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Premessa
Con il termine laminazione viene definita l’attenuazione di un’onda di piena per l’effetto
dell’inserzione di un serbatoio lungo un corso d’acqua. Vengono così a ridursi le portate di piena ed
accrescersi quelle di morbida in virtù del fatto che la variazione di portata Qe dell’emissario è lega-
ta alla possibilità di immagazzinamento temporaneo di un volume d’acqua, funzione del massimo
ammissibile sopralzo h della superficie libera dell’invaso.
Il carico totale in una sezione riferito ad un piano orizzontale di riferimento, è la somma dell’altezza
V2
geometrica z, dell’altezza piezometrica h e dell’altezza cinetica :
2g
V2
E zh
2g
Se il tirante h diminuisce, tendendo a zero, aumenta e tende all'infinito la velocità V e, quindi, l'al-
tezza cinetica che costituisce il secondo termine della H. Al contrario se h cresce tendendo teori-
camente all'infinito , la velocità e l'altezza cinetica tendono a zero ed il carico totale H tende a ri-
dursi alla sola parte potenziale h.
La curva H=(h) avrà un asintoto coincidente con l'asse delle H e l'altro sulla retta di equazione
H=h bisettrice del quadrante. E' evidente che la H(h), essenzialmente positiva tendendo all'infinito
per sia per h 0 che per h deve presentare un minimo in corrispondenza di un determinato
valore di h.
Sempre dalla Figura 2 si vede che assegnata una portata Q , a parità di carico specifico H, potrà
defluire con due differenti altezze : h1 per il regime di corrente lenta e h2 per il regime di corrente
veloce. Tali altezze sono dette profondità coniugate del carico specifico H .
Il punto della curva corrispondente alle coordinate Hmin e hc rappresenta lo stato critico; Hmin
rappresenta il carico minimo per esitare la portata Q mentre, la profondità h c viene detta altezza
critica della corrente.
L'esistenza di un minimo valore del carico specifico H indica che al disotto di esso non è più possibi-
le esitare l'assegnata portata Q .
Esempio 26. Soglia di fondo
Un alveo rettangolare, rivestito in cls k=75, con base 5,00 m e debole pendenza di fondo
(i=0,00038) convoglia una portata di 8,00 m3/s con un tirante h1 di moto uniforme pari a 1,25 m.
Introdotta una soglia di fondo di altezza = 0,25 m , determinare l'altezza h2 del tirante idrico sul-
la stessa.
198
Figura a
Per prima cosa si verifica il tipo di regime confrontando l'altezza critica hc con il tirante di moto
Q2 64
uniforme h1 hc 3 3 0,64 m
b2 g 52 9,81
La corrente è lenta essendo 1,25 > 0,64. Potendo trascurare le perdite di carico tra la Sezione 1 e
V2
2 è possibile tracciare la curva dell'energia a portata costante : Hh (Tabella I)
2g
Tabella I
Figura b
Noto H1 H2=H1-= 1,33 - 0,25 = 1,08 m, dalla tabella o graficamente (punto b diagramma di
Figura 8) si risale al valore di h2 0,94 m
Per un’altezza della soglia =40 cm la retta H1- = 1,33 - 0,40 = 0,93 m non taglia il grafico
della H(h) (punto a del grafico di Figura c) , la corrente in arrivo è lenta e non possedendo l'energia
Figura c
h1 h3 con le
Resta da definire la lunghezza del risalto. Pertanto dalla relazione h2 1 1 8 c
2 h13
dovute sostituzioni : h2
0,38
2
1 1 8
0,643
0,383
1,0 m
L 6 h2 h'2 6 1 0,38 3,72 m
Q2 q2
Nel caso particolare di sezione rettangolare : hc 3 3 Vc gh c
gB2 g
[4]
Vc2 ghc 3
Hmin,Q hc hc hc [5]
2g 2g 2
Nel caso in cui sia definita la geometria della sezione trasversale ed il valore dell'energia
H=costante è possibile definire la relazione tra la portata Q ed il tirante h risolvendo l'espressione
[2] rispetto a Q
Q 2g (H h) [6]
200
Figura 3.
