniera sostanziale a determinarne il significato.
Lo incontreremo di nuovo più avanti, quando parleremo di Barcellona...
urbanizzazione
urbanizzazione indica una scienza nuova, diversa dal sapere edificatorio del passato.
Il termine viene coniato da Cerdà alla fine del XIX secolo.
per designare questo nuovo sapere, Cerdà non usa la parola città perché essa esprime
una tale varietà di significati che non è immediato coglierne l'ordine e il funzionamento.
La parola urbs, fino ad allora unicamente riferita a Roma, appare più adeguata.
In latino, urbs è la contrazione di urbum, aratro, lo strumento con cui i romani, all'atto della
fondazione di una città, delimitavano l'area che poi sarebbe stata occupata da una popolazione,
da un insieme di edifici, etc..
Urbanizzazione, per Cerdà è «l'insieme degli atti che tendono a creare un raggruppamento
di costruzioni e a regolarizzare il loro funzionamento, così come designa
l'insieme di principi, dottrine e regole che si devono applicare perché le costruzioni e il loro
raggruppamento, invece di indebolire, reprimere e corrompere le facoltà fisiche, morali e
intellettuali dell'uomo che vive in una società, contribuiscano a favorire il suo sviluppo e ad
accrescere il benessere sia individuale che pubblico».
Già nella definizione di Cerdà, è presente il principio che l'urbanistica è un sapere con
marcate finalità operative, con un forte orientamento alla trasformazione non solo fisica, ma
anche sociale ed economica della città e del territorio.
Sull'oggetto specifico dell'urbanistica – la città, il territorio
Bisogna tenere presente che una scienza non è tanto caratterizzata dal suo oggetto, quanto
soprattutto «dalla finalità per la quale studia l’oggetto (e quindi dal punto di vista da cui lo
esamina)».
L'urbanistica non è l'unica disciplina a occuparsi di città. La città è oggetto di studio per molti saperi
(geografia, scienza politica, sociologia, antropologia, ingegneria, ecologia, ...)
il modo specifico con cui l'urbanistica guarda la città è, come diceva già Cerdà, la volontà di
trasformarne lo spazio, le forme, gli usi, le funzioni, a scopi collettivi.
Per L. Mazza, l'urbanistica è un'attività regolativa degli usi del suolo e della mobilità, sia pubblici
che privati, e delle loro trasformazioni, volta a realizzare fini di interesse collettivo.
Alla base di questa concezione, c'è l'idea che «tutte le attività umane comportano l'uso del suolo,
una risorsa scarsa e non riproducibile, e pertanto oggetto di conflitti tra i gruppi sociali che
competono per il suo controllo».
Per E. Salzano, l'urbanistica è «una disciplina per operare sul territorio ... e lo vede come un
insieme di risorse fisiche», quindi come qualcosa da utilizzare a scopi produttivi. Ma lo vede
anche come «recipiente, come superficie occupabile per le diverse funzioni che richiedono spazio».
In questa seconda accezione, è prevalente la finalità economica.
Per quanto giovane, anche l'urbanistica – come l'architettura – affonda le sue radici nella storia,
anche quella remota dei primi insediamenti urbani.
Come tutti i saperi, anche l'urbanistica ha i suoi miti, le sue storie esemplari, i suoi riti.
miti di fondazione
TEBE
UR
JERICHO
BABILONIA MOHENJO-DARO
TERRITORIO/POLITICA
LA GRIGLIA DIVIDERE/DISTINGUERE/DISTRIBUIRE
Il “mito dei miti” è la fondazione di Roma.........
Dopo aver restituito il potere a Numitore ed aver reso alla madre gli onori dovuti, i fratelli decisero di
andare a vivere per proprio conto, fondando una città nei luoghi in cui erano stati allevati fin dalla nascita.
Appena fu realizzata la prima fondazione della città, istituirono un luogo sacro come asilo per i ribelli, e lo
intitolarono al dio Asilo. Mentre si accingevano a fondare una sola città, subito sorse fra loro una
controversia a proposito del luogo. Romolo dunque fondò quella che chiamano Roma quadrata, e voleva
trasformare quel luogo in città ; Remo invece scelse una posizione forte sull’Aventino che da lui prese il
nome di Remorium e oggi si chiama Rignarium. Dopo aver stabilito di risolvere la contesa attraverso gli
uccelli augurali e dopo essersi messi in luoghi diversi, si racconta che a Remo siano apparsi sei avvoltoi, a
Romolo invece il doppio; alcuni sostengono che Remo li abbia visti realmente, che Romolo abbia mentito e
che, quando giunse Remo, solo allora sarebbero apparsi a Romolo i dodici avvoltoi. Per questa ragione i
Romani, per prendere gli auspici, si servono soprattutto di avvoltoi.
Quando Remo scoprì l’inganno si adirò; e poiché Romolo scavava un fossato con cui avrebbe circondato
tutt’intorno le mura, si faceva beffe dei suoi lavori e cercava di ostacolarli. Alla fine superò il fossato con
un salto; dicono che cadde lì, secondo alcuni colpito dallo stesso Romolo, secondo altri da uno dei suoi
compagni, un certo Celere.
Romolo, dopo aver sepolto nella Remoria il fratello, fondò la città, avendo fatto venire dall’Etruria uomini
che gli spiegassero ogni cosa con alcune norme e testi sacri e che glieli insegnassero, come durante i misteri.
C’è accordo sul fatto che la fondazione della città avvenne nell’undicesimo giorno prima delle calende di
maggio; e i Romani festeggiano quel giorno, chiamandolo natale della patria.
IL SOLCO / IL POTERE
PIAZZA
CATTEDRALE
PALAZZI
MURA
S. GIMIGNANO
SIENA
DISCORSI
ASSISI
SAVANNAH
PHILADELPHIA
BRASILIA
L’ORGANIZZAZIONE RAZIONALE DELLO SPAZIO NELLA CITTA’ MODERNA
URBANISTICA COME CONTROLLO E FORMA DELLO SPAZIO URBANO