V2 V2 V2
z1 h1 1 z2 h2 2 0,5 2
2g 2g 2g
Q2
52,5 50 h2 1 0,5
b * h2 2 2g
Q b h2 2g
2,5 h2
[a]
1,5
Poiché le incognite sono 2 la [a] ovviamente non è sufficiente per risolvere il problema, pertanto
occorrerà associare a questa un'ulteriore equazione che leghi la portata Q al tirante h. Nell'ipotesi
che il moto possa essere considerato uniforme è possibile utilizzare l'equazione di Chezy:
V Ri [b]
esplicitato il coefficiente di attrito con l'espressione di Strickler la [b] può essere riscritta in fun-
zione della portata :
Q k R2 / 3i1 / 2 [c]
b h2
essendo b h2 ed R
b 2h2
Uguagliando la [a] alla c] è possibile risolvere l'equazione nell'unica incognita h2 e, successiva-
La soluzione può anche essere trovata utilizzando un metodo grafico riportando per diversi valori
del tirante h, in scala opportuna, sia l'espressione Q[a] che la Q[c].
Tabella I Grafico A
Dal grafico A si deduce la soluzione data dall'intersezione delle due curve: Q 20,20 m3/s per
h2 2,00 m.
202
1. Laghi
Un lago è caratterizzato da una massa d’acqua che riempie una cavità o depressione terrestre sen-
za comunicazioni dirette con il mare ed ha una profondità sufficientemente elevata da non presen-
tare vegetazione sommersa. Quando la profondità è minima nasce vegetazione sul fondo: se que-
sta rimane sommersa lo specchio liquido assume il nome di stagno ovvero palude. Un lago è aperto
se è presente uno o più emissari, in caso contrario si dice chiuso.
Quando lo specchio d’acqua è comunicante col il mare, dal quale è separato da sottili strisce di ter-
ra, si ha la formazione di lagune.
Nel caso di lago aperto è presente una sezione di incile, coincidente con la sezione iniziale
dell’emissario.
I laghi artificiali vengono realizzati per disporre di una capacità utile che consenta di soddisfare la
domanda d’ acqua nei periodi in cui la disponibilità idrica, costituita dalle fluenze, non è sufficiente.
La presenza di un lago artificiale, pertanto, modifica i deflussi naturali del corso d’ acqua, consen-
tendo l’adattamento della successione temporale delle portate alla successione delle richieste
dell’utilizzatore che è della natura più varia:
potabile
irrigua
idroelettrica
industriale
alimentazione delle vie di navigazione
la difesa dalle inondazioni
la fruizione del tempo libero
Nei tempi recenti si è sempre più affermata la concezione di laghi artificiali ad uso promiscuo.
L’ opera di sbarramento è costituita dalla diga dotata, sempre, delle opere cosiddette complemen-
tari, costitute da:
scarico di superficie
scarico di fondo
eventuali scarichi di alleggerimento
opera/e di presa
Stratificazione Termica Diretta : quando la temperatura della superficie del lago è superiore a 4°C
la temperatura dell’acqua diminuisce dall’alto verso il basso fino a raggiungere i 4° in profondità.
Aumentando ulteriormente la temperatura, tb, la densità decresce , non si hanno moti convettivi e
la variazione di temperatura si risente entro profondità ha limitate. Ad un abbassamento della tem-
peratura, tc, consegue un aumento di densità con conseguente moto convettivo, che interessa una
successione di strati fino alla profondità hd di pari temperatura tc. Ne consegue che alla profondità
hd si interrompe la stratificazione diretta con una discontinuità ed al disopra di tale quota si ha uno
strato omotermico (Figura 1)
Stratificazione Termica Inversa : la temperatura della superficie del lago è inferiore a 4°C e pertan-
to la temperatura dell’acqua cresce dall’alto verso il basso fino a raggiungere i 4° in profondità. Una
ulteriore diminuzione della temperatura non produce moti convettivi mentre, un aumento della
temperatura consegue un aumento di densità con conseguente rimescolamento degli strati fino alla
profondità hd .
Quando la temperatura scende sotto lo zero inizia il congelamento che interessa solo spessori su-
perficiali limitati sia perché la temperatura aumenta con la profondità e sia perché il ghiaccio pro-
dotto esercita una funzione coibente (Figura 2).
Nei laghi temperati la stratificazione termica diretta avviene in estate; in autunno, diminuendo la
temperatura, gli strati superficiali raffreddandosi aumentano di densità e scendono verso il basso .
204
Questo processo detto Rimescolamento autunnale, cessa quando l’acqua del lago raggiunge la
temperatura di 4°, in tutta la profondità, consentendo un ricambio di ossigeno su tutta la massa.
Nei laghi tropicali, non scendendo mai la temperatura superficiale sotto i 4°, si ha solo stratificazio-
ne diretta; al contrario i laghi polari hanno solo stratificazione inversa.
1.2.Evaporazione
Il fenomeno dell’evaporazione interviene nel ciclo idrologico dal momento in cui le precipitazioni
raggiungono la superficie del suolo. Gli idrologi definiscono l’evaporazione l’insieme dei fenomeni
che trasformano l’acqua in vapore attraverso un processo specificatamente fisico: un liquido passa
gradualmente allo stato gassoso, senza ebollizione (Figura 3).
pn pn
E c s c s 1
[1]
p s p
metodo idrologico: è basato sul bilancio tra gli afflussi al lago ed i corrispondenti deflussi e volumi
invasati. Data l’incertezza delle misure dovuta anche alla difficoltà di valutazione di eventuali ap-
porti e deflussi sotterranei, il metodo non riesce a fornire, oltre l’andamento qualitativo, una suffi-
ciente certezza del dato ricercato.
misure dirette attraverso l’utilizzo di strumenti di misura per rilevare la quantità di evaporato:
Atmometri : sono costituiti da un bilancino tipo “pesa lettere” portante sul piatto una vaschetta
(di 250 cm2 di superficie e profonda 35 mm). La variazione del peso dà una misura dell’evaporato
affetta da due sensibili errori: l’esiguità del volume e lo scambio termico con la parete della va-
schetta .
Figura 4. Atmometri
206
Vasche d’evaporazione : sono, generalmente, realizzate con contenitori metallici posti a terra, in
prossimità della riva, o leggermente sopraelevati (15 cm) detti di Classe A secondo il tipo in uso
dall’Ufficio Meteorologico USA (Figure 5 e 6 ); benché la misura sia condizionata dall’irraggiamento
delle pareti.
Per ridurre gli scambi termici con le pareti causati dall’irraggiamento è stato realizzato il modello
Colorado ( Figura 7). Una vaschetta quadrata di circa 1 m di lato viene interrata fino a sporgere
dal terreno circa una decina di cm; questa altezza però non è sufficiente per evitare che schizzi
prodotti dalle gocce di pioggia impattanti sul suolo, possano ricadere nella vaschetta portandosi
dietro detriti che possono, ovviamente, alterare la misura.
Per misure dirette dagli specchi liquidi dei laghi vengono utilizzate vasche evaporimetriche alloggia-
te su zattere galleggianti (Figura 8) .
Pur avendo cura della posa in opera in condizioni simili alle acque del lago (giacitura, esposizione ai
venti ed irraggiamento solare) tutti gli evaporimetri sono affetti da errori di misura sistematici:
tipi a terra: le temperature sono leggermente superiori di quelle del lago, perdite di acqua
causate da piogge violente; inserimento di detriti e foglie portati dal vento
tipi galleggianti: entrate e uscite d’acqua causate da onde, misure in eccesso derivanti dalla
maggiore superficie del vaso bagnata per oscillazione dello strumento.
Agli evaporimetri, volendo correlare le letture di altezze di evaporazione con le grandezze dei prin-
cipali fattori che influenzano il fenomeno, vengono affiancati, generalmente, un pluviometro, un
termografo, un anemometro ed uno psicrometro.
Le numerose serie di dati hanno consentito di esprimere formule derivate da quella di Dalton
2. Formula del Conti : più semplice della precedente, è basata sulla dipendenza della evaporazio-
pn
ne con la sola temperatura media mensile Ei Ci s
p
s = tensione di saturazione corrispondente alla temperatura media mensile dell’aria presso la
superficie del lago; [mm Hg]
pn = pressione atmosferica normale
p = pressione locale media mensile
Ci = coefficienti mensili desunti da numerose osservazioni su laghi americani
208
Il complesso delle osservazioni raccolte indicano una diminuzione dell’evaporazione in funzione ol-
treché dell’altitudine anche della latitudine essendo peraltro analogo il comportamento delle tempe-
rature. Negli Stati Uniti si passa da valori di circa 1250 mm/anno, a quote minime, ad altezze di
circa 860 mm/anno a quota 2.500 m s.m.
In Italia sono rilevabili valori compresi tra 800 1200 mm /anno.
Figura 9
Schematizzando il lago come un recipiente di forma tronco conica dotato di un unico dispositivo di
vuotatura, posto poco superiormente al fondo, ed alimentato, superiormente, da un’unica condotta,
in assenza di afflussi, il livello nel secchio sarà coincidente alla quota di fondo della soglia della luce
di efflusso: per h=0 Q e =0 Qa =0 . Per Q a = Qe il livello rimane costante. Q e aumenta
solo se il livello h sale, cioè quando Qa > Qe ; parte della portata di afflusso si accumula nel reci-
piente e non defluisce istantaneamente (Figura 10).
In modo analogo ed inverso la Q e decresce con il diminuire del livello h quando cioè Q a < Q e . (Fi-
gura 11).
Figura 11.
210
volume defluito nella sezione di incile: Qe dt
volume accumulatosi nel lago: dV = dh per effetto della variazione di livello dh .
Per il Principio della Conservazione della Massa il concetto espresso in precedenza si traduce anali-
ticamente nell’equazione di continuità
Q a Q e dt dV Qa Qe
dV
[1]
dt
poiché Qe e V sono funzioni di h
dV dV dh dQ e dh dQ e
[2]
dt dh dQ e dt dQ e dt
, Funzione di moderazione, ha la dimensione di un tempo ed è caratteristica del lago al-
dQ e
dh
la quale si riferisce 1.
dQ e
La è sempre positiva per esserlo e la (variazione della portata di efflusso con il tirante).
dh
Con le dovute sostituzioni la [2] si riduce nella
dV dQ e
(h) [3]
dt dt
dQ e
mentre la [1] assume la forma Q a Q e (h) [4]
dt
E’ dallo studio della funzione [4] che è possibile trarre delle considerazioni sul potere moderatore
dei laghi (Figura 12).
dQe
Per Q a > Qe essendo (h) positivo risulta 0 Qe è crescente ;
dt
dQe
per Q a < Qe è negativo e Qe è decrescente.
dt
dQe
Nei punti in cui Q a = Qe 0 , la Qe può assumere valore massimo o minimo.
dt
Figura 12. Riduzione della portata al colmo con portata di deflusso non regolata
1
è tanto maggiore quanto più grande è l’area del lago rispetto all’incremento della portata di afflusso attraverso una sezione di incile di ri-
dotte dimensioni
dQ e
Q a Q e (h) Qe [5]
dt
dQ a dQ e d (h) dQ e d2 Q e
(h) [6]
dt dt dt dt dt
dQ a d (h) dQ e d2 Q e
1 (h) Q a 1 Q e Q e [7]
dt dt dt dt
Quando Q a = Qe Qe 0
Si ha un minimo se Qe 0 e cioè per la [f] Qa 0 Q a crescente
Si ha un massimo se Qe 0 e cioè per la [f] Qa 0 Q a decrescente
I massimi ed i minimi della Qe si hanno nei punti di intersezione delle curve Q a , Qe ; i punti di
massimo ricadono nei rami discendenti della Q a , quelli di minimo sui rami ascendenti.
2.1. Funzioni tipiche Qe=(h)
Ribadita l’unicità della Qa quale portata netta di afflusso al lago, definita con uno dei metodi anali-
tici di trasformazione afflussi_deflussi, questa è rappresentata, generalmente, dall’idrogramma di
piena.
a. Canale emissario:
Nella pratica progettuale trova un impiego diffuso l’equazione di Manning- Strikcler, dedotta dalla
Q e k R 2 / 3 i1 / 2
formula di Chézy :
Questa relazione, che lega in modo univoco la portata Qe al tirante h, è generalmente chiamata
scala di deflusso (o delle portate) dell’alveo.
L’espressione [8] consente, fissata la geometria della sezione e la scabrezza k, di esprimere la
portata Qe in funzione del tirante h.
Nella seguente Figura 29 è riportata una sezione rettangolare di un canale emissario con le seguen-
ti caratteristiche:
base = 4,00 m rivestimento con calcestruzzo gettato in casseforme metalliche k=80
pendenza del canale emissario i=0,001:
Figura 13.
Nella successiva Tabella I è riportata la successione delle coppie dei valori Q ed h e la correlata
rappresentazione grafica della scala delle portate con la funzione interpolare:
Q 7,4121 h1,4671
212
Tabella I
Qe L h0 2g h0
con coefficiente di efflusso che, per soglie sagomate può assumersi uguale a 0,450,48.
Per Qe= massima portata di massima piena , h0 è il Carico fondamentale.
Figura 14. Complesso degli scarichi di superficie e di fondo di una diga tracimante
Il realtà il livello del lago, per effetto della portata di piena, subirà una sopraelevazione della super-
ficie libera che può ritenersi trascurabile in confronto al battente h sulla luce di fondo; pertanto ver-
rà assunta h = costante e di conseguenza anche la portata defluente Qe che, per velocità di arrivo
Vo pressoché nulla, può essere espressa con la relazione:
Q e 2g h
= area totale della luce
h = carico sul baricentro della luce
3
µ = 0,610,62 è il coefficiente di efflusso o di portata
2 Gli scarichi liberi assicurano la laminazione senza la necessità di governo mentre gli scarichi regolati richiedono un controllo e, pertanto,
per motivi di sicurezza, generalmente, non sono inferiori a due.
3 i valori, rilevati sperimentalmente risultano dal prodotto di un coefficiente di velocità Cv (che per efflusso in parete sottile vale 0,98) ed
un coefficiente Cc di contrazione (rapporto tra l’area della sezione contratta e l’area della luce)
214
h
Il volume invasato V=
0 dh , è funzione dell’area dello specchio liquido , funzione crescente di
h. Pertanto, nota la porzione di territorio nella quale realizzare la conca d’invaso (Figura 16), si ri-
levano le superfici
Figura 16
i delimitate dalle varie curve di livello e conseguentemente si stimano i volumi V i compresi tra
due superfici consecutive. Dalla costruzione dei diagrammi delle superfici e dei correlati volumi di
invaso si individuano il legame funzionale tra volume invasabile V e quota h. (Tabella I).
Tabella I
Infine la Figura 17 sintetizza sia la variabilità delle arre e dei correlati volumi invasati in fun-
Figura 17
Q = 470 [m3/s]
Per descrivere l’andamento della portata Q(t) in funzione del tempo, si approssima l’idrogramma di
piena ad un triangolo (Figura a) ; il volume defluito nella durata tb risulta:
Q max t b 470 10
V 3600 8.460.000 m3
2 2
Si vuole valutare l’effetto di laminazione dell’onda di piena imputabile alla capacità di accumulo di
216
un serbatoio artificiale creato da uno sbarramento costituito da una diga tracimabile. La formula-
zione matematica è espressa dall’equazione differenziale:
Q a Q e dt dV [a]
Comunemente risolta alle differenze finite una volta note, per un generico intervallo di tempo dt :
Qa= portata di ingresso, nota;
Qe = portata smaltita dall’organo di sicurezza, incognita;
dV = volume d’acqua invasato nel lago per un incremento del livello dh.
Il volume invasabile, funzione della curva dei volumi di invaso (variabilità della superficie liquida
del lago con la quota) e della tipologia e dimensioni dell’opera di scarico, viene limitato da
un’altezza massima di 1,0 m sul livello di ritenuta normale, ritenuta compatibile con la Normativa
vigente.
Figura b.
1. Funzione V =(h)
La costruzione dei diagrammi delle superfici e dei correlati volumi di invaso individua il legame
h
funzionale tra volume invasabile V e quota h : V * 106
0,202
2. Funzioni Qe =(h)
2.a Canale emissario
Il problema pratico è quello di stabilire a priori delle dimensioni dell’opera di scarico prima di cono-
scere la massima portata Qe uscente. Pertanto fissato un valore della Q’e,max (prossimo alla
Qa,max ) si ipotizza l’uso di un canale fugatore realizzato, nella sezione di incile, con un box cul-
vert in cls armato, con quattro luci larghe ciascuna 12,0 m (Figura c), e con pendenza di fondo
i= 0,0125 (coefficiente di scabrezza ks=90); nota la Qe’ =(h) si determina attraverso la [a] un
nuovo valore della Q’’e,max conseguente all’effetto di laminazione esercitato dal serbatoio artificia-
le.
Figura c
Colonna 4 : Qa-Qe pari alla differenza tra il valore della colonna 3 – il valore della colonna 8 della
riga precedente
Colonna 5 : variazione del volume invasato nel lago dV Q a Q e dt
Colonna 6 : innalzamento del livello dh, nella sezione di sfioro, causato dalla variazione di livello
dV dh=0,202*10-6 dV
Colonna 7 : altezza di sfioro hi al termine dell’intervallo di tempo dt
218
Dai grafici delle funzioni Qa=(t) e Qe =(t), raffigurati nella Figura e, si evidenzia che, per effetto
della laminazione dell’invaso, la portata massima in uscita è di circa 290 m3/s con tirante idrico di
circa 0,80 m.
Figura e
Pertanto è possibile ridurre sensibilmente la sezione del box culvert, mantenendo il modulo a 4 luci,
ma riducendone la base b=6,50 m di ciascuna “canna” (Figura f).
220
Figura f
2.b Sfioratore longitudinale
In questo caso, le opere di scarico sono realizzate con uno sfioratore a soglia libera; il problema
pratico è quello di fissare a priori la scala delle portate proporzionando l’opera prima di conoscere
la massima portata uscente Qe.
1,00 4.950.495
Per Wi * 106 = 4.950.495 m3 1 1 0,59 0,414
0,202 8.460.000
4
R.Gregoring : Sulla laminazione dell’onda di piena per effetto dell’inserzione di un serbatoio in un corso d’acqua – L’Energia Elettrica mag-
gio 1940
Nota la lunghezza della soglia di sfioro è possibile definire la funzione Qe=(h) (Figura g) e verifi-
carne l’efficacia (Tabella III – Figurah)
Figura h
Tabella III
Dalla correlazione tra livello nel lago e portata impegnata nello sfioratore, per mantenere il livello a
circa 1,00 m si porta la lunghezza della soglia a 105,00 m .
222
Figura i
Figura 1
Nel caso non sia presente una soglia a monte dello scivolo, il moto si svolge con modalità dipen-
denti dalla posizione della sezione nella quale si verifica la condizione critica di deflusso, sempre
nell’ipotesi che il moto nel tratto successivo di canale, per essere a forte pendenza, non abbia ad
influire su quello che si svolge nel collettore (Figura 2) .
Figura 2
Figura 3
Lo studio idraulico per il dimensionamento del canale collettore si svolge, applicando il teorema del-
la conservazione della quantità di moto con riferimento ai simboli ed allo schema riportati nella Fi-
gura 4.
Figura 4
Indicati con:
x, l’ascissa 8curvilinea a partire da monte;
, C, R ed h, rispettivamente, area, contorno bagnato, raggio idraulico ed altezza d’acqua;
Q, la portata fluente con velocità media V;
C x la tensione tangenziale
La spinta totale S M è la somma della spinta idrostatica = e della quantità di moto
M= QV
è la profondità del baricentro della sezione d’area ; e sono rispettivamente peso specifico e
densità dell’acqua.
L’equazione che esprime la condizione d’equilibrio si deduce, isolando un tratto elementare di cana-
le e considerando le forze attive e resistenti ad esso applicate:
dS dx i j
La quale, nella semplice ipotesi che possa, in ogni ascissa, ritenersi i=J assume la forma:
S= costante
dQ
Nel caso di soglia sfiorante orizzontale e carico costante e, quindi, q anch’esso costante:
dx
q2 x2
costante
g
Nel caso di canale prismatico (a sezione trapezia isoscele o trapezia rettangolare, raramente a se-
zione rettangolare) la precedente assume rispettivamente le forme:
224
sezione trapezia isoscele :
6q2 x2
h2 3b 2 h costante [1]
g b h h
12 q2 x2
h2 3b h costante [2]
g b h h
sezione rettangolare:
q2 x2
b h2 2 costante [3]
gbh
Il valore della costante può facilmente determinarsi quando sia noto od imposto il valore che il pri-
mo membro delle precedenti equazioni assume in un’assegnata sezione ed in particolare per x = L.
In questo caso se al termine del canale la portata Q = qL defluisce in condizione critica o per la
presenza d’una soglia o per essere la pendenza i < ic.
L’altezza hL e quindi l’area L che si stabiliscono poco a monte della soglia stessa si deducono, con
Q2 V2
pochi tentativi, dalla relazione: hL p hc c [4]
g L2 2g
avendo designato con hc e Vc rispettivamente altezza e velocità critiche, deducibili con le seguenti
le relazioni:
Q2 3
2 2 hm
g b b
[6]
b hc 3 h3c
Q2
Vc
g b hc hc
b 2 hc g b 2 hc
Se la semplificazione i=J non è ammissibile, l’equazione del moto, sempre nell’ipotesi che il canale
d dh
sia prismatico o cilindrico, il che comporta che sia = , dopo alcuni passaggi, assume la
dx dx
q2x2C 2q2 x
i
dh 23 g 2
forma: [7]
dx 2 2
q x
1
g 3
avendo indicato con larghezza (variabile con h e, quindi, con x) della superficie liquida.
L’integrazione della precedente equazione può essere risolta alle differenze finite, con un processo
passo per passo, reso un poco più laborioso del normale per la necessità di dovere procedere per
tentativi, ad ogni passo, per cogliere il corretto valore di h.
Nel caso in cui nella sezione d’ascissa x = L si abbia la condizione critica (con o senza soglia) - det-
ta anche sezione di controllo — il procedimento numerico prende origine da valle e si svolge verso
monte. Si suddivide il canale collettore in tronchi di lunghezza x (non necessariamente uguali) e si
determina, partendo dalle grandezze note per la sezione di valle di ogni tronco, il valore dell’altezza
h che soddisfa l’equazione di equilibrio scritta alle differenze finite.
Il tirante idrico di partenza per le elaborazioni, di regola, si determina imponendo, attraverso la
realizzazione di un gradino di fondo associato al restringimento della sezione, il passaggio della
corrente attraverso lo stato critico in corrispondenza della sezione finale, lato valle, del canale col-
lettore. Per tale condizione, infatti, la dipendenza funzionale tra variabili geometriche e variabili
idrauliche è data dalla relazione:
3 Q2
l g
con: , area della sezione bagnata
l, larghezza della superficie libera
226
curamente lente.
Q2 2102
hc 3 3 2,84 m
g l2 9,81 142
Nell’ipotesi di perdite di carico trascurabili, applicando il teorema di Bernoulli tra le sez.6 e 7e tra le
sez. 5 e 6 restano definiti i tiranti idrici h6 ed h5
Figura b
Il procedimento di calcolo è riportato nella Tabella 2 ed i risultati sono illustrati nella Figura c.
228
Tabella 2
Figura c
Nel caso in cui il serbatoio sia provvisto di uno o più scarichi di fondo regolati con paratoie piane,
nell’ipotesi di funzionamento contemporaneo alla durata dell’onda di piena t p=10 ore, dal volume
Wd = 8.460.000 m3 (Area dell’idrogramma di Figura a )
Figura a
8.460.000
si deduce la portata di dimensionamento pari a: qm 235,00 m3/s .
10 3600
Questa dovrà essere uguale alla portata massima esitata dagli scarichi di fondo per la quota di
massimo invaso hm= 9,00 m : qm 2g hm ; con le dovute sostituzione, si ottiene:
235 0,62 3b * 2b 2 9,81 9 da cui si determina un complesso di tre paratoie piane b=2,2 m
ed altezza h=2b=4,4 m.
Figura b
230
3. La Regolazione
Le risorse idriche costituite dalle acque correnti superficiali sono variabili nel tempo in quanto con-
nesse con il regime delle precipitazioni. L’utilizzazione di tali risorse, in genere, ha variabilità diver-
sa da quella dei deflussi naturali.
Nella Figura 18 sono riportati, ad esempio, il diagramma cronologico ed il valore medio delle porta-
te qa defluenti in una sezione di un corso d'acqua, unitamente al diagramma cronologico contem-
poraneo ed al valore medio della portata utilizzata qu.
Qualunque tempo si consideri, la domanda è sempre soddisfatta dalle fluenze naturali. In tali con-
dizioni non risulta necessario realizzare un serbatoio; peraltro l'impiego della risorsa risulta limitato
Il livello di utilizzazione può essere elevato e portato a circa il 100% della risorsa con la realizzazio-
ne di invasi.
Nel caso illustrato nella Figura 19 in alcuni intervalli di tempo la portata richiesta risulta superiore
alla contemporanea portata fluente, in altri inferiore.
Figura 19
Risulta ancora dalla Figura 20 che la portata media utilizzata qu. è inferiore alla portata media del
corso d'acqua q a . In tale caso è possibile soddisfare la domanda, secondo la legge di utilizzazione
prevista, realizzando un serbatoio di compenso che accumuli acqua nei periodi di fluenze superiori
alla richiesta e restituisca i volumi precedentemente invasati quando la domanda supera i contem-
poranei deflussi.
i volumi presenti nel serbatoio per t=0 e per t=T sono coincidenti.
Figura 20
Negli intervalli di tempo 0 t1, t2 t3, e t4 T la qa risulta inferiore alla qu. I volumi V1, V3 e V5
debbono pertanto essere erogati dal serbatoio ad integrazione dei deflussi naturali contemporanei
del corso d'acqua. Negli intervalli t1 t2 e t3 t4 i volumi V2 e V4 debbono essere invasati nel ser-
batoio. All'eguaglianza tra volume affluito e volume erogato nel periodo T consegue che
V1 + V3 + V5 = V2 + V4
232
Perchè la prefissata successione delle portate q risulti realizzabile il serbatoio dovrà avere un volu-
me di invaso iniziale Vo ed una capacita non inferiore a C.
La determinazione delle due grandezze discende dalla integrazione a passi finiti della equazione dif-
dCc
ferenziale qa qu ; V0 è incognito; i Vi sono noti. Riportata, in forma tabellare, la successio-
dt
ne cronologica dei volumi invasati
Nella Tabella A sono rese le portate medie mensili (PMM valori in m 3/s) rilevate nella sezione del
corso d'acqua, ove dovrà essere realizzato il serbatoio artificiale di regolazione.
Tabella A
G F M A M G L A S O N D
6,6 7,7 6,2 8,1 4,0 1,7 1,9 1,3 1,1 2,8 2,7 5,9
La retta che unisce il punto iniziale e finale rappresenta la legge di erogazione dal serbatoio del vo-
lume Vu(t) con una portata media mensile costante qum = 4,146 m3/s.
In questo caso il serbatoio è a regolazione totale ed il volume di compenso necessario viene de-
terminato sommando algebricamente, riga per riga, i valori dei volumi affluiti Vam e prelevati
Vum di Tabella B.
234
La somma negativa massima in modulo rappresenta il volume iniziale V 0 = 4,698 *106m3. Noto
V0, sempre riga per riga, si effettua la somma di V0 Vi am Vium . La somma massima è la
3 b. Soluzione Grafica
Di largo impiego, perchè immediato e sintetico, è il metodo grafico che trova fondamento nelle
funzioni integrali : V t qdt
Risultano dati :
t
il volume Va(t) affluito al serbatoio fino al tempo t Va(t) 0 qadt
t
il volume Vu(t) erogato dal serbatoio fino al tempo t Vu(t) 0 qudt
il volume V0 presente nel serbatoio al tempo t=0
Figura 21
rappresenta, pertanto, il volume invasato al tempo t1 nel serbatoio. In corrispondenza del tempo t 2,
t2 t2
risultando : V0 0 qadt 0 qudt il serbatoio risulta vuoto.
Nella Figura 23 è riportato, sempre su diagramma cartesiano t, Vu(t), unitamente alla curva Va(t)
tracciata a partire dalla ordinata V0, la stessa curva Va(t) traslata verso il basso, parallelamente
all'asse delle ordinate, della quantità C. E' riportata inoltre la curva V u(t) che, partendo dall'origine
degli assi, con andamento non decrescente, al tempo generico t1 incontra la curva Va(t) inferiore. Il
volume disponibile al tempo t1 risulta:
t1
Il volume erogato al tempo t1 risulta: 03 0 qudt
Figura 23
Traslata la Va(t) verso il basso della quantità C; si può concludere che qualsiasi curva non decre-
T T
scente con origine nella origine degli assi, tale che 0 qadt 0 qudt contenuta entro la fascia de-
finita dalla curva Va(t) e Va(t) - C, è una curva di possibile regolazione dei deflussi.
Figura 24
236
tracciare sul diagramma t, Vu(t) la funzione Vu(t) ,tracciare sullo stesso diagramma la funzione
Va(t) e traslare verticalmente il diagramma della Va(t) fino a far toccare superiormente ed infe-
riormente il diagramma della Vu(t).
Eseguite queste operazioni, la distanza tra i due diagrammi Va(t) è la capacità C minima da asse-
gnare al serbatoio per consentire la prestabilita regolazione dei deflussi. L'ordinata della intercetta
della Va(t) superiore con l'asse delle ordinate fornisce il valore del volume iniziale V 0
Cc = 35,5*106 m3
Grafico A
Figura 25
Nel campo delimitato dalla Va(t) e dalla stessa curva traslata si fissa il valore del volume V0 = 1,4
*106m3, all’interno del serbatoio, al tempo t = 0 e t = T, si traccia una mistilinea congiungente
questi punti e contenuta tra le due curve. (Grafico C)
Grafico B
Grafico C
238
Il serbatoio sarà pieno durante il periodo aprile-maggio mentre completamente vuoto alla fine del
mese di novembre; il volume a fine anno coincide con quello dell’inizio dell’anno successivo.
Grafico D
Dal Grafico D si rilevano i valori dei volumi utilizzabili Vut quali ordinate, dal filo teso alla curva
Va(t) superiore. Dai grafici di Superfici - Volumi si risale al valore dell’area dello specchio liquido
dell’invaso Aev , soggetto all’evaporazione. Da questi valori si desumono i volumi perduti per eva-
porazione Vev ed infine i volumi netti Vn. Questi ultimi ridivisi per i giorni forniranno i valori delle
portate medie mensili utilizzabili qum.